Sondaggio: centrodestra al 49,2%. Crescita dei piccoli partiti - Il Corriere del Giorno
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Sondaggio: centrodestra al 49,2%. Crescita dei piccoli partiti ROMA – I sondaggi politici non si fermano anche nell’emergenza Coronavirus , anche se hanno un significato diverso e un peso più leggero. Ieri, come ogni lunedì sera, Enrico Mentana durante la conduzione del suo telegiornale su La7, ha voluto velocemente presentare l’ultimo sondaggio realizzato da Swg: la rilevazione degli orientamenti di voto della popolazione registra una situazione sostanzialmente consolidata e soprattutto cristallizzata dall’allarme Covid-19. Sono sostanzialmente invariati i rapporti di forza tra i partiti dello scenario politico italiani e il trend racconta di un leggero calo delle grandi formazioni a vantaggio di un’altrettanta leggero crescita di quelli più piccoli. Ecco i numeri del sondaggio: nelle intenzioni di voto degli italiani troviamo sempre al primo posto la Lega di Matteo Salvini perde per strada tre decimi di punto (-0,3%) , ma resta sempre al di sopra della soglia del 30%, per la precisione al 30,6% Alle spalle del movimento leghista ecco il Partito Democratico in calo dello 0,3% scendendo così dal 19,9% al 19,6% dal dei consensi . Il Movimento 5 Stelle resta sotto di sei punti percentuali in meno degli alleati di governo del Pd . I grillini attualmente guidati dal
reggente Vito Crimi scendono ulteriormente negli orientamenti di voto della popolazione: cedono lo 0,3% come Lega e Pd , scivolando sempre più in basso al 13,4%, venendo ormai tallonati da Fratelli d’Italia. Secondo il sondaggio dell’istituto demoscopico tra le forze politiche maggiori, quella fondata e guidata da Giorgia Meloni è quella che perde di meno (soltanto lo 0,1%) e con un 12% delle preferenze ha ormai nel mirino il sorpasso del M5s. Scende dello 0,2% Forza Italia di Silvio Berlusconi scesi al 5,5% dei consensi. Da considerare però che un’eventuale coalizione del centrodestra unito garantirebbe il 49,2% nelle urne: risultato dato dalla somma dei voti di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. e Cambiamo! Sinistra Italiana e Articolo Uno assieme raggiungono il 3,8% degli orientamenti
con una piccola crescita dello 0,2% rispetto all’ultimo sondaggio di Swg. Sempre male, invece, Matteo Renzi e la sua Italia Viva, che comunque cresce dello 0,3% in più in una settimana portandosi al 3,5%. Un risultato estremamente negativo quello dell’ex presidente del Consiglio e la compagine renziana. In crescita dello 0,1% Azione di Carlo Calenda e Matteo Richetti: il partito fondato dall’ex ministro per lo sviluppo economico raggiunge il 2,9%. I Verdi (+0,2%) rappresentano il 2,4% dell’elettorato, mentre +Europa di Emma Bonino il 2,3%. All’ 1,1%, invece, ecco Cambiamo! di Giovanni Toti. Tutte le altre liste insieme pesano per il 2,9%, mentre tra indecisi e non votanti – si conferma maggioranza chi non si esprime: cioè il 40% del campione rappresentativo della popolazione italiana. Un vademecum per spiegare meglio cosa fare durante la "quarantena" ROMA – A partire da oggi martedì 10 marzo tutta l’Italia è “zona rossa“. Lo ha deciso il Governo, per voce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rimarcando come “non ci sia più tempo” per aspettare e che un cambiamento delle nostre abitudini sia “necessario” per salvare il Paese. Ma quali sono queste abitudini? Quali sono i luoghi che possono essere frequentati? In che modo? E quali rimarranno chiusi? Quali comportamenti bisogna adottare in questo periodo fatto di una lunga quarantena tra le mura domestiche e di brevi uscite per soddisfare, senza ansie e corse, i primari bisogni alimentari?
Le domande sono numerose. Per indurre le persone a tutelare la propria salute, e quella degli altri, è stato creato un volantino volto proprio a rispondere a questi dubbi. Un modo semplice e intuitivo per vivere senza affanni questo difficile momento. Quali mascherine ci proteggono dal Coronavirus ? Tre consigli contro
le "bufale" ROMA – Sono centinaia di miglia di persone, in tutto il mondo, che ormai escono di casa indossando la mascherina per cercare di evitare un contagio da Covid-19 (meglio noto come CoronaVirus) . In molti si chiedono se sia utile o meno indossare una mascherina e quale tipo ? La risposta giusta è una: dipende. Infatti dipende essenzialmente da quale tipo mascherina sono in possesso ed indossano. Quelle antismog o chirurgiche servono a ben poco, in quanto chiaramente non sono state realizzate per difendersi dai virus. Ma come scegliere la mascherina giusta? Sono tre i consigli preziosi forniti da Assosistema Safety, l’associazione di categoria che rappresenta in Confindustria i maggiori produttori e distributori dei Dpi , sigla che identifica i dispositivi di protezione individuali e collettivi. Mascherine e altri articoli spacciati come antidoti del coronavirus sono stati sequestrati nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino con una maxi operazione che ha scoperchiato una rete di imprenditori che vendeva online, in siti chiamati “Coronavirus Shop“, il materiale “miracoloso”. Nell’ultimo blitz sono 14 gli impresari accusati di frode. Sale così a 33 in pochi giorni il bilancio dei truffatori del web indagati.
Gli articoli “antidoti del Covid-2019”– I venditori-truffatori di sedicenti antidoti offrivano articoli “pronti a garantire una protezione totale dal contagio dal Coronavirus”: ionizzatori d’ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari. Gli imprenditori pubblicizzavano in maniera ingannevole gli articoli, che potevano “garantire l’immunità totale dal Covid-19”. Kit venduti a prezzi folli. Anche in questo caso i prezzi alla vendita per ogni singolo articolo hanno raggiunto le migliaia di euro. I Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino della Guardia di Finanza, coordinati dai pm Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura di Torino, sono riusciti a scovare ed identificare gli italiani responsabili della frode in commercio, che ora rischiano fino a 2 anni di reclusione.
