TERRA ALIENA - Naturaliter
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TERRA ALIENA L'ecosistema marino è il più vasto ambiente della terra. Negli oceani la luce solare penetra soltanto fino a 200 metri e qui si concentra la maggior parte degli organismi marini che conosciamo. Procedendo verso il basso, la temperatura dell'acqua tende a diminuire: a 2000 metri si registra una temperatura di 3°C e a 3000 metri di soli 2°C, sui fondali si può sfiorare lo 0°C. La pressione invece aumenta di 1 Atm ogni dieci metri. Il mare profondo è dunque un ambiente estremo, abitato da pochi organismi per la maggior parte ancora sconosciuti. Con questa esposizione si cerca di far conoscere le meraviglie e le incredibili forme di Con vita che si trovano negli abissi più profondi. Queste specie sono plasmate dalla pres- sione dal buio assoluto e dal gelo profondo, hanno forme incredibili, sembrano appar- tenere ad un mondo alieno e quasi immaginario. Ma il buio non è mai assoluto, e le profondità abissali si accendono ad intermittenza delle luci chimiche dei suoi abitanti. La mostra si svolge nella semi oscurità, dove luci a led e piccoli faretti illuminano i rarissimi esemplari visibili nell’esposizione. I protagonisti sono gli esemplari di dimen- sioni maggiori, come il calamaro gigante di 13 metri o lo squalo capo piatto di 4 In tutto oltre 100 esemplari della fauna abissale compongono la mostra. 54 di questi, alcuni tassidermizzati altri modelli o sotto liquido hanno colori luminosi, e si accendono se illuminati da luce ultravioletta.
Moduli espositivi Moduli verticali 8 Semisfera in acrilico di 50 cm. Pannello di 220 cm H x 90 cm x 4 cm Moduli orizzontali 9 Semisfera in acrilico di 50 cm Moduli orizzontali 3 Modulo 70 cm H x 55 cm Semisfera in acrilico di 100 cm Modulo 70 cm H x 105 cm Numero complessivo di moduli espositivi - 20
Lista esemplari Granatiere - Coryphaenoides armatus Riccio saetta- Stylocidaris affinis Mesoplodonte- Mesoplodon hectori Oloturia- Holoturia tubulosa Foca dagli anelli- Phoca hispida Riccio bianco - Echinus melo Pesce trombetta- Macroramphosus scolopax Riccio di mare- Goniocidaris species Cappone abissale-Peristedion cataphractum Granchio facchino -Dromia personata Pesce tamburo- Capros aper Granceola- Maja squinado Pesce lanterna- Melanocetus johnsonii Promola- Promola cuvieri Rana pescatrice- Lophium pescatorium Ragno di mare- Picnogonide spx Mictopium- Mictophium punctatum Granchio della sabbia-Macropipus tuberculatus Vipera di mare- Chauliodus sloani Granchio paguro-Cancer pagurus Pesce accetta- Argyropelecus olfersi Coristes- Corystes cassivelaunus Pesce re- Lampiris guttatus Galatea- Munida rugosa Celacanto – Latimeria calumnae Polichele- Polycheles typhlops Eupatrix pellicano- Eurypharynx pelecanoides Scampo- Nephrops norvegicus Trampoliere abissale -Bathypterois grallator Gambero rosso- Aristeomorpha foliacea Chimera- Chimera monstruosa Pasipea- Pasiphaea multidentata Squalo sigaro- Isistius brasiliensis Gambero bianco- Parapenaeus longirostris Squalo topo- Oxynothus centrina Astropecten- Astropecten irregularis Squalo testa piatta- Hexancus griseus Asterina- Asterina placenta Palombo- Mustelus mustelus Ofiura- Ophioderma longicaudus Pastinaca- Dasyatis pastinaca Ofiura macchiata Ophioplocus imbicatus Razza- Raja miraletus Riftia- Riftia pachyptila Bocca nera-Galeus melastomus Spatangio abissale- Lovenia elongata Medusa pelagia- Pelagia noctiluca Granchio istrice -Phalangipus Hystrix Medusa immortale- Turritopsis nutricola Stella abissale-Anasterias species Ctenoforo beroe- Beroe forskalii Magnosa giapponese- Parribacus japonicus Colonia di sifonofori- Apolemia uvaria Lambrus-Lambrus hayamaenis Vampiromorfo- Vampirotheutis infernalis Partenope-Parthenope tuberculosus Nautilus- Nautilus pompilius Majide-Hyastenus diacantus Polpo dumbo- Grimpoteuthis bathynectes Tunicato predatore- Megalodicopia hians Argonauta- Argonauta argo Regaleco- Regalecus glesne Calamaro-Loligo vulgaris Missina-myxine glutinosa Calamaro gigante- Architheutis dux Calamarodi Humboldt -Dodisicus gigas Maiale di mare- Scotoplanes globosa
