RASSEGNA STAMPA - Consulcesi Onlus

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RASSEGNA STAMPA

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RASSEGNA STAMPA - Consulcesi Onlus
SKY TG 24
17 dicembre 2016

Migranti, Lampedusa esempio di sanità di frontiera
Lampedusa da anni ormai è simbolo di salvataggi in mare e accoglienza di migranti, dietro ogni
operazione di soccorso c'è una macchina organizzativa e umana collaudata che funziona alla
perfezione permettendo di salvare e assistere migliaia di persone. per questo proprio l'isola siciliana
è stata scelta per il primo corso di formazione per medici di frontiera organizzato dall'osservatorio
internazionale della salute

 http://video.sky.it/news/cronaca/migranti-lampedusa-esempio-di-sanita-di-
                            frontiera/v316415.vid

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TG5
15 dicembre 2016

https://www.youtube.com/watch?v=4cI5S_ECFNw&feature=youtu.be

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Radio 24 – La Zanzara
12 dicembre 2016

    https://www.youtube.com/watch?v=_6rS8stZOUQ&feature=youtu.be

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Quotidiano di Sicilia
20 dicembre 2016

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Quotidiano Sanità
19 dicembre 2016

Salute e Migrazione. “Curare le persone oltre i
confini”. Medici ed esperti a confronto a
Lampedusa
Pietro Bartolo, OMS, Medici Senza Frontiere, ISS, Emergency, ASP6 di
Palermo, Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società
Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e tutti gli
esponenti delle principali realtà impegnate sul tema delle migrazioni riunite
nell’isola per il corso ECM rivolto a medici, psicologi, infermieri e assistenti
sociali provenienti da tutta Italia

                            19 DIC - È il confronto il dato più importante che emerge sui temi della salute
                            e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto “Sanità di
                            Frontiera”, il primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e
                            migrazione: curare le persone oltre i confini”, accreditato dal Provider ECM
                            2506 Sanità in-Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della
                            Salute (OIS) grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena
                            conclusosi, si è svolto a Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo essere stato
                            avviato con un caloroso saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini.

                             Un confronto tra i massimi rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi
della migrazione e un confronto, ricco e stimolante, tra gli oltre 30 professionisti sanitari (medici,
psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti d’Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di
Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province siciliane e molte altre figure già impegnate tutti
i giorni nell’assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un bagaglio di
conoscenze adeguato.

A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della medicina, della
psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da Pietro Bartolo, Dirigente Medico
Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e
OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere,

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Emergency, ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno (Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia),
Mario Palermo (Direttore Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali - Dipartimento per le Attività
Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico - Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM
(Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP e Save the Children. Responsabile Scientifico del
corso è il Dottor Maurizio Lopalco, direttore sanitario del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo
(C.A.R.A.) di Castelnuovo di Porto.

"Medici, docenti e discenti, - si legge in una nota - si sono confrontati scambiandosi esperienze,
competenze e best practice sul tema dell’immigrazione. A corredare il corso, della durata di 5 giorni,
anche visite alle strutture di accoglienza dell’isola, al poliambulatorio di Lampedusa diretto dal dottor
Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina Militare e della
Capitaneria di Porto, assistendo anche faccia a faccia all’ennesimo sbarco dopo una traversata nel
Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di mettere a rischio la vita e l’incolumità di
migliaia di uomini, donne e bambini. In alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano
con casi clinici e con role playing sulle tematiche trattate nella giornata".

Ma all’apertura del corso a Lampedusa è stato annunciato che il progetto “Sanità di Frontiera” non si
esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolerà in altre tre fasi:

- L’istituzione di un’alta scuola di formazione per medici, dipendenti ASL e organizzazioni del settore,
anche grazie al supporto del medico simbolo di Lampedusa Pietro Bartolo, protagonista del film
documentario “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, Orso d’oro al festival di Berlino e recentissimo
vincitore dell’EFA (European Film Award) come miglior documentario.

- La realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari relativi ai
migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici
siano sempre informati sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni già fatte;

- La creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a misura di
bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere serenamente la loro infanzia, oltre che
assistenza sanitaria e psicologica sul campo e mediazione culturale.

19 dicembre 2016

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In Salute News
19 dicembre 2016

Curare le persone oltre i confini. Medici
ed esperti a confronto a Lampedusa
Pietro Bartolo, OMS, Medici Senza Frontiere, ISS, Emergency, ASP6 di
Palermo, Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana
Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e tutti gli esponenti delle
principali realtà impegnate sul tema delle migrazioni riunite nell’isola per il corso
ECM rivolto a medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali provenienti da tutta
Italia
                                       Roma, 19 dicembre 2016 – È il confronto
                                       il dato più importante che emerge sui
                                       temi della salute e delle migrazioni e che
                                       ha dato grande valore e risalto al
                                       progetto “Sanità di Frontiera”, il primo
                                       corso di Educazione Continua in
                                       Medicina “Salute e migrazione: curare le
                                       persone oltre i confini”, accreditato dal
                                       Provider ECM 2506 Sanità in-
Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS)
grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena conclusosi, si è svolto a
Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo essere stato avviato con un caloroso
saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini.

                                                                                        8
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Un confronto tra i massimi rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi
della migrazione e un confronto, ricco e stimolante, tra gli oltre 30 professionisti
sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti
d’Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri
delle altre province siciliane e molte altre figure già impegnate tutti i giorni
nell’assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un
bagaglio di conoscenze adeguato.

A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo
della medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da
Pietro Bartolo, Dirigente Medico Responsabile del Presidio Sanitario di
Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM
(Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici
Senza Frontiere, Emergency, ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno
(Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia), Mario Palermo (Direttore
Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali – Dipartimento per le Attività
                                         Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico
                                         – Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa
                                         Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina
                                         delle Migrazioni), INMP e Save the
                                         Children (in allegato il programma
                                         completo). Responsabile Scientifico del
                                         corso è il Dottor Maurizio Lopalco,
                                         direttore sanitario del Centro di
                                         Accoglienza per Richiedenti Asilo
(C.A.R.A.) di Castelnuovo di Porto.

