Scompenso cronico - Gestione specialistica - Dott.ssa Paola Novara UO Cardiologia Castel San Giovanni - Ordine dei Medici Piacenza

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Scompenso cronico - Gestione specialistica - Dott.ssa Paola Novara UO Cardiologia Castel San Giovanni - Ordine dei Medici Piacenza
Scompenso cronico
 - Gestione specialistica -

                  Dott.ssa Paola Novara
                  UO Cardiologia Castel San Giovanni
Scompenso cronico - Gestione specialistica - Dott.ssa Paola Novara UO Cardiologia Castel San Giovanni - Ordine dei Medici Piacenza
Gestione specialistica

1) Terapia farmacologica

2) Terapia non farmacologica
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1) Farmaci a prescrizione specialistica

 Ivabradina (Procoralan®)

 Sacubitril/Valsartan (Entresto®)
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Ivabradina
1) Trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica
(obiettivo FC 60-70 bpm)

Pazienti in classe NYHA da II a IV con disfunzione sistolica, in
ritmo sinusale e FC ≥ 70 bpm
- in associazione a beta-bloccante
- o nel caso in cui la terapia beta-bloccante sia controindicata o
   non tollerata
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 LG ESC 2016 – Scompenso cardiaco
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2) Trattamento sintomatico dell’angina pectoris cronica stabile

In pazienti con coronaropatia, ritmo sinusale e FC ≥ 70 bpm
 - che non sono in grado di tollerare o che hanno una
controindicazione all’uso dei beta-bloccanti
- o in associazione ai beta-bloccanti nei pazienti non adeguatamente
controllati con una dose ottimale di beta-bloccante
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Posologia

 Dose iniziale: 5 mg BID nei pazienti di età inferiore a 75 anni
  (se >75 anni partire con 2.5 mg BID), ai pasti.

 Dopo 3-4 settimane se il paziente è ancora sintomatico, se
  tollera bene il farmaco e FC > 60 bpm, la dose può essere
  aumentata fino ad un max di 7,5 mg BID.

Non è necessario alcun adattamento della dose nei pazienti con
insufficienza renale e ClCr>15 ml/min
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Effetti avversi

 Gli eventi avversi sono dose-correlati.

 Tra i più comuni: fenomeni luminosi (fosfeni), cefalea e

  bradicardia.
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 Negli ultimi decenni, la maggior parte dei tentativi di
  sviluppare nuovi farmaci per la terapia dell’insufficienza
  cardiaca cronica non ha avuto buon esito.

 Nonostante la terapia medica ottimizzata (ACE-i, BB e
  antagonisti mineralcorticoidi), i pazienti continuano ad avere
  una prognosi sfavorevole (mortalità ad 1 anno del 25% in pz
  ospedalizzati)
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 Ci si è sempre concentrati su farmaci in grado di indurre una
  demodulazione dei sistemi con effetti negativi:

- SNS  β-bloccanti

- RAAS  ACE-i
          Sartani (antagonisti del recettore AT1 dell’angiotensina II)
         Antagonisti dei recettori dei mineralcorticoidi

 Se invece modulassimo sistemi
 che promuovono effetti positivi?
SACUBITRIL/VALSARTAN
 SACUBITRIL/VALSARTAN (Entresto ®): capostipite di una
  nuova classe terapeutica

  ARNI: Antagonisti del recettore della neprilisina (NEP) e del
        recettore dell’angiotensina II

 Contiene due principi attivi che agiscono a differenti livelli nella
  terapia dello scompenso cardiaco HFrEF :
Valsartan (Sartanico) + Sacubitril (inibitore della neprilisina)
PARADIGM-HF

 Superiorità rispetto ad Enalapril (10 mg), considerato fino ad
  oggi il gold standard.

 Il trial è stato interrotto precocemente dopo un’analisi
  effettuata in itinere per significativa riduzione dell’endpoint
  combinato (morte cardiovascolare e prima ospedalizzazione
  per scompenso cardiaco).
SACUBITRIL/VALSARTAN
                   - meccanismo d’azione -

 VALSARTAN  antagonista dei recettori di tipo 1
  dell’angiotensina II : - cellule muscolari lisce
                           vasali
                         - zona glomerulare del surrene
                     (responsabile della secrezione di aldosterone)
 Angiotensina II  vasocostrizione e secrezione di aldosterone;
  responsabile della ritenzione idrosodica e dell’espansione
  volemica.

 Valsartan antagonizzando gli effetti dell’angiotensina II determina
             vasodilatazione e riduzione della volemia.
 Il SACUBITRIL è un pro farmaco che viene attivato da
  parte di esterasi nella forma attiva (sacubitrilat)  inibisce
  l’enzima neprilisina.

