Consiglio Nazionale dei Geologi - 27 settembre 2018
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27/09/2018 Pag. 31 Ed. Rieti
27/9/2018 Decreto Genova, il governo rinuncia all’affidamento diretto a Fincantieri 27 Set 2018 Decreto Genova, il governo rinuncia all’affidamento diretto a Fincantieri Alessandro Arona Per il ponte di Genova «il governo non entra nella scelta del contraente». Il decreto legge (non ancora pubblicato) «prevede la nomina di un commissario straordinario, sarà lui ad affidare i lavori di ricostruzione, dunque anche il tema delle attestazioni Soa sarà valutato dal commissario». Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli rispondendo al question time alla Camera. A sollecitare il ministro è stato il deputato Alessandro Colucci di Noi per l'Italia- Usei (Gruppo Misto) che ha chiesto come sarà possibile affidare la ricostruzione del ponte di Genova a Fincantieri, come più volte detto da esponenti del governo nelle settimane scorse, visto che il gruppo pubblico (colosso della cantieristica navale) non possiede le qualifiche Soa OG3 per realizzare strade e ponti, come rivelato da «Edilizia e Territorio» e Radiocor Plus il 21 settembre. Il Commissario per Genova - ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al question time alla Camera - «avrà il compito di porre in essere ogni azione necessaria per affidare, in osservanza della direttiva UE n. 24/2014 (contratti pubblici, ndr), i lavori necessari al ripristino del sistema viario colpito dal crollo di quel tratto dell'autostrada A10, tristemente noto a tutti come Ponte Morandi». «Il Governo - ha aggiunto - non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma pone al Commissario precisi paletti normativi, quantomeno per evitare che la scelta determini indebiti vantaggi competitivi nel sistema delle concessioni autostradali. Anche il requisito delle attestazioni Soa verrà in concreto esaminato e risolto dal Commissario nell'alveo del quadro normativo di riferimento». Come anticipato da «Edilizia e Territorio», dunque, il governo si è reso conto che l’affidamento diretto a Fincantieri sarebbe stato giuridicamente e sostanzialmente insostenibile. Per tre motivi. Primo: perché Fincantieri non ha le qualifiche Soa per fare ponti, ma solo la specialistica OS18-A per la fornitura e posa in opera di strutture metalliche. Dunque non potrebbe essere la capogruppo della ricostruzione. Secondo: perché l’affidamento diretto senza neppure invito fra 5 imprese qualificate sarebbe stato in rotta di collisione con la direttiva europea sui contratti pubblici e in generale con i principi minimi europei di concorrenza e trasparenza (come gli stessi giuristi del governo suggerivano). Terzo: perché aver detto prima di voler affidare la ricostruzione a Fincantieri, avrebbe ancora più acceso i fari della commissione Ue su un eventuale affidamento diretto proprio a Fincantieri. Dunque: il decreto legge (in uscita) prevede che il commissario faccia una selezione ex articolo http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEqEQ18F/0 1/2
27/9/2018 Decreto Genova, il governo rinuncia all’affidamento diretto a Fincantieri 63 del Codice appalti, dunque procedura negoziata senza bando previo invito di almeno 5 imprese. Fincantieri, se parteciperà, lo farà insieme a un’imprese generale di costruzione. A questo punto in pista per il ponte tornano le grandi imprese di costruzione, e i nomi che vengono in mente (a puro titolo di esempio) sono Cimolai, Salini Impregilo, Pizzarotti, Rizzani de Eccher (escludendo invece Astaldi per le note difficoltà finanziarie). P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
27/9/2018 Offerta tecnica, la Pa non può vincolare il punteggio aggiuntivo al possesso di una sede operativa 27 Set 2018 Offerta tecnica, la Pa non può vincolare il punteggio aggiuntivo al possesso di una sede operativa Roberto Mangani È illegittima l'interpretazione della clausola del bando di gara che ai fini dell'attribuzione di un punteggio aggiuntivo all'offerta tecnica richieda ai concorrenti di essere dotati di una sede operativa già al momento della presentazione dell'offerta. Nel contempo, il procedimento di verifica in merito all'effettiva sussistenza di questo requisito deve essere avviato e completato nell'ambito delle valutazioni relative all'offerta tecnica, prima dell'apertura dell'offerta economica. Sono queste le principali affermazioni del Tar Valle d'Aosta, 17 settembre 2018, n. 44, che definisce i limiti entro i quali la localizzazione territoriale dei concorrenti può essere presa in considerazione come elemento premiante, offrendo peraltro qualche spunto di riflessione in merito al più generale fenomeno del così detto localismo. Il fatto Una centrale unica di committenza aveva indetto una procedura aperta per l'affidamento dei servizi assicurativi di un Comune. Il disciplinare di gara prevedeva che tra i criteri di valutazione di un'offerta vi fosse la presenza di un ufficio operativo nel raggio di 80 chilometri dalla sede del Comune; la presenza di tale elemento assicurava un punteggio aggiuntivo all'offerta tecnica. Individuata la migliore offerta la stazione appaltante procedeva alla verifica di anomalia e, in questa fase, chiedeva al concorrente di precisare con quali modalità lo stesso intendeva soddisfare il criterio di valutazione indicato. A fronte di tale richiesta il concorrente precisava che, in caso di aggiudicazione, avrebbe stipulato appositi accordi idonei ad assicurargli la disponibilità di un ufficio operativo, di cui veniva indicata l'ubicazione. La stazione appaltante riteneva non sufficiente tale indicazione ai fini dell'attribuzione del punteggio aggiuntivo. Ciò in quanto l'elemento in discussione - disponibilità di ufficio operativo in un certo ambito territoriale - doveva essere posseduto al momento della presentazione dell'offerta e non poteva essere posticipato a successivi accordi da stipularsi solo in caso di aggiudicazione. Conseguentemente la stazione appaltante rimodulava il punteggio attribuito all'offerta tecnica, riducendo di sei punti quello dell'offerta in questione che, conseguentemente, non risultava più prima in graduatoria. A fronte di questo comportamento dell'ente appaltante il concorrente proponeva ricorso al giudice amministrativo contestando sia il merito della decisione assunta che l'iter procedurale che aveva portato alla medesima. La sede operativa territoriale http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE3gYR9F/0