Medici, docenti e discenti, si sono confrontati scambiandosi esperienze,
competenze e best practice sul tema dell’immigrazione. A corredare il corso,
della durata di 5 giorni, anche visite alle strutture di accoglienza dell’isola, al
poliambulatorio di Lampedusa diretto dal dott. Bartolo, al Centro di Primo
Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina Militare e della Capitaneria
di Porto, assistendo anche faccia a faccia all’ennesimo sbarco dopo una
traversata nel Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di
mettere a rischio la vita e l’incolumità di migliaia di uomini, donne e bambini. In
alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano con casi clinici e
con role playing sulle tematiche trattate nella giornata.

Il corso, gratuito per tutti i discenti e aperto a medici di tutte le discipline,
infermieri e psicologi, è accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-
Formazione e permette ai partecipanti di conseguire un totale di 50,5 ECM per il

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personale sanitario suddiviso in due eventi formativi: il primo (n. 177266), della
durata totale di 14 ore (svoltosi dal 12 al 13 dicembre) valeva 19 crediti ECM; il
secondo evento (n. 177278), della durata di 21 ore totali (dal 14 al 16 dicembre)
valeva 31,5 crediti.

Ma all’apertura del corso a Lampedusa è stato annunciato che il progetto
“Sanità di Frontiera” non si esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno
replicati durante il 2017, si articolerà in altre tre fasi:

   L’istituzione di un’alta scuola di formazione per medici, dipendenti ASL e
    organizzazioni del settore, anche grazie al supporto del medico simbolo di
    Lampedusa Pietro Bartolo, protagonista del film documentario “Fuocoammare” di
    Gianfranco Rosi, Orso d’oro al festival di Berlino e recentissimo vincitore dell’EFA
    (European Film Award) come miglior documentario.
  La realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati
    sanitari relativi ai migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto,
    in modo tale che anche altri medici siano sempre informati sul loro stato di salute e
    sulle vaccinazioni già fatte.
  La creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a
    misura di bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere
    serenamente la loro infanzia, oltre che assistenza sanitaria e psicologica sul campo e
    mediazione culturale.
Le varie fasi del corso sono state documentate da un’equipe video per realizzare
un docufilm e un video-corso ECM FAD a disposizione di tutti i medici sensibili al
tema delle migrazioni e interessati a compiere un percorso di formazione e
informazione.

Nel caso di medici disposti a dare un contributo direttamente sul campo, è
possibile scrivere a sanitadifrontiera@osservatorio-ois.com oppure compilare la
scheda per diventare volontari da inviare allo stesso indirizzo. A partire dall’anno
2017, verranno organizzati altri corsi di cui sarà data comunicazione sul
sito www.sanitadifrontiera.it

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Agi
19 dicembre 2016

Migranti: sanita' di frontiera a Lampedusa, "Cura senza confini" =

Migranti: sanita' di frontiera a Lampedusa, "Cura senza confini" = (AGI) - Palermo, 19 dic. - Medici ed esperti a
confronto a Lampedusa. L'imperativo: "Curare le persone oltre i confini". E' il confronto il dato piu' importante
che emerge sui temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto "Sanita' di
Frontiera", il primo corso di Educazione continua in medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i
confini", promosso dall'Osservatorio internazionale della salute. Il corso si e' svolto a Lampedusa. Un confronto
tra i massimi rappresentati di tutte le realta' impegnate sui temi della migrazione e un confronto, ricco e
stimolante, tra gli oltre 30 professionisti sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da
piu' parti d'Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province
siciliane e molte altre figure gia' impegnate tutti i giorni nell'assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a
questo settore con un bagaglio di conoscenze adeguato. A tenere i corsi, docenti provenienti dalle piu' rilevanti
realta' connesse al mondo della medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da
Pietro Bartolo, dirigente medico responsabile del Presidio sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto superiore
di sanita', Oms Organizzazione internazionale per le migrazioni), Marina militare, Medici senza frontiere,
Emergency. Pereviste tre fasi: l'istituzione di un'alta scuola di formazione per medici, dipendenti Asl e
organizzazioni del settore; la realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari
relativi ai migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici
siano sempre informati sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni gia' fatte;la creazione di Child Friendly Spaces
a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a misura di bambino, prevedendo assistenza sanitaria e psicologica sul
campo e mediazione culturale. (AGI)

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Askanews
19 dicembre 2016

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e migrazione'

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e migrazione' Promosso da Ois grazie a
Consulcesi. Bartolo fra i docenti Roma, 19 dic. (askanews) - È il confronto il dato più importante che emerge sui
temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto "Sanità di Frontiera", il primo
corso di Educazione Continua in Medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini", accreditato dal
Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall'Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) grazie
al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena conclusosi, si è svolto a Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo
essere stato avviato con un caloroso saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini. Un confronto tra i massimi
rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi della migrazione e un confronto tra gli oltre 30 professionisti
sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti d'Italia. Pediatri di Roma,
infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province siciliane e molte altre figure già
impegnate tutti i giorni nell'assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un bagaglio di
conoscenze adeguato. A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della
medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da Pietro Bartolo, Dirigente Medico
Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM
(Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency,
ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno (Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia), Mario Palermo
(Direttore Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali - Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio
Epidemiologico - Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle
Migrazioni), INMP e Save the Children (in allegato il programma completo). Responsabile Scientifico del corso è
il Dottor Maurizio Lopalco, direttore sanitario del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (C.A.R.A.) di
Castelnuovo di Porto. (segue) Cro/Mpd 20161219T145519Z