 Neprilisina: un’endopeptidasi responsabile della degradazione
  di peptidi vasoattivi (inclusi i peptidi natriuretici e la
  bradichinina).

   Inibendo la neprilisina, si mantengono elevati livelli di peptidi
natriuretici, con conseguente vasodilatazione e natriuresi.
Inibizione della neprilisina + blocco del recettore AT1 con
 ARB
                                                       Sacubitril/valsartan

                       ANP
                                CNP
                                                                S         V
                        BNP                                     BK      BK                               Ang I

                                                                                    Ang II

                                              Neprilisina                            ACE

                                                                                                                               Potenziamento
Potenziamento                          Potenziamento                    Soppressione                                             degli effetti
 del sistema dei                          del sistema delle                   del RAAS                                           AT2-mediati
peptidi natriuretici                        bradichinine

                        NPR-A     NPR-B                       recettore B1                    recettore AT1 recettore AT2
                   GTP                 GTP              GTP                  GTP

                              cGMP                               cGMP                                      Espressione genica;
                                                                                                             ↑ sintesi proteica;
                                                                                                         ↑ proliferazione cellulare
                        Vasodilatazione                                                                      Vasodilatazione
                        Fibrosi/ipertrofia                                                                  Fibrosi/ipertrofia
                                                            Vasodilatazione
                 Inibisce rilascio renina e                                                               PA e tono simpatico
                        aldosterone                                                                        Natriuresi/diuresi
                     Natriuresi/diuresi                              Adattato da Volpe, Carnovali et. Clinical Science (2016) 130, 57–77 doi: 10.1042/CS20150469
INDICAZIONI
 Classe NYHA II-III ambulatoriale
 FE ≤35%
 PAS ≥ 100 mmHg
 GFR (eGFR) ≥30 mL/min/1.73 m2
 Potassio < 5,4 mEq/l
 In trattamento con dosi stabili di ACE-I o sartani

Stop ACE-i almeno 36 ore prima VS sartano (passaggio diretto)
Raccomandato in LG ESC in classe I B
POSOLOGIA
 Dosaggio iniziale: 49/51 mg BID
 Dosaggio ottimale: 97/103 mg BID
 Con o senza cibo, titolabile dopo almeno 15 gg

Un dose iniziale di 24/26 mg BID deve essere considerata per
pazienti con PAS 100-110 mmHg

NON deve essere iniziato se K+ >5,4 mEq/l o PAS < 100 mmHg
EFFETTI AVVERSI
 Più comuni: - ipotensione
             - iperkaliemia
             - insufficienza renale
 Raro: angioedema

 Controindicato in:
        - gravidanza per gli effetti teratogeni del Valsartan;
        - in pazienti con storia pregressa di angioedema o con
           angioedema idiopatico o ereditario
        - in associazione a ACE-I o sartani
        -grave compromissione epatica (Child-Pugh C)
M.R. 71 aa
 Cardiopatia ischemica cronica (PTCA e DES su CDX) con evoluzione
  dilatativo-ipocinetica. Nel 2009 EPA per restenosi intrastent di CDX già
  collateralizzata. FE 40%.

 Gennaio 2018 ricovero per scompenso cardiaco acuto. In terapia cronica
  con ASA, bisoprololo 2,5 mg, ramipril 2,5 mg x2, lasix 25 mg 3 cp/die,
  canrenone 100 mg, TNG TTS 10 mg diurno.

 ECG: ritmo sinusale con onda Q inferiore.
 EMATOCHIMICI: BNP 1690 pg/ml, creatinina 0,92 mg/dl, K 3.8 mEq/l
 RX TORACE: sfumato addensamento parenchimale basale destro;
versamento pleurico basale bilaterale; congestione del piccolo circolo.
 ECOCARDIO: ventricolo sx dilatato con FE 22%, acinesia
  della parete inferiore, IM moderata, IT moderata con
  ipertensione polmonare (PAPs 65 mmHg). Moderata
  dilatazione atriale sx.

Alla dimissione ottimizzata terapia con introduzione di
Sacubitril/Valsartan 24/26 mg x2.
Dopo 1 mese…
FE 38%
2) Terapie non farmacologiche
A) Dispositivi impiantabili per:
- Terapia di resincronizzazione cardiaca    CRT
- Prevenzione della morte improvvisa        ICD

B) Trapianto cardiaco

C) Dispositivi di assistenza ventricolare
CRT – terapia di resincronizzazione
 In un pacemaker convenzionale, quando si parla di stimolazione
  ventricolare si fa riferimento alla stimolazione del solo ventricolo
  destro  dissincronia interventricolare che nel lungo periodo può
  portare a disfunzione cardiaca.
 La CRT prevede la stimolazione di entrambi i ventricoli in
  contemporanea. Ciò determina un miglioramento della sincronia
  di contrazione dei due ventricoli.

