Bollettino Astronomico 417 / 2017 - Osservatorio Galileo Galilei
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Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO G.Galilei 28019 SUNO (NO) Tel. 032285210 / 335275538 www.osservatoriogalilei.com info@osservatoriogalilei.com Mercoledì 20 Settembre 2017, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata dedicata alle proiezioni al planetario e, in caso di condizioni meteo favorevoli, osservazioni al telescopio . In caso di cattivo tempo sarà in uso il solo planetario. La Luna nuova permetterà l’osservazione di oggetti deboli del profondo cielo. Si potranno vedere le principali costellazioni estive e autunnali . Saturno, per la sua ridotta altezza sull’orizzonte e prossimo al tramonto, sarè di difficile osservazione. Urano sarà visibile per tutta la notte. CALENDARIO LUNARE DI SETTEMBRE Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 2
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 IL CIELO DEL 20 SETTEMBRE 2017 (a cura di Oreste Lesca) Il cielo la sera del 20 settembre alle ore 21.00 Il transito della IIS ed il passaggio di un satellite IRIDIUM alle ore 05.50 Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 3
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 RECENSIONI (a cura di Silvano Minuto) JAMES OWEN WEATHERALL LA FISICA DEL NULLA LA STRANA STORIA DELLO SPAZIO VUOTO Bollati Boringhieri 2017 Pagine 186 – Formato 21x14.5 cm € 22.00 «Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» Questa antica domanda, ripresa molte volte nel corso della storia da tanti filosofi e pensatori, ci impone di meditare su quella che sembra essere in assoluto la più profonda di tutte le questioni, la distinzione tra essere e non-essere, tra ciò che esiste e il nulla, il punto da cui tutto il resto deriva. Nelle mani di un fisico, però, la domanda assume un valore del tutto inaspettato, come si vede leggendo questo splendido, coinvolgente, intenso e breve libro. Per Newton e la sua legge della gravitazione universale era necessario che esistesse a priori uno «spazio», un palcoscenico dentro il quale si potesse sviluppare il dramma della materia e delle sue leggi. Questo spazio era di per sé teoricamente «vuoto» e veniva occupato dai corpi fisici, che vi subivano «forze» precise. Proprio su questo ci fu un famoso e lungo contenzioso tra lui e Leibniz, e da quella polemica nacquero i primi problemi – filosofici e fisici, a un tempo – sul concetto stesso di spazio. Con Maxwell, anni dopo, le cose si fecero ancora più problematiche, dal momento che la nascita del campo elettromagnetico riempiva lo spazio «vuoto» di «qualcosa». Qualcosa che non era l’etere, come inizialmente qualcuno aveva proposto. Le cose peggiorarono radicalmente con Einstein e il suo spazio-tempo curvo, nel quale la trama stessa della realtà si deforma in relazione alle masse presenti; ed è difficile curvare qualcosa che non c’è. Il colpo di grazia all’idea stessa di vuoto lo ha dato infine la meccanica quantistica, specie con la teoria quantistica dei campi, nella quale il vuoto diventa in effetti un luogo piuttosto vivace. Per quanto strano possa sembrare, insomma, il «nulla» è «qualcosa». DIARIO ASTRONOMICO (a cura di Silvano Minuto) Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015 1936. Nel mese di luglio proseguono le osservazioni della Nova Lacertae, di Giove: Si rende visibile anche la Cometa Peltier. Parte 62 - 1936 2 Luglio 1936. Il cielo fino a poco fa sereno si va coprendo di nubi, ma, nonostante questo e il chiaro di Luna, la Nova può essere osservata in buone condizioni fra 22h 15m e 22h 25m. Anche stasera è notevolmente inferiore a Z, Lo splendore della Nova continua a diminuire; assai inferiore ad , si avvicina a quello della stella brillante che precede quest’ultima, alla quale è tuttavia sensibilmente superiore (binocolo). Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 4
