Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri

Pagina creata da Samuele Mattioli
 
CONTINUA A LEGGERE
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
Rimini, preso dalla Polizia il
quarto uomo della banda degli
stupri

                                            ROMA – E’ stato arrestato
stamattina in stazione a Rimini il quarto uomo, il ventenne congolese
Guerlin Butungu (unico incensurato del gruppo) capo della banda
accusata di stupro di una ragazza polacca e di una trans peruviana a
Rimini. Lo ha reso noto la stessa Polizia sul suo account Twitter.

L’uomo è stato rintracciato presso la stazione ferroviaria di Rimini ,
dove si era nascosto mentre cercava di prendere un treno per far
perdere le proprie tracce, dagli agenti della Squadra Mobile e dello
Sco, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed è stato
quindi portato in Questura. La caccia all’ultimo componente del
gruppo, era iniziata ieri sera dopo la confessione dei primi due che
si sono presentati dai Carabinieri ed il fermo del terzo. Il congolese
fermato questa mattina, unico maggiorenne dei quattro, risiedeva anche
lui nella provincia di Pesaro-Urbino, probabilmente in una struttura
di accoglienza. Guerlin Butungu era partito in treno da Pesaro nella
notte ed era diretto a Milano. Una tappa prima di espatriare e andare
in Francia. Ne sono pressochè certi gli investigatori che lo stavano
monitorando, seguendo le celle del suo cellulare. Lo hanno fermato
mentre il treno transitava alla stazione di Rimini.
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
Una volta bloccato il convoglio gli uomini dello Sco e della squadra
mobile di Rimini e Pesaro sono saliti e lo hanno trovato in una delle
carrozze. Guerlin Butungu ha prima cercato di negare la sua identità,
successivamente, il suo coinvolgimento nelle aggressioni e stupri. Il
congolese era arrivato in Italia due anni fa, nel 2015, come
richiedente asilo per motivi umanitari. Era stato affidato a una
cooperativa di Cagli, nel Pesarese e gli era stato concesso un
permesso di soggiorno con scadenza nel 2018. Ma da alcuni mesi aveva
lasciato la comunità casa Freedom, facendo perdere le proprie tracce.
Secondo gli investigatori, sarebbe a capo di un gruppo di minorenni
dedito a furti e piccolo spaccio, tra cui i due fratelli marocchini
che ieri si sono consegnati ai Carabinieri.

La conferma che Butungu         era il capo, era arrivata dalla
trans peruviana divenuta ormai la teste chiave dell’accusa, poichè
che i due fidanzati polacchi sono rientrati in patria. La trans aveva
raccontato nei dettagli l’inferno che aveva passato la notte del 25
agosto scorso, quando la banda dei quattro stupratori seriali, dopo
avere lasciato le prime due vittime al Bagno 130 di Miramare, si sono
diretti verso la strada statale .

Il primo a saltarle addosso dopo averla trascinata in un cespuglio,
 era stato uno dei due fratelli minorenni, che però era stato subito
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
spinto via con forza da quello in canottiera, ossia Butungu che aveva
ordinato “Faccio io”. Un comportamento arrogante che non era piaciuto
all’altro , e tra i due c’era stata un acceso diverbio, fino a quando
un altro del gruppo era intervenuto e aveva fatto capire al più
giovane che non era il momento di litigare, e che doveva farsi da
parte riconoscendo l’autorità del più grande. Il capo della banda era
un adepto dei “Testimoni di Geova” come si evince da una lettura-
analisi della sua pagina Facebook.

La svolta si era avuta nel pomeriggio di ieri, quando i più piccoli
del gruppo, due fratelli di origini marocchine, già noti nella zona
come baby spacciatori e per una serie di piccoli furti,       si sono
presentati verso le 17 alla caserma dei Carabinieri di Montecchio, in
provincia di Pesaro, per confessare. Gli investigatori erano però
molto vicini al loro arresto. Infatti secondo quanto lascia trapelare
la Questura di Rimini, gli uomini del questore Maurizio Improta
stavano intercettando il telefonino di uno dei quattro, in attesa di
identificare i componenti dell’intera banda.

                                            Agli agenti della Squadra
mobile di Rimini, che sin sono allungati sino a Pesaro per riportarli
indietro in Questura a Rimini, hanno confessato che ormai avevano
capito di non avere scampo e che dopo aver visto le immagini delle
telecamere che li ritraevano di spalle hanno deciso di costituirsi.
Sono stati loro a confermare i nomi degli altri due appartenenti al
gruppo. Il terzo, un congolese di 17 anni, è stato arrestato dallo Sco
della Poizia, qualche ora dopo, mentre il quarto arrestato questa
mattina, ritenuto il più pericoloso del gruppo era ancora ricercato.

