Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon

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Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
direzione artistica Nino D’Angelo

           stagione teatrale 2017 | 2018
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
TRIANON VIVIANI SPA
società soggetta a direzione e coordinamento della REGIONE CAMPANIA

consiglio di amministrazione
Giovanni Pinto, presidente
Michele Monetta, consigliere
Francesco Somma, consigliere

direttore artistico
Nino D’Angelo
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
E
           ccoci qui, alla vigilia di una nuova stagione e spero di una nuova era per il teatro Trianon.

                  Non possiamo nasconderci che la stagione passata è stata problematica sotto molti aspetti; ma
           si sapeva che non sarebbe stata così semplice.

                  Purtroppo il ritardo dei lavori è stato determinante: il teatro avrebbe dovuto aprire a ottobre,
secondo gli accordi, ma ci è stato consegnato solamente a fine novembre, cosa che non ci ha permesso di
effettuare un’adeguata pubblicità e ha comportato un danno alla campagna abbonamenti. Finalmente il 2
dicembre il Trianon è stato riaperto.

       Riaprire un teatro chiuso da debiti e volontà politica, in un quartiere come Forcella, dove la cultura, è una
medicina importante per curare il malessere e l’ignoranza dei diritti e dei doveri, poteva essere una missione
impossibile.

       Non ho ricordo di nessun altro teatro chiuso, messo all’asta e poi riaperto. Noi invece siamo riusciti a
riaprirlo e questo è merito di tutti: lavoratori e cittadini; ma soprattutto del presidente De Luca che l’aveva
promesso e, se permettete, anche un poco mio, in quanto promotore dell’incontro tra il presidente e il quartiere
di Forcella durante l’ultima campagna elettorale.

       Siamo veramente ripartiti da un cantiere, abbiamo venduto 650 abbonamenti tra la polvere e la pittura,
pochi se si pensa a quando lo stesso teatro ne faceva 4.000, durante il mio primo incarico da direttore, tanti
invece se si pensa al tempo che avevamo a disposizione per ripartire: appena un mese.

       Senza dubbio è stato difficile ricominciare, soprattutto quando il motore per andare avanti è costituito
dai soldi pubblici, che sulla carta ci sono sempre ma sul conto corrente mai. Comunque, con dedizione, siamo
riusciti a portare avanti un cartellone pagando ogni compagnia. Forse si poteva fare di più? Noi abbiamo fatto
quanto era possibile fare, con il cuore e tutta la forza dell’amore che abbiamo per il nostro teatro. Vorrei
scusarmi con i nostri abbonati per qualche disagio dovuto alla fretta di ricominciare e per qualche promessa
non mantenuta, come quella della produzione de L’ultimo scugnizzo con me protagonista; ma ci faremo
perdonare con il nuovo cartellone.

       Il mio obiettivo per il futuro è che il Trianon diventi un teatro che produce i suoi spettacoli attraverso serî
laboratori curati da attori e registi veri, che aiutano i giovani, soprattutto dei quartieri difficili, a inserirsi nel
mondo del teatro e della musica; e ospitare compagnie che faticano a trovare spazio nei cartelloni di altri teatri.

       Il sogno invece è quello di portare le produzioni del Trianon anche all’estero. Certo ci serve l’aiuto di
qualche ente o sponsor che creda nei nostri progetti. Difatti, uno spettacolo che produrremo quest’anno sarà
Forcella strit, che ho speranza di riuscire a portare negli Stati Uniti e in Europa. Ho raccontato l’idea all’amico
presidente De Luca, che, ancòra una volta, mi ha aiutato e ha determinato questa realizzazione. È una
commedia musicale ricca di teatro e canzoni, dedicata proprio al Popolo di Forcella. Un gruppo composto da
attori-cantanti affermati e allievi di un laboratorio che faremo proprio per questo spettacolo.

       Abbiamo deciso di fare un cartellone, mettendo insieme il teatro più tradizionale con quello più
contemporaneo.

                                                                                                           NINO D’ANGELO
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
stagione teatrale 2017 | 2018

da giovedì 9 a domenica 19 novembre 2017
                                                                         da giovedì 23 a lunedì 27 novembre 2017
CARLO BUCCIROSSO
                                                                         PAOLO CAIAZZO
Il pomo della discordia
                                                                         Per fortuna che sono terrone
con la partecipazione di MARIA NAZIONALE

da giovedì 30 novembre a lunedì 4 dicembre 2017                          da giovedì 7 a domenica 17 dicembre 2017
OSCAR DI MAIO                                                            Novecento napoletano
Nu bambeniello e tre san Giuseppe                                        regia BRUNO GAROFALO

da giovedì 21 dicembre 2017 a domenica 14 gennaio 2018                   da giovedì 18 a lunedì 22 gennaio 2018
NINO D’ANGELO                                                            Mal’essere
L’ultimo scugnizzo di Raffaele Viviani                                   di DAVIDE IODICE

da giovedì 25 a lunedì 29 gennaio 2018                                   da giovedì 1° a domenica 11 febbraio 2018
ENZO MOSCATO                                                             FABIO BRESCIA
Ritornanti                                                               ‘O scarfalietto

da giovedì 15 a lunedì 19 febbraio 2018
                                                                         da giovedì 22 a lunedì 26 febbraio 2018
EDUARDO TARTAGLIA
                                                                         TONI SERVILLO
VERONICA MAZZA
                                                                         Toni Servillo legge Napoli
Tutto il mare o due bicchieri?

da giovedì 1° a lunedì 5 marzo 2018                                      da giovedì 15 a domenica 25 marzo 2018
fuori abbonamento                                                        fuori abbonamento
NINO D’ANGELO                                                            Forcella strit
Dangelocantabruni                                                        regia ABEL FERRARA

da giovedì 5 a lunedì 9 aprile 2018                                      da giovedì 12 a lunedì 16 aprile 2018
La paranza dei bambini                                                   I VIRTUOSI DI SAN MARTINO
di ROBERTO SAVIANO e MARIO GELARDI                                       Totò che tragedia!

                                                                         da giovedì 26 a lunedì 30 aprile 2018
da giovedì 19 a lunedì 23 aprile 2018
                                                                         LUCIO PIERRI, DAVIDE MAROTTA, YULIYA MAYARCHUK
ROSALIA PORCARO
                                                                         Tfr – trattamento di fine rapporto
Core ‘ngrato
                                                                         con la partecipazione di ROSARIA DE CICCO, ERNESTO LAMA

da giovedì 3 a lunedì 7 maggio 2018
                                                                         da giovedì 10 a lunedì 14 maggio 2018
COMÉDIE NAPOLITAINE
                                                                         GIGI SAVOIA
La figliata di Raffaele Viviani
                                                                         I casi sono due
regia NELLO MASCIA

                                      il programma potrebbe subire variazioni
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 9 a domenica 19 novembre 2017
                                                              ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO presenta

                                                              Carlo Buccirosso ne
                                                              Il pomo della discordia
                                                              commedia scritta e diretta da Carlo Buccirosso

