Scheda Paese: Vietnam - Ottobre 2008
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Scheda paese: Vietnam Il Vietnam, stato della penisola indocinese, confina a settentrione con la Cina, a sud e ad est con il Mar Cinese meridionale e ad occidente con il Laos e la Cambogia. Il territorio vietnamita, che ha un'estensione di circa 331.000 km², presenta diverse zone morfologiche: i rilievi montuosi meridionali dello Yunnan cinese si ergono nella zona nord- ovest del paese; ad est si estende la piana della foce del Fiume Rosso; la regione centrale è caratterizzata da una pianura costiera; nell'area meridionale, infine, troviamo la foce del Fiume Mekong e le distese sedimentarie. Il clima monsonico caratterizza tutto il territorio, con abbondanti piogge estive precedute da periodi secchi e afosi. Il Vietnam ha una popolazione di oltre 84 milioni di abitanti ed in esso coesistono un sud più avanzato ed industrializzato e un nord più popoloso e più dedito all’agricoltura. Il 26,2% della popolazione vietnamita ha meno di 15 anni e il 54% ha meno di trent’anni ed è quindi nato all’indomani del conflitto tra Vietnam e Usa. La presenza di un consistente numero di giovani in età scolare o all’inizio della propria vita lavorativa, che di per sé costituisce una risorsa fondamentale per il paese, si inserisce nel contesto di un tasso di Centro Studi Confindustria Marche 2
Scheda paese: Vietnam alfabetizzazione molto elevato e di un’attenzione particolare del singolo, delle famiglie e delle autorità verso il miglioramento del grado di istruzione. La fotografia che emerge da recenti studi e’ quella di un Paese che, finalmente partecipe delle vicende del mondo, dai primi anni novanta ha avviato un processo di trasformazione, ammodernamento e industrializzazione che non ha precedenti nella storia. Cio’ che differenzia il caso Vietnam dalla Cina, per esempio, e’ che negli anni dopo il 1975, anno della riunificazione, questo piccolo e povero Paese non solo non ha continuato ad aver pace (guerre in Cambogia e contro la Cina) ma ha anche dovuto subire un embargo decennale, che avendolo escluso dai traffici con il mondo occidentale – nel pieno della crisi del sistema economico e geo-politico della URSS - gli ha anche impedito di costituire le risorse per avviare un periodo di ricostruzione post-coloniale e post-bellica. Il Vietnam, quindi, e’ in marcia per realizzare oltre alla ricostruzione, anche l’ammodernamento e la transizione ad una economia di mercato pienamente integrata in quella mondiale. Paese con grandi tradizioni culturali, possedeva, già intorno al 1100, una Università, Van Mieu o Tempio della Letteratura, per i quadri dirigenti dell’Amministrazione Pubblica e resta forse l’unico Paese al mondo che riserva un giorno dell’anno al rispetto dell’insegnante, “maestro”. Non ci si stupisce quindi alla constatazione che tutti i giovani vietnamiti studiano, dalle lingue ai corsi di perfezionamento o aggiornamento, corsi serali o diurni, per lavoratori e non: tutti studiano, perché lo studio e la sanità erano valori “socialisti” che – con tutte le limitazioni del sistema - veramente contavano ed ancora oggi contano. Paese confuciano legato al rispetto della struttura piramidale dell’esercizio dell’autorità, dal livello familiare – rispetto e ricerca di consiglio degli anziani - a quello della comunità e della società; Paese ordinato, dove gli Amministratori pubblici, pur nella limitatezza della trasparenza e della carenza di un democratico consenso, prendono decisioni, anche di grande portata in tempi rapidi. Popolo di grande operosità è quello vietnamita: i cantieri, anche quelli privati non solo stradali o delle opere pubbliche, sono aperti anche di notte, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno; è inoltre popolo di grande imprenditorialità, abitudine al sacrificio e alla fatica (il “cottimo” e’ ancora forma contrattualmente legale e largamente usata). Paese di grandi risorse naturali - prime fra tutte l’acqua - ma anche di petrolio e di gas, il Vietnam, in dieci anni, ha sradicato la fame ed ha abbattuto l’indice di povertà portandolo al di sotto del 20% e confinandolo quasi esclusivamente fra le popolazioni di etnia Centro Studi Confindustria Marche 3
Scheda paese: Vietnam minoritaria che vivono in aree remote e che persistono in condizioni di isolamento dal “main stream” del Paese. Inoltre, ha avviato un Piano di investimenti infrastrutturali – anche se molto parziale - ciclopico ed inarrivabile per le sole forze, sia tecniche sia finanziarie, interne al mercato. Molte aree del Paese non sono nemmeno sfiorate dal Piano stesso per ragioni di priorità e/o di geostrategie sulle quali il Vietnam si sente forse ancora insicuro (le aree di confine sia nel nord sia nel centro-sud). Di fatto, come la carta geografica dimostra, pur nella sua vastita’ il Programma di progetti strategici 2006-2010 per i quali si chiede il concorso dall’estero, coinvolge solo una minima parte del Vietnam, a nord intorno ad Hanoi, al centro intorno a Da Nang ed al sud tutto intorno a citta’ HCM e Can Tho. Le infrastrutture sono ancora sottosviluppate, ma il governo ha varato un piano di investimenti significativo Sintesi delle principali criticità Principali Tipo di Inves tim enti • Il Vietnam ha rilevanti problemi legati allo stadio di infra strutt ura programm ati; Mln s viluppo delle inf ras trutture, alla loro sicurezza ; il num ero degli incide nti mort ali è fra i più alt i in As ia (13,6 pers one US $ (2 006-20 10) a ll’anno ogni 1 00,000 abita nti) • La perc entua le di strade non as falt ate supera l’80 % s e si Metro politane 2 943 c onside ra no tutti i tipi di s trade (urbane, extraurbane), m entre del 20 % se si considerano le arterie princ ipali Fe rrovie 3 370 • Fra i principali problem i allo sviluppo dei trasporti urba ni vi è la conges tione del traf fico e l’inquiname nto delle principali citt à V ietnam ite : Ho Chi Minh e Ha Noi Porti 820 – Il m ezzo più diffus o tra la popolazione locale sono i motocicli che nel 20 05 risulta vano ess ere circa 11 milioni e m ezzo contro una flotta di autov eic oli di seicento m ila (includendo i ve ic oli comm ercia li e i bus) Ponti ( Hano i) 1 436 • Anche i Trasporti mult im odali si trovano ad uno st adio e mbrionale Fe rrovie 2 700 Metro politane • Il sottosviluppo delle infrastrutture genera maggi ori costi specie legati ai maggiori tempi di stoccaggio delle merci che risul tano doppi Totale 11. 269 11.269 rispetto a quell i sostenuti in Cina • Gl i investimenti programmati dal gover no mirano soprattutto a migliorare le infrastrutture che per mettono al Vietnam di avere un “prim o contatto” con i paesi esteri, come porti e aeroporti F onte: Trasport in Vietnam, Ambasciata Italiana, World Bank Group Il mercato che si offre e’ quindi praticamente illimitato nella quantità, varietà e qualità degli interventi, ed aperto. Centro Studi Confindustria Marche 4
