SBOBINE FANTASTICHE E DOVE TROVARLE DI MATERIALI DENTARI - Cartograph
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Il comitato costituito da Anania Josephine Federica, Eccellente Anna, Landoldo Elena, Mele Simona, Rainone Francesca, Rodriquez Vittoria, Silvestro Maria Vittoria, Todisco Cristiana Consiglieri e Alleati dei magici sbobinatori Sono fieri di presentarvi SBOBINE FANTASTICHE E DOVE TROVARLE DI MATERIALI DENTARI Anno 2019/2020
Ps. Se trovate del sangue tra una sbobb e l’altra, state tranquilli, è quello che abbiamo buttato noi per scriverle 2
Lezione Introduttiva Ausiello I materiali dentari sono composti che nascono negli anni 50 per il restauro estetico (quindi devono avere lo stesso colore del dente) e funzionale. I materiali compositi sono dei polimeri, cioè nascono dalla polimerizzazione di particelle che si chiamano monomeri. Questi monomeri quando vengono posti all’interno di una cavità con l’obiettivo di ricostruire le parti mancanti del dente, entrano in contatto con i tessuti dentari. I materiali dentari devono aderire a questi tessuti biologici che nell’ambito della vita del dente subiscono delle modifiche. La dentina infatti ha un’organizzazione non stabile nel tempo. Questa è caratterizzata da un fenomeno di degenerazione calcica che consiste nella precipitazione di sali di calcio che, lentamente, sotto forma reattiva occludono i tubuli dentinali e in un certo senso cambiano le caratteristiche fisiche e chimiche di questi substrati. Sulla dentina si fonda il principio di adesione di tutti i moderni materiali compositi. I polimeri, cioè i materiali compositi, per poter funzionare non devono solo avere il colore del dente ma devono avere soprattutto la capacità di aderire alla dentina. Mentre è semplice per un materiale composito aderire allo smalto che è un tessuto altamente mineralizzato, è più difficile aderire alla dentina il cui componente maggiore è il collagene che è fondamentale nella struttura elasticizzante della dentina. L’elasticità della dentina si perde nel corso degli anni della vita del dente che diventa più rigido e di conseguenza fragile. I materiali compositi sono nati per effettuare soprattutto il restauro dei denti anteriori che prima erano trattati protesicamente. Lentamente, nel corso degli anni, i materiali compositi hanno sostituito un’altra classe di materiali. Infatti, prima si utilizzava esclusivamente l’amalgama d’argento. L'amalgama dentale o amalgama d'argento è un materiale composto a matrice metallica usato in odontoiatria conservativa per otturazioni e ricostruzioni dirette. Gli elementi presenti nella sua composizione sono mercurio (45-50% circa del contenuto totale), argento (~22-32%), stagno (~11-14%), rame (~6-9%), zinco (~2%). Questo è un materiale metallico che ha due grandi difetti, innanzitutto dal punto di vista estetico in quanto il colore è completamente diverso da quello del dente e inoltre questo materiale non aderisce alle superfici del dente, né allo smalto, né alla dentina. Ha però la caratteristica di essere molto resistente alla masticazione. Dopo un po’ di anni, all’incirca una decina, si iniziano però a creare delle fessurazioni che peggiorano fino a quando il restauro lentamente poteva anche staccarsi dal dente dando luogo a fenomeni di carie secondarie. Quando si utilizzava l’amalgama d’argento subito dopo l’applicazione all’interno del dente il colore era lucido e lucente come l’argento. Dopo qualche anno il colore si ossidava poiché veniva a contatto con l’ossigeno che in bocca è presente sia sottoforma di H2O che di ossigeno puro. Il paziente quindi si doveva sottoporre a delle ri-lucidature negli anni. Bisogna tenere in considerazione poi che l’amalgama d’argento, in quanto materiale metallico, come qualsiasi metallo ha una conduzione termica elevata e molto diversa da quella dei compositi. Per esempio, la temperatura calda di un caffè o un cubetto di ghiaccio a 0 gradi rappresentano delle escursioni termiche che, attraverso