Scarpe antinfortunistiche, come scegliere le migliori scarpe da lavoro - Amazon S3
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Scarpe antinfortunistiche, come scegliere le migliori scarpe da lavoro Le scarpe antinfortunistiche costituiscono un dispositivo di protezione individuale fondamentale nella maggior parte dei luoghi di lavoro e, come ogni d.p.i, hanno lo scopo di proteggere il lavoratore dai rischi residui della propria attività che la valutazione del rischio non riesce ad annullare. Anche quando le procedure di sicurezza vengono rispettate, il caso fortuito può giocare qualche brutto scherzo, come nel caso di caduta di materiale o attrezzatura pesante sul piede del lavoratore: in questo caso la scelta della corretta calzatura, dotata di puntale rinforzato, potrà fare la differenza. Per poter effettuare una scelta corretta, è necessario essere consapevoli dei requisiti richiesti dalle normative di riferimento: molto spesso ci si affida a vademecum presenti sui siti commerciali costituiti da un mero elenco di norme UNI, senza il testo delle quali, la comprensione delle etichette risulta piuttosto complicata. Questo articolo si prefigge l’intento di riassumere tutti i criteri di valutazione in maniera sufficientemente esaustiva da garantire al lettore una consapevolezza di base per operare una scelta oculata della scarpa antinfortunistica adatta alle proprie esigenze, che si tratti di scarpe antinfortunistiche da uomo o da donna, con puntale o senza, leggere, estive, invernali o sportive.
Scarpe antinfortunistiche: normativa di riferimento Le principali norme che definiscono le calzature antinfortunistiche sono: Norme Oggetto D.Lgs. 81/08 “Indicazioni non esaurienti per la allegato VIII valutazione dei dispositivi di protezione punto 4 tabella individuale” 6 UNI EN ISO D.P.I – Metodi di prova per calzature 20344:2008 UNI EN ISO D.P.I – Calzature di sicurezza 20345:2008 UNI EN ISO D.P.I – Calzature di protezione 20346:2008 UNI EN ISO D.P.I – Calzature da lavoro 20347:2008 D.P.I – Calzature con protezione contro UNI EN ISO rischi termici e di spruzzi di metallo fuso 20349:2010 presenti in fonderia e in saldatura – Requisiti e metodi di prova Protettori del piede e della gamba – UNI EN 12568 Requisiti e metodi di prova per puntali e solette anti-perforazione di metallo D.P.I – Linee guida per la redazione della UNI 10913 nota informativa Calzature di protezione contro agenti UNI EN chimici – Parte 1: Terminologia e metodi di 13832-1:2007 prova
Calzature di protezione contro agenti UNI EN chimici – Parte 2: Requisiti per calzature 13832-2:2007 resistenti agli agenti chimici in condizioni di laboratorio Calzature di protezione contro agenti UNI EN chimici – Parte 3: Requisiti per calzature 13832-3:2007 altamente resistenti agli agenti chimici in condizioni di laboratorio UNI EN Calzature per vigili del fuoco 15090:2006 UNI EN ISO D.P.I – Calzature – Metodo di prova per la 13287:2008 resistenza allo scivolamento CEI EN Calzature elettricamente isolanti per lavori 50321:2000 su impianti di bassa tensione Elettrostatica – Parte 4-3: Metodo di prova CEI EN normalizzato per applicazioni specifiche – 61340:2002 Calzature UNI EN ISO Calzature di sicurezza con resistenza al 17249:2007 taglio da sega a catena UNI EN D.P.I – Protettori delle ginocchia per 14404:2010 lavori in posizione inginocchiata Requisiti per le calzature di sicurezza, di UNI 11583:2015 protezione e da lavoro per uso professionale per lavoro su tetti inclinati Scarpe antinfortunistiche: classificazione Le scarpe antinfortunistiche sono divise in due classificazioni principali in base al materiale: quelle di tipo I realizzate in cuoio o altri materiali (esclusa gomma o polimero) e il tipo II confezionate interamente in gomma o polimero.