Operazione partita da Torino ha riguarda tutto il territorio nazionale La frode scoperta dalle fiamme gialle torinesi riguardano tutto il territorio nazionale. Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie queste le attività dei “furbetti del web”. Nell’operazione coinvolte le province di Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata. Le Fiamme Gialle chiudendo il “cerchio” intorno a questa prima fase investigativa, hanno inoltre segnalato all’Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla commissione dei reati, violazioni queste, che prevedono sanzioni e pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca del profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
“L’emergenza del coronavirus e la corsa alle mascherine filtranti di questi giorni ci impone di fornire, come associazione di categoria che in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori di dispositivi di protezione individuale, alcuni importanti chiarimenti sul loro utilizzo e sulla loro efficacia di protezione“, avverte Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety. 1. Distinguere le maschere di protezione respiratoria da quelle chirurgiche o antismog. “Queste ultime sono dispositivi medici e nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche – per esempio in sala operatoria – e non il personale sanitario in quanto non hanno un bordo di tenuta sul volto e uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei Dpi”, riporta un documento dell’associazione di categoria. “Le maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE – che attesta la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito di dispositivi medici – e possono essere conformi alla norma armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi le indossa». Ma quando l’obiettivo è proteggersi dai virus, allora bisogna necessariamente indossare una mascherina Dpi. 2. Scegliere maschere FFP2 e FFP3 conformi alla EN 149. “Le mascherine filtranti consigliate sono le FFP2 e FFP3 che hanno un’efficacia filtrante del 92% e del 98%“, spiega il Vice Presidente di Assosistema Safety Alberto Spasciani, che ricorda come nel caso del CoronaVirus
l’ OMS cioè l’ Organizzazione Mondiale della Sanità prescriva un dispositivo conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE seguita dal numero dell’Organismo di Controllo che ne autorizza la commercializzazione. Le mascherine conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 sono idonee anche per proteggersi da “agenti biologici aerodispersi” come i virus: a riconoscerlo sono autorità italiane come il Ministero della Salute e l’Ispesl, e internazionali, come l’Oms, lo statunitense Niosh-National Institute for Occupational Safety and Health ma anche l’ Uni ente italiano di normazione. 3. Indossare correttamente la mascherina. Sembra una stupidaggine, ma molte persone indossano la mascherina in maniera errata rendendola di fatto inutile. “Bisogna indossare il Dpi correttamente – spiega un documento di Assosistema Safety dedicato al CoronaVirus – avendo cura di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato in maniera non corretta non serve a nulla” . Anche l’ OMS si è soffermata sulle istruzioni di base per indossare le mascherine, rivolte in particolare al personale sanitario: come prima cosa bisogna pulire le mani con un disinfettante a base di alcol o con acqua e sapone; nel coprire la bocca e il naso, è necessario assicurarsi che non ci siano spazi tra il viso e la mascherina, facendo in modo che quest’ultima copra fin sotto il mento. Non bisogna toccare la mascherina mentre la si utilizza e, se è necessario farlo, occorre pulire prima le mani con un detergente a base di alcol o acqua e sapone. Sostituire sempre la mascherina con una nuova non appena è umida e non riutilizzare quelle monouso. Per togliere la mascherina, rimuoverla da dietro e non toccare la parte anteriore del dispositivo. E dopo averla tolta, buttarla immediatamente in un contenitore chiuso, pulendo in modo adeguato le mani. Ecco le misure previste dal Governo per aiutare le famiglie ROMA – Ecco alcune delle misure che dovrebbero essere contenute del Decreto legge che il Governo si appresta ad approvare fra mercoledì e giovedì.
Uno dei genitori a casa (per 12 giorni e almeno il 30% della paga) Un congedo straordinario che consenta a uno dei genitori che lavora di restare con i figli minori di 12 anni, rimasti a casa per le scuole chiuse. . I giorni di congedo dovrebbero essere al momento 12. Ma potrebbero aumentare se, come probabile, la chiusura delle scuole dovesse prolungarsi. Chi sceglie il congedo parentale percepirà almeno il 30% della paga prevista per il giorno lavorativo pieno. Ma c’è il tentativo di alzare questa percentuale e anche l’ipotesi di legarla al reddito. Un voucher per la babysitter (se assunta in regola) Un buono da 600 euro al mese per pagare la baby sitter. Anche questa misura dovrebbe trovare posto nel decreto legge in arrivo. A poterlo chiedere saranno i genitori di bambini con meno di 12 anni, rimasti a casa per la chiusura delle scuole, nel caso in cui siano tutti e due lavoratori. Il buono, naturalmente, potrà essere utilizzato solo per pagare le baby sitter regolarmente assunte. Non un dettaglio visto che il lavoro domestico è uno dei settori in cui il nero è più diffuso. Previsto uno stanziamento in tutto di 700 milioni di euro per congedo e buono baby sitter . Più giorni se un genitore è medico. L’estensione per le badanti
I dodici giorni di congedo straordinario potrebbero salire di numero, anche se non si sa ancora di quanto, se uno dei due genitori è un medico o un infermiere, in modo da permettere all’altro genitore di avere più giorni a disposizione. Il buono da 600 euro per le babysitter potrà essere utilizzato anche per le badanti che assistono anziani non autosufficienti. Ma solo se queste persone di giorno erano assistite da strutture pubbliche che proprio a causa dell’emergenza sanitaria sono state momentaneamente chiuse. Per le colf, infine, non ci sono misure. Banche, la moratoria sui mutui Il Governo sta studiando la possibilità di una moratoria per i prestiti alle imprese e alle famiglie. La misura prevederebbe la creazione di una garanzia pubblica sia sulla parte di capitale sia su quella di interessi. E si aggiungerebbe alla sospensione (o allungamento) del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti, già deciso dall’Abi, l’associazione delle banche italiane. Allo studio una moratoria di tasse e contributi per i lavoratori autonomi dei settori più colpiti .