27/9/2018 Offerta tecnica, la Pa non può vincolare il punteggio aggiuntivo al possesso di una sede operativa Con riferimento al primo profilo relativo al criterio premiante costituito dalla disponibilità di una sede operativa localizzata in un determinato ambito territoriale il giudice amministrativo ha ritenuto illegittima l'interpretazione dell'ente appaltante secondo cui tale disponibilità doveva essere assicurata già al momento della presentazione dell'offerta. Secondo il Tar l'interpretazione della clausola del bando nei termini indicati si deve ritenere contraria sia ai principi della normativa nazionale in materia di contratti pubblici, quali i principi di uguaglianza, parità di trattamento, non discriminazione, libera concorrenza e favor partecipationis; che a quelli di derivazione comunitaria, e cioè i principi di libertà di stabilimento e di prestazione di servizi. Nello specifico, tenuto conto che la clausola del bando di gara è generica, non contenendo alcuna indicazione in merito al momento temporale in cui deve essere dimostrata la disponibilità della sede operativa territoriale, la stessa deve essere interpreta in modo da renderla coerente con i principi sopra enunciati. Di conseguenza ciò che rileva - e che consente l'attribuzione del punteggio aggiuntivo - è che al momento della partecipazione alla gara il concorrente dichiari che si doterà, in caso di aggiudicazione, di una sede operativa territoriale e che tale dotazione deve persistere per tutta la durata del rapporto contrattuale. L'opposta interpretazione che impone l'effettiva disponibilità della sede operativa territoriale al momento della presentazione dell'offerta è in evidente contrasto in primo luogo con i principi comunitari di libertà di stabilimento e di libera prestazione di servizi, giacché si precluderebbe la partecipazione alla gara di operatori stranieri che hanno la sede fuori dal territorio nazionale. Ma il contrasto sussiste anche in relazione agli operatori nazionali, la cui partecipazione alla gara viene condizionata dal possesso di una sede operativa in un determinato ambito territoriale, in violazione dei principi di parità di trattamento e di favor partecipationis. Infine il Tar Valle d'Aosta ricorda come la stessa Corte Costituzionale abbia più volte affermato che la discriminazione delle imprese in relazione a un elemento di localizzazione territoriale contrasta con il principio di uguaglianza, nonché con il principio secondo cui i cittadini devono essere liberi di poter esercitare la propria professione in qualunque parte del territorio nazionale, senza subire alcuna limitazione territoriale. Dunque il giudice amministrativo non boccia la clausola in sé considerata ma solo l'interpretazione data dall'ente appaltante. Di conseguenza sembra considerare legittima la clausola che impone il possesso di una sede operativa territoriale per lo svolgimento delle prestazioni, a condizione che la relativa disponibilità sia posticipata dal momento della presentazione dell'offerta al momento dell'intervenuta aggiudicazione. Resta tuttavia qualche dubbio sulla correttezza di questa impostazione. Gli stessi principi comunitari e nazionali che il giudice amministrativo cita per affermare l'illegittimità dell'interpretazione della clausola data dall'ente appaltante possono essere richiamati per mettere in dubbio la legittimità della clausola in sé considerata. Infatti imporre la disponibilità di una sede operativa in un determinato ambito territoriale, ancorché ancorata temporalmente al momento dell'aggiudicazione, sembra collidere con i principi della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi. È il fenomeno del localismo, che viene declinato come ambito territoriale in cui deve operare l'impresa, ad apparire in contrasto con i richiamati principi. A fronte di queste considerazioni vanno tuttavia evidenziati anche aspetti diversi, collegati a specifiche esigenze che possono essere proprie dell'ente appaltante. In alcuni specifici casi quest'ultimo può infatti ritenere essenziale che l'operatore selezionato chiamato ad eseguire la prestazioni abbia un ufficio locale in cui svolgere le medesime.
27/9/2018 Offerta tecnica, la Pa non può vincolare il punteggio aggiuntivo al possesso di una sede operativa Tenuto conto della circostanza da ultimo indicata si deve ritenere che la regola da seguire in via ordinaria sia quella secondo cui non può considerarsi legittima una clausola che imponga ai concorrenti di avere una sede operativa in un determinato ambito territoriale, anche se tale disponibilità viene richiesta non in sede di offerta ma in fase di esecuzione del contratto. Questa regola può subire eccezioni solo nei casi in cui l'ente appaltante, fornendone adeguata motivazione - soggetta all'ordinario sindacato giurisdizionale - ritenga che una clausola del genere sia funzionale ai fini del corretto ed efficace svolgimento delle prestazioni oggetto del contratto. In sostanza il localismo, inteso come fenomeno indirizzato a privilegiare in sede di affidamento dei contratti la localizzazione territoriale del concorrente, non può trovare legittimo spazio nelle relative procedure di gara. Per superare questa regola generale l'ente appaltante deve poter dimostrare che il mancato radicamento territoriale rappresenti un oggettivo ostacolo alla migliore esecuzione del contratto. La verifica di anomalia Il giudice amministrativo ha accolto anche il secondo ordine di censure mosso dal ricorrente, volto a evidenziare un utilizzo non corretto del procedimento di verifica dell'anomalia. Il Tar Valle d'Aosta ricorda infatti che la stazione appaltante, una volta attribuiti i punteggi alle offerte tecniche e formata la graduatoria, deve immediatamente richiedere i chiarimenti che ritiene necessari relativi a tali offerte tecniche. Ricevuti e analizzati tali chiarimenti e, se del caso, riformulata la graduatoria, la stazione appaltante procede all'apertura delle offerte economiche e, sulla base della somma dei punteggi attribuiti alle offerte tecniche e a quelle economiche, procede alla formazione della graduatoria finale e all'aggiudicazione provvisoria. Nel processo delineato è fondamentale che le determinazioni finali sulle offerte tecniche vengano operate prima dell'apertura delle offerte economiche, al fine di prevenire il pericolo che l'avvenuta conoscenza delle offerte economiche influenzi la valutazione delle offerte tecniche. Da qui la necessità che ogni tipo di chiarimento o di approfondimento relativo alle offerte tecniche avvenga in un momento antecedente all'apertura delle offerte economiche. Nel caso di specie ciò non è avvenuto in quanto la richiesta di chiarimenti in merito alla disponibilità dell'ufficio operativo locale e la successiva risposta del concorrente sono avvenute in un momento successivo all'apertura delle offerte economiche. Da qui la ritenuta illegittimità della procedura adottata dall'ente appaltante.
