Strategie per ridurre le emissioni delle stufe a legna fi no all'80%
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SPECIALE EMISSIONI Strategie per ridurre le emissioni delle stufe a legna fino all’80% Le misure tecnologiche di ottimizzazione del funzionamento di una stufa a legna, cioè quelle a carico di chi l’apparecchio lo utilizza quotidianamente, sono fonda- mentali per ridurre significativamente le emissioni. Ma anche i costruttori possono ancora fare molto sul piano dello sviluppo tecnologico Christoph Schmidl, Bioenergy2020+ christoph.schmidl@bioenergy2020.eu I frequenti superamenti dei valori limite luppare una serie di misure per stimolare guito della consultazione con gli esperti del particolato (PM10) sono un problema e supportare il massimo miglioramento invitati sono state le seguenti: molto sentito e comune in molti paesi tecnologico possibile per le stufe a legna. • gli attuali metodi di misura, in parti- Europei, tra cui anche l’Austria. Sulla base colare per le emissioni di polveri, non degli inventari della qualità dell’aria, dei BENE AL TEST DI OMOLOGAZIONE, sono comparabili; macrotraccianti e dei bilanci di massa, è MA ALLA PROVA REALE? • in futuro dovranno essere misurati an- noto che le sorgenti emissive più rilevanti Attualmente lo sviluppo tecnologico è che i condensabili; sono rappresentate dai trasporti, dal com- orientato principalmente a migliorare le • i metodi di misura dovranno rispec- parto industriale e dalla combustione re- prestazioni delle stufe ai fini di ottenere i chiare quanto più possibile le perfor- sidenziale (riscaldamento). In riferimento migliori risultati dalle prove di omologa- mance ottenibili in campo, questa al particolato, nei Paesi europei centro- zione, più che per conseguire le migliori richiesta sarà inclusa nel prossimo meridionali, in inverno mediamente circa prestazioni nel contesto di funzionamento mandato (M/495). il 40% del PM10 è prodotto dalla combu- reale. I test di omologazione non sono oggi stione domestica di biomasse legnose, in grado di identificare i migliori prodotti IL RUOLO CHIAVE principalmente legna da ardere utilizzata in termini di prestazioni reali in campo. È DI CHI USA LA STUFA in apparecchi domestici. È necessario quindi mettere a punto nuo- Per mettere a punto una metodologia di Per mitigare questi effetti gli Stati mem- ve metodologie di prova. Gli attuali limiti prova che rifletta il funzionamento nel bri hanno adottato piani di qualità di emissione sono basati sui risultati ot- contesto reale delle stufe a legna sono dell’aria che impongono agli apparecchi tenuti in laboratorio durante le prove di state condotte in Austria alcune indagi- domestici valori limite del rendimento omologazione, pertanto anche i valori li- ni in campo sul comportamento degli e delle emissioni sempre più stringenti, mite dovranno essere adeguati ai risultati utilizzatori finali nella gestione dei ge- fino al divieto di utilizzo nelle zone più che si otterranno con le nuove metodolo- neratori e sul monitoraggio delle perfor- critiche in ambito urbano. gie. Una volta che saranno messe a punto mance in campo degli apparecchi allo In Austria, per affrontare il problema è le nuove metodologie per identificare i scopo di determinare l’impatto di questi stato attivato – nel periodo 2009-2012 - il prodotti di miglior qualità, le strategie di due fattori sull’efficienza e le emissioni, in progetto “Neue Öfen 2020: le stufe a legna sostituzione dei vecchi apparecchi con i rapporto ai valori ottenuti in laboratorio del futuro, misure per implementare le mi- migliori prodotti costituiranno la misura con le omologazioni. gliori tecnologie allo stato della tecnica”, più efficace di riduzione delle emissioni. finanziato completamente da fondi statali. Nel corso di un incontro tecnico con i 1. Modalità di accensione Il progetto ha coinvolto direttamente gli rappresentanti della Commissione Eu- È noto che la modalità di accensione ha stakeholders, ovvero i costruttori di ap- ropea (DG Energia, Ambiente e Indu- un rilevante impatto sul fattore di emis- parecchi domestici, le agenzie di prote- stria) per la messa a punto dei metodi sione di polveri nella fase di accensione, zione ambientale e le autorità regionali di misura per L’Ecodesign e l’Ecolabelling è stato dimostrato infatti che disponen- con competenza in materia di qualità (LOT20, apparecchi domestici), le prin- do la legna in catasta e accendendo il dell’aria. L’obiettivo principale era svi- cipali conclusioni a cui si è giunti a se- fuoco dall’alto per mezzo di un modulo 34 AGRIFORENERGY