Ognuna delle classificazioni è a sua volta divisa in tre categorie in base al grado di protezione del puntale: Calzature di sicurezza, indicate con S o SB (Safety o Base Safety), di cui alla norma UNI EN ISO 20345:2008 con resistenza del puntale all’urto di 200 J e a compressione: 15 kN Calzature di protezione, indicate con P o PB (Protection o Base Protection), di cui alla norma UNI EN ISO 20346:2008 con resistenza del puntale all’urto di 100 J e a compressione: 10 kN Calzature da lavoro, indicate con O o OB (Occupational o Base Occupational), di cui alla norma UNI EN ISO 20347:2008 senza puntale di protezione. Una volta definita la scelta della calzatura in base a tipo e categoria, sarà possibile aggiungere ulteriori requisiti oltre
a quelli base a quelli base, definendo in tutto 6 classi: SB, S1, S2, S3, S4, S5 (e lo stesso per le categorie P ed O, con le dovute differenze in merito alla resistenza del puntale). Non tutti i requisiti saranno obbligatori per raggiungere la classificazione: alcuni potranno essere aggiunti in base alla valutazione dei rischi. R e C q l u a i s T s s i i e p t o i B H W C A H F W a R M P C I A E O S R N I O s O U e I O o x B B I I O x 1 I 1 O x 2 I 2 O x 3 I 3 O x 1 4 I 4 O I x 1 5 5 I
1 = Requisito che non si esplicita in quanto già posseduto dal tipo II. Dove ogni sigla identifica una capacità di resistenza ad un agente: E = Shock da urto sul tallone A= Scariche elettrostatiche WRU= Tomaio resistente ad assorbimento e penetrazione acqua WR= Calzatura nel suo complesso resistente ad assorbimento e penetrazione acqua P= Perforazione FO= Idrocarburi I= Isolate elettricamente CI= Freddo HI= Alte temperature C= Conduttività elettrica M= Metatarso protetto AN= Caviglia protetta CR= Taglio HRO= Calore per contatto Tutte le informazioni relative alla calzatura sono reperibili su marcatura impressa dal fabbricante sul dispositivo e sulla nota aggiuntiva di accompagnamento. Per definire i requisiti base o aggiuntivi che le scarpe antinfortunistiche devono rispettare, si fa riferimento a specifiche prove e/o test definite puntualmente dalla norma UNI EN ISO 20344:2008 – Dispositivi di protezione individuale – Metodi di prova per le calzature. Pertanto, nei punti successivi, dove verrà fatto riferimento ad opportune prove, si intenderanno quelle previste dalla suddetta norma. Ciò premesso, le scarpe antinfortunistiche base (e di conseguenza tutte quelle di livello superiore) devono soddisfare sempre i requisiti definiti dal prospetto della norma di riferimento (UNI EN ISO 20345:2008 per le calzature
di sicurezza, EN ISO 20346:2008 per le calzature di protezione e EN ISO 20347:2008 per le calzature da lavoro, come precedentemente definite: tali norme riporteranno i valori che si considerano accettabili sottoponendo le calzature o i componenti delle stesse alle prove previste dalla UNI EN ISO 20344:2008. Scarpe antinfortunistiche base: caratteristiche I requisiti di base richiesti per le calzature di sicurezza, per le calzature di protezione e per quelle da lavoro, verranno riepilogate di seguito. I requisiti sono gli stessi per tutte e tre le categorie, a parte per le prestazioni del puntale che, come si è detto, differenzia le calzature da lavoro dalle altre due tipologie in quanto non presente. Requisiti di progettazione della scarpa L’altezza del tomaio misurata secondo le indicazioni del punto 6.2 della ISO 20344:2011, deve essere come indicata in mm in funzione del numero della calzatura. Nel caso del modello A, i limiti di altezza varieranno da < (minore di) 103 a < (minore di) 121 mm. Con lo stesso criterio, per il modello B i valori minimi varieranno da 103 a 121 mm, per il modello C da 162 a 192 mm e per il modello D ed E da 255 a 300 mm. Zona del tallone, nel caso della norma UNI EN ISO 20345 che abbiamo preso in esame, ossia per le scarpe “di sicurezza”, deve essere sempre chiusa e al di sotto dei 44 mm non vi dovranno essere fori, a parte quelli di cucitura. Se stessimo trattando di scarpe “da lavoro” secondo la norma UNI EN ISO 20347, la possibilità del tallone non protetto