Scheda paese: Vietnam NOTE DI COLORE 1. La guerra del Vietnam venne combattuta tra il 1964 ed il 1975 sul territorio del Vietnam del Sud e delle aree confinanti di Cambogia e Laos; 2. Il Vietnam è il terzo produttore mondiale di riso, coltivato soprattutto nella regione della Cocincina; 3. Nel Vietnam si estende il parco nazionale di ConDao su un territorio compreso fra una parte dell'isola e del mare circostante. Questo parco, secondo gli osservatori dell’Unesco è eleggibile per essere considerato un'eredità naturale-culturale del mondo; 4. La maggioranza della popolazione vietnamita è di religione buddista a seguito dell'influenza cinese; 5. Il paese è suddiviso in 8 regioni, 59 province e 5 municipalità: Ha Noi, Hai Phòng, Can Tho, Da nang e Ho Chí Minh. QUADRO POLITICO Il Vietnam è una Repubblica Parlamentare. La costituzione è entrata in vigore nel 1992. Il potere legislativo è delegato all'Assemblea Nazionale, composta da 493 membri. L'Assemblea Nazionale elegge il Primo Ministro, il Presidente dell'Assemblea Nazionale ed il Presidente della Repubblica: il Presidente ha il compito di scegliere i Ministri tra i membri dell'Assemblea, su indicazione di questa. L’attuale capo del governo è Nguyen Tan Dung mentre il capo dello stato è Nguyen Minh Triet. La corte di grado più elevato, nel paese, è la Suprema corte popolare. CONGIUNTURA ECONOMICA Il Paese presenta ancora caratteristiche largamente rurali: solo il 27% degli abitanti infatti vive in aree urbane, anche se tale cifra è destinata ad aumentare rapidamente. Agricoltura, attività forestali e pesca, sebbene occupassero nel 2006 il 55,7% della popolazione attiva, contribuivano solamente al 18,7% del prodotto interno lordo (Pil) a prezzi costanti. Industria e servizi (costruzioni incluse), che contribuivano rispettivamente per il 33,5% e il 47,8%, occupavano il 14,3% e il 30% della forza lavoro. Grazie anche alle politiche di riforma avviate nel 1986 e volte a creare un’economia socialista orientata al Centro Studi Confindustria Marche 5
Scheda paese: Vietnam mercato (doi moi), il Vietnam ha beneficiato costantemente di elevati tassi di crescita economica, solo parzialmente rallentati dagli effetti della crisi asiatica nel 1998 e 1999. Il Pil pro capite annuo è stimato aggirarsi attorno a 832 dollari statunitensi nel 2007; il governo mira a portare tale livello a 1.050-1.100 $ entro il 2008 e a trasformare il Paese in una nazione industrializzata entro il 2020. Di assoluto rilievo sono stati i risultati conseguiti nella riduzione dell’indigenza: la popolazione al di sotto della soglia di povertà (1 $/giorno) è scesa dal 58% del 1993 al 16% nel 2006, in media, e dal 25% al 4% nelle aree urbane. Il Vietnam segue la strada della Cina, con dimensioni minori e un decennio di ritardo Commenti S viluppo politico ec onomico del Viet nam • Il pa rtito co munista è ’90s 1999 saldamente al potere – • Fine dell’Unione Sovietica • Law on En terprises bassa apertura al come riferimento economico e • (semplificazione plur alismo e alle riforme ideologico amministrative, più PIL prezzi • Avvio delle riforme politiche ed autonomia di business, …) Crescita PIL, poli tiche costanti, Mln eco nomiche (liberalizzazion e e % YoY Don g deregulation) • Le riforme eco nomiche e la liberal izzazion e 4 50 .0 00 .00 0 10 % continuera nno, a nche 4 00 .0 00 .00 0 C re scita 9% sotto l’impulso 8% 3 50 .0 00 .00 0 3 00 .0 00 .00 0 7% dell ’ingresso nel WTO 6% 2 50 .0 00 .00 0 5% • La corruzione de lla 2 00 .0 00 .00 0 4% classe dir igente è 1 50 .0 00 .00 0 1 00 .0 00 .00 0 PIL 3% “end emica ”: limitate 2% 50 .0 00 .00 0 1% aspettative di 0 0% miglio ramento n el b reve 1990 1995 2000 2005 peri odo • Continua la preo ccupa zio ne da 1995 1998 2007 parte di investitori/ • Ingr ess o nel A SEAN • Ingr ess o nel A PEC • Ingres so nel WTO partner Occiden tali in merito ai d iritti umani Note: APEC: Asian Pacific Economic Cooperation, ASEAN: Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale Fonte: EIU, IMF, Analisi A.T. Kearney Tra il 2003 ed il 2007 il Pil reale è cresciuto dell’8% in media. Il tasso d’incremento del 2007, pari all’8,5%, il più alto dell’ultimo decennio, ha rappresentato una lieve accelerazione rispetto all’anno precedente, quando era stato pari all’8,2%. Valutato a prezzi correnti, il Pil nel 2007 si è attestato a quota 71 miliardi di dollari, con un incremento del 16,6% sul 2006. Il Vietnam ha quindi confermato la propria posizione di spicco tra le economie maggiormente dinamiche del continente asiatico, grazie principalmente all’incremento della produzione industriale e manifatturiera. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede che la crescita del Pil reale sia dell’8,2% nel corso del 2008. Da parte sua, il governo si aspetta che essa raggiunga un livello compreso tra l’8,5 e il 9%. Il tasso di disoccupazione urbana per il 2007 è stato stimato al 4,6% dall’ufficio centrale di statistica, con una lieve diminuzione rispetto al 2006. Il quadro macroeconomico appare sostanzialmente stabile: il disavanzo del bilancio pubblico nel 2007 è stato pari al 5% del Pil, invariato rispetto all’anno precedente. Il tasso Centro Studi Confindustria Marche 6
Scheda paese: Vietnam di inflazione, dopo il rallentamento del 2006, ha fatto registrare una forte accelerazione a partire da fine 2007, portandosi al 12,6% a fine dicembre e al 15,7% a febbraio 2008, sempre su base tendenziale. Secondo alcuni osservatori, all’origine degli alti valori registrati di recente, circa il doppio dei livelli medi del biennio 2005-2006, vi sarebbero la grande espansione del credito e dell’attività economica, che spinge al rialzo la domanda, e l’aumento dei prezzi su alcuni mercati-chiave, come quello immobiliare, del lavoro, delle materie prime e dei prodotti alimentari. Le autorità monetarie hanno perseguito, inoltre, per lungo tempo l’obiettivo politico di sostenere la crescita, lasciando quello del controllo dei prezzi in secondo piano. Peraltro, sull’onda della forte accelerazione dell’inflazione, la Banca centrale da giugno 2007 ha messo in atto una stretta monetaria e creditizia di considerevoli proporzioni, acuitasi ai primi del 2008. Il settore privato svolge un ruolo sempre più importante nell’economia, contribuendo a fornire la gran parte dei nuovi posti di lavoro, oltre un milione, creati ogni anno. Nel 2006 il tasso di crescita della produzione in volume è stato più alto nelle imprese di proprietà estera (14%) e privata (8,2%) rispetto a quelle di proprietà pubblica (6,4%). In termini di peso sul Pil, i tre aggregati contavano rispettivamente per il 12,7%, il 47,3% e il 40%. La produzione industriale, nel 2007, ha continuato a crescere ad un ritmo molto rapido, pari al 17,1%, quando