                                                              con la partecipazione di Maria          Nazionale
                                                              e con (in ordine di apparizione)
                                                              Monica Assante di Tatisso, Giordano Bassetti
                                                              Claudiafederica Petrella, Elvira Zingone
                                                              Matteo Tugnoli, Mauro de Palma, Peppe Miale
                                                              Fiorella Zullo
                                                              e con la partecipazione di Gino Monteleone
                                                              scene           Gilda Cerullo e Renato Lori
                                                              costumi         Zaira de Vincentiis
                                                              musiche         Sal Da Vinci
                                                              aiuto regia     Martina Parisi
                                                              luci            Francesco Adinolfi
                                                   personaggi e interpreti
                         Nicola Tramontano                             Carlo Buccirosso
                         Angela Tramontano, moglie di Nicola           Maria Nazionale
                         Achille Tramontano, figlio di Nicola e Angela Giordano Bassetti
                         Francesca Tramontano, sorella di Achille      Claudiafederica Petrella
                         Adelina                                       Monica Assante di Tatisso
                         Sara                                          Elvira Zingone
                         Cristian                                      Matteo Tugnoli
                         Manuel                                        Mauro de Palma
                         Oscar D’Ambrosio, avvocato                    Peppe Miale
                         Marianna Formisano, psicologa                 Fiorella Zullo
                         avvocato Zambrano                             Gino Monteleone

«Doveva essere un giorno felice, si celebravano le nozze della dea del mare con un uomo bellissimo, e tutti gli dei
erano venuti a festeggiare gli sposi, portando loro dei doni!... La sala del banchetto splendeva di mille luci e sulla tavola
brillavano caraffe e coppe preziose, colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e contenti... solo Eris,
dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela d’oro sul tavolo
imbandito e scappò via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti.»
   Tutto ciò, in breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai giorni d’oggi, in una
normale famiglia benestante, dove l’atmosfera e l’euforia di una festa di compleanno organizzata a sorpresa per
Achille, primogenito dei coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto, bensì da un
pomo, un pomo d’Adamo, o meglio, il pomo di Achille, il festeggiato, ritenuto un po’ troppo sporgente...
    E se aggiungiamo che Achille, vivendo un rapporto molto difficile con suo padre Nicola, è continuamente difeso a
spada tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi ancora dichiarato gay, e non avendo mai presentato
Cristian, il proprio fidanzato, che da anni bazzica in casa spacciandosi per il compagno di sua sorella Francesca... se
aggiungiamo poi che alla festa sarà presente anche Sara, prima e unica fiamma al femminile della sua tormentata
adolescenza, Manuel, estroso trasformista, Marianna, garbata psicologa di famiglia, e Oscar, un bizzarro vicino di casa
che non ha mai tenuto nascoste le proprie simpatie nei confronti di Achille... beh, allora possiamo realmente
comprendere come a volte la realtà, possa di gran lunga superare le fantasie, anche quelle più remote della antica
mitologia... Omero mi perdoni!
                                                                                                          CARLO BUCCIROSSO

                                                                                                                            1
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 23 a lunedì 27 novembre 2017
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                                                                 Paolo Caiazzo in
                                                                 Per fortuna che sono terrone
                                                                 spettacolo di teatro prosa – cabaret in due atti
                                                                 scritto e diretto da Paolo Caiazzo
                                                                 Emidio Ausiello, percussioni
                                                                 Franco Ponzio, chitarra
                                                                 Mimmo Maglionico, fiati
                                                                 Roberto Giangrande, contrabbasso
                                                                 Anna Rita Di Pace, violino e voce
                                                                 scene Roberto Crea
                                                                 realizzazione della scenografia Retroscena
                                                                 trucco e parrucco Ciro Florio
                                                                 service audio e luci Enzo Esposito | grafica Max Laezza

Monologhi e momenti musicali per raccontare la sua meridionalità. Pochi ingredienti ma genuini, come uno spaghetto al
pomodoro fresco.

    Due ore di comicità scritte e portate in scena da un comico, cioè da una persona che vede la realtà da un’angolazione
differente. Anche situazioni difficili e drammatiche nascondono un aspetto che può innescare una risata. Disperarsi è
comunque un atteggiamento di resa, un sorriso è l’anticipo di una vittoria.

     Forse basta il titolo per farci capire il discorso che l’autore ci propone, descrivendo i pregi e difetti del Sud in una
critica costruttiva. Nelle sue mani, tra risate e gags, monologhi e personaggi, attraverseremo la nostra storia con le sue
glorie, e le défaillances che ci hanno tarpato le ali. E rifletteremo sulle cose positive e negative che nel bene e nel male
dobbiamo affrontare per essere consapevoli delle nostre potenzialità.

    Il termine «terrone» inserito nel titolo è una dichiarazione d’amore e Paolo Caiazzo, come contadino della propria
terra, intende coltivarla.

                                                                                                                                2
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 30 novembre a lunedì 4 dicembre 2017
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                                                                   Oscar Di Maio in
                                                                   Nu bambeniello e tre san Giuseppe
                                                                   commedia in due tempi
                                                                   di Gaetano Di Maio e Nino Masiello
                                                                   scenografie Quintessenza
                                                                   regia       Oscar Di Maio

                                                       personaggi e interpreti
                                 Pasquale                                        Oscar Di Maio
                                 Eleonora, moglie di Pasquale                    Alessandra Borrelli
                                 Carmelina, figlia di Pasquale                   Marzia Di Maio
                                 Filiberto, amico di Pasquale                    Stefano Sannino
                                 Giovannino, fidanzato di Carmelina              Antonio Fiorillo
                                 Luigino, pretendente di Carmelina               Claudio Iodice
                                 Nicolino, pretendente di Carmelina              Antonio Apicella
                                 avvocato Pianese, pretendente di Carmelina      Ciro Scherma
                                 dottoressa Petrosina, amica di Carmelina        Valentina Nicolella

La coppia Oscar Di Maio – Alessandra Borrelli, che mantiene viva l’eredità del grande repertorio della famiglia Di Maio da
oltre venti anni, propone questo classico del teatro di tradizione campano, portato al successo, già al suo debutto nel
1981, dai grandi Nino Taranto e Luisa Conte. Oscar Di Maio ha adattato la pièce per un’interpretazione più moderna
diretta e veloce, nel rispetto dello spirito originale.
    La commedia è ambientata agli inizî degli anni Sessanta in un piccolo paesino alle porte di Napoli, dove Carmelina,
spinta dalla madre Eleonora ma non dal padre Pasquale, per sfuggire a una realtà claustrofobica e provinciale, accetta di
recarsi a Roma, a Cinecittà, dove, contrariamente ai sogni e alle speranze che aveva riposto nel mondo incantato della
celluloide, ai facili guadagni e alla grossolana popolarità, si ritroverà a girare un volgare filmetto hard, destinato a un
pubblico dalle semplici e becere emozioni. Pasquale racconta la terribile vicenda all’amico Filiberto, il quale sembra molto
interessato a vedere Carmelina nuda come l’ha fatta la madre. La ragazza verrà così bollata dai suoi compaesani come
«svergognata, donna dai facili costumi». In sèguito scoprirà di essere incinta, tesi confermata anche dall’ostetrica del
paese. Il padre del nascituro sarà per tutti incerto: potrebbero essere lo scemo del villaggio Luigino, l'avvocato Pianese,
Nicolino l’uccellaio, o il vero fidanzato della ragazza Giovannino, emigrato in Germania per guadagnarsi da vivere.
    Quella piccola inquadratura nel film da parte di Carmelina, suscita l’interesse di un grosso produttore
cinematografico, cosa che potrebbe significare per la ragazza di paese soldi e fama. Tutti i pretendenti dalla probabile
paternità, allora, faranno a gara per dichiararsi ai “suoceri”.
    Doppio il finale a sorpresa in questo allestimento curato da Oscar Di Maio, che dà un tocco di originalità rispetto alle
interpretazioni tradizionali susseguitesi negli anni.

