La valutazione dei centri ricreativi estivi della provincia di Lodi

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La valutazione dei centri ricreativi estivi
                 della provincia di Lodi
                                                di Daniela Baldini1

I centri ricreativi estivi sono esperienze socio-educative rivolte ai ragazzi di età compresa
tra i 6 e i 14 anni che si svolgono nei mesi di interruzione del calendario scolastico. Sono
per lo più esperienze caratterizzate da finalità educative ed aggregative, da un’elevata
partecipazione di utenti, volontari ed educatori e dalla messa in gioco di numerose risorse,
in termini di tempo ed energie. Per tali ragioni, la valutazione di tale servizio non può
essere improvvisata o lasciata al caso. Il tema della valutazione, inteso come funzione
trasversale del processo di progettazione, è peraltro oggetto di un ampio dibattito tra
studiosi e policy-maker e sta coinvolgendo con rinnovato interesse anche il comparto dei
servizi socio-educativi.
A partire da questo scenario, una valutazione dei centri ricreativi estivi è stata elaborata
in via sperimentale nel contesto dei Grest 2 della provincia di Lodi, attraverso
l’applicazione della metodologia della “goal-free evaluation”. Questo modello è
particolarmente significativo per la prospettiva innovativa negli orientamenti
metodologici della valutazione, in quanto prevede la momentanea non considerazione
degli obiettivi predefiniti dal progetto, in funzione della valutazione di tutti gli effetti
(anche inizialmente non previsti) prodotti dall’esperienza.
Il presente articolo intende presentare i risultati della valutazione effettuata mediante
adozione di un approccio goal-free, nel conteso dei Grest lodigiani. Queste tematiche,
ora riprese in sintesi, costituiscono l’oggetto della tesi di laurea specialistica “La
valutazione della progettualità di interventi socio-educativi per minori e giovani”, dalla
quale prendono spunto le riflessioni di questo articolo.
Tali riflessioni vengono sviluppate in un percorso che si sviluppa in quattro macro-aree:
1. la progettazione e la valutazione;
2. la progettualità dell’evaluando: l’esperienza del Grest estivo promossa dall’Ufficio di
   Pastorale Giovanile della Diocesi di Lodi;
3. il disegno della ricerca valutativa e il dispositivo per la valutazione del Grest in ripresa
   della metodologia goal- free;
4. le considerazioni e le questioni metodologiche riguardo al dispositivo valutativo e del
   modello goal-free impiegato per la valutazione dell’esperienza del Grest e delle azioni
   dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Lodi.

1. La progettazione e la valutazione
La valutazione e la progettazione sono processi connessi tra loro ed è possibile osservare
come le evoluzioni dei paradigmi di progettazione e di valutazione possano essere
concepite come parallele, seppure tali comparazioni non possano essere assunte in

1 Collaboratrice dell’Istituto italiano di Valutazione; l’articolo riprende in sintesi i contenuti della tesi di laurea
specialistica “Progettazione pedagogica e interventi socio-educativi”, Università Cattolica del S.Cuore, Milano
2 I Grest sono i centri ricreativi estivi organizzati nelle parrocchie della diocesi di Lodi, in collaborazione con

l’Ufficio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Lodi. L’estensione della diocesi di Lodi corrisponde quasi
completamente alla provincia di Lodi