il suo valore ha raggiunto i 52,2 miliardi di dollari La Borsa, istituita nel luglio del 2000, ha un ruolo in rapida espansione ma ancora non centrale nell’economia vietnamita. Le imprese quotate sono passate da 50 a fine 2005 a 282 a metà marzo 2008, con una capitalizzazione di mercato pari a 23,5 miliardi di dollari. Le autorità monetarie, preoccupate circa le forti oscillazioni del mercato azionario e le loro possibili ripercussioni sulla stabilità degli istituti di credito e sull’inflazione, a giugno 2007 hanno fissato al 3% il limite dei prestiti bancari destinati a essere usati per l’acquisto di titoli. Tale misura ha contribuito a calmierare il mercato azionario, dove gli indici hanno rapidamente e consistentemente indietreggiato dopo i massimi storici raggiunti durante il 2007. A fine 2005, secondo dati ufficiali, si contavano 112.952 imprese attive, per il 3,6% possedute dallo stato, per il 93,1% private e per il 3,3% a proprietà estera. Le registrazioni di imprese private sono andate aumentando in modo sempre più rapido negli ultimi anni. Delle imprese attive, il 3,3% si collocava nei settori agricolo, forestale, il 21,3% nell’industria, lo 0,2% nel settore energetico, il 13,5% nel settore delle costruzioni, il 41,5% nel settore del commercio e il 20,3% in vari altri settori dei servizi. Centro Studi Confindustria Marche 7
Scheda paese: Vietnam Prosegue con lentezza il processo di riforma delle imprese di stato(State owned enterprises - Soe), che hanno sempre rivestito ruoli fondamentali in molti settori, detenendone in taluni casi il monopolio o il controllo assoluto. E’ quest’ultimo, con limitate eccezioni, ancora il caso dei settori petrolifero, dei servizi di pubblica utilità, comprese le reti di distribuzione dell’energia elettrica e le telecomunicazioni e dei trasporti aerei e ferroviari. Lo stato riserva inoltre per sé almeno il 50% della proprietà delle imprese operanti nei settori produzione di energia, infrastrutture e produzione di acciaio e cemento. Le aziende operanti in tali settori sono peraltro oggetto di riforme che tendono ad aumentarne la competitività e vedono diminuire progressivamente i sussidi statali. Negli altri settori le politiche pubbliche puntano a creare una parità di trattamento tra imprese statali e private e alla privatizzazione delle aziende statali. Al di là delle differenziazioni settoriali, finora il processo di privatizzazione ha interessato solo una parte limitata del capitale delle Soe ed è parsa evidente la tendenza a lasciare in mano pubblica le aziende di dimensioni maggiori. Peraltro pare ora prospettarsi una nuova ondata di privatizzazioni che secondo alcuni osservatori dovrebbe interessare anche le grandi imprese e portare a vendite per oltre 50 miliardi di dollari entro il 2009. Le opportunità per gli investitori stranieri di prendervi parte sono state in passato estremamente limitate, soprattutto a causa della mancanza di informazioni sufficientemente accurate sulle aziende da privatizzarsi. La creazione di un’impresa a capitale pubblico incaricata di gestire le partecipazioni statali e le privatizzazioni con criteri manageriali, la State capital investment corporation (Scic), potrebbe costituire il segnale di una maggiore apertura. Un decisivo impulso all’accelerazione delle riforme e all’apertura dell’economia è derivato dalla forte volontà del governo di accedere all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Con l’ingresso nell’Omc, effettivo dal gennaio 2007, le autorità sperano di conseguire anche un ulteriore incremento degli investimenti esteri. Centro Studi Confindustria Marche 8
Scheda paese: Vietnam Il Vietnam esporta in tutto il mondo, ed è oggi nel “radar screen” dei Paesi asiatici come meta di investimento FDI per pa ese di origine, Esporta zioni per De stinazione, Mld USD 20 06 - Mld USD, cum ulati 1988-2 006- 39,6 50,4 Altri 12% Altro 18% Korea, Rep. 2% Cina 8% 2% Usa 4% Francia 4% Australia 9% 6% Isole Vergini Britanniche Hong Kong 9% Giappone 13% Corea del Sud 12% EU 18% Giappone 14% 73% ASIA ASEAN 18% Taiwan 16% 20% USA Singapore 16% Vietnam Vietnam Note: ASEAN comprende: Singapore, Malaysia,Filippine, Tailandia, Indonesia, Cambogia, Laos, Myanmar, Br unei Fonte: ICE, Istituto Nazionale di Statistica del Vietnam, Analisi A.T. Kearney Nell’ultima rassegna della posizione del paese sull’estero e dei conti pubblici, effettuata ad agosto 2007, il Fondo monetario internazionale ha suggerito al governo di contenere la crescita della liquidità, rendere il cambio della valuta nazionale, il dong, più flessibile, aumentare le entrate pubbliche, riformare ulteriormente le imprese a proprietà pubblica per renderne la gestione meno opaca e, infine, migliorare la capacità di monitoraggio e supervisione della banca centrale e la trasparenza dei mercati azionari. L’aiuto pubblico da parte delle istituzioni multilaterali (Banca Mondiale, Banca Asiatica di Sviluppo, Fondo Monetario Internazionale) e bilaterali (Giappone e Francia sono tra i primi Paesi donatori) è stato dal 1993 regolarmente assai elevato: alla conferenza dei donatori svoltasi a dicembre 2007 sono stati annunciati impegni per una cifra record di oltre 5,4 miliardi di dollari. A consolidare la posizione netta sull’estero contribuiscono le rimesse dei lavoratori vietnamiti temporaneamente o stabilmente residenti all’estero: i trasferimenti di questi ultimi attraverso il canale bancario hanno raggiunto nel 2007 la cifra record di 5,6 miliardi di dollari, mentre secondo alcune stime ammonterebbero a oltre 3 miliardi di dollari i fondi inviati nel paese per vie non ufficiali. Tale cifra è ragguardevole se confrontata con il Pil e con il livello degli investimenti esteri ed è superiore al totale dell’aiuto pubblico allo sviluppo che il Vietnam riceve annualmente. Dal 2005 il governo emette titoli del debito pubblico denominati in dollari; con la raccolta derivante dalla loro vendita vengono finanziate spese nel settore petrolifero, in quello dei trasporti ed in quello energetico. Centro Studi Confindustria Marche 9
