USO IMPROPRIO DEI DOCUMENTI DI IDENTITÀ - 281 DELLO STGB DELLA RFT - 281 DELLO STGB DELLA ...

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Tribunale Bologna 24.07.2007, n.7770 - ISSN 2239-7752
                                               Direttore responsabile: Antonio Zama

     Uso improprio dei documenti di identità - 281 dello
                       StGB della RFT
                                   Missbrauch von Ausweispapieren
                                                 02 Settembre 2018
                                                  Armin Kapeller

I. Introduzione
II. Il § 281 StGB e l’oggetto della tutela
III. Ausweispapiere e ausweisgleiche Papiere
IV. È punibile sia il Gebrauch che l’Überlassen
V. Elemento soggettivo e tentativo
VI. Alcune decisioni delle giurisdizioni superiori

I. Introduzione
Un reato che negli ultimi 7-8 anni ha registrato un considerevole aumento, è quello p. e p. dal § 281 del
Codice Penale. Ciò anche in conseguenza del fenomeno migratorio in genere e dell’immigrazione
clandestina in particolare, di cittadini extracomunitari nonchè del fatto che le autorità comunali stanno
mostrando sempre più sensibilità nei confronti di persone (in particolare, nei confronti di chi soffre di
difficoltà deambulatorie, riservando a queste persone appositi spazi per parcheggiare le autovetture).
Gli “abusi” delle autorizzazioni di parcheggio nelle aree appositamente riservate, sono più frequenti di
quanto si possa credere, anche se si deve costatare che nella nostra epoca, definita – spesso – epoca dei
diritti, i diritti non hanno giovato a tutti nello stesso modo; anzi, ne hanno tratto profitto soltanto alcuni a
danno degli altri, della moltitudine. Il tempo di avere diritti pare che non si sia (ancora) avverato per certe
persone, nonostante le solenni proclamazioni e i congressi mondiali che avrebbero dovuto avere per effetto
un nuovo ethos.
In realtà, si deve registrare, spesso, la violazione dei diritti dei deboli, dei diritti di chi “non sa”…, di chi
non ha i mezzi per far valere i propri diritti. Le violazioni sono reali, mentre la morale è illusoria; serve
ancora troppo frequentemente, a coprire, a illudere, a esentare dal “guardare”.
I diritti come retorica dei diritti, li troviamo di frequente sulla bocca di coloro che ne fanno schermo per
rivestirne il loro potere, conculcandoli agli altri. Diritti, non come protezione, ma, al contrario, come
legittimazione delle prevaricazioni.
Che cosa prevede, dunque, il § 281 StGB ?
“Chiunque, al fine di indurre altri in errore sulla propria identità, utilizza un documento d’identità rilasciato
ad altra persona oppure, al medesimo fine, consegna ad altra persona un documento a lui non rilasciato, è
punito con pena detentiva fino a un anno o con la pena della multa. È punibile il tentativo”.
Così dispone il § 281, comma 1, StGB.
Agli Ausweispapiere sono equiparati certificati e altri documenti utilizzati a fini d’identificazione” (comma
2 del cit. paragrafo).

II. Il § 281 StGB e l’oggetto della tutela
Il § 281 StGB È posto a tutela della sicurezza e dell’affidabilità di documenti genuini d’identità (e dei
documenti equiparati agli stessi), utilizzati nel Rechtsverkehr. Scopo della norma è di tutelare la
particolare fiducia di cui sono dotati documenti rilasciati da autorità statali. Vi è un “istitutionelles
Interesse an der Urkunde als Beweismittel”. Secondo dottrina e giurisprudenza largamente prevalenti,
s’intendono tutelare soltanto Allgemeininteressen. Il patrimonio individuale sarebbe garantito dal paragrafo
testÈ citato soltanto indirettamente (“reflexhaft”). Per questo motivo è stato anche ritenuto, che il reato p. e
p. dal § 281 StGB, non sia da considerare una “Vortat der Hehlerei” (ricettazione).
Secondo una corrente dottrinaria rimasta però minoritaria, con il disposto di cui al § 281 StGB, il
legislatore ha voluto garantire pure la c.d. Dispositionsfreiheit di persone che – potenzialmente – sono
vittime di una Täuschung (immutatio veri). Si parla, in proposito, di “Recht der einzelnen Personen von
Täuschungen verschont zu bleiben” e di “Beweisführungsinteresse der am Rechtsleben teilnehmenden
Personen”.

