Bollettino Astronomico - 453 / 2019 20 Marzo 2019 - Osservatorio Galileo Galilei

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Bollettino Astronomico - 453 / 2019 20 Marzo 2019 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino Astronomico

                  453 / 2019
                  20 Marzo 2019
Bollettino Astronomico - 453 / 2019 20 Marzo 2019 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

     Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est   pag. 2
Bollettino Astronomico - 453 / 2019 20 Marzo 2019 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

                              OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO
                              G.Galilei 28019 SUNO (NO)

                              Tel. 335275538

                www.osservatoriogalilei.com - info@osservatoriogalilei.com

Mercoledì 20 Marzo 2019, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di
ogni mese vi sarà una proiezione al planetario digitale e successivamente, solo in caso di condizioni meteo
favorevoli, osservazioni al telescopio. In caso di cattivo tempo sarà in uso il solo planetario. Si ricorda che la
capacità ricettiva consentita per le proiezioni al planetario è limitata a 30 persone mentre per le osservazioni
in cupola il limite scende a 15 persone per turno.

Luna: La Luna in Vergine, è nella fase di plenilunio, si presenta con fase 99,7 %, sorge alle 17:57 e tramonta
alle 06:31 precludendo la visione dei deboli oggetti del cielo profondo per tutta la notte.
Costellazioni: Si potranno vedere le principali costellazioni invernali e primaverili. (Auriga, Toro, Gemelli,
Cancro, Leone, Orione, Boote ….)
Pianeti: Subito dopo il tramonto e ormai basso sull’orizzonte in Ariete, Marte (Mag. 1.4 tramonta alle 23:23),
Urano visibile nella prima parte della notte nella costellazione Ariete (magnitudine 5.9 tramonta alle 21:19)
Giove sorge alle 01:46 in Ofiuco con magnitudine -2.2 (per i dati completi consultare le effemeridi planetarie
di pag. 5)

Equinozio di primavera: 20/03/2019 22:59 STD

      Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est              pag. 3
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CALENDARIO LUNARE DI MARZO e APRILE 2019

     Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est   pag. 4
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EFFEMERIDI DI MARZO e APRILE 2019

                     Luna       Luna     Sole       Sole
      Data          sorge     tramonta   sorge    tramonta   Alba   Crepuscolo
    ------------ --------- --------- --------- --------- --------- ---------

    20/03/2019            17:57        06:31         06:29        18:37        04:50           20:18
    21/03/2019            19:15        07:02         06:28        18:39        04:48           20:19
    22/03/2019            20:32        07:31         06:26        18:40        04:46           20:21
    23/03/2019            21:46        08:00         06:24        18:41        04:43           20:22
    24/03/2019            22:58        08:31         06:22        18:43        04:41           20:24
    25/03/2019           ------        09:04         06:20        18:44        04:39           20:25
    26/03/2019            00:06        09:41         06:18        18:45        04:37           20:27
    27/03/2019            01:09        10:23         06:16        18:47        04:35           20:28
    28/03/2019            02:06        11:10         06:14        18:48        04:33           20:30
    29/03/2019            02:56        12:02         06:12        18:49        04:30           20:32
    30/03/2019            03:40        12:58         06:10        18:51        04:28           20:33
    31/03/2019            04:16        13:56         06:09        18:52        04:26           20:35

    ------------ --------- --------- --------- --------- --------- ---------

    01/04/2019            05:48        15:56         07:07        19:54        05:24           21:37
    02/04/2019            06:15        16:57         07:05        19:55        05:22           21:39
    03/04/2019            06:41        17:59         07:03        19:56        05:20           21:40
    04/04/2019            07:05        19:01         07:01        19:57        05:18           21:42
    05/04/2019            07:28        20:05         06:59        19:59        05:15           21:44
    06/04/2019            07:52        21:09         06:57        20:00        05:13           21:45
    07/04/2019            08:17        22:15         06:55        20:01        05:11           21:47
    08/04/2019            08:45        23:22         06:54        20:02        05:08           21:49
    09/04/2019            09:19       ------         06:52        20:04        05:06           21:50
    10/04/2019            09:58        00:29         06:50        20:05        05:04           21:52
    11/04/2019            10:46        01:34         06:48        20:06        05:01           21:54
    12/04/2019            11:43        02:34         06:46        20:08        04:59           21:56
    13/04/2019            12:47        03:28         06:44        20:09        04:57           21:57
    14/04/2019            13:59        04:15         06:43        20:10        04:55           21:59
    15/04/2019            15:15        04:55         06:41        20:11        04:52           22:01

    '------' indica nessun evento per questa data.

SISTEMA SOLARE – EFFEMERIDI DEL 20/03/2019
    Oggetto          Sorge    Transita        Tramonta    Fase            Costell   Magn.
    ----------       -----     -----          -----     -------          --------- --------
    Sun              06:30    12:33           18:38      0.00%             Psc unknown
    Mercury          05:57    11:52           17:45      5.84%             Psc      3.1
    Venus            05:12    10:14           15:17     78.13%             Cap     -4.0
    Mars             08:29    15:56           23:23     92.92%             Ari      1.4
    Jupiter          01:46    06:08           10:31     99.13%             Oph     -2.2
    Saturn           03:31    07:59           12:26     99.78%             Sgr      0.6
    Uranus           07:40    14:30           21:19     99.98%             Ari      5.9
    Neptune          06:10    11:47           17:25    100.00%             Aqr      8.0
    Pluto            03:46    08:13           12:40     99.98%             Sgr     14.3
    Moon             17:55    00:34           06:31     99.76%             Vir unknown

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6478 Gault (a cura di Graziano Ventre)

Il commento dell’autore:

“Ieri sera (13 marzo - ultimo giorno utile per luna ormai luminosa) ho provato a monitorare ancora Gault
con la sua seconda codina, questa volta ho usato il newton 200mm f.3.8.
Anche se corto di focale la sua più spiccata luminosità mi ha permesso di avere un buon contrasto, ho fatto
2 ore di esposizione (pose da 3 minuti ciascuna).
I dati sull'immagine.”

