Rivoluzioni Cooperative - Imprese di persone che generano comunità e futuro DOCUMENTO CONGRESSUALE - Legacoop Emilia Romagna

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Rivoluzioni Cooperative
Imprese di persone che generano
comunità e futuro

       DOCUMENTO CONGRESSUALE
    Approvato dalla Direzione Nazionale di Legacoop
              in data 19 dicembre 2018
16|17|18 Aprile 2019
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1. L’epoca della trasformazione
   1.1 l lungo processo di ridefinizione degli assetti economici, sociale e politici
   1.2 Le fratture che segnano economia e società
   1.3 Rischi e opportunità della trasformazione digitale

2. La società che si prepara e la missione della cooperazione
   2.1 Una nuova economia cooperativa e delle comunità

3. L’evoluzione dell’universo cooperativo associato a Legacoop
   3.1 Una base associativa minore – nel numero – e rinnovata
   3.2 Le dinamiche dimensionali
   3.3 Legacoop, un’associazione nazionale unitaria ed autonoma

4. Le scelte di Legacoop: intervenire nelle fratture per ricomporle, costruire l’Alleanza,
rinnovarsi
   4.1 Quattro prove per misurare la capacità di risposta della cooperazione italiana
       4.1.1 Lavoro e dimensione umana
       4.1.2 Dimensione armonica nel fare impresa per una società aperta, inclusiva e plurale
       4.1.3 Una nuova etica imprenditoriale
       4.1.4 Nuovi ecosistemi imprenditoriali sostenibili e virtuosi
   4.2 L’Alleanza delle Cooperative Italiane
       4.2.1 Un progetto iniziato nel 2011
       4.2.2 Alla prova della nascita della casa comune
       4.2.3 I prossimi passi

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  4.3 La riorganizzazione di Legacoop
      4.3.1 Rapporto con la politica
      4.3.2 Governance e formazione cooperativa
      4.3.3 Strumenti finanziari e nuovi servizi per la cooperazione - Cooperazione, finanza, sviluppo
      4.3.4 Territori, settori e struttura nazionale: più integrazione e nuove competenze la chiave
      per sviluppare efficienza, più utilità e nuovi servizi per le imprese associate.
      4.3.5 Nuovi compiti associativi e iniziative: la sfida 4.0

5. “Cambiare l’Italia cooperando”, un nuovo modo di essere ed operare
   5.1 I cinque pilastri
       5.1.1 Lavoro
       5.1.2 Sostenibilità
       5.1.3 Legalità
       5.1.4 Innovazione
       5.1.5 Welfare

6. Associazione e visioni di futuro
   6.1 Da “Cambiare l’Italia cooperando”, il lavoro per progetti
   6.2 Accountability, diffusione di buone pratiche e BES cooperativo
   6.3 Una nuova “matrice” associativa
   6.4 La rappresentanza dell’impresa sociale e di altre forme organizzative ed imprenditoriali
   sociali e solidali
   6.5 La promozione di nuova cooperazione

7. Nota finale per chi ci legge

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1. L’epoca della trasformazione                          Questa visione, apparentemente senza alter-
                                                         native, ha improntato anche interpretazioni e
1.1 l lungo processo di ridefinizione degli as-          gestione dei processi di globalizzazione che
setti economici, sociale e politici                      hanno accelerato il mutamento sostanziale
                                                         degli equilibri geo economici antecedenti la
Il 40° congresso avviene in un momento di mu-            crisi, affermando il protagonismo di nuovi si-
tamenti epocali, che presenta caratteri, a tutti gli     stemi economici e territoriali che hanno avvia-
effetti, straordinari. Nell’ultimo decennio, la Gran-    to il loro percorso verso un futuro di maggior
de crisi e l’avvio di una incerta ripresa, si sono in-   benessere. Nondimeno, a prescindere da egoi-
nestate, infatti, su trasformazioni economiche e         stiche visioni ‘eurocentrate’, le modalità con
sociali strutturali e profonde, tuttora in atto.         cui si è avverata la sempre maggiore integra-
                                                         zione dei mercati su scala globale, dovuta alla
Il contesto globale e le risposte neoliberiste           concezione stessa dei mercati e agli interessi
Il decennio 2008-2018 ha indubbiamente                   connessi, hanno contribuito ad accentuare – e
rappresentato il periodo di crisi più profonda           non a sanare o diminuire – i divari tra società
mai conosciuta dal mondo capitalista. All’in-            del benessere e aree sofferenti del mondo e,
domani di questa frattura epocale – aperta               all’interno di queste zone, a concentrare risor-
dai dissesti provocati, anzitutto, dagli azzardi         se e potere verso i pochi a discapito dei molti.
dei mercati finanziari deregolamentati e glo-
balizzati – è divenuta attuale una profonda e            Così la globalizzazione, oltre all’incremento
significativa riflessione sulla necessità di pro-        dei flussi di merci e risorse finanziarie, ha ge-
muovere nuovi modelli economici sostenibili.             nerato anche un’immane flusso di esseri umani
                                                         sradicati da intere aree del mondo gravate da
Nel breve volgere di alcuni anni abbiamo, in-            fame, guerre, violazioni di diritti fondamentali.
vece, registrato il riproporsi dell’idea che la
strada per il rilancio dell’economia e la ricerca        In un quadro segnato da fenomeni di tale portata,
di una nuova dimensione di equilibrio sociale            non avendo trovato una risposta alla necessità di
possa arrivare da un aggiornamento delle poli-           superare un capitalismo “a trazione finanziaria”
tiche neoliberiste, improntate alla convinzione          né soluzioni conseguenti o sbocchi diversi, le
che i mercati, senza regole e controlli, siano in        molteplici reazioni alla crisi sono rimaste così per
grado di auto-correggersi e di assicurare pro-           lo più improntate ai vecchi schemi, producendo
sperità e crescita alle società avanzate. Il pre-        guasti ulteriori. Questi fenomeni hanno profon-
valere di una concezione ‘turbo-capitalista’ ha          damente l’indebolito le nostre società e, al loro
così favorito un’ulteriore concentrazione del            interno, le aree più fragili, i ceti più deboli e interi
potere economico e finanziario in un numero              segmenti dei sistemi produttivi. Così questa crisi
ridotto di imprese multinazionali, e ha contri-          ha amplificato le distorsioni, producendo nella
buito all’incremento su scala globale di dise-           società e nelle comunità globali un incremento
guaglianze e ingiustizie sociali.                        di diseguaglianze e ingiustizie sociali.

