Regno Unito L'evoluzione del modello Westminster

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L’evoluzione del modello Westminster
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Isole britanniche
    Regno Unito (U.K.)
       Gran Bretagna
            Inghilterra
Regno Unito L'evoluzione del modello Westminster
La lunga tradizione parlamentare britannica
1215 Magna Charta Libertatum e Magnum Concilium
XIV-XV sec.: bicameralismo (House of Lords e House of
Commons) e funzione legislativa
XVI sec.: «assolutismo» Tudor
XVII sec.: lotta tra gli Stuart e il parlamento:
supremazia del parlamento
      1628 Petition of Right - 1640 Habeas Corpus
      1689 Bill of Rights - 1701 Act of Settlement
XVIII sec.: la fiducia parlamentare diviene necessaria
ed emerge la figura del primo ministro
XIX-XX sec.: ampliamento del suffragio/elettorato (tre
riforme nell’800, suffragio universale maschile nel
1918, suffragio femminile nel 1928)
                                                         House of Commons
1911, 1949, 1999 riforme della House of Lords
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Anacronismi della continuità
• nessuna invasione o rivoluzione dal 1688
• nessuna interruzione della rule of law
• nessuna Costituzione scritta → flessibilità a fronte dei cambiamenti
  ↓
sovranità parlamentare
   «sovranità della Corona in parlamento»: il parlamento decide nel nome del
    monarca, la sovranità del popolo non è mai stata riconosciuta formalmente
   in teoria, una semplice legge ordinaria/Act of Parliament potrebbero abolire
    addirittura il suffragio universale o le libertà individuali fondamentali
   in teoria, il monarca mantiene nominalmente i poteri ‘esecutivi’ riservati dalla
    «Royal Prerogative» (e.g. scioglimento del parlamento, interventi armati), ma,
    salvo in emergenza, nei fatti esercitati solo su consiglio del governo/Primo
    ministro, e il parlamento può eventualmente metterne in questione l’uso con
    apposite procedure

• Camera dei Lord non elettiva
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«Prerogative Reali»:
un esempio pratico del loro (mancato) uso
“The result was one of the most significant constitutional law cases in UK
history. The Supreme Court held that parliament had to approve the triggering
of Article 50 [of the Lisbon Treaty, giving any EU member state the right to quit
unilaterally]” (Financial Times, 5 Oct. 2017)

«Non è una vittoria per me», commenta all’ingresso della Corte Suprema una
raggiante Gina Miller, la donna d’affari che ha messo in moto l’iter giudiziario
presentando ricorso all’Alta Corte per chiedere che il parlamento avesse voce in
capitolo [sulla Brexit]. «È una vittoria per la democrazia». E questa è anche la
morale dei giudici: «La Gran Bretagna non ha una costituzione scritta», ha
concluso lord Neuberger, «ma permettere al governo di azionare l’articolo 50
senza l’autorizzazione del parlamento, in nome di antiche prerogative reali
(royal prerogative), sarebbe stata una violazione di secolari principi
costituzionali del nostro paese». In altre parole, un ritorno a un potere assoluto
che l’Inghilterra ha cominciato ad abbandonare nel 1215 con la Magna Carta.
(La Repubblica, 24 gennaio 2017)
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Le radici del bipartitismo
1920s con il suffragio universale (1918/1928) i Whigs vengono
      definitivamente soppiantati dal Labour Party (LP) nella
      competizione con i Tories del Conservative Party (CP)
1924 e 1929 primi governi laburisti (minoritari)
1940-45 governo di unità nazionale/coalizione (Winston Churchill)
1945 governo maggioritario del Labour Party

