Rassegna Stampa dell'11 giugno 2021 Testata
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Rassegna Stampa dell’11 giugno 2021 Testata Data 9 giugno 2021 COVID: SMI, PER LA TERZA DOSE CONVOCARE UN TAVOLO NAZIONALE ONOTRI, "DELINEARE ORGANIZZAZIONE OMOGENEA IN TUTTA ITALIA" ROMA, 09 GIU - In merito al piano legato a una terza dose vaccinale contro Sars-Cov-2, lo Smi, il Sindacato dei medici italiani, chiede una convocazione di un tavolo nazionale "per delineare una organizzazione che risulti omogenea in tutta Italia e per concordare un finanziamento adeguato per l'impegno dei medici di medicina generale". Pina Onotri, segretario generale dello Smi, commenta cosi' le parole del Commissario Figliuolo, che auspica per la terza dose vaccinale un passaggio dagli hub piu' grandi agli ospedali, ai medici di medicina generale, alle farmacie e ai punti vaccinali aziendali. "Queste nostre raccomandazioni scaturiscono mettendo a confronto sia i finanziamenti per la messa in opera degli hub vaccinali, sia le laute retribuzioni del personale sanitario ed amministrativo impegnato negli hub - aggiunge - per questo, se i medici di famiglia saranno coinvolti nell'eventuale somministrazione della terza dose, dovranno essere retribuiti per la loro autonoma organizzazione, perche' la vaccinazione anti Covid non e' assimilabile ad una campagna vaccinale normale, alla luce di quello che e' stato previsto per la costituzione degli hub vaccinali". Per Onotri, "nei grandi centri vaccinali si sono visti fiumi di finanziamenti per mettere in piedi le strutture hub, per organizzarle, per dotarle di personale amministrativo e sanitario. I finanziamenti sono serviti, inoltre, per pagare gli stessi soggetti vaccinatori dei centri vaccinali, con tariffe che vanno dagli 80 euro alle 40 euro all'ora, mentre i medici di famiglia hanno una retribuzione di 6 euro lordi ad inoculazione, che non riesce a coprire il costo del personale infermieristico e amministrativo". (ANSA).
Testata Data 9 giugno 2021 VACCINAZIONI ANTI COVID, SMI SU EVENTUALE TERZA DOSE: “SI CONVOCHI UN TAVOLO NAZIONALE!” Roma, 9 giugno 2021 – “Bene le dichiarazioni del Commissario straordinario all’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, in merito a un ritorno a una ordinarietà per quanto riguarda l’eventuale somministrazione della terza dose vaccinale anti Covid. Auspichiamo di essere convocati per delineare una organizzazione che risulti omogenea in tutta Italia e per concordare un finanziamento adeguato per l’impegno dei medici di medicina generale”. Così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani (SMI) commenta quanto detto dal Commissario straordinario per la pandemia che auspica per la terza dose vaccinale un passaggio dagli hub più grandi agli ospedali, ai medici di medicina generale, alle farmacie e ai punti vaccinali aziendali. “Queste nostre raccomandazioni scaturiscono mettendo a confronto sia i finanziamenti per la messa in opera degli hub vaccinali, sia le laute retribuzioni del personale sanitario ed amministrativo impegnato negli hub. Per questo, se i medici di famiglia saranno coinvolti nell’eventuale somministrazione della terza dose, dovranno essere retribuiti per la loro autonoma organizzazione, perché la vaccinazione anti Covid non è assimilabile ad una campagna vaccinale normale, alla luce di quello che è stato previsto per la costituzione degli hub vaccinali”. “Nei grandi centri vaccinali, infatti, si sono visti fiumi di finanziamenti per mettere in piedi le strutture hub, per organizzarle, per dotarle di personale amministrativo e sanitario. I finanziamenti sono serviti, inoltre, per pagare gli stessi soggetti vaccinatori dei centri vaccinali, con tariffe che vanno dagli 80 euro alle 40 euro all’ora, mentre i medici di famiglia hanno una retribuzione di 6 euro lordi ad inoculazione, che non riesce a coprire il costo del personale infermieristico e amministrativo”. “I medici di medicina generale, in piena coerenza sono disponibili a collaborare, ma chiedono una convocazione nazionale per decidere le modalità uniformi di coinvolgimento sul tutto il territorio nazionale e per concordare le retribuzioni per i medici di famiglia che non possono esser inferiori a quanto previsto già per la campagna vaccinale messa in atto”, conclude Onotri.