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modo rigido e lineare. Per queste ragioni si possono collocare gli approcci di
progettazione e di valutazione lungo un continuum che ne rappresenta le peculiarità in
relazione a diverse concezioni di razionalità. A partire da orientamenti maggiormente
ingegneristici e meccanici si determina la correlazione tra approcci di progettazione
curricolare, lineare e sinottico con i modelli di valutazione “obiettivi- risultati” e “costi-
benefici”; procedendo verso concezioni di razionalità meno lineare si individuano gli
approcci progettuali del problem- solving e partecipativi che richiamano i modelli
valutativi “sperimentale”, “quasi- sperimentale”, “audit” e la valutazione partecipata.
All’estremo opposto del continuum indicato, si collocano l’approccio progettuale
euristico e quello valutativo del goal- free.
La goal- free evaluation (indipendente dagli obiettivi) è una posizione valutativa estrema
in quanto non prende in considerazione gli obiettivi enunciati dal progetto, ritenendoli
affermazioni retoriche e semplicistiche di principi. Supera l’unilateralità tipica dello
schema obiettivi- risultati, per concentrarsi rispetto alle attività svolte, agli effetti prodotti e
valutati non in rapporto agli obiettivi del progetto ma in base alla loro rilevanza e
significatività da un punto di vista sociale. Il modello obiettivi- risultati, nell’analisi del
comportamento precedenti e prodotti, esclude dalla valutazione stessa altri risultati ed
eventuali effetti collaterali. Il paradigma               goal- free, invece, suggerisce
provocatoriamente di ignorare gli obiettivi di un programma, in quanto prenderli in
considerazione sarebbe un’azione contaminante per la prospettiva valutativa: se il
valutatore non ha coscienza degli obiettivi del progetto all’inizio della sua ricerca
valutativa, la sua visione non viene influenzata e considera gli effettivi impatti reali. In
questo modo, i risultati ottenuti e gli effetti prodotti da un progetto non sono visti in
riferimento agli obiettivi del progetto stesso ma in riferimento ai bisogni sociali a cui dare
risposta. Questo in quanto, nella prospettiva dell’approccio goal- free, gli obiettivi di cui
parlano gli operatori possono essere identificati maggiormente in slogan idealistici e
retorici del progetto, piuttosto che in scopi realistici (e che talvolta rimangono impliciti).
Per quanto possa apparire paradossale, nel problematizzare il progetto ed i suoi obiettivi,
la valutazione goal- free è orientata a far emergere le effettive finalità e intenzionalità e i
risultati involontari dei progetti.
È così possibile studiare la valutazione in un’ottica che comprende anche la sua effettiva
applicazione, come la sua funzione nel processo progettuale e le sue strategie e
metodologie per l’analisi della realtà. A partire da tale complessità metodologica e dalle
suggestioni della prospettiva goal- free (che ha acceso il dibattito proponendo una
significativa innovazione nell’approccio dei ricercatori e valutatori), si sperimenta
l’applicazione di questo orientamento alle progettazioni di interventi socio- educativi
cercando di non assumerlo in modo acritico ma, piuttosto, di individuarne sia le
potenzialità e sia le criticità.
Oggetto della valutazione è - nello specifico- il Grest, considerandolo progetto-campione
efficace per valutare i concreti cambiamenti socio- educativi apportati dall'Ufficio per la
Pastorale Giovanile di Lodi nella comunità e nei singoli (in una dimensione
extrascolastica). L’obiettivo è di creare uno strumento valutativo il più possibile efficace,
volto a considerare la progettualità di interventi socio- educativi, gli effettivi cambiamenti
educativi e sociali apportati dal Grest nel contesto, nella comunità e nei singoli e di
analizzare le metodologie, l’efficacia, le strategie e le linee di sviluppo del modello di
valutazione goal-free. Per queste ragioni, il dispositivo valutativo non si limita all’analisi
della realizzazione del Grest ma anche della progettazione, dei processi formativi e
dell’organizzazione, con l’elaborazione di un disegno della ricerca finalizzato alle situazioni
micro dei singoli oratori e all’esame del coordinamento e progettazione della Pastorale
Giovanile e delle collaborazioni regionali.