Scheda paese: Vietnam L’azienda elettrica statale, Vietnam Electricity, ha annunciato che nel 2008 potrebbe far ricorso a strumenti simili per un ammontare compreso tra 300 e 500 milioni di dollari. Il debito estero è assai gestibile e non presenta rischi nell’immediato: esso ammonta a meno del 35% del Pil, mentre il relativo servizio rappresenta meno del 5% del valore delle esportazioni di beni e servizi. Nei rating delle agenzie specializzate il debito pubblico del Vietnam denominato in valuta straniera è quotato BB da Standard and Poor’s (giudizio migliorato a settembre 2006), Ba3 da Moody’s (giudizio migliorato a luglio 2005) con outlook positivo (giudizio migliorato a marzo 2007), e BB- da Fitch-IBCA (giudizio migliorato a dicembre 2005). L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha ridotto la propria valutazione del rischio di credito del Vietnam dal livello 5 al livello 4 (su una scala di 7) all’inizio di aprile 2007. A tale giudizio si è conformato quello di Servizi assicurativi per il commercio estero (Sace), la società di export credit italiana che sostiene la competitività di banche e imprese. Ciò ha contribuito a ridurre i tassi di interesse e a rendere disponibile un volume maggiore di credito per le transazioni con l’estero. Evoluzione della domanda per comparti I consumatori vietnamiti sono ancora dotati di un potere di acquisto limitato pur se in rapida crescita e pertanto le opportunità di affari per gli operatori economici esteri si concentrano nei settori delle materie prime e della meccanica. Per esempio, si nota che il Vietnam è ricco di risorse naturali e prodotti agricoli, produce grandi quantità di riso, caffè, pepe e anacardi (dei quali è costantemente tra i primi tre esportatori al mondo) e ha un settore della pesca molto rilevante. Per tutti questi motivi il comparto agroalimentare può offrire interessanti opportunità per quanto riguarda sia la meccanizzazione dell’agricoltura sia le tecnologie della trasformazione alimentare e del packaging. I settori tessile e abbigliamento, cuoio e calzature, legno e mobili ed estrazione di pietre da costruzione e produzione di manufatti in pietra hanno, parimenti, buone prospettive di sviluppo e pertanto vanno monitorati attentamente. .Nei settori dei farmaci e relativi ingredienti e dei mezzi di trasporto si notano importanti opportunità di penetrazione commerciale. Centro Studi Confindustria Marche 10
Scheda paese: Vietnam Investire in Vietnam: distretti industriali identificabili in diversi settori labour intensive Principali Distretti Costruzioni Nava li – Hai P ong Assem blaggio Motocicli - V in Phuc • Sesto produttore al mondo per la costruzione di imbarcazioni di media • 2,1 mln unità prodotte nel 2006 dimensione • Più di 50 fabbriche e 25,000 lavoratori • Di versi player multinazionali fra cui Pesca – Hai Pong Honda, Yamaha, Piaggio (stabilimento inaugurato a ottobr e 2007) • Fiorente la pesca e l’industri a di lavorazione del pesce Ass emblaggio Veicoli - Ha Noi Ca lzature2 – Da Nang • L’assemblaggio è passato da 14 mila a 41 mila unità dal 2001 al 2006 • Nel 2005 sono state esportate 265 Mln di paia di scarpe in Europa, circa • Le fabbriche di multinazionali di auto il doppio rispetto al 2001 sono attive dalla metà dagli anni ’90 – Fra quelle presenti: Ford, T oyota, Kia, • 500,000 lavoratori • Bassi prezzi – L’UE ha imposto un Daew oo, Mercedes, Mitsubishi dazio antidumping del 4% • Fra i brand internazionali : Ni ke, Bata, Tes sile e abbigliamento 1- Hoa Fila Khan – Ho Chi Minh – Ha Noi Elettronica – Ho Chi Minh • Investimento di 80 Mln USD da parte di Americani e Vi etnamiti per lo svil uppo • Ingenti investimenti in corso : Intel del cluster di Hoa Khan investirà 1 Mld di $ (assemblaggio di microchip); Foxconn (Taiwanese) • Si producono soprattutto abiti di investirà 2Ml d $ (produzione di cotone a basso valore aggiunto com ponenti per macchine fotografiche) Note: 1.Circa il 56% delle imprese si trova nella provincia di Ho Chi Minh, il 15% nelle province adiacenti, il 18% ad Hanoi, la restante parte (11%~) è diffusa nel paese 2. Anche le fabbriche di calzature si trovano diffuse in diverse zone del paese fra cui Ha Tay, Binh Duong, Quang Nam Fonte: EIU, Rassegna Stampa, Intervista al Commercial Counsellor Vietnamita, Analisi AT Kearney Vista l’importanza dell’apertura nel comparto dei serviz,i tra gli impegni presi dal Vietnam in sede di adesione all’Omc, si prevede che, di pari passo con l’attuazione degli stessi, significative opportunità di affari emergeranno nei settori finanziario, del commercio, dei trasporti, del turismo e delle costruzioni. Merita una segnalazione il forte dinamismo di quest’ultimo, nei sottosettori residenziale e commerciale (come ad esempio alberghi, uffici e centri commerciali). Il numero di supermercati, ipermercati e grandi magazzini è in rapido aumento, dalla quindicina del 1997 agli oltre 170 attuali, non solo a Ho Chi Minh City, il principale centro economico e commerciale, e ad Hanoi, la capitale, ma sempre più anche nelle altre città principali del Paese. La distribuzione moderna, peraltro, veicola ancora poco più del 10% del commercio al dettaglio complessivamente. Negli ultimi anni hanno aperto i battenti una trentina di centri commerciali, che ospitano negozi di vario genere, ma anche grandi magazzini con specializzazioni settoriali, in particolare nei materiali da costruzione, in quello degli elettrodomestici, delle calzature e dei prodotti tessili/abbigliamento. Tale rapida espansione si accompagna ad un cambiamento nei gusti dei consumatori, che nei grandi magazzini trovano, ora, una maggiore varietà di beni, di migliore qualità e talvolta anche di lusso. E’ in fortissima crescita il segmento dei minimarket, che combinano moderne tecniche distributive e di marketing con superfici e mix di prodotti più contenuti e in quanto tali più vicini al formato tradizionale degli esercizi vietnamiti. Secondo una ricerca condotta nel 2007 da una multinazionale della consulenza, il Vietnam occupa il Centro Studi Confindustria Marche 11
Scheda paese: Vietnam quarto posto nella classifica dei paesi con il maggiore potenziale di sviluppo per il settore del commercio al dettaglio, secondo solo a India, Russia e Cina. Quanto alla decisione su quando e come investire, lo studio menziona le residue barriere all’ingresso degli operatori stranieri e allo stesso tempo le opportunità che si apriranno nel 2009, quando il Vietnam, come promesso al momento di accedere all’Omc, liberalizzerà completamente il settore della distribuzione. In costante espansione è inoltre il settore del turismo che, grazie ai crescenti collegamenti aerei internazionali e ai numerosi investimenti sia locali che esteri, sta acquistando un sempre maggior peso nell’economia vietnamita. Da 1,3 milioni di visitatori stranieri nel 1995 si è passati a 4,3 nel 2007. Nel settore creditizio, dominato da grandi banche di proprietà pubblica, le aziende di credito private hanno fatto registrare una crescita degli impegni molto più rapida della media. Alcuni investitori esteri hanno acquisito partecipazioni in banche private, come ad esempio nel caso di Bnp-Paribas in Orient commercial bank, Standard chartered (Sc) in Asia commercial bank e Hong Kong and Shanghai banking corporation (Hsbc) in Techcombank, e/o hanno aperto proprie succursali, come ad esempio nel caso di Hsbc, Sc, Australia and New Zealand banking group e Deutsche Bank. La costituzione, nel 2006, della Banca di sviluppo del Vietnam, che ha la funzione di investire fondi governativi in progetti a lungo termine, potrebbe