Rivista raider per giovani - anno II n 01/2018 - Assoraider
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rivista raider per giovani - anno II n° 01/2018 ISNN 2611-8904
ommario Titolo Autore Foto/Ill.ne Pag. La programmazione V. Muzietti Chi ben comincia è a metà dell’opera Branca LL Raid/rete 3 Il Metodo V. Muzietti La parola “Metodo” è spesso Branca EE Raid /rete 5 Approfondimenti Progressione personale in branca R/S Branca RS Raid/rete 7 La nostra Veglia V. Muzietti Libertà VS egoismo Raid Raid/rete 12 Guidone e distintivo in branca Raider V. Muzietti Lo strumento dell’identificazione ..... Branca RD Raid/rete 13 raid - rivista raider per giovani anno II n° 01/2018 Arcobaleno - Redazione e Amministrazione: 09122 Cagliari - Via Marini, 11 - naz.pubblicazioni@assoraider.it Anno XXIV - Supplemento al numero 4 Ottobre 2018. Autorizzazione del Tribunale di Cagliari n. 24 del 23.06.1995. ASSORAIDER - Associazione Italiana di Scautismo Raider. ISNN 2611-8904. Iscritta nel Registro degli Operatori di Comu- nicazione in data 13/07/2011 con numero 21321 presso Ufficio ROC del Corecom Lazio. Poste Italiane SpA - Spedizione in Ab- bonamento Postale D.L.353/03 (conv. in L.27/02/2004) n° 46 art. 1 comma 1 - DCB Cagliari. Direttore Responsabile: Salvato- re Roggero - naz.pubblicazioni@assoraider.it - Direttore di Redazione: Francesco Vitonello - centrale.raider@assoraider.it Assoraider - Associazione Italiana di Scautismo Raider - Via Cavour, 28/B - 00071 Pomezia (RM) - www.assoraider.it è dedicata ai raider e a tut ti coloro che intendono reagire al dilagare di egoismi e vo- gliono dimostrare la possibilità di una fraternità mondiale come quella scaut. Raid vuole assol- vere alla funzione di collegamento fra tut ti i Raider dell’Associazione contribuendo at tra- verso i suoi ar ticoli alla formazione del carat te- re del futuro cit tadino.
L’Editoriale Eccoci con il secondo numero della rivista Raid. Un numero ricco di mol- ti articoli e argomenti. La prima parte è dedicata alle nostre Branche, si tratta di approfondimenti metodologici proposti dai Centrali e dalle loro consulte nazionali per permettere anche ai capi unità di avere nuovi spunti e dettagli inerenti la metodologia. Buona lettura La Programmazione Chi ben comincia è a metà dell’opera di Laura Bonsanto per: la Branca LL La vita quotidiana, con il ripetersi dei no e che si vuole raggiungere. Ecco suoi giorni, è scandita da ritmi incal- dunque che la pianificazione è, pro- zanti, scadenze, propositi. fanamente parlando, il “salvagente” Alla base di ogni progetto, banale o del buon Capo. Della tanto rinomata complesso che sia, c’è, volutamente e “programmazione” e degli obiettivi ad alle volte inconsapevolmente, la pia- essa “annessi e connessi” ne sentiamo nificazione. Per spiegare al meglio in parlare di continuo e giustamente, a cosa consista, potremmo mentalmen- proposito di Scoutismo, in generale, te associare questo termine ad un og- e di Branche, nel particolare. Focaliz- getto, e perché no, ad un salvagente. zando la nostra attenzione sulla Bran- Difatti a cosa serve una “ciambella ca Lupetti la programmazione è uno galleggiante”? Bè a prendere fiato e degli strumenti principe, a cui è bene quindi a darci sostegno per raggiun- che il Vecchio Lupo faccia i dovuti in- gere la riva, la quale altro non è se chini. A parte gli scherzi, è il mezzo non l’obiettivo a cui si mira da lonta- metodologico su cui il V.L. può con- 3
tare per raggiungere grandi risultati. Una buona, ponderata e ragionata Accade, talvolta, che essa sia trascura- programmazione farà si che gli obiet- ta come “fase di lavoro”, specialmente tivi prefissati sul bambino ad inizio in relazione alle riunioni settimanali, anno, si concretizzino. Inoltre una per le quali ci si affida all’antica arte buona programmazione annuale se- dell’improvvisare. guita dalla trimestrale (ben dettaglia- Sul “palcoscenico della tana” capita ta) alleggerirà di gran lunga lo stress e che lo staff proponga al branco attività il lavoro di tutto lo staff. “a soggetto”, scelte in maniera estem- poranea e i cui obiettivi sono offusca- ti, poco meditati. Al contrario, se si fissa tra le righe il programma che si intende