27/9/2018 Offerta tecnica/2. Tutti i limiti al potere discrezionale della Pa nella valutazione delle varianti migliorative 27 Set 2018 Offerta tecnica/2. Tutti i limiti al potere discrezionale della Pa nella valutazione delle varianti migliorative A cura della redazione PlusPLus24 Diritto Appalto - Progetto preliminare - Varianti - Migliorative o progettuali - Condizioni di ammissibilità - Violazione di requisiti minimi - Ex art. 76 d.lgs. n. 163 del 2006 - Inammissibilità. Le varianti migliorative sono ammissibili se consistano in soluzioni tecniche che, non incidendo né sulla struttura né sulla funzione e tipologia del progetto, investono singole lavorazioni o singoli aspetti tecnici dell'opera, lasciati aperti a diverse soluzioni, che siano meglio rispondenti alle esigenze funzionali e qualitative del progetto ma non anche quando, violando i requisiti minimi prescritti dalla stazione appaltante ai sensi dell'art. 76 del dlgs n. 163 del 2006., finiscano per tradire le esigenze dell'Amministrazione sottese alle prescrizioni imposte. Così nel caso di appalto integrato che si caratterizza per il contributo di idee nelle soluzioni progettuali migliorative individuate nel progetto definitivo questo rimane pur sempre assoggettato al rispetto dei profili strutturali e morfologici dell'opera pubblica definita nelle linee essenziali nel progetto preliminare posto a base di gara, della quale perciò non devono essere alterati i caratteri, proponendo una sorta di progetto alternativo, costituente un aliud rispetto a quello posto a base di gara. Consiglio di Stato, sez. 5, sentenza del 14 settembre 2018, n. 5388 Appalto - Varianti - Lex specialis - Potere discrezionale della Commissione valutatrice - Sindacabilità giurisdizionale - Eccesso di potere - Condizioni - Esclusione Il giudizio discrezionale del quale è espressione l'attività di valutazione riservata al seggio di gara attiene alla portata effettivamente migliorativa ed alla qualità delle soluzioni progettuali delle imprese concorrenti, non al rispetto, da parte di queste ultime, di tassative disposizioni della lex specialis in riferimento alla conformità del progetto offerto alle prescrizioni del progetto preliminare, quanto agli elementi ritenuti essenziali ed ai vincoli imposti dalla stazione appaltante, anche al fine di rispettare prescrizioni normative di settore. Solo nella prima ipotesi il giudice amministrativo non può sostituire il giudizio tecnico discrezionale della commissione di gara con un proprio giudizio di merito, senza incorrere nel vizio di eccesso di potere giurisdizionale. Per contro, il giudice non esprime alcun giudizio valutativo, ma esercita correttamente il controllo di legittimità quando si limita a sindacare la compatibilità del 1/2
27/9/2018 Offerta tecnica/2. Tutti i limiti al potere discrezionale della Pa nella valutazione delle varianti migliorative progetto definitivo con le previsioni vincolanti degli atti di gara, anche avvalendosi delle competenze tecniche dei propri ausiliari. Consiglio di Stato, sez. 5, sentenza del 14 settembre 2018, n. 5388 Appalto - Varianti - Offerte migliorative - Varianti progettuali - Caratteri distintivi - Necessità di previsione espressa nel bando per le varianti progettuali. In merito alla differenza tra offerte migliorative e varianti progettuali la giurisprudenza prevalente e consolidata definisce le prime come soluzioni tecniche che, senza incidere sulla struttura, sulla funzione e sulla tipologia del progetto a base di gara, investono singole lavorazioni o singoli aspetti tecnici dell'opera, lasciati aperti a diverse soluzioni mentre le seconde, invece, si sostanziano in modifiche del progetto dal punto di vista tipologico, strutturale e funzionale, per la cui ammissibilità è necessaria una previa manifestazione di volontà della stazione appaltante, mediante previsione espressa contenuta nel bando di gara ed individuazione dei requisiti minimi che segnano i limiti entro i quali l'opera proposta dal concorrente costituisce un aliud rispetto a quella prefigurata dalla pubblica amministrazione . Consiglio di Stato, sez. 5, sentenza del 14 maggio 2018, n. 2853 Appalto - Varianti - Lex specialis - Previsione espressa di divieto di migliore progettuali - Limite anche al potere discrezionale della Commissione o di Progettisti della SA - Sindacabilità giurisdizionale - Sussiste. ll divieto espresso nella lex specialis riguardo le offerte in variante o modifica agli elementi strutturali di qualunque consistenza, anche marginale, fissati dal progetto esecutivo posto a base della procedura, restando ammessa unicamente la possibilità di soluzioni migliorative unicamente con riferimento agli aspetti “funzionali e distributivi” vincola tanto i concorrenti quanto la Commissione preposta alla gara e i progettisti ovvero la stessa SA. Se ne desume che l'eventuale valutazione positiva espressa dai progettisti per migliorie progettuali e strutturali, palesemente vietate, in quanto impattanti solo “marginalmente sulle scelte adottate nel progetto originario”, non può essere ricondotta a una discrezionalità consentita dalla disciplina di gara dal momento che questa lungi dal vietare solo lo “stravolgimento della sostanza” del progetto esecutivo esclude in realtà ogni modifica degli elementi strutturali. È dunque ammissibile il successivo sindacato del giudice che non incorre in alcuna arbitraria interferenza nell'esercizio dei poteri discrezionali assegnati all'Amministrazione nel riscontrare che la medesima si era arrogata un potere discrezionale che la disciplina della specifica gara non le attribuiva. Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, sede giurisdizionale, sentenza del 30 aprile 2018, n. 251 P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
27/9/2018 Sgravi fiscali/1. Proroga dell'ecobonus al 2021, ma con “decalage” 27 Set 2018 Sgravi fiscali/1. Proroga dell'ecobonus al 2021, ma con “decalage” Massimo Frontera Prende forma il “pacchetto” di proposte targate M5S e Lega per sostenere la gamma degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni. L’occasione per illustrare le misure che si candidano a entrare nella legge di Bilancio è stata la presentazione, ieri a Roma presso l’Università Luiss, del Libro bianco sulla fiscalità immobiliare realizzato dall’Ance con Legambiente, Assoimmobiliare e le cooperative (di abitazione e di produzione). A fare il quadro delle proposte finora elaborate è stato il presidente della commissione Industria del Senato Pietro Girotto (M5S), intervenendo alla presentazione del libro bianco sulla fiscalità immobiliare dell'Ance, presso l'università Luiss di Roma. «Sull'ecobonus - ha detto Girotto - proponiamo l'estensione dello sgravio fino al 2021 ma con un decalage». Per chi non ha il capitale necessario all'investimento, ha aggiunto, «prevediamo la possibilita di un prestito agevolato e la riduzione da dieci a cinque anni per il rimborso». «Sulle ristrutturazioni semplici - ha aggiunto - chiediamo una proroga dello sgravio del 50%, anche in questo caso con una riduzione da dieci a cinque anni». In materia di sismabonus Girotto ha poi detto che si propone di inserire, sulle compravendite, «l'agevolazione sull'acquisto di case