VIA CRUCIS DIOCESANA 2020 - DIOCESI DI PESCIA

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DIOCESI DI PESCIA

VIA CRUCIS DIOCESANA 2020
RITI D’INTRODUZIONE

V.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
A.: Amen.

V.: La pace sia con voi
A.: e con il tuo spirito

V.: Fratelli e sorelle carissimi, sulla via della croce di Cristo, il Padre ha tracciato per
l’uomo il cammino della salvezza.
Ripercorriamo insieme questa strada del dolore e dell’amore del Figlio di Dio.

I STAZIONE: “GESU’ NELL’ORTO DEGLI ULIVI”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                                            (Mc 24, 32-36)

Giunto in un podere chiamato Getsemani, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni e cominciò a essere preso da paura e angoscia. Disse loro: “La mia
anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate.” Poi, andato un po’ più
avanti, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui
quell’ora. E diceva: “Abba, Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo
calice. Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu!”.

Contemplazione
Gesù sa di essere già stato condannato dalle autorità religiose,
sa che un fratello, Giuda, l’ha tradito,
sa che la sua fine è vicina…
Gesù è un uomo, pienamente uomo, come noi,
e di fronte all’enigma della morte,
di una morte violenta e vergognosa che lo attende,
prova paura ed è angosciato fino a cadere a terra.
I suoi discepoli, suoi amici
non comprendono e dormono…
Inizia così la passione di Gesù, passione dell’uomo
e in questa passione di Gesù, il Figlio
inizia la passione di Dio Padre:
anche in quest’ora di sofferenza Gesù e il Padre sono uno,
una cosa sola, un’unica volontà,
una comunione nello Spirito Santo.
Ma perché questa sofferenza?
C’è solo una risposta:
in un modo ingiusto,
il giusto può solo essere rigettato, condannato, perseguitato,
sull’innocente si scaglia la violenza degli empi,

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sull’agnello si scagliano i lupi,
sull’uomo di pace si scagliano coloro che amano la guerra.
Gesù, che conosce una ragione
per cui vale la pena di dare la vita,
conosce che anche la sofferenza può avere un senso.
Si, Gesù acconsente a questa fine in solidarietà con noi,
accetta la morte violenta
che colpisce le vittime della storia,
anche nella contraddizione aderisce alla volontà di Dio
e continua a chiamarlo con il nome di Padre:
“Abba, Papà amato”.

“Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu!”.
Così conclude il Vangelo e come per noi tutto si fa strano
quando c’è qualcosa che esce fuori dal nostro progetto di vita,
da questo riconosciamo che le parole di amore rimangono
e quelle che non vengono dalla sorgente di vita muoiono.
Aiutaci a compiere il tuo progetto meraviglioso nelle nostre vite,
anche se esso passa attraverso un calice amaro.
Allucio da Pescia, santo della carità,
aiuta anche noi ad avere uno sguardo attento
e capace di cogliere la sofferenza silenziosa
di chi abbiamo vicino e di farla nostra.

                                           Gruppo giovani della Parrocchia di Altopascio

CANTO: PADRE MIO
Padre mio, mi abbandono a Te,
di me fai quello che Ti piace,
grazie di ciò che fai per me,
spero solamente in Te.
Purché si compia il tuo volere
In me e in tutti i miei fratelli,
niente desidero di più
fare quello che vuoi Tu.

Rit. Dammi che Ti riconosca,
dammi che Ti possa amare sempre
più, dammi che Ti resti accanto,
dammi d’essere l’Amor.

II STAZIONE: “GESU’, TRADITO DA GIUDA, È ARRESTATO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                                    (Mc 14,43-46)

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E subito, mentre ancora egli parlava,
arrivò Giuda, uno dei Dodici,
e con lui una folla con spade e bastoni,
mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.
Ora, colui che lo consegnava
aveva dato loro un segnale dicendo: «Quello che bacerò è lui:
arrestatelo e portatelo via in modo sicuro».
Appena giunto, gli si avvicinò
e disse: «Rabbi» e lo baciò.
Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.

Contemplazione
Mentre i discepoli dormono e vengono meno,
un discepolo, Giuda, veglia e tradisce.
Eccolo, guida una banda armata,
allestita in tutta fretta,
per una cattura sorpresa.
Mostruosità dell’evento:
un membro della comunità,
un amico che ha vissuto per tre anni con Gesù,
lo consegna alla banda,
indicandolo con un bacio.
Il bacio, gesto che narra l’amore,
diventa segno di inganno.
E Gesù non si difende:
ormai pronunciato con il cuore il suo amen al Padre,
alla volontà di colui che lo ha mandato,
ha acconsentito a stare dalla parte delle vittime
e si consegna ai carnefici.
Ma con la parola continua a manifestare la sua libertà
e svela la viltà di quella cattura avvenuta di notte,
di quel fuggire il giorno,
quando egli se ne stava nel tempio a insegnare.
È l’ora delle tenebre:
il male sembra prevalere
e la luce essere sopraffatta.
E noi, dove siamo?
Come Giuda
pervertiamo gesti di amore in trame d’inganno?
Come gli altri discepoli,
che avevano abbandonato tutto per seguire Gesù,
tutti lo abbandoniamo, fuggendo nell’ora cattiva?

Tradire.
A noi può sembrare lontana la condizione del tradimento e invece non è così.
Purtroppo, anche noi come Giuda ti tradiamo o Gesù.

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Ti tradiamo ogni volta che non ti vediamo nel volto dei nostri fratelli. Ogni volta
che lasciamo gli altri nelle difficoltà materiali e morali, magari tranquillizzando
la nostra coscienza con la banale scusa” ma perché devo fare qualcosa proprio io;
ci penserà lo Stato, la Chiesa o la società.”
Ti tradiamo, o Signore, ogni volta che per pigrizia o, peggio, con coscienza
permettiamo alle tenebre del peccato di avanzare, intorno a noi, alle nostre
famiglie e alla nostra comunità.
Ti tradiamo ogni volta che permettiamo alle preoccupazioni e allo sconforto di
prevalere sulla serenità e sulla consapevolezza della tua continua presenza che
conforta e salva.
O Sant’Allucio, tu che facesti dell’attenzione al prossimo, al viandante e al
bisognoso uno dei cardini del tuo rapporto con Cristo, insegnaci a non tradirlo, a
non rinnegarlo. Insegnaci come te a vedere nel volto, nelle mani tese, negli
sguardi smarriti o impauriti di quanti incontriamo nel nostro quotidiano, la
richiesta di amore e la presenza salvifica di Gesù Cristo Morto e Risorto per tutti
noi.
                                            Gruppo giovani della Parrocchia di Castellare

CANTO: CREDO IN TE SIGNORE
Credo in Te, Signore,
credo nel tuo amore,
nella tua forza,
che sostiene il mondo.
Credo nel tuo sorriso,
che fa splendere il cielo
e nel tuo canto,
che mi dà gioia.