svolgere nel corso dell’anno, 1) stabilendo alla partenza dove si vuole e si può arrivare; 2) specificando nel dettaglio e riu- nione per riunione i tempi, le atti- vità ed il materiale occorrente. Il lavoro dello staff si rivelerà facilita- to, velocizzato, efficace e produttivo. Sarà semplicemente necessario incon- trarsi nella settimana per provvedere all’organizzazione dell’occorrente. Con l’esercizio e l’esperienza poi que- sto metodo di lavoro diventerà parte del modo di fare del V.L. e l’applica- zione sarà sempre più spontanea e naturale. Assicurato. In sostanza, per concludere e tirare le fila del nostro discorso la riflessione chiave è che non bisogna lasciare mai nulla al caso. 4
Il Metodo La parola “Metodo” è spesso avvolta da un alone di mistero, quasi fosse un codice noto solo agli iniziati di una setta, i “De- tentori del Metodo”, che unici saggi ne conoscono e percepisco- no le vie, nè più nè meno dei Cavalieri Jedi con la Forza. a cura della: Branca EE Questa visione di un codice imper- prensione delle dinamiche con cui ci scrutabile può spesso intimidire il gio- relazioniamo ai ragazzi cercando di vane capo che si approccia alla guida ottenere l’obbiettivo, ovvero formare i di un unità, ma la realtà non potrebbe buoni cittadini di domani. essere più lontana; particolarmente É probabile che ci siano più associa- per chi lavora in branca EE la strada zioni scaut nel mondo che pesci nel è lastricata da fiumi di inchiostro su mare, non ne ho idea e non saprei manuali e articoli che parlano delle quantificare, altri sono più esperti di attività tipiche dei Reparti, motivo per me per questo tipo di nozioni, ma cui spesso affermo che anche una per- ognuna di esse ha probabilmente, al- sona appena entrata nella grande fa- meno inizialmente, perseguito lo stes- miglia dello scautismo può essere un so principio, che è poi quello model- Capo Reparto decente, e si, ci vuole lato da B.P. agli inizi del movimento, molto impegno per essere un pessimo ovvero sfruttare la dinamica di piccoli CR, molto più di quanto ce ne voglia gruppi, delle “bande” dei ragazzi ado- per essere, ad esempio, un pessimo lescenti proponendo loro delle attività Capo Compagnia. In terza branca è che rispondano alle loro richieste ine- molto più facile sbagliare. spresse di avventura e sfida, di accet- Di fatto, credo, possiamo dividere due tazione e rispetto da quel mondo di aspetti fondamentali in cui approc- adulti che percepiscono come distan- ciarsi al metodo: il primo è quello te e che li ignora di fatto, trattandoli formale, ovvero quello che riguarda la come bambini invece di mettere alla forma, gli strumenti che utilizziamo, e prova la loro abilità. Non so quan- che non mancherò mai di ripetere ab- ti abbiano visto la recente serie tele- bastanza, sono appunto gli strumenti visiva “Stranger Things”, e abbiano che abbiamo a nostra disposizione, apprezzato con quanta naturalezza e non gli obbiettivi di per sé; il secon- veridicità venga rappresentato il lega- do aspetto potremmo definirlo come me tra i ragazzi protagonisti. Quanti quello di “principio”, ovvero la com- di noi hanno vissuto quel tipo di le- 5
game nella loro adolescenza? Non si ne ben più capaci hanno già detto la tratta in effetti di una pattuglia in cui loro, a partire dallo stesso Baden Po- ognuno ha il suo incarico, il suo po- well, e non credo di avere pensieri da sto d’azione, per affrontare un’impre- aggiungere in merito che possano ele- sa che mette alla prova le capacità del vare la discussione. Una breve ricerca singolo in relazione con gli altri per attraverso la rete vi porterà a parecchi raggiungere un risultato che sia una libri sui concetti chiave del metodo. sfida per le proprie ambizioni e che (consiglierei di sfogliare i libri editi inizialmente può sembrare impossibi- dal Centro Studi ed Esperienze Scout le? Non è in ultima analisi una carat- Baden Powell). Invece vorrei condi- teristica che accomuna il metodo dal videre una riflessione sugli strumenti Reparto fino al Raid? Quanti ragazzi del metodo, in parte nata anche dalla possono cucinare da soli a casa nella recente esperienza del Campo Nazio- sicurezza dei fornelli di una cucina? nale. È ovvio che