VEGETAZIONE E PAESAGGIO - Infiniti paesaggi

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                    VEGETAZIONE E PAESAGGIO
                     Istituto Superiore Piazza della Resistenza – Cardano Monterotondo
                     Istituto superiore Angelo Frammartino - Monterotondo

                                                                             Sara MAGRINI – Università della Tuscia
Infiniti paesaggi                                                                                            12/01/15
VEGETAZIONE E PAESAGGIO - Infiniti paesaggi
FLORA, VEGETAZIONE E PAESAGGIO
   Nell’immaginario collettivo non esiste una chiara distinzione tra flora e
   vegetazione. Si è abituati ad osservare il paesaggio vegetale riconoscendone
   una distribuzione discreta (non casuale), chiaramente correlata alle condizioni
   climatiche e alla natura del suolo.
   Nell’interpretazione del sistema ambientale e del paesaggio vegetale prevale
   attualmente una visione integrata, che dà ampio spazio all’uomo con le sue
   attività.

      La FLORA è semplicemente l’insieme delle piante che vivono in un determinato
      luogo

      Per parlare di VEGETAZIONE si deve avere una composizione floristica ed una
      struttura collegata a un pattern di distribuzione legato alle caratteristiche
      ambientali. Non si parla infatti di vegetazione nel caso di coltivi o di
      rimboschimenti.

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COS’È LA FLORA?
   Si definisce FLORA l’elenco delle specie vegetali che vivono in una data area
   geografica. Per es.: flora d’Italia, flora del Lazio, flora della riserva naturale, ecc.
   In particolare, si parla di:

               Flora vascolare, quando il riferimento è alle sole piante provviste di veri
               tessuti conduttori, cioè tutte le piante a seme (spermatofite) e le felci e
               affini (pteridofite)
               Flora briologica, se relativa alle sole briofite (muschi) ed epatiche
               Flora algologica, se relativa alle sole alghe

   Normalmente, il solo termine flora si intende riferito alle piante vascolari, poiché
   queste rappresentano il più grande gruppo di organismi di cui si compone il
   paesaggio vegetale

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COS’È LA VEGETAZIONE?
   Si definisce VEGETAZIONE l’insieme delle comunità vegetali che formano il
   paesaggio vegetale di un’area geografica.

   Una COMUNITÀ VEGETALE (o fitocenosi) è una consociazione di individui di
   piante, appartenenti a specie diverse, che crescono insieme nell’ambito di un sito
   caratterizzato al suo interno da fattori ecologici uniformi (biotopo), e che di
   conseguenza interagiscono e competono fra loro.
              un bosco sul versante di una collina;
              un prato all’interno di una radura;
              l’insieme delle piante che orlano il
              bordo di un sentiero,
   sono tutti esempi di comunità vegetali,
   Ecologicamente omogenee al loro interno e allo
   stesso tempo ecologicamente distinte dagli
   ambienti circostanti.

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COS’È LA VEGETAZIONE?
   Le comunità possono venire distinte fra loro e di conseguenza classificate
   adottando criteri di vario tipo:

      La classificazione di più facile uso è quella fisionomica, cioè basata
      esclusivamente sulle specie dominanti.

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COS’È LA VEGETAZIONE?
   Per scopi scientifici e conservazionistici è spesso necessario utilizzare la
   classificazione fitosociologica, molto più complessa in quanto si basa
   sull’individuazione di particolari gruppi di specie, dette ‘specie caratteristiche’, la cui
   presenza (indipendentemente dalla loro abbondanza) indica particolari condizioni
   ecologiche. La classificazione fitosociologica chiama associazioni le comunità, e
   utilizza speciali nomi latini per distinguerle.

   Lo schema prevede un
   sistema gerarchico con
   alleanze, ordini e classi:
                           Classe (suffisso -etea): es. Quercetea ilicis
                           Ordine (suffisso -etalia): es. Quercetalia ilicis
                           Alleanza (suffisso -ion): es. Quercion ilicis
                           Associazione (suffisso -etum): es. Viburno tini-Quercetum ilicis
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COME SI STUDIA LA VEGETAZIONE?
                                                                 Metodo diacronico
  Metodo fitosociologico               Metodo sincronico
                                                               del quadrato permanente
         di rilevamento                del transetto per lo
                                                              per lo studio di fluttuazioni,
dell’associazione vegetale per          studio di gradienti
                                                                      successioni
       la classificazione
       della vegetazione

                     Ril. 3

                              Ril. 2

            Ril. 1

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 1
COME SI STUDIA LA VEGETAZIONE?
    Con il METODO DI STUDIO DIACRONICO è possibile analizzare le variazioni
    nella distribuzione spaziale delle popolazioni di specie che costituiscono la
    formazione in esame ed eventualmente
    di seguire la successione
    delle comunità vegetali che
    si susseguono in una
    superficie (area)
    permanente.