SPECIALE EMISSIONI d’accensione composto da legnetti sec- Catasta accesa dall’alto Ciocchi accesi dal basso con legnetti secchi con legnetti secchi chi, l’emissione di polveri si riduce del 50-80% rispetto all’accensione dal bas- so. Sulla base di una indagine campiona- ria presso gli utenti finali è risultato che solo l’8% accende correttamente il fuoco nella stufa (foto 1). Riguardo ai materiali usati come accendi fuoco e il loro posizionamento rispetto alla carica di legna, il 62% del campione ha dichiarato di utilizzare piccoli pezzi di 8% 58% legna e carta, mentre solo l’8% dichiara di usare appositi accendi fuoco. L’83% degli Catasta rinfusa Ciocchi verticali con accensione dal senza modulo di accensione basso (tipo bivacco) utenti posizionano il modulo di accensio- ne alla base della carica o nella sua parte inferiore, dove causa i maggiori valori di emissione di polveri in fase di accensione. 2. Monitoraggio del funzionamento in campo I risultati del monitoraggio delle condi- zioni operative in campo delle stufe a le- gna (tabella 1) indicano una notevole va- 15% 19% riabilità del numero di cariche per ciclo di funzionamento (da 2 fino a 16), che Foto 1 – Modalità di accensione delle stufe a legna in Austria Tabella 1 – Risultati del monitoraggio delle condizioni operative delle 3 stufe a legna monitorate Stufe A B C Numero medio di cariche 3 3 6 per ciclo di funzionamento (min 3, max 4) (min 2, max 5) (min 2, max 16) Durata media della carica 0,7 1,15 0,89 Ore di funzionamento per giorno 0,9 5,2 7 Grafico 1 – Monitoraggio dei valori del tiraggio e della temperatura dei fumi di scarico. Temperatura dei fumi di scarico (°C) 60 350 Pressione del tiraggio (Pa) 50 300 250 40 200 30 26 150 28 29 29 20 25 100 10 18 50 0 0 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 Tempo Time(ore) (s) Tiraggio della stufa Flue gas draught A A - Stove Valore Averagemedio deldraught flue gas tiraggio of per ogni carica batch Valore Average medio deldraught flue gas tiraggio of operation cycle Temperatura dei fumi Flue gas temperature di scarico (°C) (°C) del ciclo di funzionamento AGRIFORENERGY 35
SPECIALE EMISSIONI Tabella 2 – Confronto delle prestazioni reali, ottimali e di omologazione di nuove metodologie per i test di omo- una stufa a legna logazione per stimolare miglioramenti tecnologici e innovazione. I risultati otte- Stufa C: misure in campo con gestione utente usuale (STP, mg/Nm3 13% O2) nuti riguardano solo l’Austria pertanto è Carica Durata (minuti) CO OGC PM ŋ% necessario raccogliere dati anche in altri 1 43 7556 1096 318 51,5 paesi, nonchè ampliare l’indagine anche alle stufe a pellet. 2 39 9491 1351 141 29,1 3 39 8059 1320 125 42,5 COME MIGLIORARE LE PRESTAZIONI Stufa C: misure in campo, gestione come da manuale istruzioni del costruttore DI UNA STUFA A LEGNA? 1 32 2546 151 150 61,0 Le misure di miglioramento delle presta- zioni di una stufa a legna si dividono in 2 58 3661 239 63 42,0 “non tecnologiche” e tecnologiche. 