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Questo stesso pensiero ha sostanzialmente            sono per noi le principali fratture sociali, eco-
impedito che in Europa si realizzassero politi-      nomiche e civili su cui riteniamo sia possibile
che anticicliche in grado, sul breve periodo, di     mettere a frutto l’esperienza e la capacità co-
ammortizzare le conseguenze di una recessio-         operativa. È su questo che noi, cooperatrici e
ne epocale in particolare sugli stati più esposti    cooperatori, ci sentiamo chiamati a intervenire
della periferia continentale, che oggi mostra-       e provare la nostra utilità per il Paese.
no gli effetti di un difficile decennio, sul piano
economico, sociale e politico.                       1. Lavoro, cittadinanza e dignità delle persone
                                                     Il lavoro – elemento di riscatto, protagonismo
Politiche restrittive in fasi recessive, a volte     e affermazione della dignità della persona – sta
senza riforme nè riprogettazione di ammortiz-        da tempo subendo profonde mutazioni, verso
zatori sociali, hanno prodotto costi troppo alti     forme sempre più flessibili e ‘liquide’. Automa-
sia per la società e le persone, sia per i sistemi   zione e sviluppo digitale hanno accelerato questi
produttivi e le imprese, contribuendo a minare       processi, contribuendo a modificare la natura e
la percezione del valore stesso dell’unità euro-     il senso del lavoro e portando con sé, insieme a
pea. Gli italiani rimangono europeisti (il 57%       nuove opportunità, rischi molto forti, soprattutto
dei nostri connazionali è a favore dell’Euro, il     per le categorie professionali più fragili.
12% in più del 2017 - Fonte Eurobarometro)           Il tradizionale conflitto tra capitale e lavoro
ma se nel 2002, il 70% riteneva che l’Italia         assume nuovi significati e nuove dimensioni,
avrebbe tratto più vantaggi che svantaggi dalla      ma rimane ugualmente attuale poiché, ancora
permanenza nella Ue, oggi tale convinzione è         oggi, il prevalere del capitale sul lavoro è sino-
fatta propria solo dal 18%.                          nimo di sfruttamento e alienazione. Nella fase
                                                     storica che stiamo attraversando, anche chi ha
La dilagante sfiducia ha contribuito ad aprire       un lavoro non è al riparo dalla povertà e la re-
la porta a posizioni protezionistiche e al supe-     munerazione corrisposta non è sempre capace
ramento del modello multilaterale in favore di       di produrre diritti effettivi di cittadinanza.
accordi bilaterali che, lontano dal costituire       Sono aumentate così diseguaglianze e ingiu-
una soluzione, rischiano di acuire i problemi        stizie sociali: oggi in Italia la povertà assoluta
penalizzando i Paesi più fragili.                    ha raggiunto 5,5 milioni di persone e quella re-
                                                     lativa interessa quasi il doppio delle persone
1.2 Le fratture che segnano economia e società       (9,4 milioni – Istat 2017). La povertà, inoltre,
                                                     ha approfondito le diseguaglianze non solo tra
Sfiducia, chiusura e disgregazione hanno pro-        generi e tra generazioni ma anche per quel che
dotto in questi anni numerose fratture che           concerne l’accesso alla cultura, alla conoscen-
segnano la nostra società rendendo più com-          za e alle competenze, ampliando, così, il solco
plessa la risoluzione dei problemi e delinean-       che separa persone e opportunità.
do il perimetro delle sfide che anche la coo-        Lungo questa deriva avvertiamo anche, senza
perazione è chiamata ad interpretare. Queste         una forte inversione di tendenza, il rischio e la

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minaccia che la stessa offerta cooperativa di        3. Economia e natura
buon lavoro perda la propria efficacia e finalità    Il tema della sostenibilità, le conseguenze che le
distintiva.                                          modalità con cui si è realizzato lo sviluppo provo-
                                                     cano sugli equilibri ambientali, sono non da oggi
2. Elite e popolo                                    all’attenzione della comunità internazionale. La
La crisi economica globale e il fallimento dei       frattura è acutizzata dalla polarizzazione delle
tentativi di contrasto messi in atto dai governi     posizioni, tra chi sposando la causa ambientale
nazionali per ridurre le disuguaglianze, hanno       propugna la decrescita e chi, all’estremo oppo-
aumentato i bisogni diffusi di sicurezza sociale e   sto, negando i problemi rifiuta di porre in cam-
personale rendendo la quotidianità delle perso-      po correttivi ormai indispensabili. L’innovazione
ne incerta e scarsamente vivibile. La domanda        renderebbe oggi possibile, invece, la ricerca di
di vita dignitosa non è più relegata solamente       nuove strade in cui il progresso e lo sviluppo si
alla sfera economica ma porta con sé il bisogno      realizzino in un ciclo integrato che non spreca ri-
di rispetto, dignità e libertà per vivere secondo    sorse e non peggiora il territorio, abbandonando
le proprie inclinazioni; porta con sé la richiesta   quell’inesauribile catena della valutazione costi/
di certezza e di opportunità per poter realizzare    benefici che alla fine altro non fa che danneggia-
progetti di vita, personali e condivisi con altri.   re alternativamente o lo sviluppo o l’ambiente.
La frustrazione di queste esigenze ha provo-
cato un senso di sfiducia e la delegittimazio-       4. Economia e benessere delle persone
ne delle classi dirigenti. Il risentimento per       La crisi che ha contraddistinto questo lungo e pe-
queste privazioni ha fatto crescere l’idea di-       sante decennio ha alimentato la sfiducia totale e
sgregante della disintermediazione, ossia la         l’avversione a una finanza che passando da mez-
convinzione che la democrazia possa fare a           zo a fine, da strumento a obiettivo, ha finito per
meno dell’essenziale ruolo dei corpi interme-        danneggiare pesantemente il mondo dell’impre-
di e – più in generale - delle forme di rappre-      sa e del lavoro e le stesse comunità e ha portato
sentanza politica ed istituzionale; proprio in       ad avvertire un’economia dominata da obiettivi
un momento in cui, manifestandosi con mag-           finanziari e votata unicamente al profitto imme-
gior forza sentimenti di egoismo, aggressività,      diato e personale come nemica della realizzazio-
e regresso sociale e politico, più forte sareb-      ne e della felicità individuale. La realizzazione,
be l’esigenza di soggetti capaci di aggregare        quando viene vissuta come possibile, è confina-
le nuove istanze in un sistema di rappresen-         ta nel tempo libero, mentre tutto ciò che attiene
tanza democratica degli interessi, in un nuovo       all’economia viene percepito come estraneo o
patto democratico di cittadinanza promosso           nemico della felicità personale.
da istituzioni legittimate e funzionanti. Attra-
verso una nuova capacità di ascolto e di rispo-      5. Fratture tra territori
sta passa anche la ripresa di credibilità e ruo-     Le conseguenze della crisi hanno contribuito
lo dei corpi intermedi, delle nuove forme della      ad approfondire – invece che risolvere – gli
politica e delle istituzioni.                        storici divari regionali, incidendo sulle realtà

