VECCHIE E NUOVE POVERTA': UN WELFARE CHE CAMBIA - Dati di contesto della povertà in Lombardia. Una prospettiva territoriale Guido Gay - Regione ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
© Clay Banks, We're better when we're united, 28 aprile 2019 (Unsplash2020) VECCHIE E NUOVE POVERTA’: UN WELFARE CHE CAMBIA Dati di contesto della povertà in Lombardia. Una prospettiva territoriale Guido Gay
Struttura della presentazione • Goal 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo • Posizionamento della Lombardia • Reddito equivalente al variare dei profili familiari • Povertà nei territori lombardi
Goal 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo L’eliminazione di ogni forma di povertà costituisce il primo degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) da raggiungere a livello globale entro il 2030. Tra i vari Target definiti dall’ONU, risultano particolarmente rilevanti per la nostra regione quelli relativi alla: 1. riduzione delle diverse dimensioni della povertà per uomini, donne e bambini (Target 1.2) 2. attraverso l’applicazione di sistemi adeguati e di misure di protezione sociale (Target 1.3) 3. e implementando quadri politici basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri (Target 1.b).
Povertà relativa Incidenza della povertà relativa • La povertà relativa è cresciuta in Lombardia in modo significativo dopo il 2010, passando dal 2,6% in quell’anno al 6,6% nel 2018. • Nel 2019 si è ridotta al 6,0% in concomitanza con l’introduzione del Reddito di cittadinanza nell’aprile del 2019. • In Italia invece la crescita è stata più contenuta (9,6% nel 2010, 11,4% nel 2019). Nel 2018 era pari all’11.8%. • Nota: la stima dell'incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese: le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Nel 2019, la linea di povertà relativa è risultata pari a 1.094,95 euro, praticamente identica a quella del 2018. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando una scala di equivalenza, un insieme di coefficienti che tengono conto delle economie di scala originate dalla condivisione di costi fissi tra persone che vivono assieme.
Reddito equivalente al variare dei profili familiari Reddito equivalente per numero • A fronte di un valore medio del reddito equivalente nel 2016 pari a componenti 26.669 euro per il complesso delle famiglie considerate , in quelle i cui componenti sono tutti cittadini italiani (d’ora in poi “famiglie italiane”) il reddito equivalente è pari 28.106 euro, nelle altre (d’ora in poi “famiglie straniere”) 13.432 euro. • Il reddito equivalente, con l’eccezione delle famiglie con un solo membro, decresce al crescere del numero di componenti. In particolare, le famiglie straniere con sette o più componenti in media hanno un reddito equivalente lordo annuo inferiore ai 10 mila euro. • Note: Viene analizzato il reddito annuo lordo equivalente 2016 delle famiglie lombarde calcolato da Istat nell’ambito del progetto “Condizioni socio‐ economiche delle famiglie – ARCH.I.M.E.DE”. Sono escluse le famiglie anagrafiche in comuni con meno di 5.000 abitanti. L’analisi è stata effettuata sui dati completi, per un totale di 3.347.340 famiglie lombarde. Per rendere equivalenti i redditi di famiglie diverse si usa la scala di equivalenza OCSE modificata, pari alla somma di più coefficienti individuali (1 per il primo adulto, 0,5 per altro componente ei età maggiore o uguale a 14 anni, 0,3 per ogni componente di età inferiore a 14 anni).
Reddito equivalente al variare dei profili familiari Reddito equivalente per intensità • Le coppie senza figli hanno redditi equivalenti relativamente lavorativa elevati (31.639 euro quelle italiane, 19.539 quelle straniere) mentre i redditi delle famiglie monogenitoriali sono decisamente sotto la media (22.694 euro tra gli italiani, 9.390 euro tra gli stranieri). • L’intensità lavorativa è associata positivamente al livello del reddito equivalente: nelle famiglie in cui il totale dei mesi lavorati dai componenti della famiglia è prossimo al massimo potenziale i redditi sono maggiori rispetto a quelli medi nelle famiglie con bassa intensità lavorativa. • Note: L’intensità lavorativa rappresenta il rapporto fra il totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia di età compresa tra 18 e 59 anni e il totale di mesi potenzialmente disponibili per attività lavorative. L’intensità lavorativa assume valori compresi tra 0 e 1 (rispettivamente: totale assenza di segnali lavorativi nell’anno, e partecipazione continuativa nel mercato del lavoro nel corso dell’anno). La variabile assume valore 0 anche nel caso in cui i componenti siano inattivi (pensionati, bambini, Note: 1 = Intensità lavorativa minore di 0,2; 2= Intensità lavorativa casalinghe). compresa tra 0,2 e 0,49; 3 = Intensità lavorativa compresa tra 0,5 e 0,79; 4 = Intensità lavorativa maggiore o uguale a 0,8
Povertà nei territori lombardi Reddito medio imponibile per percettore di reddito. Lombardia, • Nell’area Milanese si registrano mediamente dichiarazione 2019 (valori in euro) redditi (imponibili per percettore) più elevati. • Sono invece più contenuti gli importi soprattutto nei comuni della fascia settentrionale della regione ma anche in generale in tutta l’area orientale • Per queste aree è tuttavia opportuno segnalare che nei capoluoghi e nei comuni circostanti i redditi imponibili medi sono più elevati rispetto agli altri comuni delle province stesse. • Note: Si tratta dei redditi dichiarati nella dichiarazione dei redditi del 2019 e percepiti nel 2018. Trattandosi dei soli redditi dichiarati restano esclusi i redditi derivanti dall’economia sommersa e quelli di chi lavora all’estero (un fenomeno significativo in alcuni comuni confinanti con la Svizzera).