sarebbe invece contemplata. Requisiti relativi alla calzature nella loro interezza Prestazione della suola: Costruzione: il sottopiede, se presente, non potrà essere removibile. Qualora non sia presente, il plantare dovrà essere attaccato in maniera permanente. Resistenza al distacco del tomaio/suola: il metodo di verifica è descritto nella ISO 20344:2011, punto 5.2 e la resistenza al distacco non deve essere inferiore a 4,0 N/mm. In caso di strappo della suola, la resistenza non deve essere inferiore a 3,0 N/mm. Protezione delle dita: Come si è detto, il discorso sui puntali interessa le scarpe di sicurezza e di protezione, in quanto per quelle da lavoro non si tratta di una dotazione base prevista. Generalità sul puntale: i puntali devono essere una parte non removibile della calzatura. Eccezione fatta per le calzature interamente in gomma e polimeri, i puntali interni devono essere dotati di fodera della mascherina (eventualmente costituita da una parte del tomaio) in grado di resistere allo sfregamento delle dita grazie ad uno spessore non minore di 1 mm. Inoltre la copertura del puntale deve andare dal suo bordo posteriore fino ad almeno 5 mm sotto di esso e almeno 10 mm in direzione opposta. I requisiti dei puntali sono forniti dalla norma EN12568:2010, punto 4.2.2.2. Lunghezza interna dei puntali: misurata in conformità a quanto descritto nella ISO 20344:2011, punto 5.3 dovrà andare da 34 a 42 mm, in base alla misura della calzatura. Resistenza all’impatto tale che, quando la calzatura di sicurezza è sottoposta a prova in conformità con una energia di urto di 200 J, con tolleranza in eccesso e difetto di 4 J,
il puntale non deve sviluppare fenditure passanti e l’altezza libera sotto il puntale al momento dell’urto deve essere conforme a valori tabellari compresi tra un minimo di 12.5 mm per la misura (inglese) 3 ½ e inferiori ed un massimo di 15,0 mm per la misura 10 ½ e superiori. Resistenza alla compressione testata con opportuna prova, l’altezza libera sotto il puntale ad un carico di compressione di 15 kN, con un a tolleranza di 0,1 kN, deve essere conforme agli stessi valori tabellari previsti per la resistenza all’impatto. Resistenza alla corrosione dei puntali metallici Quando la calzatura di classe II (o uno, se dotata di puntale metallico) è sottoposta a idonea prova, il puntale di metallo può presentare al massimo tre zone di corrosione, tutte con superficie minore di 2 mm in ogni direzione. Puntali non metallici I puntali non metallici utilizzati nelle calzature di sicurezza devono essere conformi ai requisiti della EN 12568. Tenuta all’acqua Le calzature sottoposte a idonea prova non devono presentare nessuna perdita d’aria. Ovviamente per la calzatura di classe II senza una zona del tallone chiusa, il requisito non è applicabile. Caratteristiche ergonomiche specifiche Le calzature rigide non possono essere definite ergonomiche. Inoltre, per le calzature non rigide, è necessario che la superficie interna della scarpa sia priva di aree ruvide, appuntite o eccessivamente dure al punto da creare irritazione, che il puntale non dia fastidio, che non siano pericolose, che i lacci siano regolabili e che sia possibile camminare, salire le scale e accovacciarsi con facilità. Resistenza allo scivolamento di tipo SRA – SRB – SRC La proprietà antisdrucciolo della suola è particolarmente importante nei luoghi di lavoro e viene indicata con tre sigle differenti in base ai risultati dei test previsti dalla norma
EN 13287:2012. Simbolo di Piano di Condizioni richieste Lubrificante marcatura prova previste dalla norma ≥ 0,32 pianta calzatura SRA Ceramica H2O + detergente ≥ 0,28 tacco calzatura inclinazione di 7° ≥ 0,18 pianta calzatura SRB Acciaio Glicerina ≥ 0,13 tacco calzatura inclinazione di 7° Ceramica H2O + detergente SRC Entrambi i metodi Acciaio Glicerina I requisiti sono applicabili alle calzature con suola convenzionale. Non sono applicabili alle calzature per usi particolari contenenti puntali, borchie di metallo o simili, né alle calzature di sicurezza per usi particolari da utilizzare su terreni soffici (sabbia, fanghi, ecc.). Innocuità La calzatura di sicurezza, come ogni altro dpi, non deve cagionare danno alla salute o l’igiene dell’utilizzatore, deve essere composta di materiali dei quali sia stata dimostrata l’idoneità chimica (tessuti, cuoio, gomme o materie plastiche). Tali materiali, nelle condizioni di normale utilizzo, non devono rilasciare sostanze tossiche, cancerogene, mutagene, allergeniche, tossiche per la riproduzione o altrimenti nocive, nemmeno in stato di forte deterioramento. Le informazioni che asseriscono che il prodotto è innocuo devono essere controllate.