                                                                                                                               3
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 7 a domenica 17 dicembre 2017
                                                                  Novecento napoletano
                                                                  scritto e diretto da Bruno Garofalo

                                                                  coreografie    Enzo Castaldo
                                                                  costumi        Mariagrazia Nicotra
                                                                  scene          Bruno Garofalo

Novecento Napoletano è il fortunato spettacolo musicale che celebra il cosiddetto «secolo d'Oro» della canzone
napoletana d’autore, applaudito internazionalmente.
   Questo omaggio alla tradizione musicale partenopea si dipana dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla fine della
seconda guerra mondiale, con l’arrivo delle truppe alleate e con queste i ritmi jazz e afrocubani.

    Così come è accaduto per altri momenti dell’espressione musicale napoletana, fatta oggetto di ricerche storiche e
    filologiche approfondite e lontana da ogni forma di folklore strapaesano, ci sembrava che fosse ora di ricordare anche
    questo momento alto della produzione napoletana nel campo della musica popolare d’autore, recuperando questo
    episodio così creativo della nostra storia, sfrondandolo da tutti gli orpelli, dai luoghi comuni, dalla retorica ovvia e
    modesta nella quale dal dopoguerra in poi è scivolata la canzone napoletana, fatte le doverose quanto rare eccezioni.
        Siamo partiti dalla ricerca di una corretta interpretazione canora scevra da lamentosità e gorgheggi nasali
    malamente arabeggianti e vibrati ghirigori vocali senza alcun nesso con la tradizione, privilegiando come nelle origini,
    la dizione, l’interpretazione, il gusto della lettura poetica, e nel contempo recuperando l’uso di un’orchestra
    rigorosamente acustica, che rispettasse nei limiti del possibile le sonorità e gli smalti richiesti nelle accurate partiture
    originali.
        Questo grazie al lavoro del m. Tonino Esposito, impegnato nel recupero di musicisti di grande levatura, in grado di
    seguirlo in questo lavoro di ricerca, di esecuzione e di recupero di sonorità ormai perdute, rimpiazzate negli ultimi anni
    da infiltrazioni ritmiche e jazzistiche provenienti da altre culture e altri paesi.
        L’altra operazione felicemente compiuta, consisteva nella ricerca di atmosfere che scenograficamente potessero
    evocare insieme alla musica, tutte le atmosfere, gli atteggiamenti, i costumi di un’epoca, prima documentandoci sulle
    tante pitture ispirate all’argomento e realizzate da artisti come Scoppetta, Matania, Dal Bono, e ora nella nuova
    versione, con l’apporto di affascinanti e rari filmati d’epoca, e di una particolare tecnica di realizzazione illuminotecnica
    ed elettronica, siamo riusciti a comporre degli autentici bozzetti dove le immagini, le canzoni, i movimenti coreografici
    curati da Enzo Castaldo, le figure di cantanti, attori, danzatori, mimi, rappresentanti della musica popolare e di strada,
    evocate e ricostruite con cura da Mariagrazia Nicotra, riescono a calarci in un’atmosfera magica e surreale che solo il
    teatro e l’illusione che poeticamente ne deriva, sa ricreare e coinvolgerci con emozione e amore.
       Una piacevole visita tra un mondo indimenticato e una coinvolgente confusione di sentimenti che ci accomunano
    un po’ tutti, noi napoletani, e tutti ci legano alle nostre radici, a una Napoli che non c’è più e della quale ci piacerebbe
    conservare il meglio, senza la presunzione di essere ricercatori e studiosi, ma con l’amore di figli affettuosi ma anche
    un po’ disillusi, delusi da quello che a volte si vive, senza mai però abbandonare la speranza del recupero di una nostra
    dignità, della nostra cultura, e questo nel senso più ampio del termine, grazie anche a una poesia, grazie anche a una
    “canzone”…
                                                                                                               BRUNO GAROFALO

                                                                                                                                   4
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 21 dicembre 2017 a domenica 14 gennaio 2018
                                                              Nino D’Angelo ne
                                                              L’ultimo scugnizzo
                                                              commedia di Raffaele Viviani

Con L’ultimo scugnizzo (la commedia che gli conquistò definitivamente Milano nel 1933), Raffaele Viviani creava un
altro dei suoi famosi personaggi: quell’Antonio Esposito che «cresciuto alla scuola della strada, dove si passa senza
esami» sente, nell’imminenza di essere padre, la responsabilità di trovare un’occupazione qualsiasi, che gli permetta di
sposare la ragazza ch’è stata sua e far sì che il neonato abbia uno stato civile. La sua necessità d’inserirsi nella società,
che lo ha «lassato» da bambino, lo porta a entrare in casa di un avvocato filisteo e a coprire tutte le storture di una
famiglia, piccolo-borghese, immoralista e bigotta. Egli è consapevole tuttavia di macchiarsi la coscienza onde sbrigare
le pratiche «pulite e sporche» che il suo benefico sfruttatore gli affida. Ma il figlio gli muore appena nato; e Antonio, nel
suo schianto invoca un impossibile ritorno all’infanzia. È la tragedia dello scugnizzo.
   Egli è un “bambino sacro”.
    Il lirismo vivianesco splende alto (oltre che nel finale della commedia) in un secondo atto corale, notturno, dove i
compagni di ‘Ntonio – ormai uomini «sistemati» – si ritrovano, in un ritorno festoso di memoria; che si concreta in voci
e canti e gridi da marciapiede dove gli scugnizzi lasciavano la notte le loro persone «incustodite... e ‘a matina
appriesso truvavemo là».
    È un contrappunto di mielismi della più lucente suggestione, è la Rumba degli scugnizzi, adesione morale agli
spirituals negri, che Raffaele Viviani crea con uno dei suoi più icastici e surreali ritmi giullareschi.
   Chesta è ‘a Rumba d’‘e scugnizze,
   ca s’abballa a tutte pizze.
   Truove ‘a dama ‘mpizze ‘mpizze,
   ca te fa squase e carizze.
   Si te fa passa’ ‘e vernizze
   – strette ‘e mmane, vase e frizze –
   pruove gusto e te nce appizze.
   Comme a tanta pire nizze
   te ne scinne a sghizze a sghizze
   fino a quanno nun scapizze.
                                                            da VITTORIO VIVIANI, Storia del teatro napoletano, Guida editori

                                                                                                                            5
Stagione teatrale 2017 | 2018 - direzione artistica Nino D'Angelo - Teatro Trianon
da giovedì 18 a lunedì 22 gennaio 2018
                                                                    TEATRO STABILE DI NAPOLI–TEATRO NAZIONALE
                                                                    con SARDEGNA TEATRO presenta

