Smart working, lo stop di Brunetta: "Vaccini e basta far finta di lavorare" - FLP Interno

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Smart working, lo stop di Brunetta: "Vaccini e basta far finta di lavorare" - FLP Interno
Rassegna stampa FLP Interno del 3 febbraio 2022

Corriere della Sera - Corriere.it

   Smart working, lo stop di Brunetta:
   «Vaccini e basta far finta di lavorare»
Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brune6a, coglie immediatamente l’occasione
per spingere su un tasto a lui caro: il rientro dei dipenden; pubblici negli uffici. E lo fa schierandosi
polemicamente contro «il finto lavoro» di mol; - «eccezioni ce ne sono sempre», riconosce - smart
workers. «Il governo - ha de6o il ministro intervenendo a una trasmissione di Sky - ha scelto vaccini
e presenza, non il chiudersi in casa con il telefonino sulla boJglia del la6e a fare finta di fare smart
working. Il lavoro da remoto è stato uno strumento straordinario nel momento emergenziale
quando non c’erano i vaccini, come la didaJca a distanza per gli studen;». Però, adesso, è il
momento della svolta: «Vaccini con tuJ gli strumen; possibili - ha de6o Brune6a - s;amo
superando la pandemia e abbiamo fa6o il record del Pil. Abbiamo ges;to al meglio la pandemia,
quasi i più bravi in Europa». La dichiarazione di Renato Brune6a, ospite a SkyTg 24, scatena però la
reazione dei sindaca;. «Il ministro Brune6a - ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Tania
ScaccheJ - con;nua a puntare il dito contro i dipenden; della pubblica amministrazione. Le sue
dichiarazioni indignano e screditano il lavoro di tuJ coloro che, in ques; mesi di emergenza
sanitaria, proprio grazie al lavoro agile e affrontando le difficoltà legate alla infrastru6urazione
digitale, sono riusci; a garan;re la con;nuità dei servizi, preservando al contempo la salute dei
ci6adini e dei lavoratori. A loro andrebbe de6o grazie». Così replica alle affermazioni di questa
maJna del ministro per la Pa, Renato Brune6a. «Crediamo — aggiunge la dirigente sindacale —
che si debba scomme6ere sullo smart working, inves;re in questa nuova forma di organizzazione
del lavoro anche a6raverso i rinnovi dei contraJ». «L’innovazione della Pa, a cui il ministro dice
giustamente di tenere, non si raggiunge a6raverso il controllo o il lavoro solo in presenza, ma —
conclude ScaccheJ — valorizzando le professionalità e responsabilizzando così lavoratrici e
lavoratori nelle proprie aJvità».
Proteste anche dalla Federazione dei Lavoratori Pubblici e Pubbliche Funzioni. «Ancora una volta
si è superato il segno — ha so
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Rassegna stampa FLP Interno del 4 febbraio 2022

il Fatto Quotidiano.it

Brunetta ancora contro lo smart working, per lui è il
“telefonino sulla bottiglia del latte”: l’ira dei sindacati.
Orlando: “Non va demonizzato”

Lo smart working nella Pubblica amministrazione resta l’incubo di Renato Brunetta. Il
ministro lo ha voluto tenere a freno anche quando l’ondata di Omicron galoppava e gli
altri Paesi Ue ne facevano un utilizzo quasi totalizzante. Ora è tornato ad attaccarlo,
bollando implicitamente come fannulloni tutti i dipendenti pubblici che scelgono il
telelavoro e con una descrizione per lo meno bizzarra: “Vaccini e presenza – ha detto
giovedì Brunetta ai microfoni di Skytg24 – piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino
sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working, perché diciamocelo far finta di
lavorare da remoto, a parte le eccezioni che ci sono sempre”. Parole che hanno
provocato la reazione indignata dei sindacati, che hanno voluto ricordare al ministro come
proprio grazie al lavoro agile dei dipendenti pubblici “l’Italia ha potuto affrontare la
pandemia e tenere in piedi il Paese”. Ma è arrivata anche la reazione del ministro del
Lavoro, Andrea Orlando, che seppur senza citare Brunetta, ha invitato a non demonizzare
uno strumento che “può aiutare, è una grande occasione che può essere colta anche dal
Mezzogiorno”. Mentre i primi a intervenire sono stati gli stessi lavoratori, che sui
social network hanno preferito puntare sull’ironia, tra le foto di Brunetta
addormentato sul posto di lavoro e quelle del latte vicino al pc. Con una domanda
più che legittima: “Cosa devo fare con la bottiglia?“.

