Forme di governo: parlamentari, presidenziali e miste - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano

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Forme di governo: parlamentari, presidenziali e miste - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano
Forme di governo:
    parlamentari, presidenziali e miste

Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano
da: Clark – Golder – Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011
Forme di governo: parlamentari, presidenziali e miste - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano
Governi in Italia:
                   la «stabile instabilità»

A lungo stabili gli allineamenti elettorali.
Prime avvisaglie del cambiamento solo negli anni ‘80
     allentamento delle identificazioni partitiche
     secolarizzazione
     primi partiti “nuovi”: Verdi e Leghe

A lungo stabile (immobile) la classe politica
     Andreotti sottosegretario nel 1947, premier nel 1992
     i dirigenti autorevoli del Pci lo sono stati a vita

Tradizionalmente instabili i governi (65 esecutivi tra 1945-2017)

                                                             Fonte: Vassallo (2016)
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Formule di coalizione in Italia, 1943-2019

  Anni            Legislatura                        Politica di coalizione

1943-1948     Ass. Cost. (1946-48)                 Unità nazionale antifascista
1948-1953                 I                    Centrismo degasperiano (Dc e laici)
1953-1963              II - III            Crisi del Centrismo - Verso il Centro-sinistra
1963-1968                IV                  Centro-sinistra organico (Dc e socialisti)
1968-1976             V - VI                         Crisi del centro-sinistra
1976-1979               VII                Solidarietà nazionale (sostegno esterno Pci)
1979-1992           VII - IX - X                Pentapartito (Dc, laici e socialisti)
1992-1996             XI - XII                              Transizione

                                               Centrosinistra versus Centrodestra
1996-2017   XIII - XIV - XV - XVI - XVII
                                                   («larghe intese» 2013-14)

2018- …                XVIII                       M5S-Lega versus PD, FI ecc.

                                                                                  Fonte: cf. Vassallo (2016)
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Ma altrove come funzionano
la struttura, la formazione e la
durata dei governi?
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Classificare i “tipi di democrazia”
(le forme di governo)

  Tre tipi:
              1.   presidenziale
              2.   parlamentare
              3.   mista (o semipresidenziale)

  Determinati da rapporto tra:

              a)   governo
              b)   legislativo
              c)   il presidente (se ce n’è uno)
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1) il governo è responsabile di fronte ad un legislativo eletto (i.e. la
   maggioranza legislativa ha il potere di rimuovere senza causa un governo)?
       NO: la democrazia è presidenziale
       SÌ: la democrazia è parlamentare o mista

2) c'è un presidente eletto in modo indipendente (direttamente o indirettamente)?
       NO: il regime è parlamentare
       SÌ: condizione necessaria ma non sufficiente per un regime semipresidenziale
       (e.g. Austria e Irlanda: c’è, ma non semipresidenziali)

3) il governo è responsabile di fronte al presidente?
       NO: il regime è parlamentare
       SÌ: il regime è misto (i.e. potere del presidente di licenziare il governo e i singoli
       ministri, e.g. Portogallo, o di sciogliere il legislativo, e.g. Francia)
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 democrazia presidenziale: la sopravvivenza del governo
  non dipende da una maggioranza legislativa

 democrazia parlamentare: la sopravvivenza del governo
  dipende solo da una maggioranza legislativa

 democrazia mista (o semipresidenziale): la
  sopravvivenza del governo dipende da una maggioranza
  legislativa e da un presidente eletto in modo indipendente
Democrazie parlamentari, presidenziali e miste, 1946-2008

                      Numero assoluto

                                                   Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Democrazie parlamentari, presidenziali e miste, 1946-2008

                        Percentuale

                                                   Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Formazione e dissoluzione dei governi

    democrazie parlamentari
Governi parlamentari

 governo/esecutivo: un Primo ministro (capo del governo) e un
  gabinetto (cabinet) composto da ministri che dirigono i vari
  dipartimenti/ministeri del governo