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sociali in particolare del Mezzogiorno e delle       mondo, che hanno uno dei propri epicentri nel
aree interne. Nella crisi economica il Mezzo-        Mediterraneo. Le migrazioni sfidano le società
giorno ha registrato, infatti, una perdita cu-       avanzate a trovare soluzioni non solo sul pia-
mulata di PIL reale di circa 9 punti percentuali     no economico, ma pure politico, istituzionale e
dal 2007, doppia rispetto alla media italiana.       morale. Nella crisi si sono acuite acuite le ten-
Questo ha acuito una frattura territoriale che       denze ad attribuire allo straniero la causa di
da sempre segna e limita il nostro Paese. Non        problemi che avevano ed hanno radici diverse
è la sola: anche il deficit di opportunità offerte   e ben più profonde. Il migrante è divenuto così
a chi vive nelle aree interne, da nord a sud, ge-    per tanti il nemico, ciò che minaccia sicurez-
nera differenze e disperde energie e potenzia-       za e qualità della vita. La chiusura e il conflitto
lità, mentre le nostre città vivono un’esigenza      che ne derivano – questi sì – rischiano di dan-
crescente di rigenerazione urbana, per chiu-         neggiare fortemente la nostra vita sociale.
dere lo iato tra centro e periferia, tra quartieri
abbandonati al degrado e poli direzionali.           8. Stato e comunità
                                                     Da una parte le comunità locali, le piccole pa-
6. Fratture tra generi e generazioni                 trie, luogo identitario a rischio però di chiusura
Nel nostro Paese registriamo da una parte il         e implosione, incapaci da sole di far fronte a
mancato ricambio generazionale che mantie-           mutamenti globali che investono ogni dimen-
ne ai margini i giovani, relegandoli nella pre-      sione territoriale. Dall’altra lo Stato centrale
carietà, dall’altra l’incapacità di valorizzare      sempre più in crisi, tanto finanziaria quanto di
l’apporto che le persone con più esperienza          legittimazione per l’incapacità di garantire ri-
possono dare all’evoluzione positiva delle im-       sposte adeguate alle sfide e il mantenimento
prese e della società. Nel contempo perdura          dei livelli di welfare e dei sistemi di protezione
la maggior difficoltà per le donne non solo ad       che lo hanno caratterizzato, sempre più spes-
entrare nel mondo del lavoro o a fare impresa,       so vissuto come rapace e sottrattore – altro
ma per vedere riconosciute la propria compe-         che generatore – di opportunità. Una genera-
tenza e il valore del proprio apporto, potendo       le e diffusa percezione di insicurezza genera
contare su minori opportunità di carriera e ri-      paura, chiusura, rifiuto dell’immigrato e sfidu-
cevendo compensi inferiori rispetto ai colleghi      cia nelle capacità dello Stato di difendere l’in-
maschi. La precarizzazione e marginalizzazio-        dividuo, i suoi beni e la comunità, alimentando
ne dei giovani, la mancata valorizzazione degli      una pericolosa deriva verso la giustizia-fai-da-
anziani, l’assenza di reali pari opportunità per     te. Complessivamente è una frattura che, es-
tutti sono sprechi da cui il Paese deve uscire       sendo anche al centro del confronto politico, si
sperimentando nuove soluzioni e opportunità.         sta progressivamente allargando.

7. Migranti, immigrati e italiani
Altro fenomeno che contraddistingue la mo-
dernità sono i flussi umani dal sud al nord del

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1.3 Rischi e opportunità della trasformazio-          infatti, implica trasformazioni nell’organizza-
ne digitale                                           zione del lavoro (con nuove forme occupazio-
                                                      nali di tipo collaborativo fuori e dentro i luoghi
La rivoluzione 4.0 è ormai parte della nostra         di produzione), nei modelli di apprendimento
vita quotidiana e impatta su queste fratture,         permanente, nella ridefinizione dei percorsi di
portando con sé tanto nuove opportunità,              carriera e conoscenza in una logica di valoriz-
che le imprese italiane devono essere messe           zazione di tutto il capitale umano (significativa
in condizione di poter cogliere, quanto nuovi         in questa direzione la proposta di risoluzione
rischi, da cui soprattutto le fasce meno pro-         del Parlamento europeo del 2018 sull’emanci-
fessionalizzate e quindi più fragili dei lavoratori   pazione delle donne e delle ragazze attraverso
devono difendersi.                                    il settore digitale). Si tratta di trovare un nuovo
                                                      equilibrio lungo gli assi uomo-tecnologia e uo-
L’economia di logica fordista era basata sulla        mo-ambiente, portando con sé – se non gover-
standardizzazione dei prodotti, con macchine          nata – rischi di marginalizzazione e alienazione
rigide, in grado di replicare processi e prodotti     di strati della società dal processo produttivo.
in modo uniforme. L’economia di logica digi-
tal è fondata, invece, sulla personalizzazione        La quarta rivoluzione industriale impone un
delle risposte. Attraverso l’uso di scienza e         mutamento di paradigma nella relazione tra
tecnologia il sistema di produzione digitale è        capitale e lavoro. Occorre ri-definire la fun-
in grado di intervenire sui prodotti (personaliz-     zione delle persone nel processo lavorativo,
zandoli), sui processi (offrendo risposte velo-       puntando sullo sviluppo di una nuova consa-
ci e on demand), sulla relazioni (agevolando e        pevolezza dell’importanza del capitale umano
stimolando le iper-connessioni) e sulla libertà       nell’innovazione di processo e prodotto; ripen-
di scelta (leggendo attraverso i big data le im-      sare le forme della redistribuzione della ric-
prevedibilità dei comportamenti).                     chezza e di tutela delle persone.

L’economia digitale incide sul modello di lavoro,     In questo nuovo scenario i vecchi modelli verti-
con la generazione di filiere fluide che rompono      cali vengono superati: spazio e flussi si intrec-
le dimensioni operative precedenti, superando         ciano, globale e locale si intersecano e entrano
le dimensioni statiche tra luoghi, funzioni, pro-     in una dimensione reticolare che produce un
fessionalità, specializzazioni. Quali sono le con-    nuovo spazio spurio e multipiano dello scam-
seguenze di questo complessivo mutamento di           bio e della presenza sui mercati. I diversi am-
paradigmi economico-produttivi?                       biti che un tempo erano separati (ad esempio
                                                      beni materiali e servizi) si ibridano. Lo sviluppo
La società digitalizzata, dei big data e dell’in-     non si basa più in una dimensione verticale,
ternet delle cose, affascina le persone e, insie-     ma diviene piattaforma.
me, le spaventa, perché aumenta l’instabilità
e genera ansia per il futuro. La rivoluzione 4.0,     Il ruolo delle piattaforme diviene centrale, ed

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                                                                                ROMA

è caratterizzato non dalla tradizionale organiz-      di ogni cooperativa del mondo e preesistono a
zazione verticalizzata ma da processi di disin-       visioni, interessi, ideologie contingenti nei sus-
termediazione e nuova aggregazione.                   seguenti periodi storici.

