Sulle Mura di Verona. Un promemoria per il nuovo Sindaco
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CENTRO STUDI di ARCHITETTURA MILITARE MICHELE SANMICHELI csamsanmicheli@gmail.com Sulle Mura di Verona. Un promemoria per il nuovo Sindaco Tra i progetti che dovranno essere portati a termine dalla prossima Amministrazione comunale di Verona si distingue il trasferimento delle Mura della città, avviato nell’anno 2012 (Protocollo Agenzia del Demanio, Ministero Beni Culturali, Comune), ma ancora incompiuto. Annunciato più volte come imminente, è stato frammentato in singoli provvedimenti. In deroga all’accordo che prevedeva “la sottoscrizione in un unico atto” la Direzione del Veneto dell’Agenzia del Demanio ha autorizzato “la stipula di separati atti pubblici di trasferimento della proprietà di singole porzioni di Cinta Magistrale”, per esempio le porte e alcuni forti. Non è stato invece perfezionato per l’insieme della cinta fortificata che, ricordiamo, è un’opera unitaria, da conservare e valorizzare completamente se si vuole dare credito alla motivazione Unesco: “Verona rappresenta in modo eccezionale il concetto della città fortificata in più tappe caratteristico, della storia europea.” Il trasferimento era condizionato dagli impegni presi con il Ministero e l’Agenzia del Demanio (Delibera Consiglio Comunale n° 21 del 23.03.2012), per l’eliminazione di vari edifici abusivi che gravano da decenni sulle nostre mura. Pare che solo ora ci si sia accorti che tutto, o quasi tutto, è abusivo, non accatastato e senza autorizzazioni della Soprintendenza. Gli uffici sono ora alla ricerca affannosa di documenti che sembrano introvabili o addirittura inesistenti, che consentano di effettuare il trasferimento di proprietà lasciando tutto com’è, edifici abusivi compresi. Non c’è quindi solo il caso, sollevato da una trasmissione Rai, delle antenne radio-televisive sulla seconda torricella di San Giuliano, per le quali è stata notificata, da parte del Ministero dei Beni Culturali, un’ingiunzione di rimozione. Non c’è tratto di cinta, dalle più antiche mura comunali di via Pallone alle opere asburgiche ottocentesche, che non abbia al suo interno opere incongrue, incompatibili dal punto di vista storico e ambientale, brutte e non autorizzate.
Ne diamo un breve elenco. Comune ed vari enti pubblici sono responsabili della collocazione, lungo la cinta, di impianti e centraline tecnologiche, del gas o dell’acqua, collocate all’interno degli edifici storici o in nuovi manufatti di muratura: 1) Alla breccia di via Madonna del Terraglio è collocata, a ridosso del muro scaligero, una centrale di pompaggio dell’acquedotto; al danno paesaggistico si aggiunge il problema delle vibrazioni che scuotono i paramenti murari della vicina chiesetta. L’edificio della pompa, costruito negli anni ’60 del Novecento è addossato all’unica porta urbana scaligera ancora conservata, qui semisepolta. La Porta del Sorio, o di San Gregorio, dovrebbe essere recuperata per il suo valore storico e architettonico. 2) Una centralina tecnologica della rete elettrica è collocata negli spazi all’interno di Porta Vescovo. 3) La torre di Alberto Della Scala, alla porta di Ponte Rofiolo, nelle mura comunali del Pallone, al suo interno è interamente occupata da apparecchiature tecnologiche e impiantistiche: la bella torre scaligera è utilizzata come cabina elettrica. 4) Altre centraline tecnologiche del gas sono posizionate in diversi luoghi a ridosso della cinta, p. es. nell’angolo tra cortina scaligera e bastione di Spagna o presso il rivellino di Porta San Giorgio, in bella vista sul lungadige pedonale recentemente sistemato. Il tentativo di correre ai ripari che, sembra, si stia tentando con l’accatastamento di opere ed edifici mai autorizzati, non esclude complicazioni successive. Di certo non possono essere eluse le prescrizioni di rimozione degli impianti tecnologici prossimi alle mura, impartite formalmente dalla Soprintendenza architettonica di Verona, rimaste sino ad oggi inattuate. Inoltre si ravvisa il rischio che, sanando abusivamente la situazione degli impianti tecnologici (reti elettricità, gas, acqua), non si finisca per cedere aree demaniali, soggette