THE HAPPIEST PLACE ON EARTH - Programma Erasmus LLP IP VALORTUR "Valorizzazione turistica delle risorse ambientali e culturali" Parigi 2011

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THE HAPPIEST PLACE ON EARTH - Programma Erasmus LLP IP VALORTUR "Valorizzazione turistica delle risorse ambientali e culturali" Parigi 2011
Moroni Sara
                     Università degli Studi di Cassino
                                    Sede di Terracina

Programma Erasmus LLP IP VALORTUR
  “Valorizzazione turistica delle risorse
         ambientali e culturali”
               Parigi 2011

  THE HAPPIEST PLACE
            ON EARTH

                                                     1
Indice

Introduzione

Capitolo 1. I nonluoghi                                                            pag. 1

1.1 Definizione di nonluogo                                                        pag. 4
1.2 Esempio di nonluogo: il parco a tema                                           pag. 5

Capitolo 2. Il caso di Disneyland Paris                                            pag. 7

2.1 Cenni storici sul parco                                                        pag. 7
           2.1.1 Un’avventura iniziata nel 1923                                    pag. 7
           2.1.2 Cenni storici sulla localizzazione del parco “Disney” in Europa   pag. 8
2.2 La struttura del parco                                                         pag.11
           2.2.1 Le aree tematiche del parco “Disneyland Paris”                    pag.11

Conclusioni

Bibliografia

                                                                                            2
Introduzione
                                                     «Potete immaginare, creare e costruire il luogo
                                                     più meraviglioso della terra ma occorreranno
                                                     sempre le persone perché il sogno diventi
                                                     realtà»

                                                                                           Walt Disney

Nel seguente elaborato si procede a un'analisi dei così detti “nonluoghi”, partendo dalla loro
definizione e caratterizzazione, così come viene riportata dallo studioso Marc Augé (1993) nel libro
“Nonluoghi”.
Successivamente si citano, alcuni esempi di nonluogo, aventi come soggetti di studio i parchi a
tema e i fattori che stanno alla base della loro localizzazione in una determinata area.
Si procede ad illustrare la storia del parco Disneyland Paris e del suo ideatore e i fattori che hanno
spinto la Walt Disney Company a localizzare il parco a pochi kilometri di distanza da Parigi.
L’analisi del parco è svolta basandosi sugli aspetti che lo caratterizzano, quali le aree tematiche in
cui il Parco si sviluppa.

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Capitolo 1. I nonluoghi

Nel capitolo seguente si procede a un'analisi dei così detti “nonluoghi”, partendo dalla loro
definizione, così come viene riportata dallo studioso Marc Augé (1993) si citano, nel secondo
paragrafo del capitolo, alcuni esempi di non luogo, aventi come soggetti di studio i parchi a tema.

1.1 Definizione di nonluogo

Nel seguente paragrafo si procede ad approfondire la definizione di nonluogo e se ne definiscono le
caratteristiche. Il “nonluogo” può essere analizzato sotto due aspetti: il primo si riferisce ad esso
come luogo costruito per un fine specifico ed il secondo come rapporto che viene a crearsi fra gli
individui e quegli stessi spazi1.
Secondo Marc Augé è possibile identificare un nonluogo grazie a delle caratteristiche che lo
distinguono da un “luogo”.
    •    Il nonluogo è il contrario del luogo antropologico2, in quanto sono spazi che hanno la
         prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici.
    •    Chi lo attraversa non ritrova nulla della sua identità o dei suoi rapporti con gli altri, milioni
         di individui si incrociano senza entrare in contatto.
    •    Gli utenti/fruitori non si preoccupano della loro omologazione perché proprio grazie ai non
         luoghi possono trovare le loro cose preferite ovunque.
    •    Il nonluogo risulta il prodotto della società attuale che è incapace di integrare i luoghi
         storici, confinandoli a semplice curiosità3.
Partendo da queste caratteristiche, il non luogo può essere identificato sia con le strutture necessarie
per la circolazione delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeroporti), sia con i mezzi di
trasporto che con i centri commerciali e parchi tematici4.
Il carattere non-identitario dei non luoghi emerge dal continuo richiamo evocativo a quegli elementi
che si possono ritrovare nei luoghi antropologici come “Main Street” a Disneyland o “Piazza Italia”
che diventa luogo di incontro all’interno di un centro commerciale.