antisismiche nei territori dei Comuni a rischio sismico 2 e 3, oltre alla possibilità, anche in questo caso, di un prestito agevolato». «Su queste proposte - ha sottolineato Girotto - abbiamo una convergenza con la Lega, siamo assolutamente d'accordo. Mi sono consultato con il presidente della commissione Finanze, Alberto Bagnai, e mi ha detto che, sia pure nella necessità di trovate un equilibrio, lavoriamo sullo stesso obiettivo». Leggi anche: Bonus casa con proroga triennale, spunta l'ecoprestito a tasso agevolato Il presidente della VI commissione del Senato Alberto Bagnai (Lega), intervenuto anche lui ieri nella stessa occasione, non si è però sbilanciato come il collega di maggioranza. «L'interesse di questo governo - ha tenuto a ribadire il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama - è garantire che ci sia un rilancio del settore delle costruzioni», ma ha poi aggiunto che «ci troviamo in una fase in cui bisogna fare un arbitraggio complesso tra la semplificazione del sistema fiscale, che riteniamo possa rilanciare l'economia - ed è un provvedimento di carattere macroeconomico e non dovrebbe essere settoriale -, e dall'altra parte l'esigenza in nome delle coperture». «Le coperture non sono sempre così belle», ha aggiunto subito dopo alzando gli occhi al cielo. Entrando nel tema degli sgravi fiscali sollecitati da costruttori e immobiliaristi ha proseguito: «Il discorso è: faccio lo shock fiscale e tolgo la detrazione che interessa il settore “x” oppure sono più prudente?». «Insomma - ha detto rivolgendosi alla platea - avete capito quali sono i termini di questo arbitraggio. È una materia molto complessa nella quale ci sarà un dibattito politico e dove dovremmo arrivare a una sintesi». «Questa sintesi politica - ha aggiunto 1/2
27/9/2018 Sgravi fiscali/1. Proroga dell'ecobonus al 2021, ma con “decalage” - verrà trovata in collaborazione con il supporto tecnico che ci fornite, che è un supporto di parte, ma questo è una cosa sana». P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
27/9/2018 Sgravi fiscali/2. Il Mit: «Detraibili le spese di diagnosi sismica anche se non si fanno i lavori» 27 Set 2018 Sgravi fiscali/2. Il Mit: «Detraibili le spese di diagnosi sismica anche se non si fanno i lavori» A.A. «Apriremo un tavolo con ingegneri e architetti per studiare le misure da adottare al fine di rendere detraibile fiscalmente anche la valutazione sismica dell'edificio, anche se non seguita dall'esecuzione delle opere». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli alla presentazione della giornata naazionale sulla prevenzione sismica (si veda altro servizio). «Stiamo cercando di capire - spiegano dal Mit - se sia possibile fare questa innovazione senza modifiche alla legge, ma solo con atti regolatori secondari, nostri o di altri soggetti» (Agenzia delle Entrate, ndr). Ricordiamo che è stata l’ultima legge di bilancio a inserire tra le spese detraibili nel sismabonus anche quelle per pagare il professionista, «le spese effettuate per la classificazione e verifica sismica degli immobili» (attuale art. 16 comma 1-sexies del Dl 63/2013 convertito e aggiornato). L’Agenzia delle Entrate ha poi precisato - dopo i vari dubbi e quesiti emersi - che tali spese sono detraibili solo all’interno dell’intervento edilizio che può godere del sisma-bonus, dunque se si fa la diagnosi sismica e poi si decide di intevenire non si ha diritto a nessuna detrazione. «Questo scoraggia la fase di verifica “senza impegno” - spiegano al Mit - o penalizza i professionisti che magari per promuovere questi interventi sono indotti a fare prezzi stracciati». Il Ministero sta lavorando a un pacchetto di misure per rafforzare Eco e Sisma Bonus, soprattutto per gli interventi nei condomini: si punta in particolare a rendere più fluida e facile la cessione dei crediti (ad esempio ampliando il concetto di filiera, rendendo così cedibile il credito d’imposta ad esempio anche a imprese del comparto mobili), ma anche a semplificare le procedure e ad introdurre forme di certificazione obbligatoria del livello di sicurezza sismica degli edifici, come per la cerificazione energetica. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
27/9/2018 Prevenzione sismica, ingegneri e architetti offrono sopralluoghi gratuiti ai proprietari 27 Set 2018 Prevenzione sismica, ingegneri e architetti offrono sopralluoghi gratuiti ai proprietari Alessandro Arona Avrà luogo il 30 settembre la prima «Giornata nazionale della prevenzione sismica», iniziativa promossa da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con il patrocinio di Inarcassa e dei ministeri del Lavoro e della Giustizia. Domenica prossima, in 500 piazze d'Italia (clicca qui elenco completo e altri dettagli), presso piccoli stand con il logo «Diamoci una scossa!», migliaia di ingegneri e architetti forniranno informazioni circa l'importanza della prevenzione sismica e su come si può utilizzare il sisma-bonus (detraibili fino al 2021 le spese di ristrutturazione sismica degli edifici, con aliquote dal 50 al 70% sugli edifici singoli, fino all'85% sulle parti comuni dei condomini). Nelle piazze, e anche on line sul sito indicato, sarà possibile prenotare visite gratuite di architetti e ingegneri presso case private e condomini, da svolgersi nel mese di novembre, per fornire una prima stima visiva di cosa si possa fare e quanto si possa spendere per effettuare interventi antisismici sullo specifico immobile. L'iniziativa «Diamoci una scossa!» è stata presentata mercoledì 26 settembre al Ministero delle Infrastrutture con la partecipazione del Ministro, Danilo Toninelli, del Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo del presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, e del presidente del Consiglio Nazionale Architetti, Giuseppe Cappochin. La prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica è organizzata con il contributo anche di Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Dipartimento della Protezione Civile, Conferenza dei Rettori (Crui) e la Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLuis). L'iniziativa - spiega un comunicato - «ha l'obiettivo di favorire e promuovere la cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro paese». Inarcassa stima che l'iniziativa possa coinvolgere «5 milioni di cittadini sensibilizzati e 1 milione di unità abitative» controllate con le ispezioni gratuite nel mese di novembre. «Finora - ha detto il presidente di Inarcassa Egidio Comodo - in Italia si è fatta poca prevenzione sismica. Ora c'è il sismabonus che copre fino all'85% della spesa per i condomini, noi tecnici dobbiamo dare tutto il nostro contributo per poter utilizzare gli sconti e far partire gli interventi sugli edifici». «Il sismabonus è stata una buona idea - ha detto il Ministro Danilo Toninelli - ma non si è concretizzata, era su un binario morto. Ci sono problemi di natura tecnica, ma anche amministrativa e finanziaria. Per questo apriremo un tavolo con ingegneri e architetti per studiare le misure necessarie per riulanciare lo strumento, tra le quali la possibilità di detrarre fiscalmente anche la valutazione sismica dell'edificio, anche se non seguita dall'esecuzione delle opere».