Principi (dottrine costituzionali):
 responsabilità ministeriale: i ministri del governo devono assumersi
  la responsabilità ultima di ciò che accade nel loro ministero
 responsabilità collegiale del gabinetto: i ministri devono sostenere
  pubblicamente le decisioni collettive del gabinetto (o dimettersi)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Formazione del governo

 un governo necessita della “fiducia” del legislativo – i.e. di una
  maggioranza legislativa – sia per ottenere che per rimanere al potere
     nuovi governi si formano in due circostanze: dopo nuove elezioni oppure,
      tra due elezioni, a seguito delle dimissioni/sfiducia del governo in carica

 il Capo dello stato presiede il processo di formazione del governo, ma
  svolge un ruolo più o meno attivo:
       in alcuni paesi, è coinvolto semplicemente nel giuramento del governo
       altrove designa un formatore (oppure un informatore che a sua volta
       sceglie un formatore) per avviare il processo di formazione del governo
              il formatore è in genere il Primo ministro designato e il leader del
              partito con la maggioranza dei seggi

 Primo ministro/formatore ha facoltà di indicare i membri del governo:
     nei governi monopartito, il Primo ministro ha enormi poteri discrezionali
     nei governi di coalizione, il Primo ministro ha poteri più limitati
La fiducia
Voto di investitura (e.g. “fiducia” in Italia): voto formale per determinare
se un governo proposto può entrare in carica
     In alcuni paesi non occorre (e.g. UK): il Capo dello stato nomina
     direttamente il gabinetto in modo ufficiale.
     MA è sempre necessario il sostegno implicito di una maggioranza (i.e. il
     legislativo può sfiduciare il governo in qualsiasi momento)

Voto di sfiducia: meccanismo chiave con cui il legislativo può
rimuovere un governo e dunque lo controlla
     Proposto dal legislativo: se il governo non ha una maggioranza, rassegna le
     dimissioni

     Voto di «sfiducia costruttiva»: occorre indicare anche chi sostituirà il
     governo in carica nel caso passi la sfiducia (e.g. Germania, per ovviare
     instabilità di governo nella Repubblica di Weimar; Belgio, Spagna)

Voto di fiducia
     Proposto dal governo: se il governo non ha una maggioranza, rassegna le
     dimissioni
Il rapporto esecutivo-legislativo
e il ruolo dei partiti

Se un singolo partito ottiene una maggioranza assoluta dei seggi,
ci si può aspettare che tale partito formi il governo

MA: i partiti di maggioranza assoluta nelle democrazie parlamentari
sono relativamente rari
              251 su 310 (81%) governi in Europa occidentale (1945-1998) si
              sono formati in contesti in cui non c’era un partito di
              maggioranza assoluta

Come avviene in queste circostanze la formazione del governo?
Possiamo prevederne la composizione?
              e.g. elezioni Germania Ovest 1987
Germania: elezioni del 1987 per il Bundestag

            Quale governo si formerà?
Tutti questi governi potenziali sono ugualmente plausibili?
                  Chi sarà il formatore?
• Helmut Kohl (leader del partito maggiore) nominato formatore: escludiamo le
  coalizioni senza CDU/CSU
• poco probabili coalizioni che non controllino la necessaria maggioranza legislativa:
  escludiamo coalizioni < 249 [ovvero (497/2) +1 ]
• restano 7 coalizioni possibili, quale ha maggiori probabilità di formarsi?
Due ipotesi

Politici interessati alle cariche/“poltrone” (office-seeking)
       vogliono solo il maggior numero di portafogli ministeriali

Politici interessati alle politiche (policy-seeking)
       vogliono solo influenzare le politiche pubbliche
HP1: Office-seeking politicians

Implicazioni della logica office-seeking:
 un formatore può ottenere il sostegno di altri partiti al governo semplicemente
  offrendo posizioni ministeriali
      Legge di Gamson (regola della proporzionalità): i portafogli ministeriali sono
      distribuiti tra i partiti di governo in maniera strettamente proporzionale al numero
      di seggi con cui contribuiscono alla maggioranza legislativa. Ampia evidenza
      empirica!
Percentuale di posizioni ministeriali / seggi parlamentari
dei partiti al governo in Europa occidentale, 1945-2000

                                                      Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
HP1: Office-seeking politicians

