SEGNI LINGUISTICI PRECOCI DI DECADIMENTO COGNITIVO - G. GAGLIARDI CLUB - CIRCOLO LINGUISTICO DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA - GLORIA GAGLIARDI, PHD
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Segni linguistici precoci di decadimento cognitivo G. Gagliardi CLUB – Circolo linguistico dell’Università di Bologna
Aumento aspettativa di vita 20° secolo: da 54 a 80 anni [Chattat, 2004] Maggior incidenza patologie neurodegenerative Quadro Epidemiologico
“Scenari demografici per l'area metropolitana bolognese al 2033” (http://inumeridibolognametropolitana.it/studi-e-ricerche) A cura di: Ufficio di Statistica del Comune di Bologna, Servizio Studi e Statistica per la programmazione strategica della Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Istat invecchiamento come fenomeno significativo della storia demografica del territorio: nella Città metropolitana il numero degli over 64 è salito dal 13% del Censimento del 1971 all’attuale 25%, mentre il loro numero assoluto nello stesso arco temporale è praticamente raddoppiato (da quasi 122 mila a La situazione a 246.700). La tendenza si confermerà nei prossimi anni Bologna
EUROPEAN COMMISSION (2012), “Report on the public consultation on eHealth Action Plan 2012-2020” Reale emergenza per il Sistema Sanitario e Assistenziale Quadro pubblico: una popolazione più longeva richiede infatti una redistribuzione più epidemiologico efficiente delle cure e metodologie più accurate di prevenzione e diagnosi precoce.
Quadro Epidemiologico n tia, de m e w o rld with t w o th irds, p le in t h e a i n . About m i lli o np e o K o r e a or S p d de m e ntia, o f th e 5 0 f South ia , mixe s o n e s i ze o e m e n t n n if e r Bute i a ro u n d the v e v a s c ular d TD). “J e m u n i t y h e r s h a tio n ( F a global com z h e im e r’s. Ot o r a l d e genera be reversed. B u t e , have Al r f ro n totemp lls th a t can’t le b y 2 050, like d y de m entia o o t h e b rain ce m i lli o n peop t ut 152 Lewy bo have damage is e t o a b o la d esh.” t h e m t o r a n g All of u n it y is likely o f R u ss ia o r B m e That com t’s more the siz ha to o n e t
OPLON Care & Cure Opportunities for active and healthy LONgevity Smart Cities and Communities – DD 391/RIC, Ministero Università e Ricerca Obiettivo: proporre azioni e metodi finalizzati a prevenire la fragilità e promuovere la salute degli anziani, progettando e sviluppando strumenti e reti di diagnosi precoce e di care&cure.
NEUROPATOLOGIA ESPRESSIONE CLINICA: decadimento cognitivo Non solo Alzheimer… Condizioni neurologiche caratterizzate da decadimento cognitivo progressivo dovuto ad una graduale perdita di funzione neuronale
Processi patologici sottostanti intaccano in maniera selettiva network neurali anatomicamente interconnessi e funzionalmente collegati dando luogo ad alcune presentazioni cliniche caratteristiche, spesso «parzialmente sovrapposte» Decadimento cognitivo Disordini del movimento Malattie caratterizzate da placche amiloidi e NFT (es. Alzheimer) 1. deposizione di peptide β amiloide (Aβ) Nel parenchima cerebrale (placche senili) Nei vasi cerebrali (angiopatia amiloide) Demenze dovute a 2. Formazione di ammassi neurofibrillari (accumulo intraneuronale di tau iperfosforilata) processi Degenerazione Lobare Frontotemporale (PPA, Demenza semantica, bvFTD) neurodegenerativi FTLD -tau: Malattia di Pick (es. bvFTD), Degenerazione corticobasale, paralisi sopranucleare progressiva (es. parkinsonismo atipico) FTDL-TDP-43-positive inclusions (anche nella Sclerosi laterale amiotrofica) FTDL-FUS-positive inclusions AGD: Malattia a granuli argirofili Sinucleinopatie (es. Demenza con corpi di Levy e Demenza da Parkinson) corpi di Lewy: aggregati proteici a base di alfa-sinucleina Malattie da poliglutammine (es. Malattia di Huntington)
Alzheimer PRESENTAZIONE CLINICA : deficit di memoria episodica (amnesia anterograda), linguaggio (in particolare memoria semantica), ragionamento astratto, funzioni esecutive, attenzione, abilità visuo-spaziali e costruttive, Demenza Vascolare: causata da disturbi circolatori nel cervello: eventi acuti (es. ictus emorragico) o eventi vascolari minori e processi «cronici» (es. patologia dei piccoli vasi cerebrali, PPV) PRESENTAZIONE CLINICA: Deficit eterogenei: interessate soprattutto le funzioni Demenze: esecutive Demenza «Mista»: Alzheimer + Vascolare tipologia Demenza Fronto-temporale Afasia Progressiva Primaria (PPA): non fluente/logopenica Demenza Semantica (variante semantica PPA) Variante comportamentale della Demenza Fronto-temporale Demenza con Corpi di Levy (e demenza associata a Parkinson) PRESENTAZIONE CLINICA: Fluttuazioni dei livelli di arousal, allucinazioni, disautonomia, parkinsonismo, deficit di attenzione e concentrazione, REM Sleep Behaviour Disorder
