REPORT BANCA DATI ARCAT TOSCANA DATACLUB 2010 - Settembre 2012
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Il presente lavoro è stato sostenuto e promosso dall'ARCAT Toscana con la collaborazione del Centro Alcologico Regionale Toscano. La diffusione e la raccolta delle schede è stata effettuata dal Gruppo Banca Dati dell'ARCAT Toscana: Benedetta Venezia (Coordinatrice del gruppo, ACAT Val d'Elsa), Daniele Giannotti (ACAT Lucca), Azelio Gani (ACAT Grosseto), Edgardo Bellezza (ACAT Bassa Val di Cecina), Moira Galliani (ACAT Pistoiese), Graziano Giustini e Andrea Cecchi (ACAT Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Peretola), Bruno Vangelisti (ACAT Versilia), Iole De Grandis (ACAT Pisana), Luciano Barbieri (ACAT Pratese). L'inserimento dei dati raccolti è stato realizzato da Benedetta Venezia e Daniele Giannotti. Il testo è stato scritto da Tiziana Fanucchi e Valentino Patussi del Centro Alcologico Regionale Toscano con il contributo di Mariangela Spampinato per l'elaborazione dei dati. Si ringraziano tutte le famiglie e i Servitori-Insegnati dei Club della Toscana che hanno partecipato e contribuito alla ricerca. Si ringrazia anche tutto lo staff di presidenza e i membri del Consiglio ARCAT. Un ringraziamento particolare ad Arcangelo Alfano della Regione Toscana. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 1
INDICE Prefazione 3 a cura del Presidente ARCAT Manfredo Bianchi 1. Introduzione 4 Il valore della ricerca nell’ approccio ecologico sociale 2. Il contesto toscano 5 2.1 Quadro epidemiologico della Toscana: popolazione e stili di vita 5 2.2 La storia dei Club in Toscana 5 3. Aspetti metodologici 10 3.1 Strumenti e metodi di ricerca 10 3.2 Il campione 10 3.3 Le schede ACAT 12 3.4 Le schede Club e Servitore-Insegnante 17 3.5 Le schede individuali 23 4. Conclusioni e prospettive future 33 Allegati 35 ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 2
PREFAZIONE a cura del Presidente dell'ARCAT Toscana Quando abbiamo deciso di avviare una nuova ricerca e pubblicazione del DataClub 2010 avevamo la certezza che il lavoro che ne sarebbe scaturito sarebbe stato di utilità a noi e per tutti gli enti pubblici o privati che collaborano a qualsiasi titolo con i Club. Nonostante questa certezza sapevamo che la situazione Club non era poi cambiata molto negli ultimi anni, c’era stato solo un rinnovamento dei partecipanti senza influire numericamente in crescita o diminuzione. Allora perché una nuova ricerca sui dati Club? La risposta l’abbiamo trovata man mano che le schede arrivavano e venivano inserite. Il modello Club metodo Hudolin è ormai conosciuto e radicato nelle nostre comunità, quello di cui non eravamo al corrente era quale fosse l’incidenza dei Club sul territorio, ovvero se le famiglie e servitori- insegnanti, dopo un percorso di riabilitazione* - formazione*, cambiano atteggiamento nella comunità e divengono da bisognosi di aiuto* a risorsa per la protezione e promozione della salute. Oltre a questo, ci siamo chiesti quale capacità e competenza possano sviluppare le stesse persone per costituirsi in Associazione di zona (ACAT) e collaborare con le Istituzioni, il terzo settore e la comunità intera, per la salute e la pace attraverso atteggiamenti e azioni di promozione della salute, antidiscriminatori e di pressione sociale su atteggiamenti di promozione “al bere” che poco hanno a che vedere con la cultura e la salute pubblica. Per fare questo abbiamo chiesto la collaborazione del Centro Alcologico Regionale Toscano diretto dal Prof. Valentino Patussi per una analisi e valutazione competente e accreditata, abbiamo costituito un gruppo di lavoro interno all’Associazione Regionale dei Club coordinato da Benedetta Venezia. Essendo una ricerca complessa abbiamo potuto analizzare un campione pari a circa il 40% dei Club esistenti in Toscana poiché molti non hanno risposto o hanno risposto in modo inesatto: questo è già un segnale chiaro del lavoro di alfabetizzazione da fare prossimamente all’interno dei Club e dell’associazione al fine di rendere cittadini solidali e attivi la maggior parte delle famiglie che hanno accesso agli stessi. Emergono comunque dati interessanti che riguardano zone con un livello più avanzato di formazione e rapporto di collaborazione con il territorio, dati che indicano quanto il metodo Hudolin, se radicato territorialmente in tutti i suoi aspetti, possa dare risultati che vanno ben oltre la cura* e la riabilitazione* dei soggetti e delle famiglie interessate. Vi auguro buona lettura. Manfredo Bianchi *Sopra uso parole quali aiuto-cura-riabilitazione per essere comprensibile e vicino al linguaggio comune e le segnalo in quanto non rientrano nel nostro vocabolario di uso corrente; tali termini li associo al linguaggio di uso sanitario collegati alle patologie e malattie e non facenti parte del nostro linguaggio più vicino alla solidarietà sociale. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 3
CAPITOLO 1 INTRODUZIONE Il valore della ricerca nell'approccio ecologico-sociale Nel corso del suo lavoro con i Club, Hudolin più volte ha ribadito l'importanza di documentare tutte le attività svolte e di fare ricerca in modo da dare dignità scientifica alla metodologia. La ricerca è un processo ampio e complesso che non coincide con la sola raccolta sistematica di dati su cui peraltro Hudolin insisteva molto, ma si articola in fasi diverse, tutte importanti per la crescita del sistema: dalla definizione degli obiettivi e dello strumento, all'indagine stessa, all'elaborazione dei dati, alla loro lettura e restituzione. La ricerca è un'attività che consente di esercitare il nostro pensiero critico, sospendere le azioni e osservare noi stessi e le nostre comunità di appartenenza con il desiderio e la curiosità di conoscerci meglio e con l'intento e il coraggio di valutarsi. La valutazione di sé stessi e di quello che si fa diventa valorizzazione: ciò che non viene valutato, infatti, si svaluta, si perde, non si migliora e non cresce. Valutarsi e valorizzarsi sono attività che permettono di farsi conoscere nella comunità in modo oggettivo, affidabile, verificabile e condivisibile dando senso e consistenza alla nostra presenza e alle nostre attività. Raccogliere informazioni nel tempo con la capacità di migliorare volta volta lo strumento e costruire banche dati continuamente aggiornate risultano essere modalità utili per osservare e monitorare un fenomeno in continua evoluzione come quello dei Club e dei problemi alcolcorrelati. Il primo esperimento in questo senso ideato da Hudolin all’inizio del suo lavoro nel 1964, fu il Registro degli alcolisti ospedalizzati della Repubblica di Croazia, strutturato secondo un approccio esclusivamente medico e non condiviso dalle persone oggetto della ricerca. Con lo sviluppo della metodologia in Italia, dagli anni '80 del secolo scorso, si è iniziato a definire banche dati sempre più realizzate dagli stessi membri dei Club, passando gradualmente da una ricerca passiva fatta dai professionisti, ad