seguendo lo stesso Noi invece li lanciamo nella cucina a principio ci sono diverse strade che legna nel bosco. Quanti possono fare portano al risultato prefissato, sarebbe una passeggiata da soli in zone distan- quindi lecito pensare che tutte le stra- ti e poco conosciute della loro stessa de siano valide, una per ogni associa- città? Noi li catapultiamo in un bosco, zione esistente. Ma qui sta proprio la cartina e bussola e arrivederci. (Non chiave del ragionamento. Tutti noi ab- credo abbia senso specificare che que- biamo deciso di appartenere ad un’as- sta è la loro percezione, noi in quanto sociazione, l’Associazione Italiana capi responsabili avremo sempre un di Scautismo Raider, tutti noi siamo vigile e celato occhio su di loro, ma si affezionati a quella uniforme e quei sa, meglio essere chiari). Ora su que- distintivi, quelle sedi dove abbiamo sto aspetto non mi dilungherò, perso- conosciuto la magia dell’attività, quei 6
campi… E abbiamo deciso di condi- fica parlare la stessa lingua, significa videre queste scelte con altre persone sedersi allo stesso tavolo da uguali e che hanno avuto le stesse esperienze, fratelli. Per questo mantenere unifor- che hanno a cuore come noi gli stessi mità rispetto ai regolamenti rafforza obbiettivi, e soprattutto abbiamo scel- l’associazione nel suo insieme, anche to di percorrere la stessa strada insie- se qualcuno dovesse perdere nel suo me, il che vuol dire adottare una stessa piccolo, nel complesso, rubando il metodologia. Non vuol dire che non motto alla nostra federazione, “uniti ce ne siano altre che funzionano in siamo più forti”. Questo non vuol dire egual modo, se non di più. Vuol dire che se la strada che percorriamo deve che abbiamo scelto di determinare un rimanere quella in eterno. La possi- metodo che sia “nostro”, tanto per un bilità di condividere significa anche esploratore di Milano, come per uno poter discutere insieme e apportare di Bagheria, passando per tutte le Se- correzioni là dove è necessario e mi- zioni e Delegazioni nel mezzo. Signi- gliorare, tutti insieme. Approfondimenti Progressione personale in Branca R/S a cura della: Branca RS Buona Strada, approfittiamo di questa continuare la lettura con regolamen- ricca occasione, attraverso il suppor- to di branca RS a portata di mano. to di questa pubblicazione di branca Ci sono due motivi che giustificano Raider, per divulgare informazioni e questo consiglio: uno è familiarizzare spunti di approfondimento di terza con il mezzo “regolamento di bran- branca. Queste righe sono dedicate ai ca” (c’è, esiste, va utilizzato!), l’altro è giovani capi e i capi che hanno per- chiarire che non va interpretato, ma corso tanta Strada; rammentando che saputo codificare in maniera univo- ogni tanto è bene guardare in dietro ca per tutti, poiché tra gli scopi della ed analizzare la Strada fatta per mi- sua esistenza c’è quello dell’uniformità gliorare quella da fare. Gli aspetti che associativa. Con questa premessa non tratteremo saranno: l’importanza e le escludiamo la reale esigenza di ana- occasioni d’uso del Regolamento di lizzare e modificare lo stesso regola- branca RS analizzando il tema “Pro- mento attraverso processi di scambio gressione personale”. Consigliamo di come articoli, mail, Indaba, interbran- 7
ca ecc... Quindi procederemo in que- che già chiaro, poiché è uno dei capi- sti termini: utilizzeremo l’argomento saldi delle finalità formative traman- della “progressione personale”, per date dallo stesso B.P. e ne sentiamo cercare di comprendere questi aspetti. parlare fin da quando si è lupetti, per Invitiamo tutti i lettori ad esprimere tutta la durata del cammino attraver- il loro parere in merito, scrivendoci, so le quattro branche, nelle nostre Se- per iniziare un lavoro di attenta ana- zioni e Delegazioni. Bene, eccoci al lisi che possa portare i futuri dirigenti primo monito da avere nel momento di branca a non avere alcun problema in cui leggiamo il nostro regolamento: di utilizzo e comprensione. Rispon- “andare oltre l’acquisizione dell’infor- derci è importantissimo per creare un mazione in modo tale che non risulti bacino di idee fine a sé stes- e constatazio- sa chieden- ni, dal quale doci il come