TERRA ALIENA L’esposizione è composta di : 20 moduli espositivi in acrilico trasparente contenenti 82 esemplari per 73 specie, alcuni tassidermizzati ed alcuni modelli, suddivisi in : 8 pannelli verticali ( 220 cm x 90 con semisfera di 50 cm), 3 moduli grandi in piano ( 70cm x 100 con semisfera di 100 cm) , 7 moduli in piano ( 70 cm x 50 con semisfera di 50 cm). Pannello di introduzione con spiegazione sugli abissi. Pannello di int Pannello esplicativo sulle piane abissali . Pannello esplicativo sulle fumarole vulcaniche. Pannello esplicativo sugli adattamenti della vita, alle profondità abissali. Pannelo sull’esplorazione degli abissi. Diorama con: calamaro gigante di 13 m , squalo capo piatto di 430 cm, scheletro di pseudorca, vertebra di capodoglio, 5 missine, 1 palombo e una razza di profondità. Sfondo in vinile di 1400 cm x 240 cm . Diorama fumarola nera con numerosi modelli di Vermi tubo giganti, Pesci bianchi, granchi bianchi, bivalvi. Esemplari liberi da disporre liberamente negli spazie dell’esposizione: Regaleco, Mesoplodonte di Hector, foca dagli anelli, calamaro di Humboldt, pesce re, celacanto, razza e 4 calamari e 4 totani. Ricostruzione di batisfera in resina a grandezza naturale. Essendo modulare, l’esposizione può facilmente essere adattata a vari spazi occupando Essendo da un minimo di 150 mq ad un massimo di 300 mq. A discrezione del richiedente, vi può essere aggiunta una collezione di esemplari sotto liquido, pescati a profondita tra i 900 e i 2000 m. L’eposizione può anche essere noleggiata “chiavi in mano” per periodi di tempo varia- bili da un minimo di 4 mesi a un massimo di 12 mesi.
Ophiothrix quinquemaculata Stylociddris affinis Oxynotus centrina Segue esemplari su moduli orizzontali Hyastenus diacanthus Parthenope tuberculosus Lambrus hayamaenis Anasterias species Phalangipus hystrix Esemplari su moduli orizzontali Euplectella aspergillum Aporrhais pespelecani Holoturia tubulosa Bolla grande di 100 cm Chimaera monstruosa Ophiothrix quinquemaculata Nephrops norvegicus corystes cassivelanus Macropipus tuberculatus Lophius pescatorius Segue esemplari su moduli orizzontali
Munida rugosa Astropecten irregularis Aporrhais pespelecani Segue esemplari su moduli orizzontali Colossendeis cucurbita Megalodicopia hians Aporrais pespelecani Cancer pagurus Peristedion cataphractum Macroramphosus scolopax Capros aper Bathypterois grallator Stylocidaris affinis Scotoplanes globosa Bolla grande di 100 cm Coryphaenoides armatus Paromola cuvieri Nephrops norvegicus Lovelia elongata corystes cassivelanus Macropipus tuberculatus Lophius pescatorius Segue diorama calamaro gigante
Vampyroteuthis infernalis Turritopsis nutricola Esemplari su pannelli verticali Pasiphaea sivado Acanthepyra purpurea Loligo vulgaris Argonauta argo Squaliolus aliae Eurypharyx pelecanoides Aristaeomorpha foliacea Pasiphaea multidentata Beroe cucumis Grimpoteuthis bathynectes Polycheles typhlops Nautilus pompilius Apolemia uvaria Segue esemplari su pannelli verticali
Crossota norvegica Chlorotocus crassicornis Esemplari su pannelli verticali Chaukiodus sloani Myctophum punctatum Melanocetus johnsonii Pelagia noctiluca Esemplari su moduli orizzontali Bolla grande di 100 cm Ophioplocus imbricatus Goniocidaris species Dromia personata Raja clavata Argyropelecus hemingymnus Galeus melastomus Anseropoda placenta Nephrops norvegicus corystes cassivelanus Macropipus tuberculatus Lophius pescatorius Segue esemplari su pannelli verticali Segue esemplari su moduli orizzontali