Povertà nei territori lombardi Misura di povertà: quota dei percettori di reddito con reddito • Nell’area milanese e in generale in tutta la imponibile annuo inferiore a 10.000 euro sul totale dei contribuenti. fascia occidentale della regione (soprattutto Lombardia, dichiarazione 2019 (valori %) l’area bassa delle province di Varese, Como e Lecco e quella di Monza e Brianza, ma anche nell’area settentrionale delle province di Lodi e Pavia) si registra mediamente una inferiore diffusione di percettori a basso reddito. • Milano città (e di comuni della cintura) presenta una incidneza della povertà superiore a quella dell’area milanese.
Povertà nei territori lombardi Utilizzando i dati del reddito annuo lordo equivalente 2016 (progetto “Condizioni socio‐economiche delle famiglie – ARCH.I.M.E.DE”.) è possibile calcolare l’indice di concentrazione di Gini con riferimento al comune di Milano e agli altri comuni lombardi. Comune Indice Rischio Reddito medio lordo di Gini povertà equivalente (euro) Altri comuni >= 5000 abitanti 0.37 22,3 25.152.93 MIlano 0.51 26,4 33.120.90 A fronte di un maggiore reddito medio, Milano città si conferma come una realtà territoriale particolarmente disuguale e caratterizzata da un maggiore rischio di povertà rispetto ai restanti comuni lombardi. Indice di Gini: L’indice di concentrazione di Gini è una misura sintetica del grado di diseguaglianza della distribuzione del reddito: è pari a zero nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi, quando tutte le famiglie percepiscono lo stesso reddito; è invece pari a uno nel caso di massima concentrazione, quando il reddito complessivo è virtualmente percepito da una sola famiglia. Rischio di povertà: Il tasso di rischio di povertà è definito come la percentuale di famiglie con un reddito annuo lordo equivalente inferiore alla soglia di rischio di povertà, fissata al 60 % del reddito annuo lordo mediano equivalente
Impatto dell’emergenza sanitaria Variazione percentuale dei nuclei percettori di RdC/PdC • Il Reddito di cittadinanza (RdC) è una misura che al netto dei decaduti dal diritto per provincia, Gennaio coniuga il contrasto alla povertà con una politica attiva 2020 ‐ Settembre 2020 del lavoro: la Pensione di cittadinanza (PdC) è un beneficio riservato a nuclei familiari composti 40,0 36,0 esclusivamente da uno o più componenti di età pari o 35,0 superiore a 67 anni. 30,0 • Consideriamo la dinamica dei nuclei percettori di 25,0 RdC/PdC al netto dei decaduti dal diritto: a gennaio 19,9 20,2 19,5 18,9 19,0 2020 in Lombardia erano 90.048, a settembre 112.939, 20,0 16,3 15,9 16,5 15,2 con un aumento del 25,4%. 15,0 12,5 12,9 • Come si può verificare nella figura seguente Milano si 10,0 conferma come la provincia lombarda più interessata, 5,0 con un aumento dei nuclei beneficiari del 36,0%. 0,0 • Note: L’Osservatorio statistico sul Reddito/Pensione di Cittadinanza dell’INPS pubblica un report trimestrale riferito ai nuclei percettori di RdC/PdC e basato sulle domande trasmesse all’Istituto dai Caf, dai Patronati e dalle Poste Italiane.
Impatto dell’emergenza sanitaria Popolazione residente lombarda, gennaio 2019 – giugno 2020 • In provincia di Milano la crescita 100,8 della popolazione residente si è 100,6 interrotta a marzo 2020. Tra marzo 2020 a giugno 2020 l’indice 100,4 decresce da 100,6 a 100,3. 100,2 • Nelle restanti province la popolazione era già stagnante, con 100,0 la pandemia si è avviata una fase di 99,8 decrescita (da 100,0 marzo 2020 a 99,6). 99,6 99,4 99,2 99,0 Settembre Aprile Ottobre Aprile Gennaio Marzo Luglio Agosto Gennaio Marzo Febbraio Novembre Febbraio Dicembre Maggio Maggio Giugno Giugno Note: Istat, Bilancio demografico, anni 2019 ‐ 2020 (dati provvisori). 2019 2020 popolazione altre province (gennaio 2019 = 100) popolazione provincia milano (gennaio 2019 = 100)
Attività di ricerca e studio delle politiche della povertà Regione Lombardia ha commissionato a Polis‐Lombardia il progetto «Attività di ricerca e studio delle politiche della povertà» che ha per principale oggetto l’implementazione del RdC nella nostra regione. L’attività di ricerca, in collaborazione con ISMERI, è in corso (il progetto si conclude a fine novembre 2020) e si articola nella raccolta dati, realizzata attraverso una survey rivolta a tutti gli Ambiti lombardi, e nella realizzazione di cinque «studi di caso» (Milano, Lodi, Romano di Lombardia, Saronno, Casalmaggiore) realizzati grazie ad interviste in profondità. Le dimensioni di analisi su cui si concentra la ricerca riguardano: L’impatto che l’avvio della misura sta avendo sui servizi sociali territoriali (es. difficoltà nella gestione dei bandi, nella gestione delle piattaforme, nell’accoglimento degli utenti ecc.) L’integrazione fra RdC e le altre misure di sostegno al reddito di natura comunale e regionale Il ruolo che la regione può giocare nell’implementazione della misura (es. supporto agli ambiti; interfaccia con ministero e Inps) L’avvio dei Progetti di utilità collettiva (PUC) Punti di forza e debolezza del RdC Implementazione del RdC in relazione all’attuale emergenza sanitaria.
Grazie per l’attenzione.
Puoi anche leggere