STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE POTENZIAMENTO DELL’IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEL SITO GEOTERMIA RELAZIONE DI SINTESI IN LINGUAGGIO NON TECNICO FERRARA ___________ I PROGETTISTI 1 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
F SINTESI DEL S.I.A...........................................................................................................3 F.0 DESCRIZIONE SINTETICA SULLA CONFORMITA’ DEL PROGETTO ALLE NORME AMBIENTALI ED AGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI PIANIFICAZIONE VIGENTI ........................................................................................................................................................... 3 F.0.1 DESCRIZIONE DELL’IMPOSTAZIONE DEL SIA..............................................................................................3 F.0.2 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO NELLE NORME AMBIENTALI E NEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE ....................................................................................................................................................4 F.0.3. DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL PROGETTO NEL PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI (PPGR)...................................................................................................................................5 F.0.4. DESCRIZIONE DELL’ITER DEL PROGETTO...................................................................................................7 F.0.5 COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE VIGENTI. ............................................................8 F.1 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO, DELLE MODALITA’ E DEI TEMPI DI ATTUAZIONE, DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO............................................................................................................... 8 F.1.1 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO ...................................................................................................8 F.1.2 DESCRIZIONE DELLE MODALITA’ E DEI TEMPI DI ATTUAZIONE, DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE............................................................................................10 F.1.3 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI ESERCIZIO ....................................................................................................................................................................13 F.2 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE TECNICHE PRESCELTE E CONFRONTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI ...................................................................................................... 15 F.2.1 COMBUSTIONE..................................................................................................................................................15 F.2.2 RECUPERO ENERGETICO.................................................................................................................................16 F.2.3. DEPURAZIONE FUMI........................................................................................................................................17 F.2.4. GRUPPO TURBOALTERNATORE ...................................................................................................................19 F.2.5. SISTEMI DI CONDENSAZIONE DEL VAPORE..............................................................................................20 F.2.6. STOCCAGGIO E TRATTAMENTO SCORIE..............................................................................................20 F.2.7. STOCCAGGIO E ALLONTANAMENTO DEL POLVERINO ....................................................................21 F.2.8 AMPLIAMENTO DELL’EDIFICIO.....................................................................................................................21 F.2.9 FOSSA AUSILIARIA DI STOCCAGGIO RIFIUTI............................................................................................22 F.2.10 OPERE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI.........................................................................23 F.2.11 CAMINO PER L’EVACUAZIONE DEI FUMI .................................................................................................24 F.3 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI INIZIALI, CON RIFERIMENTO PARTICOLARE AGLI STATI DI QUALITA’ ............................................................ 24 F.3.1 STATO DELL’ATMOSFERA E DEL CLIMA ....................................................................................................26 F.3.2 STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE ..........................................................................28 F.3.3 STATO DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO.....................................................................................................30 F.3.4 STATO DELLA FLORA, DELLA FAUNA E DEGLI ECOSISTEMI ................................................................30 F.3.5 STATO AMBIENTALE PER IL RUMORE.........................................................................................................31 F.3.6 STATO DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELL’UOMO ........................................................................32 F.3.7 STATO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE..................................................32 F.3.8 STATO DEL SISTEMA INSEDIATIVO, DELLE CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE E DEI BENI MATERIALI ..................................................................................................................................................................34 F.4 DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PROGETTO E DELLE AZIONI DI MITIGAZIONE, MONITORAGGIO E CONTROLLO PREVISTE .................................. 35 F.4.1 IMPATTI SU ATMOSFERA E CLIMA ...............................................................................................................39 F.4.2 IMPATTI SU ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE...............................................................................40 F.4.3 IMPATTI SU SUOLO E SOTTOSUOLO.............................................................................................................41 F.4.4 IMPATTI SU FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI .............................................................................................42 F.4.5 IMPATTI RELATIVI AL RUMORE....................................................................................................................43 F.4.6 IMPATTI RELATIVI A SALUTE E BENESSERE DELL’UOMO.....................................................................43 F.4.7 IMPATTI SU PAESAGGIO E PATRIMONIO STORICO-CULTURALE..........................................................44 F.4.8 IMPATTI SU SISTEMA INSEDIATIVO, CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE E BENI MATERIALI .......45 2 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