Contano gli interessi di classe, «tutto il resto è dettaglio» (ad es.
ne risulta ‘assorbito’ il cleavage religioso protestanti-cattolici)
Poi emergono altri cleavages (ad es. «territoriale» in Irlanda Nord,
Scozia e Galles; «anti-europeista», ecc.), ma il plurality attenua il
loro impatto parlamentare
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La dinamica di alternanza bipartitica
 1945-51   Lab
 1951-64   Con
 1964-70   Lab
 1970-74   Con
 1974-79   Lab
 1979-97   Con
 1997-10   Lab
 2010-15   Con/Lib-dem
 2015-     Con (con governo di minoranza dopo elezioni 2017)

 sempre maggioranze monopartitiche, tranne in due elezioni (1974 e
  2010)
 liberal-democratici (15-25% in 1983-2010) sempre sottorappresentati
 quasi mai un seggio ad altri partiti nazionali (Verdi, Ukip)
 ai partiti territoriali o «nazionalisti»/regionalisti sì, ma pochi
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La forza degli esecutivi britannici:
policy change e convergenza

1945 Labour → welfare state (pensioni e NHS, nazionalizzazioni)
1951-1970 Con/Lab → consenso post-bellico «bipartisan»
     Keynesiano/welfarista («Butskellism» = Butler CP + Gaitskell LP)

1979-1980s Tories → il ritorno del liberismo (Thatcheriano)
1997-2010 Labour → la «terza via» di Blair
2010-2018 Tories → dall’antieuropeismo alla Brexit
Il «segreto efficiente» di Walter Bagehot
Governo e Primo ministro forti per:
• «fusione» tra governo e parlamento (ad es. PM deve essere MP…)
• dinamica bipartitica e maggioranze monopartitiche
• Royal Prerogative (di fatto al PM/governo): Queen’s
  speech/Opening of Parliament (2017), nomine, scioglimento
• «responsabilità collettiva» nel cabinet
• disciplina di partito in parlamento (whips)
• personalizzazione della leadership

Parlamento «avversariale»
• Leader of the opposition e Shadow cabinet
• Question time (PMQs): T.May vs. J.Corbyn on public sector pay (giu. 2017)
• struttura fisica oblunga
“We shape our buildings, thereafter they shape us”
“the rebuilding of the House of Commons …I sought to re-establish … the two great
principles on which the British House of Commons stands in its physical aspect. … The first
is that its shape should be oblong and not semicircular. Here is a very potent factor in
our political life. The semicircular assembly ... enables every individual or every group to
move round the centre, adopting various shades of pink according as the weather
changes. ... It is easy for an individual to move through those insensible gradations from
left to right, but the act of crossing the Floor is one which requires serious attention. ...
Logic is a poor guide compared with custom. Logic, which has created in so many
countries semicircular assemblies with buildings that give to every member not only a
seat to sit in, but often a desk to write at, with a lid to bang, has proved fatal to
Parliamentary government ... The second characteristic … is that it should not be big
enough to contain all its members at once without overcrowding, and that there should
be no question of every member having a separate seat reserved for him.... If the House is
big enough to contain all its members nine-tenths of its debates will be conducted in the
depressing atmosphere of an almost empty or half-empty chamber. The essence of good
House of Commons speaking is the conversational style, the facility for quick, informal
interruptions and interchange. Harangues from a rostrum would be a bad substitute ... But
the conversational style requires a small space, and there should be on great occasions a
sense of crowd and urgency ... a sense of the importance of much that is said, and a sense
that great matters are being decided, there and then, by the House” (W.Churchill 1943)
Queen’s Speech
                                         (House of Lords, 2015)

Blair ai Comuni nel giorno delle sue
dimissioni (The Guardian e BBC 270607)
Il governo di coalizione 2010-15:
eccezione o declino del bipartitismo?
La tesi del declino del bipartitismo:
•   dai 1980s crescono i Lib-Dem, in Galles e Scozia si affermano i partiti nazionalisti, nel
    2014-15 si affermano i nazionalisti dello Ukip
           Fattori sociali
               dal voto di classe al «voto economico»/«razionale»
               differenze territoriali sempre più marcate
           Incentivi istituzionali dei sistemi proporzionali
               parlamentari europee (voto di lista)
               London Assembly, National Assembly for Wales, Scottish Parliament
                (additional member system) e Northern Ireland Assembly (voto singolo
                trasferibile)