poter partire ed il perché, per vivacizza- affinché non re l’interesse rimanga una sugli aspetti lettura steri- metodologi- le, ma diventi ci di branca e alimento per condividere la generazio- pienamente, ne di processi nonché uni- di pensiero, formemente, confronto, ri- la direzione elaborazione da seguire. e program- Partiamo dal mazione che principio: giungano al questa pro- vero scopo gressione esi- per il quale ste? che cosa abbiamo letto è? In che ma- il regolamen- niera si con- to”. Quindi, cretizza nel analizzando suo utilizzo come mezzo e leva edu- questo passo: partendo dal chiarirci cativa? quale fosse lo scopo andremo oltre Procediamo analiticamente passo la risposta “formare il buon cittadino dopo passo. Qual è lo SCOPO, (arti- del domani”, chiedendoci come pos- colo 2.1 del regolamento di branca RS), so fare? In che maniera io capo posso riassumendo: “formare il buon citta- intervenire nel percorso di crescita di dino di domani”. un mio RS? Quali sono i mezzi che Perfetto, lo scopo potrebbe essere an- devo necessariamente conoscere e sa- 8
per utilizzare per indurre i miei ragaz- quanto correderemo la nostra pro- zi verso questo obiettivo? Come devo grammazione e il nostro istinto della gestire la parte umana e personale che comprensione di tutti i fondamenta- necessariamente riverso all’interno li aspetti della metodologia di terza del gruppo (Compagnia)? branca e tanto quanto avremo matu- Il primo istinto è quello di cercare del- rità e sicurezza di poter utilizzare noi le risposte, guidati da buon senso ed stessi come strumento educativo per esperienza. Per esperienza non rife- i nostri ragazzi. Da mantenere sem- riamoci solo a quella fatta in unifor- pre nelle attenzione del capo anche le me, ma a quella quotidiana nell’arco peculiarità della branca come il Ser- della vita. Aspetto strettamente colle- vizio, che è fondamentale ed aiuta a gato all’età minima di 23 anni, indica- sensibilizzare i RS e renderli sempre ta per il ruolo di capo Compagnia. Un più predisposti all’interiorizzazione e capo Compagnia che non abbia già alla spiritualità. Intese finalità e pos- trovato delle risposte a buona parte sibilità di intervento sui nostri ragaz- dei suoi perché difficilmente riuscirà zi, andiamo ad analizzare l’aspetto di ad essere il supporto e lo stimolo giu- nostro interesse: la progressione per- sto per i propri RS per la fase di in- sonale (articolo 2.). Leggendo questo centivo nella creazione delle suddette articolo del regolamento di branca RS personali domande. Il discorso è di troviamo una spiegazione iniziale e la maturità e consapevolezza di se stessi; divisione in 4 tappe attraverso le quali se so chi sono potrò avere padronanza il capo deve pianificare il percorso di nel gestirmi ed essere sempre sviluppo individuale dei propri ragaz- di esempio, che è la prima scintilla da zi. Adesso, andando ad approcciarci accendere per l’importante fiamma come suggerito precedentemente ad della formazione e della crescita del ogni singola tappa spiegata, dovrem- gruppo. Attuando il processo di anda- mo riscontrare una serie di possibili- re oltre e saper utilizzare lo strumen- tà e spunti che portano il capo nella to, dopo aver cercato delle risposte in- condizione di attivazione dei processi terne, andiamo a cercarle tra le righe prima analizzati. Qual è lo scopo? In del regolamento. METODO (articolo che modo possiamo intervenire? Fino 1.1) e MEZZI (articolo 1.3), vestiti di a che punto possiamo spingerci con il ogni singolo aspetto metodologico ri- nostro intervento? portato nel regolamento, sono il cam- Così facendo ci renderemmo con- po dentro il quale si trova certamente to di quanto, dietro ogni tappa della la nostra risposta sicura. progressione, ci sia un grande lavoro Incrociando questi due aspetti creia- che deve trovare sviluppo nel tempo, mo i limiti dentro i quali, in linea di non meno di tutto un anno scaut. In massima, adottando i nostri interven- questo arco temporale e attraverso ti, avremo maggiore sicurezza di non tutte le attività sviluppate, lo staff ha la sbagliare. Il nostro intervento sarà possibilità di analizzare, comprende- sempre più preciso e centrato tanto re, focalizzare l’obiettivo, individuare 9