al Vincolo monumentale, e parti del vallo ad aziende oggi pubbliche ma che, in futuro, potrebbero essere privatizzate. Nei valli della Cinta magistrale sono collocati, un po’ dappertutto impianti sportivi di vario genere, molti dei quali concessi a gestione privata: calcio, tennis, piscine, con annessi edifici per spogliatoi e bar. Dette strutture producono una fortissima incidenza paesaggistica e urbanistica, in totale contrasto con il sistema monumentale fortificato. Inoltre, tutte le varie recinzioni frammentano lo spazio del vallo, che non è percorribile nella sua interezza, e creano angoli morti difficili da curare e controllare. Citiamo ad esempio: 1) Campo di calcio nel vallo del bastione San Procolo, con grande baracca spogliatoio nell’orecchione destro. 2) Campi da tennis tra il bastione San Procolo e Porta S. Zeno, con un edificio bar sulla controscarpa. 3) Campo di calcio con tribuna sul pendio della controscarpa a Porta S. Zeno. 4) Campi da tennis di via Galliano, con coperture invernali che sporgono sopra il muro alla Carnot e vari fabbricati di servizio. 5) Piscine comunali (scoperte e coperte) di via Galliano, situate al cospetto della cortina muraria cinquecentesca, con il cavaliere d’artiglieria, unico esempio superstite del fronte fortificato sanmicheliano.
6) Campi di calcio nel vallo dei bastioni SS. Trinità, Maddalene e S. Toscana, e della rondella delle Boccare. 7) Due campi da tennis sul Rivellino S. Giorgio. Parcheggi sono stati realizzati interrando i valli delle mura o situandoli all’interno dei compendi militari dismessi, prossimi alla cinta, come l’ex caserma Riva di Villasanta, al bastione di Spagna, e l’Arsenale della Campagnola. La pratica di occupare con parcheggi queste pertinenze, che contraddice gli impegni assunti con l’approvazione del Parco delle Mura e con l’Unesco, è continuata ininterrotta fino alla realizzazione di un piccolo parcheggio tra le piscine comunali e l’impianto di pattinaggio di via Galliano, privatizzandone l’uso a favore di un’associazione sportiva privata (Associazione Tennis Verona). Il Forte di San Procolo, opera asburgica di rafforzamento della Cinta Magistrale, è in stato di abbandono e degrado. Anche qui le ipotesi di recupero si limitano all’uso di parcheggi, dimenticando il significato storico di questa struttura fortificata ed il suo valore ambientale, come spazio pubblico e polmone di verde urbano. Il Forte di San Felice (Castel San Felice), situato sul punto sommitale della Cinta di sinistra d’Adige, non è compreso nel programma di acquisizione delle mura urbane. La sua assenza sorprende. E’ questa una delle parti più interessanti della Cinta magistrale, per la sua complessità architettonica e per la posizione dominante nel panorama della città. Il suo recupero, anche per la presenza di spaziosi edifici storici, presenta notevoli potenzialità culturali di interesse collettivo, non disgiunte da possibilità di adeguata valorizzazione economica. L’intero complesso del Forte rimane inutilizzato, in stato di progressivo degrado (crollo dei tetti, vegetazione infestante), in ragione della presenza residua di una antenna per le trasmissioni militari che renderebbe non trasferibile al Comune l’importante struttura fortificata storica. Infine c’è il caso irrisolto da settant’anni del bastione San Francesco, opera di Michele Sanmicheli, attorniato da fatiscenti casette abusive, nate per necessità dopo la II Guerra mondiale, ma poi consolidate e trasmesse con successivi passaggi di proprietà. Alcune sono abbandonate, altre usate ancora come abitazione o per attività commerciali, altre ancora occupate da senzatetto. Tutte queste costruzioni sono abusive e non sanabili, come risulta dalle domande di condono edilizio, a suo tempo integralmente respinte, e dalle conseguenti ordinanze di demolizione, non ancora eseguite. Pur rendendoci conto della difficoltà per districare un simile groviglio di problemi, chiediamo ai candidati alla carica di Sindaco di esprimersi su questi argomenti. A nostro avviso occorrerà rinegoziare la questione con Ministero e Agenzia del Demanio e condizionare il trasferimento ad un programma, necessariamente pluriennale, di abbattimenti, trasferimenti e mitigazioni. Altrimenti il Parco delle Mura sarà una cosa ben diversa da quello che era stato annunciato al momento della sua ideazione. Resterà una congerie di attività incompatibili, alcune abusive o del tutto estranee, dannose e incompatibili, e non un Parco storico monumentale di interesse e di stile europei. A tale scopo, ed alla luce di quanto sinteticamente descritto, si rende necessaria e indifferibile l’elaborazione di uno specifico e pertinente Piano di Gestione delle Mura, come strumento insostituibile per governare il complesso programma di recupero,
