Scenari economici globali: qualche spunto di riflessione - Diego Scalise Banca d'Italia - Sede di Milano - Camera di Commercio di Varese
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Scenari economici globali: qualche spunto di riflessione Diego Scalise Banca d’Italia – Sede di Milano 22 novembre 2019
Obiettivo • Costruzione di scenari territoriali per l’area di Varese con orizzonte 2030 • Scenari globali mondo => scenari globali Varese • Identificazione delle driving forces globali del futuro a medio-lungo termine
Metodologia • Letteratura=>40 forze di cambiamento in orizzonte 2020-30 • Analisi econometrica=>correlazione causalità=>mappa relazioni • Assi interpretativi>cardini scenario prospettivo • Incrocio cardini e di set di forze=>4 mondi=>scenario composito 2030: • Globalizzazione vs. frammentazione e sovranismo • Tecnologia vs.uomo
Cambiamenti radicali negli ultimi 30 anni I • Radicali trasformazioni progresso tecnologico: • informazioni e comunicazioni: internet, smartphone… • rivoluzione digitale • Globalizzazione: progressiva liberalizzazione degli scambi internazionali di beni, servizi e capitali finanziari=> forte crescita nei movimenti tra paesi di informazioni, idee e persone => catene globali del valore
Cambiamenti radicali negli ultimi 30 anni II • Andamenti demografici: da 5,3 miliardi del 1990 a 7,6 miliardi del 2018: • 90% in paesi emergenti o in via di sviluppo • Invecchiamento in quasi ogni paese • Flussi migratori notevoli anche connessi ai cambiamenti tecnologici e dei rapporti di scambio
Evoluzione attesa • Progresso tecnologico e globalizzazione proseguiranno rinforzandosi a vicenda: • Diffusione automazione con intelligenza artificiale computer più potenti=>computer quantistici • Biomedico: stampanti 3D per fare organi • Commercio (Amazon, Alibaba, Ebay) e big data sia per produttori che per consumatori • Movimenti di merci potrebbero addirittura essere sempre meno necessari • «Anche se vi è attualmente un riflusso protezionista, è difficile pensare di poter fermare questi sviluppi o, ancora peggio, illudersi che dall’arrestarli possano scaturire vantaggi» Visco, 2019 • Anche le tendenze demografiche sono destinate a proseguire: • prossimi 25 anni numero di persone di età compresa tra 20 e 64 anni scenderà di quasi 30 milioni in Europa, 6 dei quali in Italia. La stessa classe di età aumenterà fortemente, invece, in Africa e in Asia, rispettivamente di circa 570 e 290 milioni (Nazioni Unite) • Risultanti pressioni migratorie saranno fortissime=> tra il 2020 e il 2030 il flusso di nuovi migranti potrebbe raggiungere la cifra record di circa 230 milioni di persone: in Europa gli arrivi previsti non basterebbero più a impedire una diminuzione del numero di persone in età attiva.
Conseguenze attese I • Finora globalizzazione e progresso tecnologico rilevanti effetti positivi: • PIL pro capite cresciuto del 70% tra 1990 e 2018 • Numero di persone in povertà estrema diminuito di 1,2 miliardi di persone tra 1990 e 2015 • Ma anche tasso di mortalità infantile, grado di scolarizzazione raddoppiato • Ma anche costi: • Ambientali: nel 2018 l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo 1961-1990 è stato di 0,98°C a livello globale e di 1,71°C in Italia=> peggioramento possibile in assenza di interventi • Tendenze demografiche nei paesi sviluppati=>peso su finanze pubbliche • Problema di distribuzione dei benefici di progresso tecnologico e globalizzazione=>internalizzazione diseguaglianza mondiale • Ampliamento diseguaglianza nei paesi avanzati riflesso di tre fenomeni: • Calo della quota di reddito al lavoro • Aumento differenziale tra salario occupazioni qualificate e meno • Polarizzazione occupazioni Origine comune è il calo del costo del capitale e l’opportunità di automatizzare mansioni a basso valore aggiunto