          Modelli di struttura spaziale
           e verticale (stratificazione)
                    della vegetazione

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DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE
                            È una lenta e spontanea evoluzione delle
                            comunità vegetali nel corso della quale, per
                            progressive sostituzioni floristiche
                            (progressivo inserimento di nuove specie e
                            scomparsa di altre) più aggruppamenti
                            vegetali (o associazioni) si succedono nel
                            medesimo punto

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DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE
                                    Le successioni

 Trasformazione della vegetazione verso la
 costituzione di comunità via via più complesse e
 stabili per l’evoluzione dell’ambiente naturale.

 La successione è il processo attraverso il quale in
 un determinato sito differenti comunità si
 presentano in successione temporale.

 La successione passa attraverso degli stadi,
 corrispondenti a precise e definite configurazioni.
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DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE
                            Le successioni primarie

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STUDIO DI UNA SUCCESSIONE

  Studio diacronico di una successione
  (l’area di saggio corrisponde a un “quadrato
  permanente”)

                                                      Studio sincronico di una
                                                 successione (confronto fra più
                                                       aree di saggio lungo un
                                                            preciso gradiente)

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DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE
                                      Regressione

 Trasformazione della
 vegetazione verso
 comunità via via più
 lontane dalla
 vegetazione testa di
 serie per il perdurare di
 fattori di disturbo
 (esempio: cause di
 natura antropica:
 sovrapascolo, incendi,
 tagli eccessivi,
 inquinamento, etc.).

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DEFINIZIONE DI PAESAGGIO
   CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO
     Articolo 1 – Definizioni
     …..“paesaggio” designa una determinata parte del territorio così come percepita
     dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione dei fattori naturali e/o umani
     e dalle loro interrelazioni.

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COS’È IL PAESAGGIO VEGETALE?

      In ecologia, si definisce “paesaggio” una qualunque estensione di territorio
      formata da una particolare combinazione di ecosistemi.
      Poiché la componente vegetale dell’ecosistema, cioè la comunità vegetale, è la
      più visibile sul campo (ed è facilmente delimitabile nelle foto aeree), spesso è
      direttamente il mosaico delle tipologie di vegetazione ad essere analizzato per
      lo studio dei paesaggi.

      La vegetazione caratterizza fortemente il paesaggio.

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VEGETAZIONE E PAESAGGIO

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VEGETAZIONE E PAESAGGIO

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COS’È IL PAESAGGIO VEGETALE?
                                 Le serie di vegetazione
      Per la comprensione del PAESAGGIO VEGETALE è necessario definire il
      concetto di SERIE DI VEGETAZIONE; quest’ultima viene definita come
      l’insieme delle associazioni, legate da rapporti dinamici, che si rinvengono in
      uno spazio ecologicamente omogeneo con la stessa potenzialità vegetazionale,
      denominato tessera, che rappresenta l’unità biogeografico-ambientale del
      mosaico che costituisce il paesaggio vegetale.

      Il concetto di serie di vegetazione risulta particolarmente adatto per la
      comprensione del paesaggio e la valutazione delle sue trasformazioni, in
      quanto esso consente di interpretare anche quegli aspetti semi-naturali che si
      originano ad opera delle attività umane, come conseguenza della
      frammentazione degli ecosistemi. Lo studio delle serie di vegetazione analizza
      infatti la disposizione spaziale non solo degli elementi naturali ma anche di
      quelli antropici nonché i fattori che ne regolano il funzionamento.
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COS’È IL PAESAGGIO VEGETALE?
                                      Stessa
                                               Le serie di vegetazione
                                      unità
                                      ambientale
                                                       Una serie è l’insieme delle associazioni
                                                       vegetali (presenti, passate o future) legate
                                                       da rapporti dinamici (rapporti seriali)
                                                       presenti in uno spazio omogeneo avente le
                                                       stesse potenzialità vegetazionali (unità
bosco
                                                       ambientale) e che rappresentano stadi
                                                       successionali tendenti ad un medesimo tipo
                                                       di vegetazione potenziale (testa di serie).
                                                   Stessa
                                                   unità
                      mantello                     ambientale      In altre parole, la serie è l’insieme delle
        cespuglieto                                             associazioni che crescono su una unità di
                                                                     territorio omogenea dal punto di vista
                                                         dell’ambiente fisico (tessera/ unità ambientale), e
                          prateria
                                                        che pertanto ospita potenzialmente (in assenza di
                                                                    disturbo) un’unica associazione finale.
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MANTELLO