3 45 1993 272 79 45,7 Le misure non tecnologiche riguardano Stufa C: misure in laboratorio (omologazione) le azioni da intraprendere per informare l’utente sulla corretta gestione della stu- 1 55 793 36 25 83,2 fa, per esempio i libretti di istruzione dei costruttori contengono sì le informazioni, ma queste sono disperse nelle numerose significa molte partenze da freddo del • operative ottimali: stufa gestita (dai ri- pagine del libretto. È auspicabile quindi generatore (elevate emissioni). La dura- cercatori) sulla base delle istruzioni del che le più importanti informazioni per la ta della carica varia da 0,7 a 1,15 ore con libretto fornito dal costruttore; corretta gestione siano riassunte in modo un’ampia variabilità delle ore giornaliere • omologazione in laboratorio. chiaro e intuitivo in una sola pagina, fa- di funzionamento (da 0,9 a 7 ore). cilmente consultabile dall’utente. Inoltre 5. Misure «non tecnologiche» è auspicabile per il futuro che tali infor- 3. Tiraggio per contenere le emissioni mazioni siano diffuse anche tramite video È noto che l’omologazione in laborato- I risultati ottenuti dimostrano che esiste e applicazioni smartphone, forme di co- rio delle stufe a legna è eseguita mante- un rilevante potenziale di riduzione delle municazione molto utilizzate dalle nuove nendo un tiraggio di 12 Pa. Il grafico 1 emissioni attraverso le cosiddette misure generazioni. riporta l’andamento del tiraggio in con- “non tecnologiche”, ovvero migliorando Un altro aspetto particolarmente im- dizioni di funzionamento reale di una il comportamento dell’utente e orientan- portante si riferisce alla consapevolezza delle stufe a legna monitorate raccorda- dolo verso un’ottimale gestione dell’ap- dell’utenza sull’importanza di una cor- ta a una canna fumaria in ceramica, coi- parecchio. I risultati confermano che i retta installazione dell’apparecchio e bentata, alta 6 metri. Come si osserva, in valori di omologazione riflettono solo dell’impianto fumario, quindi sul fatto 3,5 ore di funzionamento e 5 cariche, il le migliori condizioni operative e che che queste operazioni devono essere ese- tiraggio passa da 18 Pa a 29 Pa. Elevati queste difficilmente sono ottenibili nelle guite da operatori qualificati. valori di tiraggio diminuiscono il ren- condizioni di funzionamento reale. Ci sono poi alcune misure tecnologiche dimento e pregiudicano il processo di È necessario quindi mettere a punto che possono essere applicate per ottenere combustione (flussi d’aria) provocan- do un aumento delle emissioni. Tabella 3 – Risultati delle misure di ottimizzazione rispetto alla situazione ini- 4. Confronto delle prestazioni reali, ziale (legna impiegata nei test: abete) ottimali e di omologazione Stufe A B C D Sono state messe a confronto (tabella 2) CO - 74 % - 63 % - 56 % - 44 % le prestazioni delle stufe a legna ottenu- te da un monitoraggio di tre condizioni OGC - 72 % - 40 % - 78 % - 47 % operative: Polveri totali n.a. n.a. - 38 % - 40 % • reali: stufa gestita dal proprietario se- Rendimento (η) + 59 % +7% + 34 % ±0% condo il comportamento usuale; 36 AGRIFORENERGY
SPECIALE EMISSIONI 21 8400 21 8100 18 7200 18 7200 Monossido di carbonio Monossido di carbonio Ossigeno (volume %) Ossigeno (volume %) 6300 (mg/Nm3 al 13% O2) (mg/Nm3 al 13% O2) 15 6000 15 5400 12 4800 12 4500 9 3600 9 3600 2700 6 2400 6 1800 3 1200 3 900 0 0 0 0 11:45 12:15 12:45 11:45 12:15 12:45 Tempo (ore:minuti) Tempo (ore:minuti) Ossigeno (volume %) Monossido di carbonio Ossigeno (volume %) Monossido di carbonio (mg/Nm3 al 13% O2) (mg/Nm3 al 13% O2) Grafico 2 – Effetti delle misure primarie di ottimizzazione della combustione in una stufa a legna. una riduzione delle emissioni nelle due 1. Ottimizzazione ne delle emissioni di CO, OGC e polve- fasi più critiche (accensione e ricarica delle misure primarie ri raggiunge valori compresi tra il 40 e della legna) ed eliminare potenziali fatto- Le misure di ottimizzazione della stufa a l’80%. ri negativi per il processo di combustio- legna hanno riguardato: la tenuta d’aria Il grafico 2 mostra l’andamento dell’ossi- ne (controllo dei flussi d’aria). Infine, una dell’apparecchio, i volumi d’aria immes- geno e del monossido di carbonio prima ulteriore riduzione è raggiungibile attra- si in camera di combustione, l’imple- (sinistra) e dopo (destra) l’ottimizzazione verso misure secondarie (filtri). mentazione di un sistema di iniezione delle misure primarie. L’effetto è quello di d’aria a più stadi, la ventilazione del ve- estendere la fase di bassa combustione PROGETTO BIOCAT tro della porta di ispezione, l’isolamento tra le due cariche successive, rimangono Questo progetto europeo, cofinanziato della camera di combustione, l’imple- tuttavia i due picchi riferiti all’accensione dal settimo programma quadro per le mentazione di una camera di postcom- e la ricarica della legna. piccole medie imprese, punta ad ottene- bustione, la gestione energetica del letto re una forte ottimizzazione delle misu- di braci. 