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2. La progettualità dell’evaluando
Le finalità del progetto del Grest si intrecciano fortemente con quelle della Pastorale
Giovanile e dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile in quanto esso consiste in un’azione
Pastorale. Per queste ragioni, tra le finalità e gli obiettivi iniziali che hanno promosso
l’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Lodi vi sia stato il Grest, e tuttora esso è uno
dei nodi cruciali della sua progettualità.
Esso è l’esperienza estiva di più rilevante impatto nel territorio, con il coinvolgimento più
elevato di ragazzi, giovani e adolescenti e volontari. Il centro ricreativo estivo- Grest può
essere considerato nella complessità un vero e proprio evento che si ripete ogni anno, a
livello della regione Lombardia, con più di 550.000 bambini e ragazzi, grazie alla presenza
di oltre 80.000 volontari adulti e alla collaborazione di 83.000 adolescenti. A livello
diocesano vi sono 80 Grest in azione con la presenza di circa 10.000 bambini e ragazzi tra i
6 e i 14 anni, e di circa 3.000 adolescenti. A livello cittadino della sola città di Lodi si
svolgono 10 Grest con il coinvolgimento di più di 1.500 bambini e ragazzi e 300
adolescenti.
Negli incontri dei piani di zona della Provincia di Lodi il direttore dell’UPG è il responsabile
e il portavoce dell’esperienza estiva più incidente nel territorio, in confronto e relazione
con altre proposte comunali, dei centri sportivi o private.
Il Grest è uno dei momento più intensi della vita dell’oratorio: i ragazzi dai sei ai quattordici
anni trascorrono molte ore in questo ambiente educativo (dalle ore 8 alle 17), strutturato
da un’animazione che alterna gioco libero, gioco organizzato, attività manuali, momenti
di riflessione, in un’esperienza intensa di socializzazione. Il Grest ha dunque un forte
impatto nel territorio e nelle persone: una grande percentuale di bambini trascorre il
tempo e sperimenta esperienze educative nel Grest, gli adolescenti maturano
consapevolezza di sé e responsabilità nei confronti dei più piccoli, i volontari trovano a
loro volta occasioni per una riflessione e maturazione. Significativo è dunque l’impatto a
livello personale e sociale dei soggetti coinvolti e per questo motivo l’indagine è rivolta a
valutare gli aspetti educativi e sociali della proposta.
Il Grest è perciò un’esperienza socio- educativa complessa che coinvolge differenti
soggetti promotori delle tappe progettuali, delle azioni, della rete regionale, diocesana,
parrocchiali, e si estende durante l’intero corso dell’anno. Si distinguono dunque differenti
fasi e livelli per la realizzazione del Grest: progettazione, formazione, organizzazione e
attuazione, che coinvolgono, rispettivamente soggetti, risorse e azioni differenti.
Come precedentemente introdotto, i progetti Grest sono progettati nel tempo (da
settembre a maggio: la progettazione e la formazione degli animatori; da giugno a luglio:
l’esperienza “sul campo” con i ragazzi) e si compongono di nodi cruciali, ai quali
corrispondono differenti contestualizzazioni. Per quanto riguarda la progettazione, si
individuano:
- il livello regionale con la progettazione da parte della Commissione Estate Ragazzi e
   della commissione formata dai sacerdoti degli Uffici per la Pastorale Giovanile della
   Lombardia.
- Il livello diocesano formato dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile responsabile degli
   aspetti concreti come i materiali (cappellini, pubblicità delle proposte, altro ancora), la
   diffusione dei sussidi (in collaborazione con “Noi Lodi Associazione”). Insieme all’Equipe
   di Pastorale Giovanile si occupa della formazione degli animatori del Grest e
   dell’organizzazione del FestaGrest per ragazzi e adolescenti.
- Il livello parrocchiale che comprende la progettazione concreta e centrata sullo stesso
   contesto di attuazione da parte dei sacerdoti, dei coordinatori, degli educatori, degli
   animatori e dei volontari.

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L’esperienza del Grest coinvolge dunque una quantità significativa di persone che si
impegnano nelle fasi di progettazione, organizzazione e realizzazione, estendendo il
tempo ad esso dedicato oltre i mesi di giugno e luglio. Manca tuttavia, in questo ciclo di
progettazione e azione, la funzione della valutazione che può avvenire sia in itinere che al
termine del processo, al fine di potere offrire strumenti per la progettazione per l’anno
successivo. Per questo motivo, questo lavoro di tesi è finalizzato a suggerire una proposta
di disegno di ricerca valutativa, elaborata al termine dell’esperienza ma che si avvale di
osservazioni anche durante le fasi del progetto e che necessita l’avvio di alcune
valutazioni anche prima dei mesi estivi, al termine di alcune tappe progettuali.