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa" ROMA – Il Governo ha esteso a tutto il resto d’ Italia, a partire da oggi martedì 10 marzo, fino al 3 aprile, le misure sinora vigenti in Lombardia e in altre 14 province e relative all’emergenza “CoronaVirus“. Da questa non ci sarà più una “zona rossa”, ma ci sarà tutta l’Italia “zona protetta” che tutti i cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata del CoronaVirus. Le misure erano state disposte con un decreto nella notte tra sabato e domenica, prevedono il divieto di spostamento ad eccezione di “comprovati motivi di lavoro” oppure per “gravi esigenze familiari o sanitarie“. Tutto il Paese viene quindi messo in allarme o sicurezza
(per come lo si voglia vedere) nel tentativo di interrompere l’estensione del virus, che ha contagiato ad oggi, sulla base dei dati forniti dalla Protezione Civile , 9.172 persone, 463 delle quali sono morte (anche se l’ Istituto Superiore di Sanità deve ancora accertare ed ufficializzarne le cause) , oltre 700 in terapia intensiva e 724 le persone guarite. Conte si è presenta in sala stampa da solo, per quello che è senza dubbio l’annuncio più drammatico della sua esperienza di governo: “Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto: tempo non ce n’è“, ribadisce. “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimè anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti“. Il provvedimento è quello atteso ed ormai ritenuto inevitabile: “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a casa‘. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’italia zona protetta“. Il Presidente del consiglio ha elencato tutti i punti fondamentali della nuova regolamentazione. A cominciare dalle scuole e le università: “Chiuse fino al 3 aprile”. “Non è stata una decisione facile – ha commentato Conte – sappiamo che stiamo chiedendo alle famiglie e ai genitori con figli uno sforzo non trascurabile ma il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ognuno deve fare la sua parte. Che ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri 97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più. “Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini”, ha detto Conte. “Ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito“. dpcm9marzo2020 Il provvedimento che il Consiglio dei Ministri ha varato ieri sera e che entrerà in vigore da questa mattina con il “plauso” delle regioni, informato il Quirinale “può essere chiamato – ha detto Conte – “io resto a casa”” . Esso prevede, tra l’altro, un divieto di assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi di lavoro, necessita´ o salute; lo stop delle scuole fino al 3 aprile insieme a quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di calcio compreso.
Stop quindi al calcio ed a tutte le attività sportive,. Per il premier, infatti, “non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sostenuto che per contrastare l’avanzata del virus: “non c’è tempo, occorre rinunciare tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini” sostenendo che “oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la guardia“. “Non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici, per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”, ha precisa il premier. Sarà quindi possibile “l’autocertificazione“ per la giustificazione degli spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato”, precisa.
Il testo del decreto estende a tutta la penisola le misure varate domenica . “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”, ha sostenuto Conte, aggiungendo “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta“. I retroscena della decisione del Governo Conte
Il premier Conte aveva cercato di resistere fino all’ultimo, provando ad arginare er un giorno intero il pressing del Pd, delle opposizioni e dei presidenti delle Regioni che sin dal mattino gli chiedevano tutti la stessa cosa: misure di contenimento più drastiche e omogenee sull’intero territorio nazionale per fermare l’epidemia. Una serie di restrizioni senza precedenti, che l’avvocato foggiano fino all’ultimo ha tentato di evitare per paura delle ricadute sull’economia. Quando però gli hanno letti l’ultimo bollettino della Protezione civile, più 25 per cento di contagi in meno di ventiquattrore, ha capito che “tempo non ce n’è”. In serata prima della conferenza stampa ha riunito i capidelegazione del Governo e dato l’annuncio: “Nella penisola non ci sarà più una zona rossa”, trasformando poi in conferenza stampa l’affermazione in “ci sarà l’Italia zona protetta” a partire da oggi, senza più differenze fra la Lombardia e il resto del Paese.
A metà pomeriggio i presidente delle Regioni l’avevano ribadito ai ministri Boccia, Speranza e De Micheli collegati in videoconferenza da Roma: la progressione del virus è impressionante e pericolosa, non si può più aspettare, occorrono provvedimenti più forti, regole uguali per tutti, altrimenti sarà il caos. Intimando che in caso di inerzia del Governo, ognuno avrebbe fatto da sè adottando singole ordinanze di contenimento. “I locali pubblici devono chiudere alle 18” ha preteso il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd) “l’apertura di bar e ristoranti mantenendo un metro di distanza è ingestibile e non ha riscontri nella realtà». In assoluto accordo con il vicepresidente del Lazio Daniele Leodori, che aveva lanciato sui social il giorno prima la campagna #iorestoacasa, adottata ieri dal premier Conte. Una spinta “politica” dai territori, impossibile da controllare e frenare, della quale il ministro Boccia si è subito fatto “messaggero” presso il premier spingendolo di fatto a cedere.
Troppe incertezze ed errori che hanno i convinto Palazzo Chigi che qualcosa va cambiato. “Stiamo ragionando sul da farsi» dirà Conte in coda delle conferenza stampa, “io avverto l’opportunità di un coordinamento per l’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe affiancare il capo della protezione civile”. Una decisione invocata ieri anche dal centrodestra, che ha proposto anche la nomina di un “supercommissario all’emergenza” in grado di caricarsi sulle spalle la gestione dei fondi e il coordinamento di tutte le operazioni necessarie a sconfiggere l’epidemia. Un ruolo delicatissimo per il quale Salvini e Berlusconi hanno fatto il nome di Guido Bertolaso. affiancato nelle ultime ore dall’ipotesi Gianni De Gennaro. Una ipotesi che però non piace a tutti nel governo, sopratutto al M5S, fortemente preoccupato che una personalità “forte” finisca per commissariare il capo della protezione civile Angelo Borrelli, vicino a Conte, i quali cederebbero dal “podio “mediatico.
Conferenza stampa del premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio dei Ministri Da questa mattina di martedì 10 marzo, quindi chiunque dovrà spostarsi da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare una autocertificazione per il controllo. Le modalità per autocertificare la motivazione del proprio spostamento sono state definite ieri: occorre un modulo da esibire (questo il link per scaricarlo) al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé. indicazioni-coronavirus Chi per motivi di lavoro o di salute deve effettuare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. DPCM Corona Virus 9marzo2020
Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta in ogni caso comunque al cittadino in caso di controlli, dimostrare di aver dichiarato il vero. Una buona notizia. Il paziente “uno” (cioè il primo ad essere stato affetto dal CoronaVirus), il 38enne manager dell’Unilever, residente a Codogno, ricoverato a Pavia è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. “È stato cioè “stubato” in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”. Lo ha reso noto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.