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Dopo le polemiche e le dure prese di posizione dei sindacati, Brunetta ha deciso di
rispondere con un post su Facebook: “Da una parte sola: dalla parte delle famiglie e dalla
parte delle imprese. Dalla parte di tutti i cittadini che hanno diritto a servizi pubblici
efficienti, con tempestività, gentilezza e cortesia. Ho voluto uno smart working finalmente
regolato e strutturato, che tutela i diritti dei lavoratori e quelli dei cittadini. Senza
pregiudizi, guardiamo al futuro. Siamo tutti dalla stessa parte”, ha scritto il ministro. Che
però sul tema è recidivo: già a settembre, ad esempio, aveva definito lo smart working
nato durante la pandemia “un lavoro a domicilio all’italiana“ perché “è senza contrato,
senza obiettivi, senza tecnologia e senza sicurezza”.
“Un po’ di demonizzazione fatta va rivista, lo dicono le grandi Company: è un modo per
ripensare le nostre città, il rapporto tra lavoro e tempo libero, tra periferie e centro”, dice
invece il Orlando, intervenendo all’evento ‘Italia domani” organizzato a Palermo dalla
Presidenza del Consiglio. “Siamo il primo Paese ad avere fatto un accordo sullo smart
working, stabilendo le regole del gioco – ha detto il ministro – Dopo la pandemia ci sarà
più smart working rispetto al periodo pre-pandemia. Questo modello pone nuove
questioni legate alla socialità, al diritto alla disconnessione, alla sicurezza: per questo non
ho voluto intervenire normativamente e ho voluto promuovere un accordo con le parti
sociali, siglato nel giorno dello sciopero generale. E’ una buona base per accompagnare
l’evoluzione che avrà lo smart working”, assicura Orlando
La reazione dei sindacati
“Affermazioni irricevibili. Ancora una volta il ministro Brunetta ha gettato la
maschera, con affermazioni che la dicono lunga su come la pensa sul lavoro agile e
quale considerazione e rispetto ha nei confronti delle centinaia di migliaia di
lavoratrici e lavoratori che ogni giorno servono lo Stato“, commenta Marco
Carlomagno, segretario nazionale Flp. Che poi aggiunge: “Nonostante i danni che
lui, proprio lui, ha provocato negli anni scorsi bloccando da ministro i contratti di
lavoro, tagliando le risorse della contrattazione decentrata destinate a remunerare
la produttività, negando il diritto alla carriera e alla valorizzazione del personale,
impoverendo l’efficienza delle Amministrazioni con il blocco delle assunzioni,
l’aumento della precarizzazione del lavoro, la scellerata politica delle
esternalizzazioni e delle consulenze superpagate”.
“Il ministro Brunetta continua a puntare il dito contro i dipendenti della pubblica
amministrazione. Le sue dichiarazioni indignano e screditano il lavoro di tutti coloro che,
in questi mesi di emergenza sanitaria, proprio grazie al lavoro agile e affrontando le
difficoltà legate alla infrastrutturazione digitale, sono riusciti a garantire la continuità dei
servizi, preservando al contempo la salute dei cittadini e dei lavoratori. A loro andrebbe
detto grazie“, ha commentato la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
“Crediamo – ha aggiunto la dirigente sindacale – che si debba scommettere sullo smart
working, investire in questa nuova forma di organizzazione del lavoro anche attraverso i
rinnovi dei contratti”. “L’innovazione della PA, a cui il ministro dice giustamente di tenere,
non si raggiunge attraverso il controllo o il lavoro solo in presenza, ma – ha concluso
Scacchetti – valorizzando le professionalità e responsabilizzando così lavoratrici e
lavoratori nelle proprie attività”.
Ancora più dura la replica della Uilpa, affidata a una nota pubblicata in mattinata: “Con
regolare continuità il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, occupa la scena
mediatica grazie a dichiarazioni sopra le righe: i lavoratori pubblici da ‘volti della
Repubblica’ tornano a essere i vituperati fannulloni“. Se le cose non vanno per il verso
giusto, sottolinea il sindacato, “il ministro dovrebbe interrogarsi sul suo operato. Brunetta

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è in carica da un anno. Cosa ha fatto per risolvere i problemi reali della Pubblica
Amministrazione? A parte roboanti dichiarazioni, nel concreto operare degli uffici pubblici
ben poco è cambiato. Non è cambiato il digital divide che taglia in due l’Italia. In tanti
uffici non ci sono ancora postazioni e connessioni internet al passo con l’evoluzione
tecnologica. Altri gli spazi sono angusti e inadatti a ospitare il personale se non rischiando
il contagio. La politica per l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione è un
ginepraio impenetrabile. Allo stesso tempo i lavoratori pubblici in smart working lavorano
spesso in ambienti inadatti a trasformarsi in uffici, ben oltre l’orario previsto, continuando
a utilizzare i propri dispositivi digitali e a vedere aumentate le bollette per le utenze
domestiche (luce, gas ecc.). Di tutto questo il ministro non parla“. Per questo, il sindacato
rivolge un invito a Brunetta: “Esca dal palazzo Signor ministro e se ne renderà conto.
Oppure rassegni le dimissioni“.
È intervenuta anche l’associazione sindacale dei professionisti della Pa, Flepar: “Il
presidente della Repubblica ha indicato per il dopo pandemia la strada di una ‘nuova
normalità‘. Per noi la nuova normalità è l’opposto della vecchia normalità. Confidiamo,
pertanto, che il ministro Brunetta sappia rivalutare attentamente lo snodo ricostruttivo
della PA che passa proprio da Lavoro Agile e digitalizzazione“, afferma la segretaria
generale Tiziana Cignarelli. Che poi sottolinea “i tanti monitoraggi, sondaggi, petizioni,
con cui i lavoratori pubblici hanno dimostrato l’importanza e l’utilità dello smart working
per tutti: cittadini, lavoratori, utenza e servizi pubblici”. Flepar, inoltre, annuncia che
proprio sul tema del lavoro agile promuove per il prossimo 15 febbraio un digital talk dal
titolo, “Smart è chi smart fa”, con la partecipazione di personalità, esperti, docenti per
riprendere attività e proposte per il rilancio della Pa e operativamente per il Pnrr.

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