3. Il disegno della ricerca valutativa: un dispositivo sperimentale di valutazione
La prima fase della valutazione è finalizzata alla ricerca valutativa degli effetti reali
apportati dal progetto Grest, dalle sue azioni e dinamiche, considerando anche aspetti
quantitativi di partecipazione che evidenziano un significativo impatto, in sintonia con
l’orientamento della goal- free evaluation.
Successivamente la valutazione procede “a ritroso”, per considerare e confrontare i
risultati dell’indagine con le annotazioni dei progetti Grest e gli obiettivi predefiniti al fine
dello studio relativo alla conformità tra quanto predeterminato e quanto effettivamente
svolto. Infine, si aprirà la riflessione integrando i riferimenti ad altri modelli valutativi
maggiormente strutturati, per considerare lo scarto del cambiamento tra la situazione
prima e dopo l’intervento, quanto e in che modo i risultati siano stati raggiunti, i costi e
benefici impiegati.
La ricerca valutativa non si limita all’analisi del Grest nella sua fase di realizzazione ma
anche ad altre dimensioni, quali la progettazione e l’organizzazione, con il disegno della
ricerca finalizzato alle situazioni micro dei singoli oratori e all’analisi di coordinamento e
progettazione della Pastorale Giovanile, della Commissione Estate Ragazzi e delle
collaborazioni interdiocesane tra i direttori degli Uffici per la Pastorale Giovanile.
Nello specifico, il dispositivo di valutazione dei Grest estivi è rivolto ad individuare:
• gli elementi costanti e generalizzabili dei Grest, per potere compiere un’analisi
   scientificamente fondata riguardo a questa proposta socio- educativa e i suoi impatti
   nei singoli e nella comunità;
• l’effettiva significatività pedagogica e sociale delle esperienze concrete del Grest, ma
  anche delle sue fasi di progettazione e formazione che favoriscono la creazione di reti
  interdiocesane e interparrocchiali;
• le peculiarità delle singole esperienze, per valutare l’effettivo apporto dei singoli progetti
  Grest, per tracciare le linee guida e gli accorgimenti per gli anni successivi, per
  individuare le strategie particolarmente efficaci impiegate in alcuni Grest e che si
  possono condividere tramite la rete creata;
• gli elementi cruciali, gli snodi fondamentali e metodologici delle progettualità in essere a
  differenti livelli (macro e micro), per potere specificare le criticità per una accurata
  riprogettazione (se e dove può essere necessaria).
Questi obiettivi sono orientati allo studio di alcuni oggetti specifici:
• la progettazione a livello micro e macro;
• la realizzazione e le dinamiche di progettazione, formazione e realizzazione;
• le situazioni e le dinamiche al termine del Grest.

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Essi sono analizzati in considerazione delle dimensioni:
• educative e sociali;
• di progettazione, coordinamento e organizzazione;
• di relazione con il contesto, i limiti e le risorse dei singoli, delle equipe di lavoro, delle
  esperienze del Grest.
Inoltre si individuano delle aree di studio utili al valutatore per le riflessioni finali:
A. Area di riflessione e progettazione, si riferisce agli aspetti impliciti ed espliciti di
progettazione iniziale e durante realizzazione del Grest. Infatti, nella prassi quotidiana del
Grest la progettazione viene ad essere un elemento implicito ma che influisce nelle
attività (per esempio per favorire le collaborazione in rete tra i soggetti, per programmare
Grest carichi di contenuti educativi e consoni ai ragazzi e ai contesti, per progettare ogni
giorno interventi socio- educativi adeguati al contesto e ai soggetti, e altro ancora).
B. Area di fattibilità, attuazione e gestione delle attività: sono elementi fondamentali per la
riuscita e per le dinamiche quotidiane del Grest e possono essere caratterizzati da
differenti svolgimenti complessivi (attività pratiche di progettazione, realizzazione della
formazione, esperienza concreta del Grest oratoriano) e svolti da diversi soggetti (giovani
e sacerdoti che si occupano della fase progettuale concreta, giovani e i sacerdoti
impegnati nella formazione concreta dei ragazzi, animatori, giovani, sacerdoti e ragazzi
che con la loro presenza rendono possibile il Grest).
C. Area di incidenza formativa e educativa del Grest, ovvero i vissuti e gli apprendimenti
dei ragazzi e dei soggetti che progettano, formano e realizzano e collaborano per il Grest.
A queste aree fanno riferimento i quattro criteri (parametri) di valutazione:
1. qualità della progettazione;
2. adeguatezza delle competenze formative;
3. competenze di organizzazione e operatività;
4. maturazione socio- educativa dei ragazzi.
Questi parametri sono specificati attraverso 74 indicatori per lo più qualitativi che, a loro
volta, sono stati declinati a livello operativo su posizioni descrittive da 1 a 4.
Per ciascun indicatore, inoltre, si attribuisce un coefficiente di peso che ne rappresenta la
specificità e l’importanza. Benché si elaborino numerosi indicatori, si propone che il
valutatore scelga di volta in volta quali impiegare in base alle caratteristiche del progetto,
alle intenzioni valutative e alle variabili contestuali; la scelta può essere facilitata
considerando anche i coefficienti di valori attribuiti, in quanto i pesi maggiori possono
segnalare peculiarità dell’evaluando da esaminare durante la valutazione.

