RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI PROUST E MORAND: INCONTRI - Nino Aragno Editore
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54 la Biblioteca di via Senato Milano – giugno 2019 Tutti ricercanti un ritorno all’Origine. Per Frau (studioso d’arte, scrittore, RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI artista) il rapporto dell’arte di oggi con PROUST E MORAND: INCONTRI la politica e l’economia è molto diverso Storia di un’amicizia da quello del passato, in società di massimo carloni tradizionali come era l’Europa sino al B XIX secolo. Per secoli ci sono stati enché scandalosamente diversi lancia in una vertiginosa fuga in avanti, committenti che rappresentavano la Marcel Proust e Paul Morand ingaggiando con Cronos una folle gara repubblica o l’impero e dopo di loro condividono una medesima di velocità, tentando di batterlo, papi, signori, mecenati, banchieri. Tutti lancinante ossessione: il tempo. Se paradossalmente, sul tempo. L’uno vive ambivano a far creare arte e ad avere i Proust osa sfidare l’avversario sul suo da anni solo per procura, attraverso i migliori artisti per dare così lustro e stesso terreno, quello della durata, personaggi che crea; l’altro moltiplica la ricchezza a loro stessi, alla casata e di infrangendo il dogma dell’irreversibilità propria esistenza spostandosi conseguenza al popolo che ne con le fragili armi della memoria e freneticamente da un luogo all’altro, beneficiava. dell’oblio, Morand, dal canto suo, si inebriato dall’utopia dell’ubiquità. Eppure, il valetudinario ancorato al “«Ad stellam». Il Libro d’Oltramare proprio letto e il velocifero che desidera, di Niccolò da Poggibonsi e altri una volta morto, si faccia della propria resoconti di pellegrinaggio in Terra pelle una valigia, finiscono per attrarsi, Santa fra Medioevo ed Età cercarsi, adorarsi. Ognuno vorrebbe moderna”, a cura di Edoardo trasmigrare nel corpo dell’altro, perdersi Barbieri, Firenze, Olschki, 2019, nel suo inconfessabile doppio, al punto pp. 244, 25 euro che un giorno scappa detto a Proust: I racconti di pellegrinaggio in Terra «Avrei voluto vivere come Morand», Santa sono ossia appartenere a quella schiera eletta un’importante di fortunati «che vedono avverarsi i loro messe di fonti desideri semplicemente formulandoli». storiche. Fra essi Per converso, Morand avrebbe voluto è possibile scrivere come Proust, avere una stilla distinguere tra del suo genio, assurgere magari a veri diari di Maître dello spazio, come l’amico lo era esperienze reali oppure guide destinate stato del tempo. Non a caso Morand ai viaggiatori, testi puramente letterari dedicherà per scherzo una copia di o ricerche latamente archeologiche, Swann a Proust. Come dire, in quel libro naturalistiche o etnografiche. Tra i mi rispecchio totalmente, tanto che capolavori del genere basti ricordare il avrei voluto scriverlo io, se avessi avuto Libro d’Oltramare di Niccolò da l’ingegno di crearlo, per cui ve lo dedico. Poggibonsi o il quattrocentesco L’insolito ménage à trois che vede manoscritto di Marco di Bartolomeo coinvolti Proust, Morand, e in seguito la Rustici. I dieci contributi qui pubblicati principessa Hélène Soutzo (futura indagano questo argomento tanto signora Morand), è costellato d’incontri complesso quanto ricco di fascino. serali. A cominciare dalla prima, sorprendente visita fatta da Proust per
giugno 2019 – la Biblioteca di via Senato Milano 55 conoscere quel giovane attaché d’ambasciata che aveva impunemente osato accostare Swann a L’Éducation sentimentale di Flaubert. Orchestrato dal comune amico Henri Bardac, che ospita il collega Morand di passaggio a Parigi, l’incontro fatidico avviene tra l’agosto e il settembre del 1915. Nel rievocare quella serata magica, in un nostalgico novembre di trent’anni dopo, Morand estrae dal libro di ricordi uno dei suoi fiori più belli, dall’essenza intatta e dai colori ancora vividi. Per una volta rinuncia al suo stile telegrafico e, sottratto il pennello al maestro, ci regala una Recherche en raccourci. Sciorinando una dovizia impressionante di dettagli - dalle inflessioni della voce ai battiti nervosi delle ciglia -, Morand risuscita Proust in tutta la sua imponente presenza, con il corredo leggendario di gesti, posture, manie, abiti démodé, con la sua aria da cadavere ambulante: «passo il mio tempo a morire», gli sussurra. Quell’epifania notturna ha qualcosa di ieratico, tanto che Morand avverte subito l’impressione di trovarsi al cospetto d’un genio. Come se lo spirito di un classico fosse uscito dallo scaffale Nella pagina accanto: 24 maggio 1921, Proust ritratto all’uscita dell’esposizione dei pittori della biblioteca per materializzarsi di olandesi al Jeu de Paume. Morand si era adoperato diplomaticamente per fargli contemplare fronte a lui. Eppure quel classico era un’ultima volta la Veduta di Delft di Vermeer, considerato da Proust «il più bel quadro del miracolosamente accessibile, «respirava, mondo». Qui sopra dall’alto: un raro scatto che ritrae la principessa Hélène Soutzo nella sua si muoveva, rideva; quel classico non stanza del Ritz, dov’era solita ricevere