Grande diorama a parete, rappresentante fondale abissale. Calamaro gigante “ Architeutis dux” di 13 m. Squalo capo piatto “ Hexanchus griseus” di 4 m. Scheletro di pseudorca “ Pseudorca crassidens” adagiato sul fondale. Vertebra di Capodoglio “Physeter macrocephalus”. Gruppo di Missine “Mixyne glutinosa” che si nutrono del grasso sulle ossa. Palombo “Mustelus mustelus” Regaleco “Regalecus glesne”
TERRA ALIENA Fumarole vulcaniche Sino a qualche decennio fa si pensava che tutte le forme di vita sulla terra dipendessero direttamente o indirettamente dall’energia solare per sopravvivere. Anche gli animali degli abissi marini, si pensava ricevessero cibo dal materiale che cadeva dagli strati superiori degli oceani. Ma c’e’ un’altra fonte di energia diversa per gli esseri viventi, un energia che sulla superficie viene poco o quasi mai utilizzata : i Vulcani. Negli abissi dell’oceano, a pro- fondita’ di oltre mille metri, ci sono lunghe catene di vulcani sottomarini. Dal 1977, ben otto anni dopo lo sbarco sulla luna, fino al 1979 il batiscafo Alvin esplorò le fumarole vulcaniche della dorsale del Oceano Pacifico, dove si formano piccoli camini vulcanici da cui fuoriesce della acqua calda in prossimita’. Si scopri’ un nuovo, insospettabile mondo. Un mondo alieno dove forme strane si sono evolute in simbiosi per sopravvivere. Il fumo emesso dipende dai minerali contenuti e puo’ essere nero (fumarole nere o black smokers) o bianco (fumarole bianche o white smokers). Quelle che ci interessano sono per lo piu’ le fumarole nere, ricche di solfiti. Sempre dall’ Alvin sono state scoperte qualcosa come 400 nuove specie che vivono nei pressi delle fumarole. Uno speciale tipo di batteri detti “chemioautotrofi”riesce a sintetiz- zare l’energia degradando lo zolfo delle fumarole , un procedimento simile a quello che le piante fanno con la fotosintesi producendo zuccheri ed energia.
Fumarole vulcaniche Ricostruzione di fumarola vulcanica di 120 cm x 140 cm x 160 cm H. L’habitat delle fumarole nere ospita ricche colonie di organismi viventi, grandi bivalvi bianchi Bathymodiolus elongatus, vaste colonie di granchi bianchi Bythograea thermydron che si nutrono strappando porzioni di tessuto dai vermi e dai molluschi e pesci bianchi Tehermaces cerberus simili ad anguille . Tehermaces cerberus
Pannello 1° Gli Abissi, l’ambiente meno esplorato della terra , meno conosciuto della superficie di Marte. Questo mondo oscuro dove la luce del sole non penetra e dove tutto è esposto ad una enorme pressione ed al gelo, riserva segreti immensi, celando creature dalle forme e dalla biologia ancora sconosciuta. L’uomo conosce veramente poco del mondo abissale. Appena scesi sotto i 200 mt,dove la luce del sole non riesce più a penetrare, la vita come di incanto apparentemen- Appena tre si blocca. Attorno ai 400 mt iniziamo ad incontrare creature che sembrano sospese nel nulla e si trovano nel buio più completo. Arrivati ad una profondità di 1.500 mt individuiamo sospese nell’acqua microscopiche particelle che precipitano dagli strati superficiali del mare. Queste particelle organiche sono fondamentali per il mantenimento delle specie animali che abitano a queste profondità. Tutti gli animali abissali devono risparmiare energie nel muoversi, alcune volte passano giorni prima che possano nutrirsi e quindi recuperare le forze necessarie a compiere movimenti alla ricerca di cibo. Molti animali a queste profondità possono aspettare diversi giorni prima che passi vicino una preda e nutrirsene, alcuni hanno la capacità di emettere luce, per poter comunicare nel buio più completo e per attirare le prede e poterle catturare quasi ipnotiz- zandole con il minimo sforzo. Sui fondali delle piane abissali diversi animali saprofagi si nutrono di esseri in decomposizione, ed essendo in condizioni di buio assoluto, hanno speciali sensori e lunghe antenne con cui riescono ad individuare la preda, e tra