Sondaggio: centrodestra al 49,2%. Crescita dei piccoli partiti - Il Corriere del Giorno

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Sondaggio: centrodestra al 49,2%. Crescita dei piccoli partiti - Il Corriere del Giorno
Sondaggio: centrodestra al 49,2%.
Crescita dei piccoli partiti
ROMA – I sondaggi politici non si fermano anche nell’emergenza
Coronavirus , anche se hanno un significato diverso e un peso più
leggero. Ieri, come ogni lunedì sera, Enrico Mentana durante la
conduzione del suo telegiornale su La7, ha voluto velocemente
presentare l’ultimo sondaggio realizzato da Swg: la rilevazione degli
orientamenti di voto della popolazione registra una situazione
sostanzialmente consolidata e soprattutto cristallizzata dall’allarme
Covid-19.

Sono sostanzialmente invariati i rapporti di forza tra i partiti dello
scenario politico italiani e il trend racconta di un leggero calo
delle grandi formazioni a vantaggio di un’altrettanta leggero crescita
di quelli più piccoli.

Ecco i numeri del sondaggio: nelle intenzioni di voto degli italiani
troviamo sempre al primo posto la Lega di Matteo Salvini perde per
strada tre decimi di punto (-0,3%) , ma resta sempre al di sopra della
soglia del 30%, per la precisione al 30,6% Alle spalle del movimento
leghista ecco il Partito Democratico in calo dello 0,3% scendendo così
dal 19,9% al 19,6% dal dei consensi .

Il Movimento 5 Stelle resta sotto di sei punti percentuali in meno
degli alleati di governo del Pd . I grillini attualmente guidati dal
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reggente Vito Crimi scendono ulteriormente negli orientamenti di voto
della popolazione: cedono lo 0,3% come Lega e Pd , scivolando sempre
più in basso al 13,4%, venendo ormai tallonati da Fratelli d’Italia.

 Secondo il sondaggio dell’istituto demoscopico tra le forze politiche
maggiori, quella fondata e guidata da Giorgia Meloni è quella che
perde di meno (soltanto lo 0,1%) e con un 12% delle preferenze ha
ormai nel mirino il sorpasso del M5s.

Scende dello 0,2% Forza Italia di Silvio Berlusconi scesi al 5,5% dei
consensi. Da considerare però che un’eventuale coalizione del
centrodestra unito garantirebbe il 49,2% nelle urne: risultato dato
dalla somma dei voti di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. e
Cambiamo!

                                           Sinistra
Italiana e Articolo Uno assieme raggiungono il 3,8% degli orientamenti
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con una piccola crescita dello 0,2% rispetto all’ultimo sondaggio di
Swg. Sempre male, invece, Matteo Renzi e la sua Italia Viva, che
comunque cresce dello 0,3% in più in una settimana portandosi al 3,5%.
Un risultato estremamente negativo quello dell’ex presidente del
Consiglio e la compagine renziana.

In crescita dello 0,1% Azione di Carlo Calenda e Matteo Richetti: il
partito fondato dall’ex ministro per lo sviluppo economico raggiunge
il 2,9%. I Verdi (+0,2%) rappresentano il 2,4% dell’elettorato,
mentre +Europa di Emma Bonino il 2,3%. All’ 1,1%, invece,
ecco Cambiamo! di Giovanni Toti.

Tutte le altre liste insieme pesano per il 2,9%, mentre            tra
indecisi e non votanti – si conferma maggioranza chi non si esprime:
cioè il 40% del campione rappresentativo della popolazione italiana.

Un vademecum per spiegare meglio
cosa fare durante la "quarantena"
ROMA – A partire da oggi martedì 10 marzo tutta l’Italia è “zona
rossa“. Lo ha deciso il Governo, per voce del presidente del
Consiglio, Giuseppe Conte, rimarcando come “non ci sia più tempo” per
aspettare e che un cambiamento delle nostre abitudini sia “necessario”
per salvare il Paese.

Ma quali sono queste abitudini? Quali sono i luoghi che possono essere
frequentati? In che modo? E quali rimarranno chiusi? Quali
comportamenti bisogna adottare in questo periodo fatto di una lunga
quarantena tra le mura domestiche e di brevi uscite per soddisfare,
senza ansie e corse, i primari bisogni alimentari?
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Le domande sono numerose. Per indurre le persone a tutelare la propria
salute, e quella degli altri, è stato creato un volantino volto
proprio a rispondere a questi dubbi. Un modo semplice e intuitivo per
vivere senza affanni questo difficile momento.

Quali mascherine ci proteggono dal
Coronavirus ? Tre consigli contro
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le "bufale"
ROMA – Sono centinaia di miglia di persone, in tutto il mondo, che
ormai escono di casa indossando la mascherina per cercare di evitare
un contagio da Covid-19 (meglio noto come CoronaVirus) . In molti si
chiedono se sia utile o meno indossare una mascherina e quale tipo ?
La risposta giusta è una: dipende. Infatti dipende essenzialmente da
quale tipo mascherina sono in possesso ed indossano. Quelle antismog o
chirurgiche servono a ben poco, in quanto chiaramente non sono state
realizzate per difendersi dai virus.

                                     Ma come scegliere la mascherina
giusta? Sono tre i consigli preziosi forniti da Assosistema Safety,
l’associazione di categoria che       rappresenta in Confindustria i
maggiori produttori e distributori dei Dpi , sigla che identifica i
dispositivi di protezione individuali e collettivi.

Mascherine e altri articoli spacciati come antidoti del coronavirus
sono stati sequestrati nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di
Torino con una maxi operazione che ha scoperchiato una rete di
imprenditori che vendeva online, in siti chiamati “Coronavirus Shop“,
il materiale “miracoloso”. Nell’ultimo blitz sono 14 gli impresari
accusati di frode. Sale così a 33 in pochi giorni il bilancio
dei truffatori del web indagati.
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Gli articoli “antidoti del Covid-2019”– I venditori-truffatori     di
sedicenti antidoti offrivano articoli “pronti a garantire una
protezione totale dal contagio dal Coronavirus”: ionizzatori
d’ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti
igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari,
integratori alimentari. Gli imprenditori pubblicizzavano in maniera
ingannevole gli articoli, che potevano “garantire l’immunità totale
dal Covid-19”.

Kit venduti a prezzi folli. Anche in questo caso i prezzi alla vendita
per ogni singolo articolo hanno raggiunto le migliaia di euro. I
Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino della Guardia di
Finanza, coordinati dai pm Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della
Procura di Torino, sono riusciti a scovare ed identificare gli
italiani responsabili della frode in commercio, che ora rischiano fino
a 2 anni di reclusione.
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Operazione partita da Torino ha riguarda tutto il territorio nazionale
La frode scoperta dalle fiamme gialle torinesi riguardano tutto il
territorio nazionale. Ferramenta, commercianti di detersivi,
autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori
porta a porta, profumerie queste le attività dei “furbetti del web”.
Nell’operazione coinvolte    le province di Torino, Cosenza, Napoli,
Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso,
Mantova e Macerata.