PROBLEMA n° 1: IDENTIFICAZIONE della PATOLOGIA da STUDIARE Problema di categorizzazione: vorremmo delle CLASSI, ci troviamo PROBLEMI davanti un continuum 1. Eziologia multifattoriale 2. Espressione dei sintomi
Non esiste una soglia sul piano biologico che delimiti il passaggio da una situazione di normalità cognitiva a una di demenza severa e conclamata Invecchiamento “Tipico”: Typical cognitive aging occurs in about two-thirds of persons over age 70. It involves modest atrophy of association cortices, hippocampus, caudate, and cerebellum along with decreasing integrity of anterior white matter structures. Diffuse amyloid plaques and rare neurofibrillary tangles may appear, but there is limited gliosis and limited cell loss. In turn, these findings may associate with the decreased cognitive Il MCI come processing speed and cognitive flexibility that are the hallmarks of cognitive aging. entità nosologica Smith & Bondi [2013] continuum cognitivo, che va dall’invecchiamento “tipico” alla demenza passando per una fase di compromissione cognitiva lieve. Il Mild Cognitive Impairment (MCI) [Petersen, 2004; 2011; Winblad et al., 2004], come entità clinica, individua appunto questa zona grigia.
Terminologia
IDENTIKIT del paziente con MCI [Winblad et al., 2004] 1. il paziente non è né normale, né demente: pur manifestando deficit cognitivi, non soddisfa i criteri per la diagnosi di demenza; 2. il paziente mostra un declino cognitivo: Mild Cognitive 1. il declino è avvertito dal paziente stesso e/o confermato da un parente ed è dimostrato da un impairment in test cognitivo Impairment oggettivo; 2. si evidenzia un declino cognitivo progressivo nel tempo, mediante somministrazioni successive di test cognitivi oggettivi; 3. le attività di base del vivere quotidiano sono preservate, il decadimento delle funzioni strumentali complesse è minimo.
Spettro di condizioni eterogenee [Winblad et al., 2004] Mild Cognitive Impairment Le diverse tipologie di Mild Cognitive Impairment rappresentano con altissima probabilità le fasi prodromiche di diverse malattie neurodegenerative Le forme amnesiche si evolvono di solito in AD [Petersen, 2011]; Le forme non amnesiche, meno comuni, possono invece svilupparsi in un’ampia tipologia di malattie dementigene (tra le principali: demenze fronto-temporali, demenze con corpi di Lewy e afasia progressiva primaria)
PROBLEMA n° 2: LA VARIABILITÀ INTERINDIVIDUALE C’è una discrepanza tra il grado di degenerazione corticale e la sua manifestazione clinica [Katzman et al., 1988]: Analisi post-mortem del cervello di 137 anziani, in 10 di essi riscontrata la presenza di chiari segni di demenza di Alzheimer a livello neuroanatomico, in assenza però di manifesti sintomi cognitivi. «Le differenze individuali nei processi cognitivi, e quindi nei La «riserva» sottostanti network neurali, conseguenti alle diverse esperienze a cui il soggetto è stato esposto (es. educazione, occupazione lavorativa e attività ricreative intellettualmente stimolanti), consentono ad alcuni pazienti di fronteggiare meglio modificazioni cerebrali strutturali e funzionali, costituendo dunque un fattore protettivo per il decadimento cognitivo.» [Corsi & Gagliardi, in press]
RISERVA: maggior resilienza del cervello al danno neuropatologico RISERVA CEREBRALE modello di tipo «passivo» («Brain Reserve», BR) peculiarità individuali dell’anatomia cerebrale, risorse neurali quantificabili che consentono all’individuo di far fronte ad un danno neurale [Mortimer et al., 1981; Katzman, 1993; Satz, 1993]: Dimensione dell’encefalo Struttura valore «soglia critica» («threshold») di tipo neurofisiologico, superato il quale la patologia trova un’espressione clinica. La «riserva» RISERVA COGNITIVA Modello di tipo «attivo» («Cognitive Reserve», CR). Costrutto teorico che descrive «l’insieme di abilità cognitive, capacità strategiche e conoscenze acquisite che, nell’arco della vita, le esperienze vissute hanno permesso di accumulare» [Mondini, 2013] Risorse di tipo «funzionale»: il cervello può, in maniera attiva, aggirare o compensare le limitazioni imposte dalla patologia maggiore flessibilità ed efficienza delle reti neurali, Riuso di network preesistenti o di istituzione di meccanismi compensatori