Implicazioni della logica office-seeking:
 un formatore può ottenere il sostegno di altri partiti al governo semplicemente
  offrendo posizioni ministeriali
      Legge di Gamson (regola della proporzionalità): i portafogli ministeriali sono
      distribuiti tra i partiti di governo in maniera strettamente proporzionale al numero
      di seggi con cui contribuiscono alla maggioranza legislativa. Ampia evidenza
      empirica!

 i partiti che entrano in un governo non vogliono altri partner oltre a quelli
  strettamente necessari alla formazione di una maggioranza legislativa
               si formerà una coalizione minima vincente (CMV): senza partiti che non
               siano necessari a controllare una maggioranza legislativa
               si sceglierà la CMV minore: la CMV con il più basso numero di seggi in
               eccesso

Se Kohl fosse stato un politico interessato solo alle cariche,
avrebbe formato un governo con la CDU/CSU ed i Verdi
CMV
CMV
CMV minore
HP2: Policy-seeking politicians

Implicazioni della logica policy-seeking:

   un formatore può ottenere che altri partiti entrino nel governo semplicemente
    offrendo concessioni politiche
           probabilmente dovrà offrire maggiori concessioni politiche ai partiti più grandi
           rispetto a quelli più piccoli
           non potrà attuare la sua politica ideale, ma una politica di coalizione situata tra i
           punti ideali di tutti i suoi partner della coalizione
HP2: Policy-seeking politicians

Implicazioni della logica policy-seeking:

   un formatore può ottenere che altri partiti entrino nel governo semplicemente
    offrendo concessioni politiche
           probabilmente dovrà offrire maggiori concessioni politiche ai partiti più grandi
           rispetto a quelli più piccoli
           non potrà attuare la sua politica ideale, ma una politica di coalizione situata tra i
           punti ideali di tutti i suoi partner della coalizione

   per minimizzare il costo delle concessioni, preferirà coalizioni con i partiti
    situati vicino al suo punto ideale
           si formerà una coalizione connessa: i partiti della coalizione si trovano l’uno
           direttamente accanto all'altro nello spazio politico
           si sceglierà la CMV minore connessa, ovvero quella che, coalizzando partiti
           vicini, raccoglie solo i seggi strettamente necessari

Se Kohl fosse stato interessato solo alle politiche, quale governo? Occorre
considerare posizione dei partiti su dimensioni politiche salienti in Germania 1987
Fonte: Valbruzzi (Ist.Cattaneo 2018)
Connessa
Connessa
Connessa

CMV connessa
CMV connessa
      minore
Ipotesi

HP1: politici interessati alle cariche (office-seeking)
       ci si aspetterebbe coalizioni minime vincenti minori
       e.g. CDU/CSU + Verdi

HP2: politici interessati alle politiche (policy-seeking)
       ci si aspetterebbe coalizioni minime vincenti minori connesse
       e.g. CDU/CSU + FDP

Kohl formò un governo tra la CDU/CSU e la FDP

 la logica basata sulle politiche dominava quella basata sulle cariche nella
  Germania Occidentale?
  In realtà, è probabile che la competizione politica obblighi i politici ad agire
  come se fossero interessati a entrambe: è difficile vincere le elezioni dicendosi
  non interessati alle politiche pubbliche, ed è difficile attuare politiche a cui si è
  interessati senza preoccuparsi di ottenere le cariche necessarie (e.g. Matteo
  Salvini al ministero dell’Interno)
Tra alternanze e Große Koalitionen

1949-62 | Adenauer [Cdu/Csu ; Fdp ; Altri]
1962-66 | Erhard [Cdu/Csu ; Fdp]
1966-69 | Kiesinger [Cdu/Csu ; Spd]
1969-72 | Brandt [Spd ; Fdp]
1974-82 | Schmidt [Spd ; Fdp]
1982-98 | Kohl [Cdu/Csu ; Fdp]
1998-05 | Schröder [Spd ; Verdi]
2005-09 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]
2009-13 | Merkel [Cdu/Csu ; Fdp]
2013-17 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]
2018- | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]