F SINTESI DEL S.I.A. F.0 DESCRIZIONE SINTETICA SULLA CONFORMITA’ DEL PROGETTO ALLE NORME AMBIENTALI ED AGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI PIANIFICAZIONE VIGENTI F.0.1 DESCRIZIONE DELL’IMPOSTAZIONE DEL SIA Lo Studio di Impatto Ambientale ha per oggetto il progetto di potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia di via C. Diana - Cassana – Ferrara, da parte di AGEA S.p.A. Ferrara. Il presente studio va inserito nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto in esame ed ha lo scopo di: A) offrire un inquadramento generale del contesto programmatico e ambientale che delinea le caratteristiche del territorio nel quale si propone l’intervento progettato, tenendo in considerazione la definizione preliminare dei processi e il tipo di impatto ambientale da essi derivabile, nonché la normativa tecnica specifica di settore; B) valutare, qualitativamente e quantitativamente, gli impatti che l’ambiente può subire a seguito della realizzazione del progetto e del conseguente esercizio dell’opera finita rispetto alla situazione attuale. Tenuto conto della Legge Regionale 18 maggio 1999, n.9 “Disciplina della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”, il progetto oggetto del presente studio è nell’elenco riportato nell’allegato A.2 della legge stessa, come «A.2.3 Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100 t/giorno mediante operazioni di incenerimento o di trattamento di cui all’allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, ed allegato C, lettere da R1 a R9, del D.Lgs. n. 22 del 1997, ad esclusione degli impianti di recupero sottoposi alle procedure semplificate di cui agli articoli 31 e 33 del medesimo D.Lgs. n.22 del 1997» e come tale soggetto a procedura di valutazione di impatto ambientale con competenza dell’Amministrazione provinciale di Ferrara (ai sensi dell’Art. 5, Comma 2). L’impostazione del S.I.A. dal punto di vista redazionale rispecchia i punti delle prescrizioni riportate nell’Allegato C della L.R. 18 Maggio 1999, n.9, ai sensi dell’Art.11, Comma 1 al fine di avere un’impostazione compatibile con le “Norme 3 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
Tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale” riportate nel D.P.C.M. 27 dicembre 1988 e adottate ai sensi del D.P.C.M. 10 Agosto 1988, n.377. A livello macroscopico lo Studio di Impatto Ambientale risulta così suddiviso: A) Inquadramento programmatico B) Inquadramento progettuale (che costituisce il progetto definitivo ai sensi della legge 109/94) C) Fattori antropici sinergici indipendenti dal progetto (ante operam) D) Stato ambientale di riferimento E) Impatti ambientali del progetto e delle sue alternative F) Sintesi del S.I.A. in linguaggio non tecnico F.0.2 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO NELLE NORME AMBIENTALI E NEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE Il Piano Territoriale Regionale (Novembre 1988) risponde all’esigenza della Regione Emilia Romagna di dotarsi di uno strumento di governo del territorio a grande scala. Parte importante del PTR è la pianificazione nel settore della gestione dei rifiuti, che ha trovato applicazione a livello regionale nel Primo Piano Regionale in materia di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento dei Rifiuti (approvato dalla G.R. il 23/02/1988), il quale a sua volta rinvia alla pianificazione di ordine provinciale. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si pone come diretta integrazione del Piano Territoriale Regionale, a cui è strettamente legato e connesso alle disposizioni impartite dai Piani Regolatori Generali vigenti ed operanti sul territorio. In relazione allo smaltimento dei rifiuti il PTCP assume i contenuti del Piano Infraregionale per lo Smaltimento dei Rifiuti Urbani e Speciali. Il Piano sottolinea la necessità di creare le condizioni operative ed organizzative nel lungo periodo di avere, nell’ambito dell’assetto provinciale per lo smaltimento di RSU e rifiuti speciali assimilabili, due soli punti di trattamento RSU nell’intero territorio provinciale: Ferrara (in riferimento all’esistente impianto di termoutilizzazione di cui il presente progetto prevede il potenziamento) ed Ostellato (in riferimento ad un impianto di riciclaggio per la produzione di compost e RDF). Inoltre il Piano specifica che è obiettivo dell’Amministrazione Provinciale operare sul versante della utilizzazione energetica degli RSU e dei rifiuti termotrasformabili (in 4 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
accordo al Piano Energetico Nazionale) e che il medio ferrarese è valutabile come luogo di impianto di strutture per la produzione energetica da fonti alternative e per cogenerazione. L’area sulla quale insiste il sito di intervento è classificata nell’ambito del Piano Regolatore Generale del comune di Ferrara (approvato con Delibera Regionale del 11/04/1995) come zona omogenea D, cioè come parte del territorio destinata ad insediamenti produttivi ai sensi del D.I. 2.4.68 n.1444 e della L.R. 47.78 ed s.m.i.. L’area è classificata come sottozona D2 – Complessi insediativi prevalentemente artigianali, industriali, in particolare l’ambito di riferimento è il D2.1 – Insediamenti artigianali, industriali esistenti. La funzione d’uso ammessa per tale individuazione attuale riferimento in relazione all’impianto di termovalorizzazione già esistente è U.6.1 – Attrezzature tecnologiche e servizi tecnici urbani. Nell’area in oggetto è inoltre vigente un Piano Particolareggiato che rappresenta strumento di attuazione della normazione prevista dal PRG, il Piano Insediamenti Produttivi (PIP) di Cassana, di cui si riporta un estratto in allegato; l’area oggetto di intervento è individuata dal PIP come area riservata ad impianti tecnologici. L’area di interesse per la realizzazione del progetto di potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti oggetto del presente studio non rientra nelle Zone di protezione speciale e nei Siti di importanza comunitaria. F.0.3. DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL PROGETTO NEL PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI (PPGR) L’esigenza di adottare un piano di bacino a livello provinciale per la Provincia di Ferrara nasce con la stesura del “Primo Piano Regionale in materia di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento dei Rifiuti” (approvato dalla G.R. il 23/02/1988), che ha rappresentato il primo strumento utile all’avviamento di un concreto intervento di pianificazione del settore, in armonia con il PTR. L’Amministrazione Provinciale di Ferrara ha quindi emanato nel 1991 (delibera di adozione del Consiglio provinciale del 11/07/1991 - Prot. n. 9137) un “Piano Infraregionale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali”, poi aggiornato ed integrato annualmente. 5 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
