RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI PROUST E MORAND: INCONTRI - Nino Aragno Editore

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RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI PROUST E MORAND: INCONTRI - Nino Aragno Editore
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Tutti ricercanti un ritorno all’Origine.
Per Frau (studioso d’arte, scrittore,
                                             RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI
artista) il rapporto dell’arte di oggi con   PROUST E MORAND: INCONTRI
la politica e l’economia è molto diverso     Storia di un’amicizia
da quello del passato, in società            di massimo carloni
tradizionali come era l’Europa sino al

                                             B
XIX secolo. Per secoli ci sono stati                  enché scandalosamente diversi      lancia in una vertiginosa fuga in avanti,
committenti che rappresentavano la                    Marcel Proust e Paul Morand        ingaggiando con Cronos una folle gara
repubblica o l’impero e dopo di loro                  condividono una medesima           di velocità, tentando di batterlo,
papi, signori, mecenati, banchieri. Tutti    lancinante ossessione: il tempo. Se         paradossalmente, sul tempo. L’uno vive
ambivano a far creare arte e ad avere i      Proust osa sfidare l’avversario sul suo     da anni solo per procura, attraverso i
migliori artisti per dare così lustro e      stesso terreno, quello della durata,        personaggi che crea; l’altro moltiplica la
ricchezza a loro stessi, alla casata e di    infrangendo il dogma dell’irreversibilità   propria esistenza spostandosi
conseguenza al popolo che ne                 con le fragili armi della memoria e         freneticamente da un luogo all’altro,
beneficiava.                                 dell’oblio, Morand, dal canto suo, si       inebriato dall’utopia dell’ubiquità.
                                                                                              Eppure, il valetudinario ancorato al
“«Ad stellam». Il Libro d’Oltramare                                                      proprio letto e il velocifero che desidera,
di Niccolò da Poggibonsi e altri                                                         una volta morto, si faccia della propria
resoconti di pellegrinaggio in Terra                                                     pelle una valigia, finiscono per attrarsi,
Santa fra Medioevo ed Età                                                                cercarsi, adorarsi. Ognuno vorrebbe
moderna”, a cura di Edoardo                                                              trasmigrare nel corpo dell’altro, perdersi
Barbieri, Firenze, Olschki, 2019,                                                        nel suo inconfessabile doppio, al punto
pp. 244, 25 euro                                                                         che un giorno scappa detto a Proust:
I racconti di pellegrinaggio in Terra                                                    «Avrei voluto vivere come Morand»,
                        Santa sono                                                       ossia appartenere a quella schiera eletta
                        un’importante                                                    di fortunati «che vedono avverarsi i loro
                        messe di fonti                                                   desideri semplicemente formulandoli».
                        storiche. Fra essi                                               Per converso, Morand avrebbe voluto
                        è possibile                                                      scrivere come Proust, avere una stilla
                        distinguere tra                                                  del suo genio, assurgere magari a
                        veri diari di                                                    Maître dello spazio, come l’amico lo era
esperienze reali oppure guide destinate                                                  stato del tempo. Non a caso Morand
ai viaggiatori, testi puramente letterari                                                dedicherà per scherzo una copia di
o ricerche latamente archeologiche,                                                      Swann a Proust. Come dire, in quel libro
naturalistiche o etnografiche. Tra i                                                     mi rispecchio totalmente, tanto che
capolavori del genere basti ricordare il                                                 avrei voluto scriverlo io, se avessi avuto
Libro d’Oltramare di Niccolò da                                                          l’ingegno di crearlo, per cui ve lo dedico.
