Rassegna Stampa del 10 aprile 2020 Testata

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Rassegna Stampa del 10 aprile 2020
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RITIRATO L'EMENDAMENTO PD SULLO SCUDO PER MEDICI E STRUTTURE. SÌ A TAVOLO DI CONFRONTO,
SODDISFATTI I SINDACATI

Le associazioni contestavano l'introduzione di una sanatoria anche per i dirigenti. Marcucci nega: "La
protezione riguarda solo quelli che vengono definiti esercenti le professioni sanitarie". Si apre la
discussione
Da tutela, necessaria, per i medici in prima linea, l’emendamento dem sullo scudo penale e civile per i
sanitari rischiava di trasformarsi in sanatoria, indiscriminata, per i loro dirigenti. Era questo il timore dei
sindacati e delle associazioni dei camici bianchi che oggi, alla notizia del ritiro della proposta di modifica al
Cura Italia, tirano un lieve sospiro di sollievo. E auspicano una maggiore riflessione sul tema. Che, a quanto
sembra, ci sarà. L’emendamento, a prima firma del capogruppo Pd in Senato Andrea Marcucci, è stato
infatti trasformato in un ordine del giorno e sarà aperto un tavolo di discussione. Con il consenso di tutte
le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione.
Nei giorni scorsi si era levato l’allarme dei rappresentanti della categoria rispetto alla norma che si
proponeva di inserire nel Cura Italia. La necessità di una forma di tutela per i medici impegnati a
fronteggiare la crisi da Covid-19 era resa ancora più pregnante dalla notizia che, in tutta Italia, vari studi
legali si offrissero per convincere i familiari delle vittime a portare i medici in tribunale. Con pretestuose
richieste di danni. Ma il timore dell’ordine dei medici e dei sindacati era che dalle responsabilità fossero
esonerati anche i vertici delle strutture sanitarie.
Preoccupazione era stata espressa dall’Annao Assomed: “Il mio consiglio è di non avere fretta su questo
argomento, di rimandare l’emendamento per avere il tempo di riflettere bene, specie in un momento
come questo”, aveva detto il segretario nazionale del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, Carlo
Palermo. Dura l’accusa dell’ordine dei medici: “Al netto dei possibili profili di incostituzionalità, sembra
che si voglia introdurre un generalizzato colpo di spugna su tutte le condotte tenute finora. Se è
comprensibile pensare ad una maggiore tutela del sistema nella fase di riorganizzazione del servizio
nell’esplosione dell’emergenza, non altrettanto si può concepire per le condotte omissive o dolose che
abbiano esposto il personale, sino a provocare lesioni o morte evitabili”, avevano scritto i vertici.
Le loro richieste, per il momento, sono state ascoltate. Il capogruppo dem in Senato ha annunciato di aver
proposto un tavolo di confronto sulla necessità
di prevedere norme che tutelino medici e operatori sanitari in questa fase di emergenza. La proposta è
stata accolta in commissione Bilancio del Senato, impegnata nell’esame del decreto Cura Italia, da tutte le
forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Marcucci, però, respinge l’accusa che il testo
garantisse un’esenzione dalla responsabilità generalizzata e non, come invece è l’auspicio di molti, limitata
a chi opera in prima linea nell’emergenza: “Confermo in pieno la pressante esigenza di difendere medici,
infermieri, e personale sanitario che opera nelle strutture in una situazione di totale emergenza a tutti i
livelli, come si prefigge l’emendamento che ho presentato al Cura Italia”, ha detto. Poi la ‘difesa’: “Molte
delle cose che sono state scritte, a proposito del testo, sono frutto di totali invenzioni, la protezione
prevista riguarda solo ed esclusivamente quelli che vengono definiti dalla legge gli esercenti le professioni
sanitarie. Dopo essermi confrontato anche con le rappresentanze di medici ed infermieri, ho deciso di
ritirare l’emendamento e di lasciare al governo e specificatamente al ministero della Salute ed al ministero
della Giustizia, la possibilità di concordare in un tavolo di confronto una soluzione”.
Per i 5 stelle - che avevano presentato un emendamento simile - il confronto deve avvenire in tempi rapidi:
“Il Movimento 5 stelle è disponibile al confronto con tutte le parti in causa per garantire la migliore tutela
giudiziaria e disciplinare a beneficio del nostro personale sanitario impegnato in questo difficile e logorante
confronto con l’emergenza coronavirus”, spiega il capogruppo Gianluca Perilli, “ma facciamo sì che questo
confronto sia il più celere possibile per fornire adeguata protezione ai nostri dottori e infermieri coinvolti
in prima linea”.
Il sindacato dei medici italiani esprime soddisfazione: “In questa situazione così complicata - scrive in una
nota Pina Onotri, segretario generale Smi - i medici, i sanitari, coloro che esercitano la professione medico-
sanitaria non possono essere chiamati a rispondere civilmente dei danni arrecati a terzi a causa dell’
indisponibilità, assoluta ed oggettiva, dei dispositivi di protezione individuali, dovuta molto spesso dalla
cattiva gestione delle Regioni e delle direzioni delle Asl”. E conclude: “Si apra, adesso, un tavolo di
confronto in Parlamento per individuare misure stringenti per la tutela della salute dei medici e delle
professioni sanitarie così messa a dura prova in questo momento di emergenza sanitaria”.
Ora però, ci sono medici che chiedono che si faccia in fretta. Sono gli anestesisti in particolare, che con una
lettera indirizzata a Stefano Bonaccini, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, e a Antonio
Decaro, vertice dell’Anci, hanno espresso “il senso di disagio che gli Anestesisti Rianimatori italiani
avvertono in un momento così difficile tanto della vita nazionale, quanto nostro personale come operatori
sanitari in prima linea nella battaglia contro la pandemia”. Un disagio, si legge nel documento, riferito alle
“sempre più forti notizie di iniziative volte a coinvolgere gli operatori sanitari in possibili accertamenti di
responsabilità penali e civili sul loro operato verso i pazienti affetti da Covid-19 o sospetti tali”. “Abbiamo
offerto e continuiamo a farlo”, sottolineano gli anestesisti e rianimatori, “tutta la nostra professionalità,
consci di lavorare spesso al limite, ma ugualmente fermi nell’assumerci le nostre responsabilità per ogni
decisione presa in base all’esperienza e alla necessità del momento”. Sullo scudo gli anestesisti dicono:
“Non vuol dire spogliarsi di ogni responsabilità, nè invocare una indiscriminata immunità. Piuttosto
significa una garanzia da attacchi illegittimi, e la sicurezza di tutele e coperture assicurative per il nostro
operato in questa fase di emergenza”.