Marcel Proust, il quale, abbandonato il suo letto, era rilegato»; era affabile, v’invitava a svolazzava sin lì senza farsi annunciare, come una falena notturna attratta dallo splendore della cenare, a visitare una mostra, ad Minerva romena; Paul Morand al volante di uno dei suoi adorati bolidi da corsa, non a caso ascoltare insieme della buona musica. confesserà di aver passato più tempo con loro che con le donne Quel che doveva essere una fugace presentazione alle undici della sera si ardua amicizia. tutto in quella dimora sembra dilatò in un’interminabile conversazione La prima visita di Morand appartenere all’altro secolo, tanto che notturna durata ben quattro ore, con il all’appartamento di Proust in boulevard accedervi equivale a compiere un salto taxi ad attendere Proust in strada. Haussmann risale al dicembre 1916. Al nel tempo: il ritratto di Marcel dipinto Insomma, era l’inizio di un’insperata e pari dell’immobile costruito nel 1875, da J.-E. Blanche, quello del padre
56 la Biblioteca di via Senato Milano – giugno 2019 medico in abiti accademici, lo stesso L’ultima, toccante visita resa da tuttavia, la gentilezza, la delicatezza Proust sembra uscito da un quadro di Morand al capezzale di Proust in rue d’animo, il gran cuore mostrati da Manet. Le foto conservate come reliquie Hamelin precede di una settimana il Morand lo fanno ricredere. «Mi ero in un cofanetto e mostrate agli ospiti, decesso. Stavolta l’homme pressé ingannato; ma questa volta, posso raffiguranti la principessa Mathilde, sembra non aver fretta di andarsene. assicurarvi - come confida poco dopo a Montesquiou giovane, Maupassant in Adesso spetta a lui fissare l’amico dalla Céleste - senza timore di errore, che bicicletta, Charles Haas, contribuiscono poltrona, intrattenerlo in una Morand mi amava tanto, forse molto più a rendere ancor più vetusta l’atmosfera conversazione infinita, come per di quanto l’ho amato io». Sulla falsariga del luogo. Per Morand, che da bambino ingannare la morte incombente. Forse delle metamorfosi dei personaggi della in compagnia del padre aveva Morand avverte l’unicità di quel Recherche, anche lo spietato minotauro conosciuto gli ultimi splendori artistici momento e, forte delle sue gambe Morand finisce per mutarsi in un tenero della Belle Époque, quello era un mondo ancora atletiche, vuol sostenere e gattone. Proust incarica Céleste di riferire defunto, e Proust viveva veramente nel proteggere un Proust sempre più questa confessione in articulo mortis passato come un custode di ricordi atterrito dall’orribile signora in nero che direttamente all’interessato. della casa dei morti. lo sta ghermendo. Finora Proust aveva In seguito a una polmonite trascurata, Quella stessa notte, com’era solito giudicato l’amico un egoista, ritenendo Proust muore il 18 novembre 1922 alle 17 fare, Proust interroga Céleste a che il suo affetto per lui non fosse del pomeriggio. Morand è tra i primi ad proposito del nuovo amico diplomatico. adeguatamente ricambiato. Quella sera, accorrere. Ci lascerà un ritratto Gli occhi leggermente a mandorla, i indimenticabile dell’amico sul letto di tratti asiatici del viso lo fanno morte, adagiato in quella stanza infine assomigliare a un cinese, rispose la arieggiata, invasa dalla luce e dai fiori fedele governante. Proust sorride e rifuggiti in vita. Il volto smunto divorato aggiunge: «Sì, Céleste, ma è anche dagli occhi che fendevano l’insondabile, sottile come un mandarino!», alludendo su cui si staglia un naso adunco e all’aria imperturbabile e imperscrutabile prominente; i capelli corvini divisi sulla che cela una personalità faunesca, fronte e la folta barba lo fanno maliziosa e sensuale, ammantata dai assomigliare a uno starets russo, il paramenti alteri e untuosi d’un monaco eremita che nei romanzi di sacerdote. Il fascino del giovane Dostoevskij è portatore di qualche verità Morand, insomma, è offuscato da una rivelata. Morand osserva curiosamente personalità infida, ambigua, «incapace che la palpebra di un occhio è un po’ di amicizia», di cui Proust subirà le sollevata rispetto all’altra, proprio come spiacevoli conseguenze in occasione accadeva durante le sue visite notturne, della perfida Ode a lui dedicata. Quel quando a letto Proust abbassava gli occhi giovane «minotauro» sciupafemmine, dalla stanchezza, pur invitando l’ospite a come lo descrive nella prefazione a proseguire il discorso. Nello scusarsi per Tendres Stocks, si rivela per Proust una Marcel Proust, questo però, ricorda Morand, «ne teneva preda inaccessibile, cosicché il rapporto «Il visitatore della sera. uno leggermente aperto per osservarti». vira ben presto verso un amore casto, Lettere a Paul Morand Ebbene, l’ha mantenuto così persino nella ossia infelice, come gli è capitato e a Madame Soutzo», morte, come se quel suo sguardo a cura di Massimo Carloni, sovente nella vita, a cui s’unisce in onnisciente, attraverso l’opera, Nino Aragno Editore, Torino questo caso la reciproca ammirazione 2019, pp. 335, 25 euro continuasse a seguirci ovunque, lungo il letteraria. nostro cammino nel tempo.
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