una ricerca attiva, fatta e partecipata dai Club, soggetti della ricerca. Da banche dati regionali, come quella del Trentino, del Piemonte, della Lombardia, della Toscana, del Veneto, della Liguria, nel tempo si è arrivati ad affinare, grazie anche alla collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, un modello di banca dati nazionale, il progetto DATACLUB che ha preso avvio nel 1999 e che nel tempo è sempre diventato più proprietà e responsabilità dei Club. Certamente nel tempo si sono presentate molte criticità, dalla necessità di una formazione specifica delle famiglie e dei servitori-insegnati sull'importanza della ricerca e sulle modalità di raccolta dei dati attraverso le apposite schede recentemente riviste, alla paura dell'identificazione da parte dei partecipanti alla ricerca, alla mancata o non costante partecipazione di molti Club. La volontà forte di promuovere, realizzare e valutare un metodo attendibile di ricerca sulla qualità e l'efficacia del lavoro dei Club e l'impegno congiunto delle famiglie e dei servitori-insegnati sta, tuttavia, permettendo di affrontare le difficoltà e trasformare le criticità in momenti di crescita, confermando l'importanza di un'iniziativa come questa che si può considerare unica nel suo genere. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 4
CAPITOLO 2 IL CONTESTO TOSCANO 2.1 Quadro epidemiologico della toscana: popolazione e stili di vita Il consumo di alcol costituisce uno dei più importanti fattori di rischio evitabili per la salute ed è causa principale o concomitante di numerose patologie, di danni psicologici e sociali come incidenti stradali, lavorativi e domestici, nonché di disagi familiari, omicidi e violenze di vario genere. Anche in Toscana, come in Italia, sembrano oggi convivere due modelli di consumo di bevande alcoliche: uno prevalentemente legato alle tradizioni culturali del bere vino ai pasti in un contesto familiare, l’altro, più tipico delle aree nord europee caratterizzato dal consumo di grandi quantit{ di superalcolici, spesso concentrate durante il fine settimana e finalizzate al raggiungimento del cosiddetto “sballo” (binge drinking). Dall'indagine Multiscopo dell'ISTAT risulta che in Toscana nel 2009 i consumatori di bevande alcoliche sono stati l’83.6% dei maschi e il 63.7% delle femmine, valori entrambi superiori alla media nazionale (rispettivamente 81.0% e 56.9%). Rispetto all’anno 2008 in Toscana è stato registrato un incremento della prevalenza di consumatori e una diminuzione degli astemi, in particolare tra le donne e sul totale maschi e femmine. Considerando i maschi si nota che circa uno su tre (31.5%) consuma bevande alcoliche fuori dai pasti e il 9.8% pratica il binge drinking, valori entrambi inferiori alla media nazionale (rispettivamente 36.4% e 12.4%). Considerando le femmine, invece, si nota che sia per il consumo fuori pasto (14.5%) che per il binge drinking (2.9%) si registrano valori in linea con quelli italiani (rispettivamente 15.3% e 3.1%). Un dato da evidenziare riguarda, inoltre, il binge drinking tra gli ultra 64enni che in Toscana è maggiormente presente rispetto all’Italia (per i maschi 6.3% vs 5.0%, per le femmine 2.2% vs 1.0%, sul totale maschi e femmine 4.0% vs 2.7%) Considerando le persone con dipendenza da alcol risulta che, nel 2008, quelle in carico presso i Servizi Alcologici Territoriali toscani sono state 4.721: di questi il 68,7% sono maschi e il 26,6% sono utenti nuovi. In generale dal 1997 si è registrato un aumento sia degli utenti nuovi (da 846 a 1.254) sia di utenti già in carico che si triplicano (da 1.240 a 3.467). Se da una parte questo aumento può ricondursi al miglioramento dell’offerta dei servizi di cura e ad una loro maggiore visibilit{ sul territorio, dall'altro è anche vero che spesso gli utenti non vengono dimessi né inviati alle realtà del territorio. Inoltre, considerando che, secondo l’Istituto Superiore di Sanit{, circa un milione di persone (il 2% della popolazione) in Italia presenta problemi di alcol dipendenza, in Toscana circa 45.000 persone non stanno seguendo un programma di trattamento presso i Servizi territoriali. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 5
2.2 La storia dei Club in Toscana La storia dei Club Alcologici Territoriali in Toscana nasce nel 1983 dopo la sollecitazione della Sig.ra Carla Chiussi Nannini, udinese trapiantata a Firenze, che seguiva e si preoccupava delle sorti di alcune persone con problemi di alcol presenti a Firenze, curate nel reparto di alcologia di Castellerio (Udine) diretto dal Dott. Renzo Buttolo e supervisionato dal Prof. Hudolin. Poichè il programma prevedeva la frequenza al gruppo terapeutico di comunità di Castellerio ogni 15 giorni e vista la difficoltà da parte delle famiglie a mantenere nel tempo questo impegno, su sollecitazione della suddetta signora, si realizzò un incontro tra i medici che seguivano e conoscevano tali persone: il Dott. Buttolo di Udine, il Dott. Decorato, il Prof. Devoto e la Prof.ssa Magherini. Quest’ultima, sia per la sua preparazione che per la sua formazione, oltre che per la posizione di primariato che occupava presso la U.O. di Psichiatria della USL10 A di Firenze (Firenze Centro), sul finire del 1984 favorì la nascita del primo Club degli Alcolisti in Trattamento (così era allora la dicitura). A questo ne seguirono altri due, oltre all'apertura del primo ambulatorio e dispensario gestito dal Dott. Romualdi e da Dott. Pieri. Questi tre Club diedero vita nel dicembre 1984 alla prima associazione ARCAT che, successivamente, nel 1989 verrà ricostituita con la dizione ARCAT Toscana. Qualche mese dopo la nascita della prima ARCAT, nel marzo 1985, altri operatori fiorentini (tre medici, tre psicologi ed un’assistente sociale) si recarono a Castellerio per formarsi e, dopo questa esperienza, aprirono un secondo dispensario e nuovi Club sul territorio della ULS10/E (Firenze Nord-Est) grazie alla sensibilità della Dott.ssa Baldini, responsabile del Ser.T della zona (in quegli anni il termine servitore-insegnate ancora non era presente). Nel 1987 nacque l'ACAT Fiorentina e Pratese con la partecipazione di alcune persone con problemi di alcol e delle loro famiglie; si ricordano, in particolare, Pico Boggiano, Oriano Cantini, Eugenio Cecconi, Luigi Dreoni, Vittorio Righi, Carla Rinaldelli, Maria Verniani e gli operatori Gianpaolo la Malfa, Valentino Patussi, Lamberto Scali e Antonella Venturini. Nel 1993 l’ACAT Fiorentina si territorializzò in cinque ACAT: Firenze Nord, Firenze Sud, Firenze Est, Firenze Ovest e Scandicci. Nacque anche l'Associazione Provinciale, APCAT Fiorentina, con funzioni di coordinamento e cooperazione tra le varie realtà. Di questa è entrata a far parte anche l'ACAT Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio fondata nel 1997 dopo l'apertura del primo Club avvenuta grazie alla perseveranza delle famiglie Masi e Bresci. Più recentemente, nel 2010, è stata inclusa nell'ACAT Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio anche Peretola dove, su sollecitazione della famiglia Centrone, è stato riaperto il primo Club della zona, nato nel ’93. A Prato l'associazione si rese autonoma da Firenze nel 1989 quando, su stimolo del Dott. Scali e delle famiglie Dreoni, Bongiovanni e Toccafondi che insieme avevano aperto il primo Club nel 1986, fu fondata l'ACAT Pratese. In questi anni fu attivato una fattivo programma di collaborazione con la Psichiatria, il Ser.T, il presidio Ospedaliero e il Comune che portò ad un incremento significativo dei Club e all'attivazione di un Centro di Acologia. Quegli anni furono di grande fermento per i programmi alcologici anche in altre province: il 1 dicembre 1985, era nato il primo Club ad Arezzo, stimolato da un gruppo di operatori della psichiatria, guidata dal Dott. Martini e della gastroenterologia del Dott. Angioli. In particolare il Dott. Caneschi e il Dott. Corlito frequentarono il Corso di Sensibilizzazione con Hudolin a Roma e tra fine ’85 e l’86 ad Arezzo nacquero quattro Club e fu fondata l’Associazione Aretina. Dal 1994 ad Arezzo, presso il Dipartimento delle Dipendenze, ha avuto sede la Scuola Nazionale di Perfezionamento in Alcologia (Scuola delle 300 ore), diretta prima dal Prof. Hudolin e successivamente dal Dott. Dimauro. Tale esperienza ha rappresentato nel tempo il secondo livello della formazione nell’approccio ecologico- sociale e, negli anni, ha visto l’organizzazione di nove cicli formativi ai quali hanno partecipato 301 ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 6
Servitori-Insegnanti provenienti dalla quasi totalità delle regioni italiane, favorendo l’omogeneità dei programmi nazionali e il costante sviluppo della metodologia. A Massa Carrara il primo Club nacque nel gennaio '86 grazie ad un gruppo di medici e infermieri professionali del Servizio di Psichiatria e si moltiplicò velocemente. I Club di quella zona lavoravano molto nel territorio anche attraverso continui comunicati stampa ed interviste sui quotidiani locali, tanto che riuscirono ad attivare una collaborazione con le strutture amministrative da cui ricevettero il riconoscimento pubblico e un contributo economico per la partecipazione di circa trenta famiglie al Congresso Nazionale dei Club di Treviso nel maggio 1986. Il 19 settembre 1986 a Massa Carrara fu costituita l’Associazione che tra gli scopi elencati nell’atto costitutivo prevedeva la conservazione dell’astinenza e il reinserimento sociale degli alcolisti e delle loro famiglie attraverso iniziative culturali, didattiche e ricreative. Anche nell'Amiata i programmi alcologici territoriali nacquero, pur con alcune difficoltà, dopo il Corso di sensibilizzazione di Firenze del 1985 e sul bisogno innescato dalla chiusura delle attività minerarie che creò molto disagio in molte famiglie con grandi ripercussioni sul piano sociale. Dopo un periodo di difficoltà, grazie alla collaborazione con un medico di base nacque un nuovo Club a Selvena che contaminò positivamente molte persone della comunità. Più tardi, all'inizio degli anni '90 iniziarono a svilupparsi con più facilità i programmi alcologici anche attraverso il coinvolgimento della Usl di zona e alla costituzione del Gruppo Operativo Alcologico. Parallelamente, a Cecina, nel gennaio 1987, l’Assistente Sociale Maria Cercignani iniziò casualmente ad interessarsi di alcol dopo svariate richieste di aiuto da parte di familiari di persone con problemi alcolcorrelati. La suddetta prese contatti con la divisione dell’alcologia dell’Ospedale S.Daniele del Friuli dove utilizzavano il metodo Hudolin e, pochi mesi dopo, frequentò il Corso di Sensibilizzazione a Padova. Il 1 luglio 1987 fu avviato il primo Club in Bassa Val di Cecina, un anno dopo il secondo e, dopo poco, anche in quella zona fu costituita l’Associazione dei Club. Lentamente fu contaminata anche la Val di Cornia dove, nel 1991 a Piombino, nacque il primo Club e quasi dieci anni dopo si costituì l'Associazione con quattro Club. In Valdarno la storia dei Club iniziò su stimolo dell'associazione dei genitori di tossicodipendenti che accolse la famiglia di una persona con problemi di alcol e inviò i propri volontari a fare il corso di sensibilizzazione. Fu così aperto il primo Club, il 4 ottobre 1986 sotto la supervisione del Prof. Devoto e successivamente quattro dipendenti USL (due medici, un sociologo e un infermiere professionale) furono mandati a partecipare al Corso di Sensibilizzazione di Carrara nel febbraio 1988. Importante è stata l’esperienza del dispensario del Valdarno che prevedeva un trattamento intensivo di tre mesi con tre incontri settimanali. I Club del Valdarno furono inclusi nell’ACAT di Arezzo già avviata e funzionante da tempo. Nel giro di tre anni i Club del Valdarno sono passati da uno a sei e, alla fine del 1990 fu fondata l’Associazione e nel 1991 l'APCAT. A Lucca la prima esperienza di Comunità Terapeutica nacque nel 1977 con il Ce.I.S. - Gruppo “Giovani e Comunit{”, gruppo nato sotto la crescente spinta del fenomeno della tossicodipendenza e che, qualche anno dopo, si avvicinò anche all'alcolismo e, di conseguenza, al metodo Hudolin per vicinanza dell'orientamento basato sulla centralità della persona inserita nel suo contesto, nella famiglia e nella comunità. Nel 1987 Hudolin tenne ad Arliano (Lucca) un breve corso di sensibilizzazione che coinvolse molti operatori socio-sanitari e portò alla moltiplicazione dei Club e alla copertura territoriale da Viareggio ad Altopascio. In Versilia, quindi, i Club nacquero come “costola” di Lucca, anche se gi{ c'era stata l'esperienza del dispensario della realtà Apuana. L'8 marzo 1991 venne inaugurato il primo Club ed, in poco tempo, se ne diffusero altri con molto entusiasmo da parte di tutti, da Viareggio a Forte dei Marmi, Pietrasanta, ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 7
Serravezza. Nel 1992 nacque l'ACAT Versilia che ancora oggi si distingue per l’ottimo rapporto con la Usl e il lavoro di prevenzione e promozione della salute nel territorio. A Pisa, l'insoddisfazione degli operatori verso il trattamento di problematiche alcolcorrelate portò alla realizzazione di un progetto tra l'U.O. Gastroenterologia Universitaria, la U.O. Psichiatria 1, la Usl 12 che portò alla partecipazione di alcuni, tra cui il Dott. Tumino, al Corso di Sensibilizzazione di Bergamo. Nell’aprile del 1990 fu aperto il primo Club e, nel giro di tre anni, ne nacquero 5 a Pisa, 1 a Fucecchio, 1 a Pontedera e 1 a Perignano. In Garfagnana era forte l'esigenza del territorio di intervenire su problemi legati al consumo di alcol e all'interno dell'USL il Dott. Cirillo fu incaricato di occuparsi di questo tema. Questi, insieme ad altri operatori della Psichiatria, del Servizio Sociale, della Medicina, del Ser.T dettero vita ad un gruppo operativo multi professionale con il coinvolgimento dei medici di Medicina Generale e parteciparono a un corso di sensibilizzazione con Hudolin. Successivamente fu attivato un ambulatorio ed un dispensario e, con il coinvolgimento