In tale piano era individuata l’esigenza di organizzare il sistema di smaltimento su due ambiti distinti: ambito A (corrispondente alla parte nord-occidentale del territorio, definita Alto Ferrarese e facente riferimento al polo impiantistico del sito Geotermia) ed ambito B (corrispondente alla parte orientale del territorio e facente riferimento al polo impiantistico di Ostellato). Il Piano Infraregionale per lo Smaltimento dei Rifiuti Urbani e Speciali riporta inoltre dei vincoli sulla localizzazione sul territorio degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, i quali sono già stati rispettati con la realizzazione dell’esistente impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia e di conseguenza non risultano influenti per quanto riguarda il progetto di potenziamento di quest’ultimo. Il 09.12.98 è stato approvato dal Consiglio Provinciale un accordo di programma (delibera C.P. nn.168/59691) per la realizzazione e gestione del Sistema Integrato Provinciale di smaltimento dei rifiuti urbani, per accogliere le nuove linee direttive imposte dal D.Lgs. n. 22/1997. In tale accordo è esplicitamente espresso che: - obiettivo prioritario è «lo smaltimento dei rifiuti attraverso l’utilizzo di impianti di termodistruzione con recupero di energia ed il ricorso alla discarica per lo smaltimento dei soli rifiuti inerti, dei rifiuti individuati da specifiche norme tecniche e dei rifiuti che residuano dalle operazioni di riciclaggio, recupero e smaltimento»; - è parte integrante del sistema provinciale integrato di smaltimento «l’impianto di termodistruzione (Canal Bianco) – Ferrara» e che tale impianto è «da ampliare»; - per quanto attiene le modalità di realizzazione degli impianti e gestione del sistema «il Comune di Ferrara si impegna a realizzare entro il 2003 l’ampliamento dell’impianto di termodistruzione che dovrà avere potenzialità sufficiente a soddisfare il fabbisogno di smaltimento dei rifiuti urbani dell’ambito provinciale» e che «tale fabbisogno sarà determinato in rapporto agli obiettivi di raccolta differenziata, riciclo e recupero» che su indicazione regionale devono attestarsi attorno al 40% in massa del totale del rifiuto tal quale prodotto. Anche a seguito dell’accordo di programma sopra menzionato è in fase di approvazione il “Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti” (PPGR) da parte dell’Amministrazione Provinciale. Ragguagliandosi allo scenario previsto nel piano, la progettazione dell’ampliamento dell’impianto tiene conto dell’esigenza di rendere 6 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
disponibile un afferimento nominale di ulteriori 100.000 t/anno di rifiuti al sito Geotermia (rispetto alle 50.000 t/anno attualmente autorizzate per la linea esistente). F.0.4. DESCRIZIONE DELL’ITER DEL PROGETTO L’intervento si configura come un lavoro pubblico in quanto ricadente nell’ambito soggettivo ed oggettivo della legge 109/94 perché il soggetto proponente ed attuatore (AGEA S.p.A.) appartiene alla categoria di cui all’art. 2 comma 2 punto b della legge 109/94. Con riferimento alla L.R. 18 maggio 1999 n.9 “disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale” si ricadrà nel caso previsto all’art. 7 della sopracitata legge. Il progetto, validato nella sua forma preliminare in data 24/10/2001 dal Responsabile del Procedimento Ing. Fausto Ferraresi ed approvato dall’Amministratore Delegato di AGEA S.p.A Dr. Maurizio Chiarini, è stato impostato nella forma definitiva in conformità all’art. 16 della Legge 109/94 e s.m.i. e della sezione III del titolo III del D.P.R. 34/2000 dal Progettista Ing, Sandro Boarini che si è avvalso del gruppo di progettazione riportato nel frontespizio di ogni elaborato di progetto. Insieme al progetto definitivo è stato redatto il presente Studio di Impatto Ambientale come previsto dalla legge 109/94 art 16 e del relativo regolamento (D.P.R. 554/99 art. 29) e dalla legge regionale n. 9 del 18/05/99. Contestualmente alla pronuncia di compatibilità ambientale relativamente al progetto definitivo oggetto di studio, in sede di Conferenza dei Servizi, vi sarà da parte dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara l’approvazione del progetto stesso, ai sensi dell’art. 27 del D.Lgs. 22/97 trattandosi di progetto legato all’attività di un impianto di trattamento rifiuti. Ai sensi dello stesso articolo l’approvazione del progetto definitivo comporterà l’autorizzazione alla realizzazione di tutte le componenti edili ed impiantistiche previste nelle relazioni tecniche presentate nell’ambito dell’inquadramento progettuale. Contestualmente vi sarà rilascio di concessione edilizia da parte dell’Amministrazione Comunale di Ferrara. 7 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
F.0.5 COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE VIGENTI. Il progetto risulta coerente con i seguenti strumenti di pianificazione e programmazione territoriale: Piano Territoriale Regionale (A.3.1) Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) (A.3.2) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (A.3.3) PRG del Comune di Ferrara (A.3.5) Piano Insediamenti Produttivi (PIP) di Cassana (A.3.5) Piano Infraregionale per lo Smaltimento dei Rifiuti Urbani e Speciali (A.4.1) Accordo di programma per la realizzazione e gestione del Sistema integrato provinciale di smaltimento dei rifiuti urbani (A.4.1) Deliberazione n. 168 del Consiglio Provinciale nella seduta del 09/12/98 Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) (A.4.1) Piano regionale Integrato dei Trasporti (PRIT) (A.7.1) Piano dei Trasporti di Bacino (A.7.1) F.1 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO, DELLE MODALITA’ E DEI TEMPI DI ATTUAZIONE, DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO F.1.1 DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO La collocazione territoriale dell’intervento e la planimetria del progetto sono riportati negli allegati F1 (COROGRAFIA) ed F2 (PLANIMETRIA GENERALE) I dati salienti e le caratteristiche fondamentali e caratterizzanti dell’intervento sono riportati in allegato F3 (CARATTERISTICHE E TABELLA RIASSUNTIVA DEI DATI DI PROGETTO) Il processo produttivo consiste nella utilizzazione del potere calorifico dei rifiuti mediante combustione con produzione di vapore che fornisce energia termica alla rete di teleriscaldamento ed energia cinetica ad una turbina, trasformata mediante un alternatore in energia elettrica. Sinteticamente l’intero impianto, nella parte elettromeccanica e strutture, rappresentato nell’allegato F4 (SCHEMA A BLOCCHI), è descritto nei seguenti punti: 8 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