comportare una maggiore trasparenza nelle decisioni di investimento delle banche commerciali, finora talvolta influenzate da pressioni politiche. Il quadro d’insieme sembra pertanto suggerire l’esigenza di monitorare attentamente l’evoluzione del settore creditizio, per cogliere eventuali occasioni di investimento o collaborazione commerciale. Nuove opportunità si aprono inoltre nel settore immobiliare e in quelli dei servizi per le costruzioni, come ad esempio ingegneria, architettura e pianificazione urbana, e dell’informatica. In particolare, rilevanti possibilità di collaborazione esistono nel campo del trasferimento di tecnologia nel settore ambientale. Il Vietnam, infatti, riconoscendo l’importanza di uno sviluppo sostenibile e in armonia con l’ambiente, ha avviato un’opera di rinnovamento o di costruzione di infrastrutture che permettano di gestire la crescita dell’economia e dell’inurbamento. Il settore è considerato un’area di intervento prioritario per la cooperazione allo sviluppo del governo italiano nel paese. Opportunità di forniture si presentano anche nella collaborazione in materia di protezione civile. Tra i settori a maggiore intensità di tecnologia che possono essere appetibili per gli investitori e gli Centro Studi Confindustria Marche 12
Scheda paese: Vietnam esportatori italiani sono da segnalare le telecomunicazioni, le apparecchiature medicali e le attrezzature per la gestione del traffico aereo. In alcuni di tali settori gli investimenti esteri sono particolarmente incentivati. COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Considerate le caratteristiche del Vietnam, un Paese in transizione con un notevole fabbisogno di investimenti in infrastrutture e un flusso di aiuti pubblici assai rilevante, la cooperazione allo sviluppo potrebbe rivestire un ruolo di rilievo nel facilitare l’ingresso delle imprese italiane sul mercato locale. Tra i donatori principali del Vietnam si collocano in primo luogo le banche multilaterali di sviluppo, a carattere globale e regionale. La Banca Mondiale ha lanciato all’inizio del 2007 la nuova strategia di assistenza al Paese per il periodo 2007-2011 incentrata sui quattro pilastri del miglioramento del business environment, il rafforzamento dell’inclusione sociale, l’incremento delle capacità di gestione delle risorse naturali e dell’ambiente e il miglioramento della governance. In particolare sono previste azioni a sostegno della riforma del settore bancario e il finanziamento di progetti in materia di infrastrutture per i trasporti urbani, produzione e distribuzione di energia elettrica, fornitura di acqua potabile e trattamento dei rifiuti nelle città e nelle aree rurali. La Banca prevede prestiti a tasso agevolato per un ammontare di circa 900 milioni di dollari all’anno nel quinquennio. Attraverso la International Finance Corporation, il Gruppo Banca Mondiale continuerà a favorire, con investimenti di circa 100-150 milioni di dollari l’anno, la partecipazione di investitori privati allo sviluppo delle infrastrutture ed alla privatizzazione delle imprese di Stato. La Banca Asiatica di Sviluppo (Adb) ha approvato, a fine settembre 2006, un documento di programmazione dell’assistenza al Vietnam che punta a sostenere il paese principalmente da due punti di vista, ovvero la gestione della spesa e delle risorse pubbliche, inclusa la lotta alla corruzione, e l’aumento del peso del settore privato sul complesso degli investimenti, non solo attraverso la modernizzazione del quadro normativo ma anche con il finanziamento di infrastrutture. Per il triennio 2007-2009 è prevista l’erogazione al settore pubblico di 3 miliardi di dollari attraverso 27 progetti, mentre per la parte che riguarda il Vietnam dei programmi di assistenza multi-paese focalizzati sulla regione del delta del Mekong l’Adb ha messo in conto l’erogazione di 970 milioni di dollari. A tali impegni potranno aggiungersi le risorse messe a disposizione da Centro Studi Confindustria Marche 13
Scheda paese: Vietnam investitori privati e da donatori in schemi di cooperazione multi-bilaterale. Per quanto riguarda l’assistenza tecnica, la previsione per il periodo in parola è di 24 milioni di dollari. La Commissione Europea prevede di destinare al Vietnam, nel periodo 2007-2010, 160 milioni di Euro in aiuti allo sviluppo. Il 40% di tali fondi servirà al sostegno delle strategie di riforma e riduzione della povertà tramite lo strumento dei Poverty Reduction Support Credit, il 40% al sostegno del settore sanitario, prevalentemente da realizzarsi attraverso forme di sostegno al bilancio e il rimanente 20% all’assistenza tecnica in materia commerciale. Sul piano bilaterale, al momento sono in corso di realizzazione progetti finanziati con crediti di aiuto italiani riservati ad imprese italiane nel settore degli acquedotti e della fornitura di attrezzature ospedaliere e della prevenzione delle alluvioni. Sono stati recentemente approvati e saranno avviati nel corso del 2008 tre nuovi progetti per un ammontare complessivo di circa 38 milioni di Euro nel settore idrico-ambientale nelle città di Nui Tuan (Provincia del Quang Nam, nel Vietnam centrale), di Ca Mau (capoluogo della provincia omonima, nel Sud) e nella Provincia di Binh Thuan. Nel corso del 2008 dovrebbe inoltre essere avviato un nuovo programma, finanziato attraverso l’Unido, volto a favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali vietnamiti ed a promuovere partnership con operatori e associazioni italiane. Nel campo specifico dello sviluppo delle infrastrutture per i trasporti, cruciali per lo sviluppo del Paese, il Vietnam è beneficiario di cospicui finanziamenti concessi, oltre che dalle Banche multilaterali, principalmente da Giappone, Francia e Corea, cui si sono aggiunti da ultimo anche Germania e Spagna. PREVISIONI 2008/2009 La determinazione, da parte delle Autorità governative, di perseguire un’economia orientata al mercato e di migliorare la corporate governance induce a un moderato ottimismo circa le prospettive di crescita del Paese, anche alla luce della crescente integrazione nell’economia internazionale. Oltre al progresso economico, sta intervenendo un processo più ampio di sviluppo e cambiamento che, benché lento ed eterogeneo da un punto di vista sociale e geografico, evidenzia esigenze nuove e provoca un rapido mutamento negli stili di vita e nei consumi. L’Economist intelligence unit (Eiu) prevede che la crescita del Pil reale sia dell’8,3% nel 2007 e dell’8,2% nel 2009. Da parte sua, il governo si aspetta che nel 2008 essa si attesti tra l’8,5% e il 9,0%. Secondo l’Eiu, i tre Centro Studi Confindustria Marche 14