L'opinione del Direttore ROMA – L’ appuntamento di lunedì 9 marzo 2020 con il nostro Direttore Antonello de Gennaro, trasmesso in “diretta streaming”dagli studi della nostra Web-Tv da Roma sulle piattaforme dei socialmedia Facebook, Twitter ed Instagram del CORRIERE DEL GIORNO fondato nel 1947™. Inchieste, retroscena, esclusive: come sempre tutta la verità sui fatti documentata senza filtri o censure.
L’informazione sempre dalla parte della legalità per la tutela dei cittadini ed un corretto, libero ed indipendente al servizio dei nostri lettori. Il presIdente della Regione Lombardia Fontana inchioda Conte ai suoi errori: "Pronto esposto in Procura" ROMA – “Oggi andrò a presentare un esposto alla Procura perchè mi sono rotto le scatole“. Questa la decisione intrapresa da Attilio Fontana, in merito alla vicenda della bozza del decreto del Presidente del Consiglio sulle nuove limitazioni per l’emergenza CoronaVirus, che è stata fatta circolare dagli uffici del Governo prima che il provvedimento venisse approvato. bozza DPCM Nella giornata di ieri c’erano state diverse polemiche sulla diffusione della bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri sulle nuove misure più stringenti da prendere per arginare il contagio da CoronaVirus. La bozza ha iniziato a circolare già poco prima delle 20.30 di sabato sera, venendo ripresa dai principali siti d’informazione, compreso il CORRIERE DEL GIORNO. Intorno all’1.15, la CNN aveva rilanciato la notizia della bozza non definitiva, attribuendo il documento all’ufficio stampa della Regione Lombardia, tra le prime a criticare fortemente la circolazione di materiale confusionario e – come era stato definito subito “pasticciato£. Inizialmente quindi si era diffusa la voce che la Regione Lombardia aveva consegnato la bozza alla CNN, ma successivamente la stesso network televisivo americano ha precisato che dalla Regione in realtà era arrivata solo una conferma a una notizia che era già in possesso i giornalisti dell’emittente americana . Intervenuto in collegamento con Mattino 5, il Presidente Fontana ha chiarito il tutto: “La Cnn ha smentito di aver ricevuto la notizia dalla Regione Lombardia, così come anche il Tg1 ha smentito ed io oggi presenterò denuncia” Il presidente Fontana ha inoltre fatto sapere di aver ricevuto peraltro la copia del decreto “quando ormai era stata già diffusa sui social, cosa che mi ha lasciato perplesso“: a suo giudizio sono “stati anche i primi commenti” a creare panico, aggiungendo “L’unica cosa in cui la Regione Lombardia è intervenuta, è stata su una telefonata della CNN che chiedeva conferma del documento, che loro avevano già. Lo avevano ricevuto da Repubblica. Si è cercato quindi come sempre di strumentalizzare la situazione “.
Jonathan Hawkins, vicepresidente della Comunicazione CNN International, ha successivamente inviato una lettera a Fontana all’interno della quale si spiega che la CNN ha “applicato i rigorosi standard editoriali per verificare informazioni che erano già di pubblico dominio su quotidiani italiani e internazionali“(tra cui il Corriere della Sera e La Repubblica) e sui media internazionali tra cui l’agenzia Reuters ed il New York Times) . Per questo, il network americano ha chiesto spiegazioni all’ufficio stampa della Regione Lombardia: “I nostri corrispondenti – si legge nella lettera – hanno prestato molta attenzione a verificare la bozza del documento che circolava su altri media e di questo hanno chiesto spiegazioni all’ufficio stampa della regione Lombardia e ad altri contatti”. “Spero – conclude il dirigente della CNN – che questa mia nota possa chiarire ogni equivoco“. ” A Milano la vita è regolare “ Il presidente della Regione Lombardia ha quindi commentato anche l’assalto alla stazione di Milano nella serata di sabato: “Non c’è nessunissimo motivo di scappare da Milano, è ingiustificato. A Milano continua una vita regolare, si va a lavorare la mattina“. Anche se c’è
chi tenta di sfidare il virus e la paura, inscenando aperitivi contro il panico: “L’aperitivo non è sicuramente una cosa necessaria si deve uscire di casa per andare e tornare dal lavoro, per acquistare cibo e medicinali“. Al di là di questo a Milano la vita continua: “Io la mattina vado a lavorare come tanti cittadini“. Fontana ha infine parlato della scelta di chiudere bar e ristoranti a partire dalle ore 18.00, spiegando che risulta essere utile per coloro che vanno al lavoro e devono avere un luogo dove poter pranzare: “Se poi si portano il pasto da casa, allora magari risparmiano e fanno un vantaggio sia alla loro salute sia a quella degli altri“. Ha confessato che lui sarebbe stato dell’idea “di chiuderli tutti“, ma va presa in considerazione “anche la situazione“. Comunque il titolare deve provvedere a controllare “che ci sia il distanziamento necessario“. Sospeso il programma Quarta Repubblica: Porro positivo al tampone Il giornalista Nicola Porro sarebbe risultato positivo al test del Coronavirus. Secondo quanto riporta l’agenzia Adnkronos, per questa ragione stasera 9 marzo non andrà in onda su Rete 4 il programma Quarta Repubblica. Contattato, il giornalista-conduttore televisivo ha confermato l’indiscrezione ed ha assicurato che al momento sta bene. Bollettino Coronavirus dell’8 marzo