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RECENSIONI (a cura di Silvano Minuto)
DVD NATIONAL GEOGRAPHIC VIDEO DI MARZO 2019:

In edicola dal 1 marzo il nuovo National Geographic - Video a 9,90 euro

                                       "SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO?"

                                       Scopriremo mai forme di vita analoghe alla nostra su altri pianeti? La
                                       vita sulla Terra come la conosciamo oggi è cominciata con un batterio
                                       monocellulare ed è rimasta così, invariata, per miliardi di anni. Come è
                                       possibile che quell'organismo così elementare, quel semplice batterio,
                                       si sia evoluto nella biodiversità infinitamente complessa e variegata
                                       che vediamo attorno a noi? Quale prodigio ha fatto sì che non
                                       rimanesse così com'era? E un simile prodigio potrebbe davvero
                                       accadere anche in mondi diversi dal nostro?
                                       L'astronauta Mae Jemison e l'attore Will Smith, voce narrante della
                                       serie One Strange Rock, conducono lo spettatore in un affascinante
                                       viaggio alla scoperta dell'origine della vita sul nostro pianeta con un
                                       documentario che indaga su uno dei più grandi misteri della storia
                                       dell'umanità e che tenta di rispondere ad alcune delle domande che
                                       da sempre assillano la scienza.

CURIOSITA’ ASTRONOMICHE (a cura di Silvano Minuto)
SPACE ADVERTISING: MARKETING E PUBBLICITÀ NELLO SPAZIO
                                                                   Il cielo notturno sarà (presto?) il display di
                                                                   campagne pubblicitarie spaziali, nel vero
                                                                   senso della parola.
                                                                   Vi farà piacere sapere che c'è un calderone
                                                                   dell'economia in eterno fermento,
                                                                   indifferente alla crisi dell'economia stessa
                                                                   e, anzi, alla costante ricerca di nuove,
                                                                   strabilianti novità. È la pubblicità: adesso,
                                                                   creativi col pensiero che va a mille hanno
                                                                   spostato la frontiera di questo calderone in
                                                                   alto, molto in alto, persino più in alto della
Stazione spaziale internazionale, fin nello Spazio - dove una start-up moscovita vuole arrivare col primo
sistema di advertising semi-globale. In pratica, una flotta di satelliti che, sapientemente controllata, disegni
enormi e occhieggianti messaggi nel cielo notturno (perciò è "semi-globale"). Una soluzione di comunicazione
che traghetta l'improvvisamente triste insegna luminosa fino a vette inesplorate, finalmente capace di
parlare a 3,5 miliardi di persone per volta...
COCA-COLA, FINO ALLA MORTE DEL SOLE
Un po' di tecnologia ("come funziona"). Il sistema è composto da un certo numero (attualmente
imprecisato) di microsatelliti che, in orbita, dispieghino una vela riflettente ognuno, posizionati in modo da
formare una gigantesca griglia di una cinquantina di chilometri quadrati. Le vele, orientabili, rifletterebbero
la luce del Sole (che ovviamente arriva dall'altro emisfero della Terra, dov'è giorno) formando lettere,
scritte, messaggi, disegni, loghi. La griglia, dai suoi quasi 500 km di altezza sul livello del mare, oscurerà le
stelle alle sue spalle e distoglierà l'attenzione dalla banale Luna con almeno quattro messaggi diversi al
giorno (a notte, in effetti).

      Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est              pag. 8
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Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

PERSONAGGI - GIOVANNI ANTONIO AMEDEO PLANA (a cura di Silv ano Minuto
 (Voghera, 6 novembre 1781 – Torino, 20 gennaio 1864) è stato un matematico, astronomo, geodeta e
senatore italiano.

Plana nacque a Voghera da genitori di origine piemontese, Antonio Maria Plana e Giovanna Giacoboni. A
quindici anni fu mandato a studiare a Grenoble, dove divenne amico di Stendhal e si avvicinò al movimento
democratico. Dal 1800 frequentò l'università all'École polytechnique di Parigi, con Lagrange (del quale fu
l'unico allievo italiano e più tardi sposò una nipote), Laplace, Legendre e Fourier.