III. Ausweispapiere und ausweisgleiche Papiere
Ausweispapiere, ai sensi del comma 1 del § 281 StGB, sono documenti d’identità, rilasciati da una
pubblica autorità (“von einer hoheitlichen Stelle ausgestellte Dokumente”). Per integrare il reato previsto
dal paragrafo ora citato, è necessario, che il documento sia stato rilasciato a persona diversa da quella
che l’utilizza. L’esempio tipico di Ausweispapiere sono il passaporto, l’Arbeitsbuch (il libretto di lavoro),
il Behindertenausweis, le asylverfahrensrechtlichen Aufenthaltsgenehmigungen (ved. Corte d’appello di
Sachsen-Anhalt 528/98, dd. 23.2. 1999), le tessere di servizio di pubblici dipendenti.
Ai fini dell’integrazione della fattispecie di cui al § 281 StGB, occorre che il documento utilizzato sia
genuino e non falsificato; in quest’ultimo caso trova applicazione il § 267 StGB (che punisce
l’Urkundenfälschung). Il documento, affinchè venga realizzato lo Straftatbestand ex § 281 StGB, deve
essere stato rilasciato a persona diversa da quella che lo usa.
È da notare che secondo autorevole dottrina, la tutela “apprestata” dal § 281 StGB non vale per documenti
rilasciati con modalità elettroniche in quanto non si tratta di “Urkunden” ai sensi del § 267 StGB.
I c.d. ausweisgleichen Papiere (§ 281, c. 2, StGB) sono documenti che, oltre alla loro specifica funzione
probatoria, vengono utilizzati a fini identificativi, vale a dire, per dimostrare l’identità del titolare o altre
condizioni personali. Requisito indispensabile per i c.d. ausweisgleichen Papiere, è che gli stessi abbiano
almeno uno degli Identifizierungsmerkmale (fotografia, firma del titolare), quali sono i certificati
attestanti il permesso di soggiorno o i Kfz-Zulassungsbescheinigungen (“carta di circolazione”) per auto o
motoveicoli.

Non sono invece ausweisgleiche Papiere ai sensi del § 281 StGB – e, di conseguenza, non godono della
“protezione” di cui al comma 1 del cit. paragrafo – i certificati rilasciati da privati, come p. es. i certificati
di lavoro, le carte di credito, private Werksausweise.
La “tutela” accordata dal § 281 StGB concerne non soltanto documenti rilasciati da autorità della RFT, ma
anche documenti, al cui rilascio hanno provveduto autorità di Stati esteri.
IV. È punibile, sia il Gebrauch, sia l’Überlassen
Non è configurabile il reato de quo, se l’uso o l’Überlassen (consegna in disponibilità) del documento
riguarda una fotocopia del documento originale (BGH St 20, 17).
L’“Überlassen eines Ausweispapieres an eine andere Person” (c. 1, § 281, StGB), si concreta nel
mettere questa persona in grado di avere la disponibilità effettiva del documento a lui non rilasciato e che
possa servirsene. Integra l’elemento oggettivo dello Straftatbestand di cui al § 281 StGB, anche se
l’Überlassen è avvenuto per un lasso di tempo breve.
V. Elemento soggettivo e tentativo
Per quanto concerne l’elemento soggettivo del reato de quo, ai fini della sussistenza dello stesso, occorre
che il soggetto attivo del reato agisca “im Rechtsverhältnis” con il fine di indurre in errore il decipiendus
sull’identità di esso soggetto attivo. Occorre quindi che il fine sia un’Identitätstäuschung nel senso che
s’intende ingenerare nel decepiendus, che la persona raffigurata nel documento sia identica a quella che usa
il documento (BGHSt 16, 33, 34). Colui che consegna il documento ad altra persona con lo scopo
dell’Identitätstäuschung, non è però punibile a titolo di “Beihilfe zum Gebrauch”.
A norma del § 281 StGB è punibile anche il tentativo. Tuttavia, è da osservare che secondo una corrente
dottrinaria, non configura tentativo di uso del documento, se si esibisce una copia del documento originale,
anche nell’ipotesi i cui il soggetto attivo del reato si sia dichiarato disposto a presentare in un tempo
successivo l’originale. Questa tesi non è stata condivisa dalla Corte suprema federale (ved. BGH St 20,
17 (20)). Costituisce invece Versuch des Überlassens, se il soggetto attivo del reato offre la consegna del
proprio documento ad altra persona.