1
  http://www.wikipedia.it/
2
  Augé Marc, Nonluoghi. Milano, Elèuthera, (1993). “Il luogo antropologico è quella delimitazione sociale del suolo
che organizza la geografia economica, sociale, politica e religiosa di un gruppo in un ordine così vincolante e comunque
evidente che la sua trascrizione nello spaziosi presenta come una seconda natura”.
3
  http://www.tsm.tn.it/pubpub/BREVE_STORIA_DEL_TURISMO
4
  http:// www.wikipedia.it/ : Definizione di PARCO TEMATICO
                                                                                                                      4
Da ciò si viene a generare ciò che si definisce paradosso dei nonluoghi: in quanto proprio il fatto
che nella sua conformità e omogeneità esso riesca a portare il viaggiatore ad essere rassicurato.
L’elemento caratterizzante del suddetto paradosso si manifesta nel potere del franchising (o dei
cliché5) in quanto, ripetizione infinita di strutture commerciali simili tra loro. L’utente/fruitore
ritrova ciò che conosce già e questo gli dà la “gioia del riconoscimento” dovuto ad uno “spettacolo”
corrispondente all’aspettativa.
Nei non luoghi l’individuo perde la sua identità, le sue caratteristiche personali, per inserirsi in un
contesto che lo rende simile agli altri utenti. Ciò è dovuto al fatto che chi entra in un nonluogo, deve
rispettare precise regole per farsi accettare, come attendere il proprio turno, seguire le istruzioni,
fruire del prodotto e pagare.
Quanto affermato può essere riassunto nella seguente definizione, “se un luogo può definirsi come
identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario né relazionale né
storico, definirà un non luogo” (Augé, 1993).
Tale definizione non può essere presa in modo definitivo poiché deve essere contestualizzata in
quanto solitamente non c’è una netta separazione fisica tra il luogo antropologico e il nonluogo,
basta pensare all’incrocio di due strade dove si sviluppa la città diventandone il centro e questo non
può essere definito come luogo non identitario di questa città. Per questo è necessario che di volta in
volta si proceda a un’analisi delle singole caratteristiche che definiscono il nonluogo.

1.2 Esempi di nonluogo: il parco a tema

Nel paragrafo seguente si procede ad illustrare alcuni esempi di non luogo, nello specifico si
analizza uno degli esempi in eccellenza di non luogo: il parco a tema.
Proprio tra le strutture che si possono identificare come nonluoghi e che concorrono all’uso del
tempo libero a scopo ludico-turistico, figurano i parchi ricreativi che in grandi linee rientrano nella
categoria dei parchi a tema.
Questi ultimi, presentano caratteristiche distintive precise: anzitutto per il “tema”, o soggetto
principale al quale è realizzato il parco; inoltre, in molte di queste strutture il tema è astratto, ma
affiancato da soggetti più concreti, che sono invece sviluppati in modo verosimile entro aree
specifiche; infine i visitatori, costituiti da persone di ogni fascia di età, vengono trasportati da un

5
 http: www.wikipedia.it : Lo stereotipo (o cliché) è, nell'uso moderno, la visione semplificata e largamente condivisa su
un luogo, un oggetto, un avvenimento o un gruppo riconoscibile di persone accomunate da certe caratteristiche o
qualità.
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ambiente all’altro come se stessero vivendo una fuga dalla realtà in un mondo fantastico ed idilliaco
relativo al passato o in un’immagine assai promettente del futuro. (M. Novelli, 1999)
Nei parchi a tema ritroviamo la dicotomia tra “tematizzazione” e “divertimento”, in quanto il parco
si struttura su un tema portante caratterizzato da uno “spettacolo” rivolto al pubblico/fruitore e
costruito non per il valore intrinseco ma per essere visto, ammirato e per divertire6.
Il concetto di “parco” inteso come luogo d’intrattenimento per tutta la famiglia vede la sua origine
negli anni ‘50 con la realizzazione di Disneyland in California. Questi parchi sono il risultato di una
progettazione a larga scala, sono sempre ubicati fuori i centri urbani e offrono un ventaglio di
attrazioni e facilitazioni rivolte alla famiglia.
I vincoli di localizzazione di un parco a tema sono:
      •    Individuazione di ampie zone verdi e pianeggianti
      •    Disponibilità idrica
      •    Facilmente accessibile da aree densamente popolate e con uno standard medio –alto di
           reddito procapite.
      •    Presenza di un potenziale elevato di utenti
Il primo parco a tema “Disney” in Europa costituisce un esempio assai evidente di localizzazione in
una zona densamente popolata, qual è quella del Bacino parigino, favorita da un ulteriore fattore
positivo: la possibilità offerta ai visitatori di utilizzare Disneyland Paris come base oltre che per
trascorrere delle giornate nel “Magic Kingdom”, ma anche per visitare la capitale francese.
Possiamo dire che se il successo di un parco a tema dipende dalla sua vicinanza ad altri Paesi, dalle
sue dimensioni e dall’immagine che è riuscito a costruirsi, nel caso di Disneyland Paris, la sua
posizione centrale rispetto al resto dell’Europa, le sue dimensioni e il suo brand conosciuto in tutto
il mondo sono i fattori capaci di attrarre presenze straniere e contemporaneamente quelle
provenienti da un ambito locale.
Molti di questi non luoghi ed in particolare i parchi a tema riescono ad avere la stessa attrattività di
monumenti d’interesse storico o artistico, basta vedere la classifica delle 20 attrazioni più visitate al
mondo, fatta nel 2007, dove risultano 5 parchi a tema di cui quattro di proprietà della “The Walt
Disney Company”7.