 La CRT riduce inoltre le pressioni all'interno del cuore; questo, a
  sua volta, riduce la congestione polmonare e migliora i sintomi e i
  segni di scompenso cardiaco.
CRT

            Pazienti in
      130   ritmo sinusale
            e classe NYHA
            III – IV
            ambulatoriale

      130
130   Pazienti in
      fibrillazione
      atriale e classe
      NYHA III-IV
      ambulatoriale
Pazienti in ritmo
sinusale in classe
NYHA II

(con funzione di
defibrillazione)
ICD
 I pazienti con HFrEF (sia post-ischemico che secondario a
  CMD) hanno un rischio maggiore di morte improvvisa, e
  presentano maggior incidenza di tachiaritmie ventricolari

 L’impianto può avvenire - in prevenzione primaria
                            - in prevenzione secondaria
Prevenzione primaria

Alcuni studi hanno dimostrato che le terapie farmacologiche
antiaritmiche (amiodarone, beta-bloccanti), non riducono la
mortalità nei pazienti con HFrEF.
Prevenzione secondaria
 In pazienti sopravvissuti ad arresto cardiaco e in pazienti con
  eventi aritmici ventricolari maggiori (es. TVS).

 Considerare FE (1aa)

                                         ESC Guidelines of Chronic and Acute Heart Failure 2016
Trapianto cardiaco
 Trattamento per lo scompenso cronico end-stage senza
  ulteriori chance terapeutiche, MA è una strategia terapeutica
  limitata.

 Possibilità trapiantologiche sono gravate da:
- Scarsità dei donatori
- Complicazioni legate alla terapia immunosoppressiva

I pazienti devono essere motivati, ben informati e stabili
emotivamente, soprattutto per affrontare la fase post-trapianto
(approccio multidisciplinare).
Assistenza ventricolare
 L-VAD (Left ventricular assist device) o Bi-VAD
 3 principali opzioni:
       - bridge to transplantation (in attesa di tx)
       - bridge to recovery (finchè il cuore recupera la fz)
       - destination therapy (alternativa al tx)
ESC Guidelines of Chronic
and Acute Heart Failure
2016
Scompenso Acuto
Presentazione

     1.                                  2.
1. Scompenso ‘sistolico’. CMD post-ischemica: lunga storia clinica ed una bassa
pressione arteriosa alla presentazione (riacutizzazioni di scompenso cronico).

2. Scompenso ‘diastolico’. Severa cardiopatia ipertrofica con alta pressione
all’esordio.
Presentazione
1) Ex-novo in pazienti senza cardiopatia nota  primariamente
legato ad una disfunzione cardiaca (ischemica, infiammatoria,
problemi valvolari acuti, tamponamento)

2) Aggravamento improvviso di uno scompenso cronico, spesso
precipitato da fattori estrinseci
ESC Guidelines of
Chronic and Acute
Heart Failure 2016
Ruolo della FA
Peggiora la prognosi  aumentato rischio di mortalità.

Si discute sempre se essa sia unicamente marker di uno scompenso
più grave (ipotesi prevalente) o se viceversa sia un fattore
indipendente che rimane comunque come fattore predittore negativo.

                                                         Sender et.al
 Una certa quota si presenta come EPA, altri come scompenso
  cardiaco ipertensivo, molto pochi come shock cardiogeno,
  ancora meno come insufficienza ventricolare destra
  (prevalente o isolata).

 La presentazione può già dare una idea della prognosi: lo
  shock cardiogeno ha la maggiore mortalità (40% di mortalità
  intra-ospedaliera), lo scompenso ipertensivo puro è quello
  che ha prognosi migliore, e in mezzo (5-8%) tutti gli altri.

 La mortalità è maggiore in quelli che hanno uno SC pre-
  esistente rispetto ad uno SC de novo.
Sintomi e segni
 Dispnea e ortopnea
 Edemi declivi
 Rumori umidi polmonari
 Ascite, turgore giugulare e REG
 Tensione addominale, nausea
 Tachicardia
 Ritmo di galoppo (T3 aggiunto)

 Ragionevole utilizzare il dosaggio dei peptidi natriuretici (BNP e NT-
  proBNP) per identificare quelli che meritano un approfondimento
  diagnostico
Classificazione
                    Congestione (-)   Congestione (+)

Ipoperfusione (-)

                           I                     II

Ipoperfusione (+)         III                   IV

                                           ESC Guidelines of Chronic and Acute Heart Failure 2016
A seconda della classe clinica di presentazione si possono
pensare APPROCCI TERAPEUTICI e di ricovero diversi:
 Paziente in classe I  si può anche dimettere dal PS dopo
  avere approfondito la situazione clinica.
 Paziente in classe II  va ricoverato, telemetrato e scaricato
  con la terapia diuretica e vasodilatatori (se serve c-PAP)
 Paziente in classe III  ricovero e terapia con inotropi,
  vasopressori e riempimento (es. shock ipovolemico)
 Paziente in classe IV (shock cardiogeno) terapia intensiva.
  Se PA >90 mmHg: diuretici, vasodilatatori. Se PA
Terapia
Classe I

