Un defibrillatore in più per il Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo

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Un defibrillatore in più per il Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo
Un defibrillatore in più per il Pronto
                         soccorso di Humanitas Gradenigo
   La onlus torinese "La Festa dei Limoni" ha regalato al Pronto soccorso dell’Ospedale un
      nuovo apparecchio salvavita che è stato posizionato all’interno della nuova OBI.

Un defibrillatore in più per Humanitas Gradenigo. È quello donato giovedì 5 aprile all’Ospedale da “La
Festa dei Limoni”, onlus torinese che da anni destina il frutto delle proprie donazioni a ospedali o
strutture con persone in condizione di difficoltà sociale. Il nuovo defibrillatore è stato posizionato
all’interno della OBI (Osservazione breve intensiva) di Humanitas Gradenigo, inaugurata un mese fa
e in grado di accogliere fino a diciotto pazienti, completando la disponibilità di apparecchi per la
defibrillazione nell’area di Emergenza e Urgenza dell’Ospedale.

Marco Braico, presidente de “La Festa dei Limoni” nonché autore dell’omonimo romanzo che racconta
la sua storia di malattia e il percorso clinico che gli ha permesso di sconfiggerla, ha sottolineato la finalità
che muove l’associazione: «Doniamo cose concrete, non denaro. In pochi anni abbiamo già raggiunto
ventisei strutture e completato oltre cinquanta obiettivi», ha detto. Mentre il Direttore generale di
Humanitas Gradenigo, Paolo Berno, ha ringraziato per l’attrezzatura ricevuta dall’Ospedale definendo
l’azione della onlus «un bell’esempio di solidarietà e impegno verso gli altri». Il Direttore sanitario di
Humanitas Gradenigo, dottor Domenico Tangolo, ha infine rimarcato l’importanza del legame tra
Ospedale e territorio che «si sostanzia in iniziative di grade utilità come quella odierna».

Il defibrillatore è stato consegnato da Braico al dottor Giorgio Carbone, responsabile del Pronto
soccorso di Humanitas Gradenigo, accompagnato nell’occasione dal dottor Piero Mandelli e dalla
dottoressa Cecilia Deiana dell’area di Emergenza e Urgenza dell’Ospedale. Il nuovo apparecchio,
piccolo, leggero e maneggevole, consente al personale specializzato in tecniche di rianimazione di
utilizzare la modalità semiautomatica per sfruttarne l’estrema flessibilità delle opzioni terapeutiche: una
speciale manopola di selezione consente agli operatori di spostarsi rapidamente tra i diversi menu
dell’apparecchio e di erogare al paziente la defibrillazione o la terapia di stimolazione. La
donazione del nuovo defibrillatore e la sua entrata in funzione all'interno della OBI sono state possibili
grazie al fondamentale contributo dell'Ingegneria clinica di Humanitas Gradenigo che ha seguito tutti
i passi necessari a far sì che l'apparecchio venisse consegnato e messo in funzione in tempi celeri.

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Il professor Muto e l’Urologia di Humanitas
                         Gradenigo a “SIU Live 2018”
   Due interventi chirurgici eseguiti con successo in diretta streaming durante la seconda
     edizione dell’iniziativa che ha coinvolto un gruppo di selezionati ospedali europei e
 nordamericani: Laser al Tullio per l’adenoma prostatico e una Chirurgia open mininvasiva
                    in anestesia periferica per una prostatectomia radicale.

Due interventi eseguiti dal professor Giovanni Muto hanno suggellato la partecipazione di Humanitas
Gradenigo alla seconda edizione del “SIU Live”, due giorni di interventi chirurgici urologici eseguiti in
selezionate sale operatorie di Europa e Nord America e trasmessi in diretta streaming. Giovedì
5 aprile il professor Muto e la sua équipe hanno prima asportato un adenoma prostatico servendosi del
Laser al Tullio e, poche ore più tardi, trattato un tumore della prostata utilizzando una particolare
chirurgia mininvasiva in anestesia periferica.