2. La società che si prepara e la mis-                Anche oggi, quindi, di fronte alle grandi trasfor-
sione della cooperazione                              mazioni mondiali richiamate, alle contraddizio-
                                                      ni della globalizzazione, alla ridefinizione degli
Dalla sua nascita la cooperazione si è mani-          equilibri economici fra continenti e sistemi di
festata e affermata ovunque nel mondo come            mercato, alla riallocazione del potere mondia-
forma collettiva per agire nei mercati in modo        le, al mutare della distribuzione di ricchezze e
alternativo all’impresa capitalistica. Per loro       povertà e ai fenomeni istituzionali politici che
natura le imprese cooperative, mentre testi-          tutti questi processi hanno avviato, occorre
moniavano la possibilità di un agire economico        consolidare nel movimento cooperativo inter-
fondato su principi e valori differenti alla pura     nazionale la rappresentanza dei cittadini coo-
riproduzione del profitto, si associavano fra         peratori e confermare ai principi fondativi un
loro, tessendo le reti di movimenti economici         rinnovato ruolo di bussola per conseguire un
e sociali, prima a livello nazionale e internazio-    nuovo progresso economico e sociale.
nale, poi a livello globale.
                                                      L’idea di Europa a cui pensiamo
L’International Co-operative Alliance, sorta          In forza di queste convinzioni e nel rispetto di
nel 1895 per la rappresentanza globale della          quei valori, noi oggi vogliamo ribadire con con-
cooperazione, rappresenta oggi un miliardo di         vinzione l’adesione prima di tutto valoriale e
cooperatrici e cooperatori nel mondo e circa          culturale alla dimensione continentale, che è
tre milioni di imprese in ogni settore e in tutti i   ormai una consolidata comunità di donne e uo-
continenti.                                           mini e l’ambito di condivisione e di proiezione
                                                      di opportunità di vita e di lavoro, in particolare
Questa organizzazione – tra le più rilevanti fra      per le giovani generazioni di cittadini europei.
i corpi internazionali non solamente nella rap-       Nel quadro descritto, inoltre, la dimensione
presentanza di impresa – nel corso di oltre un        continentale europea si conferma non tanto
secolo di vita ha condotto i movimenti coope-         quale unica soluzione, ma come spazio eco-
rativi globali attraverso tutti i fenomeni econo-     nomico più efficiente per affrontare anche la
mici, culturali e politici, producendo sintesi fra    competizione globale.
visioni, ideali e interessi per il progresso della
cooperazione. Questo difficile compito è stato        Questa visione dell’Europa comune necessi-
possibile perché i “Dieci valori” e i “Sette prin-    ta di un più forte consolidamento politico e di
cipi” della cooperazione, ben lontani dal rap-        riforma delle proprie istituzioni, con l’avvio di
presentare superficiali rivendicazioni formali,       una maggior integrazione, come desiderato
costituiscono in realtà la base costituzionale        dalle culture europeiste storiche, verso la for-

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                                                                               ROMA

mazione degli Stati Uniti d’Europa. È urgente        Il bisogno di una nuova economia
che questo processo sia finalmente qualificato,      Le tensioni e i mutamenti del contesto globale
oltre che in senso economico e finanziario, so-      hanno prodotto però anche la necessità di in-
prattutto in senso sociale, e teso non solamen-      dividuare nuove speranze per quanti, in questi
te all’unità della moneta, ma all’unità dei popo-    anni, hanno imboccato lo scivolo sociale e non
li in una logica di ascolto dei bisogni ai diversi   l’ascensore. Tutto ciò richiede – a livello glo-
livelli delle società e di valorizzazione di tutte   bale e nazionale – un ripensamento del modo
le componenti del capitale umano nei diversi         di fare economia, di interpretare il mercato, di
Paesi. Un obiettivo per il quale la cooperazione     agire nell’impresa e nella società.
può svolgere fino in fondo il proprio ruolo.
                                                     Il fallimento della cultura neoliberista, in al-
Il bacino mediterraneo è per noi ambito forte-       cun modo assunto dalle culture economiche
mente connesso allo sviluppo dei nostri stessi       progressiste, impone una riflessione sull’esi-
territori europei. Questa riflessione comporta       genza di sviluppare una società in cui il mate-
la messa a punto di una politica nei confron-        rialismo non sovrasti e cancelli l’aspetto mora-
ti dei Paesi mediterranei non europei, una           le; in cui la crescita sia marcata dal tratto della
politica basata sulla capacità di contribuire a      sostenibilità (ambientale, sociale, territoriale);
costruire un percorso di auto sviluppo locale e      in cui la comunità torni ad essere un attore, un
di co-sviluppo, di crescita economica, di affer-     motore e un fine dell’agire economico, e non
mazione dell’autodeterminazione democra-             sia più slegata dai comportamenti imprendito-
tica di quei popoli e di soluzione dei conflitti     riali; in cui la vulnerabilità delle persone e le
ancora esistenti.                                    differenze sociali vengano ammortizzate da
                                                     nuove opportunità e da un rinnovato senso di
A questo processo sappiamo di potere e dove-         comunità e fiducia.
re contribuire anche noi, come cooperazione,
attraverso forme di collaborazione con i nostri      La consapevolezza che per assicurare un fu-
partners cooperativi, dell’economia sociale e        turo di ulteriore sviluppo economico sia ne-
con le istituzioni per mettere a punto progetti      cessaria un’inversione di tendenza anche cul-
di cooperazione allo sviluppo, piani di scambi       turale nel modo di interpretare l’economia di
economici e commerciali. Solo così potremo           mercato, si fa strada, alla ricerca di elementi
liberarci dall’estenuante oscillazione tra sicu-     che possano fondare una nuova epoca. Prova
rezza dei cittadini dell’Europa e spirito di ac-     ne siano la nascita e lo sviluppo di associazioni
coglienza, due atteggiamenti che divengono           e movimenti che sempre più si riconoscono e
antitetici quando considerati separatamente.         promuovono gli obiettivi di Agenda 2030 e le
Noi riteniamo invece che siano due politiche         sempre più ampie e qualificate testimonianze
necessarie, che si influenzano a vicenda e che       culturali, etiche, economiche e sociali che ne
necessitano – entrambe – di rigore, coerenza         accompagnano la diffusione: dalle recenti en-
e determinazione nella loro interpretazione.         cicliche di Papa Francesco ai riconoscimenti di