Requisiti specifici del tomaio Generalità: la zona del tomaio deve avere una altezza minima misurata dalla superficie orizzontale sotto la suola che, a seconda della misura e del modello varia da 44 a 202 mm. Quando il collare e le solette superino tali altezze, i materiali devono rispettare i requisiti di resistenza allo strappo, e di resistenza all’abrasione, richiesti per la fodera. Nel caso di pellami devono essere rispettati anche i requisiti per il valore del pH, e per il contenuto di cromo VI. Lo spessore minimo del tomaio della calzatura di classe II deve essere di 1,50 mm se in gomma e di 1,00 se in materiale polimerico. La resistenza allo strappo minima per la calzatura di classe I deve contrastare una forza di 120 N se in cuoio e 60 N se in supporto rivestito e tessuto. La resistenza a trazione per la crosta deve essere maggiore o uguale a 15 N/mm, per la gomma il carico di rottura deve essere maggiore o uguale a 180 N e per il materiale polimerico il modulo a 100% di allungamento deve essere compreso tra 1,3 e 4,6 N/mm 2 con una percentuale di allungamento maggiore o uguale al 250%. La resistenza alla flessione del tomaio in gomma deve essere tale da resistere senza fenditure a 125000 cicli di flessione, mentre quello in polimerico a 150000. Permeabilità e coefficiente del vapore acqueo: la permeabilità al vapore acqueo non deve essere minore di 0,8 mg/(cm2 × h) e il coefficiente del vapore acqueo non deve essere minore di 15 2 mg/cm . Valore pH: per i tomai di cuoio sottoposti a idonea prova il valore del pH non deve essere minore di 3,2. Se il valore del pH è minore di 4, l’indice di differenza deve essere minore di 0,7. Idrolisi: quando i tomai di poliuretano sono sottoposti a
prova non si deve verificare alcuna fenditura prima di 150 000 cicli di flessione. Contenuto di cromo VI nella calzatura contenente cuoio non deve essere maggiore di 3,0 mg/kg. Requisiti per la fodera della mascherina Resistenza allo strappo della fodera deve essere tale da sopportare una forza di 30 N se in cuoio e 15 N se in supporto rivestito e tessuto. Resistenza all’abrasione: la fodera non deve sviluppare alcun foro prima che sia stato eseguito il numero seguente di cicli. Per la fodera della mascherina e del quartiere: 25600 cicli a secco; 12800 cicli a umido. Per la fodera della zona del tallone: 51200 cicli a secco; 25600 cicli a umido. Permeabilità e coefficiente del vapore acqueo: la permeabilità al vapore acqueo non deve essere minore di 2,0 mg/(cm2 × h) e il coefficiente del vapore acqueo non deve essere minore di 20 mg/cm 2 . Non c’è alcun requisito per sottoporre a prova i rinforzi non foderati. Valore pH: come per i tomai, il PH non deve essere minore di 3,2. Se il valore del pH è minore di 4, l’indice di differenza deve essere minore di 0,7. Contenuto di cromo VI: analogo al valore del tomaio Requisiti fodera del quartiere Resistenza allo strappo, resistenza, permeabilità e coefficiente del vapore acqueo, valore pH e contenuto di cromo
VI analoghi a quelli della fodera della mascherina. Requisiti per sottopiede/plantare Lo spessore del sottopiede o plantare non deve essere minore di 2 mm, il valore del PH deve superare il 3,2 e, se minore di 4, l’indice di differenza deve essere minore di 0,7. 2 L’assorbimento d’acqua non deve essere minore di 70 mg/cm e il 2 deassorbimento di 80 mg/cm . La resistenza all’abrasione per i sottopiedi non di cuoio sottoposti a idonea prova, il danno non deve superare quello dei provini di riferimento per la stessa famiglia di materiali, prima dei 400 cicli. I plantari non devono bucarsi prima di aver superato 25 600 cicli di prova a secco e 12800 cicli a umido. Requisiti per linguetta È necessario sottoporre a prova la linguetta soltanto se il materiale con cui è prodotta o il suo spessore o entrambi sono diversi dal materiale del tomaio. 1) La resistenza allo strappo della fodera deve essere tale da sopportare una forza di 36 N se in cuoio e 18 N se in supporto rivestito e tessuto. 2) Il valore pH non deve essere minore di 3,2. Se il valore del pH è minore di 4, l’indice di differenza deve essere minore di 0,7. 3) Il contenuto di cromo VI deve essere analogo al valore del tomaio. Requisiti della suola 4) Progettazione: lo spessore del sottopiede e/o del plantare non deve essere minore di 2,0 mm.