Screening e diagnosi Breve quadro dello stato dell’arte
Calzà et al. [2015]: Should we screen for cognitive decline and dementia? The stringent ethical question that arises from the hypothesis of population/community-based screening programmes of cognitive frailty is: should people who are asymptomatic be told that they are more likely than others to develop a cognitive impairment? The identification of “cognitively frail persons” in the context of a population-based screening programme might lead to two opposite scenarios: Screening: i. to identify cognitive decline due to non neurological disorders, that questioni etiche ii. might be potentially reversible if early and correctly diagnosed; to identify participants in an asymptomatic phase of a neurodegenerative cognitive disorder. While the benefit in the first case is evident, the questions in the second scenario are related to the risk of disclosing an AD diagnosis in asymptomatic or minimally symptomatic persons with full insight, with no specific treatment options currently available plus the risk of catastrophic reactions related to an “AD-stigma”
Given the above debates and evidence, we suggest that the question should be less “AD-centred” and re-directed as follow: what is the potential benefit of population-based cognitive screening programmes vs the hazard of AD overdiagnosis? Potential benefits include secondary prevention based on: i. the recognition and correction of fully reversible cognitive declines due to non neurological disorders and diseases, malnutrition, inappropriate poly-therapies, etc.; ii. more appropriate management in hospitalization, prescribing, surgery and anaesthesia; Screening: iii. appropriate steps to prevent injury (preventing falls, burns from leaving heaters or cookers on, dropping hot liquids etc.) in home- questioni etiche care; iv. better adherence and management of other medical conditions, given that social isolation and depression are some of the biggest contributors to deterioration; v. to enable policy makers to take decisions based on scientific evidences regarding medical and social economy in an ageing- population, to predict and plan care needs and housing decisions. Again, although the risk of AD overdiagnosis is probably still high at the moment, “strategies to overcome this limitation might be on the horizon”, thanks to the research in non-invasive biomarkers.
Organizzazioni e gruppi di lavoro internazionali hanno elaborato consensus/position paper negli ultimi decenni Scopo di ricerca, ma impatto sulla pratica clinica 1984 (update: 2011): NINCDS-ADRA (The National Institute of Neurological and Communicative Disorders and Stroke and the Alzheimer’s Disease and Related Disorders Association) [McKhann et al. 1984] Demenza come entità clinico-patologica. 3 regole: La diagnosi 1. 2. the diagnosis is clinico-pathological: it cannot be certified clinically, and needs a post-mortem confirmation to be ascertained; the diagnosis of AD can only be ‘probable’; 3. the diagnosis of AD can only be made when the disease is advanced and reaches the threshold of dementia 2007–2010: IWG (The international Working Group on the New Criteria for the Diagnosis of Alzheimer Disease) [Dubois et al. 2007; 2010] Demenza come entità clinico-biologica 1. Biomarkers can be considered as surrogate markers of the histopathological changes. 2. According to this, and in contrast with other working groups, the clinical diagnosis can be established in vivo
2011: NIA/AA (the National Institute on Ageing and the Alzheimer’s Association) the workgroup identified Alzheimer's disease as a continuum with three distinct stages: Preclinical, Mild Cognitive Impairment and Dementia. Expand the criteria for Alzheimer’s dementia beyond memory loss as the first or only major symptom Recognize the potential use of biomarkers—indicators of La diagnosi underlying brain disease—to diagnose Alzheimer’s disease. Core criteria for dementia: 1. difficulties in independent functioning; decline from a previous level of functioning; 2. no delirium or major psychiatric disorders; cognitive impairment based on history and mental status examination; 3. cognitive impairment in at least two of the following domains: learning and memory; reasoning; visuo-spatial abilities; language; personality