                                   Dal 1811 insegnò astronomia all'Università degli Studi di Torino, ricevendo
                                   la cattedra che era stata tenuta da Tommaso Valperga. Insegnò per molti
                                   anni, anche Meccanica agli Ufficiali Alievi della Scuola di Applicazione di
                                   Torino. In un libro scritto dal Generale Luigi Gianotti di Giaveno in cui parla
                                   del Plana lo ricorda come un sublime scienziato, eccentrico e scontroso ma
                                   sempre affezionato ai suoi studenti. Nel 1815 l'insegnamento presso
                                   l'università venne soppresso e Plana passò alla cattedra di calcolo
                                   infinitesimale, che mantenne per il resto della vita. Nel 1820 fu tra i vincitori
                                   di un premio indetto dall'Accademia delle scienze francese per la
                                   costruzione di tabelle lunari basate esclusivamente sulla legge di
                                   gravitazione universale. Nel 1831 Plana costruì il Calendario Meccanico
                                   Universale che, grazie ad un ingegnoso sistema di ruote dentate, catene e
viti, è in grado di identificare un giorno qualunque dall'anno 1 fino al 4000. Non solo, il calendario fornisce
anche informazioni riguardanti lunazioni e maree. L'opera, unica al mondo nel suo genere, è conservata
presso la sagrestia della cappella dei Mercanti di Torino ed è un strumento ad altissima precisione. Tiene
conto di tutte le variabili di calcolo, tra cui il calcolo degli anni bisestili la durata del giorno che dura 23 ore
56 minuti e 4 secondi che influisce sulla data di lunazioni, il mese lunare (che fornisce informazioni sulla
Pasqua) è di soli 29 giorni e mezzo circa e non coinciderà mai con i mesi solari, la diversa velocità di rotazione
della Terra durante le stagioni. Tenendo conto di tutto questo egli calcolò che vi è un ciclo identico ogni 28
anni. Tutte queste informazioni sono scritte su dei rulli girevoli che nel complesso contengono oltre 40.000
dati. La complessità del calendario e la mole di dato memorizzati fa sì che molti considerino questo oggetto
il primo computer al mondo]. Tra le sue ricerche più importanti vanno ricordati gli studi sulla teoria del
movimento della Luna, inizialmente insieme con Francesco Carlini e poi pubblicati da solo nella Théorie du
mouvement de la lune (1832), quelli di geodesia, e diverse altre ricerche nei campi dell'analisi, della fisica
matematica e della meccanica celeste. Fra i suoi primi lavori figura uno studio sul calcolo delle probabilità,
apparso a Torino nel 1821. Fu in pratica il fondatore dell'osservatorio astronomico di Torino (che prima di
lui era solo un'estensione della cattedra di astronomia), di cui promosse la costruzione su una delle torri di
Palazzo Madama, in piazza Castello e che diresse per più di mezzo secolo. Dal 1851 alla morte fu presidente
dell'Accademia delle Scienze di Torino. Fu inoltre socio dell'Accademia dei XL, dell'Académie des Sciences di
Parigi e delle Royal Society di Londra (dal 1827) e Edimburgo (dal 1835). Fu conosciuto come una persona
orgogliosa e non formò allievi veri e propri, anche se studiarono con lui Menabrea e Felice Chiò.

È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino. Ottenne numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero, come
la medaglia Copley della Royal Society (1834), la Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society (1840),
varie decorazioni, il titolo di barone e la nomina di senatore nel primo Senato italiano (1861).

Il cratere Plana della Luna ha preso il suo nome. La città di Torino, e la sua città natale, gli hanno intitolato
una via e una scuola. A Giovanni Plana è, inoltre, intitolato il liceo classico di Alessandria.

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Bollettino Astronomico - 453 / 2019 20 Marzo 2019 - Osservatorio Galileo Galilei
Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

GUIDA ALLE COSTELLAZIONI – ORSA MAGGIORE UMa (a cura di Silvano Minuto

Culmina al meridiano intorno alle ore 22 del 11 aprile.
Copre 1280 gradi quadrati e contiene 125 stelle più brillanti della sesta magnitudine.

                                                              Costellazione fra le più antiche; è conosciuta
                                                              soprattutto per le sette stelle che formano il
                                                              disegno caratteristico che assomiglia ad un
                                                              carretto, viene infatti anche sovente identificata
                                                              col nome di Gran Carro. L'asterismo identifica solo
                                                              una parte dell'Orsa Maggiore che è molto più
                                                              grande e risulta essere la terza per estensione nel
                                                              cielo. E' circumpolare e quindi visibile per tutto
                                                              l'anno. Contiene un gran numero di galassie ma
                                                              solo alcune sono alla portate dei piccoli telescopi.
                                                              Nella mitologia rappresenta la bellissima
                                                              principessa Greca Callisto, di cui Giove si era
                      Orsa Maggiore in un dipinto del 1825    invaghito, che fu messa in cielo da Giunone
                                                              moglie gelosa.

Coppie vistose
Fra le stelle più brillanti della costellazione, vi sono tre coppie vistose che, secondo la mitologia araba,
rappresenterebbero le impronte lasciate da una gazzella celeste nell’atto di fuggire dal temibile Leone, il
quale occupa grosso modo gli stessi meridiani circa 40° più a sud. Sono situate nel piene anteriore destro
dell’Orsa e in quelli posteriori.

Alfa – Dubhe

A.R. 11h 04m – D. + 61° 45’
m. 1.8 – Sp K0
Il nome significa “Orsa”; è una gigante di colore arancio-giallastro distante 123 anni luce e splendente come
225 Soli. Possiede una compagna di mag. 4.8 separata di soli 0.8”, impossibile da vedere con gli strumenti
amatoriali. Alfa e Beta della costellazione vengono definiti i “Puntatori”, perché prolungando la loro distanza
verso nord di cinque volte si raggiunge la Stella Polare.

Beta - Merak

A.R. 11h 02m – D. + 56° 23’
m. 2.3 – Sp A0
Il significato è “fianco dell’Orsa”. Si trova a 79 anni luce di distanze ed è luminosa 57 volte più del Sole.

Gamma - Phekda

A.R. 11h 54m – D. + 53° 452’
m. 2.4 – Sp A0
Significa “Coscai dell’Orsa”. Si trova a 83 anni luce da noi e brilla come 59 soli.

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Delta - Megrez

A.R. 12h 15m – D. + 57° 02’
m. 3.3 – Sp A2

Il significato del nome è “coda dell’orsa”. E’ la stella meno luminosa dll’asterismo. Si trova a 81 anni luce ed
è 24 volte più splendente del Sole.