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 2 Luglio 1936. 22h 45m. Oss. di Giove. Il disco presenta il solito aspetto; tuttavia la fascia temperata Sud sembra meno distinta che di consueto, mentre la tropicale Nord appare intensa anche attraverso nubi da far scomparire i satelliti. Dei satelliti uno e ad Est discosto; gli altri ad W; due abbastanza vicini al pianeta; il terzo molto distante. 6 Luglio 1936. 21h 35m. Oss. di Giove. Immagine buona. Le due fascie sono ottimamente visibili, come pure le altre particolarità già notata sul globo; la fascia tropicale Sud sembra sicuramente visibile, quantunque pallidissima. Due soli satelliti sono visibili; uno più brillante e più discosto ad W; certamente il III, e l’altro ad E. Riosservato a 21h 40m, si nota la presenza di un terzo satellite visibile ad E: e abbastanza discosto dal pianeta, in corrispondenza della fascia temperata Sud; evidentemente emerso dall’ombra del pianeta. 22h 15m. Nulla di nuovo nell’aspetto di Giove, salvo il sensibile allontanamento dal pianeta del satellite ultimo apparso. 6 Luglio 1936. 21h 45m - 22h 10m. Oss. della Nova Lacertae. è notevolmente inferiore a Z, ma superiore ad . Il chiarore della Luna disturba notevolmente la stima dello splendore della Nova; tuttavia questa sembra un po’ inferiore anche alla piccola stella precedente (binocolo). 10 Luglio 1936. 22h 15m. Cielo rapidamente variabile; lampeggia. Oss. della Nova. Assai sensibilmente inferiore alla piccola stella precedente . 12 Luglio 1936. 21h 20m - 21h 30m. Oss. di Giove. Cielo assai nuvoloso; immagine molto mediocre. Si può tuttavia notare che il disco non presenta nulla di nuovo, e in particolare la nuova macchia oscura. I satelliti sono due per parte. 12 Luglio 1936. Oss. della cometa Peltier. Piccola nebulosità tondeggiante e diffusa con nucleo brillante, pressoché stellare e coda ben visibile, specialmente con deboli ingrandimenti (16) su una lunghezza di circa 13’. (Osservazione disturbata dalle nubi). 12 Luglio 1936. 22h 45m. Oss. della Nova Lacertae. per quanto sempre superiore alle prossime stelle, è senza dubbio assai sensibilmente inferiore alla piccola stella precedente la (binocolo). 14 Luglio 1936. 21h - 21h 25m. Oss. di Giove. Cielo ancora abbastanza chiaro. Le regioni polari Sud sono grigie, ma la fascia temperata australe non è ben visibile come di solito. Null’altro di particolare sul disco; solo s’intravede sulla fascia tropicale Nord, un po’ ad W del meridiano centrale, una piccola macchia scura; l’ombra di uno dei satelliti che si sposta verso il lembo. Il satellite si rende visibile contro la fascia tropicale verso 21h 20m, producendo come una sporgenza del disco. Degli altri satelliti, due sono ad W e uno ad E. 14 Luglio 1936. 22h - 22h 20m. Oss. della cometa Peltier che presenta l’aspetto già notato il 12. La coda, pur essendo ben visibile, è assai debole ed è difficile precisarne la lunghezza; tuttavia questa sembra un po’ superiore a quella stimata il 12. La cometa si trova fra due piccole stelle, e l’insieme è distintamente visibile al binocolo (osservazione disturbata dalle nubi). 15 Luglio 1936. 21h 5m - 21h 15m. Oss. di Giove. I satelliti sono due per parte. Sul disco la fascia temperata Sud è ben visibile. Tracce della tropicale Sud, la cui esistenza sembra reale, sebbene di osservazione assai difficile. 15 Luglio 1936. 22h - 22h 30m. Cielo sereno. Oss. della cometa Peltier. La cometa è un oggetto modesto, ma non privo di interesse. Ben visibile al binocolo che ne mostra distintamente anche la coda. Al cannocchiale la cometa, in un campo ricco di stelle, presenta l’aspetto già notato. La coda che sembra avere una lunghezza di almeno 20’, è diritta verso W un po’ a Sud, in direzione presso a poco 240° (ingr. 16). (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 5
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 16 Luglio 1936. 21h 15m - 21h 30m. Oss. di Giove. Tre dei satelliti sono ad W e uno ad Est. Aderente alla fascia temperata Nord, un po’ ad Est del meridiano centrale, è visibile una macchia grigiastra, tondeggiante ed allungata, abbastanza vasta ma non molto oscura, che produce come un’espansione della fascia, soprattutto verso Sud. Essa era già stata scorta nell’osservazione del 14 allorché non era molto lungi dal lembo occidentale, ma non se ne era fatta specifica menzione, non essendo sembrata assolutamente certa. 16 luglio 1936. 22h - 22h 10m. Oss. della cometa Peltier. Si confermano le osservazioni del 15. 16 Luglio 1936. 22h 15m - 22h 25m. Oss. della Nova Lacertae. Inferiore alla piccola stella precedente , ma sempre assai superiore alle prossime stelle, in particolare a 1 e 2 (gr. 7.2 e 7.5). 