un’otturazione in argento, vengono immediatamente trasmesse al tessuto e il tessuto reagisce a tutti questi stimoli termici, meccanici, osmotici, apponendo minerali come il calcio. Il tessuto quindi si difende occludendo i tubuli dentinali rendendoli meno permeabili. L’utilizzo dell’amalgama d’argento è andato a scemare perché vi era presente mercurio e questo materiale ha un potenziale effetto nocivo per la salute delle persone. Ormai non si utilizza più. Ieri Oggi Oggi viene utilizzato un materiale chiamato composito per otturazione. I materiali compositi sono polimeri organici , che una volta introdotti all’interno della cavità bisogna far indurire e reagire da un punto di vista chimico-fisico per farli diventare dei polimeri. Per fare ciò, i monomeri devono avere una conversione e questa viene garantita dall’utilizzo di una fonte di energia che è rappresentata da lampade che emettono delle onde elettromagnetiche. 3
I materiali compositi non si manovrano mai con le mani, mai con i guanti, sempre con l’acciaio. Gli strumenti che oggi si utilizzano hanno delle forme diverse, il primo sembra uno specillo, il secondo sembra una lancia, il terzo ha una superficie di una emisfera terminale e il quarto simile al terzo ma più piccolo. Greene Vardiman Black (indicato con G.V. Black) è colui che ha codificato una classificazione dei processi cariosi e della loro localizzazione anatomo-topografica all’interno dei denti. Al tempo stesso quando indicheremo la prima, seconda… classe di Black ci riferiremo a un disegno che la cavità dovrà assumere in funzione alla localizzazione primaria del processo carioso. Inoltre Black introdusse dei concetti fondamentali come la preparazione della cavità cariosa e “extension for prevention”. Extension for prvention indica la tecnica secondo cui la cavità che il dentista andava a preparare doveva incorporare quanto più possibile le fessure e i solchi anche quando non ci fosse un processo carioso in atto, come misura preventiva contro lo sviluppo di successivi processi cariosi. Questa”extension for prevention” è stata valida fino agli anni 80/90 ed è stata superata quando i materiali compositi sono stati universalmente utilizzati anche per il restauro dei denti posteriori (infatti fino agli anni 70 l’uso dei materiali compositi era confinato al restauro dei denti anteriori.) 1 classe di Black = il processo carioso interessa le superfici occlusali dei denti posteriori, premolari e molari. Sono interessati quindi i solchi e le fossette e docce laterali ( le docce sono delle depressioni tra una cuspide e l’altra, sulle superfici vestibolari) di premolari o molari. Sono compresi nella prima classe di Black anche i forami ciechi degli incisivi centrali e laterali dell’arcata superiore. Il forame cieco, da un punto di vista embriologico è un punto di fusione non fisiologica tra dei lobi che caratterizzano la formazione dell’incisivo. Sulle superfici palatine degli incisivi superiori, se le si esplora con la lingua si ha la sensazione o di una superficie totalmente liscia oppure, in alcuni punti si possono trovare delle gibbosità, come delle collinette. Tra la superficie palatina del dente e la gibbosità secondaria è posizionato il forame cieco che è un punto che va facilmente incontro a carie. Nel caso si debba fare una ricostruzione della prima classe di black, quando si andrà a mettere il materiale composito non si potrà mettere una massa unica ma bisognerà mettere tante masse quante sono le cuspidi che si devono andare a ripristinare. 2 classe di Black = il processo carioso interessa le superfici interprossimali (cioè le superfici mesiale e/o distale) dei denti posteriori, quindi premolari o molari. Quindi si possono definire MO (mesio-occlusali), DO (disto-occlusali), MOD (mesio-occluso-distali se la cavità è una seconda classe mesiale e distale con interessamento della zona occlusale). 3 classe di Black = il processo carioso interessa le superfici interprossimali dei denti anteriori, quindi incisivi e canini. 