1) ingresso ed accettazione rifiuti: sarà realizzato un nuovo ingresso dalla via Finati con una nuova stazione di pesatura per distribuire uniformemente il traffico su una rete viaria adeguata di accesso all’impianto; 2) stoccaggio rifiuti: in ausilio alla fossa esistente nell’impianto sarà realizzata una stazione di stoccaggio provvisorio di capacità di contenimento adeguata alle esigenze del nuovo impianto che consenta lo scarico contemporaneo di un numero di mezzi adeguato alle potenzialità ricettive e di smaltimento dei forni; tale fossa ausiliaria sarà collegata alla esistente con un tunnel a tenuta contenente un nastro trasportatore 3) combustione: la tecnologia utilizzata per il forno e per le griglie sarà simile a quella dell’impianto esistente, consistente in griglie mobili; la camera di post-combustione, verrà sostituta da una camera di adeguata geometria che consenta comunque un tempo di contatto, una velocità di attraversamento ed una temperatura dei fumi rispondente alle norme di legge; 4) recupero energetico: le caldaie avranno una maggiore temperatura e pressione di esercizio rispetto all’attuale al fine di consentire un più efficace recupero energetico in turbina e per il teleriscaldamento; 5) depurazione fumi: per entrambe le nuove linee sarà utilizzato un sistema di abbattimento interamente a secco con riduzione catalitica degli ossidi di azoto; questo sistema porta ad un sensibile miglioramento dei fattori di emissione in atmosfera dal camino; 6) turbina: il recupero energetico avverrà in un’unica turbina alimentata dal vapore prodotto dalle due nuove caldaie e sarà collocata in un nuovo locale realizzato all’interno dell’ampliamento del fabbricato che ospiterà le due nuove linee; 7) raffreddamento del vapore al servizio della turbina: le torri di raffreddamento per condensare il vapore, saranno realizzate nella nuova tecnologia “wet and dry” che combina i vantaggi del raffreddamento ad umido con quello ad aria riducendo i consumi di acqua e di conseguenza le condense in atmosfera; 8) servizi ausiliari: dispositivi per il trasporto delle scorie di combustione, area e locali di stoccaggio e pretrattamento delle scorie, strutture per lo stoccaggio ed il trasporto delle polveri, vasche di stoccaggio delle acque, adeguamento della cabina elettrica ed altri sistemi sono previsti nel progetto; 9) strutture e nuove costruzioni: le nuove linee saranno collocate una nel capannone esistente e l’altra in un ampliamento che non altera le attuali linee architettoniche 9 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
dell’edificio poiché, di fatto, l’attuale struttura in cemento armato è già predisposta per la realizzazione delle altre due linee; l’ampliamento interessa solo un intervento sul capannone in struttura di acciaio e tamponamenti in lamiera; 10) camino: le nuove canne fumarie saranno ubicate all’interno dell’esistente camino in cemento armato pertanto senza la creazione di altre strutture ed impatti visivi; Tutti gli ampliamenti, sia tecnologici sia strutturali, di progetto sopracitati saranno realizzati nella stessa area in cui attualmente insiste l’inceneritore ; le opere civili destinate al contenimento dei principali dispositivi meccanici che non sono inseribili interamente nell’attuale capannone, saranno realizzate in armonia con quanto esistente e riducendo gli impatti visivi e sull’area. Si realizzerà anche un nuovo accesso con pesa sulla via Finati, ad aggiungersi a quella sulla via Diana al servizio del sistema integrato di raccolta differenziata, costituito dalla piattaforma per rifiuti speciali e dall’Isola Ecologica. F.1.2 DESCRIZIONE DELLE MODALITA’ E DEI TEMPI DI ATTUAZIONE, DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE Il cantiere in oggetto prevede un impiego medio di 60 uomini/giorno il che comporta una durata del cantiere di ca. 3 anni; si snoderà per un’area di ca. 25000 m2 nel suo complesso e si suddividerà in cantieri più piccoli, in particolare si può considerare distintamente la realizzazione di: 1) due nuove linee di termovalorizzazione; 2) una fossa ausiliaria di stoccaggio rifiuti; 3) un’area di pretrattamento e stoccaggio scorie; 4) una pesa con relativo ufficio per gli addetti; 5) nuova viabilità di tutta l’area; L’evoluzione del cantiere comprenderà la realizzazione di: • nuovo accesso dalla Via Finati; • viabilità provvisoria di cantiere; • scavi di sbancamento; • posa di sottoservizi e pozzetti; • opere in c.a.(platee, fondazioni, palificazioni, opere in elevazione); • opere in c.a.p. (impalcato viadotto e nuova rampa di carico); 10 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
• sollevamento capannone esistente di copertura impianto di termovalorizzazione (opere di carpenteria metallica); • estensione medesimo capannone per il contenimento della terza linea (opere di carpenteria metallica); • nuovo capannone per trattamento scorie; • opere di carpenteria a sostegno degli impianti; • posa degli impianti (forno, caldaia, impianti di abbattimento inquinanti, impianto di trattamento scorie, trasporto scorie e rifiuti, nuova pesa); • impianti elettrici e strumentazione; • asfaltatura; • movimentazione di terreno per la formazione di rilevati stradali ed il terrapieno a ridosso della fossa ausiliaria; • opere a verde (essenze arboree e tappeti erbosi). Separatamente con un cantiere specifico sarà realizzata la posa della condotta idrica di alimentazione dalla centrale ACOSEA di Pontelagoscuro al sito in oggetto. Relativamente alle sistemazioni superficiali durante i lavori di costruzione non si prevede che ci siano particolari problemi dal punto di vista dell’inquinamento della falda sottostante o del vicino canale Burana in quanto si tratta di lavori, che non comportano rischi particolari sotto questo profilo. Gli sbancamenti di terreno e dei movimenti di terra interni all’area di cantiere riguarderanno un’area di ca. 25.000 m2, è ipotizzabile una produzione di terreno pari a 20.000 m3 (ca. 700 m3/giorno). La terra asportata per gli sbancamenti sopra elencati andrà completamente riutilizzata per il consolidamento del piazzale di scarico fossa ausiliaria e della relativa rampa di accesso, oltre che per la formazione della collinetta che raccorderà il piazzale con il terreno a quota campagna, nonché il rinterro dell’area posta a ridosso della via Finati che è attualmente ad una quota più basa. Non sono previsti conferimenti in discarica. L’unica lavorazione nell’ambito del cantiere che abbisogna di un drenaggio provvisorio è quella relativa alla realizzazione delle fondazioni della fossa rifiuti ausiliaria che comporterà scavi fino a quota -3 m con conseguente interessamento della 11 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