in Italia: 7.375 casi e 366 morti: ROMA – In Italia, dall’inizio dell’epidemia di CoronaVirus, 7.375 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 1.492 in più rispetto a sabato. Di queste, 366 sono decedute (+ 133) e 622 sono guarite (+33). Attualmente i soggetti positivi sono 6.387 (il conto sale a 7.375 se nel calcolo vengono conteggiati anche i morti e i guariti): 1.314 in più rispetto a ieri. Sono coinvolte tutte e 20 le Regioni. Questi i dati Regione per Regione Ecco il numero dei contagiati (totali) nelle singole regioni: Lombardia 4.189 (+769) Emilia-Romagna 1.180 (+170) Veneto 670 (+127) Marche 272 (+65) Piemonte 360 (+153) Toscana 166 (+53) Lazio 87 (+11) Campania 101 (+40) Liguria 78 (+27) Friuli Venezia Giulia 57 (+15) Sicilia 53 (+18) Puglia 40 (+14)
Umbria 26 (+2) Molise 14 (-) Provincia autonoma di Trento 23 (+9) Abruzzo 17 (+6) Sardegna 11 (+6) Basilicata 4 (+1) Valle d’Aosta 9 (+1) Calabria 9 (+5) Provincia autonoma di Bolzano 9 (-) I dati provincia per provincia I dati forniti dalla Protezione Civile , sono stati aggiornati alle 18 del 8 marzo 2020. I dati provinciali sono stati inseriti alle 20 Lombardia Bergamo: 997 Lodi: 853 Cremona: 665 Pavia: 243 Brescia: 501 Milano: 406 Monza Brianza: 59 Mantova: 56 Varese: 32 Sondrio: 6 Como: 27 Lecco: 53 Emilia-Romagna Piacenza 528 Parma 276 Modena 97 Rimini 113 Reggio Emilia 70 Bologna 62 Ravenna 13 Forlì Cesena 15 Ferrara 6 Veneto Padova 255 Treviso 126 Venezia 126 Verona 63 Vicenza 50
Belluno 23 Rovigo 5 Piemonte Torino 89 Novara 13 Asti 58 Vercelli 15 Alessandria 60 Verbano-Cusio-Ossola 13 Biella 19 Cuneo 5 Marche Pesaro e Urbino 204 Ancona 54 Macerata 9 Fermo 5 Liguria Savona 25 Imperia 10 Genova 25 La Spezia 11 Campania Napoli 45 Caserta 28 Salerno 15 Benevento 4 Avellino 3 Toscana Firenze 39 Siena 24 Massa Carrara 21 Pistoia 13 Lucca 26 Arezzo 9 Pisa 17 Livorno 10 Prato 3 Friuli-Venezia Giulia Trieste 25 Gorizia 6
Udine 24 Pordenone 2 Lazio Roma 77 Frosinone 2 Latina 6 Viterbo 2 Sicilia Palermo 6 Catania 23 Siracusa 2 Messina 2 Agrigento 1 Ragusa 1 Abruzzo Teramo 4 Pescara 8 L’Aquila 1 Chieti 4 Puglia Taranto 3 Bari 5 Brindisi 3 Bat 3 Lecce 10 Foggia 16 Umbria Perugia 15 Terni 11 Trentino Alto-Adige Bolzano 9 Trento 23 Calabria Cosenza 1 Catanzaro 2 Reggio Calabria 1 Molise Campobasso: 14 Basilicata
Matera 2 Catanzaro 2 Reggio Calabria 2 Cosenza 1 Potenza:2 Sardegna Cagliari 9 Nuoro 2 Valle D’Aosta Aosta 9 Ricciardi: "Al Centro e al Sud manca la percezione del pericolo. Bisogna evitare i posti affollati" ROMA – Si tratta di una vera e propria chiamata alle armi quella di Walter Ricciardi, professore di Igiene, consigliere scientifico del ministro della Salute. “I virus sono così. Questo è rapido e imprevedibile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti“. “Nei prossimi giorni avremo un aumento importante di casi nelle zone gialle di Lombardia ed Emilia-Romagna, meno in Veneto dove l’epidemia sta fortemente rallentando. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal
governo servono a contenere la progressione” spiega Ricciardi che aggiunge “Bisogna allertare la popolazione del Centro Sud a non frequentare luoghi ad alta concentrazione sociale. È l’unica arma che possiamo utilizzare per evitare che tante persone si ammalino tutte insieme e gravino sul Servizio sanitario nazionale che si sta man mano organizzando“. “Non ci dovrebbero essere blocchi di interi paesi ma di ambienti – spiega il prof. Ricciardi – Pensiamo alle discoteche che quando sono affollate sono un concentrato naturale di infezioni. La gente balla, respira, traspira e si creano le migliori condizioni per il contagio. Basta attenersi al principio del distanziamento sociale. In un museo basterà prevedere l’entrata di un numero limitato di visitatori per volta che consenta di rispettare le misure di sicurezza tra persone, un metro. I giovani possono continuare a riunirsi all’aperto per la movida ma facciano attenzione alle norme di igiene e comportamento. Il problema è che nelle regioni non ancora colpite e dove non sono state attuate misure eclatanti manca la percezione del pericolo reale. Come se la cosa non ci riguardasse davvero. E questo accade anche nei Paesi stranieri finora poco interessati dalla Covid-19, lenti nell’agire“. Il CoronaVirus spiega il consigliere del Ministro della Salute ha una velocità di propagazione incredibile, molto più del virus della Sars. Procede così rapidamente perché è nuovo e di fronte a se trova delle praterie, non ha barriere in quanto incontra una popolazione completamente suscettibile, senza difese, esposta al contagio perché il sistema immunitario non ha mai dovuto contrastare una simile infezione prima. Inoltre il Sars-Cov 2 è molto virulento cioè ha grandi capacità di riprodursi una volta penetrato nell’organismo.