6
    DALL’ARA E., 2005. Costruire per temi i paesaggi? Esiti spaziali della semantica nei parchi tematici Europei.
7
    Fonte: Forbes Traveler 50 Most Visited Tourist Attractions, 25/04/2007.
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Capitolo 2. Il caso di Disneyland Paris
Nel seguente capitolo si procede ad illustrare la storia del parco Disneyland Paris e del suo ideatore
e i fattori che hanno spinto la Walt Disney Company a localizzare il parco a pochi kilometri di
distanza da Parigi. L’analisi del parco è svolta basandosi sugli aspetti che lo caratterizzano, quali le
aree tematiche in cui il Parco si sviluppa.

2.1Cenni storici sul parco

2.1.1 Un’avventura iniziata nel 1923

Walter Elias Disney, meglio noto come Walt Disney, nasce a Chicago il 5 dicembre 1901. La
passione del disegno è precoce: a 7 anni, disegna già per conto dei vicini di casa. Nel 1923, a 22
anni, arriva a Hollywood con 40 dollari in tasca ed un primo cartone animato: “Alice nel paese delle
meraviglie”. Rapidamente, un distributore cinematografico di New York, M.J. Winkler, s’impegna
a distribuire questo film ed i successivi. Il 16 ottobre 1923, nasce la prima società Disney.
La carriera di Walt Disney non ha uno sviluppo immediato folgorante. La sorte gli sorriderà solo
nel 1926, con la nascita di Topolino. Topolino diventa una superstar nel 1928, grazie al primo
cartone animato mondiale sonoro “Steamboat Willie”. E’ l’inizio della gloria. Topolino è
dappertutto e l’idea di commercializzare prodotti con la sua immagine nasce naturalmente.
Durante un viaggio d'affari a Chicago alla fine degli anni quaranta, Walt Disney disegna i progetti
per una sua idea, un parco divertimenti dove prevede che i suoi dipendenti passino del tempo con i
figli. Le idee che sviluppa diventano un concetto di sempre maggiore portata, tanto da dover creare
una nuova filiale della sua società, chiamata “Wed Enterprises”, per ideare e costruire il parco. La
filiale è costituita da un gruppetto di suoi dipendenti degli studi Disney che aderiscono al progetto
di sviluppo di Disneyland in qualità di ingegneri e pianificatori, che lui soprannominò
“Imagineers”. Così, egli riuscì a dare vita ad una serie di parchi divertimento sparsi in tutto il
mondo, il primo di questi, aprì nel 1955 ad Anaheim, vicino Los Angeles, in California.
Oggi gli studi di animazione/produzione e parchi a tema di Walt Disney si sono sviluppati fino a
diventare una società multinazionale plurimiliardaria di televisione, cinema, mete vacanziere e altri
media che portano il suo nome. La Walt Disney Company attualmente possiede, tra le altre cose,
quattro complessi vacanzieri, undici parchi a tema due parchi acquatici, trentadue hotel, otto studi
cinematografici, sei etichette di dischi, undici reti televisive via cavo e una rete televisiva terrestre.
Per il pubblico di tutto il mondo, la parola “Disney” evoca soprattutto i disegni animati ed i parchi
tematici. In realtà, la società creata da Walt Disney è molto più di questo: grazie ad un processo

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d’innovazione e diversificazione continuo è oggi presente in tutte le aree dell’intrattenimento
famigliare.
The Walt Disney Company oggi si articola in 4 aree principali: gli Studios, i Parks&Resorts, i
Media ed il Consumer Products. Ciascuna di queste aree ha sviluppato esperienze e competenze
davvero distintive, unite alla volontà di lavorare insieme e di ottimizzare e diffondere la presenza
del Brand Disney nel mondo.
Ci sono voluti decenni di lavoro perché The Walt Disney Company conquistasse il ruolo che
occupa oggi nel mondo, guadagnandosi la fiducia di un pubblico molto allargato. Questa fiducia
garantisce grande visibilità ai suoi film ed ai suoi personaggi, dando anche credibilità alle
innovazioni. Valorizzare quest’arte dell’intrattenimento ed assicurare che duri nel tempo è
l’obiettivo maggiore della The Walt Disney Company.