delle famiglie Cecchi, Bertagni e Bravi, nel 1991 nacque il primo Club e nel luglio 1992 venne fondata l’ACAT Garfagnana con tre Club all’attivo. I Club di Grosseto nacquero dal bisogno manifestato da alcune famiglie che si erano rivolte al Ce.I.S. Alcuni volontari parteciparono al Corso di Sensibilizzazione tenuto a S. Giovanni Valdarno nel dicembre 1991 e nel febbraio 1992 nacque il primo Club e altri poco più tardi. Grazie all’interessamento e al coinvolgimento della Asl, della Psichiatria e del Ser.T., i Club crearono una fitta rete territoriale nel capoluogo e nelle zone limitrofe, fino a Follonica. Si costituì, quindi, l’ACAT di Grosseto che ha attivato nel tempo anche il Centro Alcologico Territoriale Funzionale per la progettazione di modelli di intervento di comunità riguardo i problemi alcol correlati e complessi. Nella provincia di Pistoia il primo Club fu fondato a Ponte Buggianese nel novembre del 1992 dall'operatore Giuntoli con la famiglia Lelli che aveva iniziato la frequenza presso un Club dell'ACAT di Scandicci; pochi mesi dopo, nacque un Club anche a Pistoia con la famiglia Tesi proveniente dall'ACAT Pratese. Successivamente fu realizzata l'ACAT Pistoia, Valdinievole e Montecatini e, nel 1998, l'ACAT Valdinievole si rese autonoma da quella pistoiese grazie anche ad un protocollo di intesa con il Ser.T, collaborazione che sancì l'apertura del servizio di alcologia e favorì la realizzazione di un corso di sensibilizzazione nel 1999. Anche a Pistoia, dove fin dalla sua nascita l'ACAT aveva avuto il sostegno della Comunità Incontro, fu realizzato un protocollo di intesa con il comune, la provincia e il Ser.T. e furono organizzati due corsi di sensibilizzazione. Nel 2001, in particolare, si tenne un corso in collaborazione con la diocesi, guidata dal Vescovo Scatizzi, rivolto a presbiteri, diaconi e agli operatori della pastorale. A Siena, il primo Club nacque nel 1993 con l'operatore Di Damiano. Nel 1996, Hudolin tenne il suo ultimo corso di sensibilizzazione a seguito del quale i Club aumentarono e si realizzò la prima esperienza di Club all'interno di un carcere, a S. Gimignano, grazie all'operatore Interlandi. Nel 1996 fu fondata l’ACAT di Siena da sempre si è caratterizzata per il rapporto di collaborazione con il Ser.T locale grazie all'attivit{ e all’impegno di Thierry Starnini. Nella Val d'Elsa il primo Club nacque nel 1993 dopo il corso di sensibilizzazione a Castel del Piano e, nel 1996, in contemporanea a quella senese, fu fondata l'ACAT grazie all'attivazione delle famiglie locali sotto la guida del Presidente Luciano Bianciardi e del segretario Manfredo Bianchi, attuale Presidente ARCAT. A Livorno il primo Club nacque nel 1990 e l'associazione due anni dopo, il 24 marzo 1992, in stretta collaborazione con gli operatori del Ser.T Domenico Compagnone e Marco Marinari. Esperienze più recenti di associazioni sono quella di Empoli e quella della Val di Cornia, entrambe fondate nel 2002. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 8
Questa ricostruzione è solo una sintesi del lungo e ancora in corso processo di sviluppo della metodologia Hudolin in Toscana che, come nel resto delle Regioni, ha visto impegnate molte persone nell'apertura di Club: inizialmente hanno prevalso gli operatori dei servizi pubblici, poi sempre più famiglie si sono avvicinate alla formazione alcologica divenendo esse stesse Servitori-Insegnanti. Per un maggiore approfondimento sulla storia dei Club toscani, si rimanda al Manuale "L'approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelti e complessi. I programmi alcologici territoriali in Toscana" (a cura di Hudolin V. et al., edizioni: Centro Studi Erickson, 1994). Il linguaggio usato è quello del periodo di riferimento. Lo scopo è stato quello di non falsare il metodo che ha seguito una sua evoluzione storico-culturale adattandosi alla cultura del momento. Alcuni termini strettamente sanitari sono in disuso sia nel Club che nella metodologia in genere. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 9
CAPITOLO 3 I RISULATATI DELLA RICERCA DATACLUB 2010 IN TOSCANA 3.1 Strumenti e metodi di ricerca Nel periodo gennaio-settembre 2011 sono state somministrate in Toscana come nel resto delle regioni aderenti alla ricerca DATACLUB dell'AICAT, le tre nuove schede riviste dal gruppo di lavoro nazionale per la Banca Dati, così strutturate: 1. scheda rivolta alle Associazioni (All. n. 1) per raccogliere informazioni sul numero dei Club, delle attività formative e sulla collaborazione con le realtà territoriali; 2. scheda rivolta ai Club e ai Servitori-Insegnanti (All. n. 2) finalizzata a raccogliere informazioni generali sui Club, sul numero di famiglie e sulla figura del Servitore-Insegnante; 3. scheda individuale (All. n. 3) rivolta ad ogni soggetto che frequenta a vario titolo il Club per indagare caratteristiche anagrafiche, accesso ad altri trattamenti specifici, comportamenti a rischio prima e dopo l'ingresso al Club. I dati raccolti fanno riferimento all’anno 2010. Ogni ACAT si è occupata della diffusione e della raccolta delle schede nei Club mentre l’inserimento di tutti i dati regionali è stato affidato a due persone appartenenti ai Club che hanno utilizzato il programma EpiInfo. L’elaborazione è stata realizzata dal Centro Alcologico Regionale Toscano, in maniera distinta per tipologia di scheda. 3.2 Il campione Nella tabella 1 viene mostrato il numero di schede compilate per ognuna delle tre utilizzate per la ricerca e descritte precedentemente. Si sottolinea che il livello di rappresentatività che i dati hanno è determinato dal grado di copertura del campione. Tabella 1. Numero compilazione delle schede di valutazione SCHEDE N. COMPILAZIONI Schede ACAT 12 Schede Club e Servitore-Insegnante 64 Schede individuali 533 Totale 609 Come si osserva dalla tabella 1, al progetto DataClub 2010 hanno partecipato 12 ACAT, 64 Club e 533 membri di Club. Nella figura 1 sono riportate le ACAT che hanno aderito e nella tabella 2 il numero di schede Club/Servitori-Insegnanti e schede individuali raccolte per ognuna di esse. Rispetto alle ACAT conosciute e censite negli anni precedenti, nel 2010 non hanno partecipato alla ricerca le ACAT della provincia di Arezzo, l'ACAT Empoli, l'ACAT Pratese e l'ACAT Valdinievole. Della provincia di Firenze ha partecipato solo l'ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola e della provincia di Siena solo l'ACAT Val d'Elsa. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 10
MASSA MONTIGNOSO GARFAGNANA PISTOIESE LUCCA SESTO F.NO - CAMPI B.ZIO - PERETOLA VERSILIA PISANA LIVORNESE VAL D’ELSA BASSA VAL DI CECINA VAL DI CORNIA GROSSETO Figura 1. ACAT partecipanti al progetto DATACLUB 2010 Tabella 2. Numero schede Club/Servitori-Insegnanti e schede individuali raccolte per ACAT N. Club/ N. membri NOME ACAT S-I di Club Bassa Val di Cecina 3 27 Garfagnana 5 32 Grosseto 13 117 Livornese 5 68 Lucca 8 49 Massa Montignoso 2 40 Pisana 1 / Pistoiese 10 66 Sesto Fiorentino - Campi Bisenzio - Peretola 8 77 Val d'Elsa 1 6 Val di Cornia 2 13 Versilia 6 51 Totale 64 533 ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 11
