Forme di governo: parlamentari, presidenziali e miste - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano
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Forme di governo: parlamentari, presidenziali e miste Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano da: Clark – Golder – Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011
Governi in Italia: la «stabile instabilità» A lungo stabili gli allineamenti elettorali. Prime avvisaglie del cambiamento solo negli anni ‘80 allentamento delle identificazioni partitiche secolarizzazione primi partiti “nuovi”: Verdi e Leghe A lungo stabile (immobile) la classe politica Andreotti sottosegretario nel 1947, premier nel 1992 i dirigenti autorevoli del Pci lo sono stati a vita Tradizionalmente instabili i governi (65 esecutivi tra 1945-2017) Fonte: Vassallo (2016)
Formule di coalizione in Italia, 1943-2019 Anni Legislatura Politica di coalizione 1943-1948 Ass. Cost. (1946-48) Unità nazionale antifascista 1948-1953 I Centrismo degasperiano (Dc e laici) 1953-1963 II - III Crisi del Centrismo - Verso il Centro-sinistra 1963-1968 IV Centro-sinistra organico (Dc e socialisti) 1968-1976 V - VI Crisi del centro-sinistra 1976-1979 VII Solidarietà nazionale (sostegno esterno Pci) 1979-1992 VII - IX - X Pentapartito (Dc, laici e socialisti) 1992-1996 XI - XII Transizione Centrosinistra versus Centrodestra 1996-2017 XIII - XIV - XV - XVI - XVII («larghe intese» 2013-14) 2018- … XVIII M5S-Lega versus PD, FI ecc. Fonte: cf. Vassallo (2016)
Classificare i “tipi di democrazia” (le forme di governo) Tre tipi: 1. presidenziale 2. parlamentare 3. mista (o semipresidenziale) Determinati da rapporto tra: a) governo b) legislativo c) il presidente (se ce n’è uno)
1) il governo è responsabile di fronte ad un legislativo eletto (i.e. la maggioranza legislativa ha il potere di rimuovere senza causa un governo)? NO: la democrazia è presidenziale SÌ: la democrazia è parlamentare o mista 2) c'è un presidente eletto in modo indipendente (direttamente o indirettamente)? NO: il regime è parlamentare SÌ: condizione necessaria ma non sufficiente per un regime semipresidenziale (e.g. Austria e Irlanda: c’è, ma non semipresidenziali) 3) il governo è responsabile di fronte al presidente? NO: il regime è parlamentare SÌ: il regime è misto (i.e. potere del presidente di licenziare il governo e i singoli ministri, e.g. Portogallo, o di sciogliere il legislativo, e.g. Francia)
democrazia presidenziale: la sopravvivenza del governo non dipende da una maggioranza legislativa democrazia parlamentare: la sopravvivenza del governo dipende solo da una maggioranza legislativa democrazia mista (o semipresidenziale): la sopravvivenza del governo dipende da una maggioranza legislativa e da un presidente eletto in modo indipendente
Democrazie parlamentari, presidenziali e miste, 1946-2008 Numero assoluto Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Democrazie parlamentari, presidenziali e miste, 1946-2008 Percentuale Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Formazione e dissoluzione dei governi democrazie parlamentari
Governi parlamentari governo/esecutivo: un Primo ministro (capo del governo) e un gabinetto (cabinet) composto da ministri che dirigono i vari dipartimenti/ministeri del governo Principi (dottrine costituzionali): responsabilità ministeriale: i ministri del governo devono assumersi la responsabilità ultima di ciò che accade nel loro ministero responsabilità collegiale del gabinetto: i ministri devono sostenere pubblicamente le decisioni collettive del gabinetto (o dimettersi)
Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
Formazione del governo un governo necessita della “fiducia” del legislativo – i.e. di una maggioranza legislativa – sia per ottenere che per rimanere al potere nuovi governi si formano in due circostanze: dopo nuove elezioni oppure, tra due elezioni, a seguito delle dimissioni/sfiducia del governo in carica il Capo dello stato presiede il processo di formazione del governo, ma svolge un ruolo più o meno attivo: in alcuni paesi, è coinvolto semplicemente nel giuramento del governo altrove designa un formatore (oppure un informatore che a sua volta sceglie un formatore) per avviare il processo di formazione del governo il formatore è in genere il Primo ministro designato e il leader del partito con la maggioranza dei seggi Primo ministro/formatore ha facoltà di indicare i membri del governo: nei governi monopartito, il Primo ministro ha enormi poteri discrezionali nei governi di coalizione, il Primo ministro ha poteri più limitati