falda acquifera che rimane ad una quota di –1.1 m ÷ -1,5 m rispetto alla quota campagna. Per mantenere lo scavo libero dall’acqua sarà necessario utilizzare delle pompe di aggottamento che scaricheranno nell’impianto fognario acque chiare esistente. Relativamente al rumore prodotto dalle attività di scavo, trasporto e sistemazione dei materiali di cantiere, si specifica che contrattualmente sarà imposto alle imprese esecutrici il rispetto del decreto legislativo 15 agosto 1991 n.° 277 (Attuazione delle direttive n.° 80/1107/CEE , n.° 82/605/CEE , n.° 83/477/CEE , n.° 86/188/CEE e n.° 88/642/CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro). Si specifica comunque che per tutta una serie di attività lavorative correnti nel cantiere il livello sonoro a cui sono esposti i lavoratori è nettamente al di sotto della prima soglia di intervento (esposizione quotidiana personale pari a 80 dBA); a tali fasi lavorative a volte possono sovrapporsi altre in cui gli addetti (o parte di essi) possono essere esposti a livelli di rumore superiori e tali da portare i livelli di esposizione equivalente al di sopra degli 80 dBA che costituiscono soglia di intervento primaria il datore di lavoro deve effettuare una ”valutazione del rischio“ e conseguentemente predisporre le diverse misure di prevenzione previste.. Tutte le barriere attualmente esistenti (filari di alberi a est e sud, muro di recinzione in calcestruzzo a nord e ovest) offrono un’efficace delimitazione dell’area di cantiere ed anche una provvisoria barriera contro il rumore generato dalle attività; inoltre la parte nord dell’impianto, ove principalmente svolgeranno i cantieri ed avverrà l’accesso dei mezzi, guarda verso una zona in parte agricola ed in parte industriale senza utilizzi residenziali, limitando pertanto i disagi sensibili. L’area effettiva di cantiere sarà coperta verso la Via Diana e quindi verso gli abitati di Cassana e Porotto dalla mole dell’attuale edificio con pertanto limitatissimi disagi dovuti ad impatti visivi ed acustici. Anche l’acceso dei mezzi di cantiere avverrà quasi totalmente dalla Via Finati in quanto l’accesso sulla Via Diana rimarrà dedicato, per tutta la durata del cantiere, come ora, all’accettazione dei mezzi che trasportano rifiuti. 12 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
F.1.3 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE PRESSIONI AMBIENTALI ESERCITATE DURANTE LE FASI DI ESERCIZIO Premesso che la disamina approfondita degli impatti ambientali è stata effettuata nel Progetto Definitivo e nei punti B, D ed E del presente studio, si fornisce di seguito un elenco descrittivo dei principali impatti considerati. F.1.3.1. EMISSIONI IN ATMOSFERA IN FASE DI ESERCIZIO Le emissioni in atmosfera consistono essenzialmente in tre impatti ambientali: 1) emissioni concentrate al camino 2) emissione di vapore dalle torri evaporative 3) emissioni diffuse da traffico veicolare e da odori Tutte queste emissioni sono tenute sotto controllo ed entro i limiti imposti dalla legge. Per le emissioni al camino si dimostra come la situazione futura di progetto sia migliorativa rispetto all’attuale considerando la somma delle emissioni evitate dovute al vecchio inceneritore di via Conchetta (che verrà chiuso) ed alla mancata o minore utilizzazione di discariche. Anche l’incremento di potenza termica per il teleriscaldamento urbano è stato considerato come impatto ambientale positivo grazie alla sostituzione delle caldaie condominiali a combustibile fossile Per le altre due emissioni si dimostra come l’incremento di massa diffuso sia ininfluente sull’ambiente ed abbia un limitatissimo effetto solo nelle immediate vicinanze della emissione stessa. Le tabelle riassuntive delle emissioni in atmosfera e le ricadute al suolo sono riportate in ALLEGATO F5 (TABELLE DI EMISSIONE e TABELLE DELLE RICADUTE degli inquinanti e due elaborati grafici come esempio della distribuzione di massima delle ricadute al suolo di un inquinante significativo (NO2) i prima e dopo l’intervento). In F.4.1 è trattato più dettagliatamente l’argomento a cui si rimanda perché di fondamentale importanza per l’intervento in oggetto, in quanto costituisce la matrice di impatto primaria dell’intervento. F.1.3.2. RISORSE IDRICHE La risorsa idrica utilizzata per il funzionamento dell’impianto è acqua di superficie proveniente dal fiume Po, prelevata dagli impianti ACOSEA di Pontelagoscuro dopo 13 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
aver subito il trattamento di chiariflocculazione e filtrazione a sabbia; in questo modo si utilizza acqua che non ha subito ancora i processi di potabilizzazione con notevole risparmio energetico e di risorse e con sinergia di scala in seguito alla mancata realizzazione di un depuratore specifico in loco. L’acqua è convogliata dalla centrale di Pontelagoscuro al sito Geotermia mediante una condotta interrata che sarà realizzata fino alla via C. Diana nella fascia di servitù relativa ad un feeder della rete gas esistente I reflui a seconda dell’impianto che li ha prodotti e delle caratteristiche chimico fisiche vengono consegnati alla fognatura di acque bianche dell’ACOSEA o ad un sistema di raccolta di acque tecnologiche con smaltimento presso impianti autorizzati. F.1.3.3. PRODUZIONE DI RUMORE La relazione sul rumore riportata in allegato al progetto dimostra un incremento del rumore in fase di esercizio nell’area dell’impianto dovuto al maggior numero e potenza delle macchine presenti, parzialmente compensato da un minore utilizzo delle caldaie a metano al servizio del teleriscaldamento grazie alla maggiore produzione di calore che consentono le nuove caldaie. In tutta l’area sono previste opere (come rimboschimenti localizzati, collinette di terra artificiali, muro perimetrale) per spezzare il suono ed impedirne la diffusione nella zona circostante che, peraltro, essendo una zona industriale, ha limiti meno restrittivi rispetto alle zone residenziali. 14 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