I numeri presentati nella precedente tabella evidenziano il basso livello di capillarità dei Club sul territorio regionale: rapportando il numero di abitanti per provincia con il numero dei Club presenti in quel territorio, infatti, si evidenziano valori elevati (Tab. 3). Tabella 3. Diffusione dei CLUB per provincia nella Regione Toscana NUMERO ABITANTI NUMERO ABITANTI PROVINCE NUMERO CLUB (Fonte ISTAT 2011) PER OGNI CLUB Firenze 998.098 8* 124.762 Grosseto 228.157 13 17.550 Livorno 342.955 10** 34.296 Lucca 393.795 19*** 39.380 Massa Carrara 203.901 2 101.950 Pisa 417.782 1 417.782 Pistoia 293.061 10 29.3061 Siena 272.638 1 272.638 * n. dei Club della sola ACAT partecipante (Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola) ** somma dei Club dell'ALCAT Livornese, dell'ACAT Bassa Val di Cecina e dell'ACAT Val di Cornia *** somma dei Club dell'ACAT Lucca, dell'ACAT Garfagnana e dell'ACAT Versilia 3.3 Le schede ACAT Delle 12 ACAT che hanno partecipato alla ricerca, 11 hanno riferito di aderire all’ARCAT Toscana e 1, l'ACAT Val d'Elsa, non ha risposto alla domanda. Nella tabella 4 è possibile vedere l'anno di fondazione delle ACAT partecipanti: l'ACAT più vecchia è quella della Bassa Val di Cecina (1987) mentre la più giovane è l'ACAT Val di Cornia (2002). Tabella 4. Anno di fondazione delle ACAT in ordine crescente Anno di Anno di ACAT ACAT fondazione fondazione Bassa Val di Cecina 1987 Sesto F.no - C. B. - P. 1997 Garfagnana 1989 Massa Montignoso 2000 Grosseto 1992 Lucca 2001 Val d'Elsa 1992 Val di Cornia 2002 Versilia 1992 Livornese 2007 Pistoiese 1993 Pisana / / = nessuna risposta ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 12
Prendendo in considerazione la tabella 5 è possibile comprendere l’andamento dei Club per ACAT rispetto all’anno 2010. In particolare è emerso quanto segue: a fine anno i Club presenti in Toscana sono stati 74 con una media di 6 Club per ACAT: si sottolinea che tale numero supera di 10 unità quello delle schede Club raccolte per la presente ricerca; i Servitori-Insegnanti che le ACAT hanno riferito di avere, sono stati in totale 87 con una media di 7 per ACAT: anche in questo caso si sottolinea che il numero è maggiore rispetto ai 59 emersi dalle apposite schede; si può ipotizzare che 28 Servitori-Insegnanti al momento della compilazione delle schede non erano attivi in nessun Club; in 6 ACAT il numero dei Club dichiarati a fine anno è lo stesso di quello dei Servitori-Insegnanti (Bassa Val di Cecina, Grosseto, Pisana, Pistoiese, Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola, Val d'Elsa) mentre in 3 ACAT il numero dei Servitori-Insegnanti è inferiore di una unità a quello dei Club (Lucca, Massa Montignoso, Val di Cornia). Nelle ACAT Garfagnana, Livornese e Versilia ci sono più Servitori-Insegnanti rispetto al numero di Club; l'ACAT con il numero maggiore di Club a fine anno è quella di Grosseto (n=12) mentre quella con il numero minore è la Pisana (n=1); l'ACAT con il numero maggiore di Servitori-Insegnanti è quella Livornese (n=17) anche se ci sono 8 Club a fine anno; i valori medi relativi all'apertura dei nuovi Club, alla chiusura e alla riapertura di Club in precedenza chiusi sono tutti inferiori a 1; solo l'ACAT Lucca e l'ALCAT Livornese hanno aperto un nuovo Club nel 2010; l'ACAT Lucca e l'ACAT Massa Montignoso hanno riaperto un Club precedentemente chiuso; in tutto sono stati chiusi 4 Club: 2 in Bassa Val di Cecina, 1 in Val d'Elsa e 1 a Lucca. Tabella 5. Andamento dei CLUB per ACAT nell’anno 2010 N. CLUB N. CLUB N. CLUB N. CLUB ACAT N. S-I FINE ANNO NUOVI RIAPERTI CHIUSI Bassa Val di Cecina 5 5 / / 2 Garfagnana 5 10 / / / Grosseto 12 12 / / / Livornese 8 17 1 0 0 Lucca 8 7 1 1 1 Massa Montignoso 5 4 / 1 / Pisana 1 1 / / / Pistoiese 10 10 0 0 0 Sesto F.no - C.B. - P. 9 9 / / / Val d'Elsa 3 3 / / 1 Val di Cornia 2 1 / / / Versilia 6 8 / / / Totale 74 87 2 2 4 M DS M DS M DS M DS M DS 6.1 3.3 7.2 4.7 0.6 0.5 0.5 0.5 0.8 0.8 / = nessuna risposta M = Media DS = Deviazione Standard ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 13
Rispetto alle attività di educazione continua che le ACAT hanno svolto nell’arco dell’anno 2010, il grafico 1 e la tabella 6 mostrano la situazione relativa all'anno 2010. Per quanto riguarda la formazione territoriale: 9 ACAT su 12, pari al 75%, hanno realizzato almeno una Scuola Alcologica Territoriale (SAT) di I modulo: in totale in Toscana ne sono state organizzate 13. Solo l'ACAT Lucca, l'ACAT Pisana e l'ACAT Versilia non ne hanno organizzate; 7 ACAT su 12, pari al 58.3% hanno realizzato almeno una SAT di II modulo. L'ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola non ha risposto e le ACAT Massa Montignoso e Pistoiese non hanno specificato il numero di SAT effettuate. In totale in Toscana ne sono state organizzate 6 e le ACAT che non ne hanno organizzate sono state quella Pisana, della Val d'Elsa, della Val di Cornia e Versilia; 8 ACAT su 12, pari al 66.7% hanno realizzato almeno una SAT di III modulo: in totale ne sono state organizzate 14 e le ACAT che non ne hanno realizzate sono state quella Pisana e della Val di Cornia. L'ACAT Lucca e quella di Massa Montignoso non hanno risposto; tutte le ACAT hanno organizzato almeno un Interclub: in totale ne sono stati svolti 19. Per quanto riguarda le attività formative di portata regionale si evidenzia che: 3 ACAT (Livornese, Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola, Versilia), il 25% del totale, hanno organizzato un Corso di Sensibilizzazione: questo dato risulta in linea con la programmazione dell'ARCAT Toscana che prevede la realizzazione di tre corsi di sensibilizzazione l’anno, una per macro area. nel 2010 l'ARCAT Toscana, in linea con la programmazione, ha organizzato un Corso Monotematico con la collaborazione dell'ACAT Lucca. le giornate di Aggiornamento rivolte ai Servitori-Insegnanti e aperte alle famiglie dei Club effettuate nel 2010 sono state 3 (16.2%) rispetto alle 6 solitamente programmate dall'ARCAT Toscana e sono state organizzate da due ACAT (Garfagnana e Grosseto). Grafico 1. Attività di formazione organizzate nell’anno 2010 (valori %) ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 14