5) Resistenza allo strappo: quando le suole non in cuoio sono sottoposte a prova in conformità alla ISO20344:2011, la resistenza allo strappo non deve essere minore di: 8 kN/m per un materiale con una densità maggiore di 0,9 g/cm3; 5 kN/m per un materiale con una densità minore o uguale a 0,9 g/cm3; 6) Resistenza all’abrasione: quando le suole diverse da quelle delle calzature interamente di gomma o interamente polimeriche sono sottoposte a prova in conformità alla ISO 20344:2011, la perdita di volume relativa non deve essere maggiore di 250 mm3 per i materiali con una densità di 0,9 g/cm3 o minore, e non maggiore di 150 mm3 per i materiali con una densità maggiore di 0,9 g/cm3. Quando le suole delle calzature interamente di gomma o delle calzature interamente polimeriche sono sottoposte a prova come descritto nella ISO 20344:2011, punto 8.3, la perdita di volume relativa non deve essere maggiore di 250 mm3. 7) Resistenza alla flessione conforme al punto 5.8.4: quando le suole sono sottoposte a prova in conformità alla ISO 20344:2011, punto 8.4, la crescita del taglio non deve essere maggiore di 4 mm prima di 30000 cicli di flessione. Le fenditure spontanee sono accettabili nelle seguenti circostanze. Solo il centro della zona della suola deve essere sottoposto a valutazione per rilevare fenditure, cioè le fenditure al di sotto del puntale devono essere ignorate. Le fenditure superficiali fino a 0,5 mm di spessore devono essere ignorate. Le suole devono essere considerate soddisfacenti se le fenditure non sono più profonde di 1,5 mm, più lunghe di
4 mm e non sono presenti in numero maggiore di cinque. 8) Idrolisi conforme al punto 5.8.5: quando le suole di poliuretano e le suole con uno strato esterno composto da poliuretano sono sottoposte a prova in conformità alla ISO 20344:2011, punto 8.5, la crescita del taglio non deve essere maggiore di 6 mm prima di 150 000 cicli di flessione. 9) Resistenza al distacco delle suole multistrato conforme al punto 5.8.6: quando sottoposta a prova in conformità al punto 5.2 della ISO 20344:2011, la resistenza al distacco tra la suola o lo strato dotato di rilievi e lo strato adiacente non deve essere minore di 4,0 N/mm a meno che si verifichi uno strappo di una parte qualsiasi della suola, in questo caso la resistenza al distacco non deve essere minore di 3,0 N/mm. Requisiti aggiuntivi Dopo aver elencato i requisiti base delle calzature antinfortunistiche, facciamo un breve elenco dei requisiti aggiuntivi per applicazioni particolari. Ad esempio si possono avere: calzature antinfortunistiche con proprietà elettriche (conduttive, antistatiche o elettricamente isolate) calzature resistenti ad ambienti aggressivi (isolamento dal calore o dal freddo del complesso soletta) assorbimento di energia nella zona del tallone esistenza all’acqua protezione del metatarso e della caviglia, resistenza al taglio, penetrazione ed assorbimento acqua controllato con idoneo telaio resistenza al calore ed agli idrocarburi con idonea suola.