Credo in Te, Signore,
credo nella tua pace,
nella tua vita,
che fa bella la terra.
Nella tua luce
che rischiara la notte,
sicura guida nel tuo cammino.

III STAZIONE: “GESÙ È CONDANNATO DALLE AUTORITA’ RELIGIOSE”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                               (Mc 14, 55.6Ib - 64)

I capi dei sacerdoti e tutto il consiglio
cercavano una testimonianza contro Gesù
per metterlo a morte,
ma non la trovavano.
Il gran sacerdote lo interrogò dicendogli:

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“Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”.
Ma Gesù disse: “Io sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo”.
Allora il gran sacerdote,
stracciandosi le tuniche, disse:
“Che bisogno ancora di testimoni?
Avete udito la bestemmia! Che ve ne pare?”.
Tutti sentenziano che era reo di morto.

Contemplazione
Ecco, giunse formalmente la condanna,
quella condanna
che, come in ogni processo contro un giusto,
è già decisa prima ancora che il processo sia iniziato:
da sempre gli innocenti sono condannati così,
da sempre i poteri religiosi condannano così i profeti.
Nel luogo stabilito per il diritto,
nella casa della sapienza,
nello spazio riservato alla confessione del Dio di verità,
Gesù è giudicato reo di morte
perché ha detto e fatto la verità.
Quanti giusti condannati lungo i secoli
si riconoscono in lui,
vittime di chi pensando di dar gloria a Dio
ne condanna a morte i figli,
di chi credendo di servire la verità anche con violenza
sopprime i testimoni della verità!
Gesù come agnello afono,
mite e umile anche se maltrattato,
tace e non apre la bocca;
ma il suo silenzio grida con la forza della verità.
E così le autorità religiose,
di fronte a questo innocente Figlio di Dio,
non possono far altro che strapparsi le vesti,
lacerare le insegne della loro funzione
e proclamare che la buona notizia, il vangelo,
è divenuta per loro cattiva notizia.
Eppure, anche a loro Gesù dà un segno di salvezza:
vedranno il figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo
e tutti si batteranno il petto,
anche quelli che l’hanno trafitto.

Sant'Allucio, a te volgiamo questa preghiera, che tu possa prenderti cura degli
ammalati e delle loro famiglie. Aiutaci a prendere coscienza delle nostre fragilità
e a darci il coraggio di pregare. In questo momento così particolare che stiamo

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vivendo si possa sostare a contemplare e a godere delle meraviglie del tuo
amore, fa che non abbiamo timore per quello che ci potrà succedere domani,
aiutaci a tenere i cuori fissi dov'è la vera gioia, riscoprendo le piccole cose che la
vita ci offre nel nostro vivere quotidiano e libera il nostro pensiero dalla vanità
delle cose.
Semina nei nostri cuori la speranza.
                                          Gruppo giovani della Parrocchia di Santa Lucia
CANTO: SCUSA SIGNORE
Scusa, Signore, se bussiamo
alle porte del tuo cuore siamo noi.
Scusa, Signore, se chiediamo,
mendicanti dell'amore,
un ristoro da Te.

Rit. Così la foglia
quando è stanca cade giù,
Ma poi la terra
ha una vita sempre in più,
Così la gente
quando è stanca vuole Te,
Tu, Signore,
hai una vita sempre in più,
sempre in più!

IV STAZIONE: “GESU’ È RINNEGATO DA PIETRO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                              (Mc 14, 66.70b - 72)

Mentre Pietro era nell’atrio del gran sacerdote,
quelli che erano presenti gli dicevano:
È vero, tu sei certamente uno di loro,
infatti, sei galileo”.
Ma egli cominciò a imprecare e a giudicare:
“Non conosco quest’uomo di cui parlate”.
E subito, per la seconda volta, un gallo cantò.
E Pietro si ricordò della parola
Che Gesù gli aveva detto:
“Prima che il gallo canti due volte,
tre volte mi avrai rinnegato”.
E scoppiò in pianto.

Contemplazione
Pietro, il primo tra i discepoli,
colui che aveva riconosciuto Gesù come il Messia,
colui che era stato scelto come pietra

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su cui edificare la casa del Signore,
nell’ombra del riconoscimento di Gesù davanti ai suoi nemici
non riconosce la qualità messianica di Gesù,
non conosce neppure più
colui con il quale ha vissuto per anni.
Gesù aveva avvertito Pietro:
non presumere,
non aver fede in te stesso
ma nella Roccia che è Dio!
Basta un inserviente a far tremare Pietro,
a non confonderlo nella paura,
ma non poteva essere altrimenti.
Pietro non aveva accettato né l’abbassamento di Dio,
né l’umiltà del Maestro
né l’idea della sofferenza del Messia.
Aspettava che Dio s’imponesse,
che il Figlio di Dio mostrasse la sua gloria,
che il Regno s’instaurasse con potenza.
Aveva protestato con Gesù
quando questi parlava della passione,
quando aveva voluto lavargli i piedi
abbassandosi come uno schiavo.
Ora, al canto del gallo, Pietro piange,
versa lacrime amare,
come il primo peccatore perdonato da Gesù:
comprende che dovrà presiedere nell’amore,
non nella gloria
lavando i piedi dei fratelli,
donando la vita
quale servo dei servi di Dio.