Epsilon - Alioth

A.R. 12h 54m – D. + 55° 58’
m. 1.8 – Sp A0
Stella variabile con oscillazione tra 1.7 e 1.8 magnitudini, non apprezzabile con i telescopi amatoriali. Si trova
a 81 anni luce di distanza e brilla come 101 Soli.

Zeta, Mizar –

 AR 13h 24m – D + 54° 56’
Stella doppia – Separazione componenti 14.4” e 708.7” m. 2.4 – 3.9 – 4.0 – AP° 150-71

E’ una delle più belle ed interessanti stelle doppie di tutto
il cielo. Scoperta nel 1650 da G. Riccioli con l’utilizzo del
telescopio. Ad occhio nudo si può osservare una doppia
ottica (con stelle posizionate a distanze diverse da noi).
Mizar (mag. 2.4) e Alcor (mag. 4.0), separate da quasi 12’.
Si narra che i popoli arabi le utilizzassero per verificare
l’acutezza della loro vista. Mizar ha una vera e propria
compagna fisica di magnitudine 3.9 distante 14.4”. Tutte
queste stelle sono a loro volta delle binarie spettrospiche
e quindi il sistema è composto da almeno sei astri. Questa
zona riserva però delle altre sorprese; tra Mizar e Alcor si
osserva una stella di mg. 7.6 alla quale, nel 1723 un
astronomo dilettante diede il nome di “Sidus
Ludoviciarum. Credeva di aver scoperto un pianete e diede
alla stella il nome di un principe dell’epoca.

Eta – Alkaid

AR 13h 48m – D + 49° 19’ –
mag. 1.9.
Situata a 100 anni luce di distanza, brilla come 144 Soli, si trova all’estremità della coda della costellazione.
La sua posizione permette di ricercare molti oggetti posti nei Cani da Caccia. Inoltre il proseguimento dell’arco
formato dalla coda consente di raggiungere Arturo (Boote) e Spica (Vergine).

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R Ursae Majoris

AR 10h 45m – D + 68° 47’
m. 6.7-13.4 – periodo 301 gg.

Stella variabile di tipo Mira, non facile da rintracciare; si trova 3° a nord della stella di mag. 5.1 denominata
38 UMa. Nella fase di massima luminosità è visibile con un binocolo.

T Ursae Majoris

AR 12h 36m – D + 59° 29’ – Variabile tipo Mira
Mag. 6.6 – 13.4 - periodo 256 gg.

Si trova a 3.7° a nord est di Delta UMa. Sul percorso si trovano delle stelle abbastanza luminose, tra cui la 74
UMa che ne facilita l’individuazione. E’ osservabile anche con un binocolo quando naturalmente è al massimo
della luminosità.

Ammasso stellare dell’Orsa Maggiore

Le stelle più luminose del Gran Carro, eccetto Dubhe e Alkaid, con un altra dozzina di astri si spostano tutte
assieme in direzione del Sagittario ad una velocità di 14 Km/s. Formano un ammasso stellare che è
considerato quello più vicino al sistema solare, il centro è situato a 80 anni luce di distanza.

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Ngc 3031 – M 81

AR 09h 56m – D + 69° 04’
Dim: 24x13’ – mag. 6.9 – Galassia

E’ una delle galassie più belle di tutto il cielo per la sua magnitudine
al limite della visibilità ad occhio nudo e per la sua dimensione; la
sua luminosità superficiale è comunque bassa. Se si utilizza uno
strumento a largo campo, si può anche scorgere 37’ verso nord M.
82. M 81 è una grande spirale con inclinazione intermedia che
presenta un nucleo e dei bracci tenui ma ben delineati, visibili solo
utilizzando grandi strumenti e la fotografia. La distanza delle due
galassie è stimata in 10 milioni di anni luce.

Ngc 3034 – M 82

AR 09h 56m – D + 69° 41’
Dim: 12x5.6’ – mag. 8.4 – Galassia

Galassia definita “peculiare“, per la caratteristica della sua struttura. Si presenta come un fuso con diverse
irregolarità, particolarmente evidenti nella zona centrale. Risulta meno brillante di M 81, tuttavia è possibile
osservarla come una macchia luminosa anche con piccoli strumenti. E’ una forte emittente di onde radio.

       M82 e supernova: Oreste Lesca - telescopio principale da 400mm con Canon EOS 50D - 30sec 2500ISO

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NGC 3556 – M 108

AR 11h 11m – D + 55° 40’
Dimensioni 8.1x2.1’ – mag. 10.0 – Galassia

Galassia a spirale posizionata 1.5° a sud est di Beta.

E’ vista di profilo e con piccoli strumenti appare come un fuso
allungato. Utilizzando buoni telescopi si riesca a vedere
qualche dettaglio interno. Dista oltre 34 milioni di anni luce.

Ngc 3587 – M 97

A.R. 11h 15m – D. + 55° 01’
Dimensioni 194” – mag. 9.9 – tipo Planetaria

Si tratta di una nebulosa planetaria dal diametro superiore a
3’- E’ quindi molto grande se si pensa che il pianeta Giove ha
normalmente una dimensione di 40”. A causa della sua
estensione e uniformità è abbastanza debole ma visibile
anche con un buon binocolo come una macchia circolare. Nei
telescopi si potranno vedere due macchie interne oscure di
forma rotondeggiante che caratterizzano questa nebulosa
planetaria e la fanno assomigliare alla testa di un uccello. Per
questo motivo viene chiamata “Nebulosa Gufo”. La stella
centrale è molto debole e calda: di magnitudine 16 e
temperatura superficiale di 55.000° K. Puntando M. 108 è
facile vedere M 97, basta spostare lo strumento di 49’ verso
sud sud est.