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Askanews
19 dicembre 2016

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e... -2-

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e... -2- Roma, 19 dic. (askanews) - Medici, docenti e discenti,
si sono confrontati scambiandosi esperienze, competenze e best practice sul tema dell'immigrazione. A corredare
il corso, della durata di 5 giorni, anche visite alle strutture di accoglienza dell'isola, al poliambulatorio di
Lampedusa diretto dal dottor Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina
Militare e della Capitaneria di Porto, assistendo anche faccia a faccia all'ennesimo sbarco dopo una traversata nel
Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di mettere a rischio la vita e l'incolumità di migliaia
di uomini, donne e bambini. In alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano con casi clinici e
con role playing sulle tematiche trattate nella giornata. Il corso, gratuito per tutti i discenti e aperto a medici di
tutte le discipline, infermieri e psicologi, è accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e permette ai
partecipanti di conseguire un totale di 50,5 ECM per il personale sanitario suddiviso in due eventi formativi: il
primo (n. 177266), della durata totale di 14 ore (svoltosi dal 12 al 13 dicembre) valeva 19 crediti ECM; il secondo
evento (n. 177278), della durata di 21 ore totali (dal 14 al 16 dicembre) valeva 31,5 crediti. Cro/Mpd
20161219T145532Z

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La Presse
19 dicembre 2016

Migranti, al via corso per il personale sanitario a Lampedusa

Migranti, al via corso per il personale sanitario a Lampedusa Lampedusa, 19 dic. (LaPresse) - Pietro Bartolo, il
medico di Lampedusa protagonista di Fuocoammare, ha dato il via al progetto 'Sanità di frontiera', il primo corso
di Educazione Continua in Medicina 'Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini', accreditato dal
Provider Ecm 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute grazie al
sostegno di Consulcesi Onlus. Insieme a Oms, Medici Senza Frontiere, Iss, Emergency, Asp6 di Palermo,
Regione Sicilia, Unhcr, Croce Rossa Italiana, Simm (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), Inmp, Save the
Children, Marina Militare, Guardia Costiera e tanti altri esponenti delle maggiori realtà impegnate per i migranti
riuniti a Lampedusa fino a venerdì scorso (16 dicembre 2016) con oltre 30 medici, psicologi, infermieri, mediatori
culturali e assistenti sociali per il progetto di formazione e scambio di best practice.

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Italpress
19 dicembre 2016

IMMIGRAZIONE: LAMPEDUSA, BARTOLO AVVIA PROGETTO "SANITÀ DI FRONTIERA"

IMMIGRAZIONE: LAMPEDUSA, BARTOLO AVVIA PROGETTO "SANITÀ DI FRONTIERA"
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) (ITALPRESS) - Pietro BARTOLO, il medico di Lampedusa protagonista di
                                Fuocoammare, ha dato il via al progetto "Sanita' di frontiera". Per cinque giorni
                                medici, docenti e allievi si sono confrontati scambiandosi esperienze, competenze e
                                best practice sul tema dell'immigrazione. Si tratta di un corso di Educazione Continua
                                in Medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini". Ne seguiranno
                                altri. A corredare il corso anche visite alle strutture di accoglienza dell'isola, al
                                poliambulatorio di Lampedusa diretto proprio da BARTOLO, al Centro di Primo
                                Soccorso Accoglienza Cpsa e alle navi della Marina Militare e della Capitaneria di
                                Porto, assistendo anche ad uno sbarco dopo una traversata nel Mediterraneo. A tenere
                                gli incontri docenti provenienti dalle piu' rilevanti realta' connesse al mondo della
                                medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni, insieme a
                                Oms, Medici Senza Frontiere, Iss, Emergency, Asp6 di Palermo, Regione Sicilia,
                                UNHCR, Croce Rossa Italiana, Simm - Societa' Italiana Medicina delle Migrazioni,
                                Inmp, Save the Children, Marina Militare, Guardia Costiera e tanti altri esponenti
                                delle maggiori realta' impegnate per i migranti riuniti a Lampedusa, con oltre 30
                                medici, psicologi, infermieri, mediatori culturali e assistenti sociali per il progetto di
                                formazione e scambio di best practice. Il progetto "Sanita' di Frontiera" non si
                                esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolera'
                                in altre tre fasi: l'istituzione di un'alta scuola di formazione per medici, dipendenti
                                Asl e organizzazioni del settore, anche grazie al supporto del medico simbolo di
Lampedusa Pietro BARTOLO, protagonista del film documentario "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi, Orso
d'oro al festival di Berlino e recentissimo vincitore dell'Efa - European Film Award come miglior documentario;
la realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari relativi ai migranti con
una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici siano sempre informati
sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni gia' fatte; la creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma
per ricreare spazi a misura di bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere serenamente la loro
infanzia, oltre che assistenza sanitaria e psicologica sul campo e mediazione culturale. (ITALPRESS). vbo/com
19-Dic-16 16:26 NNNN

                                                                                                                              15
Piazzapulita
14 ottobre 2016

 http://www.la7.it/piazzapulita/rivedila7/piazzapulita-puntata-13102016-14-
                              10-2016-195504

                                                                              16
Tgr Regioni
8 ottobre 2016

http://www.raiplay.it/video/2016/10/TGR-Regioni-e-Ragioni-del-Giubileo-8f425614-a917-42df-96b1-
eb8312c43c4c.html

                                                                                                  17
TG1
1 ottobre 2016

http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-46d934ec-6cb6-
4cbb-87ae-5966a65d2a62-tg1.html

                                                                        18
TG1
1 ottobre 2016

http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bac34c19-
fb2e-4214-915c-0cb70ae1716c-tg1.html#p=0