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COS’È IL PAESAGGIO VEGETALE?

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LE SUCCESSIONI E
                                    LE SERIE DI VEGETAZIONE
  Differenza fra i concetti di successione e di serie:
  Concetto di successione               evoluzione temporale di una comunità che via via
  si trasforma all’interno di una determinata area.
  Concetto di serie di vegetazione               distribuzione spaziale di varie comunità
  legate da rapporti dinamici all’interno di una stessa unità ambientale

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COS’È IL PAESAGGIO VEGETALE?
   I principali fattori che influenzano la vegetazione e quindi il paesaggio sono:

      il clima,
      la litologia (cioè il tipo di roccia),
      la geomorfologia,
      il disturbo dovuto ad eventi naturali,
      il disturbo e le modifiche operate dall’uomo.

   Questa sequenza non è casuale: esiste una precisa gerarchia, nel senso che
   ciascun fattore fissa i limiti all’interno dei quali i successivi agiscono.
   Si noti che in questa relazione gerarchica l’influenza dell’uomo figura per ultima:
   infatti, sebbene l’azione umana influenzi la maggior parte delle caratteristiche più
   evidenti dei paesaggi europei, essa ha potuto, tuttavia, agire solo all’interno dei
   limiti fissati dalle caratteristiche dell’ambiente fisico e biologico (per fare due
   esempi molto semplificati, non si possono impiantare oliveti in aree a clima
   montano, né coltivare castagni su suoli calcarei).
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EFFETTI DELL’ANTROPIZZAZIONE

                                       frammentazione
                                       delle serie, limiti
                                       netti, prevalenza di
                                       stadi distanti dalla
                                       “testa di serie”

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Più serie di vegetazione                     Paesaggio vegetale
                                                             SERIE e GEOSERIE
Considerando i rapporti dinamici tra le associazioni si possono distinguere serie e geoserie.
Nel caso della serie (sigmeto) i diversi stadi fanno riferimento a un solo tipo di vegetazione
naturale potenziale, mentre nel caso di una geoserie si ha una porzione di territorio ove, oltre
alla eterogeneità indotta dall’uomo, si ha un’eterogeneità potenziale da collegare alla
variabilità climatica e litomorfologica.

                                                 Nord                              Sud

                                    Stessa                       GEOSERIE
                                    unità
                                    ambientale

                                                                     fiume
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SERIE DI VEGETAZIONE

   1- Serie climatofila   2 - Serie edafoxerofila    3 – Serie edafoigrofila

   Due associazioni o comunità vegetali confinanti che appartengono alla stessa serie si dicono
   in contatto seriale: crescono sullo stesso ambiente fisico, e costituiscono pertanto stadi
   diversi di una stessa successione.
   Due associazioni o comunità vegetali confinanti che appartengono a serie diverse si dicono in
   contatto topografico o catenale: sono separate da una discontinuità dell’ambiente fisico.
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CONTATTO SERIALE

                                  Contatti seriali
                         Contatti tra due formazioni
                      vegetali che appartengono alla
                                        stessa serie
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CONTATTO CATENALE

Contatti catenali
Contatti topografici tra due
formazioni vegetali che
appartengono a serie diverse

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CONTATTO CATENALE

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Riserva Naturale MACCHIA DI
                    GATTACECA E MACCHIA DEL BARCO