18 Luglio 1936. 21h 20m - 21h 25m. Oss. di Giove. Il pianeta presenta lo stesso aspetto dei giorni scorsi, con le due fascie ben visibili. Satelliti due per parte (ingr. 86). 18 Luglio 1936. 21h 45m - 22h 20m. Oss. della cometa Peltier. La cometa trovasi in una regione priva di stelle brillanti, ciò che rende difficile stimare la lunghezza della coda; tuttavia nella parte più brillante e meglio visibile al cannocchiale essa supera certamente i 20’. Si arriva a scorgere la cometa ad occhio nudo; ma per riconoscerne l’aspetto è necessario un binocolo che ne mostra distintamente anche la coda. La cometa trovasi non lungi dalla stella 101 Cassiopea che con 16 ingrandimenti può scorgersi nello stesso campo. Quest’ultima è una doppia larga e facile con 16 ingr.; larghissima ma non priva di interesse con 46. SOLE Tempesta magnetica; la più forte eruzione solare degli ultimi 11 anni. (a cura di Silvano Minuto) E' arrivata il 7 settembre 2017 ed è stata più intensa del previsto. E' stata classificata G4 nella scala da 1 a 5 e ha provocato blackout radio, problemi ai sistemi di navigazione Gps, e aurore che hanno fermato il traffico. Lo sciame di particelle elettricamente cariche scagliate dall'eruzione "ha colpito il campo magnetico della Terra alle 1,56 (ora italiana), qualche ora prima rispetto alle previsioni iniziali", ha detto all'ANSA il fisico solare Mauro Messerotti, dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), consigliere per il meteo spaziale della direzione scientifica dell'Inaf e dell'università di Trieste. (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 6
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 Adesso la tempesta è diventata più debole, ha aggiunto, ma questa notte era classificata di classe G4, cioè severa, nella scala di intensità che va da 1 a 5. La tempesta - ha proseguito Messerotti - ha creato problemi alle comunicazioni radio nelle regioni polari e anche a latitudini più basse e ha disturbato i sistemi di navigazione Gps perché l'atmosfera era ricca di particelle elettricamente cariche e i ricevitori a Terra non riuscivano a captare i segnali inviati dai satelliti. Il fenomeno ha innescato anche aurore spettacolari, molto più brillanti del solito, visibili in tutte le zone polari, ma anche a latitudini più basse come l'Arkansas, negli Stati Uniti. In Scandinavia, secondo il sito Spaceweather, le aurore sono state così brillanti che hanno bloccato il traffico. Il Sole continua a essere iperattivo e sono arrivate altre tempeste. Una nuova tempesta del’8 settembre non è stata causata da eruzioni solari, ma da raffiche velocissime del flusso di particelle emesso dal Sole, cioè il vento solare" ha detto Messerotti. Le raffiche soffiano alla velocità di 800 chilometri al secondo. Sono scagliate da regioni nella parte più esterna dell'atmosfera del Sole (corona) che sembrano più scure perché emettono meno radiazioni X e ultraviolette. Queste regioni sono chiamate buchi coronali e le linee del campo magnetico hanno una configurazione tale che accelerano il flusso di particelle emesse dalla nostra stella. Fenomeni come questi, ossia eruzioni solari e tempeste magnetiche più frequenti del solito, ha osservato il fisico, "fanno parte della normale evoluzione del ciclo di attività solare" che dura in media 11 anni e che equivale al periodo che intercorre tra la fase di minima attività solare e la successiva. L'attuale ciclo è cominciato nel 2008 e la sua fine è attesa per il 2018-2019. "L'attuale ciclo - ha rilevato Messerotti - è stato caratterizzato da una modesta attività e adesso osserviamo un picco nella fase finale, ma non è un caso eccezionale. Abbiamo visto altri cicli con una evoluzione simile". Ricordiamo che il problema delle tempeste solari affliggono i sonni degli astronomi. Infatti, una tempesta solare perfetta potrebbe mettere in crisi la nostra attuale tecnologia. SISTEMA SOLARE SONDE VOYAGER 40 ANNI DOPO - (a cura di Silvano Minuto) Le due sonde Voyager, partite nel 1977 per visitare alcuni pianeti del sistema solare, entreranno presto nello spazio interstellare, a decine di miliardi di chilometri dalla Terra. Il telescopio spaziale Hubble fornirà informazioni sulle rotte seguite dalle sonde in questo viaggio verso lo spazio profondo, realizzando