Classificazione e criteri per la diagnosi delle demenze
“Introduction to the diagnosis of dementia” Gauthier & Rosa-Neto (eds.) 2011 «Case Studies in Dementia: Common and Uncommon Presentations» […] the clinician must establish through a systematic history with the subject and an informant if there is a decline in memory, language, praxis, gnosis, and/or executive abilities, and if this decline is associated with impairment in activities of daily living (ADL). Although the history is the cornerstone of the diagnosis of dementia, complementary laboratory tests usually include: basic blood tests (hematologic, endocrine, hepatic, renal function, screening, La diagnosi B12, VDRL, HIV) brain imaging using Computer Scanning (CT) or Magnetic Resonance Imaging (MRI) studies Special tests will depend on the suspected cause of dementia and include: Special blood tests (coeruloplasmin for Wilson’s disease, for example) Special brain imaging such as Positron Emission Tomography (PET) for glucose metabolism (FDG-PET), amyloid load (PIB, for instance) Electroencephalography (in Creutzfeldt–Jacob disease) Lumbar puncture (some protein markers in AD, in neurosyphilis) Immunology work-up for antibody-mediated dementias (paraneoplastia syndromes, Hashimoto’s encephalitis) Genetic and molecular studies (metabolic and inherited diseases).
Diagnosi
MMSE Mini Mental State Examination
Trail-making test B CDT test di screening sviluppato MoCA da Nasreddine et al. [1996]: coinvolge specificamente i Montreal domini cognitivi Cognitive maggiormente compromessi nel MCI Assessment
CDT Clock Drawing Test
Breve test di screening per valutare le funzioni cognitive in Medicina Generale. 2 parti: VALUTAZIONE DEL PAZIENTE: GP-Cog Memorizzazione e recall di informazione verbale Orientamento temporale Abilità visuo-spaziali Linguaggio INTERVISTA AL CAREGIVER
GP-Cog parte 1
GP-Cog parte 2
MMSE e MoCA sono brevi test di screening cognitivo di routine su una scala di 30 punti. Sebbene rimanga il test più utilizzato nella pratica clinica, il MMSE presenta degli svantaggi non trascurabili: scarsa complessità: non è uno strumento utile ai fini della diagnosi precoce della demenza e del riconoscimento dell’MCI, soprattutto in MMSE vs. persone con alto livello di scolarizzazione (effetto ceiling anche in presenza di processi patologici). MoCA Il MoCA sonda un numero maggiore di domini: comprende infatti prove che indagano le funzioni esecutive (working memory e task di concentrazione) e l’astrazione, assenti nel MMSE prevede compiti più impegnativi (es. linguaggio) Non sono sufficienti
Item linguistici sono contenuti in tutti gli strumenti… perché? Il linguaggio: Le demenze evidenziano, al loro esordio, una compromissione linguistica. Uno dei primissimi sintomi un possibile Il Linguaggio, in quanto comportamento cognitivo complesso è vettore per la un buon candidato per essere MARKER CLINICO di deterioramento cognitivo, anche nelle fasi pre-cliniche! diagnosi BIOMARKER : «caratteristica oggettivamente misurabile, precoce? considerabile un indicatore di un processo biologico normale, di un processo patogenico o le risposte farmacologiche ad un intervento terapeutico» [Biomarkers Definitions Working Group, 2001]
Alzheimer Il linguaggio presente all’onset un disordine linguistico, ingravescente nelle patologie Liv. semantico-lessicale: deterioramento della memoria semantica, con problemi di word-finding (cfr. anomie e parafasie semantiche), dementigene deficit di comprensione a livello frasale, diminuzione della fluenza verbale, bassa informatività Liv. fonetico: abbassamento della velocità di eloquio, alto numero di esitazioni Review: Liv. morfo-sintattico : le frasi sono corrette ma progressivamente Taler & Philips,2008 subiscono una riduzione/semplificazione, saltuari errori di flessione Boschi et al., 2017 Liv. pragmatico: difficoltà nella coesione referenziale e temporale, problemi di coerenza e di pianificazione del discorso Con la progressione della malattia i sintomi linguistici diventano pervasivi: Breakdown completo nella comprensione Produzione ristretta a ecolalia e stereotipie