Testata Data 9 giugno 2021 VACCINI, FIGLIUOLO: "CI STIAMO ATTREZZANDO PER LA TERZA DOSE" Il Sindacato dei medici italiani chiede una convocazione di un tavolo nazionale per delineare una organizzazione che risulti omogenea in tutta Italia e per concordare un finanziamento adeguato per l'impegno dei medici di medicina generale 9 giugno 2021 Roma, 9 giugno 2021 - "Noi sappiamo che dopo un po' di anni decadono gli effetti dei vaccini. La carica anticorpale del vaccino del tetano, ad esempio, dura dieci anni. Per altri tipi di vaccini magari dura quaranta o cinquant'anni. Per il Covid pensiamo che magari a distanza di un anno si dovrebbe fare un richiamo e noi ci stiamo già attrezzando dal punto di vista logistico e di approvvigionamento dei vaccini". Lo ha dichiarato il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus, il generale Francesco Paolo Figliuolo, a margine di un incontro al ministero della Marina questa mattina a Roma. merito al piano legato a una terza dose vaccinale contro Sars-Cov-2, lo Smi, il Sindacato dei medici italiani, chiede una convocazione di un tavolo nazionale «per delineare una organizzazione che risulti omogenea in tutta Italia e per concordare un finanziamento adeguato per l'impegno dei medici di medicina generale». Pina Onotri, segretario generale dello Smi, commenta così le parole del Commissario Figliuolo, che auspica per la terza dose vaccinale un passaggio dagli hub più grandi agli ospedali, ai medici di medicina generale, alle farmacie e ai punti vaccinali aziendali. «Queste nostre raccomandazioni scaturiscono mettendo a confronto sia i finanziamenti per la messa in opera degli hub vaccinali, sia le laute retribuzioni del personale sanitario ed amministrativo impegnato negli hub - aggiunge -. Per questo, se i medici di famiglia saranno coinvolti nell'eventuale somministrazione della terza dose, dovranno essere retribuiti per la loro autonoma organizzazione, perché la vaccinazione anti Covid non è assimilabile ad una campagna vaccinale normale, alla luce di quello che è stato previsto per la costituzione degli hub vaccinali». Per Onotri, «nei grandi centri vaccinali si sono visti fiumi di finanziamenti per mettere in piedi le strutture hub, per organizzarle, per dotarle di personale amministrativo e sanitario. I finanziamenti sono serviti, inoltre, per pagare gli stessi soggetti vaccinatori dei centri vaccinali, con tariffe che vanno dagli 80 euro alle 40 euro all'ora, mentre i medici di famiglia hanno una retribuzione di 6 euro lordi ad inoculazione, che non riesce a coprire il costo del personale infermieristico e amministrativo.
Testata Data 10 giugno 2021 COVID. LO STRAPPO DEI MEDICI DI FAMIGLIA DI SMI E SNAMI DEL LAZIO: “NON ADERIAMO A PIATTAFORMA REGIONALE VACCINI” I due sindacati della medicina generale annunciano che daranno ai propri iscritti l’indicazione di non aderire: “Si tratta di una incredibile iniziativa mai concordata, né proposta, nè tantomeno approvata dalle sigle sindacali” 10 GIU - “Il Sindacato Medici Italiani (SMI) e il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (SNAMI) del Lazio daranno informazioni ai propri iscritti solo per l’ adesione alla campagna vaccinale così come stabilito dagli accordi firmati, dando indicazione di non aderire alla piattaforma regionale. I medici di SMI e SNAMI continueranno a svolgere la campagna secondo le modalità consuete”, così in una dichiarazione congiunta Cristina Patrizi, Responsabile Regionale Area Convenzionale SMI Lazio e Giuseppe Di Donna, Presidente Regionale SNAMI Lazio. “Si tratta di una incredibile iniziativa mai concordata, né proposta, né tantomeno approvata dalle sigle sindacali rappresentative dei medici di medicina generale. A riguardo tocca sottolineare che anche il recente accordo sottoscritto dai pediatri, esclude qualsiasi prenotabilità diretta dei pediatri di libera scelta su piattaforma”. “Siamo costretti a dare queste indicazione in quanto non è mai stato concordato con tutte le organizzazioni sindacali tale ipotetica adesione dei medici di medicina generale alla piattaforma regionale. Per di più denunciamo, ancora una volta, che permangono pesanti criticità riscontrate proprio dai pochi medici aderenti alla vaccinazione in studio (dosi millesimate di consegna, mancata consegna a studio con obbligo per i medici di famiglia aderenti a ritirare le pochi dosi direttamente dagli ospedali, mentre i farmacisti ricevono i vaccini direttamente in farmacia)”. “Tutto ciò, mentre invece, finora, è stata ostacolata proprio dalla Regione Lazio, la partecipazione attiva dei medici di famiglia negli hub aziendali o regionali, prevista espressamente negli accordi e sono rimaste nei cassetti della ASL le domande di partecipazione dei medici di famiglia negli hub. Adesso, su richiesta di qualcuno, evidentemente lontano dai problemi dei medici di famiglia, troviamo e leggiamo complicati, confusi e pericolosi riferimenti alle UCP (aggregazioni nate ed operanti per altre finalità) che diventa, addirittura, sede di vaccinazione, da dove, come sembra tutti si possono prenotare, finanche chi non è paziente di quella UCP”. “Tutto questo aggrava la difficilissima situazione dei medici di famiglia e di tutta la medicina generale, sbattuta sui giornali solo quando fa comodo a qualcuno per evidenti scopi di propaganda. La parte pubblica ritorni a corrette relazioni sindacali e crei le condizioni per far operare i medici di medicina generale in condizioni ottimali per assicurare il loro prezioso contributo alla campagna vaccinale del Lazio, favorendo la partecipazione attiva presso le sedi aziendali e gli hub vaccinali regionali dove con il supporto infermieristico e amministrativo è possibile realizzare numeri importanti”.concludono
Testata Data 9 giugno 2021
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