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prestigiosi leader mondiali, ad autorevoli pre-        La nuova economia cooperativa e comuni-
mi Nobel per l’economia sino alle decisioni as-        taria amplia ulteriormente il pluralismo del
sunte con Habitat 3 e alle più recenti – anche         mercato e, al contempo, cerca di instillare nel
se travagliate – conclusioni di Cop 24.                mercato e nel fare impresa dosi di sostenibilità
                                                       ambientale e sociale, di sobrietà e senso del
2.1 Una nuova economia cooperativa e delle             giusto, cercando anche di limitare le pulsioni
comunità                                               profittatrici, di ridurre le intermediazioni e lo
                                                       spreco; di unire fiducia e vicinanza; di saldare,
L’Italia è una nazione al bivio tra la frustrazione    nella trasparenza, ricerca del profitto e atten-
del declino e il bisogno di ritrovare punti con-       zione alle persone.
divisi per marciare verso un progetto di sviluppo
comune. Immersi nella delusi per il venir meno         La cooperazione può porsi come il modello
delle promesse di futuro e a fronte alla costante      ideale per interpretare questa disponibilità
perdita del proprio peso sociale, gli italiani han-    alla condivisione, capace di consentire ai frui-
no iniziato a cercare strade alternative.              tori di partecipare alle scelte e alla distribuzio-
                                                       ne dei benefici.
Prende forma, nella società una spinta dal bas-
so verso il fare impresa, mossa dal bisogno di         Le nuove forme di collaborazione trovano luo-
affermare, nel mercato, nuove forme di impren-         ghi e dimensioni diverse per attivarsi, e tra
ditorialità e il germe di uno spirito collaborati-     questi c’è lo spazio dell’abitare e il prendersi
vo: cooperativo. Una nuova fase che cerca di           cura della città e dei beni comuni, per garantire
instillare, nel mercato e nel fare impresa, dosi       il diritto a una città accessibile e a migliorare
di sostenibilità ambientale e sociale, di sobrietà     la qualità della vita nei contesti urbani e nelle
e senso della “giustizia”: di cooperazione. Cre-       periferie.
scono nuove micro-economie quotidiane e
nuove esperienze d’impresa che potrebbero              Questa nuova fase incrocia anche una nuova
forse segnare i primi passi di una nuova fase.         dimensione per le imprese di capitale che in
                                                       questi anni hanno iniziato a praticare sempre
Si tratta di una dimensione che salda diverse          più spesso. Pensiamo a come anch’esse stan-
esperienze (nuove e storiche): dall’economia           no puntando – per rispondere alle aspettative
cooperativa (che da sola vale il 7-8% del Pil),        economiche, ambientali e sociali dei diversi
a quella civile, dal ritorno a stili legati al riuso   portatori d’interesse – a pratiche di responsa-
e al non-spreco, alle micro-produzioni locali          bilità sociale, ponendosi l’obiettivo di sviluppa-
e comunitarie, passando per la vorticosa cre-          re ecosistemi d’imprese sostenibili ed eccel-
scita delle esperienze della sharing economy           lenti.
(sono state censite 111 piattaforme attive nel         La prima domanda che dobbiamo porci è come
2015) e per la corsa delle nuove forme di web          mai accada che questo modo di pensare all’e-
imprenditorialità.                                     conomia e ai mercati, che naturalmente do-

                                                                                                         11
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vrebbe incrociare le traiettorie ed il pensiero     Noi, cooperatori e cooperatrici, non rinuncia-
della cooperazione, spesso prenda invece al-        mo a considerare, nella nostra missione quo-
tre strade. Questo deve far riflettere sull’ade-    tidiana, il bisogno di continuare a sviluppare
guatezza degli strumenti cooperativi e sulla        questa idea distintiva d’impresa cooperativa,
percezione che della stessa si ha nella società     nei mercati, nel rapporto con le nostre persone
quale soggetto utile ed efficace per continuare     e nei confronti delle comunità. Per questo con-
a rispondere ai bisogni delle persone.              tinuiamo a promuovere imprese recuperate
                                                    dai lavoratori (i WBO), sviluppare startup per
Per giocare un ruolo nella nuova economia co-       chi vuole essere imprenditore di se stesso, aiu-
operativa e di comunità è dunque necessaria         tare la crescita di esperienze cooperative nate
una riflessione più approfondita su noi stessi      da beni confiscati alle mafie, sempre cercan-
e sul nostro futuro. Noi vogliamo interrogarci      do ogni giorno di perseguire il soddisfacimen-
su cosa rappresenta oggi l’esperienza concre-       to dello scopo mutualistico nel fare impresa
ta della cooperazione in Italia: come siamo         cooperativa in ogni territorio di questo Paese
cresciuti e cosa possiamo fare ancora, come         ed in relazione a qualsiasi dimensione dell’im-
siamo percepiti nell’economia del Paese, nella      presa cooperativa, sostenendo esperienza di
vita delle comunità e dalle persone che hanno       auto-organizzazione della società tra le quali
avuto a che fare con noi.                           le società di mutuo soccorso, che operano at-
                                                    traverso sussidi a servizi e prestazioni assisten-
Sappiamo di aver compiuto anche degli erro-         ziali, garantendo inoltre spazi e opportunità di
ri e dobbiamo riflettere con occhio critico ad      aggregazione.
esperienze cooperative, di grandi e di piccole
dimensioni, che hanno prodotto insuccessi im-       Il nostro 40° congresso è la sede che abbiamo
prenditoriali e guasti sociali, spesso per inade-   scelto anche per iniziare a costruite risposte
guatezza imprenditoriale o per non aver prati-      coerenti a questo bisogno di ripensamento, di
cato sino in fondo valori e principi.               ripresa di coerenza e di sviluppo di autenticità
                                                    cooperativa nel nostro operare imprenditoria-
Tutto questo ha contribuito a minare la fidu-       le. Solo così possiamo essere in grado d’inter-
cia nella cooperazione: la nostra credibilità       cettare il bisogno di maggiore equità e benes-
reputazionale, pur rimanendo più positiva ri-       sere delle persone per essere protagonisti di
spetto a quella delle imprese di capitali, dal      una fase nuova di sviluppo economico e socia-
                                                    le del nostro Paese.
2012 ad oggi è scesa nel giudizio dell’opinione
pubblica dal 70 al 40%. Questo giudizio – a
differenza di quel che avviene per le imprese       3. L’evoluzione dell’universo coopera-
di capitale – colpisce tutti noi, il nostro agire   tivo associato a Legacoop
quotidiano e il nostro sforzo per affermare un
differente modo di fare impresa nei mercati e       La cooperazione di Legacoop si presenta a
nelle comunità.                                     questa sfida mutata nel proprio stesso profilo

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da quanto accaduto in questi anni.                   in modo fortemente differenziato tra i diversi
                                                     settori e territori.
3.1 Una base associativa minore - nel nume-
ro - e rinnovata                                     Impatti più negativi hanno riguardato le coo-
                                                     perative aderenti a Legacoop Abitanti (-63,6%
La prima variazione che registriamo tra il 2008      di valore della produzione, con un peso relati-
e il 2018 concerne dimensioni e caratteristi-        vo passato dal 2,2% allo 0,8%) e quelle del-
che della base associativa: si è assistito, infat-   la produzione e lavoro (-39,3% di valore della
ti, a una riduzione significativa del numero del-    produzione, con un peso relativo passato dal
le aderenti, dalle 14.927 al 1° gennaio 2008         23,8% al 14,1%), in particolare quelle indu-
alle 10.949 al 31 dicembre 2017 (meno 27%).          striali (-13%, con 600 milioni di euro di pro-
Una flessione generata anche, occorre ricor-         duzione persa rispetto al 2008) e del compar-
darlo, dall’applicazione della L. 99/2009, che       to costruzioni (-55%, con 4 miliardi di euro di
ha “ripulito” gli elenchi delle imprese coopera-     produzione persa rispetto al 2008). Quest’ul-
tive rimuovendo quelle non più attive da anni.       timo è stato penalizzato anche da una riduzio-
Al netto di questo fenomeno, siamo di fronte         ne della spesa pubblica che ha inciso in modo
a una contrazione della base associativa, ma         particolare su alcuni settori e che renderà ne-
non solo. Registriamo infatti anche una sosti-       cessario nel breve periodo un recupero di in-
tuzione: nel periodo considerato sono uscite         vestimenti per la realizzazione di nuove infra-
8.328 imprese, a fronte dell’ingresso di 4.350       strutture.
cooperative, di cui 1.800 di nuova costituzione.
                                                     Viceversa, a crescere in maniera significativa
C’è dunque stato un rinnovamento di circa il         sono state le imprese del commercio al detta-
40% della base associativa. Sta crescendo una        glio (+42,7% di crescita del valore della produ-
nuova cooperazione, portatrice di istanze, voci e    zione), le cooperative sociali (+53,6%),il set-
bisogni nuovi e diversi. Un andamento che inve-      tore agroalimentare (+12%)e le cooperative
ste le imprese nuove ma non solo: nel giro di cir-   di consumatori (+9,2%, con una produzione di
ca un anno, ad esempio, le imprese che aveva at-     quasi 20 miliardi di euro nel 2016).
tinto a strumenti afferenti all’Industria 4.0 sono
passate dall’8% al 42% nel novembre 2018.            La crisi ha sicuramente comportato un aumen-
                                                     to della concentrazione settoriale e territo-
Nuovi equilibri per settori e territori              riale della produzione, insieme ad un aumento
Il secondo aspetto evolutivo da tenere in con-       del peso relativo delle grandi cooperative che
siderazione riguarda la distribuzione del trend      rispetto al valore totale della produzione delle
del valore della produzione delle imprese co-        associate Legacoop sono passate dal 75% del
operative associate. Le cooperative e consorzi       2008 al 79% del 2016.
Legacoop, nel periodo 2008 – 2016, sono cre-
sciute del 2,3% in termini di produzione, ma