                                             Fonte: Vassallo (2016)
Elezioni 2017
Un governo parlamentare deve essere sostenuto da una maggioranza
legislativa: abbiamo assunto che i governi debbano includere un numero
sufficiente di partiti (vari tipi di coalizioni minime vincenti)

MA: l’evidenza empirica mostra che spesso si formano altri tipi di governo
I governi di minoranza
   governo di minoranza (monopartitico o di coalizione): i partiti di governo non
    controllano una maggioranza di seggi legislativi

   può esistere solo finché l'opposizione non decide di farlo cadere, ovvero se
    sostenuto da una maggioranza implicita

            Talvolta l’“appoggio esterno” da parte di partiti non facenti parte del governo
            contro eventuali voti di sfiducia è apertamente dichiarato
                             2010 Olanda: Partito per la Libertà-PVV di Geert Wilders
                             sostiene dall’esterno coalizione VVD-CDA (liberali/crist-dem.)
                             2017 UK: Democratic Unionist Party sostiene governo CP
            talvolta solo maggioranze legislative ad hoc.

   si tratta di un’anomalia antidemocratica?
    NO, i governi di minoranza sono un esito normale e democratico della
    competizione nelle democrazie parlamentari, e sono piuttosto frequenti (Strøm):
         oltre 1/3 di tutti i governi in Europa occidentale
         particolarmente frequenti in alcuni paesi (Danimarca 82%, Svezia 81%,
         Norvegia 65%)
Quando/perché si formano
governi di minoranza?

HP1: i governi di minoranza sono più probabili quando l'opposizione è
    forte (situazione a sua volta favorita da un sistema di commissioni
    parlamentari forti) (Strøm 1990)
       le opposizioni possono influenzare le politiche senza entrare nel governo

HP2: i governi di minoranza sono più probabili quando la struttura dei
     gruppi di interesse è corporativa piuttosto che pluralista (Luebbert
     1984)
       struttura corporativa: i principali attori sociali ed economici sono integrati
        nel processo di formazione delle politiche (e.g. sindacati, Confindustria, ecc.)
        versus
        struttura pluralista: i gruppi di interesse competono per influenzare le
        politiche restando al di fuori del processo decisionale formale
       il corporativismo è una modalità di rappresentanza extra-parlamentare che
        costringe i governi a collaborare con grandi attori sociali ed economici:
        a questi gruppi non occorre essere rappresentati nel governo per
        influenzarne le politiche
       le opposizioni possono influenzare le politiche senza entrare nel governo
HP3: governi di minoranza sono meno probabili quando è necessario
     un voto di investitura formale (Strøm 1990)
    obbliga i partiti d’opposizione a sostenere apertamente un governo di
     minoranza, che per essi è meno accettabile di un sostegno tacito

HP4: governi di minoranza sono più probabili quando c'è un partito
     “forte” (Laver - Shepsle)
    un governo di minoranza è in grado di stare al potere se i partiti di
     opposizione non riescono a raggiungere un accordo su chi lo sostituisca
    partiti "forti" = partiti di centro relativamente grandi che hanno partiti
     di opposizione su entrambi i loro lati sono spesso in grado di formare
     un governo di minoranza
Calcolo di quanto spenderò nel mio conto telefonico mensile (Franklin 2008):

Totale =
canone fisso + costoalminuto*MINUTI + costoalminutoinroaming*MINUTIINROAMING

                              Y = a + b1X1 + b2X2
       Y è la “variabile dipendente”
       X1 e X2 (X3, X4, ecc.) sono le “variabili indipendenti”
       a è la “constante”
       b1 e b2 misurano, rispettivamente, l’effetto di X1 e X2 sulla variabile dipendente

Es. effetto sulla partecipazione al voto nelle elezioni europee di:
• partecipazione all’ultima elezione nazionale
• obbligatorietà del voto [1 oppure 0]
• prima elezione europea [1 oppure 0]:

    EPturnout = 24,7 + 0,30*PartecipElezNaz + 32,9*Obbligo + 7,2*Primaelezione
indipendenti

               minore l’errore standard, maggiore la fiducia nei risultati: in
               genere, se il coefficiente è maggiore del doppio dell’errore
               standard, siamo sicuri al 95% del nostro coefficiente
L’evidenza empirica mostra che i governi di minoranza:

a) sono più probabili quando
     1.   l'opposizione è forte (commissioni parlamentari)
     2. il sistema di relazioni dei gruppi di interesse è corporativo

b) sono meno probabili quando
     1.   è previsto un voto di investitura
Quando/perché si formano
governi a maggioranza soprannumeraria?
Governi a maggioranza sovradimensionata: più partiti del necessario
         relativamente frequenti: quasi 20% dei governi in Europa occidentale
         particolarmente in alcuni paesi: ca. 50% in Olanda e Italia

HP1: governi a maggioranza sovradimensionata sono più frequenti durante
     periodi di crisi
          governi di unità nazionale dopo IIGM (Austria, Belgio, Finlandia, Francia,
          Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda)
          MA “grandi coalizioni” come queste sono rare nell’Europa contemporanea

HP2: governi a maggioranza sovradimensionata sono necessari per
     cambiare la costituzione
          emendamenti costituzionali spesso richiedono maggioranze superiori al 50%: una
          maggioranza soprannumeraria è in questo caso legalmente necessaria, non «fuori
          misura»

HP3: governi di maggioranza sovradimensionata dovuti a ragioni
     strategiche
          e.g. in una CMV ogni singolo partito – anche piccolo – potrebbe far cadere o
          minacciare di far cadere il governo unilateralmente in ogni momento
Le coalizioni pre-elettorali

“Coalizione di governo” (discusse finora): si forma dopo un’elezione

“Coalizione pre-elettorale” si forma prima delle elezioni: un insieme di
partiti che non competono da soli nelle elezioni
      risultano anche da processo di contrattazione su cariche e politiche
      piuttosto frequenti: 240 in 23 democrazie avanzate (1946-2002)
      soprattutto in particolari paesi: 100% delle elezioni in Australia, 93% in
      Germania, 90% in Portogallo, ecc.
Le coalizioni pre-elettorali
“Coalizione di governo” (discusse finora): si forma dopo un’elezione

“Coalizione pre-elettorale” si forma prima delle elezioni: un insieme di
partiti che non competono da soli nelle elezioni
       risultano anche da processo di contrattazione su cariche e politiche
       piuttosto frequenti: 240 in 23 democrazie avanzate (1946-2002)
       soprattutto in particolari paesi: 100% delle elezioni in Australia, 93% in
       Germania, 90% in Portogallo, ecc.

Perché formare coalizioni pre-elettorali e non aspettare dopo le elezioni?
       potrebbero aiutare a conquistare voti e/o seggi (e.g. legge elettorale 2005 e
       2017 in Italia)
       aiutano i partiti ad entrare nel governo: ca. 30% hanno formato un governo
       implicazioni normative: limitano contrattazione post-elettorale al di fuori
       del controllo degli elettori e un governo che potrebbe non rifletterne le
       preferenze (e.g. UK 2010)

Le coalizioni pre-elettorali possono assumere diverse forme
Durata dei governi: formazione e sopravvivenza

a) il processo di formazione del governo può essere complesso
   (procedure istituzionali, numero di attori, contrattazione, incertezza
   informazione, etc.) e per questo lungo
      in media 31,8 gg. in Europa occidentale (5 gg. gov. Gentiloni, 89 gg.
      governo Conte)
      il ritardo più lungo: 353 gg. Belgio 2010-2011 (poi 208 gg. in Olanda)
Durata dei governi: formazione e sopravvivenza

a) il processo di formazione del governo può essere complesso
   (procedure istituzionali, numero di attori, contrattazione, incertezza
   informazione, etc.) e per questo lungo
      in media 31,8 gg. in Europa occidentale (5 gg. governo Gentiloni)
      il ritardo più lungo: 353 gg. Belgio 2010-2011 (poi 208 gg. in Olanda)

b) una volta formato, quanto tempo dura? dipende anche da come
   misuriamo la durata:
      quando un partito lascia una coalizione o quando un nuovo partito entra a
      farne parte? quando vengono ridistribuite le posizioni ministeriali tra gli
      stessi partiti della coalizione («rimpasto»)? dopo un’elezione, anche se i
      partiti sono gli stessi del governo precedente?
       e.g. cambi di gabinetto (da Parliamentary Democracy Data Archive) quando: (1) cambiamento
       nell’insieme di partiti con esponenti nel gabinetto, o (2) cambiamento del primo ministro, o (3)
       elezioni politiche