2. Integrazione del catalizzazione re primarie, ovvero delle condizioni di La tabella 3 riporta i risultati in termini di ossidazione (BioCAT) combustione della stufa a legna, e l’inte- di aumento del rendimento e riduzione Per ridurre i picchi di emissione delle grazione di un filtro catalitico con strut- delle emissioni in 4 stufe oggetto dell’ot- fasi di accensione e ricarica della legna tura a favo (nido d’api). timizzazione. Il potenziale di riduzio- è stato posizionato nella stufa un filtro Foto 2 – Esempi di posizionamento del catalizzatore nelle stufe a legna testate AGRIFORENERGY 37
SPECIALE EMISSIONI Misurazione Misurazione della pressione della pressione Punto di Punto di estrazione estrazione Catalizzatore dei gas dei gas rivestito Gas esausti passati per il catalizzatore Catalizzatore non rivestito Catalizzatore rive- (testimone) stito Gas combusto Ventilazione Catalizzatore non rivestito Punti di misurazione della temperatura Figura 1 – Posizionamento del catalizzatore rivestito e non-rivestito (testimone), per la misura in parallelo composto da un catalizzatore di ossida- Una stufa manuale con il catalizzato- logie allo stato della tecnica. zione (prototipo). È importante inserire re integrato raggiunge quindi livelli di Nel contempo è necessario implemen- il catalizzatore in una zona sufficiente- emissione paragonabili a una stufa au- tare nuovi standard europei che con- mente calda e nel contempo facilmente tomatica (pellet). sentano di individuare gli apparecchi in accessibile per la manutenzione (foto 2). grado di ottenere le migliori prestazioni Per verificare l’effetto del catalizzatore CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE nelle condizioni operative reali. Perciò, sono stati posizionati nello stesso ap- Il miglioramento delle prestazioni delle le attività di ricerca e sviluppo dovran- parecchio in parallelo due catalizzatori, stufe a legna necessita di una forte presa no concentrarsi sulla messa a punto di uno rivestito e uno non-rivestito con di consapevolezza dei potenziali di ri- apparecchi in grado di raggiungere le funzione di testimone (figura 1). duzione da parte di tutti gli stakeholders migliori prestazioni in campo. Le misure effettuate hanno dimostrato coinvolti. È cruciale divulgare in modo Come è dimostrato dai risultati fin qui che il catalizzatore di ossidazione è in efficace agli utenti le informazioni per ottenuti, esiste ancora un rilevante po- grado di ridurre, nelle fasi di accensio- un corretto e consapevole utilizzo degli tenziale di riduzione delle emissioni ne e ricarica della stufa, dell’80-90% il apparecchi a legna e contemporanea- conseguibile attraverso il progresso CO, del 40-70% gli OGC e fino al 50% mente incentivare la “rottamazione” dei tecnologico e l’implementazione di le polveri totali. vecchi apparecchi con le migliori tecno- misure primarie e secondarie. O 38 AGRIFORENERGY