Nella lettera i medici della Siaarti non toccano il nodo dell’estensione dello scudo ai responsabili della
struttura. La questione, però, si pone. E il Parlamento dovrà necessariamente affrontarla.
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CORONAVIRUS, PD RITIRA EMENDAMENTO SULLA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE, SODDISFAZIONE
DEI MEDICI

“La mobilitazione dei sindacati dei medici e degli ordini professionali ha colto nel segno, siamo soddisfatti
che sia stato ritirato l’emendamento al decreto Cura Italia sulla responsabilità professionale dei sanitari
presentato al Senato che metteva ingiustamente sotto i riflettori gli operatori sanitari”.

Lo dichiara Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi). “In questa situazione così
complicata – scrive in una nota – i medici, i sanitari, coloro che esercitano la professione medico-sanitaria
non possono essere chiamati a rispondere civilmente dei danni arrecati a terzi a causa dell’ indisponibilità,
assoluta ed oggettiva, dei dispositivi di protezione individuali, dovuta molto spesso dalla cattiva gestione
delle Regioni e delle direzioni delle Asl”.

E conclude: “Si apra, adesso, un tavolo di confronto in Parlamento per individuare misure stringenti per la
tutela della salute dei medici e delle professioni sanitarie così messa a dura prova in questo momento di
emergenza sanitaria”.
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VIRUS CORONA IN ITALIA: IL NUMERO DI INFEZIONI CORONA CONTINUA A DIMINUIRE
LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS IN ITALIA: DUE MEDICI SONO MORTI DI COVID-19

Secondo le statistiche, il personale specializzato costituisce anche il dieci percento di quelli infetti, ha
affermato Onotri. Se questo non viene implementato, i professionisti medici devono essere messi in
quarantena dopo il contatto con un paziente infetto, ha raccomandato Onotri. Inoltre, i test dovrebbero
essere "estesi a tutti i pazienti con sintomi". Onotri ha anche criticato una chiara mancanza di dispositivi
di protezione, in particolare le maschere respiratorie.
Ad oggi, due medici in Italia sono deceduti per malattia polmonare Covid-19 e altre centinaia sono state
infettate dal coronavirus. Secondo le ultime informazioni, quasi 140.000 persone sono state testate in Italia
e circa 28.000 test sono risultati positivi.
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SINDACATO MEDICI ITALIANI: “SI STABILIZZINO I MEDICI DELL’EMERGENZA-URGENZA, PONENDO FINE
A 20 ANNI DI PRECARIETÀ”

La nota della Regione Puglia degli inizi di aprile, avente oggetto la stabilizzazione personale del Servizio
Sanitario Regionale con contratto a tempo determinato ed altre forme di lavoro flessibile pur facendo
riferimento al personale medico, tecnico-professionale e infermieristico, dirigenziale e no, del S.S.N. non
fa riferimento alla attesa stabilizzazione dei medici addetti all’emergenza-urgenza> ha dichiarato
Francesco Pazienza, Segretario Regionale della Puglia del Sindacato Medici Italiani rendendo pubblica una
lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e a Vito Montanaro, Direttore del
Dipartimento Promozione della Salute.