La fiducia Voto di investitura (e.g. “fiducia” in Italia): voto formale per determinare se un governo proposto può entrare in carica In alcuni paesi non occorre (e.g. UK): il Capo dello stato nomina direttamente il gabinetto in modo ufficiale. MA è sempre necessario il sostegno implicito di una maggioranza (i.e. il legislativo può sfiduciare il governo in qualsiasi momento) Voto di sfiducia: meccanismo chiave con cui il legislativo può rimuovere un governo e dunque lo controlla Proposto dal legislativo: se il governo non ha una maggioranza, rassegna le dimissioni Voto di «sfiducia costruttiva»: occorre indicare anche chi sostituirà il governo in carica nel caso passi la sfiducia (e.g. Germania, per ovviare instabilità di governo nella Repubblica di Weimar; Belgio, Spagna) Voto di fiducia Proposto dal governo: se il governo non ha una maggioranza, rassegna le dimissioni
Il rapporto esecutivo-legislativo e il ruolo dei partiti Se un singolo partito ottiene una maggioranza assoluta dei seggi, ci si può aspettare che tale partito formi il governo MA: i partiti di maggioranza assoluta nelle democrazie parlamentari sono relativamente rari 251 su 310 (81%) governi in Europa occidentale (1945-1998) si sono formati in contesti in cui non c’era un partito di maggioranza assoluta Come avviene in queste circostanze la formazione del governo? Possiamo prevederne la composizione? e.g. elezioni Germania Ovest 1987
Germania: elezioni del 1987 per il Bundestag Quale governo si formerà?
Tutti questi governi potenziali sono ugualmente plausibili? Chi sarà il formatore?
• Helmut Kohl (leader del partito maggiore) nominato formatore: escludiamo le coalizioni senza CDU/CSU • poco probabili coalizioni che non controllino la necessaria maggioranza legislativa: escludiamo coalizioni < 249 [ovvero (497/2) +1 ] • restano 7 coalizioni possibili, quale ha maggiori probabilità di formarsi?
Due ipotesi Politici interessati alle cariche/“poltrone” (office-seeking) vogliono solo il maggior numero di portafogli ministeriali Politici interessati alle politiche (policy-seeking) vogliono solo influenzare le politiche pubbliche
HP1: Office-seeking politicians Implicazioni della logica office-seeking: un formatore può ottenere il sostegno di altri partiti al governo semplicemente offrendo posizioni ministeriali Legge di Gamson (regola della proporzionalità): i portafogli ministeriali sono distribuiti tra i partiti di governo in maniera strettamente proporzionale al numero di seggi con cui contribuiscono alla maggioranza legislativa. Ampia evidenza empirica!
Percentuale di posizioni ministeriali / seggi parlamentari dei partiti al governo in Europa occidentale, 1945-2000 Fonte: Clark et al. (2018, 3rd ed.)
HP1: Office-seeking politicians Implicazioni della logica office-seeking: un formatore può ottenere il sostegno di altri partiti al governo semplicemente offrendo posizioni ministeriali Legge di Gamson (regola della proporzionalità): i portafogli ministeriali sono distribuiti tra i partiti di governo in maniera strettamente proporzionale al numero di seggi con cui contribuiscono alla maggioranza legislativa. Ampia evidenza empirica! i partiti che entrano in un governo non vogliono altri partner oltre a quelli strettamente necessari alla formazione di una maggioranza legislativa si formerà una coalizione minima vincente (CMV): senza partiti che non siano necessari a controllare una maggioranza legislativa si sceglierà la CMV minore: la CMV con il più basso numero di seggi in eccesso Se Kohl fosse stato un politico interessato solo alle cariche, avrebbe formato un governo con la CDU/CSU ed i Verdi
CMV CMV CMV minore