                                                                       19
Agorà
1 ottobre 2016

http://www.raiplay.it/video/2016/09/Agor224-4a397647-a256-4629-ba7a-
7ce9c96df5c0.html

                                                                       20
Rai News 24
1 ottobre 2016

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/lampedusa-medico-pietro-bartolo-chi-
arriva-qui-non-si-regge-in-piedi-si-fuocoammare-a-oscar-346ae2e8-9e2c-4930-afd9-
2bd1b8be595b.html

                                                                                   21
La Sicilia
5 ottobre 2016

                 22
Il Fatto Nisseno
4 ottobre 2016

                   23
24
La Sicilia
4 ottobre 2016

Dramma immigrazione, medico di
Lampedusa incontra eritrea che aveva
salvato
Kibreth era stata creduta morta nella fase del recupero dei corpi. Pietro Bartolo
aveva intuito che era ancora viva. L'incontro a Lampedusa tra lacrime di
commozione

                                                                                    25
LAMPEDUSA (Agrigento) - A tre anni di distanza dal naufragio del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 migranti
davanti alle coste di Lampedusa, Pietro Bartolo, il medico del Poliambulatorio dell’isola tra i protagonisti del film
candidato italiano alla selezione per l’Oscar straniero Fuocoammare, ha rivisto Kibreth, una giovane eritrea
creduta morta durante le fasi del recupero dei corpi. Fu proprio Bartolo ad accorgersi che la donna respirava
ancora e a prestarle le prime cure.

Il colloquio si è svolto nell’aeroporto di Lampedusa, dopo il rientro di Bartolo da Milano dove è stato ospite del
programma televisivo di Fabio Fazio «Che tempo che fa». Un lungo abbraccio, accompagnato da lacrime e baci,
ha suggellato il commovente incontro tra la giovane eritrea che adesso aspetta un bambino e il medico che le ha
salvato la vita. «Appena sono atterrato a Lampedusa - ha spiegato - ho saputo della presenza di Kibreth e mi sono
precipitato per poterla incontrare subito. Lei era un numero che le avevano già dato quando la credevano morta,
chiusa dentro un telo di plastica. Oggi invece è una persona viva e vegeta che presto diventerà mamma. Cercherò
di poterle stare vicino ogni volta che potrò».

Insieme a Kibreth in aeroporto c'erano anche alcune persone che stanno portando avanti con Pietro
Bartolo un progetto sanitario di frontiera denominato Ios. La creazione di un Osservatorio internazionale della
salute che metterà i medici che assisteranno gli immigrati nelle condizioni di essere tutti connessi ad un unico
sistema operativo globale per attingere informazioni ma anche per inserirne. Ad accompagnare Kibreth in
aeroporto c'era anche Clementina Montezemolo, psicologa del gruppo Ios e figlia dell’ex presidente della Ferrari,
che seguirà i minori coinvolti nel progetto.

                                                                                                                        26
La Sicilia
1 ottobre 2016

Lampedusa tra dolore e speranza a tre
anni dalla strage
L'abbraccio di sopravvissuti e soccorritori per l’integrazione

Gli abbracci sono di gioia e di dolore. La gioia di rivedere quei volti miracolosamente riaffiorati dal mare, il dolore
del ricordo della tragedia che non li abbandonerà mai. Si confondono le emozioni di sopravvissuti e salvatori, di

                                                                                                                          27
nuovo insieme a Lampedusa per il terzo anniversario del naufragio che si è portato via più di 360 migranti. Una
ventina di loro sono tornati, come per ogni anniversario, sull'isola, per onorare le vittime di quella maledetta
notte e spendere la loro voce a sostegno dell’integrazione. Si sono dati appuntamento davanti al museo
cittadino per commemorare i parenti, gli amici, i compagni di viaggio perduti, in silenzio.
Quasi tutti hanno lasciato l’Italia, hanno trovato una nuova strada. Come Kebrat, che ora vive in Svezia e quella
notte era sul peschereccio di Domenico, a poppa, il lato dei cadaveri. "Sembrava morta - racconta Pietro Bartolo,
il medico che l’ha soccorsa -. Però le ho toccato il polso e mi è sembrato di sentire un battito, poi un altro flebile.
Ho gridato a Domenico che era viva. Lui, con una forza incredibile, l’ha catapultata sulla banchina. Poi la corsa in
ambulatorio, aveva i polmoni pieni di acqua, l’abbiamo rianimata».
Piangono e sorridono i sopravvissuti quando rivedono chi quella notte e nei giorni successivi ha dato loro
conforto. Poi si siedono tra gli studenti, nel cortile del Liceo scientifico Ettore Majorana, per un incontro
organizzato dal Ministero dell’Istruzione. Hanno poca voglia di parlare, spiegano gentilmente di essere provati.
Lanciano, però, con la loro presenza un messaggio di pace. «Qualcuno ha detto che il Mediterraneo è diventato
un campo di sterminio, perché manca un accesso all’Europa via terra - dice Fernando Vasco Chironda del
Comitato 3 Ottobre -. Per questo abbiamo lanciato la campagna per un corridoio umanitario, affinché non si
muoia più in mare».
Qui sono arrivati duecento alunni delle scuole superiori di tutta Italia e Europa. Tra gli insegnanti parla
Piergiorgio Mori, dell’istituto Giorgio Ambrosoli di Roma. «Spesso in un quartiere come Centocelle, dove sorge la
nostra scuola, il migrante viene percepito come minaccia, mentre venendo qui lo studente si accorge che dietro
alla presunta minaccia c'è un essere inerme che rischia la vita per venire in Italia». «Queste persone, quando
affrontano il terribile viaggio per arrivare in Europa - aggiunge Lorenzo Moriconi, maturando dell’Istituto
Commerciale di Terni - sanno a cosa vanno incontro, ma scelgono di farlo perché il gioco vale la candela rispetto
alla vita che hanno nei loro paesi».
A Lampedusa le celebrazioni per la Giornata della Memoria e dell’accoglienza, il 3 ottobre, si intrecciano con il
Prix Italia, che domani accoglierà il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il governatore Rosario Crocetta e i
vertici Rai. Tante le iniziative e i progetti lanciati. Tra questi 'Sanità di frontierà, dell’Osservatorio internazionale
della salute, al quale ha aderito anche Bartolo: medici da tutta Italia arriveranno a dicembre sull'isola per dei
corsi di preparazione alle emergenze in mare