 Diuretico ev : dose iniziale 20-40 mg (boli o infusione
  continua) (classe IB)

 EBPM come profilassi della tromboembolia nei pazienti
  allettati non scoagulati (classe IB)
Le altre raccomandazioni sono tutte di classe II:

 Vasodilatatori ev (TNG o NTP): precoce utilizzo se SC
  acuto ipertensivo (classe IIa B)

 Inotropi in caso di ipotensione o segni di ipoperfusione
  (inotropi diversi come dopamina, dobutamina o
  levosimendan sono messi allo stesso livello) (classe IIb C)

 Se c’è bisogno di un vasopressore (in caso di shock
  cardiogeno) è preferibile usare noradrenalina piuttosto che
  alte dosi di altre amine (classe IIb B)
La terapia convenzionale prevede utilizzo di DIURETICI +
VASODILATATORI + INOTROPI, ed è la stessa da circa 50 anni.
Diuretici

 Se un pz fa già diuretico a casa, la dose di diuretico in vena dovrebbe esser almeno
   uguale a quella domiciliare; una dose uguale potrebbe bastare essendo data ev,
   soprattutto nei pazienti con scompenso DX con epatomegalia ed ascite, in cui
   l’assorbimento del farmaco per via orale è ridotto per aumento della pressione
   venosa sistemica.

 Gli articoli precedenti allo studio DOSE dicevano che utilizzare la stessa dose in
   infusione poteva garantire il 20-25% in più del volume di diuresi quotidiana.
 I diuretici, causando deplezione volemica, inducono una contro-
  regolazione basata prevalentemente sulla attivazione del sistema
  RAA con vasocostrizione riflessa ed aumento della ritenzione di
  acqua e sodio

             usare anche l’antialdosteronico!
Vasodilatatori
Da prendere in considerazione in caso di scompenso con PA
superiore a 90 mm Hg.

 TNG (Nitrato) : riduce il precarico, postcarico e resistenza
  sistemica (da 10 a 20 µ g/min ev, aumentando fino a 200 µ
  g/min).

 NTP (Nitroprussiato): vasodilatatore sia venoso che arterioso.
  Iniziare con 0,2 µg/kg/min e aumentare fino a 5 µg/kg/min.

In entrambi i casi sarebbe utile avere monitoraggio arterioso radiale.
Inotropi
 Dopamina
 Dobutamina
 Levosimendan
 Inibitori della fosfodiesterasi III (Milrinone ed Enoximone)

• Riservati ai pazienti con disfunzione sistolica severa o severamente
  ipotesi.
• Da sospendere quando é migliorata l'emodinamica, poiché il loro uso
  é gravato da aumentata mortalità a breve e medio termine.
• Monitoraggio ECG (possono indurre ischemia e aritmie).
Vasopressori
 Da considerare in pazienti con shock cardiogeno malgrado il
  trattamento con un altro inotropo.

 NORADRENALINA: recettori β1 cardiaci. Aumenta resistenze
  periferiche e la pressione

 ADRENALINA: recettori β1 cardiaci, vasocostrizione e aumento
  pressorio, ma anche recettori β2 sul muscolo scheletrico,
  inducendo vasodilatazione (pressione diastolica può scendere)
Terapie supplementari
 Ossigeno: iniziare il trattamento precocemente; idealmente, saturazione arteriosa di
   ossigeno dovrebbe essere superiore al 92% (90% in caso di BPCO).
   Se necessario utilizzare la ventilazione non invasiva a pressione positiva.
   Evitare la ventilazione meccanica nei pazienti con scompenso destro (riduce ritorno
   venoso)

 Trattare l'anemia: obiettivo Hb 10 g/dl (almeno >8 g/dl).
 Ultrafiltrazione renale: l'uso di routine con ultrafiltrazione non è raccomandato e
   deve essere utilizzato soltanto in pazienti con sovraccarico di volume refrattario.
 Per pazienti con aritmie di recente inizio, considerare il pacing e/o gli antiaritmici.
 Considerare la chirurgia valvolare se una valvola cardiaca difettosa è responsabile
   dello scompenso.
 PCI/CABG per i pazienti con CAD/MI se applicabile.
“The best physician for a patient with HF would be one with
excellent training, extensive experience, and superb judgment
            with regard to all aspects of the disease.
 He or she would not necessarily follow guidelines slavishly.”

                                       J.N. Cohn, Circ Heart Fail 2008; 1: 87-88
GRAZIE
DELL’ATTENZIONE
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