il mezzo, programmarlo, metterlo in di saper intervenire opportunamen- pratica ed analizzarne il risultato; per te, inducendo ogni RS ad assolvere al poi ricominciare con lo stesso proce- proprio ruolo: il RS anziano deve ave- dimento per continuare a progredire re il ruolo di Guida, stimolandolo alle e quindi a crescere. In questo delica- attenzioni verso i più giovani ed in- to compito del capo Compagnia, non centivandolo alla comprensione della devono esserci spazi per timori ed in- responsabilità del proprio contributo certezze sul chiaro utilizzo degli stru- e il RS appena entrato in Compagnia, menti. Questo è dovuto al necessario deve essere guidato e stimolato ad processo di crescita tipico adolescen- avere personale interesse nel seguire ziale, il quale prevede dei momenti chi lo guida. Così facendo i RS po- di crisi che portano l’individuo appa- tranno sempre più sentirsi protago- rentemente in una fase di regressione. nisti e parte fondamentale all’interno Le attenzioni del capo devono essere delle dinamiche del gruppo. Ragione rivolte alla qualità di questi periodi per cui ambientazione, tradizioni, co- o momenti, andando ad intervenire lori e cerimonie aiutano ma non sono in modo mirato attraverso accurate sufficienti per portare a compimento programmazioni che porteranno alla la prima tappa della progressione per- proposta e alla condivisione delle atti- sonale senza l’attento contributo del vità. Questa analisi e queste attenzioni capo. consentiranno, con la fase di ricostru- Seconda tappa (articolo 2.2.) zione del proprio Io e l’acquisizione Nella seconda tappa della progressio- di nuovi mezzi, di attuare il proces- ne risiede uno dei processi più deli- so di crescita che collocherà il RS in cati ed importanti nella crescita di un un punto della propria progressione RS. Compito del capo sarà program- sicuramente più elevato rispetto al mare una serie di interventi e stimoli punto critico. Volendo muoverci sulla continui che accompagnino l’adole- rete delle quattro tappe dettate dal re- scente verso la presa di coscienza, la golamento è fondamentale precisare consapevolezza e la sicurezza di sa- che bisogna sviluppare i quattro punti per prendere delle scelte. Indurre il di B.P. all’ interno di ogni tappa, ba- RS alla richiesta di firmare la carta di sandoci sempre sul mezzo proposto Compagnia è un processo prevalen- tappa per tappa. temente spirituale, poiché oltre alla Prima tappa (articolo 2.1.) dimostrazione delle proprie abilità, In questa fase della progressione di un si dimostra la definizione del proprio RS, al primo anno di Compagnia, con- discernimento. trariamente a quanto si possa pensare, È facile che questo percorso prenda la figura del capo deve essere incisiva due direzioni, in ogni caso non giuste, e deve rappresentare in modo impli- o avendo troppa superficialità da par- cito il centro di tutte le dinamiche del te dei ragazzi che chiederanno l’im- gruppo. Il raggiungimento di questo pegno senza averne compreso il reale obiettivo è dato dall’abilità dello staff significato e senza viverlo con la giu- 10
sta intensità spirituale o mitizzando Quarta tappa (articolo 2.4.) esageratamente questo momento rite- Nella quarta ed ultima tappa della nendolo irraggiungibile. L’intervento progressione personale avviene uno dello staff deve mirare a condurre i dei processi di crescita più vicini alla RS, in età di Impegno, a comprendere vita da scaut adulto. Il RS è chiamato l’importanza di vivere questa tappa e a proporre una impresa individuale farli sentire tutti adeguati e in grado volta al sociale nella quale impieghe- di raggiungere questo momento, es- rà tutte le sue competenze acquisite in sendo una fisiologica tappa da attra- aggiunta alla responsabilità di inter- versare. È fondamentale che questo facciarsi in prima persona in tutte le concetto sia chiaro allo staff nelle loro fasi necessarie per lo sviluppo dell’im- programmazioni e ad i RS nella loro presa. L’impegno di portare a termi- vita di Compagnia, poiché l’evoluzio- ne un’impresa che sia di esempio per ne insita in questa tappa si concretizza tutta la compagnia e che abbia come proprio nel cambio di prospettiva del