Ormai il virus circola liberamente in Italia senza collegamenti con i focolai del Nord, in modo importante al di fuori dei focolai e regioni come il Lazio e Roma, polo commerciale e politico, sono particolarmente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà sicuramente interessata. Il virus sta scendendo. Dal caso zero della Germania minaccia tutto il Paese. Coronavirus: proteste nelle carceri. A Foggia, 20 detenuti sono riusciti a evadere ROMA – Non si placa la protesta nelle carceri legata all’epidemia di CoronaVirus. Questa mattina alcuni detenuti del carcere di Foggia sono riusciti ad evadere. I detenuti di due sezioni della struttura penitenziaria di via delle Casermette (circa 250-300 persone dei 630 soggetti ad oggi ristretti) hanno divelto un cancello della “block house“, la zona di sicurezza che li separa dalla strada. Molti detenuti si sono arrampicati sui cancelli del perimetro del carcere. La rivolta nel carcere Foggia I detenuti hanno iniziato la rivolta contro le restrizioni dei colloqui con i parenti imposte per l’emergenza Coronavirus. All’esterno dell’istituto ci sono i parenti di alcuni di loro. I
detenuti gridano: “indulto, indulto”. Sul posto sono intervenuti agenti di polizia carabinieri e militari dell’esercito. A quanto si apprende, una parte dei detenuti evasi sarebbero stati bloccati e riportati in carcere. Un detenuto ha riportato una ferita alla testa. Feriti nella guerriglia alcuni agenti della Penitenziaria. Sulla base di una prima stima, sarebbe una ventina i detenuti evasi dal carcere di Foggia nel corso della rivolta di questa mattina. Lo si apprende da fonti investigative. Nel corso della protesta, circa cinquanta detenuti sono riusciti a scappare dal carcere ma una trentina di loro è stata bloccata nelle immediate vicinanze dalle forze di polizia. I commercianti che si trovano nelle vicinanze della casa circondariale sono stati invitati dalle forze dell’ordine a chiudere i locali. In alcuni video amatoriali e in filmati della sorveglianza, si notano i detenuti mentre si dileguano nel villaggio artigiani, fermando alcuni automobilisti, rapinati dei propri veicoli. Durante l’evasione, sarebbero già stati fermati e arrestati numerosi fuggitivi . La caccia agli evasi continua ed elicotteri e volanti presidiano l’area del rione Martucci. Anche nel carcere di Bari la rivolta dei detenuti si è fatta sentire. Tanti i video che girano sui social e dalle immagini è chiaro come anche dietro le sbarre la paura di ammalarsi c’è ed è tanta. Le grida di priotesta dei detenuti di Bari si ascoltano dalla strada, c’è chi fa rumore contro le inferriate delle finestre, c’è chi dà fuoco a qualcosa che poi lancia dalla finestra. La protesta è scoppiata ieri in tarda serata contro il provvedimento del governo in materia di misure anti-coronavirus che ha sospeso l’ingresso dei familiari nel penitenziario fino al 22 marzo prossimo. Contestualmente, davanti all’ingresso dell’istituto di pena barese, alcuni parenti dei detenuti hanno bloccato la strada ed è stato necessario l’intervento degli
agenti di polizia per cercare di riportare la calma almeno tra i familiaridei carcerati. “Metteteli ai domiciliari, ma almeno sono a casa. Ci sono celle con sette persone dentro, non possono neanche respirare” gridano disperate le mogli dalla strada, in Corso Alcide De Gasperi. Pare che la protesta sia nata prima fuori, da parte dei parenti dei detenuti, e poi all’interno. “Bruciano tutto, gridano ‘amnistia e polizia bastarda’. Adesso basta, lo Stato si faccia sentire.” commenta Rossano Sasso deputato pugliese della Lega,, che ha postato un video su Facebook. “Ieri la rivolta ha toccato tutta la Regione Puglia e ci sono state grandi tensioni. La prima a Foggia, poi nelle carceri di Lecce, Bari e Taranto. Gli scontri più duri sono stati a Foggia e a Taranto.” ha dichiarato Federico Pilagatti, responsabile in Puglia del Sappe , il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che ha aggiunto: “Sospendere i colloqui è una cosa insensata. Si potrebbero ridurre le visite ad un solo familiare. Nelle carceri ogni giorno entrano centinaia di persone (a seconda della grandezza dell’istituto di pena) tra avvocati, poliziotti e sanitari, quindi i detenuti vengono a contatto con persone provenienti dall’esterno.“ Ritorna di attualità il problema della sicurezza. “Ieri con quattrocentoquaranta detenuti nel carcere di Bari e una protesta in atto erano di turno soltanto quindici agenti di polizia penitenziaria. Se davvero i detenuti avessero voluto, avrebbero potuto fare un’evasione di massa“, ha concluso Pilagatti. (notizia in aggiornamento)
*Coronavirus, il mondo della cultura si mobilita, al via campagna #iorestoacasa* ROMA – Artisti e musei insieme sui social per contrastare diffusione del virus. Jovanotti, Sorrentino, Ligabue, Fiorello, Amadeus, Maria Grazia Cucinotta, i Negroamaro, Beppe Fiorello, Francesca Archibugi, Cristiana Capotondi, Tiziano Ferro, Enrico Lucci, Antonella Clerici, i Pinguini Tattici Nucleari, Barbara Foria sono tanti gli artistiche che stanno aderendo in queste ore alla campagna #iorestoacasa nata spontaneamente sulla rete e rilanciata dal ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini che invita a limitare le relazioni sociali per combattere la diffusione del Covid-19. Molti anche i musei che stanno postando sulla rete i propri capolavori invitando a scoprire da casa i segreti delle loro collezioni. Finora hanno aderito: i musei reali di Torino, Pompei, il Colosseo, gli Uffizi, Palazzo Reale di Napoli, il museo Egizio, Palazzo Barberini, la Galleria nazionale d’arte moderna e Contemporanea di Roma, il museo archeologico di Cagliari, il parco archeologico dei campi Flegrei, il museo d’arte orientale di Venezia, Capodimonte, il Museo Omero di Ancona, la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Museo di San Martino. Incredibilmente non ha sinora aderito il MarTa di Taranto. “Ringrazio i tanti i protagonisti della musica, del cinema, dello spettacolo che in queste ore stanno promuovendo sui social la campagna #iorestoacasa. Un messaggio importantissimo per i ragazzi” ha twittato il ministro Franceschini. Elezioni suppletive in Umbria: vince la leghista Valeria
Alessandrini ROMA – Il centrodestra si aggiudica le elezioni suppletive relative al collegio uninominale Umbria 2 del Senato, con Valeria Alessandrini, già consigliera regionale della Lega, sostenuta anche da Fratelli d’ Italia e Forza Italia. Alessandrini si è aggiudicato il seggio a Palazzo Madama, succedendo a Donatella Tesei, eletta presidente della Regione Umbria a ottobre 2019. La Alessandrini a scrutinio definitivo ha ottenuto il 53.74% dei voti. Distaccata di oltre 15 punti la candidata del centrosinistra, Maria Elisabetta Mascio fermatasi al 38.03% , mentre il cinque stelle Roberto Alcidi ha ottenuto il 7.49%. “In Umbria si conferma un centrodestra unito e forte”, è stato il primo commento della Alessandrini. che ha aggiunto “E’ una grandissima soddisfazione e sono pronta a mettermi a disposizione del Paese“. “La vittoria del centrodestra è netta e il successo personale di Valeria Alessandrini è altrettanto inequivocabile e lusinghiero, un forte incoraggiamento anche per la giunta regionale guidata dalla presidente Tesei che da oggi avrà in Senato un’ottima collega che prenderà il suo posto“, ha commentato Francesco Giro senatore di Forza Italia . CoronaVirus: Giorgio Armani dona 1 milione e 250mila euro agli ospedali ROMA – Mentre l’emergenza CoronaVirus scuote l’Italia, arrivano grandi e concreti gesti di solidarietà. Come quello del gruppo Giorgio Armani, che quest’oggi ha deciso di donare 1 milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma ed a supporto dell’attività della protezione civile. Lo ha reso noto lo stesso gruppo Armani.