                                  CARTA D'IDENTITÀ
                                  • Superficie a terra (ha): 996,00
                                  • Regioni: Lazio
                                  • Province: Roma
                                  • Comuni: Mentana, Monterotondo,
                                  Sant'Angelo Romano
                                  • Provv.ti istitutivi: LR 29 6/10/1997
                                  • Elenco Ufficiale AP: EUAP1040
                                  • Ente Gestore: Provincia di Roma -
                                  Servizio Aree protette e parchi regionali
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Il territorio della riserva naturale della Macchia di Gattaceca e Macchia
                         del Barco è situato tra la valle del fiume Tevere e i Monti Cornicolani
                        con caratteristiche principali legate ai boschi, ai fenomeni carsici e al
                    paesaggio. Un dolce susseguirsi di colline, ricoperte da oliveti (da cui si
                     ricava il pregiato olio della Sabina) boschi e con vaste aree destinate a
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La riserva si estende principalmente su colline di origine calcarea
                    (Mesozoico) con un'altezza massima di 241 m (in loc. Bosco
                    Cerqueta).
                    L'area è tutelata sia per il valore botanico dei suoi frammenti
                    forestali che per l'intenso carsismo che si manifesta con grotte,
                    inghiottitoi, "sventatori“ e doline. La più spettacolare di queste è
                    sicuramente il "POZZO DEL MERRO"

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POZZO DEL MERRO

                              Imponente voragine,
                          dolina di crollo tra le più
                              profonde del mondo
                            con pareti subverticali
                           fittamente ricoperte di
                                  vegetazione e un
                          piccolo lago di notevole
                          profondità (oltre 310 m)
                                    sul fondo della
                          depressione a circa 80m
                              dal piano campagna.

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POZZO
                    DEL MERRO

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Infiniti paesaggi   Salvinia molesta D. Mitch.
Infiniti paesaggi   Salvinia molesta D. Mitch.
Il paesaggio vegetale della riserva è
                    frammentato sia in relazione alle condizioni
                                naturali che all'azione dell'uomo.
                    Circa la metà del territorio è coltivata, per lo
Infiniti paesaggi                         più a olivi e foraggiere.
La formazione forestale più
                         estesa nei vari frammenti
                     boschivi è un querceto misto,
                    in gran parte ceduo, dominato
                        dal cerro (Quercus cerris),
                    localmente accompagnato dal
                       farnetto (Quercus frainetto)
                      che diventa dominante nella
                                Macchia del Barco
Infiniti paesaggi
Negli strati inferiori la copertura
                           prevalente è assunta dal
                        carpino orientale (Carpinus
                       orientalis) accompagnato da
                     acero oppio (Acer campestre),
                           orniello (Fraxinus ornus),
                    ciavardello (Sorbus torminalis),
                         storace (Styrax officinalis),
                            biancospino (Crataegus
                     oxyacantha), corniolo (Cornus
                           mas), ligustro (Ligustrum
                        vulgare), prugnolo (Prunus
                            spinosa), melo selvatico
                           (Malus sylvestris), sorbo
                     comune (Sorbus domestica) e
                    nespolo (Mespilus germanica).

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Styrax officinalis L. (Storace, Mella bianca)
                                              Fam. STYRACACEAE
                                       Arbusto con foglie alterne, intere, ovate, glabre e
                                                        lucide di sopra, tomentose di sotto.
                                           Lo storace fiorisce in aprile-maggio. I fiori sono
                                                  bianchi, profumati e dolci, portati a 3-6 in
                                           infiorescenze terminali a racemo. Hanno calice
                                   campanulato e corolla candida da cui fuoriescono gli
                                   stami con le antere gialle, formanti una sorta di tubo.
                                  I frutti di forma tondeggiante sono ricoperti da peluria
                                      e contengono numerose sclereidi a forma di stella
                                                 che possono provocare disturbi intestinali.
                                   Lo Styrax officinalis, insieme ad altre specie arboree
                                       di origine orientale come l'albero di Giuda (Cercis
                                       siliquastrum) e la carpinella (Carpinus orientalis),
                                      costituisce uno delle specie di maggiore interesse
                                              naturalistico della Riserva. In Italia colonizza
                                                     macchie e leccete tra 0 e 600 m s.l.m.
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Styrax officinalis L. (Storace, Mella bianca)
                                                Fam. STYRACACEAE
  Il nome Styrax, chiamato "storax" da Plinio, deriva dal suo nome arabo "assthirak". L'epiteto
  specifico si riferisce alle proprietà officinali della pianta, proprietà pressoché sconosciute in Italia.
  Dalla corteccia della pianta, per incisione, si ricava una resina detta anch'essa storace, con
  proprietà antisettiche e cicatrizzanti; Dioscoride ne consigliava l'uso interno per curare le affezioni
  respiratorie. La stessa resina profumata può essere bruciata come incenso.