Scarpe antinfortunistiche invernali La principale caratteristiche delle scarpe antinfortunistiche invernali sono: – la capacità di proteggere il piede dal freddo, indicata dalla sigla CI – l’impermeabilità della scarpa, indicata dalla sigla WR e della tomaia, indicata con WRU Nel caso di calzature di tipo II, quindi realizzate interamente in gomma o polimero, l’impermeabilità fa parte dei requisiti base, quindi non sarà indicata esplicitamente. Date le scarse capacità di isolamento dal freddo della gomma, sarà necessario indirizzare la scelta verso modelli imbottiti. Scarpe antinfortunistiche estive Il principale requisito per una scarpa antinfortunistica estiva è traspirabilità, in modo da favorire l’evaporazione e la termoregolazione all’interno della scarpa anche nelle calde giornate estive. Ulteriore requisito è la leggerezza. Primo modello a garantire questo requisito senza particolari complessità è il sandalo antinfortunistico estivo, purtroppo però non può garantire la mitigazione del rischio in presenza di determinati rischi per il piede. Di conseguenza, con la necessità di una scarpa chiusa, è necessario affidarsi a materiali leggeri e traspiranti, assorbenti e resistenti alla temperatura. Scarpe antinfortunistiche leggere Per garantire la leggerezza della calzatura, la tipologia di rischio a cui la scarpa antinfortunistica deve fare fronte è senz’altro basilare. Se abbiamo un rischio basso, tale da poter utilizzare delle semplici scarpe da lavoro, partiremo da un peso decisamente minore dovuto banalmente all’assenza del
puntale. Lo stesso vale per l’assenza di suola antiforatura. Se invece dobbiamo scegliere una scarpa di protezione o di sicurezza, i criteri su cui puntare per garantirne la leggerezza sono senz’altro la scelta del materiale giusto per gli elementi più pesanti, ossia l’involucro esterno, la suola, il puntale. L’involucro esterno della calzatura, come abbiamo visto, può essere realizzato in vari tipi di pelle (pelle crosta, liscio, nubuck,) o in tessuto (tipo I) o in gomma o polimeri, come per esempio il micro-velour fatto in poliestere (tipo II). Un tessuto in micro-velour è sicuramente più traspirante rispetto alla pelle, pur garantendo minor stabilità alla scarpa, per esempio nel contenimento della caviglia. Il materiale di rivestimento interno, a sua volta, può fare la differenza in termini di traspirabilità e sicurezza: non dimentichiamo che una traspirazione non ottimale contribuisce a dare un senso di pesantezza al piede, indipendentemente dal peso della calzatura. Oltre alla permeabilità al vapore acqueo, il materiale di rivestimento interno, insieme a quello della soletta, contribuisce all’assorbimento, alla climatizzazione e alla capacità di asciugatura rapida, oltre a sopportare alti livelli di sfregamento e all’abrasione senza compromettere il comfort. I materiali più diffusi sono il cuoio, tessuti vari più o meno termoregolanti e membrane con funzione osmotica. Per quanto riguarda invece il peso dato dal puntale, ove necessario, potremo scegliere tra differenti materiali con peso ben diverso fra loro: Puntale in Acciaio Il più usato grazie al costo moderato abbinato alle alte prestazioni di protezione, ma decisamente pesante. Da evitare se vogliamo ridurre il peso della calzatura. Puntale in Acciaio perforato
Rispetto al puntale classico in acciaio, garantisce una moderata riduzione del peso a fronte di un costo maggiore Puntale in alluminio stampato o iniettato Realizzato in una lega speciale di alluminio e manganese di derivazione aeronautica garantisce come vantaggi leggerezza, comodità, proprietà antistatiche, miglior isolamento e ottima resistenza. I contro sono il costo maggiore e la composizione metallica (non sempre idonea a tutti i lavori). Puntale in materiale composito (non metallico) Realizzato in materiale composito (no policarbonato), i vantaggi di questo materiale sono il peso ultraleggero, la composizione, le proprietà antistatiche, il comfort dovuto all’elasticità del materiale rispetto al metallo, la resistenza agli agenti chimici, agli idrocarburi, ai solventi. Utilizzati per le scarpe metal free (per esempio per chi lavoro in aeroporto), hanno per contro un costo maggiore rispetto agli altri. Puntali di fibra di vetro Realizzato con fibre di vetro intrecciate e resine epossidiche iniettate. Leggero, non metallico, ma di costo medio alto. Puntali in fibra di carbonio Garantiscono massima resistenza agli urti, comfort, leggerezza e robustezza, ma hanno un costo piuttosto elevato. Puntali in plastica Molto leggeri, economici e privi di parti in metallo, risultano però spessi e ingombranti per poter garantire la resistenza richiesta dalla norma. Non sono la miglior scelta per calzature sportive o femminili, anche se largamente utilizzati. Quindi, riassumendo, per scegliere una scarpa ultraleggera, se la tipologia di rischio lo consente si potrà optare per una scarpa da lavoro (senza puntale).