                                                                    Mal’essere
                                                                   dall’Amleto di William Shakespeare
                                                                   ideazione, drammaturgia e regia di Davide Iodice
                                                                   riscrittura in napoletano di
                                                                   Gianni ‘o Iank De Lisa (Fuossera)
                                                                   Pasquale Sir Fernandez (Fuossera)
                                                foto Pino Miraglia Alessandro Joel Caricchia
                                                                   Paolo Sha One Romano, Ciro Op Rot Perrotta
                                                                   Damiano Capatosta Rossi
con Salvatore Caruso, Luigi Credendino, Veronica D’Elia, Angela Garofalo, Francesco Damiano Laezza
Marco Palumbo, Antonio Spiezia
e con i rapper attori Gianni ‘o Iank De Lisa, Vincenzo Oyoshe Musto, Paolo Sha One Romano
Damiano Capatosta Rossi, Peppe Oh Sica
                      spazio scenico, maschere, pupazzi              Tiziano Fario
                      costumi                                        Daniela Salernitano
                      disegno delle luci                             Angelo Grieco, Davide Iodice
                      musiche composte ed eseguite dal vivo          Massimo Gargiulo
aiuto regia Michele Vitolini | assistente alle scene volontario Tommaso Caruso
assistente ai costumi e sarta Ilaria Barbato | direttore di scena e foto Pino Miraglia
macchinista Luigi Sabatino | fonici Salvatore Addeo, Daniele Piscicelli
capo elettricista Angelo Grieco | elettricista Pasquale Piccolo | parrucca Antonio Fidato | trucco Sveva Viesti

    Covo da anni il sogno di un Amleto, studiato più volte, più volte apparso come fantasma, ricacciato sempre per pudore
    e per paura, nell’attesa di una giusta distanza dalle grandi lezioni dei padri: perché Amleto è l’emblema stesso del fare
    teatro ed è questione di maturità.
        Ritrovo questa necessità ora, come ritrovo la necessità di dire tra tante, una parola mia su Napoli, da Napoli,
    tentando uno scarto dall’imperante e cinica oleografia criminale che tutto scolora.
        In questo tempo di «paranze d’‘e ccriature» e di criature morti ammazzati, di padri che mandano – ancora – i figli
    alla strage, nell’Elsinore dove vivo, tra Forcella e Sanità, qui mi riappare l’ombra di Amleto, qui sento che non è tanto
    questione di essere o non essere ma di mal’essere, nel senso doppio della nostra lingua che dice insieme di persona
    cattiva ma anche di un profondo scoramento, esistenziale: essere o non essere il male, piuttosto.
       Nessuno più e meglio dei rapper della periferia urbana (come dell’entroterra) sa esprimere questo malessere:
    continuando a lanciare il proprio grido ritmico, elaborando disagi e inquietudini.
       Tento di farlo con loro allora, con “paranze” vitali, con chi continua a scegliere l’arte al posto della violenza e il
    microfono al posto del “ferro”.
         Ho chiesto per questo ad alcuni nomi della scena hip hop napoletana, dagli storici Sha One, Joel e Fuossera fino ai
    più giovani talenti come ‘Op rot e Capatosta, di tradurre (riscrivere) ciascuno un atto dell’Amleto, ognuno con il proprio
    bit, con la propria lingua, secondo il proprio sentire.
       In scena poi gli stessi mc, cantatori, parlatori, urlatori e alcuni attori daranno voce e corpo a questa battle che
    ancora ci riguarda.
                                                                                                                   DAVIDE IODICE

                                                                                                                                6
da giovedì 25 a lunedì 29 gennaio 2018
                                                                 COMPAGNIA TEATRALE ENZO MOSCATO
                                                                 CASA DEL CONTEMPORANEO presenta

                                                                 Ritornanti
                                                                 spettacolo di prosa in un tempo
                                                                 di e con Enzo       Moscato
                                                                 e con Giuseppe Affinito

                                     foto Fiorenzo de Marinis

Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-pronunciare, è, forse, l’atteggiamento che pratico di più, e più spesso, con le mie
cose di teatro.
    Soprattutto all’indomani della prima di un nuovo spettacolo, quando, magari (e miracolosamente) mi sia riuscito di
mettere a punto qualche significativa svolta, formale o tematica, lungo il mio, non sempre lineare, camminare
drammaturgico: qualche nuova rottura, qualche nuovo azzardo, qualche inedito desiderio di “ferita” o salto, linguistici,
nell’ignoto vuoto dell’“espressivo” (rubo, con piacere, questo termine, ad Anna Maria Ortese). Del resto, nessuna parola
già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti,
dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti.
    Il nomadismo della ricerca, lo spostamento continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser
disgiunto mai dal rassicurante, naturale, portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie
masserizie, ideologiche o grammaticali: passi già percorsi, sentieri già battuti, contagi e mali già esperiti, o, magari,
chissà?, per quale grazia o imperscrutabile sventura, già scampati, mai avuti. Non per riproporli, certo, così come sono
o come sono stati, bensì per fare esattamente il contrario: farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro un nostro
spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro un nostro differente modo di capirli o percepirli, e, con essi, con questi “altri”
sentimenti, investirli, nutrirli, vivificarli. In una parola: ri-amarli. E, attraverso noi, sperare che anche il pubblico sia colto
dallo stesso, medesimo, irresistibile coup de foudre.
                                                                                                                   ENZO MOSCATO

                                                                                                                                  7
da giovedì 1° a domenica 11 febbraio 2018
                                                                   LAB di Tiziana Beato presenta

                                                                   ‘O scarfalietto
                                                                   uno spettacolo in due tempi di Fabio             Brescia
                                                                   adattamento dalla commedia originale
                                                                   di Eduardo       Scarpetta

                                                                   realizzazione dei costumi Vip
                                                                   realizzazione delle scene Luciano Quagliozzi
                                                                   trucco e parrucco Vincenzo Cucchiara

                                                      personaggi e interpreti
                                                  Rosella   Nicola Vorelli
                                                  Michele Rosario Ippolito
                                                  Felice    Salvatore Catanese
                                                  Amalia    Stefano Ariota
                                                  Clotilde Ciro Sannino
                                                  Saverio Mattia Grillo
                                                  Totòr     Moreno Granata
                                                  Anselmo Salvatore Totaro
                                                  Antonio Mariano Grillo
                                                  Gaetano Carmine De Luca
                                                  Pasquale Gregorio Del Prete
                                                  Dorotea Fabio Brescia
                                                  Emma      Giorgio Sorrentino
                                                  Raffaele Rino Grillo

Amalia e Felice litigano in continuazione, sono una coppia “scoppiata” come si direbbe oggi. Si scoprirà che litigano a
causa di qualcuno che in casa mette zizzania tra di loro.
    Una denuncia scatenata da uno scaldasonno aperto che ha inzuppato di acqua bollente i materassi, sarà tradotta
nella causa civile più famosa del teatro italiano del Novecento (benché scritta, nel 1881, proprio a ridosso dell’inizio del
secolo breve).