Le Fiamme Gialle chiudendo il “cerchio” intorno a questa prima fase
investigativa, hanno inoltre segnalato all’Autorità Giudiziaria le 16
società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla
commissione dei reati, violazioni queste, che prevedono sanzioni e
pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca del
profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di
contrattare con la Pubblica Amministrazione.
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“L’emergenza del coronavirus e la corsa alle mascherine filtranti di
questi giorni ci impone di fornire, come associazione di categoria che
in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori di
dispositivi di protezione individuale, alcuni importanti chiarimenti
sul loro utilizzo e sulla loro efficacia di protezione“, avverte
Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety.

1. Distinguere le maschere di protezione respiratoria da quelle
chirurgiche o antismog. “Queste ultime sono dispositivi medici e
nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni
specifiche – per esempio in sala operatoria – e non il personale
sanitario in quanto non hanno un bordo di tenuta sul volto e uno
specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza
dei Dpi”, riporta un documento dell’associazione di categoria. “Le
maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE – che attesta
la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito
di dispositivi medici – e possono essere conformi alla norma
armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che
l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi
le indossa».

Ma quando l’obiettivo è proteggersi dai virus, allora bisogna
necessariamente indossare una mascherina Dpi.

2. Scegliere maschere FFP2 e FFP3 conformi alla EN 149. “Le mascherine
filtranti consigliate sono le FFP2 e FFP3 che hanno un’efficacia
filtrante del 92% e del 98%“, spiega il Vice Presidente di Assosistema
Safety Alberto Spasciani, che ricorda come nel caso del CoronaVirus
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l’ OMS cioè l’    Organizzazione Mondiale della Sanità prescriva un
dispositivo conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE seguita
dal numero dell’Organismo di Controllo che ne autorizza la
commercializzazione.

Le mascherine conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009
sono idonee anche per proteggersi da “agenti biologici aerodispersi”
come i virus: a riconoscerlo sono autorità italiane come il Ministero
della Salute e l’Ispesl, e internazionali, come l’Oms, lo statunitense
Niosh-National Institute for Occupational Safety and Health ma anche
l’ Uni ente italiano di normazione.

3. Indossare correttamente la mascherina. Sembra una stupidaggine, ma
molte persone indossano la mascherina in maniera errata rendendola di
fatto inutile. “Bisogna indossare il Dpi correttamente – spiega un
documento di Assosistema Safety dedicato al CoronaVirus – avendo cura
di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della
maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire
la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato
in maniera non corretta non serve a nulla” .

Anche l’ OMS si è soffermata sulle istruzioni di base per indossare le
mascherine, rivolte in particolare al personale sanitario: come prima
cosa bisogna pulire le mani con un disinfettante a base di alcol o con
acqua e sapone; nel coprire la bocca e il naso, è necessario
assicurarsi che non ci siano spazi tra il viso e la mascherina,
facendo in modo che quest’ultima copra fin sotto il mento.

Non bisogna toccare la mascherina mentre la si utilizza e, se è
necessario farlo, occorre pulire prima le mani con un detergente a
base di alcol o acqua e sapone. Sostituire sempre la mascherina con
una nuova non appena è umida e non riutilizzare quelle monouso. Per
togliere la mascherina, rimuoverla da dietro e non toccare la parte
anteriore del dispositivo. E dopo averla tolta, buttarla
immediatamente in un contenitore chiuso, pulendo in modo adeguato le
mani.

Ecco le misure previste dal Governo
per aiutare le famiglie
ROMA – Ecco alcune delle misure che dovrebbero essere contenute del
Decreto legge che il Governo si appresta ad approvare fra mercoledì e
giovedì.
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Uno dei genitori a casa (per 12 giorni e almeno il 30% della paga)

                                    Un congedo straordinario che
consenta a uno dei genitori che lavora di restare con i figli minori
di 12 anni, rimasti a casa per le scuole chiuse. . I giorni di congedo
dovrebbero essere al momento 12. Ma potrebbero aumentare se, come
probabile, la chiusura delle scuole dovesse prolungarsi. Chi sceglie
il congedo parentale percepirà almeno il 30% della paga prevista per
il giorno lavorativo pieno. Ma c’è il tentativo di alzare questa
percentuale e anche l’ipotesi di legarla al reddito.

Un voucher per la babysitter (se assunta in regola)

                                    Un buono da 600 euro al mese per
pagare la baby sitter. Anche questa misura dovrebbe trovare posto nel
decreto legge in arrivo. A poterlo chiedere saranno i genitori di
bambini con meno di 12 anni, rimasti a casa per la chiusura delle
scuole, nel caso in cui siano tutti e due lavoratori. Il buono,
naturalmente, potrà essere utilizzato solo per pagare le baby sitter
regolarmente assunte. Non un dettaglio visto che il lavoro domestico è
uno dei settori in cui il nero è più diffuso. Previsto uno
stanziamento in tutto di 700 milioni di euro per congedo e buono baby
sitter .

Più giorni se un genitore è medico. L’estensione per le badanti
I dodici giorni di congedo
straordinario potrebbero salire di numero, anche se non si sa ancora
di quanto, se uno dei due genitori è un medico o un infermiere, in
modo da permettere all’altro genitore di avere più giorni a
disposizione. Il buono da 600 euro per le babysitter potrà essere
utilizzato anche per le badanti che assistono anziani non
autosufficienti. Ma solo se queste persone di giorno erano assistite
da strutture pubbliche che proprio a causa dell’emergenza sanitaria
sono state momentaneamente chiuse. Per le colf, infine, non ci sono
misure.

Banche, la moratoria sui mutui

                                    Il Governo sta studiando la
possibilità di una moratoria per i prestiti alle imprese e alle
famiglie. La misura prevederebbe la creazione di una garanzia pubblica
sia sulla parte di capitale sia su quella di interessi. E si
aggiungerebbe alla sospensione (o allungamento) del pagamento della
quota capitale delle rate dei finanziamenti, già deciso dall’Abi,
l’associazione delle banche italiane. Allo studio una moratoria di
tasse e contributi per i lavoratori autonomi dei settori più colpiti .
Coronavirus, estese a tutta Italia
le restrizioni della "zona rossa"

                                     ROMA – Il Governo ha esteso a
tutto il resto d’ Italia, a partire da oggi martedì 10 marzo, fino al
3 aprile, le misure sinora vigenti in Lombardia e in altre 14 province
e relative all’emergenza “CoronaVirus“. Da questa non ci sarà più una
“zona rossa”, ma ci sarà tutta l’Italia “zona protetta” che tutti i
cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata
del CoronaVirus.