Signore Gesù,
come Pietro, spesso siamo spaventati dall’idea della debolezza, della fragilità e
del dolore. Abbiamo paura di mostrarci deboli quando invece vorremmo essere
forti. Ma, come Sant’Allucio dimostra con la sua vita, è proprio nella debolezza e
nei piccoli gesti quotidiani che si manifesta la tua grandezza, la tua forza e il tuo
immenso amore per noi. Aiutaci Signore a sentirci bisognosi del tuo sguardo di
misericordia e facci restare nel tuo “Non temere”. Aiutaci a vedere nella Croce il
segno della forza e non della debolezza.
                                                         Gruppo Scout di Santa Lucia

CANTO: CREDO IN TE
Credo in Te, Signore,
credo nel tuo amore,
nella tua forza,
che sostiene il mondo.
Credo nel tuo sorriso,

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che fa splendere il cielo
e nel tuo canto, che mi dà gioia.
Credo in Te, Signore,
credo che Tu mi ami,
che mi sostieni,
che mi doni il perdono,
che Tu mi guidi per le strade del
mondo, che mi darai la tua vita.

V STAZIONE: “GESU’ È GIUDICATO DA PILATO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                          (Mc 15, 6.11 – 15)

In occasione di ogni festa,
Pilato era solito rimettere in libertà un carcerato,
sul loro richiesta.
Ma i capi dei sacerdoti incitare una folla
perché gli rilasciasse loro piuttosto Barabba.
Pilato disse loro: “Che farò dunque di quello
che chiamate il re dei Giudei?”.
Ed essi gridarono: “Crocifiggilo!”.
Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”.
Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”.
Pilato, volendo accontentare la folla,
rilascia loro Barabba
e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegno all’oro perché fosse crocifisso.

Contemplazione
Pochi giorni prima
Gesù era entrato trionfalmente in Gerusalemme,
accolto come il re.
Ora la folla chiede la sua morte:
“Sia crocifisso! “.
Pilato, il governatore, sa che Gesù è innocente,
che non ha violato il diritto.
Ma sa anche che deve adulare le folle
per salvaguardare il dominio totalitario di Cesare.
È stato così con gli antichi imperi,
è stato così in questo secolo.
Si è liberato il brigante, l’omicida,
sia condannato l’innocente che dà fastidio al solo vederlo!
Si, Gesù è nocivo al connubio tra religione e potere,
è un pericolo per il prosperare del totalitarismo:

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va dato in pasto alle folle come capro espiatorio.
Sia crocifisso!
Ma il capro espiatorio diventa l’agnello
che porta il peccato del mondo
nella libertà e per amore.

Come Sant’ Allucio vogliamo volgere il nostro sguardo a Te e farsi prossimi, sempre più
accoglienti e pronti ad aprire le porte del conforto, dell’aiuto, del sostegno a chi è
martoriato nel corpo o nello spirito.
Perciò vogliamo pregare ripetendo ad ogni intenzione:
                                 Signore a Te guardiamo: illumina il nostro cammino

- Per la nostra comunità di clan, affinché ciascuno di noi sappia guardare alle
sofferenze e alle difficoltà che l’altro incontra come occasione per compiere gesti
concreti di amore fraterno e sostegno. Preghiamo
- Per tutti coloro che subiscono atti di bullismo, di sopraffazione, di intimidazione.
Rendili forti e consapevoli che il chiudersi nel silenzio non li aiuterà a liberarsi. Fa’ che
trovino la forza di chiedere aiuto, come i viandanti stanchi e malati facevano con
Sant’Allucio. Fa’ che trovino orecchie pronte ad accogliere la loro richiesta di aiuto e
mani pronte a sostenere. E a noi ragazzi che viviamo nel mondo della scuola, luogo in
cui spesso nascono e si radicano questi fatti, rendici pronti a reagire. Signore, fa che la
paura non ci blocchi, non ci faccia voltare dall’altra parte. Preghiamo
- Per tutte le donne che subiscono violenze: psicologiche, fisiche, economiche. Apri il
cuore delle comunità in cui vivono, dei vicini che spesso sentono, ma si fanno i fatti
propri. Fa che sempre più persone trovino il coraggio di fermare queste violenze
perpetrate in nome di un amore malato, che altro non è che assoluta mancanza di
amore. Preghiamo
- Ci rivolgiamo a te Signore per intercessione di Sant’Allucio che si è messo a servizio
del prossimo, del pellegrino viandante, del malato. Anche noi svolgiamo spesso servizio
con passione e amore, ma non senza difficoltà . Si perché a volte siamo fragili...può
capitare anche a noi di aver paura come Pietro, che nel suo “non lo conosco “ rinnega
Gesù. Siamo deboli e a volte cadiamo in tentazione. O Signore, chiedendo l’aiuto di
Allucio da Pescia, chiediamo la tua grazia affinché mai ci capiti di chiudere la porta e
voltare le spalle. Il suo esempio sia sempre per noi guida e forza nel servizio agli altri.
Preghiamo.
- Signore, stiamo tutti vivendo un momento di grande tribolazione. Fa che noi sappiamo
esser capaci di aiuto, in questo tempo di sofferenza, anche con piccoli gesti di
solidarietà, in particolare nei confronti degli anziani. Dacci parole per confortare i
nostri cari, far fiorire sulle labbra un sorriso, aiutarli ed aiutarci a passare questo
periodo. Preghiamo.
                                                 Clan del gruppo scout di Chiesina Uzzanese

CANTO: BEATO IL CUORE CHE PERDONA
Solo il perdono riporterà
pace nel mondo.

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Solo il perdono ci svelerà
come figli tuoi.
Rit.Beato è il cuore che perdona!
Misericordia riceverà da Dio in cielo!

Col sangue in croce hai pagato Tu
le nostre povertà.
Se noi ci amiamo e restiamo in te
il mondo crederà! Rit.