F.2 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE TECNICHE PRESCELTE E CONFRONTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI In questa sede si vuole dare una descrizione dello spirito del progetto, un quadro generale delle scelte progettuali e dei motivi delle stesse, dei semplici principi di funzionamento, degli obiettivi e finalità delle soluzioni tecniche adottate. F.2.1 COMBUSTIONE Il rifiuto è introdotto dalla fossa di stoccaggio provvisorio in camera di combustione per mezzo di una benna a polipo che carica il rifiuto nella tramoggia la quale, attraverso il canale di alimentazione, è in comunicazione con il forno. L’ampliamento, come specificato in premessa sarà costituito da due forni a griglie mobili, di tecnologia simile a quella dell’attuale. Il rifiuto spostandosi lungo la griglia grazie al movimento di questa, dapprima si essicca quindi si sviluppano i processi di combustione sino a scaricare dalla parte finale della griglia il residuo solido non combustibile in una vasca di raffreddamento con nastro trasportatore. L’efficienza di combustione dei forni a griglia, è molto elevata con valori superiori al 99% quindi con bassissimi tenori di incombusti nei residui. L’aria necessaria per la combustione del rifiuto è fornita in parte sotto la griglia, insufflata attraverso il letto di combustione che si è formato sulla griglia stessa (aria primaria), in parte sopra la griglia per completare i processi di combustione (aria secondaria). L’aria di combustione, sia primaria sia secondaria è insufflata per mezzo di ventilatori di portata opportuna. La camera di combustione sarà seguita da quella di postcombustione a costituire un unico complesso senza soluzione di continuità con notevole beneficio per quanto riguarda la fluidodinamica dei gas di combustione, la durata dei refrattari e l’affidabilità di esercizio. In considerazione dell’elevato potere calorifico la camera di combustione sarà dotata del sistema di riciclo dei fumi, già sperimentato efficacemente per il forno attuale, in modo da mantenere il tenore di ossigeno in camera di combustione ai valori atti a 15 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
realizzare un buon compromesso fra ossidazione dei fumi, recupero energetico e riduzione degli NOx. Un cenno particolare va fatto per quanto riguarda il sistema di controllo della combustione che, in linea con l’attuale tecnologia sarà interamente automatizzato con utilizzo di calcolatori di processo in grado di gestire le regolazioni in automatico tenendo in considerazione più segnali dal campo e confrontando le grandezze di processo con i dati teorici provenienti da calcoli in tempo reale. Le altre tecnologie attualmente utilizzate nella realizzazione dei forni di combustione sono essenzialmente le seguenti: 1) forni a letto fluido 2) forni a tamburo rotante Senza entrare nel dettaglio di queste tecnologie, è comunemente riconosciuto che il forno a griglia, è il più indicato per la combustione del rifiuto solido urbano tal quale. I forni a letto fluido sono utilizzati per la combustione di un rifiuto pretrattato omogeneo ad elevato potere calorifico (CDR); si tratta comunque di una tecnologia ancora da sperimentare a fondo e poco utilizzata per la combustione dei rifiuti urbani. La funzionalità di questo tipo di impianti è pertanto ancora poco valutabile soprattutto per le scarse esperienze e per i pochi impianti attualmente esistenti. I forni a tamburo rotante sono prevalentemente utilizzati per rifiuti industriali solidi ma di ridotta pezzatura o liquidi contenuti in fusti. Il contatto tra il rifiuto e l’aria di combustione avviene solo sulla superficie perché non è realizzata l’insufflazione dell’aria da sotto la massa del rifiuto, come invece avviene in quelli a griglia mobile, riducendo notevolmente l’efficienza della combustione pur potendo raggiungere temperature più elevate. La scelta di incenerire il rifiuto tal quale non lascia pertanto spazio a soluzioni tecnologiche di forno alternative alla prescelta tipologia a griglia mobile che massimizza anche l’affidabilità globale dell’impianto. F.2.2 RECUPERO ENERGETICO Il recupero energetico sarà realizzato con caldaie a recupero a circolazione naturale con corpo cilindrico superiore, caratterizzate da un evaporatore ad irraggiamento a tubi verticali, e da una sezione convettiva con il surriscaldatore e l’economizzatore. 16 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
Delle 24 Gcal/ora di carico termico di progetto prodotto dalla combustione, cui si aggiunge la potenza termica residua dei fumi di ricircolo (caldi) e tenendo conto delle perdite si ha una potenza netta sviluppata al forno di 24,6 Gcal/h; sottraendo le dispersioni ed il calore sensibile dei fumi in uscita dalla caldaia (a 200 °C), la potenza termica assorbita in caldaia ammonta a 20,3 Gcal/h. La caldaia è progettata per produrre con questi dati in ingresso 32 kg/h di vapore surriscaldato a 380°C ed alla pressione di 50 bar. La scelta del tipo di caldaia è vincolata dal tipo di combustibile utilizzato (rifiuto) e dal fatto che deve necessariamente essere una caldaia a recupero del calore sensibile dai fumi prodotti dalla combustione: lo schema funzionale e le geometrie sono determinate a priori. La turbina sarà unica ed utilizzerà il vapore surriscaldato prodotto dalle due nuove caldaie, pertanto circa 64 kg/h di vapore con una produzione di potenza elettrica di progetto utile massima (turbina in funzionamento a condensazione) pari a di 12,9 MWe. La temperatura dei fumi all’uscita della caldaia sarà abbassata fino a 200 °C, temperatura necessaria alla depurazione dei fumi senza necessità di raffreddamenti con utilizzo di acqua iniettata nella corrente dei fumi, in modo da utilizzare un trattamento completamente a secco in armonia con le attuali tendenze nel settore, come sarà successivamente descritto nella sezione dedicata alla depurazione dei fumi. F.2.3. DEPURAZIONE FUMI Nel settore degli impianti di termovalorizzazione mentre la sezione di combustione e quelle di recupero termico e di produzione dell’energia elettrica hanno trovato un loro assetto impiantistico chiaro e definito quindi le differenze fra le diverse tipologie si limitano ai particolari costruttivi e ad alcune ottimizzazioni sulla base di uno schema comune, nel campo della depurazione dei fumi la tecnologia utilizzata pur offrendo validi risultati non è definita in modo univoco. Il progettista ha a disposizione vari processi di depurazione che possono portare a risultati equivalenti e la scelta avviene in base a criteri che di volta in volta possono privilegiare la semplicità ed affidabilità operativa, il livello delle prestazioni, l’economia dell’investimento. 17 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