questi animali, troviamo grandi granseole e pesci particolari che si nutrono di carcasse ad di cetacei. Nelle piane abissali si trovano le dorsali, che sono punti del pianeta dove costantemente viene generata nuova crosta terrestre tramite continue eruzioni vulcaniche e terremoti;; la Dorsale medio Atlantica e Pacifica sono catene montuose sottomarine, le più lunghe ed alte della terra, corrono da polo a polo. In questo scenario sono attivi vulcani sottomarini e bocche idrotermali, dove sostanze tossiche (composti dello zolfo) e minerali fuoriescono precipitando immediatamente, a contatto con l'acqua fredda circostante. Queste formazioni sono dette fumarole, sono di colore nero (Black Smokers) oppure bianco (White Smokers) a seconda dei composti che rilasciano. Si innalzano nell’acqua, creando un ambiente infernale per qualsiasi essere vivente, con una temperatura altissima che può nell’acqua, superare i 150 °C e composti velenosi che si mescolano all’acqua. Ma la vita vince anche in quest’inferno, creando nuove specie, incredibili e affascinanti.
Pannello 2° L'ambiente abissale inizia a circa 200 metri di profondità dove, in genere, si ha la fine della scarpata continentale e l'inizio della piana abissale;; qui la quantità di luce che arriva non è più sufficiente a sostenere la fotosintesi clo- rofilliana delle piante, le temperature sono bassissime, di rado superiori a zero gradi, e la pressione è molto elevata. Ciclicamente si ha un’escursione in superficie ed una in profondità, con grandi migrazioni in determinati periodi dell’anno come nel caso dei cetacei e alcuni squali che si avventurano a profondità di 1000-1200 mt alla ricerca del cibo. Quando cala la sera sul mare il plancton migra verso la superficie seguito dai predatori abissali, che risalgono dalle profondità marine inseguendo il loro cibo preferito. Al contrario di quanto possiamo pensare che le creature che abitano gli abissi sono specie viventi primordiali. Generalmente il cibo è scarso alle grandi profondità e quindi deve essere sfruttata al massimo ogni occasione per nutrirsi, da qui i denti spaventosi, le bocche enormi e stomaci estensibili che rende gli animali capaci di inghiot- tire perfino prede più grandi di loro. Quelli che vivono oltre i 1000 m, ma non proprio sul fondale, sono in genere dotati di grandi occhi e la visuale verso l’alto per individuare le sagome delle loro prede che si intravedono in corrispondenza della sorgente di luce. I pesci che vivono invece sul fondale hanno occhi piccolissimi data l’assenza di luce e possono nutrirsi grazie ai piccoli organi (statocisti) posti lateralmente al corpo, sensibili alle più deboli vibrazioni di pressione provocate dal movimento di altri animali.Tra i vari adattamenti al buio degli abissi i più noti sono i fotofori, ovvero di organi in grado di produrre luce, che danno origine al fenomeno della Bioluminescenza: li hanno quasi tutte le specie di pesci di profondità ed hanno funzioni sia di riconoscimento intraspecifico (come avviene, ad esempio, nei Myc- pesci tophidae) , che difensivo o di "esca" per attrarre le prede e poterle catturare quasi ipnotizzandole con il minimo sforzo. Gli occhi dei pesci abissali, infatti, sono in grado di registrare solo i segnali del violetto , del rosso e del blu, le stesse lunghezze d’onda di luce emesse dai fotofori dei loro conspecifici. Data la scarsità di calcio nelle acque profonde spesso le ossa dei pesci abissali sono sottili e decalcificate e molte specie hanno inoltre prolungamenti filamentosi dei raggi delle pinne con funzioni tattili e di orientamento nell’oscurità (come nel caso del pesce trampoliere).Per ovviare al problema di trovare il partner alle grandi profondità, talvolta i maschi vivono stabilmente attaccati alla femmina: essi sono molto più piccoli rispetto a questa, lunghi anche pochi centimetri.