Conseguenze attese II • Timore della disoccupazione tecnologica: “Siamo affetti da una nuova malattia, di cui forse non tutti sanno ancora il nome, ma che sarà di grande importanza negli anni futuri: la disoccupazione tecnologica. Significa disoccupazione causata dalla scoperta di nuovi modi di risparmiare sull’utilizzo del fattore lavoro a una velocità superiore rispetto a quella con la quale si riescono a trovare nuove forme di impiego”; Keynes, 1936 che però concludeva “si tratta di una fase temporanea di aggiustamento” • L’esperienza di paesi come gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania, che si trovano alla frontiera dello sviluppo tecnologico e in cui pure si osservano tassi di disoccupazione vicini ai valori minimi storici, fa tuttavia prevalere per ora la visione meno pessimistica • Tuttavia durante la transizione verso un nuovo equilibrio con più automazione e più “digitale”, i costi economici e sociali – in termini di salari relativi, di qualità delle occupazioni, di partecipazione al mercato del lavoro – possono comunque essere molto rilevanti: • Lavoratori • Ma anche imprese: pressioni competitive e adattamento alla frontiera • Rischi per la sicurezza informatica e personale da posizioni dominanti e controllo dei dati
L’economia italiana: adattamento • Le difficoltà di adattamento della nostra economia sono state dovute a quattro principali fattori: • specializzazione nei settori tradizionali (proprio quelli in cui le pressioni competitive sono state più intense) • struttura dell’industria, caratterizzata dal peso elevato delle piccole imprese • gli assetti proprietari e gestionali, con azionisti e manager che troppo spesso sono membri della stessa famiglia • eccessiva concentrazione del debito delle società non finanziarie nel sistema bancario • Dall’inizio del nuovo secolo queste condizioni non sono mutate: • bassi sia la produzione di beni e servizi digitali, sia il loro impiego da parte delle imprese e degli individui. • indici che riassumono il livello di digitalizzazione dell’Unione europea e degli Stati membri pongono l’Italia agli ultimi posti, con un ritardo particolarmente accentuato negli utilizzi e nelle competenze
Il ruolo della conoscenza e del capitale umano I • Come conservare ciò che di buono viene dai cambiamenti tecnologici, della globalizzazione e della finanza, mitigandone però gli effetti negativi? • Di fronte ai rischi la soluzione non può essere quella “luddista” di fermare il progresso tecnico • Risposta a globalizzazione non può essere protezionismo =>il commercio consente a tutti i paesi di crescere, mentre il protezionismo favorisce solo pochi gruppi di potere a spese di tutti gli altri cittadini! • Rivoluzione tecnologica e l’integrazione dei mercati, così come la necessità di passare a una economia globale con bassa emissione di carbonio costituiscono grandi opportunità di sviluppo di cui vanno colte le potenzialità; devono essere, tuttavia, governati al tempo stesso i rischi e l’impatto sulle persone e sull’organizzazione dei processi produttivi
Il ruolo della conoscenza e del capitale umano II • Maggiore attenzione verso coloro che sono più lenti ad adattarsi e che rischiano di rimanere indietro stato troppo a lungo trascurato, a livello nazionale e internazionale. Necessità di intervento pubblico MA • Ruolo chiave della conoscenza e del capitale umano anche in modo innovativo • Disponibilità di competenze adeguate presupposto fondamentale per affrontare con successo l’incertezza su quali saranno i lavori del futuro • Forte investimento, pubblico e privato, nel capitale umano essenziale per accrescere la produttività e l’occupazione; il rendimento dell’investimento in conoscenza oltre la dimensione economica=> senso civico, rispetto delle regole, attitudine a cooperare con gli altri=>ulteriore sostegno a crescita
Il ritardo italiano • NEET elevato • Nel 2018 solo il 62% della popolazione italiana nella fascia di età 25-64 anni aveva concluso un ciclo di scuola secondaria superiore (83% della media dei paesi avanzati) • Programme for International Student Assessment (PISA): deficit di competenze dei quindicenni italiani nei confronti dei coetanei degli altri paesi OCSE • Test INVALSI: quota significativa di alunni non possiede un livello adeguato di conoscenze in italiano e in matematica. % di studenti che non padroneggia una lingua straniera (inglese) aumenta nel corso dell’itinerario scolastico, • 70% adulti italiani non in grado di comprendere adeguatamente testi lunghi e articolati una quota analoga non riusciva a utilizzare ed elaborare adeguatamente informazioni matematiche • Basse competenze finanziarie • Conoscenze digitali: il 44 per cento degli italiani possiede abilità digitali, 13 punti percentuali in meno rispetto alla media della UE STUDIARE DI + , STUDIARE MEGLIO PER ADEGUARSI ALLE NUOVE DINAMICHE NEL LUNGO PERIODO
22 novembre 2019 Grazie
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