Scheda paese: Vietnam principali fattori di traino dell’economia nel 2008 e 2009 saranno la spesa per i beni di consumo, gli investimenti in mezzi di produzione e l’espansione industriale. Ci si aspetta che la Banca centrale del Vietnam continui nella direzione di una stretta monetaria, per contenere la crescita dell’indebitamento, tenendo però ben presente l’esigenza di mantenere positive le aspettative di consumatori e investitori. Nelle aree rurali la crescita del potere d’acquisto sarà sospinta verso l’alto dalla crescita delle quotazioni di caffè e riso. Più in generale la domanda di beni finiti continuerà a essere alimentata dall’espansione dell’occupazione e dalla disponibilità di nuove opzioni per il credito al consumo. Gli investimenti privati domestici resteranno su livelli elevati, anche grazie agli sforzi del governo di creare condizioni di parità tra imprese private e statali. Per motivi analoghi, in aggiunta all’ottimismo sulle prospettive economiche del paese indotto dall’adesione del Vietnam all’Omc, si manterrà elevato l’afflusso di investimenti diretti esteri. La riduzione delle barriere agli scambi renderà le importazioni più competitive, contribuendo ad allargare il deficit commerciale. Dal lato dell’offerta, la crescita economica continuerà a essere trainata dal settore industriale, che vedrà il proprio valore aggiunto espandersi del 10% annuo nel biennio di previsione. Sarà questo il risultato dell’allargarsi e approfondirsi della base industriale e della persistente competitività, perlomeno nel breve e medio periodo, del settore tessile e abbigliamento. La rapida espansione del comparto dei servizi e in particolare di quelli connessi al turismo e finanziari, offrirà un contributo positivo alla crescita del Pil. E’ prevedibile un lieve apprezzamento del dong nel 2008, a causa dell’allargamento della banda di oscillazione e dei forti afflussi di capitali e rimesse dall’estero, che potrebbe lasciare il posto a un movimento in senso inverso l’anno seguente. Le esportazioni di merci continueranno ad aumentare, misurate in dollari e a prezzi correnti. La probabilità che casi di dumping vengano sollevati nelle sedi competenti è accresciuta dallo status di economia non di mercato del paese. Le importazioni continueranno ad aumentare, non solo nel comparto dei beni di investimento ma anche in quello dei beni di consumo, in parte grazie alla riduzione dei dazi. Il saldo delle partite correnti resterà negativo nel biennio di previsione, come risultato di un deficit sia sul versante delle merci che su quello dei servizi. Centro Studi Confindustria Marche 15
Scheda paese: Vietnam GRADO DI APERTURA DEL PAESE AL COMMERCIO INTERNAZIONALE ED AGLI INVESTIMENTI ESTERI Politiche commerciali Negli ultimi anni il Vietnam ha messo in moto una graduale e crescente, anche se non sempre lineare, integrazione nel sistema degli scambi internazionali. Sono terminati a fine 2006 i negoziati per l’accesso all’Omc, avviati nel 1995. L’adesione è divenuta effettiva dall’11 gennaio 2007. Per soddisfare i requisiti di ammissione all’Omc il Vietnam ha preso importanti impegni nel campo della liberalizzazione dei servizi, della riduzione delle barriere agli scambi e dello smantellamento del sistema di aiuti alle imprese di stato. Ugualmente importanti sono gli impegni di liberalizzazione che il Vietnam ha assunto nel quadro dell’Afta (Association of South East Asian nations free trade area) e che includono una riduzione al 5% o meno dei dazi all’importazione su oltre 10.000 articoli e l’eliminazione delle restrizioni quantitative e delle barriere non tariffarie entro il 2012. Impegni simili, sia pure con scadenze diverse, sono in via di discussione in due importanti forum, l’Asia Pacific economic co-operation (Apec), che raggruppa i principali paesi asiatici, Russia, Stati Uniti d’America e Australia, e l’Asia Europe meeting (Asem), che comprende i paesi membri dell’Unione Europea da un lato e 13 paesi asiatici dall’altro. Scambi Vietnam – mondo Nonostante le importazioni e le esportazioni di beni abbiano una percentuale alta sul Pil (rispettivamente 85,7% e 68,2% nel 2007), il che denota un grado di apertura tra i più alti del Sud Est asiatico, alcuni settori rimangono ancora assai protetti. Nel novembre 2006 la media semplice delle tariffe era del 17,4%. Tale livello è sceso al 17,2% al momento dell’accessione all’Omc, con un impegno a ridurlo al 13,5% in un periodo tra i 5 ed i 7 anni. Rimarrà elevato il livello medio dei dazi sui prodotti agricoli (dal 25,2% al momento dell’accessione scenderà al 21%), mentre sui prodotti industriali si passerà dal livello medio del 16,6% del gennaio 2007 al 12,6%. Il governo si è riservato la possibilità di sottoporre a dazi particolarmente elevati le bevande alcoliche, i prodotti a base di tabacco, il caffè solubile, gli autoveicoli nuovi e usati e alcuni materiali da costruzione. In alcuni settori, come ad esempio tabacco lavorato e derivati, petrolio e derivati, pubblicazioni periodiche, incisioni fonografiche e cinematografiche e aeromobili e loro parti, il commercio estero è soggetto a monopolio pubblico. L’importazione di altri prodotti, fra i quali armi, Centro Studi Confindustria Marche 16
Scheda paese: Vietnam beni di consumo durevoli usati e alcune tipologie di pubblicazioni, è vietata. Con la progressiva attuazione degli impegni presi in sede di accesso all’Omc non solo le barriere tariffarie ma anche quelle non tariffarie si ridurranno notevolmente. Ad esempio, nel corso del 2007 è stato rimosso il divieto di importare motociclette di cilindrata superiore ai 175 cm3. Nel 2007 le importazioni del Vietnam hanno raggiunto 62,7 miliardi di dollari (39,6% in più rispetto al 2006) e le esportazioni 48,6 miliardi (21,9%), con un deficit della bilancia commerciale pari a 14,1 miliardi. Nei primi due mesi del 2008 si è notata una tendenza a un’ulteriore crescita del deficit. Le principali voci sono state macchinari (17,7%), petrolio e altri combustibili (12,3%), tessuti e altri materiali per le industrie tessile e dell’abbigliamento (9,7%), acciaio (8,2%), materiale elettrico, elaboratori elettronici e parti (4,7%) e materie plastiche (4%). Sempre nel 2007, oltre il 70% delle importazioni vietnamite proveniva da 8 paesi asiatici, ovvero Cina, Singapore, Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Tailandia, Malesia e Hong Kong, che risultano, nell’ordine ora ricordato, anche i principali mercati di sbocco. Occorre segnalare l’ingresso dell’India al decimo posto della graduatoria. Centro Studi Confindustria Marche 17
Scheda paese: Vietnam Dal lato delle esportazioni sono risultati particolarmente rilevanti petrolio greggio (17,5%), tessile e abbigliamento (16%), prodotti agricoli (12%), calzature (8,2%), prodotti della pesca (7,7%), mobili e altri prodotti in legno (5%) e prodotti elettronici (4,4%). Nord America, Giappone, Australia e Unione Europea hanno assorbito attorno al 58,8% delle esportazioni vietnamite, mentre le vendite in Cina hanno fatto registrare una crescita inferiore alla media. Gli Stati Uniti hanno confermato la posizione di primo Paese acquirente precedendo Giappone, Australia e Cina. Centro Studi Confindustria Marche 18