In linea con le attuali tendenze consolidate si descrive la scelta adottata per il progetto del sistema di depurazione dei fumi è il seguente del tipo a secco: 1. Reattore per la dispersione nella corrente di fumo di calce e carbone attivo (sorbalite) iniettati separatamente oppure già premiscelati 2. 1° filtro a maniche per il trattamento iniziale dei fumi 3. Reattore per la dispersione nella corrente di fumo di bicarbonato di sodio e carbone attivo 4. 2° Filtro a maniche per il trattamento finale dei macroinquinanti e dei metalli pesanti e per l’eliminazione della maggior parte dei microinquinanti. 5. Impianto catalitico a bassa temperatura con iniezione di ammoniaca a monte per l’eliminazione degli NOx e dei microinquinanti organici 6. Ventilatore di aspirazione dei fumi. 7. Emissione a camino in canna d’acciaio Φ 1400 mm Le apparecchiature sono poste in serie nella successione numerica riportata. La valenza del filtro a maniche è che si presta ad essere fatto funzionare sia come apparecchio di depolverazione sia come vero e proprio reattore chimico inoltre, grazie al miglioramento dei tessuti filtranti che permettono la captazione delle polveri indipendentemente dalla loro natura chimico-fisica e per il fatto che la temperatura dei fumi all’uscita della caldaia e sufficientemente bassa tanto da permettere al filtro a maniche di lavorare senza problemi e considerato un elemento a sicurezza passiva. Il processo a secco di progetto utilizza come reattivo primario la calce spenta additivata di carbone attivo; la calce agisce sugli inquinanti inorganici quali in particolare HCl, SO2, HF ed il carbone attivo serve per l’eliminazione delle componenti volatili come i microinquinanti ed i metalli pesanti volatili oppure a granulometria submicronica. Come integrazione e sicurezza ulteriore del processo, in un secondo stadio si utilizza il bicarbonato di sodio che è estremamente più attivo ed effettua una finitura nell’abbattimento degli inquinanti. L’utilizzo del bicarbonato costituisce un fattore ottimale per il successivo utilizzo nel processo dei catalizzatori per l’abbattimento degli ossidi di azoto in quanto il bicarbonato garantisce, nei fumi trattati a monte del catalizzatore, l’eliminazione dell’SO3 che, altrimenti, legandosi con l’ammoniaca iniettata per eliminare gli NOx 18 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
formerebbe solfato di ammonio con conseguente avvelenamento dei catalizzatori medesimi. L’impianto dotato di catalizzatori è sicuramente di classe superiore perché presenta efficienza migliore a quella degli impianti non catalitici per l’abbattimento degli ossidi di azoto. Con il catalizzatore per eliminare gli NOx è utilizzata ammoniaca in soluzione; i microinquinanti organici (fra i quali la diossina) non richiedono invece reattivi specifici ma sono eliminati per ossidazione in bassa temperatura quando vengono a contatto con il catalizzatore. Il vantaggio di questo schema di impianto rispetto quello esistente (che comunque presenta ottimi livelli di rispetto dei parametri) è un drastico miglioramento nell’abbattimento degli ossidi di azoto e delle diossine e l’assenza di pennacchio nei fumi; lo svantaggio dovuto all’assenza della torre di lavaggio di coda è ripagato dalla presenza di ben due stadi di trattamento a carboni attivi e reagenti basici, oltre che due stadi di filtrazione delle polveri con una estrema affidabilità del processo; rispetto all’attuale sistema a semisecco questa linea di processo consente di migliorare il rendimento del recupero energetico. F.2.4. GRUPPO TURBOALTERNATORE La produzione complessiva di vapore surriscaldato utile che entra in turbina, detratto delle perdite e degli utilizzi ausiliari, ammonta a 64 t/h sempre a 50 bar di pressione e 380 °C con un contenuto entalpico di progetto pari a 780,80 kcal/kg. A valle della turbina vi sarà un condensatore a vuoto in cui il vapore condensa a 0,1 bar e 45 °C circa mediante la circolazione di acqua refrigerata nelle torri evaporative. Sull’albero della turbina è montato un riduttore di velocità che consente l’accoppiamento della turbina con un generatore di FEM sincrono trifase per la produzione dell’energia elettrica. Lo spillamento del vapore per alimentare lo scambiatore di calore a servizio del circuito del teleriscaldamento ed altri circuiti di servizio (degasatore e preriscaldo) avviene a 4 bar la quantità di vapore spillata è in funzione della modalità di funzionamento della turbina (“a condensazione o “a spillamento”). L’impianto, infatti, potrà funzionare i due modi: 19 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
1) tutto il salto entalpico del vapore è utilizzato per la produzione di energia elettrica (funzionamento a condensazione); 2) a valle del primo stadio è spillato il vapore per il teleriscaldamento (funzionamento a spillamento). F.2.5. SISTEMI DI CONDENSAZIONE DEL VAPORE All’uscita della turbina o dello scambiatore per cedere calore al circuito del teleriscaldamento, il vapore è condensato in un condensatore a vuoto, raffreddato mediante uno scambiatore a fluido refrigerante. Il fluido è acqua chimicamente trattata che è raffreddata in un sistema tecnologicamente avanzato del tipo “wet and dry”, ossia un sistema misto secco-umido che unisce i vantaggi ambientali dei sistemi di raffreddamento ad aria (o aerocondensatori) con i vantaggi di efficienza e di minore occupazione di spazio delle torri evaporative ad umido; il raffreddamento dell’acqua è realizzato mediante uno scambiatore di calore a superficie alettata nella parte a secco e mediante scambio diretto con contatto tra l’acqua di raffreddamento stessa e l’aria atmosferica nella parte a umido. Combinando opportunamente le due modalità di scambio termico è possibile ridurre l’umidità relativa dell’aria uscente dalle torri fino ad eliminare nella maggior parte dei casi il pennacchio di vapore condensato. Il sistema wet and dry raffredda l’acqua in ingresso dal condensatore da 38°C a 30°C utilizzando per il 30% aria e per il 70% acqua, secondo le condizioni ambientali in particolare della temperatura esterna dell’aria. In inverno risulta efficiente l’utilizzo a secco con il raffreddamento ad aria grazie all’elevata differenza di temperatura tra l’acqua da raffreddare e l’aria; il vantaggio di utilizzare il raffreddamento a secco in inverno è che si evitano le condense locali in atmosfera. In estate risulta efficiente il raffreddamento ma non si formano le condense visibili in atmosfera a causa dell’elevata temperatura dell’aria esterna. F.2.6. STOCCAGGIO E TRATTAMENTO SCORIE 20 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