«Si tratta di due tecniche che pongono Humanitas Gradenigo all’avanguardia tra gli Ospedali italiani
e non – spiega il professor Muto -. Già il mio ruolo di chairman al recente Congresso europeo di
Urologia a Copenhagen era servito ad affermare la validità del Laser al Tullio nel trattamento
dell’adenoma prostatico, aver potuto eseguire un intervento specifico al cospetto di un’audience tanto
numerosa e qualificata ha ribadito l’efficacia di questa metodica. Allo stesso modo, il mio secondo
intervento chirurgico della giornata ha dimostrato come per una selezionata categoria di pazienti si
può ricorrere con successo a una tecnica diversa da quelle robotica o laparoscopica che oggi vanno per la
maggiore».

Il professor Muto è stato tra i pionieri assoluti nell’utilizzo del Laser al Tullio per l’asportazione
dell’adenoma prostatico: «Ha caratteristiche speciali che gli permettono di lavorare con un’energia
molto bassa senza perforare il tessuto - continua -. L’intervento eseguito giovedì 5 aprile è avvenuto con
il Laser in funzione a 20/30 Watt, una potenza molto ridotta che ha consentito di rimuovere
l’adenoma prostatico risparmiando al paziente fastidi allo sfintere, perdite urinarie e qualsiasi shock
operatorio».

Nel secondo intervento effettuato per “SIU Live 2018”, il professor Muto ha invece eseguito una
prostatectomia radicale attraverso una una chirurgia open mininvasiva in anestesia periferica
(con paziente sveglio e collaborante) e con l’aiuto di una telecamera miniaturizzata che magnifica le
immagini e consente al chirurgo di vedere le strutture da operare magnificate su uno schermo in maniera
analoga alla robotica e alla laparoscopia: «Un intervento durato un’ora, realizzato attraverso
un’incisione di sei centimetri con il paziente disteso in posizione piatta che discorreva serenamente con
me e la mia équipe - prosegue -. È una tecnica assai meno impattante di quella laparoscopica, che
richiede invece un tempo di lavoro più lungo, con il paziente in posizione piuttosto scomoda con il busto e
le gambe in posizione decisamente più alta della testa e in anestesia generale». La prostata può tuttavia
essere asportata con questa tecnica solo di fronte a precise indicazioni: al contrario di quelle robotica
o laparoscopica, la tecnica proposta dal professor Muto consente di eseguire l’intervento in anestesia
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peridurale (meno tossica di quella generale), magnificare le immagini come nelle tecniche robotiche
e laparoscopiche, poter utilizzare anche la sensibilità digitale e manuale del chirurgo a volte
necessaria per apprezzare la reale consistenza dei tessuti da rimuovere.

“SIU Live” è stata organizzata dalla Società Italiana di Urologia: un evento unico capace di presentare,
in diretta planetaria, i più moderni interventi di chirurgia urologica eseguiti “a casa loro” da
colleghi italiani e stranieri. I centri europei e statunitensi prescelti hanno garantito un’intensa e unica
esperienza chirurgica “live” a 360 gradi, con quattro schermi in contemporanea e oltre 61 differenti
procedure urologiche distribuite in due giorni, interagendo in diretta con gli operatori coinvolti e potendo
così comprendere in maniera approfondita le tecniche da loro utilizzate.

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Dolore cronico? In Humanitas Gradenigo
                        le nuove tecniche antalgiche
Peridurale, peridurolisi e stimolatori midollari figurano tra le procedure oggi adottate dalla
struttura di Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica diretta dal dottor Parigi: «Il dolore
                acuto o cronico può limitare la Qualità di vita del paziente».

Dolore cronico? La struttura di Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica di Humanitas
Gradenigo potenzia la propria attività con una serie di procedure antalgiche invasive che puntano in
special modo a liberare il paziente da dolori della colonna, discopatie degenerative, sindrome da
fallimento chirurgico spinale (il cosiddetto FBSS), nevralgie del trigemino, dolore neuropatico e
dolore oncologico.

In Humanitas Gradenigo di Terapia antalgica si occupano il dottor Luigi Parigi, responsabile di
Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica, con il dottor Gianluca Maniscalco e la dottoressa
Daniela Clerici: «Il dolore acuto o cronico può limitare in modo drastico le attività di tutti i giorni
del paziente - afferma il dottor Parigi -. Il nostro intervento può rivelarsi risolutivo e migliorare la sua
Qualità di vita». Chi è di norma il paziente che ricorre alla Terapia antalgica? «È la persona sofferente
da almeno sei mesi di un dolore cronico che non ha risposto ai trattamenti conservativi, fisiatrici
e farmacologici osservati», risponde il dottor Maniscalco. «In Humanitas Gradenigo siamo oggi in
grado di eseguire interventi chirurgici ed endoscopici all’avanguardia dal punto di vista scientifico
e tecnologico - aggiunge la dottoressa Clerici -. Nella maggior parte dei casi, Il dolore si riduce fortemente
e può anche arrivare alla remissione totale cambiando l’orizzonte di vita del paziente».