                                                                                                                            28
Sanità Informazione
11 ottobre 2016

Sanità di Frontiera entra nella sua fase operativa. Tre anni dopo la prima grande
strage di migranti a Lampedusa, prende corpo l’iniziativa umanitaria dell’Osservatorio
Internazionale della Salute (OIS) che punta a rafforzare e omologare verso un livello
d’eccellenza la formazione degli operatori sanitari sul tema della salute dei migranti.

                                                                                          29
Pilastro del progetto, il Dottor Pietro Bartolo, uno dei medici più operativi negli sviluppi
migratori, divenuto oramai un vero e proprio simbolo per Lampedusa.

«Sanità di Frontiera – spiega il dottor Francesco Paolo Aureli, direttore del progetto –
va a colmare un vuoto esistente nel sistema sanitario italiano che ad oggi è quello
della formazione dei medici, paramedici e degli operatori sanitari che si occupano di
immigrazione. L’idea è nata con il sostengo di Consulcesi Onlus che partirà con un
primo corso di formazione a dicembre 2016. Sanità di Frontiera – prosegue Aureli –
oltre alla componente formativa, andrà a svolgere anche attività per cercare di mettere
in rete i vari operatori del settore, i vari stakeholder che si occupano d’immigrazione sul
territorio nazionale, con l’intento poi di espandere anche a livello europeo. Una
piattaforma tecnologica che possa mettere in collegamento digitale i vari operatori
attraverso una App per smartphone e tablet attraverso una piattaforma online che
possa essere consultata e che metta in collegamento da un lato gli immigrati e,
dall’altro, tutti gli operatori sanitari e gli enti che si occupano di sanità in Italia. Sanità di
Frontiera – conclude – nasce anche per contribuire a migliorare lo stato di salute
psicofisico dei migranti, quindi oltre al loro benessere fisico anche il loro benessere
mentale».

Tutte le fasi del progetto Sanità di Frontiera saranno documentate e disponibili su un
sito web. Il materiale servirà per realizzare un docufilm e un video-corso ECM FAD
destinato a medici interessati ad approfondire il tema dell’immigrazione da un punto di
vista medico e sanitario.

La formazione dei medici rispetto al fenomeno migratorio è un tema caro anche alle
istituzioni, come sottolinea ai microfoni di Sanità di Frontiera il Ministro dell’Interno
Angelino Alfano: «Abbiamo delle eccellenze straordinarie in campo, sia a Lampedusa,
come il dottor Bartolo, ma anche a Agrigento e Palermo e in tutte quelle zone sanitarie
che rappresentano una prima frontiera in queste emergenze». Insomma, per Alfano
finora «i medici italiani hanno risposto alla grande all’emergenza», ma «se c’è da fare
di più si farà di più».

http://www.sanitainformazione.it/salute/immigrazione-sanita-frontiera-piu-formazione-medici-
operatori-sanitari-affrontano-emergenza-alfano-bartolo-aureli/

                                                                                                     30
Quotidiano Sanità
12 ottobre 2016

Parte da Napoli Sanità di frontiera, progetto
umanitario di Consulcesi per salute dei migranti
Presentato a Napoli il progetto di formazione per i medici che si occupano di
assistenza ai migranti. Promosso da Consulcesi onlus coinvolge anche Pietro
Bartolo, il medico simbolo di Lampedusa. Direttore scientifico il chirurgo
Giuseppe Petrella. Intanto va avanti il recupero di Consulcesi delle borse di
studio non pagate ai medici

Parte da Napoli il progetto umanitario “Sanità di Frontiera” per la formazione degli operatori sanitari sul
tema della salute dei migranti. L’iniziativa consiste in un percorso di formazione a Lampedusa degli
operatori sanitari di tutta Europa centrati sull’assistenza ai migranti e per promuovere lo sviluppo, la
diffusione e lo scambio di modelli e strumenti d’intervento innovativi per garantire la salute dei migranti.
Il progetto messo in campo da Consulcesi coinvolge anche Pietro Bartolo, il medico simbolo di
Lampedusa che avrà il ruolo di docente.

Nell’occasione Consulcesi ha consegnato 18 milioni di euro a decine di medici ex specializzandi di
Napoli e delle altre province della Campania (anche di Salerno, Caserta, Benevento ed Avellino) per le
borse di studio negate dallo Stato tra il 1978 e il 2006. Medici che ora recuperano gli stipendi che lo
Stato aveva negato loro durante la scuola di specializzazione.

Alla giornata dedicata ai camici bianchi sono intervenuti Silvestro Scotti, Presidente OMCeO di
Napoli,Giuseppe Petrella, ordinario Chirurgia generale e Oncologica all’Università “Tor Vergata” e
responsabile scientifico del progetto “Sanità di Frontiera” e Massimo Tortorella, presidente di
Consulcesi group. A moderare l’incontro il giornalista David Parenzo. Ed è proprio Scotti ad
annunciare anche l’Ordine di Napoli è in prima linea per migliorare l’assistenza ai migranti con la
realizzazione di vademecum, con servizi, indirizzi e numeri di telefono dei presidi e dei medici che si
occupano della salute di immigrati privi di permesso di soggiorno. Una guida a tutti i servizi
sociosanitari della città. “Siamo felici che questa iniziativa sia stata presentata a Napoli – ha dichiarato
Scotti - nella nostra città c’è una grande tradizione dell’accoglienza: abbiamo un Ospedale Dei
Pellegrini attivo dal 1200 e mi fa piacere annunciare oggi che, nel prossimo bollettino dell’Ordine dei
Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri, stiamo lanciando un vademecum che contiene una mappatura
completa per garantire tutti i servizi sanitari del nostro territorio ai migranti. Il medico ha come
vocazione la presa in carico socio-psico-sanitaria di tutti i pazienti, senza distinzioni. Sanità di Frontiera

                                                                                                                 31
è importante per mettere a sistema tutte le iniziative meritorie che ci sono ma che, finora, erano
scollegate tra loro”.