VI STAZIONE: “GESU’ È FLAGELLATO E INCORONATO DI SPINE”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                            (Mc 15, 16-20)

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile,
cioè nel pretorio,
e convocarono tutta la truppa.
Lo vestirono di porpora,
intrecciare una corona di spine,
gliela misero attorno al capo.
Presero poi a salutarlo: “Salve, re dei giudei!”.
E gli percuotevano il capo con una canna,
gli sputavano addosso,
e, piegando le ginocchia, si prostravano Davanti a lui.
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora,
gli fecero indossare i suoi vestiti,
poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Contemplazione
Non basta la condanna, occorre il disprezzo, lo scherno.
Il Messia, il re di Israele
diventa il disprezzato, il ripudiato dagli uomini,
l’uomo dei dolori che ben conosce la sofferenza.
Rivestito della porpora regale,
incoronato di un diadema di spine,
viene oltraggiato, vilipeso.
Quel volto che sul Tabor era diventato luminoso come il sole,
quel volto che si era trasfigurato,
ora è qui, nella squallida luce di un cortile,
sfigurato.
Il volto di Gesù, immagine dell’invisibile,
promessa del volto che attende ogni uomo,
è diventato il volto dello schiavo,
di colui che è senza volto.
Ecco cadere il sogno, l’illusione

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di un Messia potente vendicatore,
di un Dio che si impone
e costringe l’uomo a riconoscerlo.
Gesù narra più che mai chi è Dio,
più che mai è il volto di Dio:
qui nel pretorio, più che sul Tabor.
Volto di chi è escluso e umiliato,
e non si vendica;
volto di chi ama fino a ricevere colpi
e non li restituisce;
volto di chi perde l’identità
per riconoscere l’identità dell’altro.
Signore, qual è il volto tuo che noi cerchiamo?
In quale volto vogliamo riconoscerti?

“Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.
La prima immagine che ci viene in mente è sicuramente quella di un Gesù
sofferente, morto per tutti noi, per la nostra salvezza. La sua morte è un dono, la
più grande e pura forma di amore.
E noi oggi siamo chiamati a portare avanti il frutto di quell'amore spostando lo
sguardo da noi stessi verso gli altri, proprio come fece Sant'Allucio con i più
deboli e fragili.
Stasera ti preghiamo Sant'Allucio. Donaci la forza di volgere lo sguardo verso chi
ha bisogno. Un sorriso, una parola di conforto, un gesto di amore e carità...per
farci prossimi occorre un cuore accogliente. Quando i nostri egoismi e le nostre
paure ci fanno sbagliare strada, tu guidaci lungo la strada della carità. Tu, che hai
messo da parte la tua vita e l'hai dedicata all'aiuto dei più deboli, degli indigenti e
dei pellegrini insegnaci a farci prossimi.
In questo periodo difficile sostieni i molti infermieri e dottori di tutta Italia che si
prendono cura di tutti noi lottando per difendere la vita contro questo terribile
virus.
Anche a noi oggi viene chiesto di fare la nostra parte, dacci la forza di essere dei
buoni testimoni: stando a casa, rispettando le regole, aiutando i nostri nonni,
sentendo un amico che è giù di morale, aiutando in famiglia. E infondi serenità e
pace in tutte quelle persone che hanno perso un nonno, un genitore, un amico, un
fratello, un figlio. Dona a tutti noi carità e compassione.
                                                        Gruppo Scout di Massa e Cozzile
CANTO: SCUSA SIGNORE
Scusa, Signore, quando usciamo
dalla strada del tuo amore siamo noi.
Scusa, Signore, se ci vedi
solo all'ora del perdono
ritornare da Te.

Rit. Così la foglia
quando è stanca cade giù,
Ma poi la terra

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ha una vita sempre in più,
Così la gente
quando è stanca vuole Te,
Tu, Signore,
hai una vita sempre in più,
sempre in più!

VII STAZIONE: “GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal libro del Profeta Isaia                                                    (Is 53, 4)

Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori.

Contemplazione
Signore Gesù, sulla strada ripida che porta al Calvario, hai voluto sperimentare la
fragilità e la debolezza umana. Che cosa sarebbe la Chiesa oggi senza la presenza e la
generosità di tanti volontari, i nuovi samaritani del terzo millennio? In una notte gelida
di gennaio, su una strada alla periferia di Roma, tre africane, poco più che bambine,
accovacciate per terra scaldavano il loro giovane corpo seminudo attorno ad un
braciere. Alcuni giovanotti, per divertirsi, passando in macchina hanno gettato del
materiale infiammabile sul fuoco, ustionandole gravemente. In quello stesso momento,
è passata una delle tante unità di strada di volontari che le ha soccorse, portandole in
ospedale per poi accoglierle in una casa-famiglia. Quanto tempo è stato e sarà
necessario perché quelle ragazze guariscano non solo dalle bruciature delle membra,
ma anche dal dolore e dall’umiliazione di ritrovarsi con un corpo mutilato e sfigurato
per sempre?
                                                                         (Papa Francesco)

Signore, ti chiediamo di poter riuscire ad essere come Sant'Allucio,
pronti a soccorrere chi chiede aiuto
con la sua stessa carità nel tuo nome.
Fa che possiamo essere come quei volontari che hanno aiutato le tre ragazzine,
dacci la forza di riuscire a risanare le ferite che le hanno colpite,
specialmente per quelle più profonde o quelle che marginalmente non si possono
vedere a occhio nudo, proprio come Sant'Allucio riusciva a risanare quelle ferite
lasciando una gioia immensa e inaspettata.
Il dolore si può manifestare in diverse forme,
ma quella più grande è la solitudine,
quando non c’è nessuno che possa aiutarti,
in questi momenti ti senti solamente sprofondare nel baratro,
ma Tu Signore, puoi donarci quella persona,
che proprio come Sant'Allucio, con accoglienza e dedizione,
ci aiuta a rialzarci e risollevarci dal dolore.
Qui possiamo sicuramente, ritrovarci più forti di prima.
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Gruppo giovani della parrocchia di Corpus Domini

CANTO: FONTI DI NAZARETH
Gente del Golgòta dite se l’avete
visto passare
condannato e deriso dalla gente,
dagli amici abbandonato?

Si l’abbiamo visto ed era stanco
sotto il peso della croce
Piangeva la sorte di Gerusalemme
e i peccati dell’umanità.
E il suo capo fu offeso e coronato di
spine
Il suo corpo spezzato come un
pezzo di pane
E il suo sangue bruciava come
fuoco che arde
Quando il cuore dell’ultima offerta si
aprì.

VIII STAZIONE: “Gesù incontra sua madre”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Giovanni                                                       (Gv 19, 25-27)

Gesù, vedendo la madre ai piedi della croce e lì accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco
tua madre”.