SPECIALE EMISSIONI Particolato e benzo(a)pirene si abbattono con moderne tecnologie e corrette condizioni di funzionamento Valter Francescato, AIEL Nelle regioni italiane del bacino padano clici Aromatici, il più noto dei quali è il medi di letteratura (Emission Inventory la qualità dell’aria è in progressivo mi- benzo(a)pirene. Guidebook, 2013), impiegati per le stime glioramento, come testimoniano i dati, degli inventari regionali delle emissioni. rilevati negli ultimi decenni, dei prin- LA QUESTIONE BENZOAPIRENE cipali inquinanti dell’aria, compreso il Rispetto agli altri inquinanti dell’aria il EMISSIONI IN CONDIZIONI particolato (Benassi, 2014; Lanzani, 2014). benzo(a)pirene è stato rilevato tenden- DI FUNZIONAMENTO OTTIMALE Tuttavia, la combustione domestica del zialmente in aumento, in particolare Il presente articolo riporta i principali ri- legno contribuisce ancora in modo rile- in alcune valli alpine e prealpine dove sultati di uno studio pubblicato nel 2012 vante alla formazione di particolato, so- supera d’inverno (più o meno abbon- da alcuni autorevoli centri di ricerca te- prattutto d’inverno, quando forma circa dantemente) il valore limite di 1 ng/m3, deschi che hanno analizzato e comparato il 50% del particolato primario (Gurrieri testimoniando il notevole consumo di le emissioni di apparecchi e caldaie do- e Lanzani, 2014). Questa problematica legna in apparecchi poco performanti. mestiche allo stato dell’arte (2006), posti deriva dal fatto che esiste attualmente un Questa situazione ha allarmato mol- in condizioni di funzionamento ottima- parco apparecchi a legna molto diffuso ti pubblici amministratori di Comuni le, alimentati a legna, cippato e pellet. che, nelle più popolose regioni del bacino montani. In un caso a noi noto il Sindaco In particolare sono stati considerati il par- padano (Veneto, Lombardia e Piemonte) ha sospeso il progetto di realizzazione di ticolato (PM) e gli Idrocarburi Policicli- supera il milione di pezzi installati. Più un impianto a cippato da 300 kW, in so- ci Aromatici (IPA) per determinare l’ef- della metà dei generatori sono di tipo stituzione della caldaia a gasolio esistente fetto di tossicità sulla salute umana (AA. tradizionale, con età media superiore a (in area non metanizzata), per timore di VV., 2012). Il PM è stato collezionato con dieci anni e un fattore di emissione di aumentare il benzo(a)pirene che d’inver- l’ausilio di un tunnel di diluizione, per de- PM10 superiore a 400 g/GJ. A questo si no aveva già superato il valore soglia. terminare anche la componente organica aggiunge il fatto che la legna da ardere è Inoltre, abbiamo letto spesso articoli di dei condensabili (particolato secondario). spesso usata impropriamente (dimensio- stampa, che riprendevano (malamente) i La massa di PM è stata pesata con e senza ne, contenuto idrico), le installazioni non contenuti delle presentazioni annuali dei condizionamento (120 °C per 8 ore) del sono conformi alla norma tecnica (UNI dati di qualità dell’aria di alcune regioni, filtro umido di campionamento. I cam- 10683) e le manutenzioni, soprattutto la in cui si accusava apertamente e indistin- pionamenti sono stati condotti sia con pulizia degli impianti fumari, non sono tamente la combustione del legno, fa- partenza a freddo sia con partenza a caldo eseguite regolarmente. cendo riferimento ai fattori di emissione dei generatori indagati (tabella 1). QUALITÀ DEL PARTICOLATO Tabella 1 – Caratteristiche dei generatori e dei biocombustibili Una ulteriore criticità rilevata negli ulti- Specie Ceneri Contenuto Ceneri mi anni riguarda la qualità del particola- Tipo di generatore kW Abbrev. legnosa (g/kg) idrico (%) (% s.s.) to prodotto dalla combustione domestica Caldaia a pellet abete 25 PBs 2,8 7,7 0,28 del legno. Tanto meno performante e Stufa a pellet abete 13 PSs 2,8 8,0 0,28 completo è il processo di combustione, Caldaia a cippato abete 30 CBs 4,7 23 0,48 tanto maggiore è la quota di carbonio Caldaia a legna abete 30 LBs 5,1 17 0,52 organico che compone il particolato, Caldaia a legna faggio 30 LBb 4,0 15 0,41 con un conseguente aumento della sua Stufa a legna abete 8 LSs 5,3 13 0,54 tossicità derivata (soprattutto) alla pre- senza di numerosi Idrocarburi Polici- Stufa a legna faggio 8 LSb 4,1 13 0,42 AGRIFORENERGY 39