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Ngc 5457 – M 101

A.R. 14h 03m – D. + 54° 21’
Dimensioni 26.0 x 26.0’ – mag. 7.9 - tipo Galassia

Galassia a spirale vista frontalmente; molto luminosa ma anche molto estesa. Ha un diametro pari a quello
della Luna Piena. Può essere intravista con buoni binocoli ma occorrono dei telescopi per individuarne i
dettagli. Il nucleo appare concentrato e quindi abbastanza facile da osservare. E’ distante 23 milioni di anni
luce. Si trova sul confine della costellazione di Boote, forma un triangolo con le stelle Zeta ed Eta UMa. Se si
parte dalla Zeta occorre spostarsi di 5.7° verso Est e poi scendere verso sud di 35”.

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Palomar 4

AR 11 29,3 D. + 28 58
Dim: 1.3’ mag. 14.2 Ammasso globulare

Un globulare nell’Orsa Maggiore? Non si tratta proprio di un’eccezione, se pensiamo a M3 che non è poi
tanto distante dalla zona che stiamo considerando.

Gli ammassi globulari orbitano lentamente attorno al centro della Galassia (ecco perché sono maggiormente
concentrati nel Sagittario, Ofiuco e Scorpione) ma, dal momento che possiedono talvolta le orbite più
disparate e dotate di eccentricità estremamente varie, li possiamo trovare prospetticamente ubicati in
qualsiasi zona del cielo.

Se poi, come nel caso di Palomar 4, ci troviamo di fronte al globulare più lontano di tutto l’emisfero celeste
boreale, la cosa si spiega anche più facilmente.

Palomar 4 fu scoperto da E. Hubble nel 1949 e in seguito riscoperto da Wilson nel 1955; dista 360 mila anni
luce ed è quindi più lontano delle Nubi di Magellano, inizialmente, si credeva che fosse una galassia nana,
per cui gli fu assegnato il nome di “Nana dell’Orsa Maggiore”, ma in seguito venne dimostrata la sua
appartenenza alla classe dei globulari, in particolare a quelli di piccola massa dispersi all’esterno dell’alone
galattico.

Questo è indubbiamente uno dei più difficili; la sua stella più luminosa è appena di 18^ mag. In un 40 cm a
270x appare come una debolissima chiazza indistinta e di aspetto molto irregolare, estesa forse più di 1’; a
380x ma, solo a momenti, sembra di vedere qualche tenuissimo “grumo” di luce. Orione 4.2013

                  Immagine Palomar Sky Survey

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PAL 4

Ammasso Globulare mv 14.2 dim. 2.1’
coordinate 2000 -  11h 29.3m  + 28° 58’
classificazione XII

Il disegno è tratto dalla rivista Astronomy del Settembre 1996.
Autore David Higgins, telescopio riflettore da 25-inch a 264x.
Non è indicato l’orientamento e il raffronto non è possibile.

Difficile da osservare visualmente, data la sua scarsa
luminosità superficiale. I cataloghi danno per questo
oggetto una distanza in Kpc uguale a 93.3. Se fosse reale,
l’ammasso si troverebbe ben oltre il limite esterno della
Galassia.

                       Immagine ripresa dall’Osservatorio G.Galilei di Suno (foto d’archivio)

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GNOMONICA E QUADRANTI SOLARI (a cura di Salvatore Trani)
Gli orologi di LUBECCA (Schleswig-Holstein) - Seconda parte (segue dal bollettino 452/19)

                                      Figura n.9: Marienkirche, il calendario

Il calendario è formato da un disco di 2,30 m di diametro (fig. n. 9). Il disco è suddiviso in diversi cerchi.
Sul cerchio più esterno sono riportate le costellazioni nelle quali si proietta il sole nei vari mesi dell'anno
(Zodiaco). Sul vecchio calendario erano riportati i 12 segni zodiacali astrologici e il 21 marzo si trovava nel
segno dell'ariete. Nell'aggiornare il calendario si è tenuto conto dello spostamento del punto d'Ariete (che
percorre tutte le costellazioni dello zodiaco in 26.000 anni - precessione degli equinozi) perciò il 21 marzo
(giorno dell'equinozio di Primavera) si trova nella costellazione dei pesci (fig. n. 10).

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    Figura n.10: Orologio della Marienkirche, nel nuovo calendario il 21 marzo si trova nella costellazione dei Pesci

Su questo cerchio appaiono le costellazioni percorse dal Sole nell'anno che sono 13 e non 12; infatti nel mese
di di-cembre il sole si proietta nella costellazione di Ofiuco (il Serpentario) (fig. n. 11).

   Figura n.11: Raffronto tra le costellazioni nelle quali si proietta attualmente il Sole (all'esterno) e i segni zodiacali
                     utilizzati in astrologia (da Astronomia Alla Scoperta del Cielo-A.Curcio Editore)