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3.2 Le dinamiche dimensionali                         Contro il rischio della demutualizzazione
                                                      È     necessario     comprendere       come    le
Assistiamo così ad un progressivo concentrar-         trasformazioni citate incidano sulla natura
si del valore in un numero contenuto di coo-          mutualistica della cooperazione, affinché questa
perative di grandi dimensioni; una progressiva        alzando ancora la soglia dimensionale eviti di
concentrazione territoriale nelle zone di stori-      incorrere in processi di progressiva demutua-
co radicamento; una concentrazione del valore         lizzazione e omologazione alla forma d’impre-
in settori tradizionali. Si tratta ora di ragionare   sa capitalistica in termini di modelli, comporta-
strategicamente sulle conseguenze che questi          menti e linguaggi, evenienza che sancirebbe un
andamenti hanno sia sul sistema di imprese            fallimento imprenditoriale cooperativo.
sia su quello della rappresentanza.
                                                      Infine, occorre che i processi citati, oltre che
L’intensificarsi dello sviluppo di imprese di         compresi, se non “normati”, per l’evidente
grandi dimensioni, innanzitutto, pone il tema         esigenza dell’autonomia dei singoli sodalizi
di come si possa e si debba sostenere la loro         imprenditoriali, siano per lo meno indirizzati
capacità di agire nei mercati complessi e al-         verso forme di standardizzazione delle rispo-
tamente competitivi. Questo implica, innanzi-         ste, perché le decisioni strategiche possano
tutto, comprendere sia le modalità organizza-         fondarsi su un terreno comune di condivisione
tive che questa tipologia di cooperative hanno        di problemi e analisi.
via via assunto in questi anni, spesso sotto la
pressione dei mercati e senza completa con-           In sintesi, il tema della grande dimensione di im-
sapevolezza, sia le conseguenze che i nuovi           presa – tradizionale in particolare nella coope-
sistemi di governance hanno avuto sulla stra-         razione organizzata di Legacoop – si ripresenta
tegia e la struttura delle imprese cooperative.       oggi con urgenza e caratteri inediti. Il processo di
                                                      sviluppo intrapreso nei decenni passati, che du-
Secondariamente, si pone il problema di indi-         rante la crisi non si è interrotto ma anzi ha accen-
viduare strumenti evoluti – ma rispettosi e in        tuato le dinamiche descritte, ci consegna infatti
linea con l’essenza cooperativa – attraverso i        una platea di imprese con caratteri e dimensioni
quali imprese con caratteristiche simili possa-       per certi versi mai raggiunte in passato.
no finanziare lo sviluppo in modo coerente con        Al di là della contingenza, quindi, anche nella
i propri piani e senza menomazioni rispetto ai        consapevolezza delle esperienze condotte in
competitors. Mentre si promuove una cultura           altri Paesi europei – terminate non necessaria-
finanziaria adeguata alla complessità dei feno-       mente con il fallimento della cooperazione, ma
meni in corso, occorre sostenere traiettorie di       con sistematici processi di demutualizzazione –
crescita che, alla luce delle condizioni prevedi-     è evidente la necessità di comprensione di tutte
bili del mercato finanziario, non espongano ad        le implicazioni di questa realtà, e pure di tentare
eccessivi rischi imprese segnate da consistenti       di indirizzare l’evoluzione cooperativa in modo
posizioni debitorie.                                  da scongiurare possibili fenomeni regressivi.

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Il punto di partenza è la piena di libertà delle      3.3 Legacoop un’associazione nazionale,
singole imprese di rispondere alle sollecitazioni     unitaria, autonoma
di mercati in rapida evoluzione, oltreché alle esi-
genze dei propri soci. Nondimeno, la fisiologica      L’associazione può bilanciare questo rischio
evoluzione di ogni impresa non può che svol-          sviluppando un’attenzione forte alla presen-
gersi all’interno di un perimetro segnato dalla       za cooperativa nelle aree interne e del Mez-
continua riproduzione di un adeguato scambio          zogiorno e alle nuove forme di cooperazione,
mutualistico, per cui la dimensione deve esse-        spesso di piccole dimensioni, ma fondamentali
re funzione e non ostacolo. In altre parole, la       per i possibili sviluppi. Il fenomeno dei workers
misurazione quantitativa della crescita dimen-        buyout, il diffondersi sperimentale di forme di
sionale deve accompagnarsi semmai ad un in-           cooperazione di comunità, sono certamente
cremento qualitativo della natura dell’impresa        reazioni organizzate della società all’indebo-
cooperativa, riscontrato e misurato con para-         limento economico di questi anni che hanno
metri condivisi, valutabili e confrontabili.          però necessità di essere promossi, sostenuti e
                                                      irrobustiti – oltre che diffusi in termini di visibi-
Adeguata disponibilità di risorse finanziarie,        lità – perché si radichino e si sviluppino.
rilevanti dimensioni di impresa, sistemi com-
plessi di governance, distinzioni funzionali tra      Quanto allo stimolo di mercato alla concentra-
proprietà e management, processi trasparenti          zione dimensionale d’impresa occorre conside-
di controllo e accountability, equilibrato rap-       rare che, a differenza del passato, l’avanzamen-
porto tra soci e dipendenti e fra società con-        to tecnologico e l’evoluzione legislativa rendono
trollanti e controllate, reali e non formali dina-    sempre più possibile – imprenditorialmente
miche di partecipazione devono essere infatti         vantaggioso e molto coerente – una rivalutazio-
tutti strumenti attraverso cui si realizza – e non    ne del principio cooperativo della cooperazio-
si annacqua o disperde – la vera specificità co-      ne tra cooperative con gli strumenti di networ-
operativa: ossia la allocazione collettiva dei        king di imprese e costituzioni di infrastrutture
diritti di proprietà dell’impresa e l’equa riparti-   a sostegno. Compito associativo conseguente,
zione dei vantaggi.                                   quindi, sarà rappresentato non solamente nel
Le dinamiche di concentrazione se non con-            sostenere la crescita dimensionale delle impre-
trobilanciate, condurrebbero sempre più verso         se anche tramite i tradizionali processi di fusio-
una rappresentanza focalizzata sulla grande           ne, ma consisterà anche nell’accompagnare il
dimensione delle aree tradizionali, ossia ad as-      sistema verso forme di razionalizzazione e co-
secondare implicitamente l’indebolimento del          ordinamento incentrate sul modello a rete, la
fenomeno cooperativo nelle aree più colpite e         valorizzazione di marchi, l’evoluzione dei ruoli
segnate dalla crisi, sia in termini di aree del Pa-   consortili, l’accompagnamento in processi di
ese, sia di dimensioni di impresa.                    crescita qualitativa e di genuinità valoriale.