Afasia Progressiva Primaria: deficit selettivo linguistico all’onset (primi due anni) Il linguaggio 3 VARIANTI [Gorno-Tempini et al., 2011] «Non fluente»/ «agrammatica» nelle patologie «Semantica» (o «demenza semantica») «Logopenica» dementigene Pattern di atrofia Sintomi Review: Taler & Philips,2008 Boschi et al., 2017
Afasia Progressiva Primaria e Demenza semantica
OPLON [OPportunities for active and healthy LONgevity”, Smart Cities and Communities – DD 391/RIC]: sviluppare strumenti di diagnosi precoce della fragilità finalizzati alla prevenzione del declino e alla promozione della salute dei soggetti anziani. Modulo con due obiettivi: NEUROPSICOLOGICO: sondare l’effettiva abilità diagnostica dei Lo studio principali strumenti psicometrici utilizzati nella pratica clinica LINGUISTICO: identificare marker linguistici in grado di discriminare i pazienti cognitivamente normotipici rispetto ai soggetti affetti da decadimento cognitivo Tecnica: NLP, identificazione automatica di parametrici acustici, ritmici, lessicali e sintattici [Roark et al., 2011; Satt et al., 2013; König et al., 2015] Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia (n. 2013/0013438).
96 partecipanti 48 maschi; 48 femmine età (range): 50 - 75 scolarità: licenza media (8 y.e.) o licenza elementare (5 y.e.) con buona stimolazione intellettiva nel corso della vita 2 gruppi: Lo studio: il Control Group (CG): 48 soggetti Pathological Group (PG): 48 soggetti campione a-MCI 16 soggetti md-MCI 16 soggetti early Dementia: 16 soggetti Alzheimer 6 FTD 3 Mista 6 Corpi di Levy 1
Lo studio: il campione no age differences were observed between the subgroups, while the level of education of the eD group is significantly lower compared with the CG (p-value: 0.0171).
Lo studio: il campione
Intervista anamnestica Informazioni anagrafiche; lavoro; figli; familiarità per patologie neurodegenerative; storia clinica e farmacoterapia Valutazione neuropsicologica Domini cognitivi indagati: logica, memoria, attenzione, linguaggio, abilità visuo-spaziali, abilità prassiche, funzioni esecutive Strumenti standardizzati: Lo studio: Mini Mental State Examination (MMSE); Fluenza Verbale: Fonemica (PF) e Semantica (SF) valutazione Clock Drawing Test (CDT), neuropsicologica Montreal Cognitive Assessment (MoCA); General Practitioner Assessment of Cognition (GPCog); Paired Associate Learning (PAL, subtest del Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery – CANTAB Questionario sulla Riserva Cognitiva (Cognitive Reserve Index Questionnaire, CRI-q Correzione dei punteggi grezzi di MMSE, MoCA, PF e SF per età e scolarità, come indicato nelle relative procedure di standardizzazione
Registrazione dell’eloquio spontaneo durante alcuni compiti: 1. «Descrivi questa immagine». L’immagine (tratta da Esame del Linguaggio – II [Ciurli et al., 1996]), in bianco e nero, ritrae un salotto nel quale vi sono una donna, un uomo, due bambini ed un gatto che compiono alcune semplici azioni (ad es. guardare la televisione, giocare con dei cubetti, ecc.). 1. «Descrivi una giornata lavorativa» Elicitazione 2. «Descrivi l’ultimo sogno che ricordi» delle Oltre ad elicitare la verbalizzazione, questi compiti permettono di valutare l’eventuale compromissione delle funzioni mnesiche. In verbalizzazioni tutte e tre le prove è importante : ricordare ciò che si sta dicendo (memoria di lavoro), spontanee ricordare ciò che si è già riferito (memoria episodica) o si vorrà raccontare (memoria prospettica); conoscere il significato dei termini utilizzati (memoria semantica) avere ricordi rispetto al passato più o meno remoto (memoria autobiografica recente e remota). Registratore: Olympus—Linear PCM Recorder LS-5 (in WAV files; 44.1 KHz, 16 bit)
Trascrizione ortografica allineata con Transcriber Output files: .trs extension (xlm); codifica dei caratteri in Unicode UTF-8 character encoding. Unità di allineamento: ENUNCIATO ”the linguistic counterpart to the speech act”: the minimal linguistic entity that is pragmatically interpretable” [Austin, 1962]. Criterio di identificazione: percezione dei break prosodici [Cresti and Moneglia, 2001] Annotazione di fenomeni paralinguistici e extralinguistici Tag racchiusi tra parentesi quadre per una rapida rimozione [Leech, 2005] Trascrizione