“Il progetto ‘Sanità di frontiera’ sostenuto da Consulcesi Onlus è stato annunciato lo scorso 3 ottobre a
Lampedusa e coinvolge, oltre al medico simbolo dell’isola, Pietro Bartolo, le istituzioni e le principali
organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali”, ha spiegato il Petrella.

Un tema, quello dell’accoglienza e della tutela della salute dei migranti, centrale anche per
l’OMCeO di Napoli. Tra le recenti iniziative del presidente Scotti, infatti, figura già un corso Ecm
organizzato coinvolgendo esperti del settore e finalizzato a creare un vero e proprio sportello per
raccogliere e coordinare istanze ed iniziative sanitarie per il migrante e favorire attività volte ad
incrementare studi e ricerche nel campo della medicina delle migrazioni.

“La medicina e la salute degli immigrati – ha aggiunto Petrella - è una sfida che non spaventa i medici
italiani, già abituati a tenere in piedi il Ssn per garantire il diritto alla Salute, sancito dall’articolo 32 della
Costituzione, per tutti gli italiani. A fronte di medici che combattono quotidianamente contro denunce di
malpractice (spesso infondate), mancato rispetto degli orari di lavoro imposti della legge, carenze di
personale, strutture e apparecchiature inadeguate, la caparbietà di chi non si lascia sopraffare da
questa situazione viene, però, sempre premiata”.

Emblematico il caso dei medici specialisti a cui l’Italia, in violazione delle regole imposte dall’Ue
(direttive comunitarie 75/362 CEE e 82/76/CEE), ha negato il corretto trattamento economico durante la
scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006. Un’ ingiustizia, sanata dall’intervento dei Tribunali che
stanno ripristinando quei diritti negati accogliendo i ricorsi presentati attraverso numerose azioni legali.

Intanto Consulcesi ha consegnato rimborsi per un valore superiore a 18 milioni di euro a 449
professionisti campani che vanno ad aggiungersi alle migliaia di colleghi di tutta Italia che hanno già
visto riconoscere quel diritto negato, riavendo indietro dallo Stato le somme indebitamente negate. Si
tratta di cifre imponenti: solo ai medici tutelati da Consulcesi sono stati, ad oggi, riconosciuti oltre 450
milioni di euro con il rischio di un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro che incombe sulle
casse dello Stato. Per questo, come anticipato ai microfoni di La7 dal Viceministro all’Economia Enrico
Zanetti, “il Governo è intenzionato a trovare una rapida soluzione alla vicenda”.

Anche su questo tema è intervenuto il presidente Omceo Scotti: “L’azione istituzionale di Consulcesi in
questi anni è stata eccellente anche per fare chiarezza tra le normative europee e la mancata
applicazione in Italia. La giornata di oggi è il riconoscimento di un diritto per tanti colleghi che erano
stati penalizzati negli anni della scuola di specializzazione”.

E verso l’ipotesi di una transazione si sta lavorando anche in Parlamento, dove è iniziato l’esame finale
del Ddl 2400, presentato da 21 senatori di schieramenti trasversali: il testo prevede un accordo
forfettario transattivo, valido solo per chi avrà fatto ricorso. “Ora che c’è una chiara volontà politica di
chiudere la vicenda, invitiamo i medici penalizzati dalla mancata applicazione delle direttive Ue in
questione a non perdere questa occasione, scongiurando il rischio di rimanere fuori dai rimborsi”. Così
il presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella: “È dunque fondamentale, per i medici che
ancora non l’avessero fatto, presentare ricorso per ottenere il rimborso forfettario previsto dal Ddl.
Proprio per questo – conclude il presidente Tortorella – stanno partendo le nostre ultime azioni
collettive. La prossima è prevista per il 15 dicembre, con numerosi OMCeO, Enti, Associazioni,
Sindacati e Società Scientifiche che hanno convenzionato i loro iscritti”.

Ettore Mautone

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Road Tv Italia
11 ottobre 2016

Oggi, 11 ottobre 2016, alle ore 11.30 presso lo Starhotels Terminus di Napoli è stato presentato il
progetto umanitario “Sanità di Frontiera”, dedicato alla formazione degli operatori sanitari sul tema
della salute dei migranti che coinvolge anche il medico simbolo di Lampedusa, il Dottor Pietro Bartolo

La presentazione del progetto è stata anche un’occasione preziosa per discutere sui diritti dei
medici, Consulcesi, infatti, ha consegnato 18 milioni di euro a 449 medici campani ex specializzandi di
Napoli e delle altre province della Campania per le borse di studio negate dallo Stato tra il 1978 e il
2006, un diritto che i colleghi del resto d’Italia hanno già ottenuto riavendo indietro le somme che gli erano
state negate ingiustamente.

                                                                                                                 33
Sono intervenuti alla presentazione Silvestro Scotti, Presidente OMCeO di Napoli, il professorGiuseppe
Petrella, Ordinario Chirurgia Generale e Oncologica Università “Tor Vergata” e responsabile scientifico
progetto “Sanità di Frontiera” e Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group.