Le misure erano state disposte con un decreto nella notte tra sabato e
domenica, prevedono il divieto di spostamento ad eccezione di
“comprovati motivi di lavoro” oppure per “gravi esigenze familiari o
sanitarie“. Tutto il Paese viene quindi messo in allarme o sicurezza
(per come lo si voglia vedere) nel tentativo di interrompere
l’estensione del virus, che ha contagiato ad oggi, sulla base dei dati
forniti dalla Protezione Civile , 9.172 persone, 463 delle quali sono
morte (anche se l’ Istituto Superiore di Sanità deve ancora accertare
ed ufficializzarne le cause) , oltre 700 in terapia intensiva e 724 le
persone guarite.

Conte si è presenta in sala stampa da solo, per quello che è senza
dubbio l’annuncio più drammatico della sua esperienza di governo:
“Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto:
tempo non ce n’è“, ribadisce. “I numeri ci dicono che stiamo avendo
una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in
terapia intensiva e subintensiva e ahimè anche delle persone decedute.
La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho
deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti“. Il
provvedimento è quello atteso ed ormai ritenuto inevitabile: “Sto per
firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a
casa‘. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’italia
zona protetta“.

Il Presidente del consiglio ha elencato tutti i punti fondamentali
della nuova regolamentazione. A cominciare dalle scuole e le
università: “Chiuse fino al 3 aprile”. “Non è stata una decisione
facile – ha commentato Conte – sappiamo che stiamo chiedendo alle
famiglie e ai genitori con figli uno sforzo non trascurabile ma il
futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ognuno deve fare la sua
parte. Che ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri
97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più.

“Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le
nostre abitudini”, ha detto Conte. “Ma non abbiamo più tempo: c’è una
crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi
dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo
dobbiamo fare subito“.

dpcm9marzo2020

Il provvedimento che il Consiglio dei Ministri ha varato ieri sera e
che entrerà in vigore da questa mattina con il “plauso” delle regioni,
informato il Quirinale “può essere chiamato – ha detto Conte – “io
resto a casa”” . Esso prevede, tra l’altro, un divieto di
assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi
di lavoro, necessita´ o salute; lo stop delle scuole fino al 3 aprile
insieme a quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di
calcio compreso.
Stop quindi al calcio ed a tutte le attività sportive,. Per il
premier, infatti, “non c’è ragione per cui proseguano le
manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su
questo”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sostenuto che       per
contrastare l’avanzata del virus: “non c’è tempo, occorre rinunciare
tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini” sostenendo che
“oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la
guardia“.

“Non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici,
per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle
persone di andare a lavorare”, ha precisa il premier. Sarà quindi
possibile “l’autocertificazione“ per la giustificazione degli
spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci
sarebbe un reato”, precisa.
Il testo del decreto estende a tutta la penisola le misure varate
domenica . “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita
importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva
e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre
abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di
adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”, ha sostenuto
Conte, aggiungendo “Sto per firmare un provvedimento che possiamo
sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa
nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta“.

I retroscena della decisione del Governo Conte
Il premier Conte aveva cercato di
resistere fino all’ultimo,    provando ad arginare er un giorno intero
il pressing del Pd, delle opposizioni e dei presidenti delle Regioni
che sin dal mattino gli chiedevano tutti la stessa cosa: misure di
contenimento più drastiche e omogenee sull’intero territorio nazionale
per fermare l’epidemia. Una serie di restrizioni senza precedenti, che
l’avvocato foggiano fino all’ultimo ha tentato di evitare per paura
delle ricadute sull’economia.

Quando però gli hanno letti     l’ultimo bollettino della Protezione
civile, più 25 per cento di contagi in meno di ventiquattrore, ha
capito che “tempo non ce n’è”. In serata prima della conferenza stampa
ha riunito i capidelegazione del Governo e dato l’annuncio: “Nella
penisola non ci sarà più una zona rossa”, trasformando poi in
conferenza stampa l’affermazione in “ci sarà l’Italia zona protetta”
a partire da oggi, senza più differenze fra la Lombardia e il resto
del Paese.
A metà pomeriggio i presidente delle Regioni l’avevano ribadito ai
ministri Boccia, Speranza e De Micheli collegati in videoconferenza da
Roma: la progressione del virus è impressionante e pericolosa, non si
può più aspettare, occorrono provvedimenti più forti, regole uguali
per tutti, altrimenti sarà il caos. Intimando che in caso di inerzia
del Governo, ognuno avrebbe fatto da sè adottando singole ordinanze di
contenimento. “I locali pubblici devono chiudere alle 18” ha preteso
il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd) “l’apertura di bar
e ristoranti mantenendo un metro di distanza è ingestibile e non ha
riscontri nella realtà». In assoluto accordo con il vicepresidente del
Lazio Daniele Leodori, che aveva lanciato sui social il giorno prima
la campagna #iorestoacasa, adottata ieri dal premier Conte.        Una
spinta “politica” dai territori, impossibile da controllare e frenare,
della quale il ministro Boccia si è subito fatto “messaggero” presso
il premier spingendolo di fatto a cedere.
Troppe incertezze ed errori
che hanno i convinto Palazzo Chigi che qualcosa va cambiato. “Stiamo
ragionando sul da farsi» dirà Conte in coda delle conferenza stampa,
“io avverto l’opportunità di un coordinamento per l’approvvigionamento
di macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe
affiancare il capo della protezione civile”. Una decisione invocata
ieri anche dal centrodestra, che ha proposto anche la nomina di un
“supercommissario all’emergenza” in grado di caricarsi sulle spalle la
gestione dei fondi e il coordinamento di tutte le operazioni
necessarie a sconfiggere l’epidemia.

Un ruolo delicatissimo per il quale Salvini e Berlusconi hanno fatto
il nome di Guido Bertolaso. affiancato nelle ultime ore dall’ipotesi
Gianni De Gennaro. Una ipotesi      che però non piace a tutti nel
governo, sopratutto al M5S, fortemente preoccupato che una personalità
“forte” finisca per commissariare il capo della protezione civile
Angelo Borrelli, vicino a Conte, i quali cederebbero dal “podio
“mediatico.
Conferenza stampa del premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio
dei Ministri

Da questa mattina di martedì 10 marzo, quindi chiunque dovrà spostarsi
da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare
una autocertificazione per il controllo. Le modalità per
autocertificare la motivazione del proprio spostamento sono state
definite ieri: occorre un modulo da esibire (questo il link per
scaricarlo)    al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e
stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé.

indicazioni-coronavirus

Chi per motivi di lavoro o di salute deve effettuare sempre lo stesso
spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta
di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi
ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a
scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti
senza bisogno di utilizzare moduli diversi.