Qualora non sia possibile, si potranno abbinare materiali leggeri come il micro-velour all’esterno, materiali termoisolanti e traspiranti all’interno e un puntale prevalentemente in materiale composito o fibra di vetro o fibra di carbonio. Scarpe da lavoro senza puntale Come abbiamo trattato all’inizio, le caratteristiche delle scarpe da lavoro (le uniche senza puntale) sono descritte dalla norma UNI EN ISO 20347:2008 e devono avere le stesse caratteristiche base delle scarpe di protezione e di sicurezza, salvo per l’assenza di puntale. Come definire quando è possibile utilizzarle? Basandosi sulla valutazione del rischio sviluppata nel Documento di Valutazione del Rischio (DVR), in base alla presenza o meno di rischio di caduta materiale o schiacciamento del piede ad opera di mezzi operativi, oppure altre cause di rischio da schiacciamento delle dita del piede è possibile definire se si tratti di un dpi adatto o meno al proprio rischio specifico. Con lo stesso criterio si deduce facilmente che si tratta di scarpe non idonee al lavoro in cantiere. Scarpe da lavoro uomo – donna In linea generale le scarpe da donna sono più larghe a livello dell’avampiede e della punta e più strette a livello del tallone. Questo riflette le differenze di genere nella forma del piede. La forma anatomicamente differente del piede femminile rispetto a quello maschile condiziona inevitabilmente le caratteristiche delle scarpe antinfortunistiche da donna. La donna, mediamente, ha un tallone più stretto e di questo è necessario tenere conto per evitare che la scarpa di sfili facilmente o sia poco stabile. Il peso in genere minore delle donne rispetto agli uomini
richiede che la soletta della scarpa sia meno spessa, per smorzare le vibrazioni da impatto, e che pertanto questa risulti più morbida. Inoltre, pare che le donne camminino con la parte posteriore del piede più marcatamente degli uomini, quindi diventa necessaria una maggiore protezione o ammortizzazione nell’area del tallone per la scarpa femminile rispetto a quella maschile. Un’altra differenza tra uomini e donne è la lunghezza del tendine di Achille che risulta spesso più corto a causa dell’uso di scarpe col tacco alto: pertanto alcuni produttori realizzano scarpe da lavoro femminili con suola rialzata o con tacco, per contrastare i dolori alla schiena ed alle gambe che potrebbero causare scarpe troppo piatte. Ovviamente ogni caso è particolare, pertanto si suggerisce sempre di provare le scarpe da lavoro prima di acquistarle, ancora di più rispetto ad un normale paio di calzature. Ci sono alcuni produttori che hanno anche iniziato a produrre modelli particolarmente colorati per soddisfare un’altra esigenza tipicamente femminile, ossia considerare anche l’aspetto estetico delle calzature, perfino quelle da lavoro. Generalmente si tratta di modelli estremamente comodi e leggeri rispetto alla media dei modelli maschili. Scarpe antinfortunistiche sportive Un’ultima menzione ad una tipologia particolare di scarpa antinfortunistica che si distingue per l’estetica: la scarpa antinfortunistica sportiva. Stiamo parlando di scarpe all’apparenza da ginnastica, ma che in realtà sono calzature antinfortunistiche. Generalmente realizzate dai produttori di scarpe sportive, garantiscono ottime prestazioni in termini di leggerezza e comodità: possono anche arrivare a pesare non più di 500 grammi per una taglia 42.
Norme UNI di riferimento UNI EN ISO 20345:2008 per le calzature di sicurezza EN ISO 20346:2008 per le calzature di protezione EN ISO 20347:2008 per le calzature da lavoro Per maggiori informazioni consulta il sito di UNI
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