    Lo spettacolo è il secondo della trilogia che ci vede in scena con tre Scarpetta trasportati ai giorni nostri, con tutti attori
    uomini, a mo’ dei Legnanesi, per dimostrare che un attore può interpretare qualunque ruolo, in quanto attore, appunto,
    sia maschile che femminile, e anche per mostrare l’universalità della drammaturgia scarpettiana che non è mai
    anacronistica ma sempre surreale.
        Il primo spettacolo della trilogia è stato (tanta) Miseria e (poca) Nobiltà; il terzo sarà Tre cazune furtunate.
                                                                                                                     FABIO BRESCIA

                                                                                                                                  8
da giovedì 15 a lunedì 19 febbraio 2018
                                                                  COMMEDIA FUTURA presenta

                                                                  Eduardo Tartaglia
                                                                  Veronica Mazza in
                                                                  Tutto il mare o due bicchieri?
                                                                  commedia in due tempi di Eduardo Tartaglia
                                                                  con la partecipazione di Stefano Sarcinelli
                                                                  e con Salvatore Misticone
                                                                  con Pierluigi Iorio e Antonio Dell’Isola
                                                                  scene       Luigi Ferrigno
                                                                  costumi     Nunzia Russo
                                                                  musiche     Paolo Coletta
                                                                  regia       Eduardo Tartaglia

                                                       personaggi e interpreti
                                         Angiolino Spertoso           Eduardo Tartaglia
                                         Lucia Ianuaria               Veronica Mazza
                                         commissario Ercole Portone Stefano Sarcinelli
                                         Gerardo Stanco               Salvatore Misticone
                                         dott. Pranzacena             Pierluigi Iorio
                                         Agente                       Antonio Dell’Isola

Il vicecommissario di Polizia Ercole Portone indaga sul trafugamento delle ampolle con il sangue di san Gennaro. Le sue
indagini sono rese più difficili a causa delle testimonianze sconclusionate e involontariamente esilaranti del frastornato
Angiolino Spertoso, aiutante del sagrestano nonché unico testimone, spalleggiato dalla moglie Lucia, affetta tra l’altro
dalla sindrome di Tourette, e dall’amico Gerardo, logorroico e in perenne conflitto con sintassi e grammatica. Quando poi
tutte le ipotesi investigative vengono meno (terrorismo islamico, gesto dimostrativo della camorra, azione di un
mitomane, furto a scopo estorsivo) l’investigatore scopre che chi si è impossessato del preziosissimo sangue ha lo scopo
folle di clonare san Gennaro: vuole estrarre, cioè, una cellula dal liquido posto nell’ampolla per riprodurre vivo e vegeto il
Santo in carne e ossa. Di qui una pirotecnica e irresistibile ridda di interrogativi e di risposte giocati sul filo del paradosso:
san Gennaro potrebbe assumere le vesti di un vero e proprio supereroe dotato di super poteri a difesa della città? oppure
essere un guaritore su scala mondiale collegato via internet con l’intero universo?

    Questa commedia – solo apparentemente grottesca e surreale – presenta ancòra una volta tutti i tratti distintivi e le
caratteristiche più tipiche della drammaturgia di Tartaglia che ben ha saputo rinverdire in questi ultimi anni i fasti della
grande tradizione. Giudicato dal pubblico e dalla critica come «l’esponente più vicino alla lezione eduardiana della
fiorente scuola napoletana contemporanea», l’autore nuovamente mette in luce la sua straordinaria capacità di affrontare
temi di grande impatto sociale e civile con la leggerezza tipica dello scrittore comico; confermando quella eccezionale
alchimia tra la serietà degli argomenti narrati e la capacità di costruire personaggi e situazioni di irresistibile divertimento,
che è stata alla base di tanti suoi successi (basti citare almeno Ci sta un Francese, un Inglese e un Napoletano e La valigia
sul letto, le cui affermazioni teatrali sono state bissate con gli omonimi film prodotti e distribuiti dalla Medusa nel 2008 e
nel 2010, e Questo bimbo a chi lo do?, anch’esso ormai prossimo a essere trasposto dal palcoscenico al grande schermo).

                                                                                                                                9
da giovedì 22 a lunedì 26 febbraio 2018
                                                                   TEATRI UNITI presenta

                                                                   Toni Servillo in
                                                                   Toni Servillo legge Napoli
                                                                   Lassammo fa’ a Dio        Salvatore Di Giacomo
                                                                   Vincenzo De Pretore       Eduardo De Filippo
                                                                   ‘A Madonna d’‘e mandarine Ferdinando Russo
                                                                   ‘E sfogliatelle           Ferdinando Russo
                                                                   Fravecature               Raffaele Viviani
                                                                   ‘A sciaveca               Mimmo Borrelli
                                                                   Litoranea                 Enzo Moscato
                                                                   ‘O vecchio sott’‘o ponte  Maurizio De Giovanni
                                                                   Sogno napoletano          Giuseppe Montesano
                                                                   Napule                    Mimmo Borrelli
                                                                   Primitivamente            Raffaele Viviani
                                                                   Cose ‘sta lengua sperduta Michele Sovente
                                                                   ‘A livella                Antonio de Curtis (Totò)
                                                                   ‘A casciaforte            Alfonso Mangione

                                             foto Mimmo Jodice

Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, prende
vita nella voce di Toni Servillo. Toni Servillo legge Napoli è un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a
Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo e Antonio de Curtis, fino alle voci contemporanee di Enzo
Moscato, Mimmo Borrelli, Maurizio De Giovanni e Giuseppe Montesano.
     Una serata dedicata alla cultura partenopea, che l’attore rende immergendosi nella sostanza verbale di poeti e
scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. Tra pulsioni e pratiche, carne e sangue, lo spettacolo
sostiene la necessità perentoria di non rinunciare a una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura. Accanto a
poemetti ormai considerati fra i grandi classici del Novecento come Lassamme fa’ a Dio di Salvatore di Giacomo e
Vincenzo De Pretore di Eduardo de Filippo, ci sono due liriche di Ferdinando Russo, ‘A Madonna d’‘e mandarine e ‘E
sfogliatelle, nonché l’attualissima Fravecature di Raffaele Viviani. Servillo dà poi voce alla sanguigna e veemente invettiva
de ‘A sciaveca di Mimmo Borrelli e alla lingua contemporanea, colta e allusiva di Litoranea di Enzo Moscato, tagliente
riflessione sulle contraddizioni e sul degrado di Napoli, che, nel 1991, costituiva il finale di Rasoi, spettacolo-manifesto di
Teatri uniti. Composte per la circostanza sono ‘O vecchio sott’‘o ponte di Maurizio De Giovanni, a raccontare l’inumano
dolore per la perdita di un figlio, e Sogno napoletano di Giuseppe Montesano, in cui, dichiarata la dimensione onirica,
l’apocalisse lascia il passo a un salvifico, auspicato, risveglio delle coscienze. Entrambe si infrangono nella successiva
sequenza, aspra e feroce, di Napule, crudo ritratto della città scritto da Mimmo Borrelli.
    Ho voluto fare un ritratto di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l’estrema vitalità e lo
    smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni.
        I testi che ho scelto fanno emergere una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le
    battute espressione, gesto, corpo. Poeti e scrittori, testimoni della città nel passato e nel presente, offrono attraverso
    emblematici scritti il quadro sintetico di una realtà impietosa ai limiti del paradosso... Oltre la lingua il filo rosso che
    attraversa e unisce la serata è il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e
    con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso.
                                                                                                                     TONI SERVILLO

                                                                                                                                   10
da giovedì 1° a lunedì 5 marzo 2018
                                                               fuori abbonamento
                                                               Nino D’Angelo in
                                                               Dangelocantabruni

A distanza di dieci anni, Nino D’Angelo riporta sul palcoscenico del Trianon Viviani questo spettacolo di successo, nato
proprio nel teatro del popolo e poi portato in tour internazionale.
    Dangelocantabruni è un concerto teatrale dedicato a Sergio Bruni, l’omaggio dell’ex caschetto biondo al Maestro che
Eduardo definì «‘a Voce ‘e Napule»: in programma i maggiori successi dell’artista scomparso nel 2003, intervallati dai
ricordi personali di D’Angelo.