DPCM Corona Virus 9marzo2020
Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o
altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario.
Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze
dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche
anche successive. Spetta in ogni caso comunque al cittadino in caso
di controlli, dimostrare di aver dichiarato il vero.

Una buona notizia. Il paziente “uno” (cioè il primo ad essere stato
affetto dal CoronaVirus), il 38enne manager dell’Unilever, residente
a Codogno, ricoverato a Pavia      è stato trasferito dalla terapia
intensiva a quella sub intensiva. “È stato cioè “stubato” in quanto ha
iniziato a respirare autonomamente”. Lo ha reso noto l’assessore al
Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.
L'opinione del Direttore
ROMA –    L’ appuntamento di lunedì 9 marzo 2020 con il         nostro
Direttore Antonello de Gennaro, trasmesso in “diretta streaming”dagli
studi della nostra Web-Tv da Roma sulle piattaforme dei
socialmedia Facebook, Twitter ed Instagram del CORRIERE DEL
GIORNO fondato nel 1947™. Inchieste, retroscena, esclusive: come
sempre tutta la verità sui fatti documentata senza filtri o censure.
L’informazione sempre dalla parte della legalità per la tutela dei
cittadini ed un   corretto, libero ed indipendente al servizio dei
nostri lettori.

Il presIdente della Regione
Lombardia Fontana inchioda Conte ai
suoi errori: "Pronto esposto in
Procura"
ROMA – “Oggi andrò a presentare un esposto alla Procura perchè mi sono
rotto le scatole“. Questa la decisione intrapresa da Attilio Fontana,
in merito alla vicenda della bozza del decreto del Presidente del
Consiglio sulle nuove limitazioni per l’emergenza CoronaVirus, che è
stata fatta circolare dagli uffici del Governo prima che il
provvedimento venisse approvato.

bozza DPCM

Nella giornata di ieri c’erano state diverse polemiche sulla
diffusione della bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri sulle nuove misure più stringenti da prendere per arginare il
contagio da CoronaVirus. La bozza ha iniziato a circolare già poco
prima delle 20.30 di sabato sera, venendo ripresa dai principali siti
d’informazione, compreso il CORRIERE DEL GIORNO. Intorno all’1.15, la
CNN aveva rilanciato la notizia della bozza non definitiva,
attribuendo il documento all’ufficio stampa della Regione Lombardia,
tra le prime a criticare fortemente la circolazione di materiale
confusionario e – come era stato definito subito “pasticciato£.

                                           Inizialmente quindi si era
diffusa la voce che la Regione Lombardia aveva consegnato la bozza
alla CNN, ma successivamente la stesso network televisivo americano ha
precisato che dalla Regione in realtà era arrivata solo una conferma a
una notizia che era già in possesso i giornalisti dell’emittente
americana .

Intervenuto in collegamento con Mattino 5, il Presidente Fontana ha
chiarito il tutto: “La Cnn ha smentito di aver ricevuto la notizia
dalla Regione Lombardia, così come anche il Tg1 ha smentito ed io oggi
presenterò denuncia”

Il presidente Fontana     ha inoltre fatto sapere di aver ricevuto
peraltro la copia del decreto “quando ormai era stata già diffusa sui
social, cosa che mi ha lasciato perplesso“: a suo giudizio sono “stati
anche i primi commenti” a creare panico, aggiungendo “L’unica cosa in
cui la Regione Lombardia è intervenuta, è stata su una telefonata
della CNN che chiedeva conferma del documento, che loro avevano già.
Lo avevano ricevuto da Repubblica. Si è cercato quindi come sempre di
strumentalizzare la situazione “.
Jonathan        Hawkins,
vicepresidente della Comunicazione CNN International, ha
successivamente inviato una lettera a Fontana all’interno della quale
si spiega che la CNN ha “applicato i rigorosi standard editoriali per
verificare informazioni che erano già di pubblico dominio su
quotidiani italiani e internazionali“(tra cui il Corriere della Sera e
La Repubblica) e sui media internazionali tra cui l’agenzia Reuters ed
il New York Times) . Per questo, il network americano ha chiesto
spiegazioni all’ufficio stampa della Regione Lombardia: “I nostri
corrispondenti – si legge nella lettera – hanno prestato molta
attenzione a verificare la bozza del documento che circolava su altri
media e di questo hanno chiesto spiegazioni all’ufficio stampa della
regione Lombardia e ad altri contatti”. “Spero – conclude il dirigente
della CNN – che questa mia nota possa chiarire ogni equivoco“.

” A Milano la vita è regolare “
Il presidente della Regione Lombardia ha quindi commentato anche
l’assalto alla stazione di Milano nella serata di sabato: “Non c’è
nessunissimo motivo di scappare da Milano, è ingiustificato. A Milano
continua una vita regolare, si va a lavorare la mattina“. Anche se c’è
chi tenta di sfidare il virus e la paura, inscenando aperitivi contro
il panico: “L’aperitivo non è sicuramente una cosa necessaria si deve
uscire di casa per andare e tornare dal lavoro, per acquistare cibo e
medicinali“. Al di là di questo a Milano la vita continua: “Io la
mattina vado a lavorare come tanti cittadini“.

Fontana ha infine parlato della scelta di chiudere bar e ristoranti a
partire dalle ore 18.00, spiegando che risulta essere utile per coloro
che vanno al lavoro e devono avere un luogo dove poter pranzare: “Se
poi si portano il pasto da casa, allora magari risparmiano e fanno un
vantaggio sia alla loro salute sia a quella degli altri“. Ha
confessato che lui sarebbe stato dell’idea “di chiuderli tutti“, ma va
presa in considerazione “anche la situazione“. Comunque il titolare
deve     provvedere       a     controllare       “che      ci    sia
il distanziamento necessario“.

Sospeso il programma Quarta Repubblica: Porro positivo al
tampone

                                            Il giornalista Nicola
Porro sarebbe risultato positivo al test del Coronavirus. Secondo
quanto riporta l’agenzia Adnkronos, per questa ragione stasera 9 marzo
non andrà in onda su Rete 4 il programma Quarta Repubblica.

Contattato, il giornalista-conduttore televisivo      ha confermato
l’indiscrezione ed ha assicurato che al momento sta bene.