Ponte Morandi: al Question Time il Ministro Toninelli parla di ricostruzione e concessioni autostradali 27/09/2018 "Il governo non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma pone al Commissario precisi paletti normativi, quantomeno per evitare che la scelta determini indebiti vantaggi competitivi nel sistema delle concessioni autostradali". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, rispondendo a un'interrogazione sulle modalità per pervenire alla revoca della concessione dell'autostrada A10 e in ordine alla scelta dei soggetti cui affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. "Anche il requisito delle attestazioni Soa verrà in concreto esaminato e risolto dal Commissario nell'alveo del quadro normativo di riferimento", ha aggiunto Toninelli. "La sorte delle concessioni autostradali dipende dalla procedura di contestazione dell'inadempimento avviata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non trova alcuna regolazione nel decreto legge che sta per essere portato all'attenzione del Parlamento". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli,
rispondendo a un'interrogazione sulle modalità per pervenire alla revoca della concessione dell'autostrada A10. Il ministro ha riferito che "in tale testo normativo si prevede la nomina di un Commissario straordinario. Questi - ha spiegato - avrà il compito di porre in essere ogni azione necessaria per affidare, in osservanza della direttiva Ue 24/2014, i lavori necessari al ripristino del sistema viario colpito dal crollo di quel tratto dell'autostrada A10, tristemente noto a tutti come Ponte Morandi". © Riproduzione riservata
Prima giornata nazionale della prevenzione sismica 27/09/2018 Circa 500 piazze, 5 milioni di cittadini sensibilizzati e 1 milione di unità abitative coinvolte in visite tecniche informative. Sono questi i numeri e gli obiettivi della prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, l’iniziativa promossa da Fondazione Inarcassa, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e con il patrocinio di Inarcassa, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Giustizia. La Giornata, in programma per domenica 30 settembre, è stata presentata ieri nel corso di una conferenza stampa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha visto la partecipazione del Ministro, Danilo Toninelli, del Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo del Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, e del Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Giuseppe Cappochin. L’iniziativa ha l’obiettivo di favorire e promuovere la cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro
paese. Per farlo migliaia di ingegneri e architetti “scenderanno in campo” in tutta Italia e saranno a disposizione di cittadini e amministratori di condominio nelle circa 500 Piazze della Prevenzione Sismica, dove saranno allestiti punti informativi per sensibilizzare i Cittadini sull’importanza della prevenzione ed informarli sulle variabili che possono incidere sulla sicurezza di un edificio e sulle agevolazioni fiscali oggi a disposizione per il miglioramento della sicurezza delle abitazioni. L’appuntamento del 30 settembre sarà inoltre l'occasione per promuovere il Programma di Prevenzione Attiva “Diamoci una Scossa!”: nelle piazze e sul sito www.giornataprevenzionesismica.it sarà possibile richiedere e fissare visite tecniche informative che si svolgeranno a novembre, Mese della Prevenzione Sismica, quando migliaia di professionisti, esperti in rischio sismico e appositamente formati, saranno disponibili per fornire, senza alcun costo per i cittadini, i principali elementi che possono incidere sulla sicurezza della propria abitazione e illustrare le possibilità di interventi di riduzione del rischio sismico finanziabili attraverso l’incentivo statale del Sisma Bonus. “Ho voluto ospitare al Ministero la presentazione di questa interessantissima iniziativa che è la giornata del 30 settembre - ha detto il Ministro Danilo Toninelli nel corso del suo intervento durante la conferenza stampa - perché ‘prevenzione’ è la nostra parola chiave. Prevenire significa fortificare le nostre infrastrutture e le nostre case per renderle meno vulnerabili anche rispetto a eventi imprevedibili, come un sisma. Proprio per questo è necessario che strumenti come il sisma bonus, che possono far mettere in sicurezza stabili e case a rischio, siano valorizzati per potenziarne l’utilizzo. A tal fine apriremo un tavolo con ingegneri e architetti per studiare le misure da adottare al fine di rendere detraibile fiscalmente anche la valutazione sismica dell’edificio, anche se non seguita dall’esecuzione delle opere”. Egidio Comodo, Presidente di Fondazione Inarcassa, ringrazia il Ministro Toninelli per l’attenzione e la sensibilità dimostrata sull’argomento. "Il terremoto è un evento imprevedibile i cui effetti sugli edifici e le persone possono essere mitigati attraverso misure di prevenzione che migliorino la sicurezza degli edifici. Un Paese più sicuro - sottolinea - dove il paesaggio è tutelato e il patrimonio difeso, è anche un Paese più giusto, più competitivo e con maggiori potenzialità di crescita e sviluppo. Gli Architetti e gli Ingegneri, protagonisti nel passato, con orgoglio si mettono a disposizione del Paese con la propria competenza, esperienza e professionalità per poter essere ancora protagonisti oggi nella salvaguardia dell’Italia di ieri e nello sviluppo dell’Italia di domani, l’unica strada per lasciare alle future generazioni un Paese non soltanto ricco di storia e bellezza, quale è, ma più forte e sicuro, come merita di essere”.