SPECIALE EMISSIONI 450 140 410 PM secco da freddo [g/GJ] 120 400 PM umido da freddo [g/GJ] 120 350 PM secco Pn [g/GJ] 100 93 300 PM umido Pn [g/GJ] 85 250 250 80 210 67 200 60 150 150 119 36 100 110 110 105 40 31 32 92 100 64 22 63 17 18 18 50 20 11 14 14 13 19 0 0 PBs CBs LBs LBb PSs LSs LSb PBs CBs LBs LBb PSs LSs LSb Grafico 1 – Emissioni di PM, filtro umido e secco con parten- Grafico 2 – Emissioni di PM, filtro umido e secco a potenza za da freddo. Per le sigle in ascissa fare riferimento a quanto nominale. Per le sigle in ascissa fare riferimento a quanto ri- riportato in tabella 1. portato in tabella 1. PARTICOLATO PM cie di impatto della fiamma. TOSSICITÀ EQUIVALENTE La perdita di peso del filtro di campio- In condizioni di esercizio dei generatori DEI POLICICLICI AROMATICI namento dopo il condizionamento è a potenza nominale (grafico 2) la situa- La Fondazione Tedesca per la Ricer- correlata con la quantità di particolato zione migliora sensibilmente, in termini ca (Deutsche Forschungsgemeinschaft, secondario (SVOCs), maggiore è il suo di particolato secondario. I generatori Dfg) ha sviluppato, in via sperimentale, contenuto nel PM, maggiore è la perdita automatici, la caldaia a legna e la stufa un approccio per valutare la scala di ri- di massa rilevata dopo l’essiccazione del a pellet sono caratterizzati dai più bassi schio per la salute causata dall’esposi- filtro. Le maggiori perdite sono state rile- valori di emissione di PM. zione ai composti policiclici aromatici vate nelle due stufe a legna, in particolare (IPA). Similmente a quanto avviene già quella alimentata con il faggio (grafico BENZOAPIRENE per le diossine, la tossicità equivalente 1), nelle partenze da freddo del genera- I maggiori valori di benzo(a)pirene (TEQ) esprime l’effetto di tossicità attra- tore. L’accensione della legna necessita sono stati rilevati nei generatori manua- verso la concentrazione della sostanza di di più tempo e produce più emissioni a li a legna, in particolare con partenza da riferimento in grado di generare i mede- causa della difficoltà di essiccare pezzi freddo (grafico 3). Le stufe a legna sono simi effetti tossici. La TEQ è in relazione di legna relativamente grandi durante caratterizzate dai maggiori valori di emis- con l’effettiva concentrazione di una data il processo di combustione e la succes- sione a potenza nominale, tuttavia se con- sostanza tramite il Fattore di equivalenza siva distillazione dei gas combustibili. frontiamo i dati rilevati (11-12 mg/GJ) tossica (TEF), parametro adimensionale La complessità del processo deriva dalla con quelli indicati dal Guidebook 2013, che moltiplicato per la concentrazione minore omogeneità e la minore superfi- ovvero quelli impiegati per le stime degli effettiva fornisce la tossicità equivalen- inventari regionali delle emissioni, riferiti alle stufe ad alta efficienza (121 mg/GJ), c’è un rapporto 1:10. Lo stesso vale, più o meno, per le stufe a pellet. Nel caso delle caldaie manuali a legna, rispetto ai valori rilevati a potenza nominale (0,12 mg/GJ), il valore del Guidebook 2013 è 80 volte superiore, mentre diventa comparabile se consideriamo la partenza da freddo del generatore. I valori del Guidebook 2013 (10 mg/GJ) sono molto superiori (fino a 300 volte!) anche in confronto a quanto rilevato nella caldaia a cippato e a pellet (rispettivamente 0,15 e 0,03 mg/GJ a po- tenza nominale). 40 AGRIFORENERGY
SPECIALE EMISSIONI 140 80 76 121 121 120 70 TEQ da freddo [Pg/GJ] BaP da freddo [Pg/GJ] 60 100 TEQ Pn [Pg/GJ] BaP potenza nom. [Pg/GJ] 50 80 Guidebook 2013 [Pg/GJ] 40 60 27 28 30 40 20 18 20 25 14 17 20 12 10 10 10 10 10 10 10 9 11 3 2,4 0,43 1,9 1,3 0,75 0,16 0,12 0,35 0,3 0,3 0,03 0,15 0,12 0,12 0,08 0 0 PBs CBs LBs LBb PSs LSs LSb PBs CBs LBs LBb PSs LSs LSb Grafico 3 – Emissioni di benzo(a)pirene, con partenza da freddo e Grafico 4 – TEQ in riferimento al benzo(a)pirene, valori a potenza nominale, e confronto con i valori del Guidebook 2013. con partenza da freddo e a potenza nominale. Per le sigle Per le sigle in ascissa fare riferimento a quanto riportato in tabella 1. in ascissa fare riferimento a quanto riportato in tabella 1. te. Nella fattispecie il Fattore di