risultato il riflesso di quello che è di- singolo all’interno del gruppo e del venuto il RS stesso durante il proprio gruppo nei confronti del singolo. Il percorso in Compagnia, è certamente RS che firma la Carta decide coscien- un passo delicato. La scelta della tipo- temente di aderire agli ideali (scelti e logia dell’impresa, le tempistiche e il pienamente compresi e condivisi da tipo di supporto attento dei capi, de- tutta la Compagnia) e ad esserne pro- vono essere calcolati molto accurata- motore lungo tutta la sua Strada. mente e non lasciati al caso, per far in Terza tappa (articolo 2.3.) modo che l’impresa abbia un profilo Come già prospettato nella definizione differente rispetto a quelle del passato della prima tappa della progressione e non risulti la ”solita impresa”. Nel- personale, questo processo indica un la progettazione di questa tappa ogni fondamentale passo per i RS. Avere la staff deve avere ben chiaro l’obiettivo responsabilità del percorso di un fra- che il proprio RS deve consapevol- tello scaut induce il RS Guida ad essere mente ed autonomamente iniziare ad sempre più consapevole della propria Osare. Infatti l’impresa individuale lo importanza all’interno della Com- pone in una condizione di premura pagnia e a saper riconoscere quanto che lo accompagnerà in tutte le sue fasi sia essenziale saper trasferire il frutto e lo porrà nella necessaria condizione delle proprie esperienze perché diven- di superamento di se stesso, dovendo gano stimolo per il RS più giovane. Il aggiungere un gradino di difficoltà e processo che si innesca è di responsa- impegno rispetto alle precedenti im- bilità reciproche poiché il RS guida ha prese svolte. In Terza branca quando la responsabilità nei confronti del per- parliamo di progressione personale, corso di “formazione” del RS più gio- essendo essa stessa un progetto invisi- vane e il RS più giovane nei confronti bile ma esistente, è necessario chiarir- del gruppo del quale sta imparando a si che al di là dell’arricchimento della sentirsi sempre più parte attiva. propria uniforme attraverso ricono- 11
scimenti e distintivi, essa comprende La sinergia di buon senso, esperien- sia la progressione verticale che quella za, codificazione dei mezzi e accurata orizzontale. La progressione orizzon- programmazione da parte dello staff tale si sviluppa attraverso l’acquisizio- porteranno al raggiungimento degli ne di tutte le competenze tecniche e obiettivi di crescita di ogni singolo spirituali nascenti dallo sviluppo dei Rover e Scolta che sarà, così, prepara- quattro punti di B.P., la progressione to a diventare un Raider. verticale attraverso il passaggio per le quattro tappe analizzate in questo ap- profondimento. In questa rubrica, dal ti- fonda, essa sarebbe salda anche se, paradossal- tolo “La nostra Veglia”, mente un uomo fosse ingiustamente incarcerato. proponiamo delle “tracce” Come esempio mi viene in mente Nelson Mande- per veglie raider. Esse pos- la, che nei suoi lunghi anni di carcere ha mantenu- sono essere delle proposte to salda la sua libertà interiore. Grande esempio non ancora realizzate, per tutti noi! La seconda è condizionata da molte- oppure delle veglie che un plici fattori e non dipende solo dalla nostra volon- raid ha già affrontato e, tà. È la libertà di parola, di espressione, di movi- visto l’interesse suscitato, mento, di giudizio, di amore che ci sono garantite lo scambio avvenuto, è dalla società in cui viviamo. Ma queste libertà non sorto il desiderio di con- sono appannaggio di tutti, noi possiamo ritenerci dividere quel tema con tutti gli altri raid attraverso fortunati a poterne usufruire. Immaginiamo un queste pagine. Un raid potrebbe decidere di affron- paese sotto dittatura o in guerra, la libertà interio- tare questo tema, modificarlo e adattarlo alla sue re può persistere perché dipende da ogni singola esigenze; un raider potrebbe riflettere anche da solo persona, ma quella esteriore sarebbe fortemente su quanto qui proposto. Insomma resta uno spunto. compromessa. Ecco perché invitiamo tutti a inviare le vostre veglie Ed ecco sorgere l’egoismo, la volontà di protegge- affinché possano divenire LA NOSTRA VEGLIA. re la nostra libertà