Le decisioni del Ministero di Giustizia per la tutela da CoronaVirus negli uffici giudiziari ROMA – Arriva il decreto-legge recante “misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”. Il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di oggi ed entrerà in vigore in pari data. Col presente comunicato il Ministero di Giustizia ha inteso fornire una prima rapida anticipazione dei contenuti del D.L., per consentire agli operatori e agli utenti del servizio giustizia di procedere immediatamente ad ogni opportuna variazione delle attività programmate. In data 7 marzo 2020, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della giustizia, è stato firmato il decreto- legge recante “misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da covid-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”. Il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di oggi ed entrerà in vigore in pari data. DL Cornavirus - Comunicato urgente 17.09 Viene introdotto, con efficacia immediata, un «periodo cuscinetto»,
che va da lunedì 9 marzo a domenica 22 marzo 2020. In questo periodo – salve le eccezioni previste dal decreto – le udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari d’Italia sono rinviate d’ufficio a data successiva al 22 marzo 2020 e dunque non saranno tenute. Durante il medesimo periodo sono sospesi i termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti rinviati, ferme le eccezioni di seguito richiamate. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l’inizio stesso è differito alla fine di detto periodo. Fanno eccezione alla regola del rinvio d’ufficio e quindi saranno normalmente tenute: NEL SETTORE CIVILE Udienze nelle cause di competenza del tribunale per i minorenni relative alle dichiarazioni di adottabilità, ai minori stranieri non accompagnati, ai minori allontanati dalla famiglia ed alle situazioni di grave pregiudizio; nelle cause relative ad alimenti o ad obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia, di parentela, di matrimonio o di affinità; nei procedimenti cautelari aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona; nei procedimenti per l’adozione di provvedimenti in materia di tutela, di amministrazione di sostegno, di interdizione, di inabilitazione nei soli casi in cui viene dedotta una motivata situazione di
indifferibilità incompatibile anche con l’adozione di provvedimenti provvisori, e sempre che l’esame diretto della persona del beneficiario, dell’interdicendo e dell’inabilitando non risulti incompatibile con le sue condizioni di età e salute; nei procedimenti di cui all’art. 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833; nei procedimenti di cui all’articolo 12 della legge 22 maggio 1978, n. 194; nei procedimenti per l’adozione di ordini di protezione contro gli abusi familiari; nei procedimenti di convalida dell’espulsione, allontanamento e trattenimento di cittadini di paesi terzi e dell’Unione europea; nei procedimenti di cui all’articolo 283, 351 e 373 del codice di procedura civile e, in genere, in tutti i procedimenti la cui ritardata trattazione può produrre grave pregiudizio alle parti. In quest’ultimo caso, la dichiarazione di urgenza è fatta dal capo dell’ufficio giudiziario o dal suo delegato in calce alla citazione o al ricorso, con decreto non impugnabile e, per le cause già iniziate, con provvedimento del giudice istruttore o del presidente del collegio, egualmente non impugnabile; NEL SETTORE PENALE Udienze di convalida dell’arresto o del fermo, udienze dei procedimenti nei quali nel periodo di sospensione scadono i termini di cui all’articolo 304 del codice di procedura penale, udienze nei procedimenti in cui sono state richieste o applicate misure di sicurezza detentive e, quando i detenuti, gli imputati, i proposti o i loro difensori espressamente richiedono che si proceda, altresì le seguenti: 1. udienze nei procedimenti a carico di persone detenute, salvo i casi di sospensione cautelativa delle misure alternative, ai sensi dell’articolo 51-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354; 2. udienze nei procedimenti in cui sono state applicate misure cautelari o di sicurezza; 3. udienze nei procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione o nei quali sono state disposte misure di prevenzione;
4. udienze nei procedimenti a carico di imputati minorenni. Udienze nei procedimenti che presentano carattere di urgenza, per la necessità di assumere prove indifferibili, nei casi di cui all’articolo 392 del codice di procedura penale. La dichiarazione di urgenza è fatta dal giudice o dal presidente del collegio, su richiesta di parte, con provvedimento motivato e non impugnabile. Il periodo “cuscinetto”, ferma restando la trattazione degli affari sopra elencati, consentirà ai dirigenti degli uffici giudiziari di aver sufficiente tempo per realizzare misure organizzative ad hoc, che saranno efficaci fino al 31 maggio 2020. Resta ferma l’applicazione delle previsioni di cui al decreto-legge 2 marzo 2020 n. 9. Il decreto-legge contiene anche misure specifiche in materia di prescrizione e decadenza nonché attinenti al decorso dei termini nei procedimenti penali; sono anche inserite delle disposizioni specifiche per gli istituti penitenziari e gli istituti penali per minorenni. Il decreto-legge prevede anche che, dall’8 marzo e fino al 31 maggio 2020, negli uffici che hanno la disponibilità del servizio di deposito telematico anche gli atti e documenti di cui all’articolo 16-bis, comma 1-bis, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo. Gli obblighi di pagamento del contributo unificato di cui all’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, nonché l’anticipazione forfettaria di cui all’articolo 30 del medesimo decreto, connessi al deposito degli atti con le modalità previste dal periodo precedente, sono assolti con sistemi telematici di pagamento anche tramite la piattaforma tecnologica di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Ferma l’applicazione dell’articolo 472, comma 3, del codice di procedura penale, a decorrere dal giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto e sino alla data del 31 maggio