Ai nostri microfoni, Massimo Tortella, Presidente del gruppo europeo Consulcesi, e Silvestro Scotti,
Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli. Ecco, nel video, cosa ci hanno detto.

Sanità di frontiera: il progetto di Consulcesi

Ma cosa fa esattamente Consulcesi? Consulcesi lotta al fianco della categoria dei camici bianchida oltre 20
anni, li tutela legalmente soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento di diritti e rimborsi agli
specialisti ’78/2006. Inoltre, lotta con i medici, anche francesi e inglesi, per il giusto rimborso delle ore di
lavoro in più e contro irregolarità bancarie e le accuse di malpractice infondate.

Durante l’evento “Sanità di frontiera”, Consulcesi ha materialmente consegnato assegni di rimborso ai
medici a cui sono stati negati i rimborsi durante la loro specializzazione e alcuni di loro hanno deciso di
testimoniare la propria storia ai colleghi più giovani.

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Road Tv Italia
11 ottobre 2016

   Napoli - Migranti, i medici impegnati
       nella "Sanità di Frontiera"

                  https://www.youtube.com/watch?v=YYk6Oc5hvWY

                                                                35
Video Informazioni
11 ottobre 2016

“Sanità di frontiera”, il progetto per la salute dei migranti
S’intitola Sanità di frontiera il progetto di formazione degli operatori sanitari di tutta
europa in servizio al centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa presentato
questa mattina a Napoli. 449 i medici di Napoli e delle altre province della campania che
prenderanno parte al progetto, finanziato con 18milioni di euro. All’impegno dei camici
bianchi è stata dedicata questa giornata dedicata allo scambio di modelli e strumenti di
intervento innovativi per garantire la salute dei profughi che arrivano in Italia dopo aver
attraversato il mare con imbarcazioni di fortuna. Intervenuto il medico simbolo dell’isola di
Lampedusa, Pietro Bartolo.

http://www.videoinformazioni.it/?p=11179

                                                                                                36
Il Fatto Quotidiano
5 maggio 2016

                      37
Il Mattino
5 maggio 2016

                38
Vita
5 maggio 2016

 Abbattere i muri tra i popoli? Possono farlo i medici
Presentato al ministero della Salute il nuovo progetto di ricerca-
azione dell’Osservatorio Internazionale della Salute (Ois): da
ottobre medici e ricercatori saranno sui luoghi degli sbarchi per
assistere i migranti e mappare in tempo reale le emergenze
sanitarie.

Studiare una metodologia sanitaria globale fornendo un’informazione
corretta sulle patologie della popolazione migrante per
prevenire e mappare potenziali pandemie e ridimensionare le
strumentalizzazioni improprie su ogni allarme socio-sanitario. È quanto si
propone il progetto “Sanità di Frontiera” presentato il 4 maggio al ministero
della Salute. Si tratta di una ricerca-azione che prende spunto dal forte
profilo di impegno sociale emerso dal sondaggio di Ois (Osservatorio
internazionale della salute) sui giovani medici italiani e si sposta sul campo per
stabilire una presenza costante di medici e operatori sanitari in quelle terre
dove i fenomeni migratori sono più importanti.
In un comunicato i rappresentanti di Ois sottolinea come ora «sostenuti dalle
istituzioni italiane e internazionali, dai rappresentanti di categoria e con il
fondamentale contributo di preminenti realtà del terzo settore, la nostra

                                                                                     39
attività di ricerca si unisce al servizio sanitario messo a disposizione di chi è
appena giunto ai nostri confini, soprattutto degli “ultimi tra gli ultimi” e cioè
donne e bambini con diagnosi, terapie e servizi vaccinali».

                                           Il progetto, è stato presentato da Ois
                                           alla presenza di Omceo (Ordine Medici
                                           Chirurghi e
                                           Odontoiatri), Fimmg (Federazione
                                           italiana medici di medicina generale)
                                           e Cimo (Sindacato dei medici
                                           ospedalieri). L’esperienza garantirà a
                                           tutti i medici coinvolti, italiani e
stranieri, sotto la guida di esperti e mediatori culturali, un periodo di
formazione Ecm all’altezza delle sfide sociali e demografiche della nostra
società in così rapida trasformazione.
«Dai numeri statistici raccolti dal nostro Osservatorio deve scaturire un’azione
che possa accompagnare l’impegno sociale dei nostri camici bianchi: è
necessario coordinare i medici sul territorio nelle zone di frontiera»,
spiega Giuseppe Petrella, presidente del Comitato Scientifico di Ois. «Ois,
insieme a Consulcesi onlus, sostiene il progetto “Sanità di Frontiera”, che
partirà operativamente a ottobre e che ha già trovato la collaborazione di
diversi Omceo e l’interesse del ministro della Salute Lorenzin e del ministro
dell’Interno Alfano. C’è un dato allarmante: solo quest’anno, 80mila
minorenni sono arrivati in Italia senza genitori. Con i nostri professionisti
andremo a lavorare sul campo e offriremo un primo soccorso e,
successivamente, verranno attivati dei centri specializzati con una rete di
disponibilità in tempo reale».
Inoltre, al progetto arriva da subito il pieno appoggio dell’Amsi,
l’Associazione Medici Stranieri in Italia, come ha detto il presidente Foad
Aodi: «L’Italia, in questo senso, sta dando lezioni di altruismo senza confini a
quell’Europa che invece nel frattempo alza barriere. Noi medici stranieri in
Italia sosteniamo il progetto “Sanità di Frontiera” e siamo pronti a supportarlo
nella fase operativa. I medici per vocazione professionale, da sempre e in
tutto il mondo, sono aperti al dialogo, all’ascolto e alla cura di ogni essere

                                                                                    40
umano. Loro più e meglio di altri possono abbattere i muri della diffidenza e
della paura».
Ogni fase del progetto, sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi,
sarà documentata da un’equipe video, sarà messa a disposizione su un
apposito sito web e costituirà la documentazione per realizzare un docufilm e
un video-corso Ecm Fad da mettere a disposizione di tutti i medici del
mondo sensibili al tema delle migrazioni e interessati a compiere un
percorso di formazione e di informazione.