2.1.2 Cenni storici sulla localizzazione del parco “Disney” in Europa

La Walt Disney Company, dopo il grande successo di Tokyo Disneyland, il primo parco a tema
fuori dagli U.S.A., decise di sviluppare la sua rete internazionale partendo proprio dall’Europa, il
mercato più importante dopo quello nord-americano, con studi di marketing rivolti soprattutto al
Regno Unito, Germania, Spagna, Italia e Francia.
Il Regno Unito non garantiva un sicuro successo, sia per la sua posizione periferica rispetto al resto
dell’Europa, sia per altri fattori negativi dati dalle caratteristiche territoriali e climatiche e dalla
tipologia di domanda interna.
Nel caso della Germania Occidentale i vantaggi localizzativi erano assai più numerosi, ma la
popolazione residente manifesta una forte propensione a trascorrere vacanze all’estero, per cui in
questo caso si poteva contare su uno standard piuttosto modesto di domanda interna.
Infine, nel caso della Spagna, l’orientamento su Barcellona o su qualche provincia più meridionale
della costa mediterranea risentiva di un effetto negativo di marginalità rispetto agli altri Paesi del
continente, mentre nel caso dell’Italia il vincolo principale era costituito dalla mancanza di spazi.
La scelta di Marne-la-Vallée, una città a 32 km da Parigi (vedi Fig.1), è dovuta anzitutto alla
presenza di una rete di trasporti già esistente (autostrade, RER, TGV, aeroporti internazionali)
capaci di assicurare uno standard di livello elevato in termini di efficienza.
Inoltre non bisogna dimenticare il ruolo importantissimo di Parigi rispetto alla Francia e all’Europa
sia dal punto di vista economico che di densità di popolazione.

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Parigi è la città Europea con la più alta densità di popolazione e risulta accessibile da quasi 20
milioni di persone in sole due ore di automobile, da 40 milioni in 4 ore e a 100 milioni in 6 ore;
inoltre i più importanti aeroporti europei sono collegati con Parigi in meno di due ore di volo.
Sotto il punto di vista economico, l’Ile de France, insieme a tutta l’area nord occidentale
dell’Europa, presenta un reddito pro-capite medio - alto affiancato dalla durata media annua delle
vacanze più lunga rispetto a quella del nord dell’America.
Alcuni intellettuali francesi ed europei definirono “Euro Disney” (primo nome di Disneyland Paris)
come una “Chernobyl culturale al centro dell’Europa”, ma da un’indagine fatta nel 1990 per conto
del Consiglio Regionale dell’Ile de France risultò che l’85% degli intervistati si era dichiarato
favorevole alla realizzazione di un parco a tema “Disney” in Francia. (Novelli, 1999, p. 66-68).

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Fig. 1 Rappresentazione Di Disneyland Paris in rapporto a Parigi ed al suo territorio circostante. Ovviamente la scala di
rappresentazione è falsata e il fine è di esprimere una gerarchia: Parigi è vicina (questo è vero), una volta raggiunto il
Disneyland Resort, completo di tutto, è possibile anche, nella giornata, fare una visita a Parigi8.

8
. DALL’ARA E., 2005. Costruire per temi i paesaggi? Esiti spaziali della semantica nei parchi tematici Europei.