                                                      Emerge come quanto mai importante una pra-

                                                                                                         15
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tica di promozione cooperativa in grado di in-         In generale, alla luce di tale variegato scena-
tercettare e affrontare in modo innovativo e           rio, si rafforza l’esigenza che l’Associazione
non privo di risorse sia materiali che immate-         affermi e le sia riconosciuto un proprio ruolo
riali questo spettro di nuovi interventi.              di vaso comunicante e virtuoso – anche attra-
                                                       verso gli strumenti di sistema – per redistribu-
Inoltre, le dinamiche di sviluppo di questi anni,      ire opportunità in modo solidale e rispetto ad
hanno evidenziato il persistere tra le imprese         una strategia di sviluppo condivisa, che agisca
di maggiori dimensioni e la base del movimen-          in controtendenza rispetto ai fenomeni di con-
to costituita da piccole e microimprese segna-         centrazione.
te dai cambiamenti citati, di una stabile fascia
di media cooperazione.                                 4. Le scelte di Legacoop: intervenire
                                                       nelle fratture per ricomporle, costrui-
Se, da un lato, questa ha costituito un punto
                                                       re l’Alleanza, rinnovarsi
di stabilità della cooperazione organizzata, in
grado di competere e consolidarsi pure nel             Questa esigenza di sviluppare attenzione ai
periodo di crisi, dall’altro lato, in particolare in   nuovi bisogni delle grandi cooperative insedia-
alcuni settori, questa è derivata da un consoli-       te nei territori e nei settori tradizionali, a quelli
damento dimensionale di imprese attive nella           delle piccole medie cooperative tradizionali,
prossimità di un settore pubblico sottoposto a         così come a quelli di startup e piccole coope-
esternalizzazioni di funzioni e servizi. In un per-    rative che costituiscono primi tentativi di dare
durante quadro di collaborazione tra pubblico          risposta a nuovi bisogni, è fondamentale per
e privato, quindi, occorre operare affinché una        consentire alla cooperazione di giocare il ruolo
prevedibile flessione delle risorse pubbliche          che abbiamo richiamato, nella ricomposizione
nei prossimi anni non finisca per indebolire un        delle tante fratture che attraversano il Paese e
tessuto di imprese che rappresentano un pa-            rischiano di frenarne il futuro.
trimonio di competenze e culture.
A tal fine può essere utile l’ideazione di stru-       Nella sua dimensione tecnologica e tecnica,
menti anche finanziari che, a fianco di quelli         oltre che culturale, la rivoluzione digitale mo-
adeguati alle grandi dimensioni, possano rap-          stra grandissimi punti di contatto con la speci-
presentare un supporto idoneo allo sviluppo            ficità cooperativa: favorisce la partecipazione
e alla crescita di imprese di questa dimensio-         e la disintermediazione, la gestione condivisa
ne. In questo quadro, e per un segmento par-           dei dati, la reciprocità e la condivisione. Tocca
ticolare di queste cooperative, va valutata l’op-      a noi intercettare le trasformazioni in essere
portunità di sviluppare nuove forme di finanza,        per rispondere ai nuovi bisogni che ne deriva-
quali quella etica e di impatto, per supportare        no attraverso i principi che caratterizzano da
lo sviluppo e l’evoluzione della nuova figura          sempre la cooperazione – democrazia, parte-
dell’impresa sociale.                                  cipazione, attenzione alle persone, intergene-
                                                       razionalità, pari opportunità, attenzione alle

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comunità – e che in questa fase dimostrano          rispondere a questa domanda con un’offerta
tutta la loro attualità.                            compatibile per chi produce e per chi consu-
                                                    ma, migliorando così la qualità della vita degli
La posta in gioco è altissima. Ciò a cui dobbiamo   uni e degli altri.
mettere mano non sono aggiustamenti o pic-
cole evoluzioni: è necessaria l’apertura di una     Questo compito si presenta in forme, per certi
nuova fase per molti versi simile a quella che ha   versi, molto simili alla cooperazione delle origi-
contraddistinto la nascita del movimento.           ni, quando di fronte all’affermazione dell’eco-
                                                    nomia di mercato, e di un pensiero economico
La cooperazione organizzata deve riuscire oggi      che indicava nell’impresa capitalistica l’unico
a distinguersi quale utile ed autentica, in quan-   strumento efficiente di azione, la cooperazione
to strumento sempre attuale per soddisfare          si imponeva come via differente e percorribile
bisogni diffusi in forma associata; giusta ed ef-   per esercitare la libertà economica.
ficace, perché strumento riequilibratore delle
sempre crescenti diseguaglianze; di qualità,        Questa cultura economica è sintetizzata e co-
perché in grado di interpretare il cambiamento      stantemente ribadita nei principi della Allean-
estraendone valore economico e sociale.             za internazionale delle cooperative, orizzonte
                                                    dell’agire cooperativo. Tali principi, costitui-
L’impresa cooperativa, quindi, oltreché dimo-       scono il fondamento di certezze differenti dal
strare quotidianamente di poter essere una          pensiero economico oggi egemonico, antidoto
impresa efficiente, deve soprattutto saper re-      quotidiano ad ogni rischio di omologazione,
alizzare – e non solamente mostrare – la pro-       strumento per ricomporre, riassorbire, am-
pria dichiarata diversità, in quanto sostenibile,   mortizzare – ancora una volta – le conseguen-
intergenerazionale e capace di ricucire legami      ze sulle persone dei traumatici processi di tra-
sociali e territoriali.                             sformazione di questi anni.