Tokenizzazione Lemmatizzazione, PoS tagging e Parsing a dipendenze Turin University Linguistic Environment TULE [Lesmo, 2007] TUT - Turin University TreeBank tagset [Bosco et al., 2000] Revisione manuale: DGA - Dependency Grammar Annotator Annotazione semi- automatica
Calcolo indici linguistici e stilometrici descritti in letteratura (e risultati significativi negli studi condotti su lingue diverse dall’italiano) oppure creati ex novo. Le misure acustiche vengono calcolate direttamente sul segnale vocale, utilizzando un Voice Activity Detector (”ssvad” [Mak and Yu, 2014]). Le features Segmentazione e identificazione delle zone di speech nel segnale Trascrizione fonetica allineata (Kaldi-DNN-ASR package, allenato sul corpus APASCI [Angelini et al., 1994]) I tratti lessicali e sintattici sono stati invece derivati dall’annotazione automatica revisionata manualmente dal linguista
Feature Description Refs Silence segments duration Silence segments of the signal identified using a voice activity detector (VAD). Mean, median and Std. Satt et al., 2013 Deviation were taken into account. Speech segments duration Speech segments of a signal identified using a voice activity detector (VAD). Mean, median and Std. Satt et al., 2013 Deviation were taken into account. Temporal regularity of voiced The measure captures the temporal structure of the voiced segments, providing information on the rate Satt et al., 2013 segment of change in the different spectrum bands. To calculate the temporal regularity of voiced segment durations, we used the sequence of the duration values, and calculated the real cepstrum of the sequence (i.e. the result of taking the inverse Fourier transform of the logarithm of the estimated spectrum of a signal). Verbal Rate The number of words in the sample divided by the Total Locution Time (i.e. speech time including Singh et al., 2001; pauses). Roark et al., 2011 #words/TLT Transformed Phonation Rate “The arcsine of the square root of the Phonation Rate.” Singh et al., 2001; arcsin (√PR ). Roark et al., 2011 Where PR is the phonation rate PR = TPT/TLT Le features TPT: total phonation time (i.e. speech time without pauses) TLT: total locution time (i.e. speech time including pauses). The arcsin transformation (or “angular transformation”) provides a normally distributed measure within each participant group. Standardized Phonation Time The number of words in the sample divided by the total phonation time (i.e. speech time excluding Singh et al., 2001; pauses). Roark et al., 2011 Livello acustico Standardized Pause Rate #words/TPT The number of words in the sample divided by Pauses. Singh et al., 2001; Roark et al., 2011 #words/#pauses Root Mean Square energy Physically, energy is a measure of “how much signal” exists at any one time, and it is used in continuous López-de-Ipiña et al., speech to detect voiced sounds, which have higher intrinsic energy than unvoiced segments. 2013 The energy of a signal is typically calculated by windowing the signal at a particular time, squaring the samples and taking the average. The square root of this result is the engineering quantity known as the root-mean square (RMS) value. Mean and Std. Deviation of the measures were taken into account. Pitch Pitch is the main acoustic correlate of tone and intonation, and the perceptual correlate of frequency; as López-de-Ipiña et al., a matter of fact, it depends on the number of vibrations per second produced by the vocal cords. 2013 Mean and Std. Deviation were taken into account. Spectral Centroid The measure captures the perceptual brightness of a sound. It is obtained by evaluating the “centre of López-de-Ipiña et al., gravity” of the spectrum using the Fourier transform’s frequency and magnitude information. 2013 Mean and Std. Deviation were taken into account. Higuchi Fractal Dimension The feature describes the complexity of the signal. The algorithm measures fractal dimension (i.e. self- López-de-Ipiña et al., similarity, namely identical/similar structures repeating over a pattern) of discrete time sequences 2013 directly from time series. Mean and Std. Deviation were taken into account.