Poggibonsi o il quattrocentesco                                                               L’insolito ménage à trois che vede
manoscritto di Marco di Bartolomeo                                                       coinvolti Proust, Morand, e in seguito la
Rustici. I dieci contributi qui pubblicati                                               principessa Hélène Soutzo (futura
indagano questo argomento tanto                                                          signora Morand), è costellato d’incontri
complesso quanto ricco di fascino.                                                       serali. A cominciare dalla prima,
                                                                                         sorprendente visita fatta da Proust per
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giugno 2019 – la Biblioteca di via Senato Milano                                                                                             55

conoscere quel giovane attaché
d’ambasciata che aveva impunemente
osato accostare Swann a L’Éducation
sentimentale di Flaubert. Orchestrato
dal comune amico Henri Bardac, che
ospita il collega Morand di passaggio a
Parigi, l’incontro fatidico avviene tra
l’agosto e il settembre del 1915.
     Nel rievocare quella serata magica,
in un nostalgico novembre di trent’anni
dopo, Morand estrae dal libro di ricordi
uno dei suoi fiori più belli, dall’essenza
intatta e dai colori ancora vividi. Per
una volta rinuncia al suo stile
telegrafico e, sottratto il pennello al
maestro, ci regala una Recherche en
raccourci. Sciorinando una dovizia
impressionante di dettagli - dalle
inflessioni della voce ai battiti nervosi
delle ciglia -, Morand risuscita Proust in
tutta la sua imponente presenza, con il
corredo leggendario di gesti, posture,
manie, abiti démodé, con la sua aria da
cadavere ambulante: «passo il mio
tempo a morire», gli sussurra.
Quell’epifania notturna ha qualcosa di
ieratico, tanto che Morand avverte
subito l’impressione di trovarsi al
cospetto d’un genio. Come se lo spirito
di un classico fosse uscito dallo scaffale   Nella pagina accanto: 24 maggio 1921, Proust ritratto all’uscita dell’esposizione dei pittori
della biblioteca per materializzarsi di      olandesi al Jeu de Paume. Morand si era adoperato diplomaticamente per fargli contemplare
fronte a lui. Eppure quel classico era       un’ultima volta la Veduta di Delft di Vermeer, considerato da Proust «il più bel quadro del
miracolosamente accessibile, «respirava,     mondo». Qui sopra dall’alto: un raro scatto che ritrae la principessa Hélène Soutzo nella sua
si muoveva, rideva; quel classico non        stanza del Ritz, dov’era solita ricevere Marcel Proust, il quale, abbandonato il suo letto,
era rilegato»; era affabile, v’invitava a    svolazzava sin lì senza farsi annunciare, come una falena notturna attratta dallo splendore della
cenare, a visitare una mostra, ad            Minerva romena; Paul Morand al volante di uno dei suoi adorati bolidi da corsa, non a caso
ascoltare insieme della buona musica.        confesserà di aver passato più tempo con loro che con le donne
Quel che doveva essere una fugace
presentazione alle undici della sera si      ardua amicizia.                                      tutto in quella dimora sembra
dilatò in un’interminabile conversazione          La prima visita di Morand                       appartenere all’altro secolo, tanto che
notturna durata ben quattro ore, con il      all’appartamento di Proust in boulevard              accedervi equivale a compiere un salto
taxi ad attendere Proust in strada.          Haussmann risale al dicembre 1916. Al                nel tempo: il ritratto di Marcel dipinto
Insomma, era l’inizio di un’insperata e      pari dell’immobile costruito nel 1875,               da J.-E. Blanche, quello del padre
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medico in abiti accademici, lo stesso           L’ultima, toccante visita resa da         tuttavia, la gentilezza, la delicatezza
Proust sembra uscito da un quadro di        Morand al capezzale di Proust in rue          d’animo, il gran cuore mostrati da
Manet. Le foto conservate come reliquie     Hamelin precede di una settimana il           Morand lo fanno ricredere. «Mi ero
in un cofanetto e mostrate agli ospiti,     decesso. Stavolta l’homme pressé              ingannato; ma questa volta, posso
raffiguranti la principessa Mathilde,       sembra non aver fretta di andarsene.          assicurarvi - come confida poco dopo a
Montesquiou giovane, Maupassant in          Adesso spetta a lui fissare l’amico dalla     Céleste - senza timore di errore, che
bicicletta, Charles Haas, contribuiscono    poltrona, intrattenerlo in una                Morand mi amava tanto, forse molto più
a rendere ancor più vetusta l’atmosfera     conversazione infinita, come per              di quanto l’ho amato io». Sulla falsariga
del luogo. Per Morand, che da bambino       ingannare la morte incombente. Forse          delle metamorfosi dei personaggi della
in compagnia del padre aveva                Morand avverte l’unicità di quel              Recherche, anche lo spietato minotauro
conosciuto gli ultimi splendori artistici   momento e, forte delle sue gambe              Morand finisce per mutarsi in un tenero
della Belle Époque, quello era un mondo     ancora atletiche, vuol sostenere e            gattone. Proust incarica Céleste di riferire
defunto, e Proust viveva veramente nel      proteggere un Proust sempre più               questa confessione in articulo mortis
passato come un custode di ricordi          atterrito dall’orribile signora in nero che   direttamente all’interessato.