Tra le varie procedure adottate in Day Surgery, in ambulatorio o in regime di ricovero dall’équipe
di Terapia antalgica di Humanitas Gradenigo vanno sicuramente segnalate la peridurale (un’iniezione
eseguita nello spazio peridurale, soprattutto per lombosciatalgie e altri dolori lombari) e la
radiofrequenza. Per la peridurolisi e la periduroscopia: «Ci si avvale di un cateterino inserito
attraverso il canale sacrale - prosegue la dottoressa Clerici -. È una tecnica endoscopica che
permette di visualizzare lo spazio peridurale e di intervenire con farmaci e con un palloncino per
rimuovere fibrosi e aderenze». Gli stimolatori midollari ad alta frequenza sono invece indicati quando
le altre tecniche non hanno avuto successo, soprattutto quando il paziente è affetto da FBSS. Le
nevralgie del trigemino vengono trattate con blocchi periferici o del ganglio di Gasser.

«Il paziente con dolore cronico che si presenta in Humanitas Gradenigo si sottopone a una prima vista
con attenta valutazione della patologia, generalmente seguita da terapia farmacologica, dopodiché se
necessario si ricorre a tecniche sempre più invasive», conclude il dottor Parigi sottolineando così il
percorso di diagnosi e cura che connota oggi l’Ospedale.

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Ernia inguinale, recupero più veloce
                            con la tecnica laparoscopica
«Nessun taglio chirurgico ma un intervento mininvasivo che permette di tornare alla piena attività
   lavorativa e sportiva dopo appena quattro settimane», spiega il dottor Dario Borreca. La stessa
 tecnica può essere utilizzata anche per le ernie bilaterali, in caso di recidive o su pazienti anziani.

L’incidenza globale dell’ernia inguinale nella popolazione si aggira intono al 4/5 per cento, con valori che
raddoppiano se si prende in considerazione il solo genere maschile. L’incidenza della patologia erniaria
aumenta progressivamente con l’età, con un rilevante impatto sulla capacità lavorativa del malato e,
conseguentemente, sui costi sociali che ne derivano. La riparazione di ernia inguinale rappresenta
l’intervento chirurgico più frequentemente eseguito nelle sale operatorie di tutto il mondo:
nonostante la diffusione della patologia, sono pochissimi i centri in Italia a trattarla con la metodica mini-
invasiva, tra questi figura l’Ospedale Humanitas Gradenigo.

Uno studio recente ha rilevato che il 42 per cento dei fallimenti della chirurgia open tradizionale è dovuto a
difetti persistenti non riparati adeguatamente. In aggiunta, nel 9% dei casi, ci si trova in presenza di ernie
crurali inizialmente misconosciute. L’approccio laparoscopico riesce a esplorare nella sua interezza
l’orifizio miopettineo di Fruchaud (ovvero l’area anatomica dove possono verificarsi le ernie inguinali e
crurali), individuando con sicurezza anche minimi difetti di parete, permettendo una riparazione completa.

È un intervento risolutivo che può essere eseguito con la classica tecnica chirurgica aperta o, come avviene
in Humanitas Gradenigo, attraverso la tecnica laparoscopica introdotta in Ospedale dal dottor Claudio
Filippa e dalla dottoressa Maria Paola Bellomo, responsabile dell’équipe di Chirurgia oncologica
mininvasiva: «Si tratta di chirurgia altamente mininvasiva che non prevede tagli se non la semplice
apertura di tre forellini», continua il dottor Borreca. Questa tecnica permette un recupero più rapido delle
attività quotidiane e un ritorno più celere all’attività sportiva: «In genere, sette giorni dopo l’intervento, il
paziente può già riprendere a guidare l’auto e svolgere un’attività lavorativa a bassa intensità, mentre circa
tre o quattro settimane più tardi avrà un recupero completo della quotidianità». Per tutti questi motivi, le
ultime linee guida internazionali, raccomandano l’adozione della tecnica videolaparoscopica nella riparazione
dell’ernia inguinale monolaterale primitiva, la varietà di ernia predominante.