Ipotesi di Lowell (1896) sull’instabilità dei governi di coalizione:
“maggiore è il numero di gruppi discordanti che formano la maggioranza,
più arduo è soddisfarli tutti e più debole ed instabile la posizione
dell’esecutivo”
I governi possono finire per motivi tecnici (e.g. un’elezione obbligata dai
termini costituzionali o la morte del primo ministro) o
discrezionali/politici (da parte del governo o dell'opposizione, e.g. un voto
di sfiducia, elezioni anticipate)
Il timing delle elezioni
   esogeno (scadenza prefissata) o endogeno (il governo o un altro attore, e.g. capo
    dello stato, può scegliere quando indire nuove elezioni, all’interno di una durata
    massima della legislatura, e.g. UK fino a riforma 2011 Fixed-term Parliaments
    Act, ma scioglimento possibile se sfiducia o 2/3 MPs, come T.May 2017)

Tre diverse teorie per spiegare il timing delle elezioni
•   presupposti comuni: i politici vogliono vincere le elezioni e gli elettori
    considerano i governi responsabili della passata performance economica

a) surfing politico
        il governo attende una fase espansiva/le condizioni economiche ottimali per indire
        elezioni
b) ciclo economico-politico
        il governo manipola attivamente l'economia per generare una crescita nel breve
        periodo e quindi indire nuove elezioni: l'elezione è seguita da una recessione
        economica e l'economia passa quindi attraverso cicli di espansione e recessione
c) segnalazione
        il governo è informato sui futuri trend economici meglio degli elettori e quindi sceglie
        di indire nuove elezioni prima di una recessione attesa
        ma l'atto stesso di indire elezioni anticipate manda un segnale agli elettori che
        l’economia peggiorerà: se gli elettori sono ingenui, hanno la memoria corta, o
        l'opposizione non è preparata, allora il governo può comunque preferire elezioni
        anticipate
Formazione e dissoluzione dei governi

    democrazie presidenziali
Governi presidenziali
Il governo nelle democrazie presidenziali
     comprende il presidente (capo dell’esecutivo e capo dello stato) e il
      gabinetto che egli nomina (i.e. il formatore è sempre il presidente)
     non può essere sfiduciato: la sopravvivenza del governo non dipende da
      una maggioranza legislativa
     include sempre il partito del presidente, a prescindere dalla sua
      dimensione legislativa: se il governo non riesce a conquistare l'appoggio
      dell'opposizione, allora il partito del presidente governa da solo

Governi di minoranza nelle democrazie presidenziali non necessitano
il supporto implicito di una maggioranza legislativa e dovrebbero essere
quindi più frequenti rispetto a quelli parlamentari
     se i politici fossero interessati solo alle cariche, dovrebbero esserci pochi
      governi di coalizione nei regimi presidenziali, ma se il presidente è
      interessato anche alle politiche può essere disposto e/o preferire formare
      una coalizione
     è probabile che dipenda dal suo potere legislativo
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Party_divisions_of_United_States_Congresses
Presidente e legislativo (“congresso”)
   poiché il presidente non dipende da una maggioranza legislativa per rimanere al
    potere, i governi nei regimi presidenziali
      hanno più ministri indipendenti dei governi parlamentari (ovvero non provenienti dal
       legislativo, e.g. tecnocrati, rappresentanti di gruppi di interesse, ecc.)
      assegnano portafogli ministeriali in un modo meno proporzionale dei primi ministri
Composizione del governo
nelle democrazie presidenziali e parlamentari
Presidente e legislativo (“congresso”)
   poiché il presidente non dipende da una maggioranza legislativa per rimanere al
    potere, i governi nei regimi presidenziali
      hanno più ministri indipendenti dei governi parlamentari (ovvero non provenienti dal
       legislativo, e.g. tecnocrati, rappresentanti di gruppi di interesse, ecc.)
      assegnano portafogli ministeriali in un modo meno proporzionale dei primi ministri

   ma l’autonomia di un presidente dal legislativo dipende anche dalla sua necessità
    o meno di ottenere l’appoggio dell’opposizione per passare misure legislative

   quindi governi più simili a quelli parlamentari (e.g. governi di coalizione e
    governi con un minor numero di ministri indipendenti) saranno più probabili
    laddove i presidenti hanno poteri di decretazione relativamente deboli e partiti
    legislativi relativamente piccoli e poco disciplinati