riconversione, conservazione, valorizzazione e fruizione pubblica del Parco delle Mura di Verona. La pianificazione d’insieme, secondo una visione unitaria, si rende quanto mai indifferibile anche rispetto ai recenti, positivi, interventi su opere della Cinta magistrale, in parte avviati e in parte già conclusi, ma non ancora legati da un’idea unitaria, sistematica, di pubblica fruibilità. I lavori di recupero del Bastione delle Maddalene, gli imminenti lavori del grande Parco urbano della Passalacqua, il recupero del Bastione di San Francesco, il restauro della Batteria di Scarpa di San Zeno in Monte, tutti questi interventi pregevoli, pur forieri di positive intenzioni, rimangono ancora episodi isolati, senza disegno d’insieme, perciò privi della loro effettiva potenzialità culturale e di qualità urbana. Riconosciuta la particolare importanza per la nostra città - sia per i cittadini, sia per i turisti - delle fortificazioni storiche, nell’interesse esclusivo per il Bene pubblico, lo scrivente CSAM formula l’auspicio e la richiesta che sia inserita nel suo programma di candidato Sindaco una adeguata e impegnativa proposta complessiva di indirizzo sul tema delle Mura - Cinta magistrale urbana e Forti esterni - formulandone le tesi di principio. Anche alla luce degli impegni già assunti dal Comune di Verona (Protocollo 2012), si chiede inoltre l’indicazione operativa degli interventi, più urgenti, programmabili nel breve periodo, nonché di quelli più sistematici di medio e lungo periodo, siano essi di carattere amministrativo, urbanistico e organizzativo, sia di valorizzazione culturale, nonché di attività operative di manutenzione, conservazione e recupero funzionale delle opere fortificate di Verona, prefigurando la loro sostenibilità economica. Da parte sua, lo scrivente CSAM, primario portatore di interesse verso le Mura di Verona, dichiara, con spirito di collaborazione, la massima disponibilità, verso la nuova Sindacatura, a mettere a frutto il patrimonio di esperienza diretta e di conoscenza tecnico- scientifica acquisito sul tema delle fortificazioni veronesi. Centro Studi Architettura Militare “Michele Sanmicheli” Verona, 17 maggio 2017 Per info: Centro Studi Architettura Militare “Michele Sanmicheli” csamsanmicheli@gmail.com
VERONA piano d’insieme delle Mura Magistrali (sec XVIII) VERONA Cinta Magistrale settore nord occidentale (stato attuale)
VERONA Cinta Magistrale – Forte di San Procolo (pianta stato originario) VERONA Cinta Magistrale – Forte di San Procolo (stato attuale)
VERONA cinta magistrale (orecchione Bastione San Procolo - stato attuale) VERONA cinta magistrale (parcheggi Porta Palio - stato attuale)
VERONA cinta magistrale (parcheggi via città di Nimes - stato attuale) LUCCA cinta magistrale (stato attuale)
VERONA cinta magistrale (Bastione San Francesco - stato attuale) VERONA cinta magistrale (Bastione San Francesco – modello stato originario)
VERONA cinta magistrale (Passalacqua stato pre-intervento 2007) VERONA cinta magistrale (Batteria di Scarpa San Zeno in Monte (stato pre-intervento 2012)
VERONA cinta magistrale (Castel San Felice (stato attuale)
VERONA Torre Massimiliana n. XXXI (stato attuale) VERONA Torre Massimiliana n. XXXII (stato attuale)
VERONA cinta magistrale Scaligera - Porta del Sorio Madonna del Terraglio (stazione di pompaggio acquedotto) VERONA cinta Comunale -Scaligera -Porta Ponte Rofiolo Torre di Alberto (cabina elettrica)
VERONA cinta Comunale -Scaligera -Porta Ponte Rofiolo e Torre di Alberto (cabina elettrica ) VERONA il complesso sistema storico delle Mura
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