La produzione di scorie e di incombusti con tutti i forni a regime ammonta ad un peso giornaliero variabile tra 90 e 130 t/d a seconda della quantità e della qualità del rifiuto termodistrutto. L’attuale fossa scorie non è più sufficiente a garantire una adeguata autonomia di stoccaggio. Nel caso di massima produzione di incombusti si ha una produzione giornaliera di circa 110 metri cubi al giorno (supponendo un peso specifico delle scorie sfuse pari a 1,2 t/mc). La soluzione adottata è quella di trasportare le scorie mediante un nastro adeguato al di fuori dell’impianto. La nuova area utilizzata per la selezione e lo stoccaggio provvisorio sorge all’interno del perimetro dell’impianto sul lato nord, sarà costituita da un capannone chiuso ove avviene la deferrizzazione, lo stoccaggio provvisorio ed il caricamento sui mezzi per l’allontanamento ed il trasporto a discarica autorizzata e controllata. F.2.7. STOCCAGGIO E ALLONTANAMENTO DEL POLVERINO Il polverino prodotto dalle caldaie e dalla sezione di depurazione dei fumi delle due nuove linee sarà inviato tramite sistemi automatici di trasporto all’attuale impianto di stoccaggio, opportunamente raddoppiato con altri due serbatoi da 80 metri cubi per un totale di 320 metri cubi. Da questi silos il polverino sarà caricato sugli automezzi autorizzati e trasportato ad inertizzazione e discarica. La produzione di polveri varia da un minimo previsto di 19,4 a 24,4 t/d in dipendenza dal tipo di rifiuto bruciato e dal trattamento di abbattimento dei fumi. Parte delle polveri sono costituite da prodotto sodico residuo del trattamento dei fumi con bicarbonato; tale parte è ricuperabile in impianti appositi. F.2.8 AMPLIAMENTO DELL’EDIFICIO L’attuale struttura in calcestruzzo dell’edificio esistente è già realizzata con predisposizioni atte a contenere altre due linee di termodistruzione uguali a quella esistente. 21 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
L’ampliamento riguarda il capannone in acciaio e tamponamento in lamiera che attualmente è concepito per contenere solo due linee mentre la terza risulterebbe esterna. Pertanto è necessario ampliare il capannone in acciaio fino a raggiungere il profilo esterno della struttura in calcestruzzo, che come si è detto non è modificata. L’ampliamento è realizzato con la stessa tecnica del capannone esistente e con lo stesso profilo architettonico. La nuova caldaia, in particolare, avendo potenzialità superiori di produzione del vapore, per incrementare la produzione di energia elettrica sfruttando meglio il calore prodotto dai rifiuti, è più alta ed ingombrante dell’attuale; pertanto è prevista una sopraelevazione del capannone esistente e di quello futuro di 4 metri rispetto al colmo dell’attuale. Questo intervento non varia significativamente l’impatto visivo dell’impianto. F.2.9 FOSSA AUSILIARIA DI STOCCAGGIO RIFIUTI La fossa ausiliaria sarà costruita nell’area a nord dell’inceneritore ed avrà come ingresso una rampa di salita che parte dalla pesa sulla via Finati. Il terrapieno porterà ad un piazzale elevato 4,5 metri sul piano di campagna che sarà il piazzale di scarico dove si aprono le cinque bocche di scarico verso lo stoccaggio dei rifiuti; La strada proseguirà poi su viadotto per connettersi, passando sopra la cabina elettrica, all’attuale piazzale di scarico dell’inceneritore. Il rifiuto sarà movimentato mediante una benna a polipo che servirà anche da caricatore per il nastro trasportatore centinato e a tenuta stagna, sul quale verranno trasportati i rifiuti verso la fossa principale di stoccaggio dell’inceneritore per l’alimentazione dei forni. La sala di controllo, posta sul lato nord provvede alla gestione dello stoccaggio, al caricamento dei rifiuti alla gestione dei consensi all’apertura delle bocche di scarico. In caso di malfunzionamenti del nastro è prevista un’area in cui poter caricare dei bilici direttamente con la benna a polipo attraverso una botola abitualmente chiusa. La botola di scarico può anche servire per la manutenzione della benna fuori dalla fossa, per lo svuotamento completo della vasca o per campionamenti di rifiuto tal quale. 22 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
Per ovviare alla possibile diffusione di odori in atmosfera, la fossa sarà mantenuta in depressione dall’aspirazione dell’aria di combustione dei forni o, in caso di necessità, anche da un sistema filtrante a maniche e carboni attivi. F.2.10 OPERE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI Le attuali opere di mitigazione degli impatti ambientali, in particolare quelli dovuti agli impatti visivi acustici ed odorosi, consistono in barriere vegetali formate da un doppio filare di pioppi cipressini per la facciata est (verso la sede e gli uffici AGEA), da un identico filare di pioppi e da uno di Farnie a sud (verso via Diana) all’interno di un muretto con recinzione metallica alta 2 metri circa, da un doppio filare di Celtis che corre lungo la Via Canal Bianco, all’interno di un muro in calcestruzzo prefabbricato alto 2 metri circa, mentre sul lato della via Finati, data la distanza degli impianti vi è solo il muro in calcestruzzo a delimitare la proprietà. Poiché il progetto prevede l’ampliamento delle strutture verso il lato nord, la visibilità di queste è limitata ad un osservatore sulla via Finati ed uno dalla sede Agea. Le opere in progetto non sono visibili dalla via Diana, in quanto mascherate dall’attuale edificio la cui sagoma non viene alterata (salvo la citata sopraelevazione di 4 metri circa del tetto del capannone), né dalla via Canal Bianco in quanto già nascoste dal muro perimetrale e dal filare di celtis adulti. Pertanto le nuove barriere per il mascheramento dell’impatto visivo saranno principalmente realizzate sul lato della Via Finati e sul lato verso la sede AGEA salvo potenziare la piantumazione di essenze arbustive ed arboree autoctone sulle altre due strade (Via Canal Bianco e via Cesare Diana). Il lato verso la sede AGEA è attualmente delimitato da un terrapieno antirumore già piantumato e da altri filari di essenze ad alto fusto; la combinazione di queste barriere offre una efficace protezione sia visiva sia acustica all’interno dell’area di competenza degli uffici della sede stessa. Tutte le barriere attualmente esistenti offrono un’efficace delimitazione dell’area di cantiere ed anche una provvisoria barriera contro il rumore generato dalle attività; inoltre la parte nord dell’impianto, ove principalmente svolgeranno i cantieri ed avverrà l’accesso dei mezzi, guarda verso una zona in parte agricola ed in parte industriale senza utilizzi residenziali, limitando pertanto i disagi sensibili. L’area effettiva di cantiere sarà 23 Potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione del sito Geotermia SINTESI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
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