Contemplazione
«Gesù, noi cerchiamo e desideriamo solo il tuo volto, e inseguiamo te, che sei più intimo
a noi di noi stessi. Vogliamo davvero esserti sorella e fratello, essere una madre che
porta te, suo figlio, stretto sotto al cuore e poi lo offre agli altri. Abbi pietà della nostra
infedeltà, di quando siamo tentati di sovrapporre a te la nostra idea di Dio, non ti
stancare di noi quando usciamo da questa intimità che tu incarnandoti ci hai
spalancato».
                                                                             (Costanza Miriano)

In questo momento dove tutte le nostre sicurezze vacillano e ci scopriamo deboli
e fragili, rivolgiamo, uniti, la preghiera e lo sguardo alla Beata Vergine Maria, e la
imploriamo di infondere in noi lo stesso suo coraggio mentre, ai piedi della croce,
vede il Figlio adorato morire.
Anche noi, come lei, ci sentiamo deboli, impotenti davanti a tutto questo orrore.
Vogliamo allora pregarti, Maria, per tutte le persone che stanno vivendo questo
dramma: possano trovare la forza e il coraggio di guardare avanti.

                                             14
Rivolgiamo la nostra supplica anche a Sant'Allucio, affinché, seguendo il suo
esempio, ci aiuti a stare vicino, anche solo nella preghiera, a tutti quelli che
soffrono e a coloro che sono in prima linea nel cercare di sconfiggere questa
brutta malattia. Affidiamo a lui, che ha dedicato la sua vita alla cura del prossimo,
tutte le persone che sono ancora ammalate, che lottano per la vita e noi tutti
perché riuniti nel nome del Signore riusciamo a superare questo ostacolo che ci
sembra insormontabile, consapevoli che nessuna notte dura per sempre.
Come dice Papa Francesco, la Quaresima è un nuovo inizio, una nuova strada che
conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo
sulla morte. Aiutaci, Sant’Allucio, a riporre la nostra fiducia nel Signore: prevalga
in noi non la paura del dolore e della morte, ma il coraggio e la certezza della
Vita.
Ti preghiamo, infine, stringendoci a te con più forza: intercedi per noi, perché
questo tragico momento passi quanto prima. Fa' che, quando le nubi si saranno
dissolte, torniamo a gioire più intensamente della vita, ad abbracciarci come veri
fratelli, ad amarci come una vera famiglia, a vivere insieme come una vera
comunità, riunita attorno a quel fuoco d'amore che è Cristo.
                                          Gruppo giovani della Parrocchia di Marginone

CANTO: COME TE
Dicono di te cose incredibili
parlano di te ormai da secoli
quando il cuore ha un po' di nostalgia
è solo di te.
Dritta tra le lacrime che scendono
lì davanti a un legno dove uccidono
sei rimasta ferma a dire ancora
una volta il tuo sì.

Rit. Dimmi, come hai fatto a stare,
dimmi, come hai fatto a stare lì,
davanti al figlio tuo che muore?
Dimmi, come hai fatto a stare,
dimmi, come hai fatto a stare lì,
Madre di Dio?
Per noi una follia d'amore.

IX STAZIONE: “GESU’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                                  (Mc 15, 20-21)

Dopo aver schernito Gesù,
lo spogliarono della porpora,
gli fecero indossare i suoi vestiti,
poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

                                         15
E costrinsero uno che passava portare la croce di lui,
un certo Simone di Cirene,
padre di Alessandro e Rufo,
che veniva dalla campagna.

Contemplazione
Inizia il vero e proprio cammino della croce,
ma Gesù è sfinito e cade sotto quel palo
che lo strumento della sua esecuzione: la croce.
Gesù porta la croce, primo della fila di coloro che vogliono tornare a Dio.
Quello che aveva detto: “Se uno vuole essere mio discepolo,
prenda la sua croce e mi segua”, ora apre il cammino.
Ma nessuno dei suoi discepoli è dietro a lui:
tutti sono fuggiti.
C’è invece un giudeo di nome Simone,
ritornato da Cirene nella terra di Israele,
e alle porte di Gerusalemme.
Torna a casa? Sale al tempio per la Pasqua?
Non sa nulla di Gesù, né di quanto sta accadendo.
Le guardie loro ruolo, lo requisiscono perché porti la croce,
una croce non sua, quella di Gesù.
Simone non sceglie nulla, è costretto
come molti nella vita sono costretti a portare la croce,
senza sapere che è la croce di Gesù:
molti che non sanno neppure dare il nome di croce
alla fatica, alla prima sofferenza che li grava.
Simone accetta di portare la croce di uno sconosciuto
perché ha compassione di quell’uomo sfigurato.
In Gesù scorge un uomo come lui,
sfinito, condannato, torturato, perseguitato:
un uomo, e va aiutato.
Quanti cirenei nel mondo:
non sono cristiani, non conoscono Gesù,
ma sono uomini che riconoscono il dolore dell’uomo,
uomini poveri che aiutano i poveri uomini.
Un giorno Gesù ricorderà loro questo aiuto offerto,
questa croce portata.
Essi risponderanno: “Quando mai, Signore,
ti abbiamo aiutato a portare la croce?”.
E Gesù dirà loro:
” Ogni volta che avete portato la croce di uno di questi piccoli,
è la mia croce che avete portato “.

Gesù, in questo momento di prova per tutti noi, aiutaci a volgere il nostro
sguardo, la nostra attenzione verso i bisognosi, i poveri, coloro che sono soli.
Sostienici nel seguire l'esempio di Sant'Allucio che ha posto al centro della sua
vita l'aiuto per il prossimo. Gesù, allontana da noi l'indifferenza.

                                            16
Amen
                                                   Giovani della Parrocchia di Traversagna
CANTO: SERVO PER AMORE
Una notte di sudore
sulla barca in mezzo al mare
E mentre il cielo si imbianca già,
tu guardi le tue reti vuote.
Ma la voce che ti chiama
un altro mare ti mostrerà
E sulle rive di ogni cuore,
le tue reti getterai.

Offri la vita tua come Maria
ai piedi della croce
E sarai servo di ogni uomo,
servo per amore,
sacerdote dell'umanità.