esteriore, alla quale ovviamente Di seguito la traccia di una veglia proposta al Corso teniamo molto, a difesa di chi questa libertà vuole Tecnico del 49° C.F.Q. portarcela via. Forse potremmo cedere alla pura di sirene ammalianti che cantano questo imminente LIBERTÀ vs EGOISMO pericolo. Forse un giorno lontano potremmo arri- La veglia è uno scambio: è un dare e un ricevere; vare ad innalzare muri per difendere questa nostra chi si sente di dare dia; chi si sente di avere bisogno libertà esteriore; potremmo arrivare a chiudere in di qualcosa, chieda; chi cerca dica cosa cerca; può faccia la porta ad altri uomini; potremmo trasfor- darsi che non lo trovi qui, ma può darsi che qui mare un mare in un immenso cimitero pur di pre- trovi chi gli dice dove o dove cercare per trovare. servare egoisticamente la nostra libertà. La veglia è anche una meditazione, una prepara- Se ciò dovesse mai accadere, allora la nostra li- zione per un domani più impegnativo, potete vi- bertà esteriore potrebbe anche essere salva, ma verla senza parlare, ma se vi sentite al buio anche quella interiore non avrà ceduto all’inganno, all’o- dentro, oltre che fuori, parlate, dite senza timori, dio, alla paura, alla crudeltà, all’indolenza in ma- senza esitazioni. L’atmosfera della veglia è soprat- niera così dolce e silenziosa da essere ancora con- tutto comprensione fraterna. vinti di essere veramente liberi invece che schiavi (Aldo Marzot) di una libertà effimera? Noi tutti abbiamo preso un impegno. Abbiamo promesso e preso un impegno. La libertà è senza dubbio un principio fondan- Una promessa e un impegno che vanno oltre il te del raiderismo. Potremmo concentrarci su due tempo e la storia. Nessuno di noi sceglie l’epoca in aspetti attraverso cui la libertà si può manifestare: cui vivere ed ogni epoca pone delle sfide differenti. La libertà interiore e quella esteriore. La prima è Siamo capaci di vivere questa sfida? Far vincere la totalmente spirituale; qualora fosse solida e pro- vera libertà a discapito dell’egoismo? 12
Guidone e Distintivo in Branca Rader Lo strumento dell’identificazione del gruppo nel la me- todologia Raider a cura della: Branca RD In svariate circostanze mi è ne, non tutte le unità hanno il loro stato chiesto se an- distintivo di appartenenza. che il raid si doves- Il branco non lo ha, il se dotare di un reparto nemme- guidone e di un no. Allora come distintivo che in- risolvere questo dividuasse chia- dilemma? Grazie ramente l’unità. La a questa rubrica risposta è facile possiamo rispon- nel Regolamento dere a questo e ad di Branca all’in- altri dubbi che terno del quale sorgeranno. non vi sono riferi- Occorre valutare menti né al guidone né al distintivo, tutta la faccenda sempre da un pun- quindi, evidentemente, non sono to di vista metodologico e in ultima in uso nelle unità raid. Tuttavia vi analisi anche pratico. sono stati dei raid che comunque lo Guidone e distintivo sono due stru- hanno adottato. È vero che tutte le menti che servono a definire, carat- unità Assoraider hanno un guidone, terizzare e legare un gruppo. Pro- allora per un semplice ragionamen- prio come i colori di una squadra to di omogeneità anche il raid do- di calcio, come la propria bandiera, vrebbe averlo. Forse una mancanza etc. all’interno del Regolamento? Effet- Tali strumenti sono fondamenta- tivamente il discorso non fa un pie- li nello scautismo perché tutta la ga. Per quanto riguarda il distintivo nostra metodologia poggia sul la- sappiamo quanto noi scaut siamo le- voro di gruppo. Oltretutto le no- gati a questi semplici pezzi di stoffa stre unità sono così eterogenee che ci fanno sognare e ci inorgogli- che proprio grazie a questi ele- scono. Però, a differenza del guido- menti è possibile accelerare il pro- 13