Tabella 6. Attività di formazione organizzate nell’anno 2010 per ACAT SAT I SAT II SAT III Interclub CdS Monotem. Aggiorn. ACAT S/N N° S/N N° S/N N° S/N N° S/N N° S/N N° S/N N° Bassa V. Cecina Si 3 Si 1 Si 4 Si 1 No / No / No / Garfagnana Si 1 Si 1 Si 2 Si 5 No / No / Si 2 Grosseto Si 3 Si 1 Si 1 Si 2 No / No / Si 1 Livornese Si 2 Si 2 Si 1 Si 1 Si 1 No / No / Lucca No / Si 1 / / Si 2 No / Si 1 No / Massa M.so Si / Si / / / Si / No / No / No / Pisana No / No / No / Si 1 No / No / No / Pistoiese Si 1 Si / Si 1 Si 2 No / No / No / Sesto F.no CB-P Si 1 / / Si 2 Si 1 Si 1 No / No / Val d'Elsa Si 1 No / Si 1 Si 2 No / No / No / Val di Cornia Si 1 No / No / Si 1 No / No / No / Versilia No / No / Si 2 Si 1 Si 1 No / No / Totale Si/Totale 9 13 7 6 8 14 12 19 3 3 1 1 2 3 Media 1.6 1.2 1.7 1.7 1 0.5 1 DS 0.9 0.4 1 1.2 0.0 0.7 1 S = sì N = no / = nessuna risposta M = Media DS = Deviazione Standard Nella scheda ACAT è stata indagata la partecipazione di ogni Associazione ad iniziative di coordinamento nel territorio. Dall’analisi effettuata è emerso che, in generale, le Associazioni partecipano alle Consulte di Volontariato e ai gruppi di lavoro con i Servizi per le Tossicodipendenze o i Servizi di Alcologia. Meno frequente la partecipazione ai Piani di Zona e alle attività dei Dipartimenti per le dipendenza, ma, è importante notare che questi non sono presenti in tutte le realtà. Andando a considerare le singole ACAT si osserva che solo l’ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio- Peretola partecipa a tutte le iniziative di coordinamento elencate mentre quella di Massa Montignoso a nessuna (Tab. 7). Oltre alle iniziative di coordinamento si è andati ad indagare anche la collaborazione delle ACAT con altre realtà del territorio e l'eventuale presenza di convenzioni e/o protocolli e del sostegno economico. Dall’analisi risulta che la maggior parte delle ACAT collabora con gli enti presi in considerazione della scheda ma solo alcune ricevono un riconoscimento economico. Nello specifico l’ACAT Pistoiese riceve finanziamenti da altri enti (CESVOT), mentre l'ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola e l'ACAT di Grosseto ricevono finanziamenti dalle ASL (Tab. 8). ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 15
Tabella 7. Partecipazione delle ACAT ad iniziative di coordinamento nel territorio Piano di Dip. Gruppi lavoro Consulte Altri ACAT zona Dipendenze Sert/Alcologie volontariato tavoli Bassa val di Cecina Si No No Si / Garfagnana / Si Si / / Grosseto No Si Si No Si Livornese / / Si Si / Lucca / / / Si / Massa Montignoso No No No No No Pisana / / / / / Pistoiese Si Si Si Si No Sesto F.no-C.B-Per. Si Si Si Si Si Val d’Elsa No No No No No Val di Cornia No No No Si No Versilia No No Si Si Si Totale SI 3 4 6 7 3 Totale non risposte 4 3 2 2 5 / = nessuna risposta Tabella 8. Collaborazione delle ACAT con altre realtà del territorio con convenzioni o protocolli ACAT ASL COMUNI PROVINCIA ALTRI S/N € S/N S/N € S/N S/N € S/N S/N € S/N Bassa V. Cecina No / No / No / No / Garfagnana Si No Si / Si No / / Grosseto Si Si Si No Si No Si No Livornese Si No Si No Si No / / Lucca No / No / No / No / Massa M.so No / No / No / No / Pisana / / / / / / / / Pistoiese Si No Si No Si No Si Si Sesto F.no - C. - P. Si Si / / / / / / Val d'Elsa No / No / No / No / Val di Cornia Si No No / No / No / Versilia Si No / / / No Si No Totale SI 7 2 4 0 4 0 3 1 Totale non risposte 1 5 3 9 3 7 4 9 / = nessuna risposta ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 16
3.4 Le schede Club e Servitore-Insegnante Come già anticipato, la scheda Club e Servitore-Insegnante è andata ad indagare gli aspetti organizzativi dei Club e alcune caratteristiche della figura del Servitore-Insegnante. L’analisi effettuata sui dati relativi ai Club ha mostrato che il 79.7% di questi ha un conduttore delle riunioni (grafico 2) e nel 68.8% di essi le cariche ruotano ogni 6/12 mesi (grafico 3). Grafico 2. Esiste un conduttore delle riunioni? Grafico 3. Le cariche ruotano ogni 6/12 mesi? no nr nr 14.1% 6.3% 9.4% (n=9) (n=4) no (n=6) 21.9% si (n=14) 68.8% si (n=44) 79.7% (n=51) In quasi tutti i Club che hanno partecipato alla ricerca esiste la figura del Servitore-Insegnante: solo due Club hanno dichiarato di non averlo e tre non hanno risposto alla domanda (grafico 4 e tabella 9). I Club senza Servitore-Insegnante appartengono uno all'ACAT Lucca e uno all'ACAT Val di Cornia mentre, tra i Club che non hanno risposto alla domanda, due fanno parte dell'ACAT Versilia e uno dell'ACAT Grosseto. Da un riscontro telefonico, effettato in fase di elaborazione dei dati, è stato riscontrato che tutti i tre Club che non hanno risposto alla domanda hanno il Servitore-Insegnante. Grafico 4.Presenza nel Club del Servitore-Insegnante? Tabella 9. Club e Servitori-Insegnanti Club e Servitori-Insegnanti N. % Club con S-I 59 92.2 Club senza S-I 2 3.1 Non risposte 3 4.7 Totale 64 100 nr = nessuna risposta ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 17
Tabella 10. Andamento delle famiglie per ACAT nel 2010 N. N. N. N. partecipanti a N. Club N. Club ACAT partecipanti abbandoni nuove dicembre Rispondenti Totali Bassa VdC 6 3 0 2 2 3 Garfagnana 43 7 8 18 5 5 Grosseto 103 22 43 59 12 13 Livornese 63 28 15 35 5 5 Lucca 56 12 12 45 8 8 Massa M.so 22 6 8 9 2 2 Pisana 7 1 1 4 1 1 Pistoiese 40 19 8 28 9 10 Sesto F.no-C-P 51 15 34 38 8 8 Val d'Elsa 6 1 0 5 1 1 Val di Cornia 7 2 1 8 1 2 Versilia 38 7 7 32 4 6 Totale 442 123 137 283 58 64 M DS M DS M DS M DS 7.8 4.1 2.3 2.7 2.7 2.3 5.5 2.6 M = Media DS = Deviazione Standard Riguardo alle famiglie dei Club la tabella 10 mostra che, relativamente al 2010: in totale hanno partecipato al Club 442 famiglie con una media di circa 8 famiglie per Club anche se la variabilità è piuttosto elevata; l'ACAT Grosseto è quella che raccoglie il maggior numero di famiglie (n=103) coerentemente con il numero di Club presenti nel territorio; l'ACAT Bassa di Cecina è quella che presenta il minor numero di famiglie per Club: sono risultate, infatti, 6 famiglie totali nei 2 Club partecipanti alla ricerca; in totale nell'arco dell'anno hanno abbandonato il Club 123 famiglie con una media di circa 2 Club per ACAT; l'ACAT che ha contato il numero più alto di abbandoni è quella Livornese (n=28), dato che emerge dai 5 Club che hanno risposto; le ACAT dove si è registrato un solo abbandono sono quella Pisana e quella della Val d'Elsa: si sottolinea, tuttavia, che in entrambi i casi si fa riferimento ad un solo Club; in totale ci sono state 137 nuove famiglie nell'arco dell'anno con una media di circa 3 famiglie per Club; l'ACAT Grosseto ha riportato il numero più alto di nuovi ingressi (n=43) ma si sottolinea anche che l'ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola ha visto l'ingresso di molte famiglie nuove (n= 34); presso l'ACAT Bassa Val di Cecina nell'arco del 2010 non si sono registrate famiglie che hanno fatto ingresso per la prima volta al Club; ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 18