2015 elezioni nazionali senza un partito di maggioranza assoluta
     5 giorni colloqui CP/LD (&LP) e accordo di coalizione/programma
     David Cameron (Con) Primo ministro, Nick Clegg (Ld) Vice Primo ministro
     Cabinet Ministers: 16 Conservatori + 5 Liberal-democratici
Fixed-term Parliaments Act (2011)
Una concessione ai Lib-Dem nel governo di coalizione 2010-15

• durata predefinita in 5 anni (elezioni il primo giovedì di maggio)
               Cinque anni anche per Scottish Parliament, National Assembly
               for Wales, Northern Ireland Assembly
• scioglimento e elezioni anticipate solo in due casi:
    a) votato da maggioranza dei 2/3 dei membri nei Comuni
    b) sfiducia al governo (maggioranza semplice) e non si forma un
       nuovo governo entro 14 giorni

Quanto cambia davvero…?
Il 18 aprile 2017: T.May “chiede” a sorpresa una “snap election” e ottiene
il giorno dopo la necessaria maggioranza dei 2/3 (522 sì, 13 no) ai Comuni
Fonte: www.telegraph.co.uk
Il «confidence-and-supply agreement»
tra CP e DUP per governo di minoranza CP
Sistema marcatamente maggioritario,
      con alcuni contropoteri
• Monarchia
• House of Lords (ora solo 92 ereditari)
• potere giudiziario
• gruppi di pressione (lobbying)
• media indipendenti (e.g. BBC) e partigiani (e.g. The
  Sun)
• Bank of England
• Unione Europea – non più con la Brexit
• devolution
Accentramento e decentramento
Il ri-accentramento amministrativo di Margaret Thatcher
porta il Galles e la Scozia verso il Labour di Tony Blair
Riforme della devolution a seguito di tre referendum nel 1997
   1998 Scotland Act → elezione Scottish Parliament con sistema misto
        proporzionale (si vota dai 16 anni); legifera, ma elenco materie riservate
        a Londra; dal 2007 governo monocolore con «First Minister» dello SNP
        Poteri aumentati da Scotland Act 2012 e Scotland Act 2016
   1998 Government of Wales Act → elezione Welsh Assembly con sistema
        misto proporzionale; legifera su lista di 20 materie; governo del «First
        Minister» (Labour) dal 1999
        Poteri aumentati da Wales Act 2014
   1999 Greater London Authority (Ken Livingstone 2000, Boris Johnson 2008,
        Sadiq Khan 2016)

2014 referendum sull’indipendenza scozzese (55,3% «No»)
   Quale effetto della Brexit? Nuovo referendum?
Il conflitto nord-irlandese

Cleavage religioso di difficile gestione:
protestanti/unionisti vs. cattolici/nazionalisti

1921 secessione della Repubblica d’Irlanda, ma sei contee dell’Irlanda del Nord
      rimangono sotto il dominio britannico

1969-1998 conflitto nordirlandese (the troubles)
    da repressione proteste cattoliche anti-discriminazione ai paramilitari (IRA)
    3.500 morti, 50.000 feriti

1998: il Good Friday Agreement
   accordo consociativo di power sharing
   poteri autonomi, tregua permanente, disegno costituzionale consensuale
La soluzione consensuale

• sistema elettorale proporzionale
• mandatory coalition (forzati a cooperare) di power-sharing
       il primo partito esprime il First Minister, il secondo partito esprime il vice-FM
       decisioni importanti richiedono «maggioranze speciali»: oltre al 50%
        complessivo, anche il 50% di ciascuna «comunità» cui si affiliano i deputati
        (unionisti, nazionalisti, ‘altro’)

2002-2007: sospensione della devolution in assenza di un accordo fra unionisti
e nazionalisti: ritorna l’amministrazione diretta da Londra

2007: nuovo accordo Democratic Unionist Party (DUP) - Sinn Féin (SF)
ristabilisce l’autonomia

2017: elezioni anticipate: DUP 29%, SF 24%, …
Dall’isolazionismo all’Unione Europea
- e ritorno
• geografia insulare e storia imperiale

• … favorevoli al mercato unico
• … ma non all’integrazione politica

Blair e Cameron tendenzialmente pro-UE

Ma il voto popolare (referendum 2016) per la Brexit
rimette tutto in discussione
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