X STAZIONE: “GESU’ SPOGLIATO DELLE VESTI”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Giovanni                                                          (Gv 19, 23)

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero
quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza
cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non
stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son
divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte.”
E i soldati fecero proprio così.

Contemplazione
Ti vedo, Gesù, nudo, come non ti ho mai visto.
Ti hanno privato delle vesti, Gesù, e se le stanno giocando a dadi.
Agli occhi di questi uomini hai perso l’unico brandello di dignità che ti era rimasto,
l’unico oggetto che possedevi in questo tuo cammino di sofferenza.
All’inizio dei tempi, tuo Padre aveva cucito degli abiti per gli uomini, per rivestirli di
dignità; ora, degli uomini te li strappano di dosso.

Sant’Allucio, ti sei spogliato di tutto per assomigliare a Gesù tuo Maestro, fino a
essere severo con te stesso. Digiunavi tre volte alla settimana, e per sette
Quaresime consecutive senza toccare cibo affatto. Rinunciavi a queste cose
essenziale della vita per amore di Dio e dei fratelli. Ti supplichiamo di venirci
incontro in questo momento che abbiamo bisogno di una figura come te che si
dimenticava di sé stesso per dedicarsi al servizio degli altri.

                                             17
Per la tua intercessione, preghiamo che il Signore benedica tutti i medici, il
personale sanitario, i volontariati che sacrificano perfino la loro vita per rendere
un servizio unico alle vittime del coronavirus.
                         Gruppo giovani della Parrocchia di Santa Maria della Fontenova
CANTO: NADA TE TURBE
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
chi ha Dio niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
solo Dio basta.

XI STAZIONE: “GESU’ CROCIFISSO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                                   (Mc 15, 22-27)

Condussero Gesù al luogo del Golgòta,
Che significa luogo del cranio,
e gli davano vino mescolato con mia figlia,
ma egli non le prese.
Poi lo crocifissero e si spartirono i suoi vestiti
tirando a sorte su di essi
ciò che ognuno avrebbe preso.
Era l’ora terza quando lo crocifissero.
La scritta con il motivo della condanna diceva:
“il re dei Giudei “.
Con lui crocifissero anche due banditi,
uno a destra e una sinistra.

Contemplazione
Golgota è il luogo del cranio:
là infatti la tradizione situava il cranio di Adamo, dell’uomo.
Dove è morto Adamo, il primo uomo,
muore anche il nuovo Adamo, Gesù.
L’innocente è inchiodato al palo,
sospeso tra cielo e terra,
innalzato tra due malfattori.
Il supplizio della croce era riservato ai maledetti
da Dio e dagli uomini,
a coloro che né il cielo né la terra volevano,
a coloro che la città giudicava nocivi al bene comune.
I passanti bestemmiano colui che ha risuscitato dai morti,
i sommi sacerdoti si fanno beffe
di colui che ha salvato gli altri,
i malfattori insultano
colui che è passato facendo del bene:
mostri ora di essere un Messia

                                            18
che si impone agli uomini
con potenza e gloria!
E pure quelle braccia spalancate
vogliono abbracciare tutti, proprio tutti,
anche i nemici che l’oltraggiano,
anche i persecutori che lo straziano.
Ognuno di noi, consapevole o meno,
si avvia verso la morte,
e quando incontrerà la morte,
là troverà Gesù che ci ha preceduti:
lo troverà con le braccia aperte,
pronto ad abbracciare l’umanità
dalla quale non si è mai separato.
Questa è la sua richiesta al Padre,
richiesta fatta con la forza irresistibile,
perché èirresistibile l’amore.
Allora, che l’abbiamo conosciuto no,
che l’abbiamo amato odiato,
allora nella morte lo riconosceremo.
Chiederà: “Lasciati abbracciare “.
Lo chiederà a tutti!

Signore non vogliamo attendere il momento della morte, per comprendere la
logica dell’amore che si cela dentro l’immagine del crocifisso. Per intercessione
di Sant’Allucio, che nella sua vita ha saputo amarti nei poveri, nei deboli, nei
piccoli e negli ammalati, togli ai nostri occhi il velo dell’egoismo, del pregiudizio,
dell’indifferenza e fa di noi veri discepoli del Vangelo. Non permettere che
possiamo tornare a casa per l’ennesima volta senza aver capito il mistero di
questo giorno.
                Gruppo giovani delle parrocchie di Ponte Buggianese-Albinatico-Anchione

CANTO: MI BASTA LA TUA GRAZIA
Quando sono debole,
allora sono forte
perché, tu sei la mia forza.
Quando sono triste
è in te che trovo gioia
perché, tu sei la mia gioia.
Gesù io confido in te,
Gesù, mi basta la tua grazia.

Sei la mia forza, la mia salvezza,
sei la mia pace, sicuro rifugio.
Nella tua grazia voglio restare,
santo Signore, sempre con te.

                                              19
XII STAZIONE: “GESU’ MUORE IN CROCE”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                              (Mc 15, 33-39)

Venuta l’ora sesta,
si fece buio su tutta la terra fino allora nona.
Allora non ho Gesù gridò a gran voce:
“Eloì, Eloì, lemà sabactáni?”.
Che significa:
“Dio mio dio mio perché mi hai abbandonato? “.
Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:
“Ecco, chiama Elia“.
Uno corse a impregnare di aceto una spugna,
la fisso su una canna e gli dava da bere dicendo:
“Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere“.
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il velo santo si squarciò in due,
dall’alto in basso.
Il centurione, che si trovava di fronte a lui,
avendo l’ho visto spirare in quel modo, disse:
“Quest’uomo era veramente figlio di Dio! “.