equiva- correttamente. Le stufe a pellet hanno miglioramenti della tecnica di combu- lenza tossica del benzo(a)pirene è posto valori di PM e TEQ nettamente inferio- stione. pari a 1, mentre agli altri IPA è assegnato ri alle stufe a legna allo stato dell’arte. L’auspicio è che i risultati qui riportati un valore di rischio potenziale maggio- Le caldaie manuali a legna sono estre- aiutino i pubblici decisori ad attivare re o minore. Il grafico 4 mostra i risultati mamente performanti in termini di provvedimenti più opportuni ed effi- dell’analisi. In generale i più bassi valori emissioni e tossicità equivalente, tutta- caci nei confronti del settore; le moda- di tossicità equivalente sono raggiunti via «soffrono» nella fase di accensione lità per migliorare la qualità dell’aria dai generatori automatici, in particolare (grafici 3 e 4). Perciò, è fondamentale la senza rinunciare, o peggio vietare, la la caldaia a pellet che, rispetto alla stufa loro corretta installazione, in particola- combustione della rinnovabile legno a legna (moderna), è caratterizzata da re è indispensabile l’abbinamento con ci sono, la nostra Associazione è di- valori 150 volte inferiori. Se si conside- un accumulo inerziale correttamente sponibile a collaborare per attuarle ra un ipotetico confronto con le stufe a dimensionato per limitare il numero di concretamente. O legna tradizionali che, a differenza della accensioni. Questo concetto vale, almeno moderna stufa qui analizzata, sono molto in parte, anche per le caldaie automati- meno performanti (per ragioni di età) e che, soprattutto quelle a cippato. Le cal- operano spesso in condizioni di funzio- daie automatiche sono caratterizzate dai Bibliografia namento non ottimale, ci si può atten- più bassi valori di emissione e la tossicità AA.VV. 2012. Comparison of Emissions dere un rapporto di tossicità equivalente del particolato è paragonabile a quella from Wood Combustion. Part 1: Emission Factors and Characteristics from Different fino a 1.000 volte superiore rispetto ai della maggior parte delle caldaie a ga- Small-Scale Residential Heating Applian- moderni generatori. solio attualmente in esercizio. Il miglior ces Considering Particulate Matter and risultato è stato ottenuto dalla caldaia a Polycyclic Aromatic Hydrocarbon (PAH)- Related Toxicological Potential of Particle- CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE pellet, mentre le prestazioni della caldaia Bound Organic Species. ACS Publications, Questo studio dimostra che le moder- a cippato possono essere ulteriormente American Chemical Society. Energy Fuels 2012, 26, 6695-6704. ne stufe a legna poste in condizioni migliorate usando cippato con contenu- di funzionamento ottimale emettono to idrico inferiore al 20%. Per migliorare Gurrieri G., Lanzani G. 2014. Emissioni benzo(a)pirene in quantità 10 volte in- le emissioni della fase di accensione delle del riscaldamento domestico a biomasse, il Piano generale degli interventi per la quali- feriore rispetto ai fattori di emissione caldaie manuali a legna è raccomandabi- tà dell’aria di Regione Lombardia (PRIA) e le considerati nelle stime degli inventari le equipaggiarle con un sistema di accen- iniziative comuni per il miglioramento del- la qualità dell’aria. Progetto Fuoco 2014. delle emissioni. Il miglioramento della sione automatica. qualità dell’aria passa quindi, necessaria- Questo studio indica chiaramente che la Benassi A. 2014. Linee programmatiche mente, anche attraverso la sostituzione di sola massa di particolato non riflette in attuate dalla Regione Veneto per la ridu- zione delle emissioni derivanti dal settore generatori domestici poco performan- modo esaustivo la variabilità della tos- del riscaldamento residenziale. Progetto ti con moderni apparecchi a legna che, sicità potenziale del particolato emesso Fuoco 2014. tuttavia, devono essere istallati e gestiti dai generatori a biomassa, così come i AGRIFORENERGY 41
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