Feature Description Refs Percentage of vocalic intervals The proportion of vocalic intervals within the utterance, that is, the sum of vocalic Ramus et al., 1999 intervals divided by the total duration of the utterance. Std. deviation of vocalic and The standard deviation of the duration of vocalic and consonantal intervals within Ramus et al., 1999 consonantal interval durations each utterance, noted as ΔV and ΔC. Pairwise Variability Index, raw and This rhythm metric takes into account the temporal succession of the vocalic and Grabe & Low, 2002 normalized consonantal intervals instead of joining all the values and calculating the standard deviation. It is based on a pairwise comparison of the durations of either two vocalic or consonantal intervals, therefore expressing the level of variability in consecutive measurements. • Raw Pairwise Variability Index (rPVI): ⎡m −1 ⎤ Le features r PVI = ⎢∑ dk − dk + 1 / ( m −1)⎥ ⎣ k =1 ⎦ where m is number of intervals, vocalic or intervocalic, in the text and d is the duration of the kth interval. • Normalised Pairwise Variability Index (nPVI): Livello ritmico n PVI = 100 × ⎡m −1 ⎢∑ d k − d k +1 ⎢ k =1 (d k + d k +1 ) / 2 / ( )⎥⎥ m −1 ⎤ ⎣ ⎦ Variation coefficient for ΔV and ΔC A variation coefficient (“varco”) is a value describing relative variation. VarcoΔC is Dellwo, 2006 calculated as the percentage of the ΔC of the average duration of intervals (meanC); analogously, VarcoΔV is calculated as the percentage of the ΔV of the average duration of intervals (meanV). VarcoΔC= ΔC*100/meanC VarcoΔV= ΔV*100/meanV
Feature Description Refs Content Density The ratio of open-class words to closed-class words. The measure is calculated over Part of Speech tags, Roark et al., 2011 where open-class words are nouns, verbs, adjectives, adverbs; the rest are considered closed-class words. Content Density=OCW/ CCW Part-of-Speech rate This class of features investigates the average rate of occurrence for each part-of-speech (PoS) category: Holmes & Singh, Adjectives, Adverbs, Articles, Conjunctions, Interjections, Nouns, Numerals, Prepositions, Pronouns, Verbs. 1996; e.g.: #Adjectives/#words Bucks et al., 2000; Reference Rate to Reality The ratio of the total number of nouns to the total number of verbs. Vigorelli, 2004 RefRReal = #Nouns/#Verbs Personal, Spatial and Temporal Deixis The feature probes the rate of deictic expressions in the spoken text (i.e. linguistic elements that point to the March et al., rate time, place, or situation in which a speaker is speaking; in other words, their denotational meaning varies 2006; Cantos- depending on extralinguistic context). The main types of deixis are: Gomez et al., • Person deixis (e.g. I, you, we, me, mine, yours…) 2009 • Place deixis (e.g. here, there, this, that…) • Time deixis (e.g. now, today, tomorrow, soon…) e.g.: #PersonDeixis/#words Relative pronouns and negative The rate of Relative Pronouns (e.g. who, whose…) and Negative Adverbs (e.g. not, neither…) in the spoken adverbs rate text. Le features Lexical Richness: Type-Token Ratio, W This class of measures quantifies the richness of vocabulary/lexical diversity. - Brunet’s Index and R - Honoré’s Statistic Type-Token Ratio: the ratio of the number of different words (vocabulary - V) to the total text length. Holmes & Singh, 1996; Brunet, 1978; TTR is dependent on the text size: it is bigger when texts are small and decreases as the texts get larger. Honoré, 1979; W - Brunet’s Index: it quantifies lexical richness without being sensitive to text length. It is calculated Livello lessicale according to the following equation: W = N V(-.165) where N is the total text length and V is the total vocabulary used by the participant. This measure generally varies between 10 and 20. The lower the value, the richer the speech. R - Honoré’s Statistic: calculates lexical richness by highlighting the proportion of words that are used only once with reference to the total number of words in the text: the larger the number of words used by a speaker that occur only once (hapax legomena), the richer the lexicon. R = 100logN/(1-V1/V) where V1 is the words spoken only once, V is the total vocabulary used and N is the total text length. High value of R suggests a rich vocabulary used by the speaker. Action Verbs rate The metric probes the rate of action verbs (i.e. verbs referring to physical action, like to put, to run, to eat) in the spoken text. Frequency-of-use tagging Mean frequency-of-use weight among words extracted from the De Mauro’s frequency list. De Mauro, 2000; Propositional Idea Density Idea density is the number of expressed propositions (i.e. distinct facts or notions contained in a text) Snowdon et al., divided by the number of words. It is a measure of the extent to which the speaker is making assertions (or 1996; Roark et asking questions) rather than just referring to entities. al., 2011 In this feature, propositions correspond to verbs, adjectives, adverbs, prepositions, and conjunctions. Nouns are not considered to be propositions, as the main verb and all its arguments count as one proposition. Mean Number of words in utterances Mean number of words in the speech utterances.