Pannello 3° Esplorazione I primi tentativi di creare un vascello subacqueo di cui si è trovata traccia avvennero nell’antico Mediterraneo. Aristotele descrive una primitiva campana d’immersione, al cui interno una persona poteva essere calata a profon- dità modeste e per periodi brevi. Sembra che il più celebre sperimentatore della campana sia stato addirittura Carlo Magno. Molti altri sperimentatori si sono succeduti nei secoli alla ricerca di modi per esplorare l’ambiente sotto- marino. All’inizio del secolo XX fu scoperto il principio di funzionamento dei sottomarini: per immergersi si alla- gavano le cisterne di zavorra mentre per riemergere si svuotavano pompando aria compressa. Fu lo zoologo-avventuriero americano Charles William Beebe che aprì le porte di un nuovo mondo nell’esplorazione subacquea, quando negli anni ’20 del secolo scorso si rivolse all’immersione oceanica. Fu attratto da acque sempre più profonde e sviluppò dei progetti sperimentali per l’uso di una sfera di acciaio che forniva la massima resistenza alla pressione con il maggior volume interno. Nel 1928 l’ingegnere Otis Barton gli presentò un progetto di una camera stagna in acciaio dotata di resistenti oblò di quarzo che poteva essere calata, mediante uno spesso cavo d’acciaio intrecciato, fino a 1200m di profondità. Beebe rimase colpito e battezzò il veicolo “batisfera”, termine che comprendeva la parola greca bathos che sta per “profondo”. Il 6 Giugno del 1930 nelle Bermuda due esplora- che tori si infilarono in 35 cm di diametro del boccaporto rotondo spellandosi dolorosamente braccia e gambe sui bulloni. Durante la prima immersione scesero a 240 metri di profondità. Nel 1932 arrivarono fino a 670 metri attra- versando con meraviglia branchi di pesci bioluminescenti che danzavano nell’abisso. Uno dei maggiori contributi offerti alla scienza dalle immersioni della batisfera fu la scoperta del pullulare di una vita di cui neppure si sospet- tava l’esistenza negli strati oceanici compresi tra 250 e 600 metri di profondità. Per scendere di più si dovette aspet tare l’invenzione del Batiscafo: il Trieste, costruito in Italia, era lungo più di 15 m, ma buona parte della sua grandezza era dovuta alla presenza di galleggianti riempiti di benzina e di compensatori riempiti d'aria , mentre l’equipag- gio doveva stare nella sfera di 2,16 m attaccata al fondo della struttura.ll 23 gennaio 1959 il batiscafo Trieste raggiunse per la prima volta il punto più profondo del pianeta, nella fossa delle Marianne , nel Pacifico occidentale , con a bordo lo svizzero Jacques Piccard e lo statunitense Don Walsh , raggiungendo i 10.994 metri di profondità . Sul fondo della fossa Walsh e Piccard furono sorpresi di trovare altri esseri viventi: secondo Piccard « il fondo appariva luminoso e chiaro , un deserto che faceva trapelare diverse forme di diatomee».
Foto di alcuni Esemplari Segue esemplari
Foto di alcuni Esemplari Segue esemplari
Foto esposizione
Foto esposizione
Foto esposizione
Esemplari singoli Pesce re 110 cm Lampris guttatus Bathypterois grallator Stylocidaris affinis Scotoplanes globosa Celacanto 120 cm Latimeria chalumnae
Esemplari singoli Calamaro di Humboltdt 180 cm Dosidicus gigas Foca dagli anelli preparata tassidermicamente di 120 cm Pusa Hispida
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