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Ansa
4 maggio 2016

MIGRANTI: Al via progetto per formazione medici

(ANSA) - ROMA, 4 MAG - Per aiutare sia i migranti che arrivano nel nostro paese sia i sistemi sanitari dei paesi da cui
provengono, spesso sottodimensionati, arriva il progetto 'Sanità di Frontierà dell'Ois, l'Osservatorio Internazionale sulla
Salute. L'iniziativa è stata presentata oggi a Roma. Il progetto prevede di fare formazione ai medici italiani e stranieri
sulle problematiche sanitarie legate all'immigrazione. «Vogliamo anche, insieme ai ministeri competenti, coordinare la
presenza di personale sanitario presso i centri di accoglienza - ha spiegato Giuseppe Petrella, presidente del comitato
scientifico dell'Ois -, con priorità alle necessità di donne e bambini». L'iniziativa, ha spiegato Petrella, prende spunto da
una ricerca fatta sui medici italiani under 40, da cui è emerso che il 37,7% fa volontariato e l'89% chiede più formazione
su etica e deontologia. «Servono più ponti con i paesi euromediterranei - ha affermato Foad Aodi, presidente
dell'Associazione Medici Strieri in Italia -, serve più aggiornamento per i nostri medici che stanno facendo la lotta contro il
tempo nei paesi come la Libia, lo Yemen o la Siria, servono più delegazioni di medici che vadano nei nostri paesi
d'origine. L'Italia sta facendo un ottimo lavoro, è un esempio per l'Europa, ma può fare ancora di più».

                                                                                                                                  42
Dire
4 maggio 2016

Al via il progetto ‘Sanità di frontiera’ per
curare i migranti
ROMA – Prende il via il progetto ‘Sanità di frontiera’ che coinvolgerà medici e ricercatori
per offrire sostegno sui luoghi di arrivo dei migranti. L’iniziativa, presentata oggi a Roma
dall’Ois (Osservatorio internazionale della Salute), si propone nello specifico di studiare una
metodologia sanitaria globale “fornendo un’informazione corretta sulle patologie della
popolazione migrante per prevenire e mappare potenziali pandemie e ridimensionare le
strumentalizzazioni improprie su ogni allarme socio-sanitario”.
L’esperienza, inoltre, garantirà a tutti i medici coinvolti, italiani e stranieri, sotto la guida di
esperti e mediatori culturali, un periodo di formazione Ecm all’altezza delle sfide sociali e
demografiche della nostra società. “La ricerca-azione, metodologia distintiva di Ois- ha fatto
sapere l’Osservatorio- si sposta sul campo per stabilire una presenza costante di medici e
operatori sanitari in quelle terre dove i fenomeni migratori sono più importanti. Sostenuti
dalle istituzioni italiane e internazionali, dai rappresentanti di categoria e con il
fondamentale contributo di preminenti realtà del terzo settore, la nostra attività di ricerca si
unisce al servizio sanitario messo a disposizione di chi è appena giunto ai nostri confini,
soprattutto degli ‘ultimi tra gli ultimi’ e cioè donne e bambini con diagnosi, terapie e servizi
vaccinali”. Ogni fase del progetto, sin dall’attività preparatoria di questi primi
mesi, sarà documentata da un’equipe video, sarà messa a disposizione su un apposito
sito web e costituirà la documentazione per realizzare un docufilm e un video-corso Ecm Fad
da mettere a disposizione di tutti i medici del mondo sensibili al tema delle migrazioni.

                                                                                                       43
Aboutpharma
4 maggio 2016

Persone e Professioni

Assistenza ai migranti, al via progetto per la formazione dei medici

L'Osservatorio internazionale della salute (Ois) lancia il progetto “Sanità di Frontiera:
altruismo senza confini”. L'obiettivo è un percorso di formazione Ecm sulle patologie più
frequenti nella popolazione migrante “per prevenire e mappare potenziali pandemie”,
ma anche “per ridimensionare le strumentalizzazioni improprie”

Formare e informare sulle patologie della popolazione migrante per prevenire e
                                        mappare potenziali pandemie e
                                        ridimensionare le strumentalizzazioni
                                        improprie su ogni allarme socio-sanitario. È
                                        questo l’obiettivo del progetto “Sanità in
                                        Frontiera: altruismo senza confini”
                                        annunciato oggi a Roma
                                        dall’Osservatorio internazionale della
                                        salute (Ois) nel corso della presentazione
                                        dell’indagine “Chi ci curerà nel 2020?”.

                                            Il progetto – che dovrebbe entrare nel
vivo in autunno – prevede un percorso di formazione Ecm per medici italiani e
stranieri in collaborazione con esperti e mediatori culturali. Ogni fase del progetto,
sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi, sarà documentata da un’equipe
video, sarà messa a disposizione online e costituirà la documentazione per
realizzare un docufilm e un video-corso Ecm Fad da mettere a disposizione di tutti i
medici del mondo sensibili al tema delle migrazioni.

Oltre a un’assistenza adeguata per chi arriva in Italia (donne e bambini in
particolare), secondo Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici stranieri in
Italia (Amsi), servono “più ponti con i Paesi del Mediterraneo, ma anche più
aggiornamento per i medici che lottano contro il tempo in Libia, Yemen o Siria, e
servono anche più delegazioni di camici bianchi che vadano nei Paesi di origine

                                                                                            44
dei migranti”. L’Italia, commenta Foad Aodi, “sta facendo un ottimo lavoro, è un
esempio per l’Europa, ma può fare ancora di più”.

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