"Di prevenzione sismica si parla da anni - ha detto Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) - Ricordo che dopo il terremoto dell'Irpinia si cominciò a parlare di prevenzione ma da allora non si è visto nulla. Intanto, in questi anni lo Stato ha speso 150 miliardi di euro per gestire l'emergenza. Ora può essere la volta buona. Abbiamo lo strumento del Sisma Bonus ed è dovere di noi tecnici, della politica e anche dell'informazione far sì che i cittadini lo conoscano e lo utilizzino. A questo serve l'iniziativa "Diamoci una scossa". A questo proposito ringrazio i nostri Ordini territoriali e le migliaia di ingegneri che hanno dato la disponibilità ad effettuare le visite tecniche. Certo, il quadro non è ancora completo, ma la disponibilità all'apertura di un tavolo tecnico che oggi il Ministro Toninelli ha manifestato è un passaggio molto importante". “E’ ormai chiaro a tutti - sottolinea Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori - che il patrimonio edilizio e infrastrutturale italiano è sempre più caratterizzato da obsolescenza che riguarda anche molti aspetti strutturali. Basti pensare - secondo i dati del Cresme - che 7,5 milioni di edifici residenziali su 11,9, ossia il 63%, sono stati costruiti prima del 1970. Questo vuol dire che, come gran parte delle infrastrutture, risentono della loro anzianità di costruzione. Serve, dunque, un nuovo tipo di manutenzione: non più una manutenzione superficiale e leggera, ma interventi che analizzino, valutino e incidano sulle parti strutturali degli edifici e delle infrastrutture. Manutenzione che per essere efficace deve essere parte di una più generale strategia che riguardi la rigenerazione di città e territori”. La prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica è organizzata con il contributo e la partecipazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLuis). © Riproduzione riservata
Toninelli: ‘renderemo detraibile la diagnosi sismica anche senza lavori’ di Rossella Calabrese Il 30 settembre la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica in 500 piazze italiane. A novembre visite tecniche gratuite in 1 milione di case 27/09/2018 - Circa 500 piazze, 5 milioni di cittadini sensibilizzati e 1 milione di unità abitative coinvolte in visite tecniche informative. Sono questi i numeri e gli obiettivi della prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, l’iniziativa promossa da Fondazione Inarcassa, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e con il patrocinio di Inarcassa, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Giustizia. La Giornata, in programma per domenica 30 settembre, è stata presentata ieri in una conferenza stampa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Toninelli: ‘renderemo detraibile la valutazione sismica senza lavori’ “Ho voluto ospitare al Ministero la presentazione di questa interessantissima iniziativa che è la giornata del 30 settembre - ha detto il Ministro Danilo Toninelli nel corso del suo intervento durante la conferenza stampa - perché
‘prevenzione’ è la nostra parola chiave. Prevenire significa fortificare le nostre infrastrutture e le nostre case per renderle meno vulnerabili anche rispetto a eventi imprevedibili, come un sisma”. “Proprio per questo è necessario che strumenti come il sisma bonus, che possono far mettere in sicurezza stabili e case a rischio, siano valorizzati per potenziarne l’utilizzo. A tal fine apriremo un tavolo con ingegneri e architetti per studiare le misure da adottare al fine di rendere detraibile fiscalmente anche la valutazione sismica dell’edificio, anche se non seguita dall’esecuzione delle opere”. Ricordiamo che secondo la legislazione vigente, la parcella professionale per la diagnosi sismica dell'edificio è detraibile insieme alle spese per i lavori di adeguamento o miglioramento; se però i lavori non si eseguono, il professionista va pagato e quella spesa non si può detrarre. Gli operatori del settore hanno più volte chiesto di introdurre la possibilità di detrarre la spesa per diagnosi sismica indipendentemente dai successivi lavori, rimenendo finora inascoltati. SCARICA LA GUIDA DI EDILPORTALE AL SISMABONUS La Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica Alla presentazione hanno partecipato il Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, e il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Giuseppe Cappochin. L’iniziativa ha l’obiettivo di favorire e promuovere la cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro paese. Per farlo migliaia di ingegneri e architetti “scenderanno in campo” in tutta Italia e saranno a disposizione di cittadini e amministratori di condominio nelle circa 500 Piazze della Prevenzione Sismica, dove saranno allestiti punti informativi per sensibilizzare i Cittadini sull’importanza della prevenzione ed informarli sulle variabili che possono incidere sulla sicurezza di un edificio e sulle agevolazioni fiscali oggi a disposizione per il miglioramento della sicurezza delle abitazioni. L’appuntamento del 30 settembre sarà inoltre l’occasione per promuovere il Programma di Prevenzione Attiva “Diamoci una Scossa!”: nelle piazze e sul sito www.giornataprevenzionesismica.it sarà possibile richiedere e fissare visite tecniche informative che si svolgeranno a novembre, Mese della Prevenzione Sismica, quando migliaia di professionisti, esperti in rischio sismico e appositamente formati, saranno disponibili per fornire, senza alcun costo per i cittadini, i principali elementi che possono incidere sulla sicurezza della propria abitazione e illustrare le possibilità di interventi di riduzione del rischio sismico finanziabili attraverso l’incentivo statale del Sisma Bonus. “Egidio Comodo, Presidente di Fondazione Inarcassa, ringrazia il Ministro Toninelli per l’attenzione e la sensibilità dimostrata sull’argomento. Il terremoto è un evento imprevedibile i cui effetti sugli edifici e le persone possono essere mitigati attraverso misure di prevenzione che migliorino la sicurezza degli