nel mese di dicembre hanno partecipato al Club 283 famiglie con una media di 5.5 famiglie per Club; in tutte le ACAT a dicembre 2010 si è osservato un calo di famiglie partecipanti rispetto a tutte quelle che sonno state presenti nell'arco dell'anno, eccetto l'ACAT Val di Cornia dove, probabilmente, è stato commesso un errore di compilazione della scheda. Dei 59 Servitori-Insegnanti partecipanti alla ricerca, 58 svolgono tale ruolo in un unico Club e solo uno, appartenente all'ACAT Versilia, svolge questo ruolo in più di due Club. Dal grafico 5 si vede che non esiste una differenza sostanziale per quanto riguarda il genere dei Servitori-Insegnanti (55% maschi e 45% femmine) mentre dal grafico 6 è possibile osservare le classi di età dei Servitori-Insegnanti: prevalgono Servitori-Insegnati con età compresa tra 51 e 70 anni (56%) e seguono quelli che hanno tra 30 e 50 anni (34%). Un Servitore-Insegnante ha un'età inferiore a 30 anni e 4 hanno un'età superiore a 70. Grafico 5. Genere del Servitore-Insegnante Grafico 6. Classi d’età del Servitore-Insegnante Il grafico 7 mostra il titolo di studio dei Servitori-Insegnanti: la maggior parte di essi ha conseguito la licenza elementare o il diploma di scuola media inferiore; in ordine seguono i Servitori-Insegnanti laureati, quelli con diploma di maturità ed infine coloro che hanno una qualifica professionale. Riguardo alla condizione professionale dei Servitori-Insegnanti, si può osservare che prevalgono i pensionati (39.3% pari a 23 persone) e coloro che hanno un’occupazione regolare (36.1% pari a 22 persone). In totale coloro che lavorano, regolarmente o saltuariamente, sono 24 persone (grafico 8). Ci si sarebbe aspettati che fossero solo queste 24 persone a rispondere alle due domande filtro successive ("Se occupato, lavori in ambito psico-socio-educativo o sanitario?" e "Se occupato, lavori in ambito alcologico?") mentre le risposte sono state 29. Poiché alla domanda relativa alla condizione lavorativa 5 persone hanno risposto "altro", probabilmente non identificandosi in nessun'altra delle categorie proposte, si può ipotizzare che siano questi 5 soggetti ad essersi aggiunti ai precedenti 24: risulta, infatti, che 18 persone lavorano in ambito psico-socio-educativo-sanitario (grafico 9) e 11 in ambito alcologico (grafico 10). ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 19
Grafico 7. Titolo di studio del Servitore-Insegnante nr = nessuna risposta Grafico 8. Professione del Servitore-Insegnante nr = nessuna risposta Grafico 9. Lavoro in ambito socio-ed./sanitario Grafico 10. Lavoro in SerT, Alcologia, III S. nr = nessuna risposta nr = nessuna risposta Per la domanda relativa all’anno di inizio dell'attivit{ di Servitore-Insegnante sono state individuate due classi: 1980-1999 e 2000-2011. Il 37% dei rispondenti ha iniziato l’attivit{ nel periodo compreso tra il 1980-1999 mentre il 76% ha iniziato dopo il 2000 (grafico 11). ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 20
Grafico 11. Anno inizio attività di Servitore-Insegnante nr = nessuna risposta Come visibile nei grafici successivi (13 e 14) 36 Servitori-Insegnanti, pari al 61% dei partecipanti, sono anche membri di Club e, di questi, 35 (59.3%) hanno frequentato il Club nel corso del 2010. Grafico 13. Sei membro di una famiglia Grafico 14. Se sì, hai partecipato nel 2010? che partecipa o ha partecipato al Club? nr no 3.4% 35.6% (n=2) (n=21) si 61% (n=36) nr = nessuna risposta nr = nessuna risposta Tutti i Servitori-Insegnanti (100%) che hanno partecipato alla ricerca svolgono la loro attività a titolo gratuito; la maggior parte di essi (94%) fa il primo colloquio alle famiglie che entrano per la prima volta nel Club (grafico 15). Grafico 15. Primo colloquio da parte dei S-I no nr 3% 2% si 95% nr = nessuna risposta Osservando il grafico 16 è possibile notare che nel 2010 i momenti formativi più frequentati dai Servitori-Insegnanti sono stati gli Interclub, seguiti dalle Giornate di Aggiornamento e dai Congressi/Convegni nazionali. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 21
Grafico 16. Nell'ultimo anno a quali dei seguenti momenti formativi hai partecipato? si no nr 96,6 % (n=57) 3,4(n=2) Interclub 0 59,3 8 (n=35) 23,7(n=14) 16,9(n=10) Congressi/Convegni Nazionali 69,5 (n=41) 25,4(n=15) Giornate di Aggiornamento 5,1(n=3) nr = nessuna risposta In media nel 2010 sono state organizzate 8 riunioni di auto-mutua-supervisione (AMS) per ACAT alle quali hanno partecipato in media circa 7 Servitori-Insegnanti (Tab. 9 e 10). Questi valori risultano, tuttavia, generici in quanto sono ricavati da domande poste a ciascun Servitore-Insegnante (n. riunioni organizzate nel proprio territorio e n. di riunioni a cui si è partecipato): sarebbe importante analizzare il dato a livello delle singole ACAT. Tabella 9. Riunioni di AMS organizzate N Min Max M DS 45 0 12 8.1 3.9 M = Media DS = Deviazione Standard Tabella 10. Partecipazione dei S-I alle riunioni di AMS N Min Max M DS 48 0 12 6.5 3.6 M = Media DS = Deviazione Standard Infine è stato chiesto ai Servitori-Insegnanti di esprimere su una scala di valutazione da 1 (valore minimo) a 5 (valore massimo) un giudizio rispetto alla collaborazione con il servizio pubblico (Alcologia/Ser.T). La tabella 11 mostra i risultati generali dai quali è emersa una prevalenza di giudizi buoni (4) espressi dal 34% pari a 20 persone. Andando a dettagliare le valutazioni fornite dai Servitori-Insegnanti nelle singole ACAT (tabella 12) si può osservare che i più insoddisfatte rispetto alla collaborazione con il servizio pubblico (punteggi 1- 2) sono risultati i Servitori-Insegnanti dell'ACAT Bassa Val di Cecina (3/3), dell'ACAT Lucca (6/8), dell'ACAT Massa Montignoso (2/2) e dell'ACAT Val d'Elsa (1/1). I Servitori-Insegnanti che, invece, si sono dichiarati soddisfatti della suddetta collaborazione (punteggi 3-4) sono stati quella della l'ACAT Garfagnana (4/5), dell'ACAT Grosseto (7/13), dell'ALCAT Livornese (5/5) e dell'ACAT Versilia (4/4). Mediamente soddisfatti sono risultati i Servitori-Insegnanti dell'ACAT Pistoiese (5/10) e dell'ACAT Val di Cornia (1/1), mentre quelli dell'ACAT Sesto Fiorentino-Campi Bisenzio-Peretola sono divisi tra soddisfatti e insoddisfatti. Il Servitore-Insegnante dell'ACAT Pisana non ha risposto a questa domanda. ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 22
Tabella 11. Valutazione della collaborazione con il servizio pubblico (Alcologia/Ser.T) Livello di Minima Poca Media Buona Ottima collaborazione Punteggi 1 2 3 4 5 % (n) 19% (11) 12% (7) 20% (12) 34% (20) 12% (7) Tabella 12. Valutazione della collaborazione con il servizio pubblico per ACAT (Alcologia/SerT) Livello di Minima Poca Media Buona Ottima Non S-I collaborazione 1 2 3 4 5 risposte rispondenti Bassa VdC 3 0 0 0 0 0 3 Garfagnana 0 0 1 4 0 0 5 Grosseto 0 1 3 6 1 1 12 Livornese 0 0 0 3 2 0 5 Lucca 6 0 2 0 0 0 8 Massa M.so 2 0 0 0 0 0 2 Pisana 0 0 0 0 0 1 1 Pistoiese 0 2 5 2 1 0 10 Sesto F.no CBP 0 4 0 3 1 0 8 Val d'Elsa 1 0 0 0 0 0 1 Val di Cornia 0 0 1 0 0 1 2 Versilia 0 0 0 2 2 0 4 Totale 12 7 12 20 7 3 61 3.5 Le schede individuali Tra i 533 membri di Club partecipanti all'indagine, si sono osservate le seguenti caratteristiche anagrafiche: esiste un’omogenea distribuzione di genere: 267 partecipanti sono uomini e 259 sono donne (grafico 17); prevalgono persone di età compresa tra i 36 e i 55 anni (70.5% pari a 376 soggetti); 75 persone hanno più di 56 anni (14.1%) e 55 (10.3%) meno di 35 anni. E' stata compilata anche 1 scheda per un bambino di 5 anni (grafico 18); in generale i titoli di studio più diffusi sono la licenza elementare (274 persone pari al 52%) e il diploma di scuola media inferiore (128 persone pari al 24.3%) (grafico 19); la maggior parte dei partecipanti è occupato regolarmente (211 persone pari al 39.6%) ma molti sono anche i pensionati (146 pari al 27.4%) (grafico 20). più del 50% sono coniugati/conviventi (grafico 21). ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 23