Bollettino Coronavirus dell’8 marzo
in Italia: 7.375 casi e 366 morti:
ROMA – In Italia, dall’inizio dell’epidemia di CoronaVirus, 7.375
persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 1.492 in più rispetto a
sabato. Di queste, 366 sono decedute (+ 133) e 622 sono guarite (+33).
Attualmente i soggetti positivi sono 6.387 (il conto sale a 7.375 se
nel calcolo vengono conteggiati anche i morti e i guariti): 1.314 in
più rispetto a ieri.

Sono coinvolte tutte e 20 le Regioni.   Questi i   dati Regione per
Regione

Ecco il numero dei contagiati (totali) nelle singole regioni:

Lombardia 4.189 (+769)
Emilia-Romagna 1.180 (+170)
Veneto 670 (+127)
Marche 272 (+65)
Piemonte 360 (+153)
Toscana 166 (+53)
Lazio 87 (+11)
Campania 101 (+40)
Liguria 78 (+27)
Friuli Venezia Giulia 57 (+15)
Sicilia 53 (+18)
Puglia 40 (+14)
Umbria 26 (+2)
Molise 14 (-)
Provincia autonoma di Trento 23 (+9)
Abruzzo 17 (+6)
Sardegna 11 (+6)
Basilicata 4 (+1)
Valle d’Aosta 9 (+1)
Calabria 9 (+5)
Provincia autonoma di Bolzano 9 (-)

I dati provincia per provincia

I dati forniti dalla Protezione Civile , sono stati aggiornati alle 18
del 8 marzo 2020. I dati provinciali sono stati inseriti alle 20

Lombardia
Bergamo: 997
Lodi: 853
Cremona: 665
Pavia: 243
Brescia: 501
Milano: 406
Monza Brianza: 59
Mantova: 56
Varese: 32
Sondrio: 6
Como: 27
Lecco: 53

Emilia-Romagna
Piacenza 528
Parma 276
Modena 97
Rimini 113
Reggio Emilia 70
Bologna 62
Ravenna 13
Forlì Cesena 15
Ferrara 6

Veneto
Padova 255
Treviso 126
Venezia 126
Verona 63
Vicenza 50
Belluno 23
Rovigo 5

Piemonte
Torino 89
Novara 13
Asti 58
Vercelli 15
Alessandria 60
Verbano-Cusio-Ossola 13
Biella 19
Cuneo 5

Marche
Pesaro e Urbino 204
Ancona 54
Macerata 9
Fermo 5

Liguria
Savona 25
Imperia 10
Genova 25
La Spezia 11

Campania
Napoli 45
Caserta 28
Salerno 15
Benevento 4
Avellino 3

Toscana
Firenze 39
Siena 24
Massa Carrara 21
Pistoia 13
Lucca 26
Arezzo 9
Pisa 17
Livorno 10
Prato 3

Friuli-Venezia Giulia
Trieste 25
Gorizia 6
Udine 24
Pordenone 2

Lazio
Roma 77
Frosinone 2
Latina 6
Viterbo 2

Sicilia
Palermo 6
Catania 23
Siracusa 2
Messina 2
Agrigento 1
Ragusa 1

Abruzzo
Teramo 4
Pescara 8
L’Aquila 1
Chieti 4

Puglia
Taranto 3
Bari 5
Brindisi 3
Bat 3
Lecce 10
Foggia 16

Umbria
Perugia 15
Terni 11

Trentino Alto-Adige
Bolzano 9
Trento 23

Calabria
Cosenza 1
Catanzaro 2
Reggio Calabria 1

Molise
Campobasso: 14

Basilicata
Matera 2
Catanzaro 2
Reggio Calabria 2
Cosenza 1
Potenza:2

Sardegna
Cagliari 9
Nuoro 2

Valle D’Aosta
Aosta 9

Ricciardi: "Al Centro e al Sud
manca la percezione del pericolo.
Bisogna evitare i posti affollati"
ROMA – Si tratta di una vera e propria chiamata alle armi quella di
Walter Ricciardi, professore di Igiene, consigliere scientifico del
ministro della Salute. “I virus sono così. Questo è rapido e
imprevedibile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti“.

                                         “Nei prossimi giorni avremo
un aumento importante di casi nelle zone gialle di Lombardia ed
Emilia-Romagna, meno in Veneto dove l’epidemia sta fortemente
rallentando. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal
governo servono a contenere la progressione” spiega Ricciardi che
aggiunge “Bisogna allertare la popolazione del Centro Sud a non
frequentare luoghi ad alta concentrazione sociale. È l’unica arma che
possiamo utilizzare per evitare che tante persone si ammalino tutte
insieme e gravino sul Servizio sanitario nazionale che si sta man mano
organizzando“.

“Non ci dovrebbero essere blocchi di interi paesi ma di ambienti –
spiega il prof. Ricciardi – Pensiamo alle discoteche che quando sono
affollate sono un concentrato naturale di infezioni. La gente balla,
respira, traspira e si creano le migliori condizioni per il contagio.
Basta attenersi al principio del distanziamento sociale. In un museo
basterà prevedere l’entrata di un numero limitato di visitatori per
volta che consenta di rispettare le misure di sicurezza tra persone,
un metro. I giovani possono continuare a riunirsi all’aperto per la
movida ma facciano attenzione alle norme di igiene e comportamento. Il
problema è che nelle regioni non ancora colpite e dove non sono state
attuate misure eclatanti manca la percezione del pericolo reale. Come
se la cosa non ci riguardasse davvero. E questo accade anche nei Paesi
stranieri finora poco interessati dalla Covid-19, lenti nell’agire“.

                                           Il CoronaVirus spiega il
consigliere del Ministro della Salute ha una velocità di propagazione
incredibile, molto più del virus della Sars. Procede così rapidamente
perché è nuovo e di fronte a se trova delle praterie, non ha barriere
in quanto incontra una popolazione completamente suscettibile, senza
difese, esposta al contagio perché il sistema immunitario non ha mai
dovuto contrastare una simile infezione prima. Inoltre il Sars-Cov 2 è
molto virulento cioè ha grandi capacità di riprodursi una volta
penetrato nell’organismo.
Ormai il virus circola liberamente in Italia senza collegamenti con i
focolai del Nord, in modo importante al di fuori dei focolai e regioni
come il Lazio e Roma, polo commerciale e politico, sono
particolarmente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà
sicuramente interessata. Il virus sta scendendo. Dal caso zero della
Germania minaccia tutto il Paese.

Coronavirus: proteste nelle
carceri. A Foggia, 20 detenuti sono
riusciti a evadere
ROMA – Non si placa la protesta nelle carceri legata all’epidemia di
CoronaVirus. Questa mattina alcuni detenuti del carcere di Foggia sono
riusciti ad evadere. I detenuti di due sezioni della struttura
penitenziaria di via delle Casermette (circa 250-300 persone dei 630
soggetti ad oggi ristretti) hanno divelto un cancello della “block
house“, la zona di sicurezza che li separa dalla strada. Molti
detenuti si sono arrampicati sui cancelli del perimetro del carcere.