Scheda paese: Vietnam ANDAMENTO DELL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON L’ITALIA Interscambio commerciale bilaterale Italia-Vietnam (milioni di euro) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Esportazioni italiane 282 301 327 284 218 300 515 Variazione % 55,1 6,7% 8,7% -13,1% -23,0% 37,5% 71,6% Importazioni italiane 374 395 397 404 472 608 695 Variazione % 10,8% 5,6% 0,5% 1,6% 16,9% 29,0% 14,3% Saldo -93 -95 -71 -120 -253 -308 -180 Interscambio 656 696 724 687 690 909 1.210 Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Relazioni commerciali Italia – Vietnam 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 -200 -400 esportazioni italiane importazioni italiane saldo interscambio Fonte: elaborazioni Centro studi Confindustria Marche su dati Istat Tra il 2001 ed il 2007 l’interscambio dell’Italia con il Vietnam è quasi raddoppiato, passando da 656 milioni di euro ad 1,2 miliardi di euro; il saldo commerciale, tuttavia, è rimasto sempre negativo per il nostro paese. Nel corso del 2007 le esportazioni italiane hanno fatto segnare un aumento del 71,6% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni di merci dal Vietnam in Italia sono passate da 608 a 695 milioni di euro (+ 14,3%). Centro Studi Confindustria Marche 19
Scheda paese: Vietnam Import Export Italia-Vietnam anno 2007 Import Comp. % Export Comp. % Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca 124.632.010 17,9% 1.113.608 0,2% Prodotti delle miniere e delle cave 2.011.756 0,3% 804.200 0,2% Prodotti alimentari, bevande, tabacco 100.888.864 14,5% 7.601.712 1,5% Prodotti tessili e articoli di abbigliamento e pellicce 97.334.920 14,0% 35.304.068 6,9% Cuoio e prodotti in cuoio 217.783.182 31,3% 38.088.013 7,4% Legno e prodotti in legno 7.068.070 1,0% 132.3502 0,3% Carta e prodotti di carta, stampa editoria 619.525 0,1% 3.194.087 0,6% Prodotti petroliferi raffinati 0 0,0% 58.936 0,0% Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali 1.4761.380 2,1% 49.343.815 9,6% Articoli in gomma e materie plastiche 1.4261.088 2,1% 3.995.665 0,8% Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 8.230.644 1,2% 2.458.547 0,5% Metalli e prodotti in metallo 10.856.633 1,6% 21.981.898 4,3% Macchine e apparecchi meccanici 7.495.776 1,1% 186.711.449 36,2% Apparecchi elettrici e di precisione 26.385.820 3,8% 3719.6634 7,2% Mezzi di trasporto 5.535.587 0,8% 12.2640.463 23,8% Altri prodotti dell'industria manifatturiera 57.118.019 8,2% 3.233.107 0,6% Energia elettrica, gas, acqua e altri prodotti 224.329 0,0% 20.641 0,0% 568.339.508 81,8% 513.131.896 99,6% Ind. Manifatturiera 695.207.603 100,0% 515.070.345 100,0% TOTALE Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Dal lato delle esportazioni italiane, nel 2007 si è confermato particolarmente importante il settore delle macchine e apparecchi meccanici, che conta per oltre un terzo del totale (36,2%), seguito da mezzi di trasporto (23,8%), prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali (9,6%), cuoio e prodotti derivati (7,4%) e macchine elettriche e apparecchiature elettriche e di precisione (7,2%). Dal lato delle importazioni ha predominato il settore del cuoio e dei prodotti derivati, che pesa sul totale per il 31,3%, seguito da prodotti agricoli e ittici (17,9%), alimentari (14,5%) e tessile-abbigliamento (14,0%). Nei primi 6 mesi del 2008, come evidenziato dalla tabella sottostante, si è registrato un incremento sia delle importazioni (+9,9%), che delle esportazioni (+5,7%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Centro Studi Confindustria Marche 20
Scheda paese: Vietnam Import Export Italia-Vietnam gennaio-giugno 2008 Import Var. % Export Var. % Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca 72.505.915 16,6% 728.702 92,0% Prodotti delle miniere e delle cave 979.669 3,9% 430.841 29,3% Prodotti alimentari, bevande, tabacco 56.366.023 33,2% 4.398.170 17,5% Prodotti tessili e articoli di abbigliamento e pellicce 45.323.263 0,8% 19.008.813 -9,8% Cuoio e prodotti in cuoio 124.697.556 15,4% 22.057.946 7,4% Legno e prodotti in legno 4.942.444 54,7% 380.816 -52,5% Carta e prodotti di carta, stampa editoria 240.121 -27,1% 4.942.963 206,3% Prodotti petroliferi raffinati 0 0,0% 11.541 0,0% Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali 7.062.522 -38,6% 21.180.512 -7,6% Articoli in gomma e materie plastiche 7.718.530 4,0% 1.774.273 -25,4% Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 4.069.622 -12,6% 1.072.863 19,1% Metalli e prodotti in metallo 5.915.451 4,6% 13.145.295 20,5% Macchine e apparecchi meccanici 3.389.003 -32,7% 73.917.317 4,3% Apparecchi elettrici e di precisione 9.846.998 -30,3% 21.028.211 25,4% Mezzi di trasporto 3.096.972 45,7% 26.797.009 1,2% Altri prodotti dell'industria manifatturiera 38.381.605 8,1% 1.308.630 53,3% Energia elettrica, gas, acqua e altri prodotti 55.466 -71,6% 22.113 21,1% Ind. Manifatturiera 311.050.110 9,2% 211.024.359 5,6% TOTALE 695.641.270 9,9% 423.230.374 5,7% Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI BILATERALI L’ambiente economico è ancora afflitto da una serie di problemi con i quali il potenziale investitore deve confrontarsi. Sotto il profilo normativo, negli ultimi anni sono state avviate alcune importanti riforme e modifiche legislative, come il nuovo codice di procedura civile e le nuove norme riguardanti il settore finanziario, la contabilità, le costruzioni civili e i costruttori stranieri, l’arbitrato commerciale e la concorrenza. Le normative sugli investimenti sono state più volte emendate, da ultimo con l’entrata in vigore, il 1 luglio 2006, della nuova legge in materia di imprese ed investimenti, che mira a eliminare le disparità di trattamento tra imprese nazionali, statali e private, e imprese a capitale straniero. Tra le altre novità introdotte dalla legge si ricordano l’eliminazione di restrizioni non compatibili con gli impegni internazionali, la possibilità di risolvere eventuali dispute attinenti agli investimenti anche attraverso il ricorso ad un arbitrato internazionale e la possibilità per tutti gli investitori esteri di rinnovare la propria registrazione e il proprio statuto, rendendo quest’ultimo più flessibile. Nei mesi seguenti sono stati emanati cinque decreti attuativi, tra i quali il n. 108 del 22.9.2006 che disciplina l’emissione delle licenze da parte delle autorità locali e centrali e ridisegna il sistema di controllo sugli investimenti da parte delle autorità preposte. A maggio 2007 è stata approvata una legge sui contratti di Centro Studi Confindustria Marche 21