Feature Description Refs Number of dependent elements The feature explores Noun Phrase complexity, counting the number of dependent linked to the noun elements linked to the head (e.g. Adjectives, Relative clauses…). U.M: words Mean and Std. Deviation were taken into account. Global Dependency Distance Given the memory overhead of long distance dependencies, the feature Roark et al., 2007; 2011 U.M: pure number quantifies the difficulty in syntactic processing. Mean and Std. Deviation were taken into account. Syntactic complexity Syntactic complexity is established by counting the linguistic tokens that can be Szmrecsanyi, 2004 U.M: pure number considered to telltale signs of increased grammatical subordinateness and embeddedness, such as: 1. subordinating conjunctions (e.g. because, since, as, when, that, etc.); Le features 2. 3. 4. WH- pronouns (e.g. who, whose, whom, which); verb forms, both finite and non-finite; noun phrases. Because subordinators and WH-pronouns are the most straightforward indicators of increased embeddedness (and thus of high complexity), these features are weighted more heavily than verb forms and noun phrases. (2*CONJ+2*PRON+NOUNS+VERBS)/#word Livello sintattico Syntactic embeddedness: maximum depth of the structure Syntactic complexity is also assessed by evaluating the “embeddedness”, i.e. the maximum “depth” of the structure. Mean and Std. Deviation were taken into account. Utterance length Mean Length of utterance corresponds to the average number of words for U.M: word/utterance utterance. It is calculated by counting the number of words in each utterance divided by the total number of utterances. Mean and Std. Deviation were taken into account.
Comparazione delle performance nei test neuropsicologici e delle differenze nei tratti linguistici TEST NON PARAMETRICI Analisi Mann-Whitney U-test: eD vs. CG Kruskal-Wallis test (e test di Dunn, confronti multipli): aMCI vs. statistica mdMCI vs. CG. Entrambi: due code (“two-sided”) Livello di significatività: p < 0.05 Software: the Prism version 6.0 [GraphPad, La Jolla, CA]
Risultati 1. Esame neuropsicologico
Risultati 2. Esame del linguaggio spontaneo
Risultati 2. Esame del linguaggio spontaneo
Risultati 2. Esame del linguaggio spontaneo
Il livello acustico è quello più alterato. I parametri significativi indagano caratteristiche temporali (es. silence segments duration, speech segments duration, transformed phonation rate, standardized pause rate) e proprietà spettrali della voce (Higuchi Fractal dimension e spectral centroid). Il livello acustico non risulta intaccato dalla patologia Eccezione: task del “sogno”, per aMCI e mdMCI I parametri lessicali, che cercano di catturare compromissioni della conoscenza lessicale e/o di retrieval, risultano alterati Discussione In particolare è ridotta la content density (“the ratio of open-class words to closed-class words”), soprattutto per il task della figura, sia in a-MCI che in mdMCI Tendenza ad un globale impoverimento delle produzioni dal punto di vista lessicale Gli enunciati rimangono formalmente corretti Parametri sintattici, pensati per catturare la complessità degli enunciate, sono significativi Gli enunciati del gruppo PG sono corretti, ma contengono meno relazioni complesse tra sintagmi e strutture incassate
proof-of-concept: l’analisi computazionale delle produzioni parlate spontanee è in grado di identificare alterazioni non rilevabili dalla testistica tradizionale Strumento promettente per l’identificazione precoce del deterioramento cognitivo Ecologico Applicabile su larga scala Discussione A basso costo Indicazione sul task da somministrare: La descrizione di figura complessa è il più usato in letteratura Il racconto del ”sogno” e della “giornata lavorativa” sembrano essere task più sensibili: richiedono utilizzo della memoria e la produzione di narrazioni , sintatticamente più strutturate
Conferma delle ipotesi: necessario uno studio longitudinale (follow-up) Costruzione di un prototipo di classificatore machine learning Sviluppi… Lungo periodo: realizzazione di un dispositivo per i medici di base Obiettivo: SCREENING, individuazione precoce dei soggetti da inviare ad accertamenti neuropsicologici
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