                                                                                                                        10
LA STRUTTURA DEL PARCO

2.2.1 Le aree tematiche del parco “Disneyland Paris”

Il parco Disneyland Paris come anche tutti gli altri parchi di proprietà della Walt Disney Co.,
risultano l’eccellenza della “tematizzazione”, curata nei minimi particolari grazie alla bravura dei
“imagineer” (ingegneri dell’immaginazione) che nella fase di immaginare, progettare e realizzare
vanno sempre alla ricerca di materiali che rendano ciò che è finzione più reale possibile cercando di
inserire nello stesso spazio elementi di consumo, apprendimento e divertimento.
Disneyland Paris è diviso in vari “Paesi” a tema (vedi Fig.2) tutti di forma circolare e nei quali si
accede tramite Main Street U.S.A., che è la strada principale, creata immaginando un’ipotetica città
americana di inizio ‘900, contornata da edifici in stile vittoriano, naturalmente fittizi.
Uno dei “Paesi” a tema che si trova all’interno del parco Disney è “Frontierland” che è ispirato alla
storia dei pionieri del “old America” che andavano alla conquista del Far West. Qui si trova un
simulacro di un paesaggio lungo il Mississippi con al centro la “Big Thunder Mountain”,
un’attrazione che fa scoprire una miniera d’oro a bordo di un treno lanciato a tutta velocità.
Un altro “Paese” è Adventureland, che si basa sul tema dell’avventura e del mistero dove è
possibile trovare “La Plage des Pirates”, “Indiana Jones et le Temple du Péril, “La Cabane de
Robinson” e “Le Passage Enchantè d’Aladdin.
Il castello della “Bella Addormentata nel Bosco” apre le porte di Fantasyland il “Paese” in cui le
fiabe prendono vita, infatti passeggiare in questo mondo è come immergersi nei classici Disney9.
Qui si possono trovare molte attrazioni dedicate ai bambini come “Alice’s Curious Labyrinth” che
rappresenta il viaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie o anche “It’s a Small World” dove è
possibile fare una crociera musicale intorno al mondo.
Nell’ultimo “paese” si trova Discoverland basato su temi futuristici che vanno dalla velocità
nell’Universo con “Space Mountain” che riproduce un viaggio intorno allo spettacolo di una Super
Nova al “Les Mistères du Nautilus” che porta nel mondo di Jules Verne in “20000 Leagues under
the see”.
Tutti questi “Mondi” sono raggiunti dal Disneyland Railroad, un trenino che gira in torno al parco
facilitandone la visita, portando le persone da un “Paese” all’altro.

9
    http://www.disneylandparis.it

                                                                                                  11
Fig. 2 Mappa del parco Disneyland Paris10.

10
 Fonte: http://www.disneylandparis.it

                                             12
Conclusioni

                                               “Il viaggio a Disneyland risulta allora essere turismo
                                               al quadrato, la quinta essenza del turismo: quel che
                                               veniamo a visitare non esiste”
                                                                                            Marc Augé

Da questo elaborato si è sottolineato la definizione di nonluogo nei suoi due aspetti di luogo
costruito seguendo un tema specifico e come rapporto fra gli individui e questi stessi spazi.
A questa definizione si è affiancato il concetto di Parco a tema che per la loro struttura possono
essere identificati come nonluoghi, cercando di vedere nello specifico quali sono le caratteristiche
della loro localizzazione in una determinata area, soffermando la tesi sul parco divertimenti
Disneyland Paris.
Da ciò si può dedurre che i parchi divertimento sono il massimo della tematizzazione e questo lo
possiamo collegare al concetto di localizzazione, in quanto la lontananza di questi spazi da zone
centrali, per problemi dimensionali, porta il loro ideatore a creare spazi simili ai luoghi
antropologici, creando una linea sottile tra il carattere non-identitario tipico del nonluogo con quello
che viene definito luogo. In questo modo il fruitore di questi parchi, non risente del viaggio che ha
dovuto sopportare per arrivare fino lì, sentendo questi luoghi parte integrante della sua cultura.

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BIBLIOGRAFIA
AUGÉ M., 1993. Nonluoghi. Milano: Elèuthera.
DALL’ARA E., 2005. Costruire per temi i paesaggi? Esiti spaziali della semantica nei parchi
    tematici Europei. Firenze University Press, 2004. Disponibile su:
    http://www.fupress.com/scheda.asp?idv=237 [Data di accesso: 06/09/2011].
FORBES TRAVELER, 25/04/2007. 50 Most Visited Tourist Attractions [online]. Disponibile su:
    http://forbes.com [Data di accesso: 08/08/2011]
MINCA C., 1996. Spazi effimeri. Padova: CEDAM
NOVELLI M., 1999. Attività ricreative e costruzione del territorio: il caso Euro Disney Resort. In
    “L’Universo”, LXXIX, n. 1, pp.60-77
ROCCA G., 2000. Turismo, territorio e sviluppo sostenibile. Genova: ECIG.

SITOGRAFIA:
Disneyland Paris Italia, http://www.disneylandparis.it
Wikipedia, http://www.wikipedia.it/
Trentino School of Management, http://www.tsm.tn.it/pubpub/BREVE_STORIA_DEL_TURISMO

                                                                                                 14
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