edifici. Un Paese più sicuro - sottolinea - dove il paesaggio è tutelato e il patrimonio difeso, è anche un Paese più giusto, più competitivo e con maggiori potenzialità di crescita e sviluppo. Gli Architetti e gli Ingegneri, protagonisti nel passato, con orgoglio si mettono a disposizione del Paese con la propria competenza, esperienza e professionalità per poter essere ancora protagonisti oggi nella salvaguardia dell’Italia di ieri e nello sviluppo dell’Italia di domani, l’unica strada per lasciare alle future generazioni un Paese non soltanto ricco di storia e bellezza, quale è, ma più forte e sicuro, come merita di essere”. “Di prevenzione sismica si parla da anni - ha detto Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) -. Ricordo che dopo il terremoto dell’Irpinia si cominciò a parlare di prevenzione ma da allora non si è visto nulla. Intanto, in questi anni lo Stato ha speso 150 miliardi di euro per gestire l’emergenza. Ora può essere la volta buona. Abbiamo lo strumento del Sisma Bonus ed è dovere di noi tecnici, della politica e anche dell’informazione far sì che i cittadini lo conoscano e lo utilizzino. A questo serve l’iniziativa “Diamoci una scossa”. A questo proposito ringrazio i nostri Ordini territoriali e le migliaia di ingegneri che hanno dato la disponibilità ad effettuare le visite tecniche. Certo, il quadro non è ancora completo, ma la disponibilità all’apertura di un tavolo tecnico che oggi il Ministro Toninelli ha manifestato è un passaggio molto importante”. “È ormai chiaro a tutti - sottolinea Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori - che il patrimonio edilizio e infrastrutturale italiano è sempre più caratterizzato da obsolescenza che riguarda anche molti aspetti strutturali. Basti pensare - secondo i dati del Cresme - che 7,5 milioni di edifici residenziali su 11,9, ossia il 63%, sono stati costruiti prima del 1970. Questo vuol dire che, come gran parte delle infrastrutture, risentono della loro anzianità di costruzione. Serve, dunque, un nuovo tipo di manutenzione: non più una manutenzione superficiale e leggera, ma interventi che analizzino, valutino e incidano sulle parti strutturali degli edifici e delle infrastrutture. Manutenzione che per essere efficace deve essere parte di una più generale strategia che riguardi la rigenerazione di città e territori”. La prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica è organizzata con il contributo e la partecipazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLuis). © Riproduzione riservata Eventi collegati Prima giornata nazionale della prevenzione sismica Piazze italiane30 settembre 2018
Rinnovabili, entro metà ottobre incentivi per 900 milioni di euro di Paola Mammarella Davide Crippa, sottosegretario al Mise: bonus all’energia fotovoltaica autoprodotta dopo la sostituzione dei tetti di amianto e bonifiche dei siti 27/09/2018 - Nuovi incentivi per 900 milioni di euro destinati alle fonti rinnovabili, bonus per la sostituzione dei tetti di amianto con pannelli fotovoltaici, bonifica dei siti su cui installare gli impianti eolici e fotovoltaici. Sono le misure in arrivo con il Decreto Fer1 che, secondo quanto emerso durante l’incontro tra Governo e operatori del settore al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), sarà pronto entro la metà di ottobre. La nuova bozza, ha annunciato il sottosegretario al MISE, Davide Crippa, migliorerà il testo messo a punto a inizio settembre. Sono inoltre allo studio del Governo il Decreto Fer2 e il Piano Energia e Clima, iniziative con cui l'Esecutivo pensa di raggiungere l’obiettivo della produzione del 100% di energia da fonti
rinnovabili entro il 2050. Rinnovabili, sostituzione amianto con fotovoltaico Una delle novità introdotte già dalla versione di inizio settembre è il riconoscimento di incentivi alla sostituzione delle coperture in eternit, o comunque contenenti amianto, con pannelli fotovoltaici. A questi interventi il testo riconosce un premio pari a 12 € /MWh, erogato con le stesse modalità e tempistiche degli incentivi sull’energia elettrica. La bozza di settembre prevedeva l’attribuzione degli incentivi solo all’energia immessa in rete. Il sottosegretario Crippa ha annunciato che il testo in arrivo incentiverà tutta l’energia prodotta, anche quella destinata all’autoconsumo. In questo modo sarà possibile coprire gli investimenti realizzati per la sostituzione delle coperture. La bozza di inizio settembre non ammetteva il cumulo dell’incentivo con altri bonus per la rimozione dell’amianto. Resta ora da capire se il restyling del Decreto Fer1 riguarderà anche questa misura o se, invece, sarà confermato il divieto di cumulo. Rinnovabili, fotovoltaico ed eolico su siti bonificati La bozza di decreto di settembre prevedeva che, nella formazione delle graduatorie per l’accesso agli incentivi, il Gestore dei servizi energetici (GSE) desse la priorità agli impianti eolici e fotovoltaici realizzati su discariche esaurite, cave e miniere esaurite, aree di pertinenza di discariche o di siti contaminati. Il sottosegretario Crippa, dopo aver ascoltato gli operatori, ha affermato che il testo sarà modificato per assicurare che i terreni siano bonificati prima dell’installazione degli impianti. Decreto Fer1, gli impianti incentivati Ricordiamo che la bozza suddivide gli impianti che hanno diritto agli incentivi in gruppi: Gruppo A: i. impianti eolici; ii. impianti fotovoltaici;
Gruppo A-2: impianti fotovoltaici i cui moduli fotovoltaici sono installati in sostituzione di coperture di edifici su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto; Gruppo B: iii. impianti idroelettrici; iv. impianti geotermoelettrici; v. impianti a gas residuati dei processi di depurazione; vi. impianti alimentati da gas di discarica; Gruppo C: i. impianti oggetto di rifacimento totale o parziale e rientranti nelle tipologie di cui al gruppo A, lettera i) e gruppo B lettere iii) e iv). Per quanto riguarda il fotovoltaico, potranno accedere agli incentivi gli impianti di potenza superiore a 20 kW che non possono accedere alle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione. La bozza ha definito il meccanismo di accesso agli incentivi, con registri e aste, i contingenti di potenza disponibili e i limiti agli incentivi. Bisogna ora attendere il nuovo testo per capire se queste soglie saranno confermate. © Riproduzione riservata Norme correlate Bozza non ancora in vigore 06/09/2018 Ministero dello Sviluppo Economico - Bozza di decreto interministeriale sugli incentivi alle rinnovabili nel periodo 2018 - 2020 (FER elettriche)