                                                                                                                           11
da giovedì 15 a domenica 25 marzo 2018
                                                                   fuori abbonamento
                                                                   Forcella strit
                                                                   regia Abel      Ferrara
                                                                   progetto speciale Remiam            – Databenc

                                              foto Paolo Animato

Forcella strit è lo spettacolo diretto da Abel Ferrara, frutto di un laboratorio intensivo, a partecipazione gratuita,
finalizzato alla ricerca di nuove forme di spettacolo, basate sulla integrazione di scenarî digitali, proiezioni 3d e
rappresentazioni con attori reali in teatri tradizionali per la valorizzazione delle tradizioni del territorio, attraverso la
selezione e formazione di gruppi di lavoro per le produzioni di teatro musicale del Trianon Viviani.
   Aperto ad allievi con sensibilità al canto e alla musica, il laboratorio si articola in una fase di formazione del gruppo –
con esercizî individuali e collettivi di sensibilizzazione al movimento e alla relazione scenica, nonché lavoro sulla voce e il
canto – e in una fase finale di preparazione dello spettacolo.

                                                                                                                                12
da giovedì 5 a lunedì 9 aprile 2018
                                                                 MISMAONDA
                                                                 in collaborazione con MARCHE TEATRO presenta

                                                                 La paranza dei bambini
                                                                 di Roberto Saviano e Mario Gelardi

                                                                 progetto Nuovo teatro Sanità
                                                                 con Vincenzo Antonucci, Luigi Bignone
                                                                 Carlo Caracciolo, Antimo Casertano
                                                                 Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti
                                                                 Giampiero de Concilio, Simone Fiorillo
                                                                 Carlo Geltrude, Enrico Maria Pacini
                                                                 scene        Armando Alovisi
                                                                 musica       Tommy Grieco
                                                                 costumi      Irene De Caprio per 0770
                                                                 regia        Mario Gelardi

                                                                 luci Paco Summonte
                                                                 progetto grafico Luciano Correale
                                                                 responsabile di produzione Luigi Marsano
                                                                 ufficio stampa Milena Cozzolino
                                                                 foto di scena Cesare Abbate
                                                                 assistente alla regia Mario Ascione
                                                                 aiuto regia Irene Grasso
                                                                 programmazione Mismaonda Gianluca Russino
                                                                 e Laura Montagna
                                                                 collaborazione alla regia Carlo Caracciolo

Nel gergo camorristico «paranza» significa gruppo criminale, ma il termine ha origini marinaresche e indica le piccole
imbarcazioni per la pesca che, in coppia, tirano le reti nei fondali bassi, dove si pescano soprattutto pesci piccoli per la
frittura di paranza. L’espressione «paranza dei bambini» indica la batteria di fuoco, ma restituisce anche con una certa
fedeltà l’immagine di pesci talmente piccoli da poter essere cucinati solo fritti, proprio come quei giovanissimi legati alla
camorra che Roberto Saviano racconta nel suo ultimo libro.
    Ora quel romanzo è diventato uno spettacolo teatrale che racconta una verità cruda, violenta, senza scampo. Non a
caso lo spettacolo nasce nel Nuovo teatro Sanità, un luogo nel cuore di Napoli, dove si tenta di costruire un presente
reale e immaginare un futuro possibile. I “bambini” di Saviano e di Gelardi, sono una categoria dell’innocenza, della
sfrontatezza con cui i giovani protagonisti di queste storie affrontano la vita, non certo una classificazione legata all’età.
«L'infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo», diceva William Golding, l’autore de Il signore delle
mosche. E, come nel romanzo di Saviano, così anche nello spettacolo i protagonisti creano una loro comunità che
impone regole feroci per perdere l’innocenza e diventare grandi.
   Dopo la felice esperienza dello spettacolo Gomorra, Roberto Saviano e Mario Gelardi si sono uniti di nuovo in questo
progetto teatrale per raccontare la controversa ascesa di una tribù poco più che adolescente verso il potere, pronta a
piombare nel buio della tragedia scespiriana e nel nero infinito dei fumetti di Frank Miller. «Io per diventare bambino ci
ho messo dieci anni, per spararti in faccia ci metto un secondo».
    Il Nuovo teatro Sanità e Mario Gelardi non sono solo resistenza e non sono semplicemente teatro. Loro sono il nucleo
    intorno al quale alla Sanità, a Napoli, si costruisce un presente reale, che si può toccare vedere e ascoltare. Un futuro
    che si può immaginare.
        Loro sono voci che sovrastano urla, sono mani tese. Con loro, con Mario Gelardi, ho lavorato per portare in scena
    La paranza dei bambini. Solo loro possono trasformare in corpi, volti e voci le mie parole.
                                                                                                           ROBERTO SAVIANO

                                                                                                                                13
da giovedì 12 a lunedì 16 aprile 2018
                                                                     TEATRI UNITI presenta

                                                                     i Virtuosi di san Martino in
                                                                     Totò che tragedia!
                                                                     Roberto Del Gaudio, voce, drammaturgia
                                                                     Federico Odling, violoncello, rielaborazioni musicali
                                                                     Vittorio Ricciardi, flauto
                                                                     Carmine Ianniciello, violino
                                                                     Carmine Terracciano, chitarra
                                                                     disegno delle luci Lucio Sabatino
                                                                     assistente alla regia Victoria De Campora
                                                                     direzione tecnica Lello Becchimanzi

I Virtuosi di san Martino (premio Ciampi 2014) sono un quintetto (flauto traverso, violino, violoncello, chitarra e voce) che
lavora sulla rivisitazione di materiale di repertorio, attingendo alla tradizione della canzone popolare degli anni Trenta in
una formula che occhieggia alla musica “colta” e al teatro, tra avanspettacolo e opera.
    In Totò che tragedia! l’ensemble affronta il repertorio del grande attore napoletano, scoprendone anche il mondo più
privato e una storia sentimentale poco nota: il tormentato amore con la ballerina Liliana Castagnola, il cui tragico epilogo
fa da contraltare alla potenza spettacolare di uno dei maggiori comici del Novecento. Il punto di partenza è la militanza
artistica di Totò nell’avanspettacolo e nella rivista; le sue frequentazioni con i De Filippo al teatro Nuovo di Napoli, e poi
con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Nino Taranto e Mario Castellano, nella costruzione della sua personale macchina comica:
il burattino, il cantante, l’attore, l’autore, facoltà virtuosistiche rivolte all’arte della risata. Ma dietro questa c’è l’uomo e la
sua storia con Liliana, la sua “militanza sentimentale”.