La rivolta nel carcere Foggia

I detenuti hanno iniziato la rivolta contro le restrizioni dei
colloqui con i parenti imposte per l’emergenza Coronavirus.
All’esterno dell’istituto ci sono i parenti di alcuni di loro. I
detenuti gridano: “indulto, indulto”.

Sul posto sono intervenuti agenti di polizia carabinieri e militari
dell’esercito. A quanto si apprende, una parte dei detenuti evasi
sarebbero stati bloccati e riportati in carcere. Un detenuto ha
riportato una ferita alla testa.    Feriti nella guerriglia alcuni
agenti della Penitenziaria.

Sulla base di una prima stima, sarebbe una ventina i detenuti evasi
dal carcere di Foggia nel corso della rivolta di questa mattina. Lo si
apprende da fonti investigative. Nel corso della protesta, circa
cinquanta detenuti sono riusciti a scappare dal carcere ma una
trentina di loro è stata bloccata nelle immediate vicinanze dalle
forze di polizia. I commercianti che si trovano nelle vicinanze della
casa circondariale sono stati invitati dalle forze dell’ordine a
chiudere i locali.

In alcuni video amatoriali e in filmati della sorveglianza, si notano
i detenuti mentre si dileguano nel villaggio artigiani, fermando
alcuni automobilisti, rapinati dei propri veicoli. Durante l’evasione,
sarebbero già stati fermati e arrestati numerosi fuggitivi . La caccia
agli evasi continua ed elicotteri e volanti presidiano l’area del
rione Martucci.

Anche nel carcere di Bari la rivolta dei detenuti si è fatta sentire.
Tanti i video che girano sui social e dalle immagini è chiaro come
anche dietro le sbarre la paura di ammalarsi c’è ed è tanta. Le grida
di priotesta dei detenuti di Bari si ascoltano dalla strada, c’è chi
fa rumore contro le inferriate delle finestre, c’è chi dà fuoco a
qualcosa che poi lancia dalla finestra. La protesta è scoppiata ieri
in tarda serata contro il provvedimento del governo in materia di
misure anti-coronavirus che ha sospeso l’ingresso dei familiari nel
penitenziario fino al 22 marzo prossimo.

                                           Contestualmente, davanti
all’ingresso dell’istituto di pena barese, alcuni parenti dei detenuti
hanno bloccato la strada ed è stato necessario l’intervento degli
agenti di polizia per cercare di riportare la calma almeno tra i
familiaridei carcerati. “Metteteli ai domiciliari, ma almeno sono a
casa. Ci sono celle con sette persone dentro, non possono neanche
respirare” gridano disperate le mogli dalla strada, in Corso Alcide De
Gasperi. Pare che la protesta sia nata prima fuori, da parte dei
parenti dei detenuti, e poi all’interno.

“Bruciano tutto, gridano ‘amnistia e polizia bastarda’. Adesso basta,
lo Stato si faccia sentire.” commenta Rossano Sasso deputato pugliese
della Lega,, che ha postato un video su Facebook.

 “Ieri la rivolta ha toccato tutta la Regione Puglia e ci sono state
grandi tensioni. La prima a Foggia, poi nelle carceri di Lecce, Bari e
Taranto. Gli scontri più duri sono stati a Foggia e a Taranto.” ha
dichiarato Federico Pilagatti, responsabile in Puglia del Sappe , il
sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che ha aggiunto:
“Sospendere i colloqui è una cosa insensata. Si potrebbero ridurre le
visite ad un solo familiare. Nelle carceri ogni giorno entrano
centinaia di persone (a seconda della grandezza dell’istituto di pena)
tra avvocati, poliziotti e sanitari, quindi i detenuti vengono a
contatto con persone provenienti dall’esterno.“

Ritorna di attualità il problema della sicurezza. “Ieri con
quattrocentoquaranta detenuti nel carcere di Bari e una protesta in
atto erano di turno soltanto quindici agenti di polizia penitenziaria.
Se davvero i detenuti avessero voluto, avrebbero potuto fare
un’evasione di massa“, ha   concluso Pilagatti.

(notizia in aggiornamento)
*Coronavirus, il mondo della
cultura si mobilita, al via
campagna #iorestoacasa*
ROMA – Artisti e musei insieme sui social per contrastare diffusione
del virus. Jovanotti, Sorrentino, Ligabue, Fiorello, Amadeus, Maria
Grazia Cucinotta, i Negroamaro, Beppe Fiorello, Francesca Archibugi,
Cristiana Capotondi, Tiziano Ferro, Enrico Lucci, Antonella Clerici, i
Pinguini Tattici Nucleari, Barbara Foria sono tanti gli artistiche che
stanno aderendo in queste ore alla campagna #iorestoacasa nata
spontaneamente sulla rete e rilanciata dal ministro per i beni e le
attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini che invita a
limitare le relazioni sociali per combattere la diffusione del
Covid-19.

Molti anche i musei che stanno postando sulla rete i propri capolavori
invitando a scoprire da casa i segreti delle loro collezioni. Finora
hanno aderito: i musei reali di Torino, Pompei, il Colosseo, gli
Uffizi, Palazzo Reale di Napoli, il museo Egizio, Palazzo Barberini,
la Galleria nazionale d’arte moderna e Contemporanea di Roma, il museo
archeologico di Cagliari, il parco archeologico dei campi Flegrei, il
museo d’arte orientale di Venezia, Capodimonte, il Museo Omero di
Ancona, la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Museo di San Martino.
Incredibilmente non ha sinora aderito il MarTa di Taranto.

“Ringrazio i tanti i protagonisti della musica, del cinema, dello
spettacolo che in queste ore stanno promuovendo sui social la campagna
#iorestoacasa. Un messaggio importantissimo per i ragazzi” ha twittato
il ministro Franceschini.

Elezioni suppletive in Umbria:
vince la leghista Valeria
Alessandrini
ROMA – Il centrodestra si aggiudica le elezioni suppletive relative al
collegio uninominale Umbria 2 del Senato, con Valeria Alessandrini,
già consigliera regionale della Lega, sostenuta anche da Fratelli d’
Italia e Forza Italia. Alessandrini si è aggiudicato il seggio a
Palazzo Madama, succedendo a Donatella Tesei, eletta presidente della
Regione Umbria a ottobre 2019.

La Alessandrini a scrutinio definitivo ha ottenuto il 53.74% dei voti.
Distaccata di oltre 15 punti la candidata del centrosinistra, Maria
Elisabetta Mascio fermatasi al 38.03% , mentre il cinque stelle
Roberto Alcidi ha ottenuto il 7.49%.