Riqualificazione energetica, in Italia c’è un mercato da 80 miliardi di euro di Rossella Calabrese Dall’Osservatorio sulla sostenibilità di Scenari Immobiliari il dato sugli investimenti necessari nei prossimi 20 anni caifas © 123rf 27/09/2018 - Per la riqualificazione energetica dell’intero patrimonio immobiliare italiano sarebbero necessari investimenti per circa 80 miliardi di euro nei prossimi 20 anni: lo stock residenziale (oltre 17,2 milioni di immobili) necessiterebbe di oltre 65,2 miliardi di euro, gli immobili a uso commerciale e terziario richiederebbero 14,6 miliardi di euro. I dati arrivano dal secondo Osservatorio sulla sostenibilità e sulla Sicurezzarealizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Johnson Controls. La ricerca ha analizzato i prezzi del mercato immobiliare delle maggiori città italiane in relazione alla classe energetica, rilevando che le differenze di
prezzo tra gli edifici in classe A e quelli di classi inferiori sono più evidenti nelle zone periferiche (in media +30%). Nelle zone centrali invece, c’è un maggiore appiattimento delle quotazioni (+20% tra classe A rispetto a E, F e G), riconducibile al ruolo preponderante della localizzazione nella determinazione del prezzo di vendita. La situazione è diversa nel mercato della locazione: il valore aggiunto della classe energetica A si attesta in media al +26% nelle zone centrali, contro il +15% riscontrato nelle zone periferiche. Nel comparto commercialel’incremento delle quotazioni immobiliari legato all’avanzamento di classe energetica risulta invece più lineare, con prezzi e canoni in crescita con l’avvicinarsi del centro città. Green building, smart building e smart city scontano un certo ritardoprobabilmente legato alla recente crisi economica, anche se non mancano esempi di successo, legati soprattutto alle realtà aziendali locali di maggiore dimensione, alle imprese estere insediate sul nostro territorio, alle città metropolitane e alle regioni più virtuose. “Nonostante la ricerca abbia confermato un rapporto direttamente proporzionale tra la classe energetica di appartenenza e le quotazioni immobiliari - dichiara Francesca Zirnstein, Direttore Generale Scenari Immobiliari - uno sguardo più attento alle dinamiche interne ai principali centri urbani suggeriscono una sostanziale indifferenza rispetto allo ‘sconto’ derivante da minori spese per l’approvvigionamento energetico”. “La tecnologia è la capacità di rispondere alle sfide del nostro tempo con soluzioni ingegnose - commenta Francesco Giaccio, Managing Director Johnson Controls Italia - Oggi è da considerarsi un must, una priorità irrinunciabile. Gli edifici e il costruito in generale sono uno dei fondamentali driver della domanda di efficienza energetica e di sicurezza, e la consapevolezza su come le tecnologie possano integrarsi e interagire tra loro lungo tutto il ciclo di vita degli edifici, consente di fare delle scelte operative nella fase iniziale di progettazione piuttosto che a posteriori quando il costruito è già in funzione”. Sostenibilità ambientale dell’edificio = qualità del costruito La sostenibilità ambientale del costruito - spiega la nota di Scenari Immobiliari - rappresenta un requisito irrinunciabile per i nuovi sviluppi immobiliari e per le riqualificazioni. La capacità di limitare l’impatto ambientale di un edificio è diventata sinonimo di qualità del costruito, grazie agli sforzi compiuti negli anni a tutti i livelli della filiera edilizia e del mercato immobiliare. Questo trend virtuoso è stato capace di incoraggiare innovazioni a partire dagli ambiti prettamente tecnici fino ad arrivare alla progettazione architettonica e alle modalità di fruizione degli ambienti costruiti. Con esso si è assistito allo sviluppo di nuove culture progettuali che mettono al primo posto lo studio e il conseguimento di una efficace mitigazione degli effetti sugli ambienti interni ed esterni dell’edificato, con l’obiettivo di massimizzare comfort e sicurezza ed efficientare i consumi energetici.
Innovazioni tecnologiche, prescrizioni normative e l’emergere di un nuovo tipo di domanda sempre più consapevole delle tematiche ambientali, hanno consentito negli ultimi anni la diffusione di strumenti, pratiche e prodotti sempre più efficienti senza per questo compromettere la qualità dei servizi offerti. L’edilizia è stata uno dei primi settori ad assistere a questa rivoluzione guidata inizialmente dall’evolversi delle norme sul risparmio energetico degli edifici e, in seconda battuta, da una domanda sempre più sensibile ai costi di un edificio poco efficiente e in molti casi intenzionata a rendere nota la propria attenzione nei confronti delle tematiche ambientali. L’efficienza energetica diventa oggi uno dei parametri principali nella definizione della qualità di un edificio, in quanto in grado di rispecchiare la qualità della progettazione. Se la riduzione di gran parte dei consumi energetici avviene ancora mediante soluzioni che interessano le componenti statiche dell’edificio (involucro, aperture, copertura), le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni hanno consentito di ottenere ulteriori margini di efficientamento mediante l’evoluzione delle componenti attive dell’edificio. Il livello di consapevolezza di un edificio nei confronti delle attività svolte al proprio interno e delle condizioni ambientali esterne è diventato determinante per consentire all’immobile di operare in piena efficienza. L’Italia, tuttavia, sembra restare ancora indietro. La crisi dell’edilizia dell’ultimo decennio e la parcellizzazione della proprietà in tutti i comparti del mercato immobiliare hanno frenato la rigenerazione del patrimonio edificato, che si trova oggi in una condizione di arretratezza con consistenti ricadute sul valore degli immobili. In tutti i comparti si osserva un ampliamento della forbice delle quotazioni degli immobili di nuova costruzione e recuperati nel rispetto dell’ottenimento di una elevata efficienza energetica. Gli investimenti necessari ad eseguire interventi di riqualificazione energetica sull’intero patrimonio immobiliare dei tre principali comparti richiederebbero circa 80 miliardi di euro nei prossimi vent’anni. Lo stock residenziale da solo necessiterebbe di oltre 65,2 miliardi di euro per riqualificare tutto lo stock realizzato tra il dopoguerra e il duemila, corrispondente ad oltre 17,2 milioni di immobili. Tra gli immobili a uso commerciale e quelli a uso terziario la cifra necessaria per le riqualificazioni si attesta nell’ordine dei 14,6 miliardi di euro, in questo caso coinvolgendo l’intero stock non ancora interessato da interventi di riqualificazione negli anni passati (pari a 3,1 milioni di unità). © Riproduzione riservata
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