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Proseguendo verso il centro del disco si incontra un secondo cerchio con i seguenti dati:
primo giro: le prime sette lettere dell'alfabeto A, B, C, D ,E, F, G, maiuscole e di colore rosso che si ripetono
di continuo. Indicano i giorni della settimana;
secondo giro: i dodici mesi dell'anno;
terzo giro: i 366 giorni dell'anno; negli anni non bisestili il 29 febbraio viene saltato;
quarto giro: i nomi dei santi.
Nel terzo cerchio troviamo:
primo giro: la numerazione degli anni dal 1911 al 2080;
secondo giro: in corrispondenza di ogni anno bisestile vi è una delle precedenti lettere dell'alfabeto mentre
per gli anni non bisestili le lettere sono due. Servono per determinare il giorno nel quale, in quell'anno, cade
la Domenica. Per gli anni non bisestili le lettere sono due in quanto la prima indica le domeniche dei mesi di
gennaio e febbraio, la seconda le domeniche dei 10 mesi successivi. Per chiarire il procedimento facciamo un
esempio riferendoci alle figure n. 12 e n. 13. Nella figura n. 12 vicino all'anno 2017 appaiono le lettere A e B.
Ciò significa che tutti i giorni dei mesi di Gennaio e Febbraio contraddistinti con la lettera A sono Domeniche,
mentre tutti i giorni dei mesi seguenti sono domeniche se contraddistinti dalla lettera B. In questi mesi la
                                                                         lettera C indica il giorno successivo alla
                                                                         Domenica, cioè Lunedì, la lettera D indica
                                                                         Mar-tedì (il 25 luglio del 2017 era quindi
                                                                         Martedì, giorno in cui mi trovavo a
                                                                         Lubecca - fig. n. 13), la lettera E indica
                                                                         Mercoledì, la lettera F indica Giovedì, la
                                                                         lettera G indica Venerdì; si ricomincia
                                                                         quindi con la lettera A che indicherà il
                                                                         giorno di Sabato e la lettera B che
                                                                         indicherà la Domenica. Mi auguro di
                                                                         essere stato sufficientemente chiaro.

Figura n.12: Orologio della Marienkirche, particolare con gli anni dal 2009 al 2017 con relative lettere.

   Figura n.13: Orologio della Marienkirche, con freccia che indica il 25 luglio (San Giacobbe) e relativa lettera D.

                                                                       Segue: Terza e ultima pare Bollettini 454/19
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Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

     APPUNTI DI OSSERVAZIONE: Osservare il Sole in luce bianca (a cura di Giuseppe Bianchi)

              AR1476 VISIBILE ad occhio nudo la mattina del 10-05-2012 mentre il Sole sorge vicino alla basilica di Superga Stefano De Rosa

              Dettagli foto: Canon Eos 5D Mark II; Lunghezza focale: 700mm; Es: 1/8000 di secondo; F / 40; ISO: 50

     In questo articolo si vuole descrivere quanto è possibile, osservando il Sole in sicurezza, vedere della nostra
     stella in luce bianca. Quello che vedremo è lo strato che viene comunemente indicato come lo strato iniziale
     dell’atmosfera solare, quello che per molti di noi è il Sole stesso, la Fotosfera (sfera di luce).

     La fotosfera ha uno spessore di solo 100 km, una piccola parte del raggio di 700.000 Km del Sole, ma tutte le
     caratteristiche visibili sul Sole con un filtro a luce bianca sono sulla sua superficie.

     Le macchie Solari
     Le macchie solari sono la caratteristica più evidente della fotosfera solare, sono visibili già con un piccolo
     telescopio e un filtro a luce bianca, a volte è possibile vederle anche ad occhio nudo.

 La AR 1476 del 11-05-2012, la regione attiva si estende per oltre 160.000 km        L’AR 1476 il 10-05-2012 ripresa da Suno, Meade 127 ED
oltre le dimensioni del diametro di Giove, Solar Dynamics Observatory (SDO)          prisma di Herschel Lunt 1” ¼ Barlow TS 2X Chameleon color

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Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

Le macchie solari appaiono come piccole regioni scure circondate da una regione più chiara, la regione scura
è chiamata Umbra o Ombra, la regione più chiara penombra, se la macchia ha dimensioni considerevoli nella
penombra si formano filamenti scuri che si irradiano dall’ombra circondandola.

      AR 2674 2017-09-05T14_59_01_vixen 102ed asi 174 mm prisma di herschel baader barlow TV PM 5X

Vediamo le macchie più scure rispetto alla regione circostante perché hanno una temperatura di 3700 gradi
rispetto ai 5700 della Fotosfera, la loro luminosità è pari al 32% della Fotosfera, 80% per quanto riguarda la
penombra, la loro dimensione può variare da 7.000 a oltre 150.000 chilometri, la loro vita media dipende
dalle dimensioni, in genere qualche settimana, ci sono macchie che riescono a sopravvivere anche per tre
rotazioni solari.

AR1944 08/01/2014                         AR 1967 06/02/2014                               AR 1990 25/02/2014

La AR 1967 e la AR 1990 sono la AR 1944 che ad ogni ricomparsa sul lembo est del sole cambiava numerazione, tra il
15/01/2014 e lo 09/03/2014 ha compiuto ben tre rotazioni intorno al Sole prima di esaurirsi

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Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

Sono originate dall’interruzione del flusso di gas e di calore che risale dall’interno della stella da parte
dell’intenso campo magnetico solare. La loro natura magnetica fa si che di solito si formino in coppie con
polarità magnetica opposta, positiva (o nord) e negativa (o sud).
Per rendere le cose ancora più strane, il campo magnetico sembra capovolgere la sua polarità una volta ogni
due cicli solari, o 22 anni, il che significa che la polarità magnetica delle coppie di macchie solari sul disco
solare capovolge la direzione da un ciclo all'altro.

L’intenso campo magnetico solare può dare origine oltre alle macchie solari ad altri eventi come le plage
(strutture simili ad una nube luminosa), alle facole e brillamenti, l’insieme di questi eventi prende il nome di
regione attiva(AR).
Dal 5 gennaio del 1972, gli astronomi hanno iniziato registrare le regioni attive con un numero sequenziale
di quattro cifre, (ad esempio AR 2674, 2675, 2676….). La responsabilità di assegnare un numero ad ogni nuova
AR è stata data alla NOAA, National Oceanic and Atmosferic Administration.