Contemplazione
Mandato da Dio per noi uomini,
Gesù torna a Dio.
Ecco la morte, fine di ogni uomo!
La morte è là, ma dov’è Dio?
Gesù chiama, invoca, prega…
Al Giordano, nell’ora del battesimo,
il Padre gli aveva fatto sentire la sua voce:
“Sei mio figlio, la mia gioia! “.
Sul Tabor, nell’ora della trasfigurazione,
discepoli avevano uditoquella voce:
“Ecco mio figlio, l’amato: ascoltatelo! “.
Al Golgota, nell’ora della morte, la voce di Dio è silenzio:
Dio tace, come ha taciuto Gesù nella passione.
Gesù lo chiama: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? “.
“Dove sei, mio Dio? “.
In questo periodo ci sono le nostre incredulità,
i nostri ateismi, le nostre tenebre
Gesù è solidale con noi fino in fondo,
raggiunge i nostri peccati interiori,
il luogo dove Dio non c’è.
Questa è la croce, questo lo scandalo della croce
luogo della passione del Padre,

                                         20
del Figlio e dello Spirito Santo.
Sofferenza per amore, morte per amore,
anzi, sofferenza come amore, morte come amore.
Gesù muore con un grido,
un grido inarticolato lanciato verso il cielo,
un grido che raccogliere ogni nostro grido della morte.
Anche ad Auschwitz è risuonato questo grido:
“Dov’è Dio?”.
E una voce rimasta umana
ha riconosciuto Dio presente anche là dove l’umanità è annientata,
non ha distolto lo sguardo da un bambino impiccato
e esclamato:
“Dio è la!”.

Allucio Santo nostro patrono,
aiutaci a comprendere la difficoltà di questo momento in cui, volgendo lo
sguardo a Cristo crocifisso, potremmo farci sopraffare dallo sconforto. Aiutaci a
comprendere che anche quando tutto sembra finito, Dio non ci abbandona ma,
anzi, rafforza la Sua presenza facendosi carico delle nostre sofferenze.
Tu che ti sei preso cura dei deboli e sofferenti, aiuta e sostieni chi in questo
momento lo sta facendo quotidianamente con i malati.
Donaci la capacità di vedere nel Cristo morto sulla croce già la Luce del Risorto.
Amen
                                          Gruppo giovani della Parrocchia di Cintolese

CANTO: DAVANTI A QUESTO AMORE
Hai disteso le tue braccia anche per me Gesù
dal tuo cuore come fonte hai versato pace in me.
Cerco ancora il mio peccato ma non c’è,
Tu da sempre vinci il mondo dal tuo trono di dolore

Dio mia grazia mia speranza, ricco e grande Redentore.
Tu re umile e potente, risorto per amore, risorgi per la vita.
Vero agnello senza macchia, mite e forte Salvatore sei.
Tu re povero e glorioso, risorgi con potenza,
davanti a questo amore la morte fuggirà.

XIII STAZIONE: “LE DONNE AL CALVARIO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Marco                                                   (MC 15, 40-41)

Vi erano anche alcune donne
che osservavano da lontano,
tra le quali Maria di Magdala,
Maria la madre di Giacomo il minore e di Ioses,

                                          21
e Salòme,
le quali quando Gesù era in Galilea,
lo seguivano lo servivano,
e molte altre
che erano salite con lui a Gerusalemme.

Contemplazione
Alcune donne osservano da lontano quella morte:
sono donne che hanno seguito Gesù
dalla Galilea fino a Gerusalemme,
sono discepoleaccanto ai discepoli,
nell’unica comunità itinerante di Gesù.
Con la fedeltà non seguito il loro Maestro e Profeta,
fino alla morte.
È questa la fedeltà che vangelo testimonia:
la perseveranza di alcune donne
che non sono venute meno.
Durante tutta la sua missione
Gesù ha difeso le donne,
le ha accolte, le ha ascoltate,
le ha risanate, le ha consolata e sostenute.
Durante il cammino verso il Calvario,
le altre donne di Gerusalemme
lo hanno accompagnato piangendo e battendosi il petto,
e ora tutte osservano, contemplano,
considerano quella morte.
Con loro-ci dice il quarto Vangelo-
c’è anche la Madre di Gesù,
testimone dell’amore che nasce,
e c’è Giovanni, l’amato,
testimone dell’amore che non muore.
Sapremo riconoscere
questa presenza discreta e amante della Chiesa,
al cuore delle nostre città?

Signore, ti chiediamo di darci il coraggio di avere occhi lucenti di amore per
contemplarti, come le donne al Calvario, presente in ciascuno dei nostri fratelli
che sono nel dolore. Come le donne sotto la tua Croce, ti chiediamo di darci la
forza per stare accanto alle infinite croci del mondo dove tu sei ancora crocifisso
nei nostri fratelli, nella tua carne innumerevole, dolente e santa.
Signore ti preghiamo: come Sant’Allucio da Pescia tante volte si è fatto prossimo
ai numerosi Calvari delle persone che ha incontrato e servito, così rendici attenti
e disponibili alle necessità di coloro che sono sulla croce con te, per essere anche
noi portatori di vita, di speranza e di Amore. Amen
                                        Gruppo giovani della Parrocchia di Santo Stefano

                                          22
CANTO: L’UNICO MAESTRO
Le mie mani, con le tue possono fare meraviglie,
possono stringere, perdonare e costruire cattedrali.
Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera.

Rit. Perché tu, solo tu, solo Tu sei il mio Maestro e insegnami
ad amare come hai fatto Tu con me se lo vuoi
io lo grido a tutto il mondo che Tu sei,
l'unico Maestro sei per me.

XIV STAZIONE: “GESÙ È DEPOSTO SEPOLCRO”
V.: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo:
A.: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo di Marco                                                 (Mc 15, 42-46)

Venuta ormai la sera,
poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato,
Giuseppe di Arimatea,
membro autorevole del consiglio,
che aspettava anche lui il regno di Dio,
fattosi coraggio andò da Pilato
e chiese il corpo di Gesù.
Pilato si meravigliò che fosse già morto
e, chiamato il centurione, lo interrogò
se fosse morto da tempo.
Informato dal centurione,
concesse il cadavere a Giuseppe
che, comprato un lenzuolo,
lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato
nella roccia.