una sinergia tra due delle missioni più famose dell'esplorazione Mentre viaggiano nello spazio interstellare, le sonde gemelle Voyager della NASA stanno entrando in un regno misterioso e complesso. Ma non si trovano in un territorio completamente inesplorato. Le informazioni raccolte dal telescopio spaziale Hubble sono illuminanti su ciò che si può trovare di fronte alle sonde, poiché rivelano la presenza di nubi ricche d'idrogeno lungo il loro percorso. Le due sonde Voyager furono lanciate nel 1977, nell'ambito di una missione per visitare Saturno, Giove, Urano e Nettuno. Voyager 1 è entrato nello spazio interstellare nel 2012 ed è a più di 20 miliardi di chilometri dalla Terra. Voyager 2 rimarrà ancora per poco all'interno del sistema solare ed è a circa 17 miliardi di chilometri di distanza da noi. Le due sonde sono in viaggio in due direzioni che formano angoli diversi con il piano del sistema solare, e Hubble ha osservato lo spazio in entrambe le direzioni. Il telescopio ha raccolto informazioni sulla luce proveniente da stelle lontane, che si trovano ben oltre la posizione attuale delle sonde. Analizzando le firme chimiche di quella luce, che attraversa la materia presente lungo la direzione di osservazione, si potrebbe ricavare i dettagli della natura dell'ambiente interstellare presente tra Hubble e le stelle. Le nubi, costituite principalmente da idrogeno, contengono anche piccole quantità di elementi più pesanti come il carbonio. Entrambe le sonde Voyager attualmente si trovano all'interno del mezzo interstellare locale, una bolla di materiale che racchiude il sistema solare. (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 7
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 I dati di Hubble indicano che Voyager 2 ne uscirà tra circa 2000 anni, per poi entrare in un'altra nube che si trova oltre. Non è chiaro quando la Voyager 1 uscirà dalla bolla. Gli astronomi hanno usato Hubble per ottenere misurazioni indirette del materiale presente nello spazio interstellare. Ma le sonde Voyager stanno fornendo loro un campione diretto di questo ambiente misterioso, poiché inviano a Terra dati sulla densità degli elettroni nei loro dintorni. L’idea di un missione così grandiosa come quella dei Voyager è stata ideata nel 1965 da Gary Flandro, giovane ricercatore, che lavorava part-time al JPL. Si era accorto che disegnando a mano la posizione dei pianeti esterni (Giove, Saturno, Urano e Nettuno), questi si stavano allineando ed era possibile immaginare una missione che li riprendessi uno dopo l’altro. Evento che si verifica ogni 175 anni circa. Se si fosse utilizzata una finestra prevista per il 1970 sarebbe stato possibile progettare un Gran Tour. Il Congresso americano approvò solo la missione verso Saturno, ma la NASA rischiò e progetto appunto le missioni dei due Voyager con i risultati che hanno superato di gran lunga le aspettative. Le due sonde continuano a mandare sulla Terra i risultati dell’ambiente ai confini del Sistema Solare. I reattori nucleari che producono l’energia necessaria si stanno esaurendo ed è in corso una gara tra i segnali sempre più deboli e i ricevitori che devono captare le informazioni. Una recente immagine di Gary Flandro Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 8
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 QUADRANTI SOLARI ROTHENBURG OB DER TAUBER (Baviera) - (a cura di Salvatore Trani) I quadranti solari dell'Antico Liceo, il quadrante solare e l'orologio dell'An-tica Locanda dei Signori. Nella Kirchplatz di Rothenburg ob der Tauber a fianco della chiesa di St. Jacob sorge l'edificio rinascimen-tale dell'Altes Gymnasium (Antico Liceo - anni 1589-1591 - fig. n.1), opera di L. Weidmann. figura n. 1: Altes Gymnasium Sulla torretta (Treppenturm - Torre con scale), contenente le scale, sono installati tre quadranti solari. I tre quadranti sono muniti di gnomone obliquo, provvisto di nodus, che fuoriesce da un sole stilizzato. Le ore sono in caratteri romani e le linee orarie fran-cesi sono rappresentate da brevi freccette. Sono pre-senti le curve solstiziali, l'equinoziale e le curve diur-ne. I quadranti sono declinanti a Est-Sud-Est-60° (ar-co orario dalle 3 alle 12 - fig. n. 2); a Sud-Est-25° (ar-co orario dalle 6 alle 16 - fig. n. 3); a Sud-Ovest+20° (arco orario dalle 9 alle 18 - fig. n. 4). figura n. 2: Altes Gymnasium, quadrante solare declinante a ESE-60°. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 9