Samuel Schwabe iniziò nel 1825 ad osservare le macchie solari nel tentativo di scoprire l’ipotetico pianeta
Vulcano la cui orbita si sarebbe dovuta trovare all’interno di quella di Mercurio. Le sue osservazioni si
protrassero per ben 42 anni e lo portarono alla scoperta che il numero di macchie solari variava con una
periodicità media di 11 anni. Gli astronomi di iniziare la numerazione dei cicli solari iniziando dal 1755, il
primo ciclo ebbe inizio nel 1755 e finì nel 1766, attualmente ci troviamo nella fase finale del XXIV ciclo

Conteggio delle macchie solari secondo lo International sunspot number. Crediti: Royal Observatory of Belgium

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Nel 1858 Richard Carrington presentò i suoi studi sul moto di rotazione del Sole alla Royal Astronomical
Society, egli aveva notato che le macchie solari a latitudini più alte presentavano un moto più lento rispetto
a quelle vicine all’equatore, che compivano una rotazione in 25 giorni mentre quelle a latitudini medie lo
compivano in 28 giorni, aveva scoperto la rotazione differenziale del Sole e confermato che il Sole era un
corpo sostanzialmente gassoso.

Carrington aveva notato anche che le prime macchie solari all’inizio del ciclo solare apparivano a latitudini
piuttosto alte, successivamente le macchie aumentavano di numero e apparivano a latitudini prossime alla
zona equatoriale, questa sua intuizione fu in seguito confermata da uno studio, accompagnato da una
notevole quantità di dati, dall’astronomo tedesco Gustav Spörer e venne denominata legge di Spörer.

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La Granulazione
La granulazione è stata scoperta da William Herschel nel 1801, se osservata al telescopio ha l’aspetto di una
struttura a “chicchi di riso”.

AR 2593 2594 2016-09-19 T14_52_55_TecnoSky 152-900 prisma di Herschel ASI 174MM Barlow TV PM 5X+TS 2X

 I granuli sono strutture a basso contrasto, di dimensioni angolari molto piccole, per essere viste hanno
bisogno di seeing eccellenti, sono la parte superiore di una colonna di gas che risale dalla zona convettiva, il
meccanismo viene utilizzato dal Sole per
trasferire il calore dall’interno verso l’esterno, il plasma caldo sale verso la superficie solare, si raffredda
liberando energia e ritorna verso l’interno del Sole.
Il plasma più freddo ridiscende dalla parte più esterna del granulo che risulta all’osservatore essere più scura,
questa zona viene chiamata muro intergranulare.

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I granuli hanno dimensioni angolari che vanno da 1 a 5 secondi d’arco, circa 1000 km, per risolvere in modo
sufficiente la granulazione occorre utilizzare un telescopio che abbia un diametro di almeno 5”, la durata di
un granulo è di circa 10 minuti.

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I Pori
I Pori sono piccole strutture magnetiche visibili nella fotosfera, hanno un diametro compreso tra 1 e 5 secondi
d’arco, hanno l’aspetto di piccole macchie solari senza penombra, i più piccoli si possono confondere con
granuli scuri.
Un poro può durare da pochi minuti ad un giorno, i pori si possono vedere vicini alle macchie solari o in zone
facolari.

         AR2339 2015-05-10 T14_44_59_vixen 102ed barlow ts 3x asi 120mm prisma di Herschel

Le Facole
Le facole (dal latino facùla o face, piccola torcia), sono aree della fotosfera molto luminose, possono ricoprire
la fotosfera solare per decine di migliaia di chilometri, sono facilmente osservabili vicino al bordo del disco
solare o all’interno di gruppi di macchie solari in prossimità dello stesso bordo. In comune con le macchie
solari hanno il fatto di essere associate a forti campi magnetici e di migrare verso l’equatore durante il
massimo del ciclo solare. Generalmente appaiono due o tre giorni prima di un gruppo di macchie solari e gli
sopravvivono spesso per diverse settimane. La loro temperatura è superiore a quella della fotosfera, si pensa
che nei punti dove si possono trovare “nodi o confluenze” del campo magnetico il plasma solare viene
surriscaldato.

                                                                                           (immagini pag. 28)

    Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est              pag. 27
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                         Regione attiva 2192 del 28-10-2014 le macchie sono circondate dalle facole

    In questa immagine ad alta risoluzione, le singole facole sono punti luminosi sulle pareti dei granuli solari
    Goran Scharmer / Royal Swedish Academy of Sciences

    Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est                         pag. 28
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L’oscuramento al bordo
Quando osserviamo il centro del disco solare osserviamo la parte relativamente più profonda della fotosfera
dove la temperatura è più alta e da dove ci arriva più luce, quando guardiamo gli strati più esterni li vediamo
più scuri perché la luce che emettono arriva da strati meno profondi e più freddi.