4 classe di Black = il processo carioso interessa l’angolo mesiale o l’angolo distale dei denti anteriori. 5 classe di Black = il processo carioso interessa le superfici cervicali, vestibolari o palatali di tutti i denti anteriori e posteriori. Cioè si trovano in corrispondenza del passaggio tra il colletto del dente e l’area gengivale o tra il colletto del dente e l’area palatale. Queste sono abbastanza rare e specifiche di una classe di pazienti che fanno uso di sostanze acide. ANATOMIA DEI DENTI Da ricordare: i denti di due emiarcate differenti sono speculari (come le mani). Ciascun elemento dentale ha un’anatomia che non risponde a un progetto di geometria solida regolare, bensì risponde a una geometria solida irregolare. Su ogni superfice dentale si possono distinguere sei superfici e solo cinque di queste sono visibili perchè una è inserita nel contesto del tessuto di sostegno (parodonto). Queste superfici sono: - La superfice gengivale - La superfice mesiale, che scende dal bordo gengivale nella zona anteriore mesiale - La superfice distale che si rivolge posteriormente - La superfice incisale - La superfice palatina - La superfice cervicale, non visibile, all’interno del parodonto INCISIVI - 4 per la mascella superiore - 4 per la mandibola - Vanno distinti in 2 centrali e 2 laterali 4
- I centrali superiori sono di dimensione maggiori dei laterali e in generale, tutti i superiori sono più grandi degli inferiori - Gli inferiori hanno tutti dimensioni pressoché identiche Incisivo centrale superiore - Ha una faccia vestibolare leggermente convessa - Ha una faccia palatina leggermente concava che presenta, a livello del colletto il cingolo, cioè un ispessimento dello smalto - Ha due facce approssimali triangolari con apice rivolto verso il margine incisivo - La radice è conica Incisivo laterale superiore - Simile al centrale - L’angolo distale del margine incisale è smusso - La radice è appiattita in senso vestibolo-palatino Incisivi inferiori - Ha una superficie vestibolare convessa - Ha una superficie linguale leggermente concava - Ha due superfici approssimali triangolari con apice rivolto verso il margine incisivo - Nei laterali inferiori l’angolo ditale del margine incisivo è smusso - La radice è appiattita in senso mesio-distale CANINI - Sono monoradicolati con radice molto sviluppata - Rappresentano il passaggio tra gli incisivi e i policuspidati (premolari e molari), infatti il margine incisale qui risulta trasformato in due piani inclinati in direzione mesiale e distale che si incontrano sulla linea mediana costituendo una vera e propria cuspide - La corona assume una forma di tronco di cono - Le superfici approssimali hanno forma triangolare e la mesiale è più estesa della distale - Negli inferiori la corona è più lunga e stretta, la faccia vestibolare è convessa e di forma triangolare e la superficie linguale è leggermente concava PREMOLARI - Le facce vestibolare e linguale sono convesse - Le facce approssimali sono quadrangolari e appiattite - Sono denti con radice unica ad eccezione del primo premolare che in certi casi può presentarne due, una vestibolare e l’altra palatina - Primo premolare superiore - Ha due cuspidi, quella vestibolare è più alta di quella palatina. Secondo premolare superiore - E’ leggermente più piccolo del primo - Le sue due cuspidi, vestibolare e palatina hanno la stessa altezza. Primo premolare inferiore - Ha forma cilindrica - Ha due cuspidi ben formate, una vestibolare e una linguale e poi ha un residuo di una terza cuspide più piccola che si è ridotta nella linea filogenetica. - La cuspide vestibolare è molto più accentuata di quella linguale - Le due cuspidi sono unite da un ponte smalteo che divide il solco intercuspidale mesio-distale in due fossette - Ha una fossa centrale Secondo premolare inferiore - Ha maggiore volume - Le sue due cuspidi, vestibolare e linguale, hanno uguale volume 5
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