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 figura n. 3: Altes Gymnasium, quadrante solare declinante a SE-25°. figura n. 4: Altes Gymnasium, quadrante sola-re declinante a SO+20°. Nel 1406, il magistrato della città di Ro- thenburg ob der Tauber acquistò dal borghese Weikfried un immobile situato sulla piazza del mercato (Marktplatz), nel quale furono installati i servizi di provvista di grano e di farina, e inoltre una vasta sala della locanda fu riservata ai consi-glieri della città ed ai membri delle famiglie si-gnorili. Su questo edificio (Ratstrinkstube - Lo-canda dei Signori) la città fece installare nel 1684, da Jean Charles Landeck, orologiaio in Norimberga, un orologio a due quadranti che completava la facciata munita di un qua-drante solare affrescato l'anno precedente (fig. n. 5). figura n. 5: Ratstrinkstube - Locanda dei Signori . Fino all’inizio del 1900 questo orologio, il cui quadran-te superiore indica i giorni del mese mentre il quadrante infe-riore segna l'ora (fig. n. 6), non aveva alcun importante parti-colare. Deve la sua attuale fama ad un episodio storico avve-nuto nel 1631, a seguito dell’occupazione della città da parte del maresciallo svedese Johann Tserclaes conte di Tilly, capo delle truppe cattoliche tedesche. Questi voleva far saccheggiare la città ed imporre degli oneri eccessivi agli abitanti che chiesero che fosse loro gra-ziata una parte delle imposizioni. Il Tilly, che apprezzava il buon vino del paese, consentì di venire incontro alle loro ri-chieste a condizione che il Borgomastro Nusch svuotasse in un colpo solo una enorme brocca, piena di vino. Il Nusch e-seguì questa prodezza ed i Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 10
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 cittadini ebbero esaudite le loro richieste. Questa storica brocca, contenente circa 3,5 litri, at-tualmente esiste ancora e si trova nel Rathaus a ricordo del "Meistertrunk - Magistrale Bevuta" . figura n. 6: Ratstrinkstube - Locanda dei Signori, i due quadranti, il quadrante solare e le due finestre. Verso il 1910, gli aderenti a una piccola società, che si riunivano in un ristorante di Norim-berga, denominato “Sondersie-chen-Kobel (Baracca degli Incu-rabili)”, decisero di far aggiunge-re all’antico orologio di Rothen-burg degli automi per perpetuare il ricordo della storica prodezza del Nusch, ed il negoziante Ch. Marfels, di Berlino, si assunse la spesa di questa impresa. figura n. 7: Ratstrinkstube - Locanda dei Signori, i due quadranti e le due finestre aperte. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 11
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 A seguito di questa decisione furono allora installati, vicino al vecchio orologio, due busti di legno scolpito, dietro le due finestre che fiancheggiano il quadrante inferiore; di questi due busti, un po’ più grandi del naturale, quello di destra rappresenta il Nusch, mentre quello della finestra di sinistra rappresenta il Tilly (figg. n. 7, n. 8, n. 9, n. 10, n. 11). Appena rintocca il primo colpo di mezzogiorno si aprono i battenti delle due finestre e le figu-re si mettono in movimento: in primo luogo il Tilly, con movimenti della testa e delle braccia, dà l’ordine al Nusch di svuotare la brocca che tiene tra le mani; il Nusch adempie allora a questo compito, mentre il Tilly, con movimenti della testa, gli esprime la sua soddisfazione, ed i battenti delle finestre si rinchiudono. Questa installazione è, a sua volta, denominata “Meister-Trunk” e fu consegnata ufficialmente alla città di Rothenburg il 12 giugno 1910. La rappresentazione si svolge ogni ora, dalle 12 alle 16. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 12