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In prossimità degli impluvi e dei fossi il
                     cerro è accompagnato da farnia (Quercus
                    robur), acero d’Ungheria (Acer obtusatum),
                         nocciolo (Corylus avellana), samburco
                      (Sambucus nigra) e carpino nero (Ostrya
                      carpinifolia), mentre solo in rari tratti sono
Infiniti paesaggi                     presenti i salici (Salix alba).
Nelle aree sottoposte a maggior drenaggio (aree sommitali o soprastanti le
           cavità carsiche, versanti acclivi) oppure in quelle più drasticamente disboscate,
                 con maggiore insolazione, la vegetazione si modifica in senso termofilo e
             aumentano le specie mediterranee. Il cerro diminuisce la sua copertura ed è
                       sostituito da roverella (Quercus pubescens), albero di Giuda (Cercis
            siliquastrum), orniello (Fraxinus ornus), terebinto (Pistacia terebinthus), leccio
                         (Quercus ilex), fillirea (Phyllirea latifolia), viburno (Viburnum tinus).
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Lo strato erbaceo è
                       largamente invaso dal
                           pungitopo (Ruscus
                          aculeatus), mentre i
                    protagonisti delle fioriture
                           primaverili sono gli
                          anemoni (Anemone
                       apennina) e i ciclamini
                      (Cyclamen repandum).

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Ruscus aculeatus L. (Ruscolo pungitopo)
                                         Fam. LILIACEAE

                               Cespuglio di 3-6 dm, geofita rizomatosa con rizoma
                                   strisciante da cui partono fusti eretti, verde-scuri,
                                                         striati, legnosetti e persistenti.
                               I rami sono trasformati in cladodi lanceolati o ovato-
                            acuminati di 8-14 x 20-32 mm, con acuta spina apicale
                                                                      e 6-7 nervi per lato.
                             I fiori dioici sono isolati e inseriti al centro dei cladodi,
                                  subsessili all’ascella di una bratteola: hanno tepali
                                 bruno-verdastri, più o meno rettangolari di 2,5 mm.
                                     Il frutto è una bacca sferica di 1 cm, rosso-viva.
                                     Comune in tutto il territorio in boschi caducifogli
                                                      termofili e leccete, da 0 a 600 m.
                                      Fiorisce da febbraio ad aprile e da settembre a
                                                                               novembre.
Infiniti paesaggi
Ruscus aculeatus L. (Ruscolo pungitopo)
                                         Fam. LILIACEAE
                             Spesso serviva per tenere i topi lontani dalle mense dei
                               contadini; da qui il nome popolare di Pungitopo. Molto
                                    conosciuto come pianta augurale durante le feste
                            natalizie, il Pungitopo ha subito vere e proprie razzie che
                                     l’hanno reso una specie bisognosa di protezione.
                             Della pianta si usa in fitoterapia solo il rizoma, essendo
                                   molto attivo per il sistema nervoso e per il sistema
                                      venoso sul quale esercita un effetto tonico molto
                                         efficace, ma anche come diuretico, febbrifugo,
                                       antinfiammatorio e astringente. È infatti un buon
                              vasocostrittore, con una notevole azione diuretica, già
                             consigliato per queste sue caratteristiche da Dioscoride
                                e dai medici arabi del Medioevo: Dioscoride usava le
                                  foglie e le bacche macerate nel vino o il decotto del
                                rizoma. In tempi passati, gli erboristi consigliavano di
                                  berne una pozione fatta con le radici e di usare una
                                                    poltiglia, fatta con bacche e cladodi,
Infiniti paesaggi                                             per rinsaldare le ossa rotte.
ORCHIDEE
                          In alcune zone della Riserva, come a
                             Bosco Nardi, si possono ammirare
                                 orchidee in quantità veramente
                    eccezionali, tra cui la poco comune Ophrys
                    tyrrhena e i rarissimi ibridi Ophrys apifera x
                       Ophrys holoserica e Ophrys holoserica x
                                          Ophrys tenthredinifera.