Sono queste le aspettative a cui la coopera-        Il nostro impegno per il futuro è quello di rap-
zione italiana deve provare a corrispondere         presentare, nel concreto, un’idea di società
mettendo mano alla propria struttura impren-        differente. Il senso profondo dell’identità co-
ditoriale e di rappresentanza, accettando con       operativa non è solo nella capacità di svilup-
coraggio la prova dell’innovazione.                 pare imprese competitive e profittevoli, ma
                                                    quella dell’agire per una dimensione armonica
4.1 Quattro prove per misurare la capacità          del modo di fare impresa, non esasperata in
di risposta della cooperazione italiana             termini mercantilistici e utilitaristici, proietta-
                                                    ta a edificare un’idea di comunità basata sul
La verifica della nostra utilità imprenditoriale    concetto di armonia sociale, di equilibrio tra
e sociale si gioca nella capacità di trasforma-     le parti, di un fine produttivo volto alla produ-
re i tanti bisogni emergenti in domanda, per        zione di ricchezza e di benessere per le per-

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sone che vi prendono parte, collegando la ca-          interpretando così l’aspirazione di ciascuno a
pacità di fare impresa con quella di accrescere        mantenere la padronanza sul proprio futuro
l’ambiente sociale e umano in cui si vive. Solo        attraverso il lavoro, a partire dalla necessità di
così potremo essere – anche – parte della co-          un’offerta distintiva che il lavoro in cooperativa
struzione di una nuova e legittimata classe di-        deve continuare ad esprimere e necessaria-
rigente di questo Paese, espressione di bisogni        mente migliorare.
e domande delle persone e delle comunità.              In questo modo daremo il nostro contributo
                                                       per riattivare l’ascensore sociale, uno stru-
Partendo da questi presupposti noi facciamo            mento per quanti oggi (e domani con la società
nostre le sfide che il Paese ci pone, mettendo-        4.0 ancor di più) rischiano di essere esclusi dai
ci in gioco; per noi questo significa provare a        processi produttivi, lasciati a parte dalle dina-
“metterci in mezzo” alle fratture che abbia-           miche dello sviluppo globale, offrendo mag-
mo individuato e su cui vogliamo produrre il           giori chance a persone e territori.
nostro massimo sforzo per contribuire alla loro
ricomposizione.                                        4.1.2. Dimensione armonica nel fare impresa
                                                       per una società aperta, inclusiva e plurale
4.1.1. Lavoro e dimensione umana                       La seconda prova di utilità dell’agire coopera-
La prima prova su cui si gioca l’identità e il ruo-    tivo sta nel perseguire una dimensione armo-
lo della cooperazione nel futuro è quella della        nica del modo di fare impresa conciliabile
dimensione umana e valorizzante del lavo-              con una società aperta, inclusiva e plurale.
ro. La flessibilità (in entrata e in uscita), la di-   L’esistenza e l’essenza cooperativa portano
mensione operativa (dallo smartworking al te-          con sé i paradigmi di un modo di fare impre-
lelavoro), la robotizzazione delle mansioni, la        sa non improntata ad un esasperato mercan-
crescente precarizzazione esistenziale, la plu-        tilismo e votata al solo profitto, perché il fine
ralità di lavori che una persona potrà e dovrà         dell’impresa cooperativa è la soddisfazione
fare nella sua vita, pongono sul tappeto della         dello scambio mutualistico tra le persone e il
società una sfida complessiva sul senso e sul          contributo ad un’idea di comunità basata sul
valore del lavoro.                                     concetto di armonia sociale ed equilibrio tra le
Nello schema classico, all’interno del quale           parti, un fine produttivo volto alla produzione di
siamo cresciuti, il lavoro produce reddito che         ricchezza e di benessere per le persone che vi
genera cittadinanza: ma cosa accade quando il          prendono parte, collegando la capacità di fare
lavoro non c’è o pur essendoci non è più in gra-       impresa con quella di accrescere l’ambiente
do per le caratteristiche intrinseche di portare       sociale e umano in cui si vive. Una dimensione
con sé le condizioni per costruire un futuro e         d’impresa in cui le condizioni di lavoro tengono
poter così sviluppare una cittadinanza piena           conto, tra l’altro, della necessità di conciliazio-
ed effettiva? La cooperazione deve far propria         ne tra vita privata e vita lavorativa, soprattutto
questa sfida, utilizzando in questa direzione          per le donne, ed in questo modo favoriscono la
le opportunità che l’innovazione porta con sé,         partecipazione femminile al mercato del lavo-

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ro. In questo senso anche le aree del sud del         di tutti i cittadini, delle persone che vivono in
Paese e le aree interne possono rappresen-            Italia e di quelle che arrivano a noi da altre parti
tare una grande risorsa. È necessario lavora-         del mondo. Questo obiettivo corrisponde a pie-
re per il rilancio di queste aree territoriali da     no alla necessità di recuperare fratture sociali
un punto di vista infrastrutturale (a partire dai     e dimensioni di solitudine e paura delle perso-
nodi portuali e di comunicazione in genere) ed        ne, un bisogno a cui rispondere con l’offerta di
avendo come orizzonte dimensionale il bacino          nuove sicurezze e protezione a disposizione dei
mediterraneo, ma altrettanto importante sarà          singoli e delle comunità.
un’attenzione specifica alle eccellenze delle         La produzione di beni relazionali e reticolari;
produzioni agroalimentari e alla qualificazione       l’ampliamento delle opportunità di socializ-
dell’offerta turistica e culturale.                   zazione e di supporto; i nuovi interventi sul
Anche questo rappresenta un esempio della             disagio; l’accesso democratico alla casa e la
grande sfida per realizzare l’interesse verso la      partecipazione degli abitanti come centra-
comunità, che corrisponde a uno dei principi          le allo sviluppo di nuove infrastrutture socia-
fondanti della cooperazione. È la strada per          li; lo sviluppo di pratica di qualità della vita e
essere sempre più identificati come il perno          del consumo sono aree essenziali del model-
di una nuova economia cooperativa, comu-              lo di sviluppo economico e non solo di quello
nitaria, della condivisione, un nuovo modello         sociale. Si tratta di un modello che implica la
di mercato, caratterizzato dalla valorizzazione       ridefinizione dello stato sociale, non più consi-
della filosofia mutualistica e da una pulsione        derato come sistema di erogazione e di tampo-
imprenditoriale orizzontale e democratica. È il       namento dei rischi sociali, ma come strumento
nostro modo coerente per far vivere la sfida di       dell’affermazione progressiva di un modello di
Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, che          ben e giusto vivere nelle comunità.
pone all’attenzione temi nuovi per la competi-
zione tra sistemi territoriali sostenibili, equili-   4.1.3. Una nuova etica imprenditoriale
brati e vivibili, in modo coerente con la nostra      La terza prova su cui misurarsi è quella di una
partecipazione attiva nell’ASVIS che persegue         nuova etica imprenditoriale. Il nostro Paese,
nel nostro Paese quegli obiettivi internazionali.     ormai da trent’anni, è avvolto da una perdu-
Per garantire uno sviluppo durevole e sosteni-        rante crisi di eticità economica, sociale e civi-
bile delle comunità vogliamo essere fulcro di un      ca. La partita è aperta sulla volontà di estirpare
nuovo modello di welfare di comunità, retico-         la corruzione, di affermare una nuova cultura
lare e sussidiario, strumento per il benessere        dell’onestà e della sobrietà nell’agire politico,
delle persone, la qualità della vita e la coesione    imprenditoriale e civico; per sviluppare la rela-
sociale. La tutela delle fasce delle fasce deboli è   zione tra chi vive nel nostro Paese e chi viene,
soltanto una parte del welfare, il cui fine fonda-    tra identità e religioni differenti; per una nuova
mentale è quello di migliorare l’insieme dei rap-     cultura della cura. Il problema della società,
porti tra le persone e dentro la comunità, non-       della nuova civiltà che viene, è integrare la
ché la qualità dei processi di inclusione sociale     potenza dell’innovazione culturale, scientifica

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