VI. Alcune decisioni delle giurisdizioni superiori
Vediamo ora più specificamente alcune decisioni delle giurisdizioni superiori in materia di Missbrauch
von Ausweispapieren, non tutte conformi.
La semplice esposizione sul parabrezza di uno Schwerbehindertenausweis (il contrassegno “aG”) da parte
di persona diversa da quella, alla quale tale documento è stato rilasciato, non costituisce – secondo la Corte
d’appello di Stuttgart (ordinanza dd. 27.8.2013) - “Täuschung im Rechtsverkehr” in quanto, come ha
argomentato quest’ Oberlandesgericht, la Täuschung non si riferisce all’identità della persona
handicappata, ma al fatto di avere – contrariamente al vero – trasportato il titolare della Parkgenehmigung.
Diverse sono state però alcune decisioni di altre giurisdizioni superiori.
Questi Ausweise, trattandosi di persönliche Dokumente, non sono übertragbar (trasferibili/cedibili) e il
loro rilascio a persone handicappate, costituisce non soltanto un’Erleichterung in favore di questa categoria
di persone, ma è anche un Nachteilsausgleich (§ 46, c. 1, StVO (Codice d. Str.)). È stato detto che i diritti
hanno un doppio lato, uno benefico e uno malefico; il guaio è che il lato malefico sta nelle mani dei
potenti, mentre il lato benefico è nelle mani dei deboli. Cosí i diritti, anzichè servire la “Giustizia”,
alimentano la prevaricazione, l’ingiustizia.
È statisticamente provato che il reato p. e p. dal § 281 StGB, viene consumato (o tentato) più
frequentemente, anzichè da extracomunitari, da cittadini della RFT, che espongono uno
Schwerbehindertenausweis, senza averne titolo, senza essere affetti da Behinderung o senza aver
provveduto al trasporto di una persona di tal genere sul posto, per poi provvedere al ritrasporto al domicilio
del Behinderten. Ma, come vedremo, questa c.d. Parkplatz-Trickserei costa caro, se costatata da organi di
polizia.
Va rilevato che secondo un’interessante sentenza del BGH (Corte suprema federale), ai fini
dell’applicazione del § 281 StGB, non basta l’“Auslegung des Behindertenausweises” dietro il
parabrezza del veicolo, il che farebbe ritenere che il veicolo sia autorizzato a parcheggiare su spazi
appositamente riservati; occorre altresí una “Täuschung über die Identität des Ausweisinhabers”
(sull’identità del titolare dell’autorizzazione a parcheggiare nell’area riservata).In altre parole, occorre che
l’Ausweis rilasciato ad altra persona, venga utilizzato per ingenerare l’apparenza che chi ha parcheggiato
il veicolo, sia la persona, alla quale l’Ausweis è stato rilasciato.
Il soggetto attivo del reato deve agire al fine di indurre in errore un terzo (organo di polizia), che esso
soggetto attivo, che avrebbe provveduto a trasportare l’handicappato, sia “personengleich” con chi figura
quale titolare del documento. In questo senso ved. BGH StR 190/68 e BGH St 22, 278.
Non è riscontrabile – secondo un’altra sentenza del BGH – la Täuschung, che la persona utilizzatrice
dell’Ausweis (il conducente del veicolo) sia anche l’effettivo titolare dello Schwerbehindertenausweis,
qualora il documento venga semplicemente esposto dietro il parabrezza. Ciò, in quanto il fatto che
l’Ausweis sia stato rilasciato al conducente del veicolo, non costituisce “Erklärungsinhalt der Auslegung
im Fahrzeug”.
L’esposizione di un Parkausweis für Behinderte – rilasciato ad altra persona – da parte del conducente del
veicolo, non implica che questi sia (anche) titolare dell’Ausweis che autorizza di parcheggiare in
determinate aree riservate. Infatti, l’autorizzazione consente di sostare non soltanto al conducente (che è
behindert), ma anche a chi trasporta il Behinderten, tutte le volte in cui la “Fahrt dient dem Behinderten”
.
Sopra abbiamo accennato al fatto che ai fini della configurabilità del reato p. e p. dal § 281 StGB, è
necessario che il documento, di cui il soggetto attivo ha fatto “Gebrauch” (o che ha “einer anderen Person
den Ausweis überlassen”), non sia contraffatto, vale dire, sia “echt”. L’”Echtheit”, la genuinità del
documento, deve essere oggetto di accertamento da parte del giudice; altrimenti non può esservi
condanna ex § 281 StGB. Per questo motivo, la Corte d’appello di Hamm, con ordinanza dd. 18.2.2014,
aveva accolto l’istanza di Revision di chi era stato condannato, per truffa tentata e per Missbrauch von
Ausweispapieren, a 90 Tagessätze zu je 10 Euro.
I giudici della Revision avevano “censurato” l’operato del Landgericht in quanto le Feststellungen del
medesimo erano state “lückenhaft” (lacunose). In particolare, il giudice di primo grado non aveva
accertato l’Echtheit del documento utilizzato dall’imputato. Questo documento era stato bensì
sottoposto a sequestro il giorno del fatto, ma poi ne era stata disposta la restituzione. Sulla base della
fotocopia in atti, aveva osservato l’OLG, non era possibile accertare, se l’originale della stessa
rappresentasse un documento genuino o meno. Pertanto la Corte disponeva l’Aufhebung dell’impugnata
sentenza, con rinvio ad altra Strafkammer.

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