4. Questioni metodologiche della valutazione della progettualità
Nel dispositivo di valutazione progettato si sono delineati gli oggetti, i criteri e gli indicatori
in considerazione dell’esperienza e delle conoscenze teoriche in possesso e sono emerse
alcune questioni metodologiche relative all’applicazione del modello goal- free.
La scelta di progettare un numero elevato di indicatori nel dispositivo di valutazione
dell’esperienza del Grest, è determinata dalla connotazione metodologica del modello
goal- free in quanto è finalizzato all’analisi degli impatti effettivi di un progetto a
prescindere dagli obiettivi predeterminati; quindi, per non tralasciare alcuni outcomes, si
cerca di riportare il maggiore numero di variabili relative agli elementi osservabili. Tuttavia
possono emergere alcune criticità tra loro connesse in una forma di circolarità
consecutiva:

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•   la necessità di introdurre l’intenzionalità processuale nell’elaborazione e nello studio
    valutativo; infatti, non è possibile con l’approccio goal- free originale comprendere se
    alcuni elementi valutati e presenti al termine del progetto fossero già esistenti o in che
    misura si sono modificati grazie all’intervento: non si può individuare uno scarto ed un
    cambiamento tra la fase iniziale e finale, approfondire come e perché alcune
    competenze sono state sviluppate a discapito di altre, quali imprevisti sono incorsi
    durante l’intervento e quali strategie sono state adottate (sono elementi che lasciano
    spunti per una riflessione ulteriore nel proseguimento dell’intervento o nel tempo). Per
    questo motivo si suggerisce l’elaborazione della valutazione nel tempo (per esempio,
    per quanto riguarda le dinamiche di realizzazione del Grest un’analisi sul campo ex-
    ante a metà giugno, in itinere dopo una settimana di giochi e al termine, negli ultimi
    momenti) e non unicamente al termine del processo;
• l’opportunità della condivisione e negoziazione tra valutatore e responsabile del
  progetto in una fase antecedente alla delineazione degli indicatori;
• l’esigenza di una notevole quantità di tempo per la raccolta dei dati e per
  l’argomentazione delle osservazioni valutative;
• il rischio che il dispositivo sia oltremodo lungo, complesso e costoso (in termini
  economici, di tempo e di energie) e poco agevole nel momento dell’osservazione e
  della valutazione;
• l’opportunità di poter fare riferimento nel momento dell’elaborazione degli indicatori a
  conoscenze provenienti dalla teoria e dalle esperienze pratiche rispetto all’evaluando,
  al fine di potere attribuire direzioni significative alla valutazione (accorgimento
  sottolineato nella valutazione theory- driven);
•   la scelta degli indicatori e dei criteri è sviluppata dal valutatore, tuttavia nella
    delineazione degli indicatori finalizzati alla valutazione degli outcomes reali, a
    prescindere dagli obiettivi, possono non essere previste le manifestazioni di alcune azioni
    e impatti (in quanto si è orientati a valutare gli outcomes non previsti). Si procede nella
    ricerca valutativa applicando lo schema predefinito degli indicatori della valutazione,
    con il rischio di non accorgersi della mancanza di caratteri significativi per la valutazione
    finale. Il dispositivo sembra così “ritorcersi” su se stesso in quanto cade nella stessa
    strutturazione rigida dalla quale Scriven voleva fuoriuscire, e rischia di soffocare
    l’indagine di elementi non previsti, ancorando al dispositivo documentato. Questa
    riflessione, tuttavia, può comportare l’instaurarsi di un circolo vizioso che può essere in
    parte risolto attraverso l’approfondimento relativo all’equilibrio tra soggettività,
    oggettività e asetticità del valutatore: è auspicata infatti la ricerca di un giusto medio
    tra il bisogno di intenzionalità valutativa rivolta all’analisi degli impatti e una ricerca
    valutativa che porti a non far coincidere gli obiettivi della ricerca valutativa con i
    risultati.
A partire da queste considerazioni, si propongono alcuni accorgimenti e questioni
metodologiche sia per l’oggetto valutativo e sia per alcune criticità proprie del modello:
• la flessibilità nella ricerca e nell’impiego degli strumenti di analisi e del dispositivo, al fine
  di procedere in profondità per estrapolare i risultati e gli impatti concreti. In particolare,
  si individuano come strumenti per la ricerca e per la rilevazione dei dati le interviste semi-
  strutturate e aperte, le osservazioni sul campo e le integrazioni dei dati con questionari;
• l’utilizzo del dispositivo come una proposta e una linea guida che può essere ampliato,
  non comportando una chiusura nell’osservazione di ulteriori elementi;
• l’impiego di descrittori per l’approfondimento della valutazione e per l’analisi
  metodologica degli approcci progettuali e formativi incontrati.