della casa dei morti.                       lo sta ghermendo. Finora Proust aveva             In seguito a una polmonite trascurata,
     Quella stessa notte, com’era solito    giudicato l’amico un egoista, ritenendo       Proust muore il 18 novembre 1922 alle 17
fare, Proust interroga Céleste a            che il suo affetto per lui non fosse          del pomeriggio. Morand è tra i primi ad
proposito del nuovo amico diplomatico.      adeguatamente ricambiato. Quella sera,        accorrere. Ci lascerà un ritratto
Gli occhi leggermente a mandorla, i                                                       indimenticabile dell’amico sul letto di
tratti asiatici del viso lo fanno                                                         morte, adagiato in quella stanza infine
assomigliare a un cinese, rispose la                                                      arieggiata, invasa dalla luce e dai fiori
fedele governante. Proust sorride e                                                       rifuggiti in vita. Il volto smunto divorato
aggiunge: «Sì, Céleste, ma è anche                                                        dagli occhi che fendevano l’insondabile,
sottile come un mandarino!», alludendo                                                    su cui si staglia un naso adunco e
all’aria imperturbabile e imperscrutabile                                                 prominente; i capelli corvini divisi sulla
che cela una personalità faunesca,                                                        fronte e la folta barba lo fanno
maliziosa e sensuale, ammantata dai                                                       assomigliare a uno starets russo, il
paramenti alteri e untuosi d’un                                                           monaco eremita che nei romanzi di
sacerdote. Il fascino del giovane                                                         Dostoevskij è portatore di qualche verità
Morand, insomma, è offuscato da una                                                       rivelata. Morand osserva curiosamente
personalità infida, ambigua, «incapace                                                    che la palpebra di un occhio è un po’
di amicizia», di cui Proust subirà le                                                     sollevata rispetto all’altra, proprio come
spiacevoli conseguenze in occasione                                                       accadeva durante le sue visite notturne,
della perfida Ode a lui dedicata. Quel                                                    quando a letto Proust abbassava gli occhi
giovane «minotauro» sciupafemmine,                                                        dalla stanchezza, pur invitando l’ospite a
come lo descrive nella prefazione a                                                       proseguire il discorso. Nello scusarsi per
Tendres Stocks, si rivela per Proust una       Marcel Proust,                            questo però, ricorda Morand, «ne teneva
preda inaccessibile, cosicché il rapporto          «Il visitatore della sera.             uno leggermente aperto per osservarti».
vira ben presto verso un amore casto,              Lettere a Paul Morand                  Ebbene, l’ha mantenuto così persino nella
ossia infelice, come gli è capitato                e a Madame Soutzo»,                    morte, come se quel suo sguardo
                                                   a cura di Massimo Carloni,
sovente nella vita, a cui s’unisce in                                                     onnisciente, attraverso l’opera,
                                                   Nino Aragno Editore, Torino
questo caso la reciproca ammirazione               2019, pp. 335, 25 euro                 continuasse a seguirci ovunque, lungo il
letteraria.                                                                               nostro cammino nel tempo.
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