          Tutti i presidenti possono emanare decreti presidenziali (misure che hanno forza di
          legge), ma la loro portata e forza varia:
                  negli Stati Uniti, i decreti (“ordini esecutivi”) possono solo regolamentare ed
                  interpretare leggi già adottate dal legislativo
                  in altri paesi, però, il presidente può emettere “decreti-legge” efficaci come
                  nuove leggi, anche di fronte ad un legislativo ostile
Formazione e dissoluzione dei governi

        democrazie miste
Governo semipresidenziale

 democrazia mista: la sopravvivenza del governo dipende da una
  maggioranza legislativa e da un presidente eletto in modo
  indipendente

 governo: Primo ministro (e.g. Édouard Philippe dal 2017 in Francia) e
  gabinetto

 l’esecutivo comprende il governo e il presidente: il presidente fa parte
  dell’esecutivo, ma non del governo (anche se formalmente “il
  Presidente della Repubblica presiede il Consiglio dei Ministri”, art. 9,
  Costituzione 1958)
La riforma semipresidenziale del 1958
Charles De Gaulle prediligeva rafforzamento figura del presidente,
l’Assemblea Nazionale difendeva l’idea di un governo parlamentare.

Semi-presidenzialismo come modello nuovo e ibrido/misto

Il governo:
   • fiducia parlamentare, ma un voto esplicito è facoltà, non obbligo
        • da quando PM Pompidou nel 1966 non lo chiese per rimarcare la legittimazione
          presidenziale del suo governo
        • la fiducia presunta ha facilitato il varo dei governi di minoranza socialisti 1988-1993
   • voto di fiducia diventa necessario nei casi di coabitazione

Il Presidente della Repubblica:
   •   è eletto direttamente (dal 1962, inizialmente eletto da un collegio elettorale)
   •   «arbitro» dell’azione dei pubblici poteri
   •   presiede le riunioni del governo
   •   ha poteri autonomi su politica estera e di difesa
   •   ha un autonomo potere di scioglimento dell’Assemblea Nazionale
Formazione del governo
Coabitazione: quando il partito del presidente non controlla la
maggioranza legislativa, il presidente deve di fatto nominare un primo
ministro che appartiene ad un’altra parte politica
             e.g.
             Francia: 1986-1988, 1993-1995, 1997-2002 (Chirac – Jospin),
                     *poi la «riforma del quinquennato» (2000) dal 2002 ha
                     allineato i tempi delle elezioni presidenziali e legislative
             Sri Lanka: 2001-2003
             Ucraina: 2006-2007

Pochi studi sulla formazione del governo nei sistemi misti.
Alcuni suggeriscono che sia un ibrido che alterna fasi diverse:
        quando il partito del presidente controlla una maggioranza legislativa,
        assomiglia ad una democrazia presidenziale
        quando il partito del presidente non controlla la maggioranza legislativa,
        assomiglia ad una democrazia parlamentare
Fine dei contrappesi?

Con la riforma del 2000, dal 2002 il mandato presidenziale è stato
ridotto a 5 anni e le elezioni sincronizzate (le legislative si
tengono poche settimane dopo le presidenziali), almeno fino a che un
mandato non verrà interrotto
↓
la coabitazione diventa poco probabile

2012: con il 30% dei voti al primo turno, il Parti Socialiste (PS) si
     assicura il controllo di Presidenza, Governo e Parlamento per 5
     anni

2017: con il 28% dei voti al primo turno delle legislative, La
     République En Marche (REM) ottiene il 53,2% dei seggi e il
     controllo di Presidenza, Governo, Parlamento per 5 anni
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