In questo grafico è possibile osservare come più si scende verso la parte interna della fotosfera e più la temperatura
aumenta

     Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est                    pag. 29
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Sole 22-1-2014 15_27
     Osservatorio    Takahashi FSe 60
                  Astronomico         CB ASI 120
                                   Planetario    MM Astrosolae
                                               G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est   pag. 30
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filtro

         Pose e tempi: 182 x 30" Dark: 17 Bias: 17 Flat: no Gain: 0 Temperatura sensore: 0°C Filtri: no Telescopio principale:
         Skywatcher 80 ED con riduttore / spianatore 0,85x su Celestron CGEM Telescopio guida: TS Optics AC 80/328 TSL80D Camera
         di ripresa: ZWO Asi 1600 mcc Camera di guida: ZWO Asi 120 mm-s Acquisizione con Sequence Generator Pro, elaborata con
         Osservatorio    Astronomico
         Pixinsight e Photoshop. Luogo dieripresa:
                                            Planetario   G.Galilei
                                                   Malesco         – 15/01/2019–
                                                           (VB) Data: Suno 45° 36’ 16” Mauro
                                                                                 Autore Nord 08°   34’ 25” Est
                                                                                              COLNAGHI                  pag. 31
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                                                                              Luna e Marte ripresi da Oreste Lesca

    Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord  08° 34’
                                                                       Luna ripresa da25” EstLesca con Nikon
                                                                                      Oreste            pag. Bridge
                                                                                                             32
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    Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est   pag. 33

                                Luna ripresa da Oreste Lesca con Nikon Bridge
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 Stuzzicamente (a cura di M@L)                                                       La costellazione nascosta:
           Soluzione del numero scorso – 0005                                                 CEFEO

                                                                                      La costellazione di Cefeo

                                                                                Descrizione:
                                                                                           Cefeo è una costellazione di
                                                                                dimensioni medio-grandi, estesa fra il
                                                                                Cigno e la stella polare si estende in
                                                                                particolare verso nordest, dove si trovano
                                                                                alcune stelle di terza e quarta magnitudine
                                                                                che disegnano una figura simile a una
                                                                                gigantesca "matita" col vertice verso NNE.
                                                                                La costellazione è attraversata dalla Via
                                                                                Lattea nelle sue regioni centro-meridionali
                                                                                ed è pertanto ricca di ammassi stellari e
                                                                                nebulosità; anche attraverso un semplice
                                                                                binocolo sono ben evidenti ricchi campi
                                                                                stellari, in particolare presso il confine col
                                                                                Cigno. La parte settentrionale invece si
                                                                                allontana dal piano galattico e risulta
                                                          quindi più povero: mancando stelle e oggetti di rilievo questa
                                                          zona appare molto più scura. Cefeo è, dopo la costellazione
                                                          dell'Orsa Minore, la più settentrionale della volta celeste, in
                                                          quanto la sua punta più a nord dista 85' d'arco dal Polo Nord
                                                          celeste (J2000); tra circa 200 anni la precessione degli equinozi
                                                          farà sì che questo ricada entro i confini di Cefeo, che sarà quindi
                                                          di fatto la costellazione più settentrionale. Il periodo migliore
                                                          per la sua osservazione nel cielo serale è quello estivo e
                                                          autunnale.

                                                          •    Visibile in: Sempre alle nostre latitudini
                                                          •    Ascensione Retta centrale: 22 hrs
                                                          •    Declinazione centrale: + 70°

                                                          Mito:
                                                                  Cefeo fu un re Etiope della città di Joppa, marito di
                                                          Cassiopea e padre di Andromeda.

                                                          Oggetti più importanti nella costellazione:

                                                          •     Delta Cephei, collocata all'apice del piccolo triangolo di tre
                                                          stelle nell'angolo in basso a sinistra della casa, è uno dei più
                                                          importanti esempi di stella variabile: ogni 5 giorni la sua
                                                          luminosità cambia di quasi una magnitudine.

     Questa stella è stata la prima variabile di questo tipo ad essere scoperta, divenendone così il prototipo; in suo onore
questo tipo di stelle sono oggi classificate come variabili Cefeidi: sono stelle pulsanti che alternano una fase di
espansione e raffreddamento ad una fase di contrazione e riscaldamento, con conseguente variazione di luminosità.
Per gli astronomi queste stelle sono importantissime: scoperta una Cefeide se ne determina il periodo di variazione
luminosa e, con pochi passaggi matematici, è possibile risalirne alla distanza; di conseguenza si ha anche una stima della
distanza dell'ammasso o della galassia che la contiene.

     Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est                         pag. 34
Bollettino di informazione astronomica nr. 453 del 20/03/2019

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             APAN - Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus
                        C.F. osservatorio 00437210032 Casella sostegno del volontariato

                Per collaborare al bollettino inviare una email a: info@osservatoriogalilei.com
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Ricordiamo che è possibile iscriversi all'associazione versando la quota per il 2019, invariata da anni, di
€25,00. I versamenti dei soci sono gli unici proventi dell'osservatorio. La quota può essere versata in
osservatorio oppure con bonifico su IBAN IT43J0503445690 000000008000

Hanno collaborato Corrado Pidò, Silvano Minuto. Mauro Laurora, Graziano Ventre, Sandro Baroni, Mauro
Colnaghi, Giuseppe Bianchi, Oreste Lesca e Salvatore Trani.

Immagine di copertina : Luna di Oreste Lesca

CONSIGLIO DIRETTIVO:
Si rende noto il nuovo assetto del Direttivo in carica per il prossimo biennio.

 Presidente: Vittorio SACCO                                  Tesoriere: Paolo GUIZZARDI
 Vice Presidente: Davide CRESPI                              Revisore dei conti:: Oreste LESCA
 Segretario: Sandra MUSSO (consigliere)                      Revisore dei conti: Marco VACCARIN
 Consigliere: Giuseppe BIANCHI                               Revisore dei conti: Roberto GODIO
 Consigliere: Corrado PIDO’                                  Coll. Probiviri: Silvano MiNUTO
 Consigliere Supplente: Alessandro BELTRAMI                  Coll. Probiviri: Carmine DI VIRGILIO
 Consigliere Supplente: Roberto GODIO                        Coll. Probiviri: Roberto BRISIG

     Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est             pag. 35
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