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Il goal- free è risultato essere un orientamento efficace in funzione dell’evaluando
considerato, data la complessità che lo connota e le differenti variabili che sollecita ad
impiegare. Tuttavia, si sono individuati alcuni accorgimenti metodologici sia per l’oggetto
valutativo sia per alcune criticità proprie del modello. Ad integrazione del modello si sono,
inoltre, sviluppate due ulteriori considerazioni, a loro volta connesse:
1. La possibilità di un connubio circolare tra teoria/prassi- valutazione- implementazione
    teorica/ pratica- riprogettazione. La valutazione, oltre ad essere oggettiva, può essere
    una strategia per l’implementazione della progettazione e dell’intervento esaminato
    (in connessione con gli orientamenti di Patton e Stufflebeam) e consiste in una
    funzione del processo progettuale generale ed un nodo che lo integra e implementa.
    Si propone un orientamento di connessione ciclica tra teoria, esperienza, definizione
    degli indicatori valutativi, valutazione, impatto nella teoria e esperienza sociale
    (raccomandazioni) e valutazione come funzione nel processo progettuale.
2. Dal punto appena delineato si connettono le considerazioni relative alle
    raccomandazioni e alle implementazioni. Si ritiene che la valutazione, come funzione
    della progettazione e in virtù delle proprie raccomandazioni, possa essere inserita nel
    circolo dinamico delineato e, qualora possibile, essere valorizzata per l’apporto
    strategico che può comportare per l’implementazione. Tale considerazione è stata
    declinata a livello concreto, appunto nell’Ufficio per la Pastorale Giovanile e
    nell’esperienza del Grest. Infatti questa ricerca valutativa può essere uno strumento
    per apportare accorgimenti, discuterne con le singole parrocchie, per
    l’empowerment e l’implementazione delle proposte oltre ad estenderle e utilizzarle
    come collegamento ad altre azioni, progettazioni, formazioni e interventi promossi.
Dunque si può osservare come la valutazione sia uno strumento funzionale per il
miglioramento concreto nel sistema sociale, nei servizi e nelle organizzazioni: riprendendo
gli orientamenti di Rossi e Chen che individuano nei processi valutativi le risorse per
incrementare le conoscenze progettuali e nei campi sociali e in altre discipline (in
connessione con Scriven), emerge come la valutazione di progettualità possa
implementare le conoscenze teoriche e l’efficacia delle azioni sociali (e non solo) nelle
attività professionali quotidiane.

Il goal- free è perciò un orientamento efficace in funzione della valutazione dei Grest e
dei centri ricreativi estivi, data la complessità che li connota e le differenti variabili che
sollecitano ad impiegare.
Per concludere, emerge come la metodologia goal- free sia innanzitutto un’innovazione
con valore euristico piuttosto che pratico, in quanto promuove continui approfondimenti
e rimandi alla complessità. Il modello goal- free è un orientamento strategico ed una
“forma mentis” per non cadere in eccessivi meccanicismi o approcci di asettica rigidità,
sia nell’elaborazione del disegno della ricerca valutativa sia negli studi metodologici
relativi alla valutazione: stimola l’assunzione di una prospettiva razionale flessibile, olistica e
equilibrata. Tuttavia, si è consapevoli che nel corso dell’elaborazione si è percepita la
personale necessità di adottare riferimenti validi a metodologie ragionate e sistematiche
al fine di potere pervenire a giudizi di valore non fondati sull’improvvisazione ma il più
possibile argomentati.

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