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 Il quadrante solare è a ore francesi; risale al 1683 e fu restaurato nel 1768. Le sue ore sono in caratteri ro- mani, lo gnomone, obliquo, fuoriesce da un simbolico sole ed è munito di nodus (rigonfiamento posto sull'asta la cui ombra è sempre compresa tra le due solstiziali). Le linee orarie sono indicate da brevi frecce e sono evi-denziate le mezze ore. È corredato dalle curve solstiziali, dalle curve diurne e dall'equinoziale. Due cerchi con-centrici racchiudono i simboli zodiacali posti sulle rispettive curve (fig. n. 12). figure n. 12: Ratstrinkstube - Locanda dei Signori, quadrante solare. Bibliografia: Alfred Ungerer: “Les Horloges astronomiques et monumentales les plus remarquables de l’Antiquité jusqu’à nos jours” (Strasburgo, 1931). Hugo Philipp, Daniel Roth, Willy Bachmann: "Sonnenuhren Deutschland und Schweiz" (Deutsche Gesellschaft für Choronometrie, 1994). Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 13
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 LIBRI - L'importanza di lasciar vivere i libri, finestre sul mondo e farmaci per l'anima La lettura, attraverso il contatto fisico con la pagina, rappresenta un'ancora di salvezza per gli appassionati di astronomia. Ogni libro, all’atto della pubblicazione, illustra le nuove scoperte che poi vengono superate da altre ricerche e approfondimenti. Ripercorrere questo cammino è importante per riconoscere come si è evoluta la ricerca astronomica. Abbiamo quindi pensato di mettere a disposizione di soci e appassionati un certo numero di volumi che è possibile trovare in Sede. Viene richiesta per il loro ritiro una piccola donazione a volume che abbiamo identificato in € 5.00. Ecco alcuni esempi dei libri disponibili. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 14
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 Astronomy Picture of The Day (APOD) - 16 settembre 2017 (a cura di Corrado Pido) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Ultima immagine trasmessa dalla Sonda Cassini prima di terminale la missione di esplorazione del sistema di Saturno della durata di ben 13 anni. L’immagine è stata ricevuta 83 minuti dopo la trasmissione. Image Credit: NASA, JPL-Caltech, Space Science Institute Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 15
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 ARCHIVIO IMMAGINI (Osservatorio) A partire dal bollettino 411 pubblichiamo immagini astronomiche riprese nel tempo dai soci. Molte di queste sono riproduzioni digitali di stampe o diapositive Scansione da diapositiva della cometa Ikeya Zang ripresa dal socio Oreste Lesca Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 16
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 ASTROFOTOGRAFIA M20 e M8 (Alessandro Segantin) Eclissi totale di sole del 21 agosto ripresa dagli U.S.A. (Davide Crespi) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 17
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 LE NOTE DI URANIO I satelliti di Marte, la scoperta. (a cura di Sandro Baroni) Tutte le scoperte stronomiche antiche e nuove sono interessanti, alcune sono veramente affascinanti. La scoperta di cui stiamo parlando è il risultato di una lodevole perseveranza. Nel 1877 è avvenuto uno dei massimi avvicinamenti di Marte al nostro pianeta Terra, infatti l’opposizione dei due pianeti era previsto per il 5 settembre 1877. Data importante anche per le famose osservazioni marziane di Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910) effettate da Milano Brera. Il professor Asaph Hall (1829-1907) astronomo dell’Osservatorio Astronomico di Washinton, pensò di approfittare di questa favorevolissima circostanza per verificare i dintorni di Marte con il grande rifrattore di quel osservatorio di ben 66 centimetri di apertura che dal 1873 era il più grande rifrattore del mondo di allora. Molti osservatori erano già stati delusi nella speranza trovare un satellite di Marte, non era una ragione sufficiente per rinunciare alla ricerca, considerando le particolare favorevole occasione che presentava la meccanica celeste. Dalle prime sere del mese di agosto scrutò lo spazio circostante Marte con particolare cura, e per non essere disturbato nell’osservazione dallo splendore di Marte stesso, si prese cura di far uscire il pianeta rosso dal campo del cannocchiale, in modo di poter cogliere la più leggera traccia di un eventuale satellite. Le prime notti furono faticose e sconcertanti , l’astronomo decise di sospendere la ricerca , quando la signora Hall (grandi le donne !), che fungeva anche da segretaria di suo marito , insistette vivamente affinché dedicasse ancora una sera alla caccia