HP2: Policy-seeking politicians Implicazioni della logica policy-seeking: un formatore può ottenere che altri partiti entrino nel governo semplicemente offrendo concessioni politiche probabilmente dovrà offrire maggiori concessioni politiche ai partiti più grandi rispetto a quelli più piccoli non potrà attuare la sua politica ideale, ma una politica di coalizione situata tra i punti ideali di tutti i suoi partner della coalizione
HP2: Policy-seeking politicians Implicazioni della logica policy-seeking: un formatore può ottenere che altri partiti entrino nel governo semplicemente offrendo concessioni politiche probabilmente dovrà offrire maggiori concessioni politiche ai partiti più grandi rispetto a quelli più piccoli non potrà attuare la sua politica ideale, ma una politica di coalizione situata tra i punti ideali di tutti i suoi partner della coalizione per minimizzare il costo delle concessioni, preferirà coalizioni con i partiti situati vicino al suo punto ideale si formerà una coalizione connessa: i partiti della coalizione si trovano l’uno direttamente accanto all'altro nello spazio politico si sceglierà la CMV minore connessa, ovvero quella che, coalizzando partiti vicini, raccoglie solo i seggi strettamente necessari Se Kohl fosse stato interessato solo alle politiche, quale governo? Occorre considerare posizione dei partiti su dimensioni politiche salienti in Germania 1987
Fonte: Valbruzzi (Ist.Cattaneo 2018)
Connessa Connessa Connessa CMV connessa CMV connessa minore
Ipotesi HP1: politici interessati alle cariche (office-seeking) ci si aspetterebbe coalizioni minime vincenti minori e.g. CDU/CSU + Verdi HP2: politici interessati alle politiche (policy-seeking) ci si aspetterebbe coalizioni minime vincenti minori connesse e.g. CDU/CSU + FDP Kohl formò un governo tra la CDU/CSU e la FDP la logica basata sulle politiche dominava quella basata sulle cariche nella Germania Occidentale? In realtà, è probabile che la competizione politica obblighi i politici ad agire come se fossero interessati a entrambe: è difficile vincere le elezioni dicendosi non interessati alle politiche pubbliche, ed è difficile attuare politiche a cui si è interessati senza preoccuparsi di ottenere le cariche necessarie (e.g. Matteo Salvini al ministero dell’Interno)
Tra alternanze e Große Koalitionen 1949-62 | Adenauer [Cdu/Csu ; Fdp ; Altri] 1962-66 | Erhard [Cdu/Csu ; Fdp] 1966-69 | Kiesinger [Cdu/Csu ; Spd] 1969-72 | Brandt [Spd ; Fdp] 1974-82 | Schmidt [Spd ; Fdp] 1982-98 | Kohl [Cdu/Csu ; Fdp] 1998-05 | Schröder [Spd ; Verdi] 2005-09 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd] 2009-13 | Merkel [Cdu/Csu ; Fdp] 2013-17 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd] 2018- | Merkel [Cdu/Csu ; Spd] Fonte: Vassallo (2016)
Elezioni 2017
Un governo parlamentare deve essere sostenuto da una maggioranza legislativa: abbiamo assunto che i governi debbano includere un numero sufficiente di partiti (vari tipi di coalizioni minime vincenti) MA: l’evidenza empirica mostra che spesso si formano altri tipi di governo
I governi di minoranza governo di minoranza (monopartitico o di coalizione): i partiti di governo non controllano una maggioranza di seggi legislativi può esistere solo finché l'opposizione non decide di farlo cadere, ovvero se sostenuto da una maggioranza implicita Talvolta l’“appoggio esterno” da parte di partiti non facenti parte del governo contro eventuali voti di sfiducia è apertamente dichiarato 2010 Olanda: Partito per la Libertà-PVV di Geert Wilders sostiene dall’esterno coalizione VVD-CDA (liberali/crist-dem.) 2017 UK: Democratic Unionist Party sostiene governo CP talvolta solo maggioranze legislative ad hoc. si tratta di un’anomalia antidemocratica? NO, i governi di minoranza sono un esito normale e democratico della competizione nelle democrazie parlamentari, e sono piuttosto frequenti (Strøm): oltre 1/3 di tutti i governi in Europa occidentale particolarmente frequenti in alcuni paesi (Danimarca 82%, Svezia 81%, Norvegia 65%)