Contemplazione
Una pietra viene rotolata contro l’entrata della tomba.
È la fine di tutto?
Di una semplice vicenda umana?
È una storia che molti avevano creduto voluta e fatta da Dio?
Il corpo di Gesù è inghiottito dalla terra
e ogni speranza sembra spenta per sempre
in quel tramonto che incombe.
Con la morte di Gesù il cielo si è fatto cupo,
di un buio impenetrabile:
per le donne che adempiono ai riti della morte,
per Giuseppe d’Arimatea che aspetta il Regno,
ora non c’è che il silenzio di Dio.
Difficile pensare a una nuova alba.
Restano tracce in quel lenzuolo:

                                          23
tracce che raccontano il dolore,
tracce del cammino della croce,
tracce dell’attesa silenziosa.
Quel lenzuolo, oggetto funebre,
si impregna di dolore, si trasfigura in icona.
“Il tuo volto, Signore io cerco:
non nascondermi il tuo volto! “.

Ognuno di noi, nel suo piccolo, come Giuseppe di Arimatea e Sant'Allucio, si
ritrova investito della capacità di far del bene, di operare per salvaguardare il
suo vicino. Viene così investito della missione di “volgere lo sguardo” a ciò che,
troppo spesso, non viene notato, considerato e valorizzato. In questi tempi così
difficili, in cui le nostre certezze vacillano, abbiamo bisogno di ripartire dalla
semplicità di un vivere radicato in un silenzio colmo di umanità e riconoscenza di
ciò che siamo: piccoli ma immensi portatori di luce e amore inscindibili gli uni
dagli altri.
Sant'Allucio, portatore di speranza e operosità, ti chiediamo di volgere il tuo
sguardo al nostro dolore e colmarlo di benevolenza affinché possiamo imparare,
ciò che troppo velocemente dimentichiamo, che siamo fili interconnessi, fragili
da soli ma riparo e sostegno insieme.
                                            Gruppo Giovani Volontari Caritas Diocesana

CANTO: METTI IN ME SIGNORE
È amore, quello che hai posto in me
o Signore,
è una luce la tua luce che mi porta
alla verità,
o Signore guarda me, che sono
niente senza te, metti amore il vero amore nel mio
cuore che si spalanca a te.

Rit. Metti in me Signor, lo Spirito
che possa sempre farmi povero davanti
a te, metti in me Signor, lo Spirito che
possa far sbocciar l’amore dove
amor non c’è.
Metti amore, metti amore.

CONCLUSIONE DEL VESCOVO E PREGHIERA AL SANTISSIMO CROCIFISSO

Signore Crocifisso, tu ci guardi e ci scruti con infinita misericordia,
per chiamarci alla conversione e invitarci all’amore del Padre:
noi ti adoriamo e ti benediciamo.
Signore Gesù, crocifisso e risorto, immagine della gloria del Padre,
nel tuo volto luminoso, apprendiamo come si è amati e come si ama;
dove si trova la libertà e la riconciliazione.

                                             24
Tu che gettasti sangue per la riconciliazione fraterna
 insegnaci a costruire la pace che da te si irradia e a te conduce.
Nel tuo volto glorificato impariamo a vincere ogni forma di egoismo,
a sperare contro ogni speranza, a scegliere le opere della vita
contro le azioni della morte.

O Cristo Crocifisso che tante volte hai liberato il tuo popolo dal male,
allontana il morbo dell’epidemia, che affligge noi e tutta l’umanità.
Ti affidiamo i malati e le loro famiglie, perché trovino in te forza e speranza.
Sostieni i medici, gli infermieri, i governanti, gli amministratori, i ricercatori,
e tutti coloro che lavorano per assicurare alla società il necessario per vivere,
le forze dell’ordine, i volontari, i sacerdoti, i religiosi e le religiose
e chi ha compreso che nessuno si salva da solo
Ti ringraziamo, Signore,per aver mosso in questa difficile
 e pesante situazione, la generosità e la dedizione di tanti cuori.
Signore Crocifisso, con le braccia aperte
accogli nella luce e nella pace del tuo regno
i nostri fratelli e sorelle defunti;
fa’ che i loro cari, duramente colpiti dalla loro perdita,
sentano il tuo conforto e la solidarietà dei fratelli.
Dona a tutti la luce e la forza del tuo Santo Spirito
per affrontare questa calamità e riprendere tutti insieme
con fiducia e speranza il cammino che ci attende.

Donaci la grazia di porre te al centro della nostra vita;
di restare fedeli alla nostra vocazione cristiana;
di annunciare alle genti la potenza della Croce e la Parola che salva;
di essere vigili ed operosi, attenti ai più piccoli dei fratelli.
Signore, concedi alla tua Chiesa di saper stare, come la Vergine Madre,
presso la tua Croce gloriosa e presso le croci di tutti gli uomini,
per recare ad essi consolazione, speranza e conforto.
Amen.

BENEDIZIONE FINALE

V. Il Signore sia con voi.
A. e con il tuo spirito.

Dio, che nella Passione del suo Figlio
ci ha manifestato la grandezza del tuo amore,
vi faccia gustare la gioia dello Spirito
nell'umile servizio ai fratelli.

                                             25
A. Amen.

Cristo Signore,
che vi ha salvato con la sua croce
dalla morte eterna,
vi conceda la vita senza fine.
A. Amen.

Voi, che seguite Cristo umiliato e sofferente,
possiate aver parte alla sua risurrezione.
A. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre ╬ e Figlio ╬ e Spirito Santo ╬,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
A. Amen.

G. Nell’amore di Cristo Signore, andate e vivete in pace
A. rendiamo grazie a Dio.

CANTO: INNO DEL GIUBILEO
Rinati nell’acqua del fonte,
sentiamo l’amore di figli.
Sappiamo che tu Padre buono
Ci vuoi tutti chiesa con te.

Rit. La Chiesa di Pescia ti loda,
pregando la vergine madre
e vuole vivendo il Vangelo
che regni l’amore di Dio.

Col cuore già teso in ascolto della tua Parola
d’amore noi Chiesa, tua sposa, nel canto,
gioiamo all’incontro con Te. Rit.

Uniti al banchetto di Cristo viviamo dell’alto
mistero, portando a ogni uomo ferito
l’amore che Tu doni a noi. Rit.

Sospinti da vera preghiera sentiamoci tutti
fratelli, la terra che tu ci hai donato
sia casa per chi è in povertà. Rit.

Guardando ad Allucio da Pescia,
ai santi che pregano in cielo
vogliamo donarci nel mondo,
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gioiosi inviati da Te. Rit.

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