L’intervento con l’approccio mininvasivo dura poco più di mezzora e viene eseguito in anestesia generale.
In alcuni casi selezionati, quando cioè il paziente è giovane, in eccellenti condizioni di salute e non ansioso, può
essere utilizzata l’anestesia spinale che consente di tornare a casa il giorno stesso dell’intervento. «La chirurgia
laparoscopica può essere utilizzata anche per le altre ernie della parete addominale anteriore e applicata senza
problemi anche sul paziente anziano. In ogni caso, garantisce un ritorno più rapido alle attività quotidiane e
una riduzione del dolore post operatorio». È una tecnica raccomandata anche in presenza di una
recidiva di ernia già operata per via anteriore o al cospetto di ernie bilaterali: «Nel primo caso l’intervento
non sarebbe più possibile con la chirurgia aperta per via del rischio di lesionare i vasi e produrre l’ischemia del
testicolo, nel secondo caso le due ernie verrebbero trattate in contemporanea attraverso i soliti tre forellini
anziché ricorrere a due tagli decisamente più invasivi».
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5x1000: Humanitas Gradenigo sostiene
                           la ricerca contro il cancro
 Anche quest’anno l’Oncologia di Humanitas Gradenigo, Centro di riferimento regionale per
   la cura dei tumori, sostiene i ricercatori della Fondazione Humanitas per la Ricerca.

Anche quest’anno l’Ospedale Humanitas Gradenigo, da sempre impegnato in prima linea nella
prevenzione e nella cura dei tumori, supporta le attività di Fondazione Humanitas per la Ricerca
attraverso la possibilità di destinarle il 5×1000.

Proprio il 5×1000 serve a dare un ulteriore sostegno all’attività dei ricercatori di Fondazione
Humanitas per la Ricerca e dell’Ospedale Humanitas Gradenigo, impegnati insieme nella lotta al cancro
con l’obiettivo di percorsi d’avanguardia nella diagnosi e nella cura delle malattie oncologiche.

Da molti anni l’Ospedale Humanitas Gradenigo rappresenta una tra le eccellenze della sanità
piemontese, tassello attivo all’interno della Rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta. Diretta dal
dottor Alessandro Comandone, l’Oncologia di Humanitas Gradenigo riveste oggi il ruolo di Centro
di riferimento per la cura dei tumori di colon-retto, tiroide, ovaio, stomaco e tumori urologici ed è
sede del Gruppo italiano tumori rari e Centro di eccellenza per le cure palliative.

Che cos’è il 5×1000?

Il 5×1000 è una quota che fa parte del gettito fiscale Irpef e che lo Stato italiano, recependo l’indicazione
dei contribuenti, destina a sostegno di enti di ricerca sanitaria, enti senza fini di lucro e ad altri soggetti
specifici che svolgono attività di rilevanza sociale.

Si tratta di una quota d’imposta alla quale lo Stato rinuncia e che non sostituisce l’8×1000. Per il
contribuente rappresenta una scelta che non comporta alcuna spesa: si tratta solo di decidere a quale
ente destinare una parte dell’imposta sul reddito.

Come si può devolvere il 5×1000?

È molto semplice: basta una firma nel riquadro “Finanziamento della ricerca scientifica e della università”
riportando il codice fiscale numero 97408620157.

Gradenigo sostiene il 5×1000 alla Fondazione Humanitas per la Ricerca

La Fondazione Humanitas per la Ricerca sostiene la ricerca clinica e di base in ambito immunologico e le
sue possibili applicazioni per la cura di malattie di grande impatto sociale, come tumori, infarto, ictus e
patologie autoimmuni.

Tra le altre cose è possibile infine indicare un’area di ricerca favorita alla quale dedicare i fondi attraverso
il 5×1000: tumori, malattie neurologiche e malattie cardiovascolari sono i tre ambiti ai quali i
pazienti di Humanitas Gradenigo possono scegliere di dedicare la propria attenzione: è sufficiente
visitare la pagina www.gradenigo.it/5×1000.

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