cesso di creazione di un gruppo. alle mute e ai pro. Tutti i reparti e In tutto il percorso, da lupetto a le compagnie vivono l’ambientazio- raider, l’esigenza e l’importanza del ne collegata al nome dell’unità i lupi gruppo sono differenti e potremmo e i raider no. Altro aspetto comune. definire il suo andamento come se I lupetti vivono la giungla i raider fosse una fisarmonica. vivono lo spirito raideristico, e que- Per i lupetti abbiamo una situazione sti contesti superano la singola uni- molto larga, troviamo il guidone, e tà estendendosi a livello nazionale. le mute, ma alla fine il sentimento di Questo è il nodo della questione che appartenenza del lupetto è sfumato, i nostri capi e i loro ragazzi devono ha più una funzione organizzativa, avere ben chiaro. Il raider dovrebbe sempre metodologica ma più per il giungere ad un punto tale che sì, si capo che per il bambino. sente appartenente ad una comu- Nel reparto troviamo un contesto più nità, ma questa comunità supera il stretto, l’identificazione pone l’ac- piccolo gruppo per diventare uni- cento sulla pattuglia ancor più che versale. Non ci dimentichiamo che sul reparto e questo per ovvie ragioni il nostro dovere di amore è anche metodologiche che tutti ben cono- verso l’UMANITÀ. Che noi voglia- sciamo. Il reparto conserva una fun- mo imparare ad amare tutti e tutto. zione organizzativa ma già aumenta Questi elementi di universalità, che la sua caratterizzazione identitaria. nell’Assoraider sono più volte sotto- Con la compagnia il focus si allarga lineati, coincidono con quegli aspet- all’unità e per la prima volta accan- ti propri dello scautismo. Fraternità to al guidone troviamo per la prima mondiale, internazionalità, univer- volta il distintivo di unità. salità. Ormai giunti nella fase fina- La differenza è nei numeri, una com- le della formazione è fondamentale pagnia difficilmente arriva al nume- che i nostri raider metabolizzino tali ro di un reparto per cui la coscienza concetti e quindi il guidone e il di- di appartenenza al piccolo/medio stintivo diventano ormai strumenti gruppo-compagnia, sono in que- superati. Lo stesso valga per i di- sta fascia di età estremamente im- stintivi di progressione verticale ed portanti acquistano però un respi- orizzontale che nel percorso scaut ro maggiore rispetto alla pattuglia. pian piano spariscono, la “gerarchia” Veniamo ora al raid: potremmo interna, etc. etc. dire che il raid è molto più simile al Certo è più facile fare gruppo con un branco ma con una consapevolezza distintivo che unisce, con un guido- ben chiara nel giovane. ne che garrisce al vento e identifica, Facciamoci caso, la branca raider ha, mentre fare un lavoro più profon- come i lupetti, un unico fazzolettone do, immateriale e più concettuale uguale per tutti a livello nazionale, è sicuramente molto più difficile e la suddivisione interna è funziona- complesso. Ma non possiamo rifiu- le e non identificativa, mi riferisco tarci, come capi, di accettare questa 14
sfida. In fine, per il tipo di attività a Ebbene col tempo si è notato che cui è chiamato il raid, il guidone in era così forte e sentita l’importan- modo particolare, sarebbe non solo za di indossare i calzoncini corti, la utilizzato poco, ma addirittura di camicia kaki e il fazzolettone, che è intralcio. prevalsa sul tentativo di assecondare Qualcuno potrebbe suggerire che il passaggio all’età adulta dei raider. anche l’uniforme stessa potrebbe es- In conclusione i nostri raider devo- sere superflua volendo seguire que- no essere portati a comprendere che sto tipo di ragionamento. Effettiva- ormai si sono affacciati in un mon- mente sì, e tale ragionamento è stato do più grande, che travalica l’unità fatto proprio al momento della na- e la sezione, essi indossano un faz- scita della nostra Associazione. L’u- zolettone associativo, un distintivo niforme per i raider non era la clas- comune a tutti gli scaut maggioren- sica uniforme scaut ma un abito blu ni, in questo modo sono ancor più con camicia bianca e cravatta blu. consapevolmente parte della grande L’idea era quella di fondere i princi- famiglia mondiale scaut. pi scaut totalmente nel mondo della Il guidone e il distintivo lo riservia- società civile anche dal punto di vi- mo ai più piccoli. sta dell’abbigliamento. Vogliamo che gli uomini della prossima generazione siano di più ampie vedute e che si considerino reciprocamente come fratelli, figli di un unico Padre, in ogni parte del mondo, quale che possa essere il loro credo religioso, il colore della loro pelle, il loro Paese o la loro casta. Ottobre 1921 15
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