    Totò che tragedia! è il racconto di un doppio binario di dolore e di gioia, di parole e musica, sul quale si fonda il mito
del Principe de Curtis.

                                                                                                                                 14
da giovedì 19 a lunedì 23 aprile 2018
                                                                   SUONI&SCENE PRODUZIONI presenta

                                                                   Rosalia Porcaro in
                                                                   Core ‘ngrato
                                                                   spettacolo di prosa con musica in un atto
                                                                   di Rosalia Porcaro e Corrado Ardone
                                                                   con Gianluca Brugnano, batteria e percussioni
                                                                   Carmine Ioanna, fisarmonica
                                                                   Rosanna Pavarini, controfigura
                                                                   regia    Carlos Branca

                                     foto Giambalvo & Napolitano

Rosalia Porcaro torna al teatro con la tragicomica storia di una madre e di una figlia nella fase della terza età di un
genitore. Quando i ruoli s’invertono e le madri diventano figlie e le figlie assumono il ruolo di madre. Quando la memoria
di una madre svanisce e con sé la propria storia, nasce l’occasione di conoscersi nel profondo, incontrandosi non come
madre e figlia ma come persone. I toni grotteschi danno la possibilità ai personaggi di camminare sul filo fortemente
comico e drammatico insieme.

Rosalia Porcaro
Dopo aver frequentato le compagnie di Antonio Casagrande, Rino Marcelli e Renato Carpentieri, intraprende una
fortunata attività come autrice e attrice comica, dando vita a personaggi – divenuti di grande popolarità – ripresi dalla
quotidianità proletaria e verace, che impersonano i difetti e le debolezze dell'italiano medio. In varie trasmissioni di
successo di Rai, Mediaset e La7 interpreta, tra le altre, Veronica, operaia in una fabbrica di borse, Natasha, cantante
neomelodica, Assundam, donna afghana del sud che parla della sua vita con il velo, e Filly, aspirante cantante lirica
napoletana,
   Partecipa anche alle fiction Notte prima degli esami, diretta da Elisabetta Marchetti, e Area Paradiso, di Diego
Abatantuono. Nel 2011 debutta in scena, al teatro Ariston di Sanremo, con Una donna sola, suo adattamento del testo di
Franca Rame e Dario Fo.
   Nel 2012 veste i panni di Elena, moglie del ragioniere Luigi Iannello, nella commedia di Eduardo De Filippo Sabato,
domenica e lunedì, andata in onda su Raiuno con la regia di Massimo Ranieri e Franza Di Rosa.

Corrado Ardone
Oltre a essere attore stimato in produzioni fiction nazionali, come Un posto al sole, La squadra, Un medico in famiglia, è
anche autore teatrale, sceneggiatore e scrittore di narrativa.
   Nel 2007 pubblica il libro Cronache di una mente fumata.
   Tra i lavori teatrali di maggior successo si ricordano Tonino Cardamone giovane in pensione, Il mistero fatto in casa,
Ardone Peluso Massa leggono gli Squallor.
    Come attore comico ha partecipato alle trasmissioni televisive di maggior successo, come Colorado cafè, Striscia la
notizia, Zelig e Tintoria.

Carlos Branca
Regista argentino, è collaboratore di Luis Bacalov, con cui ha curato opere liriche rappresentate nei principali teatri italiani
e argentini.
    Per il teatro, interpreta Jorge Luis Borges nell’opera-balletto diretta da Giorgio Barberio Corsetti e, come regista, cura
Con el respiro del tango, spettacolo ispirato al noto ballo sudamericano con la voce recitante di Michele Placido.

                                                                                                                             15
da giovedì 26 aprile a lunedì 30 aprile 2018
                                                                ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO presenta

                                                                Lucio Pierri, Davide Marotta, Yuliya Mayarchuk
                                                                in
                                                                Tfr – trattamento di fine rapporto
                                                                social comic comedy
                                                                di Lello Marangio e Lucio Pierri
                                                                con la partecipazione straordinaria
                                                                di Rosaria    De Cicco, Ernesto Lama
                                                                e con Massimo Carrino
                                                                scenografia             fratelli Giustiniani
                                                                luci                    Francesco Adinolfi
                                                                assistente alla regia   Maranta De Simone
                                                                regia                   Lucio Pierri

                                                personaggi e interpreti (in o.a.)
                                           onorevole Casalino Massimo Carrino
                                           Beatrice Borromeo    Rosaria De Cicco
                                           Francesco Pistone    Ernesto Lama
                                           Michelangelo Castro Lucio Pierri
                                           Karina Olenko        Yuliya Mayarchuk
                                           Teng Tsei Chiang     Davide Marotta

Tre operai disposti a tutto pur di salvaguardare il proprio posto di lavoro; un imprenditore cinese a capo di una cordata,
pronto a rilevare l’azienda per trasformarla in un enorme polo industriale orientale; un europarlamentare colluso con la
malavita; e al centro una fabbrica per la produzione di pannelli fotovoltaici.
    Potrebbe sembrare la storia di un thriller americano, il racconto di un’avventura di spionaggio industriale in stile
mission impossible, la denuncia della connivenza tra politica e malaffare… In realtà è la trama della nuova commedia
comica-social di Lello Marangio e Lucio Pierri, che raccontano come oggi sia sempre più arduo mantenere il posto di
lavoro e vedere riconosciuti i proprî diritti di fronte a chi, spesso, dimentica i proprî doveri.
   In fondo, in anni come questi che viviamo, anche ottenere il tfr, il trattamento di fine rapporto, è o non è una mission
impossible? Agli spettatori l’ardua sentenza.

                                                                                                                        16
da giovedì 3 a lunedì 7 maggio 2018
                                                                       COMÉDIE NAPOLITAINE presenta

                                                                       Attori indipendenti ne
                                                                       La figliata
                                                                       commedia in due atti di Raffaele Viviani
                                                                       con Nello Mascia, Francesco Paolantoni
                                                                       Franco Iavarone, Giovanni Mauriello
                                                                       Rosaria De Cicco, Cloris Brosca
                                                                       e con Maria Basile Scarpetta, Antonella Cioli
                                                                       Valentina Elia, Giuseppe Marramao
                                                                       Roberto Mascia, Matteo Mauriello
                                                                       Marianna Mercurio, Ciccio Merolla
                                                                       Gennaro Monti, Ciro Olimpio, Priscilla Avolio
                                                                       Paola Cannatello
                                                                       scene                            Raffaele Di Florio
                                                                       costumi                          Tonia Rendina
                                                                       disegno delle luci               Cesare Accetta
                                                                       arrangiamenti musicali           Mariano Bellopede
                                                                       regia                            Nello Mascia
                                                                       direttore di scena Peppe Sabatino
                                                                       amministratrice Francesca Buzzurro
                                                                       scenografia Laboratori flegrei
                                                  foto Pino Finizio    costumi atelier Canzanella
                                                         personaggi e interpreti
                          don Gennaro     Nello Mascia                 Totore             Matteo Mauriello
                          don Peppino     Francesco Paolantoni         Maria              Marianna Mercurio
                          don Attanasio   Franco Iavarone              donna Adelaide     Antonella Cioli
                          Tenore          Giovanni Mauriello           Assuntina          Priscilla Avolio
                          ‘Ngiulina       Rosaria De Cicco             Bastiano           Gennaro Monti
                          Vicenza         Cloris Brosca                Schippa            Roberto Mascia
                          Cantante        Ciccio Merolla               1° Suonatore       Davide De Rosa
                          donna Rafela    Maria Basile Scarpetta       2° Suonatore       Antonello Guetta
                          Levatrice       Paola Cannatello             1° Scugnizzo       Giuseppe Marramao
                          Ermelinda       Valentina Elia               2° Scugnizzo       Ciro Olimpio