I tre arrestati avevano raccontato alla Polizia che il congolese capo
della banda, stava cercando di raggiungere la Francia, raccontando ai
tre minorenni che aveva un rifugio oltre confine . La Questura di
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
Rimini ieri aveva diffuso la sua foto, le sue generalità e soprattutto
le sue impronte presenti nel circuito Schengen acquisite a suo tempo,
quando ha chiesto asilo in Italia ed è andato a vivere a Cagli, nel
pesarese.

nella foto Guerlin Butungu
(Facebook)

Dopo averla violentata tutti una prima volta, i quattro come
delinquenti consumati, si erano messi a fumare in tutta calma
soddisfatti di quanto avevano fatto. Un comportamento causato
probabilmente da un’alterazione provocata dall’assunzione di alcool e
droga . La transessuale terrorizzata raggomitolata a terra, ha
raccontato che non osava neanche guardarli, avendo capito che il suo
calvario non era finito. Ed infatti, dopo aver finito di fumare, i
quattro avevano ricominciato ad abusare di lei. Il trans aveva pero
assimilato e fissato nella sua mente registrato ogni
dettaglio: aspetto, abbigliamento, persino l’accento dei quattro. Ha
raccontato nella sua testimonianza che i quattro fra di loro parlavano
in italiano, probabilmente perche di nazionalità diverse. E quando se
n’erano andati abbandonandola come uno straccio per terra, avevano
preso la direzione versoi Riccione probabilmente diretti in
stazione per prendere un treno.

“Gli ho detto di andare subito dai Carabinieri. Può capitare che uno
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
rubi un telefonino, ma non che uno violenta una donna. Se hanno fatto
una cosa del genere devono pagare“. Sono le parole al quotidiano il
Resto del Carlino del padre dei due fratelli marocchini di 15 e 17
anni residenti a Vallefoglia, nel Pesarese, che ieri si sono
presentati in caserma per ammettere il loro coinvolgimento nel doppio
stupro di Miramare di Rimini. Grazie alle loro indicazioni è stato in
seguito fermato un nigeriano 16enne e poi nella notte è stato
rintracciato anche il capobanda, un congolese di 20 anni, Guerlin
Butungu. Il padre, 51 anni, ha spiegato di aver riconosciuto i figli
dalle foto diffuse sui giornali e che ieri il figlio 17enne è tornato
a casa piangendo. “Mi ha detto che lui era con suo fratello e altri
due loro amici, un congolese e un nigeriano, a Rimini. Hanno
partecipato allo stupro di cui si parla da giorni”.

                                                   “La        polizia
polacca ringrazia i colleghi della Squadra mobile della questura
di Rimini per l’azione investigativa che ha portato a cattura presunti
autori stupri” . E’ quanto scrive su Twitter la Polizia di Stato
italiana pubblicando un tweet delle forze di polizia polacche, che
erano arrivate in Italia proprio per seguire le indagini dopo la
brutale aggressione ai loro due connazionali in spiaggia a Miramare.
Rimini, preso dalla Polizia il quarto uomo della banda degli stupri
“L’arresto di questa mattina è stato una doppia soddisfazione perché a
mettere le manette al quarto uomo sono state due donne. Un gesto
simbolico che ha reso giustizia alle vittime delle violenze“. Così il
Questore Maurizio Improta ha commentato con l’ ANSA la cattura che
chiude il cerchio attorno al branco autore delle brutali violenze
commesse poco più di una settimana fa a Rimini. “Un risultato reso
possibile da un grande lavoro di squadra. L’uomo fermato questa
mattina, un nigeriano maggiorenne che risulta richiedente asilo, in un
primo momento è rimasto meravigliato dalla presenza dei poliziotti e
ha cercato di negare la sua identità. Ma ormai era stato inchiodato“.

Nel frattempo sulla pagina Facebook       di Guerlin Butungu si sono
scatenate offese, minacce e contestazioni razziali nei confronti del
congolese, capo del branco di stupratori.
Il               ministro
dell’Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il Capo della
Polizia, Franco Gabrielli, per le indagini svolte dal personale della
Polizia dello Sco e della Squadra Mobile di Rimini e Pesaro. “Grazie
a una complessa e articolata attività investigativa – ha commentato il
ministro – sono stati individuati e assicurati alla giustizia in tempi
brevi, i presunti autori di delitti così efferati“. Gli arresti “sono
il frutto dello straordinario impegno che Forze dell’ordine e
Magistratura stanno mettendo in campo quotidianamente e a loro va il
mio ringraziamento e apprezzamento“.

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha
annunciato che la Regione si costituirà parte civile al processo.
Puoi anche leggere