Quando/perché si formano governi di minoranza? HP1: i governi di minoranza sono più probabili quando l'opposizione è forte (situazione a sua volta favorita da un sistema di commissioni parlamentari forti) (Strøm 1990) le opposizioni possono influenzare le politiche senza entrare nel governo HP2: i governi di minoranza sono più probabili quando la struttura dei gruppi di interesse è corporativa piuttosto che pluralista (Luebbert 1984) struttura corporativa: i principali attori sociali ed economici sono integrati nel processo di formazione delle politiche (e.g. sindacati, Confindustria, ecc.) versus struttura pluralista: i gruppi di interesse competono per influenzare le politiche restando al di fuori del processo decisionale formale il corporativismo è una modalità di rappresentanza extra-parlamentare che costringe i governi a collaborare con grandi attori sociali ed economici: a questi gruppi non occorre essere rappresentati nel governo per influenzarne le politiche le opposizioni possono influenzare le politiche senza entrare nel governo
HP3: governi di minoranza sono meno probabili quando è necessario un voto di investitura formale (Strøm 1990) obbliga i partiti d’opposizione a sostenere apertamente un governo di minoranza, che per essi è meno accettabile di un sostegno tacito HP4: governi di minoranza sono più probabili quando c'è un partito “forte” (Laver - Shepsle) un governo di minoranza è in grado di stare al potere se i partiti di opposizione non riescono a raggiungere un accordo su chi lo sostituisca partiti "forti" = partiti di centro relativamente grandi che hanno partiti di opposizione su entrambi i loro lati sono spesso in grado di formare un governo di minoranza
Calcolo di quanto spenderò nel mio conto telefonico mensile (Franklin 2008): Totale = canone fisso + costoalminuto*MINUTI + costoalminutoinroaming*MINUTIINROAMING Y = a + b1X1 + b2X2 Y è la “variabile dipendente” X1 e X2 (X3, X4, ecc.) sono le “variabili indipendenti” a è la “constante” b1 e b2 misurano, rispettivamente, l’effetto di X1 e X2 sulla variabile dipendente Es. effetto sulla partecipazione al voto nelle elezioni europee di: • partecipazione all’ultima elezione nazionale • obbligatorietà del voto [1 oppure 0] • prima elezione europea [1 oppure 0]: EPturnout = 24,7 + 0,30*PartecipElezNaz + 32,9*Obbligo + 7,2*Primaelezione
indipendenti minore l’errore standard, maggiore la fiducia nei risultati: in genere, se il coefficiente è maggiore del doppio dell’errore standard, siamo sicuri al 95% del nostro coefficiente
L’evidenza empirica mostra che i governi di minoranza: a) sono più probabili quando 1. l'opposizione è forte (commissioni parlamentari) 2. il sistema di relazioni dei gruppi di interesse è corporativo b) sono meno probabili quando 1. è previsto un voto di investitura
Quando/perché si formano governi a maggioranza soprannumeraria? Governi a maggioranza sovradimensionata: più partiti del necessario relativamente frequenti: quasi 20% dei governi in Europa occidentale particolarmente in alcuni paesi: ca. 50% in Olanda e Italia HP1: governi a maggioranza sovradimensionata sono più frequenti durante periodi di crisi governi di unità nazionale dopo IIGM (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda) MA “grandi coalizioni” come queste sono rare nell’Europa contemporanea HP2: governi a maggioranza sovradimensionata sono necessari per cambiare la costituzione emendamenti costituzionali spesso richiedono maggioranze superiori al 50%: una maggioranza soprannumeraria è in questo caso legalmente necessaria, non «fuori misura» HP3: governi di maggioranza sovradimensionata dovuti a ragioni strategiche e.g. in una CMV ogni singolo partito – anche piccolo – potrebbe far cadere o minacciare di far cadere il governo unilateralmente in ogni momento
Le coalizioni pre-elettorali “Coalizione di governo” (discusse finora): si forma dopo un’elezione “Coalizione pre-elettorale” si forma prima delle elezioni: un insieme di partiti che non competono da soli nelle elezioni risultano anche da processo di contrattazione su cariche e politiche piuttosto frequenti: 240 in 23 democrazie avanzate (1946-2002) soprattutto in particolari paesi: 100% delle elezioni in Australia, 93% in Germania, 90% in Portogallo, ecc.