La figliata è una sintesi efficacissima della poetica di Raffaele Viviani. In essa sono presenti tutti gli elementi più significativi che
compongono questa drammaturgia straordinaria. Una sorta di confluenza del Viviani popolare prima maniera – quello degli atti
unici, dei vicoli e delle piazze, quello di diretta provenienza dal varietà – con il Viviani maturo della seconda parte della sua
produzione, quello che affronta ambientazioni e tematiche di stampo più nettamente proto-borghesi.
    Ma c'è un altro elemento importante in questa commedia che rappresenta una caratteristica di distinzione dell'opera vivianesca: il
coro. Gli eroi di Viviani anche quando vivono un dramma intimo, anche quando il conflitto drammatico è di natura prevalentemente
personale, per esprimersi compiutamente, per vivere sulla scena la loro storia umana, devono stabilire un contatto con il coro, devono
uscire dal chiuso delle loro case per incontrare gli altri, e per così dire, stemperare nell'aria i sentimenti e le passioni che li travolgono.
Come nelle tragedie greche, in Viviani, notava Paolo Ricci, il coro costruisce il personaggio, lo accompagna e ne commenta,
continuamente, or feroce, or pietoso, le azioni e le parole. Ne La figliata il coro assurge a ruolo di protagonista assoluto del dramma.
Stabilendo un rapporto continuo di complicità e di identità con lo spettatore.
     Don Gennaro, ingenuo impiegatuccio, «miope al sommo grado» è la figura centrale dell'opera. Sua moglie ha partorito un figlio
concepito con un altro uomo a sua volta ammogliato. Don Gennaro è un omino buono, ignaro di tutto, raggiante per questa
paternità inattesa. Ed è costantemente vittima del dileggio della comunità dei vicini. Ma la tragedia incombe. Nel bel mezzo del
festino battesimale l'irruzione della gelosissima moglie tradita provoca lo scandalo. La reazione di don Gennaro è agghiacciante. Nel
frattempo il coro avrà coinvolto lo spettatore in questa iterata e insistita azione di derisione. Lo avrà coinvolto a tal punto da
accoglierlo sul palcoscenico, lì a contatto diretto con i personaggi, lì a partecipare attivamente alla vicenda. Il violento e repentino
cambiamento di sentimenti è una scudisciata. Lo spettatore è lì e non potrà evitarla. E non potrà evitare di sentirsi responsabile.
                                                                                                                                NELLO MASCIA

                                                                                                                                            17
da giovedì 10 a lunedì 14 maggio 2018
                                                                 SUONI&SCENE presenta

                                                                 Gigi Savoia ne
                                                                 I casi sono due
                                                                 commedia di Armando Curcio

                                                                 con Gianni      Parisi
                                                                 scene                   Max Comune
                                                                 costumi                 Isa Di Lena
                                                                 regia                   Gigi Savoia

I casi sono due è un capolavoro di intelligenza e comicità, ricco di colpi di scena che si susseguono fino all’ultimo minuto
dello spettacolo, dove un finale imprevedibile e un po’ malinconico riconcilia tutti i fili della trama.
   La vicenda è ambientata nella Napoli degli anni ‘40, in casa del barone Ottavio del Duca e della moglie Aspasia.
    I due coniugi vanno d’accordo ma le loro giornate, pur senza screzî, procedono mestamente verso la vecchiaia, senza
la consolazione di un figlio, di un erede, che non hanno potuto avere. La baronessa sublima l’istinto materno nelle
esagerate attenzioni verso il vecchio cane; il barone invece somatizza la frustrazione in una serie di malattie
psicosomatiche.
   Finché si decide a rintracciare un figlio illegittimo, nato dalla fugace relazione con una cantante.
    Quando l’improbabile investigatore contattato dal barone dichiara di aver scoperto l’identità del ragazzo le cose
sembrano cambiare, ma la situazione prende subito una piega inattesa: diverse circostanze e coincidenze indicano che
l’erede è il cuoco di casa del Duca, Vincenzo Esposito, bugiardo matricolato e furbone patentato, che si trova così
improvvisamente elevato al rango di baronetto.
   Vincenzo, acquisito il nuovo status di nobile, non perderà occasione per vessare la servitù e sfoggiare un
comportamento tutt’altro che aristocratico; la situazione non può dunque che esplodere in una catena di equivoci e
rovesciamenti, dove camerieri, cuochi e maggiordomi assistono a un via vai di figli e cani, legittimi e illegittimi, confusi o
morti.

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con la collaborazione della
coordinamento Lina Gisonna

la fotografia del frontespizio è di Andrea Falasconi

i contenuti iconografici sono forniti dalle produzioni degli spettacoli in programmazione

il logo del TEATRO DEL POPOLO TRIANON VIVIANI è opera di Mimmo Paladino

                  a cura di Paolo Animato
                  ufficio stampa & comunicazione
                       teatrotrianon.org/media.html
                       animato@teatrotrianon.org
                       081 2258285, interno 19

   direzione artistica Nino D’Angelo

                  piazza Vincenzo Calenda, 9
                  80139 Napoli
                       teatrotrianon.org
                        teatrotrianon
                       trianon@teatrotrianon.org
                       trianon@pec.teatrotrianon.org
                       081 2258285
                       081 0124472
direzione artistica Nino D’Angelo

   abbonamenti a sette spettacoli a scelta
   prezzi comprensivi dei diritti di prevendita

                                            venerdì, sabato, domenica                  altri giorni

                                                                                                ridotto *
                                                  intero       ridotto *           intero
                                                                                              lunedì, giovedì

       I settore      platea
                      galleria di platea          155 €          125 €             125 €         105 €
                      palchi I ordine

       II settore palchi II ordine
                                                  125 €          100 €             105 €          85 €
                  palchi III ordine

   *
       abbonamento ridotto per ultrasessantenni, pensionati, minorenni, universitarî

   orarî delle rappresentazioni
                                           •   giovedì        ore 21
                                           •   venerdì        ore 21
                                           •   sabato         ore 21
                                           •   domenica       ore 18
                                           •   lunedì         ore 21

   ufficio biglietteria                               • dal lunedì al sabato > 10÷13:30 | 15:30÷19
                                                      • domenica e festivi         > 10÷14

                                                 081 2258285, interno 1
                                                 081 0124472
                                                 teatrotrianon.org
                                                 boxoffice@teatrotrianon.org
                                                 trianon@pec.teatrotrianon.org
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