2020, la partecipazione a qualsiasi udienza delle persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare è assicurata, ove possibile, mediante videoconferenze o con collegamenti da remoto, applicate, in quanto compatibili, le disposizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 dell’articolo 146-bis del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271. Per quanto riguarda gli istituti penitenziari e gli istituti penali per minorenni, dal 9 marzo e sino al 22 marzo 2020, i colloqui con i congiunti o con altre persone cui hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati, sono svolti a distanza, mediante, ove possibile, apparecchiature e collegamenti di cui dispone l’amministrazione penitenziaria e minorile o mediante corrispondenza telefonica, che può essere autorizzata oltre i limiti della normativa vigente. Inoltre, tenuto conto delle evidenze rappresentate dall’autorità sanitaria, la magistratura di sorveglianza può sospendere, nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del decreto ed il 31 maggio 2020, la concessione dei permessi premio di cui all’articolo 30-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, del regime di semilibertà ai sensi dell’articolo 48 della medesima legge e del decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121. Le disposizioni relative alla trattazione delle udienze, in quanto compatibili, si applicano altresì ai procedimenti relativi alle commissioni tributarie e alla magistratura militare. Il decreto-legge introduce anche misure riguardanti la giustizia contabile ed amministrativa. Per quest’ultima, si prevede, in particolare, che si
applichino dall’8 marzo 2020 e fino alla data del 22 marzo 2020, le disposizioni di cui all’articolo 54, commi 2 e 3, del codice del processo amministrativo (regime della sospensione feriale). pdf GU Giustizia Ed il CoronaVirus prende piede anche all'estero ROMA – Sono 100mila i contagi in tutto il mondo, nuovi focolai in Germania, Francia, Stati Uniti, ventuno casi sulla nave da crociera Grand Princess ferma a San Francisco. Ma dalla Cina, da dove tutto è partito, arrivano notizie confortanti perché il virus sembra lentamente arrestarsi e il numero dei casi e delle vittime è in diminuzione. L’allarme però resta alto e l’epidemia è ancora lontana dall’essere sconfitta. 800 casi in Germania Anche la Germania registra un nuovo imponente balzo dei casi di contagio in una sola giornata: il Robert Koch Institut, il maggiore centro epidemiologico tedesco, informa che il numero è cresciuto a 795. Stamattina i contagi segnalati erano ancora 684. È sempre il Nord-Reno Vestfalia il Land più colpito con 373 casi, dei quali oltre 200 nell’area di Heinsberg, che rimane il maggior focolaio del Paese. Decine di nuovi casi anche nel Baden Wuerttemberg (170), seguito dalla Baviera (134). Ad oggi la Sassonia-Anhalt è l’unico Land nel quale non sia stato segnalato alcun caso.
949 casi in Francia: + 330 in un giorno Sono aumentati nelle ultime 24 ore a 949 i contagi da CoronaVirus in Francia, che ieri erano 613 (+336). Lo ha annunciato il direttore generale della Sanità, aggiungendo che i morti sono oggi 16, il più forte aumento in un solo giorno (ieri erano 9). Le persone in rianimazione sono 45, 6 in più di ieri. Salgono a 228 i contagi in Svizzera E’ cresciuto a 228 il numero di casi confermati di CoronaVirus in Svizzera, su 264 persone risultate positive. Lo comunica l’ Ufsp – Ufficio federale della sanità pubblica, ricordando che ieri i casi confermati erano 181. I decessi sono fermi a uno, quello di una 74enne morta il 5 marzo al Chuv-Centro ospedaliero universitario di Losanna. In 20 cantoni è stata segnalata la malattia: Appenzello Esterno, Argovia, Basilea Campagna, Basilea Città, Berna, Friburgo, Ginevra, Giura, Grigioni, Lucerna, Neuchâtel, San Gallo, Soletta, Svitto, Ticino, Turgovia, Vaud, Vallese, Zugo e Zurigo. Non risultano ancora contagi invece in 6 cantoni: Appenzello Interno, Glarona, Obvaldo, Nidvaldo, Sciaffusa e Uri. In Ticino – stando ai dati Ufsp – i casi confermati sono 24, a cui si aggiungono altri 19 in attesa di verifica, per un totale di 43: è il valore maggiore fra i cantoni elvetici. Nei Grigioni i dati sono rispettivamente pari a 12 e 3, per complessivi 15.
60 contagi in Belgio Sale a 169 il numero dei casi di persone positive al CoronaVirus in Belgio, secondo i dati della Sanità pubblica del Paese, con 60 nuovi contagiati, . Le 60 infezioni sono emerse sulla base dell’esecuzione di 771 test. Dei nuovi casi, 40 sono nelle Fiandre, 15 in Vallonia e 5 a Bruxelles. “La maggior parte dei pazienti positivi hanno viaggiato di recente, ma constatiamo sempre più infezioni locali. Il numero di casi non è raddoppiato perciò è possibile che l’effetto ritorno di chi è andato in Italia del nord, termini” affermano le Autorità . Primo caso a Malta, una 12enne italiana e i suoi genitori Malta ha confermato il suo primo caso positivo di nuovo CoronaVirus: si tratta di un’italiana di 12 anni, arrivata martedì da Roma. Al test sono risultati positivi anche i suoi genitori. Lo ha reso noto il ministro della Salute, Chris Fearne. L’adolescente era in isolamento da giovedi’, quando sono comparsi i primi sintomi. La giovane, con la sorella e i genitori sono stati ricoverati in ospedale in un’unità di isolamento. Le autorità sanitarie maltesi stanno ora cercando di tracciare il percorso dell’adolescente e della sua famiglia e di trovare le persone con cui sono stati in contatto dal loro arrivo sull’isola.
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