Infiniti paesaggi
SPECIE PROTETTE
                         Ad accrescere l’interesse floristico
                           della zona vi è la presenza di tre
                          specie protette in base all’attuale
                          legislazione regionale: lo storace
                        (Styrax officinalis) presente in Italia
                    soltanto nella regione tiburtino-lucretili-
                           cornicolani, Biarum tenuifolium e
                     Linaria purpurea grazioso endemismo
                                                appenninico.

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Riserva Naturale NOMENTUM

     Superficie: 850 ha circa

     Provincia: Roma

     Istituzione: L.R. 29/97.

     Comuni: Mentana

Infiniti paesaggi
La Riserva si sviluppa in un ambiente collinare con quote di poco
                          superiori ai 200 m. Racchiude aree destinate a diversi usi:
                     frammenti di bosco a latifoglie decidue - come Macchia Mancini,
                           Valle Cavallara, Parco Trentani - che si alternano a oliveti,
                                                     seminativi, colture e zone urbane.
Infiniti paesaggi
L'area si trova in una fascia di passaggio tra l'antico
                      paesaggio fluviale della Valle del Tevere e il limite
                              occidentale dell'area dei Monti Cornicolani,
                    caratterizzata da una stretta connessione tra i valori
                         naturalistici e quelli archeologici, in un contesto
                                         territoriale fortemente degradato.
Infiniti paesaggi

     fine
Riserva Naturale NOMENTUM

Infiniti paesaggi
Riserva Naturale NOMENTUM

                             Di grande valenza naturalistica sono le zone
                             umide e i fossi, lungo i quali si sono
                             depositati sedimenti alluvionali limo-argillosi
                             e si è sviluppata una estesa vegetazione
                             igrofila. In prossimità delle linee di impluvio
                             sono presenti l’olmo campestre (Ulmus
                             minor), l’olmo montano (Ulmus glabra) e il
                             rovo comune (Rubus ulmifolius); in
                             corrispondenza di accumuli d’acqua
                             vegetano il fico (Ficus carica), il sambuco
                             (Sambucus nigra) e l’equiseto massimo
                             (Equisetum telmateja). Molte le specie
                             erbacee favorite dall’accumulo di nitrati,
                             come la bietola (Beta vulgaris) e il giaggiolo
                             puzzolente (Iris foetidissima). Altre specie
                             frequenti sono il luppolo (Humulus lupulus) e
Infiniti paesaggi            la menta (Menta suaveolens).
Individui isolati o esigui raggruppamenti di salice (Salix alba)
                       e di pioppo nero (Populus nigra) si rinvengono con scarsa
                         frequenza, in genere alla confluenza di due o più linee di
                             impluvio, dove il ristagno d’acqua maggiore (Fosso M.
                          Mancini, V. Cavallara, depuratore F. Trentani). Molto più
                          raramente appaiono individui di pioppo bianco (Populus
                             alba) ed esigui popolamenti di carice maggiore (Carex
                      pendula). La presenza di tali residui testimonia il persistere
                    di processi naturali di ricostituzione della vegetazione igrofila
                     originaria, drasticamente ridotta nel Lazio dalla regimazione
                                                         delle acque e dalle bonifiche.
                              Fra Colle Cialtroni e il depuratore di Fondo Trentini, si
                           trovano le ultime tracce di continuità con la vegetazione
                              dell’area cornicolana, testimoniata in particolare dalla
Infiniti paesaggi                       presenza della specie protetta dello storace.
I boschi, sottoposti a intenso pascolamento,
                       variano dalla cerreta (bosco a Quercus cerris)
                      d'alto fusto di Parco Trentani, area altamente
                    frequentata anche a scopo turistico e didattico,
                        dove lo strato arbustivo è ridotto a sporadici
                              individui, alla boscaglia più aperta con
                                            sottobosco in evoluzione.

Infiniti paesaggi
L’albero dominante è il cerro
                    (Quercus cerris), accompagnato da
                             carpino orientale (Carpinus
                            orientalis), orniello (Fraxinus
                               ornus), acero oppio (Acer
                       campestre), a volte carpino nero
                           (Ostrya carpinifolia), corniolo
                    (Cornus mas), evonimo (Euonymus
                      europaeus), edera (Hedera helix),
                            caprifoglio etrusco (Lonicera
                    etrusca) e, fra le erbacee, l’euforbia
                                delle faggete (Euphorbia
                                           amygdaloides).
Infiniti paesaggi

     fine
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