“In Umbria si conferma un centrodestra unito e forte”, è stato il
primo commento della Alessandrini. che ha aggiunto “E’ una grandissima
soddisfazione e sono pronta a mettermi a disposizione del Paese“.

“La vittoria del centrodestra è netta e il successo personale di
Valeria Alessandrini è altrettanto inequivocabile e lusinghiero, un
forte incoraggiamento anche per la giunta regionale guidata dalla
presidente Tesei che da oggi avrà in Senato un’ottima collega che
prenderà il suo posto“, ha commentato Francesco Giro senatore di Forza
Italia .

CoronaVirus: Giorgio Armani dona 1
milione e 250mila euro agli
ospedali
ROMA – Mentre l’emergenza CoronaVirus scuote l’Italia, arrivano grandi
e concreti gesti di solidarietà. Come quello del gruppo Giorgio
Armani, che quest’oggi ha deciso di donare 1 milione e 250mila euro
agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di
Milano, Spallanzani di Roma ed a supporto dell’attività della
protezione civile. Lo ha reso noto lo stesso gruppo Armani.
Le decisioni del Ministero di
Giustizia per la tutela da
CoronaVirus negli uffici giudiziari
ROMA – Arriva il decreto-legge recante “misure straordinarie ed
urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e
contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività
giudiziaria”. Il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella
serata di oggi ed entrerà in vigore in pari data. Col presente
comunicato il Ministero di Giustizia ha inteso fornire una prima
rapida anticipazione dei contenuti del D.L., per consentire agli
operatori e agli utenti del servizio giustizia di procedere
immediatamente ad ogni opportuna variazione delle attività
programmate.

In data 7 marzo 2020, su proposta del Presidente del Consiglio dei
Ministri e del Ministro della giustizia, è stato firmato il decreto-
legge recante “misure straordinarie ed urgenti per contrastare
l’emergenza epidemiologica da covid-19 e contenere gli effetti
negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”. Il testo sarà
pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di oggi ed entrerà in
vigore in pari data.

DL Cornavirus - Comunicato urgente 17.09

Viene introdotto, con efficacia immediata, un «periodo cuscinetto»,
che va da lunedì 9 marzo a domenica 22 marzo 2020. In questo periodo
– salve le eccezioni previste dal decreto – le udienze dei
procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici
giudiziari d’Italia sono rinviate d’ufficio a data successiva al 22
marzo 2020 e dunque non saranno tenute.

Durante il medesimo periodo sono sospesi i termini per il compimento
di qualsiasi atto dei procedimenti rinviati, ferme le eccezioni di
seguito richiamate. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di
sospensione, l’inizio stesso è differito alla fine di detto periodo.

Fanno eccezione alla regola del rinvio d’ufficio e quindi
saranno normalmente tenute:

NEL SETTORE CIVILE

Udienze nelle cause di competenza del tribunale per i minorenni
relative alle dichiarazioni di adottabilità, ai minori stranieri non
accompagnati, ai minori allontanati dalla famiglia ed alle situazioni
di grave pregiudizio; nelle cause relative ad alimenti o ad
obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia, di
parentela, di matrimonio o di affinità; nei procedimenti cautelari
aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona; nei
procedimenti per l’adozione di provvedimenti in materia di tutela, di
amministrazione di sostegno, di interdizione, di inabilitazione nei
soli casi in cui viene dedotta una motivata situazione di
indifferibilità incompatibile anche con l’adozione di provvedimenti
provvisori, e sempre che l’esame diretto della persona del
beneficiario, dell’interdicendo e dell’inabilitando non risulti
incompatibile con le sue condizioni di età e salute; nei procedimenti
di cui all’art. 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833; nei
procedimenti di cui all’articolo 12 della legge 22 maggio 1978, n.
194; nei procedimenti per l’adozione di ordini di protezione contro
gli abusi familiari; nei procedimenti di convalida dell’espulsione,
allontanamento e trattenimento di cittadini di paesi terzi e
dell’Unione europea; nei procedimenti di cui all’articolo 283, 351 e
373 del codice di procedura civile e, in genere, in tutti i
procedimenti la cui ritardata trattazione può produrre grave
pregiudizio alle parti. In quest’ultimo caso, la dichiarazione di
urgenza è fatta dal capo dell’ufficio giudiziario o dal suo delegato
in calce alla citazione o al ricorso, con decreto non impugnabile e,
per le cause già iniziate, con provvedimento del giudice istruttore o
del presidente del collegio, egualmente non impugnabile;

NEL SETTORE PENALE

Udienze di convalida dell’arresto o del fermo, udienze dei
procedimenti nei quali nel periodo di sospensione scadono i termini di
cui all’articolo 304 del codice di procedura penale, udienze nei
procedimenti in cui sono state richieste o applicate misure di
sicurezza detentive e, quando i detenuti, gli imputati, i proposti o i
loro difensori espressamente richiedono che si proceda, altresì le
seguenti:

 1.  udienze nei procedimenti a carico di persone detenute, salvo i
    casi di sospensione cautelativa delle misure alternative, ai sensi
    dell’articolo 51-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354;
 2. udienze nei procedimenti in cui sono state applicate misure
    cautelari o di sicurezza;
 3. udienze nei procedimenti per l’applicazione di misure di
    prevenzione o nei quali sono state disposte misure di prevenzione;
4. udienze nei procedimenti a carico di imputati minorenni.

Udienze nei procedimenti che presentano carattere di urgenza, per la
necessità di assumere prove indifferibili, nei casi di cui
all’articolo 392 del codice di procedura penale. La dichiarazione di
urgenza è fatta dal giudice o dal presidente del collegio, su
richiesta di parte, con provvedimento motivato e non impugnabile.

Il periodo “cuscinetto”, ferma restando la trattazione degli affari
sopra elencati, consentirà ai dirigenti degli uffici giudiziari di
aver sufficiente tempo per realizzare misure organizzative ad hoc, che
saranno efficaci fino al 31 maggio 2020. Resta ferma l’applicazione
delle previsioni di cui al decreto-legge 2 marzo 2020 n. 9.

Il decreto-legge contiene anche misure specifiche in materia di
prescrizione e decadenza nonché attinenti al decorso dei termini nei
procedimenti penali; sono anche inserite delle disposizioni specifiche
per gli istituti penitenziari e gli istituti penali per minorenni.