Grafico 17. Genere dei membri di Club nr = nessuna risposta Grafico 18. Classi di età dei membri di Club nr 4,9%(n=26) >56 14,1%(n=75) 36-55 70,5%(n=376)
Grafico 21. Stato civile dei membri di Club nr = nessuna risposta Il 4% dei partecipanti è di nazionalità straniera (grafico 22) e nella tabella 13 è possibile osservare nel dettaglio le nazionalità di appartenenza specificate, tra le quali prevalgono quelle dell'Europa dell'Est. Grafico 22. Nazionalità italiana? Tabella 13. Specifica della nazionalità Se non Italiano specificare N Brasiliana 1 Ivoriana 1 Svizzera 1 Venezuelana 1 Rumena 4 Senegalese 1 Turca 1 Peruviana 1 Polacca 3 nr = nessuna risposta Romena 1 Ecuadoregna 1 Santo Domingo 1 Cubana 1 Totale 18 La maggior parte dei rispondenti (499 persone pari al 94%) ha dichiarato di aver abitato negli ultimi 12 mesi con il partner in una residenza fissa (grafico 23). Grafico 23. Persone con cui i membri di Club hanno abitato negli ultimi 12 mesi nr = nessuna risposta ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 25
Grafico 24. Sede di abitazione dei membri di Club negli ultimi 12 mesi nr = nessuna risposta Il 57% degli intervistati, pari a 302 persone, partecipa al Club come persona con problemi e patologie alcolcorrelate (PPAC). Il 37%, pari a 199 persone, sono familiari (grafico 25), il 3% pari a 17 persone, sono familiari sostitutivi e, sempre il 3%, pari a 15 persone, non ha risposto a questa domanda. Nel 46.8% dei casi la partecipazione avviene insieme al coniuge (cfr. grafico 26). Grafico 25. Modalità di partecipazione al Club nr = nessuna risposta Grafico 26. Con chi partecipi abitualmente al CLUB (valori in %) L'83% dei partecipanti al Club ha iniziato la frequenza dopo il 2000 (grafico 27). ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 26
Grafico 27. Anno inizio frequenza al CLUB (valori in %) nr = nessuna risposta Successivamente è stato indagato l'eventuale utilizzo di altre risorse territoriali, prima o dopo l’ingresso al Club o in entrambi i casi. I risultati dell’elaborazione effettuata hanno mostrato che: la maggior parte dei rispondenti (80.5%) ha dichiarato di non aver mai partecipato agli Alcolisti Anonimi né ad altri gruppi di auto-aiuto né prima né dopo l'ingresso al Club mentre circa l'11% vi ha partecipato solo prima; si sottolinea anche che il 2.1% dei membri di Club vi ha partecipato sia prima che dopo l'ingresso al Club e l'1.7% ha iniziato la frequenza di altri gruppi solo dopo l'ingresso al Club (grafico 28); la maggior parte dei membri di Club (64.2%) ha dichiarato anche di non aver mai svolto un percorso di trattamento presso un servizio alcologico ambulatoriale/Ser.T mentre circa il 13% lo ha svolto solo prima e sempre il 13% sia prima che dopo l'ingresso al Club; il 5.1% dei rispondenti ha iniziato il trattamento ambulatoriale solo dopo l'ingresso al Club (grafico 29); la maggior parte dei membri di Club (76.4%) non ha mai svolto trattamenti presso un reparto alcologico in ospedale né prima né dopo l'ingresso al Club mentre l'11.4% lo ha svolto solo prima del Club; il 4.5% lo ha svolto prima e dopo il Club mentre solo il 2.6% lo ha svolto solo dopo il Club (grafico 30); sempre la maggior parte dei rispondenti (86.6%) non ha mai effettuato trattamenti presso strutture private convenzionate mentre il 6% lo ha svolto prima del Club; minime le percentuali di coloro che hanno svolto tale trattamento prima e dopo l'ingresso al Club (1.1) e solo dopo (0.4) (grafico 31); infine la maggior parte dei partecipanti (84.1%) non ha svolto nessun trattamento presso comunità terapeutiche né prima né dopo il Club, il 5.1% lo ha svolto solo prima, il 1.9% prima e dopo e il 1.7% solo dopo l'ingresso al Club (grafico 32). Dai dati sopra riportati si evince che le persone che arrivano al Club per lo più non passano attraverso i servizi del Sistema Sanitario Regionale e coloro che frequentano i Club accedono agli stessi solo in minima parte. Si sottolinea una criticità nella formulazione di queste domande: esse, infatti, si rivolgono alle persone con problemi alcolcorrelati e non ai familiari ma, non essendo state filtrate e non essendo nemmeno contemplata tra le possibilità di risposta l'opzione "familiare", è presumibile che questi ultimi siano inclusi nella categoria "mai". Grafico 28. Partecipazione dei membri di Club agli AA o ad altri gruppi di auto-aiuto (valori %) ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 27
Grafico 29. Svolgimento di un trattamento presso un servizio alcologico ambulatoriale/Ser.T da parte dei membri di Club (valori %) Grafico 30. Svolgimento di trattamenti presso reparti alcologici in ospedale da parte dei membri di Club (valori in %) Grafico 31. Svolgimento di trattamenti presso strutture private convenzionate da parte dei membri di Club (valori in %) ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 28
Grafico 32. Svolgimento di trattamenti presso comunità terapeutiche da parte dei membri di Club (valori in %) prima e dopo l'ingresso al CLUB 1,9 solo dopo dell'ingresso al CLUB 1,7 solo prima dell'ingresso al CLUB 5,1 mai 84,1 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Per valutare l'efficacia dei Club sul cambiamento di stile di vita è stato indagato l'utilizzo di sostanze stupefacenti prima dell'ingresso al Club e nei trenta giorni precedenti alla data di compilazione della scheda. Dall'elaborazione dei dati è risultato che la frequenza al Club riduce tutti i comportamenti dannosi per la salute indagati, in particolare (grafico 33-34): prima dell'ingresso al Club il 72.4% degli intervistati faceva uso di alcol mentre negli ultimi trenta giorni tale comportamento è presente nel 12.6% dei partecipanti e assente nell'80.5%; prima dell'ingresso al Club il 51.1% degli intervistati fumava tabacco, abitudine scesa al 43% negli ultimi trenta giorni; prima dell'ingresso al Club l'8.6% degli intervistati utilizzava altre droghe e questo comportamento risulta presente solo nell'1.9% degli stessi negli ultimi trenta giorni; prima dell'ingresso al Club il 7.1% degli intervistati utilizzava psicofarmaci non prescritti e nell'ultimo mese questo utilizzo è passato all'1.4%; prima dell'ingresso al Club il 3.2% degli intervistati praticava il gioco d'azzardo, comportamento che si è ridotto allo 0.6% negli ultimi trenta giorni. Si osserva che il cambiamento più evidente riguarda il consumo di alcol che, come atteso, è anche il comportamento più praticato dai membri di Club prima dell'ingresso. Molto frequente è anche l'abitudine al fumo che diminuisce dell'8%. Grafico 33. Prima dell’ingresso al CLUB avevi i seguenti comportamenti: nr = nessuna risposta ARCAT Toscana - DATACLUB 2010 29
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