al satellite (!). Era l’11 agosto, Hall si mise all’equatoriale e tre ore più tardi credette di scorgere un piccolo punto luminoso che gli fece battere il cuore. Ma appena constata l’esistenza di questo primo satellite marziano, si alzo una folta nebbia dal fiume Potomac che lo obbligò ad interrompere l’osservazione. Il cielo rimase ostinatamente coperto durante le notti seguenti. Ma il 16 agosto arrivò il bel tempo e Hall si precipitò al cannocchiale, ritrovò il piccolo punto e non lo abbandonò più, lo seguì per due ore e constatò che si spostava nel cielo con Marte. Ora bisognava confermare che sfortunatamente non poteva essere un pianetino in orbita da quelle parti. Controllando le effemeridi si trovò che (52) Europa , scoperto il 4 febbraio 1858, era nelle vicinanze, ma una ulteriore verifica confermò che il piccolo punto luminoso era veramente un satellite marziano. La notte del 17 agosto fu particolar modo splendida, la mattina seguente alle quattro vide spuntare il punto luminoso. Di poi Hall non tardò a notarne un secondo più piccolo e più vicino al pianeta. La notizia fu telegrafata ai principali astronomi del mondo, e la scoperta venne così confermata. Questi due oggetti hanno ricevuto dal loro scopritore i nomi di Deimos (il Terrore) e Phobos (la Fuga) in memoria dei due versi dell’Iliade di Omero . Quando Hall li scoprì erano rispettivamente Phobos di magnitudine visuale 11.3, mentre Deimos era di 12.4. A completamento di questo ricordo storico non si può dimenticare due fantasiose affermazioni , ovvero che nel 1610 Giovanni Keplero (1571-1630) cercando di decifrare un anagramma di Galileo Galilei (1564-1642) su Saturno ipotizzò l’esistenza di due satelliti di Marte.Inoltre nei Viaggi di Gulliver ,scritti nel 1720 , lo scrittore J. Swift , afferma che gli astronomi di Laputa hanno scoperto due satelliti di Marte (!). Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 18
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 FLY ME TO THE MOON Il cratere "Herigonius", (a cura di Davide Crespi Nella parte sud-orientale dell'Oceanus Procellarum possiamo osservare il cratere "Herigonius", una formazione circolare isolata di 15Km sovrapposta a Dorsa Ewing ad est e contenente un piccolo cratere a nord. I versanti sono abbastanza scoscesi e le pareti alte. Si pensa che la sua formazione possa risalire al periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2 giorni dopo l’ultimo quarto. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 19
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 Alcuni dati: Longitudine: 33.971° West Latitudine: 13.356° South Faccia: Nearside Quadrante: Sud-Ovest Area: Parte Sud-Orientale dell'Oceanus Procellarum Origine del nome: Dettagli: Pierre Hérigone Matematico francese del 17° secolo nato in Francia Morto nel 1644 Fatti notevoli: Autore di una teoria sui moti planetari. Autore del nome: sconosciuto Nella foto una ripresa amatoriale del cratere “Herigonius”. Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un rifrattore da 100mm. Hanno collaborato: Silvano Minuto, Corrado Pidò, Davide Crespi, Vittorio Sacco, Alessandro Segantin, Salvatore Trani, Sandro Baroni, Oreste Lesca Immagine di copertina Il sistema di anelli di Saturno ripresi dalla sonda Cassini prima del “Gran finale” Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 20
Bollettino di informazione astronomica nr. 417/2017 www.osservatoriogalilei.com – www.apan.it APAN - Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus C.F. osservatorio 00437210032 Casella sostegno del volontariato. Per collaborare al bollettino inviare una email a: info@osservatoriogalilei.com L'osservatorio ha una propria pagina facebook: https://www.facebook.com/OsservatorioAstronomicoGalileoGalilei La pagina è moderata, quindi qualsiasi cosa scritta sulla bacheca non apparirà in pubblico prima di essere vagliata dagli amministratori. Ricordiamo che è possibile iscriversi all'associazione versando la quota per il 2017, invariata da anni, di €25,00. I versamenti dei soci sono gli unici proventi dell'osservatorio. La quota può essere versata in osservatorio oppure con bonifico su IBAN IT43J0503445690 000000008000 Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est 21
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