Il decreto-legge prevede anche che, dall’8 marzo e fino al 31 maggio
2020, negli uffici che hanno la disponibilità del servizio di deposito
telematico anche gli atti e documenti di cui all’articolo 16-bis,
comma 1-bis, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito
dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono depositati esclusivamente
con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo. Gli
obblighi di pagamento del contributo unificato di cui all’articolo 14
del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115,
nonché l’anticipazione forfettaria di cui all’articolo 30 del medesimo
decreto, connessi al deposito degli atti con le modalità previste dal
periodo precedente, sono assolti con sistemi telematici di pagamento
anche tramite la piattaforma tecnologica di cui all’articolo 5, comma
2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.

Ferma l’applicazione dell’articolo 472, comma 3, del codice di
procedura penale, a decorrere dal giorno successivo alla data di
entrata in vigore del presente decreto e sino alla data del 31 maggio
2020, la partecipazione a qualsiasi udienza delle persone detenute,
internate o in stato di custodia cautelare è assicurata, ove
possibile, mediante videoconferenze o con collegamenti da remoto,
applicate, in quanto compatibili, le disposizioni di cui ai commi 3, 4
e 5 dell’articolo 146-bis del decreto legislativo 28 luglio 1989, n.
271.

Per quanto riguarda gli istituti penitenziari e gli istituti penali
per minorenni, dal 9 marzo e sino al 22 marzo 2020, i colloqui con i
congiunti o con altre persone cui hanno diritto i condannati, gli
internati e gli imputati, sono svolti a distanza, mediante, ove
possibile, apparecchiature e collegamenti di cui dispone
l’amministrazione penitenziaria e minorile o mediante corrispondenza
telefonica, che può essere autorizzata oltre i limiti della normativa
vigente.     Inoltre, tenuto conto delle evidenze rappresentate
dall’autorità sanitaria, la magistratura di sorveglianza può
sospendere, nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del
decreto ed il 31 maggio 2020, la concessione dei permessi premio di
cui all’articolo 30-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, del regime
di semilibertà ai sensi dell’articolo 48 della medesima legge e del
decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121.

Le disposizioni relative alla trattazione delle udienze, in quanto
compatibili, si applicano altresì ai procedimenti relativi alle
commissioni tributarie e alla magistratura militare. Il decreto-legge
introduce anche misure riguardanti la giustizia contabile ed
amministrativa. Per quest’ultima, si prevede, in particolare, che si
applichino dall’8 marzo 2020 e fino alla data del 22 marzo 2020, le
disposizioni di cui all’articolo 54, commi 2 e 3, del codice del
processo amministrativo (regime della sospensione feriale).

pdf GU Giustizia

Ed il CoronaVirus prende piede
anche all'estero
ROMA – Sono 100mila i contagi in tutto il mondo, nuovi focolai in
Germania, Francia, Stati Uniti, ventuno casi sulla nave da crociera
Grand Princess ferma a San Francisco. Ma dalla Cina, da dove tutto è
partito, arrivano notizie confortanti perché il virus sembra
lentamente arrestarsi e il numero dei casi e delle vittime è in
diminuzione. L’allarme però resta alto e l’epidemia è ancora lontana
dall’essere sconfitta.

800 casi in Germania

Anche la Germania registra un nuovo imponente balzo dei casi di
contagio in una sola giornata: il Robert Koch Institut, il maggiore
centro epidemiologico tedesco, informa che il numero è cresciuto a
795. Stamattina i contagi segnalati erano ancora 684. È sempre il
Nord-Reno Vestfalia il Land più colpito con 373 casi, dei quali oltre
200 nell’area di Heinsberg, che rimane il maggior focolaio del Paese.
Decine di nuovi casi anche nel Baden Wuerttemberg (170), seguito dalla
Baviera (134). Ad oggi la Sassonia-Anhalt è l’unico Land nel quale non
sia stato segnalato alcun caso.
949 casi in Francia: + 330 in un giorno

Sono aumentati nelle ultime 24 ore a 949 i contagi da CoronaVirus in
Francia, che ieri erano 613 (+336). Lo ha annunciato il direttore
generale della Sanità, aggiungendo che i morti sono oggi 16, il più
forte aumento in un solo giorno (ieri erano 9). Le persone in
rianimazione sono 45, 6 in più di ieri.

Salgono a 228 i contagi in Svizzera

E’ cresciuto a 228 il numero di casi confermati di CoronaVirus in
Svizzera, su 264 persone risultate positive. Lo comunica l’ Ufsp –
Ufficio federale della sanità pubblica, ricordando che ieri i casi
confermati erano 181. I decessi sono fermi a uno, quello di una 74enne
morta il 5 marzo al Chuv-Centro ospedaliero universitario di Losanna.
In 20 cantoni è stata segnalata la malattia: Appenzello Esterno,
Argovia, Basilea Campagna, Basilea Città, Berna, Friburgo, Ginevra,
Giura, Grigioni, Lucerna, Neuchâtel, San Gallo, Soletta, Svitto,
Ticino, Turgovia, Vaud, Vallese, Zugo e Zurigo. Non risultano ancora
contagi invece in 6 cantoni: Appenzello Interno, Glarona, Obvaldo,
Nidvaldo, Sciaffusa e Uri. In Ticino – stando ai dati Ufsp – i casi
confermati sono 24, a cui si aggiungono altri 19 in attesa di
verifica, per un totale di 43: è il valore maggiore fra i cantoni
elvetici. Nei Grigioni i dati sono rispettivamente pari a 12 e 3, per
complessivi 15.
60 contagi in Belgio

Sale a 169 il numero dei casi di persone positive al CoronaVirus in
Belgio, secondo i dati della Sanità pubblica del Paese, con 60 nuovi
contagiati, . Le 60 infezioni sono emerse sulla base dell’esecuzione
di 771 test. Dei nuovi casi, 40 sono nelle Fiandre, 15 in Vallonia e 5
a Bruxelles. “La maggior parte dei pazienti positivi hanno viaggiato
di recente, ma constatiamo sempre più infezioni locali. Il numero di
casi non è raddoppiato perciò è possibile che l’effetto ritorno di chi
è andato in Italia del nord, termini” affermano le Autorità .

Primo caso a Malta, una 12enne italiana e i suoi genitori

Malta ha confermato il suo primo caso positivo di nuovo CoronaVirus:
si tratta di un’italiana di 12 anni, arrivata martedì da Roma. Al test
sono risultati positivi anche i suoi genitori. Lo ha reso noto il
ministro della Salute, Chris Fearne. L’adolescente era in isolamento
da giovedi’, quando sono comparsi i primi sintomi. La giovane, con la
sorella e i genitori sono stati ricoverati in ospedale in un’unità di
isolamento. Le autorità sanitarie maltesi stanno ora cercando di
tracciare il percorso dell’adolescente e della sua famiglia e di
trovare le persone con cui sono stati in contatto dal loro arrivo
sull’isola.
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