Le coalizioni pre-elettorali “Coalizione di governo” (discusse finora): si forma dopo un’elezione “Coalizione pre-elettorale” si forma prima delle elezioni: un insieme di partiti che non competono da soli nelle elezioni risultano anche da processo di contrattazione su cariche e politiche piuttosto frequenti: 240 in 23 democrazie avanzate (1946-2002) soprattutto in particolari paesi: 100% delle elezioni in Australia, 93% in Germania, 90% in Portogallo, ecc. Perché formare coalizioni pre-elettorali e non aspettare dopo le elezioni? potrebbero aiutare a conquistare voti e/o seggi (e.g. legge elettorale 2005 e 2017 in Italia) aiutano i partiti ad entrare nel governo: ca. 30% hanno formato un governo implicazioni normative: limitano contrattazione post-elettorale al di fuori del controllo degli elettori e un governo che potrebbe non rifletterne le preferenze (e.g. UK 2010) Le coalizioni pre-elettorali possono assumere diverse forme
Durata dei governi: formazione e sopravvivenza a) il processo di formazione del governo può essere complesso (procedure istituzionali, numero di attori, contrattazione, incertezza informazione, etc.) e per questo lungo in media 31,8 gg. in Europa occidentale (5 gg. gov. Gentiloni, 89 gg. governo Conte) il ritardo più lungo: 353 gg. Belgio 2010-2011 (poi 208 gg. in Olanda)
Durata dei governi: formazione e sopravvivenza a) il processo di formazione del governo può essere complesso (procedure istituzionali, numero di attori, contrattazione, incertezza informazione, etc.) e per questo lungo in media 31,8 gg. in Europa occidentale (5 gg. governo Gentiloni) il ritardo più lungo: 353 gg. Belgio 2010-2011 (poi 208 gg. in Olanda) b) una volta formato, quanto tempo dura? dipende anche da come misuriamo la durata: quando un partito lascia una coalizione o quando un nuovo partito entra a farne parte? quando vengono ridistribuite le posizioni ministeriali tra gli stessi partiti della coalizione («rimpasto»)? dopo un’elezione, anche se i partiti sono gli stessi del governo precedente? e.g. cambi di gabinetto (da Parliamentary Democracy Data Archive) quando: (1) cambiamento nell’insieme di partiti con esponenti nel gabinetto, o (2) cambiamento del primo ministro, o (3) elezioni politiche Ipotesi di Lowell (1896) sull’instabilità dei governi di coalizione: “maggiore è il numero di gruppi discordanti che formano la maggioranza, più arduo è soddisfarli tutti e più debole ed instabile la posizione dell’esecutivo”
I governi possono finire per motivi tecnici (e.g. un’elezione obbligata dai termini costituzionali o la morte del primo ministro) o discrezionali/politici (da parte del governo o dell'opposizione, e.g. un voto di sfiducia, elezioni anticipate)
Il timing delle elezioni esogeno (scadenza prefissata) o endogeno (il governo o un altro attore, e.g. capo dello stato, può scegliere quando indire nuove elezioni, all’interno di una durata massima della legislatura, e.g. UK fino a riforma 2011 Fixed-term Parliaments Act, ma scioglimento possibile se sfiducia o 2/3 MPs, come T.May 2017) Tre diverse teorie per spiegare il timing delle elezioni • presupposti comuni: i politici vogliono vincere le elezioni e gli elettori considerano i governi responsabili della passata performance economica a) surfing politico il governo attende una fase espansiva/le condizioni economiche ottimali per indire elezioni b) ciclo economico-politico il governo manipola attivamente l'economia per generare una crescita nel breve periodo e quindi indire nuove elezioni: l'elezione è seguita da una recessione economica e l'economia passa quindi attraverso cicli di espansione e recessione c) segnalazione il governo è informato sui futuri trend economici meglio degli elettori e quindi sceglie di indire nuove elezioni prima di una recessione attesa ma l'atto stesso di indire elezioni anticipate manda un segnale agli elettori che l’economia peggiorerà: se gli elettori sono ingenui, hanno la memoria corta, o l'opposizione non è preparata, allora il governo può comunque preferire elezioni anticipate
Formazione e dissoluzione dei governi democrazie presidenziali
Governi presidenziali Il governo nelle democrazie presidenziali comprende il presidente (capo dell’esecutivo e capo dello stato) e il gabinetto che egli nomina (i.e. il formatore è sempre il presidente) non può essere sfiduciato: la sopravvivenza del governo non dipende da una maggioranza legislativa include sempre il partito del presidente, a prescindere dalla sua dimensione legislativa: se il governo non riesce a conquistare l'appoggio dell'opposizione, allora il partito del presidente governa da solo Governi di minoranza nelle democrazie presidenziali non necessitano il supporto implicito di una maggioranza legislativa e dovrebbero essere quindi più frequenti rispetto a quelli parlamentari se i politici fossero interessati solo alle cariche, dovrebbero esserci pochi governi di coalizione nei regimi presidenziali, ma se il presidente è interessato anche alle politiche può essere disposto e/o preferire formare una coalizione è probabile che dipenda dal suo potere legislativo