Scheda paese: Vietnam finanza di progetto, non ancora operativa in quanto mancano le relative circolari applicative1. A fine 2007 erano attivi 8.590 investimenti diretti esteri. Il valore delle relative licenze di investimento ammontava a 83,1 miliardi di dollari, ma gli investimenti realmente effettuati dal 1987, data di entrata in vigore della prima legge in materia, erano stati di 35,5 miliardi. Tra i principali paesi di provenienza figurano Corea del Sud, Singapore, Taiwan, Giappone e Hong Kong.2 Nel corso del 2007 sono stati approvati 1.445 nuovi progetti con un capitale di 17,9 miliardi di dollari. A tale cifra va aggiunto l’incremento di capitale degli investimenti già avviati, per 2,5 miliardi di dollari, che ha portato il totale del periodo a 20,3 miliardi di dollari, un record decennale. Il 71% dei nuovi investimenti esteri, che contava per il 68,4% del capitale investito, si è concentrato in nove delle sessantaquattro province vietnamite: cinque meridionali (Ho Chi Minh City, Dong Nai, Binh Duong, Ba Ria – Vung Tau e Long An), due settentrionali (Hanoi e Vinh Phuc) e due centrali (Phu Yen e Da Nang). Gli investimenti diretti italiani registrati a fine 2007 erano ventiquattro, con impegni complessivi pari a 94,4 milioni di dollari. L’Italia occupava la trentatreesima posizione nella graduatoria dei paesi di provenienza. Dopo che nel 2006 i nuovi impegni italiani erano stati pari a 60,000 dollari, nel 2007 hanno ottenuto una licenza quattro nuove iniziative, con un capitale atteso di 49,6 milioni di dollari. Segis e Mapei hanno recentemente inaugurato nuovi stabilimenti mentre Perfetti Van Melle e Metecno hanno significativamente ingrandito le proprie fabbriche. La Cir ha creato un impianto per la produzione di pasti precotti. Bonfiglioli e Piaggio hanno avviato la realizzazione di unità produttive; quello del produttore di motocicli, localizzato nella provincia settentrionale di Vinh Phuc, è l’investimento diretto italiano di ammontare maggiore negli ultimi anni. Infine, dal lato dei servizi, Cargo Italia ha ripreso e intensificato il trasporto di merci tra Ho Chi Minh City e Milano Malpensa, dopo un periodo di sospensione dei voli, e lo studio legale De Masi Taddei Vasoli ha aperto un ufficio di rappresentanza. La merchant bank pubblica Società italiana per le imprese all’estero ha prestato una crescente attenzione per le opportunità di investimento in Vietnam, come dimostrano le acquisizioni di partecipazioni azionarie nelle società costituite in Vietnam da Piaggio e 1 - Per una discussione più approfondita delle tematiche relative agli investimenti diretti esteri in Vietnam, si veda il rapporto congiunto Ambasciata – Ufficio Ice, pubblicato sui siti Internet del Ministero Affari esteri e dell’Ice. 2 - I dati relativi ad alcuni Paesi sono sottostimati per la diffusa pratica, specie delle multinazionali, di effettuare investimenti attraverso sussidiarie registrate in Paesi terzi, quali ad esempio Lussemburgo, Samoa (investitori taiwanesi), Isole Vergini Britanniche o Paesi Bassi. Secondo alcuni osservatori, il 70% degli investimenti statunitensi in Vietnam sarebbe condotto in questa forma. Centro Studi Confindustria Marche 22
Scheda paese: Vietnam Bonfiglioli. Il Vietnam mantiene, in via di principio, una politica di apertura agli investimenti diretti esteri, che in effetti sono affluiti negli ultimi anni a ritmo rapidamente crescente, dimostrando nei fatti che gli investitori premiano gli sforzi del governo e degli operatori economici per rendere più competitivo e moderno il paese. Un notevole vantaggio del Vietnam come destinazione di investimento è la sua forza lavoro, giovane, relativamente ben istruita e a buon mercato, se si guarda ai salari espressi nella valuta dei paesi occidentali. È proseguito il cambiamento qualitativo degli investimenti esteri: se in una prima fase riguardavano prevalentemente il settore delle costruzioni, dalla fine degli anni ’90 sono stati effettuati in misura crescente investimenti di carattere industriale, in particolare nell’industria leggera. Nel 2007 il comparto dei servizi ha fatto registrare la crescita più rapida, in particolare nei settori immobiliare e costruzioni (hotel, uffici, centri commerciali, appartamenti in zone turistiche e aree urbane), sull’onda di una domanda molto forte e di prezzi in rapida ascesa. È inoltre cresciuta l’incidenza dei progetti di piccole dimensioni, con capitale al di sotto di 50 milioni di dollari. La media del capitale investito per ciascun nuovo progetto nel 2007 è stata di 12,4 milioni di dollari, in diminuzione rispetto al 2006. Negli ultimi anni gran parte dei nuovi investimenti esteri sono stati effettuati nei 119 parchi industriali ed export processing zones operanti nel Paese, dove vige un trattamento fiscale di maggior favore ed è praticata la politica dello “sportello unico”, che snellisce le procedure burocratiche3. L’Agenzia per gli Investimenti Diretti Esteri, creata dal Governo vietnamita con i compiti di promuovere gli investimenti esteri e di fungere da think-tank per l’elaborazione di politiche tese al miglioramento del clima imprenditoriale, ha indicato tra le aree prioritarie l’alta tecnologia, le industrie di trasformazione, le infrastrutture, l’ingegneria e le produzioni rivolte all’esportazione. Particolari incentivi sono previsti per le zone in condizioni socio- economiche più difficili. La Scic, può inoltre rappresentare un utile punto di riferimento per chi intenda effettuare investimenti di portafoglio o acquisizioni di imprese preesistenti. A marzo 2008 l’ufficio Ice di Ho Chi Minh City ha aperto un desk investimenti, per diffondere informazioni e promuovere opportunità d’affari utili alle imprese italiane interessate a stabilire una presenza in Vietnam. 3 I parchi industriali e le export processing zones autorizzati a operare erano, a dicembre 2007, 179. Centro Studi Confindustria Marche 23
Scheda paese: Vietnam Le Marche L’interscambio della regione Marche con il Vietnam, nel periodo 2001-2007, mostra un andamento altalenante e si mantiene su valori assoluti decisamente contenuti; il saldo commerciale risulta negativo per le Marche in tutto il periodo considerato. Interscambio commerciale bilaterale Marche – Vietnam (milioni di euro) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Esportazioni marchigiane 13 14 13 8 9 7 8 Variazione % 37,2% 10,1% -10,4% -40,3% 13,9% -15,4% 8,2% Importazioni marchigiane 15 17 18 23 28 18 19 Variazione % 34,1% 13,7% 6,1% 25,3% 21,1% -37,1% 9,2% Saldo -3 -3 -6 -16 -19 -10 -11 Interscambio 28 32 31 31 37 25 27 Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Relazioni commerciali Marche- Vietnam 40 30 20 10 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 -10 -20 -30 esportazioni marchigiane importazioni marchigiane saldo interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 24
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