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Party_divisions_of_United_States_Congresses
Presidente e legislativo (“congresso”) poiché il presidente non dipende da una maggioranza legislativa per rimanere al potere, i governi nei regimi presidenziali hanno più ministri indipendenti dei governi parlamentari (ovvero non provenienti dal legislativo, e.g. tecnocrati, rappresentanti di gruppi di interesse, ecc.) assegnano portafogli ministeriali in un modo meno proporzionale dei primi ministri
Composizione del governo nelle democrazie presidenziali e parlamentari
Presidente e legislativo (“congresso”) poiché il presidente non dipende da una maggioranza legislativa per rimanere al potere, i governi nei regimi presidenziali hanno più ministri indipendenti dei governi parlamentari (ovvero non provenienti dal legislativo, e.g. tecnocrati, rappresentanti di gruppi di interesse, ecc.) assegnano portafogli ministeriali in un modo meno proporzionale dei primi ministri ma l’autonomia di un presidente dal legislativo dipende anche dalla sua necessità o meno di ottenere l’appoggio dell’opposizione per passare misure legislative quindi governi più simili a quelli parlamentari (e.g. governi di coalizione e governi con un minor numero di ministri indipendenti) saranno più probabili laddove i presidenti hanno poteri di decretazione relativamente deboli e partiti legislativi relativamente piccoli e poco disciplinati Tutti i presidenti possono emanare decreti presidenziali (misure che hanno forza di legge), ma la loro portata e forza varia: negli Stati Uniti, i decreti (“ordini esecutivi”) possono solo regolamentare ed interpretare leggi già adottate dal legislativo in altri paesi, però, il presidente può emettere “decreti-legge” efficaci come nuove leggi, anche di fronte ad un legislativo ostile
Formazione e dissoluzione dei governi democrazie miste
Governo semipresidenziale democrazia mista: la sopravvivenza del governo dipende da una maggioranza legislativa e da un presidente eletto in modo indipendente governo: Primo ministro (e.g. Édouard Philippe dal 2017 in Francia) e gabinetto l’esecutivo comprende il governo e il presidente: il presidente fa parte dell’esecutivo, ma non del governo (anche se formalmente “il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio dei Ministri”, art. 9, Costituzione 1958)
La riforma semipresidenziale del 1958 Charles De Gaulle prediligeva rafforzamento figura del presidente, l’Assemblea Nazionale difendeva l’idea di un governo parlamentare. Semi-presidenzialismo come modello nuovo e ibrido/misto Il governo: • fiducia parlamentare, ma un voto esplicito è facoltà, non obbligo • da quando PM Pompidou nel 1966 non lo chiese per rimarcare la legittimazione presidenziale del suo governo • la fiducia presunta ha facilitato il varo dei governi di minoranza socialisti 1988-1993 • voto di fiducia diventa necessario nei casi di coabitazione Il Presidente della Repubblica: • è eletto direttamente (dal 1962, inizialmente eletto da un collegio elettorale) • «arbitro» dell’azione dei pubblici poteri • presiede le riunioni del governo • ha poteri autonomi su politica estera e di difesa • ha un autonomo potere di scioglimento dell’Assemblea Nazionale
Formazione del governo Coabitazione: quando il partito del presidente non controlla la maggioranza legislativa, il presidente deve di fatto nominare un primo ministro che appartiene ad un’altra parte politica e.g. Francia: 1986-1988, 1993-1995, 1997-2002 (Chirac – Jospin), *poi la «riforma del quinquennato» (2000) dal 2002 ha allineato i tempi delle elezioni presidenziali e legislative Sri Lanka: 2001-2003 Ucraina: 2006-2007 Pochi studi sulla formazione del governo nei sistemi misti. Alcuni suggeriscono che sia un ibrido che alterna fasi diverse: quando il partito del presidente controlla una maggioranza legislativa, assomiglia ad una democrazia presidenziale quando il partito del presidente non controlla la maggioranza legislativa, assomiglia ad una democrazia parlamentare
Fine dei contrappesi? Con la riforma del 2000, dal 2002 il mandato presidenziale è stato ridotto a 5 anni e le elezioni sincronizzate (le legislative si tengono poche settimane dopo le presidenziali), almeno fino a che un mandato non verrà interrotto ↓ la coabitazione diventa poco probabile 2012: con il 30% dei voti al primo turno, il Parti Socialiste (PS) si assicura il controllo di Presidenza, Governo e Parlamento per 5 anni 2017: con il 28% dei voti al primo turno delle legislative, La République En Marche (REM) ottiene il 53,2% dei seggi e il controllo di Presidenza, Governo, Parlamento per 5 anni
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