< La Sanità, anche quella pugliese, non riesce a dare una stabilizzazione a professionisti che svolgono un
lavoro qualificato sul territorio. Per questo ci chiediamo se bisogna, evidentemente, rassegnarsi al fatto
che i medici dell’emergenza-urgenza siano figli di un Dio minore? Costatando, inoltre, il fatto che questi
medici sono precari da oltre 20 anni e cioè dalla creazione del 118 > aggiunge Pazienza.
.
.
 conclude Pazienza del SMI.
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STABILIZZAZIONE MEDICI EMERGENZA-URGENZA: DICHIARAZIONE DI FRANCESCO PAZIENZA,
SEGRETARIO PUGLIA SMI SEGRETARIO REGIONALE DELLA PUGLIA DEL SINDACATO MEDICI ITALIANI

Bari, 9 aprile.-  ha
dichiarato Francesco Pazienza, Segretario Regionale della Puglia del Sindacato Medici Italiani rendendo
pubblica una lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e a Vito Montanaro,
Direttore del Dipartimento Promozione della Salute.
< La Sanità, anche quella pugliese, non riesce a dare una stabilizzazione a professionisti che svolgono un
lavoro qualificato sul territorio. Per questo ci chiediamo se bisogna, evidentemente, rassegnarsi al fatto
che i medici dell’emergenza-urgenza siano figli di un Dio minore? Costatando, inoltre, il fatto che questi
medici sono precari da oltre 20 anni e cioè dalla creazione del 118 > aggiunge Pazienza.
.
.
 conclude Pazienza del SMI.
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KARANTENSKI DNEVNIK Z DRUGE STRANI GORIŠKEGA ZIDU

Potrebno bi bilo usklajeno delovanje na državni ravni, tako, da bi lahko vzorce prebivalcev Lombardije
testirali tudi v drugih deželah, tako kot že nekatere obolele zdravijo v drugih, manj obremenjenih deželah.
Tudi meddeželna solidarnost je pomembna v času pandemije.

Diario di quarantena sull'altro lato del muro di Gorizia (parte 4)
Sarebbe necessaria un'azione coordinata a livello nazionale in modo che campioni della popolazione
lombarda possano essere testati in altri paesi, così come alcuni pazienti sono stati trattati in altri paesi
meno gravosi. La solidarietà tra paesi è importante anche durante una pandemia.

2 aprile 2020: dopo 10 anni di attività, la rivista online Lettera43, che esamina gli sviluppi politici, economici
e sociali, si concluderà alla fine del mese. Dopo dieci anni, il proprietario ne ha avuto abbastanza. Questi
sono giornalisti impegnati che, a causa della pandemia, hanno molto lavoro da fare da casa, appreso dalla
lettera del proprietario, che ha pubblicato su un altro mezzo. Lettera43 non è abbastanza redditizia,
nonostante la sua ottima leggibilità. L'anno scorso il sito web del giornale aveva 80.000 lettori giornalieri
e quel numero probabilmente è aumentato durante la pandemia. Tim, un operatore di comunicazioni
nazionale, ha riferito che il loro traffico di rete è aumentato del 70% durante la pandemia. Fastweb,
tuttavia, registra un aumento del 30%.
Google ha anche pubblicato un rapporto sul cambiamento della mobilità in Italia dall'inizio di gennaio
all'inizio di febbraio. Le visite a centri commerciali, ristoranti, bar, biblioteche, parchi, spiagge sono
diminuite del 90%. Visite ai negozi di alimentari dell'85%, stazioni di trasporto pubblico dell'87%. Inoltre,
la mobilità nei luoghi in cui le persone lavorano è diminuita del 63%. Il tempo trascorso dalle persone a
casa è aumentato di un quarto. Le persone quindi rispettano ampiamente il decreto "rimanere a casa",
nonostante non tutti possano permettersi di rimanere a casa.
3 aprile 2020: il Central Journal della National Television ha trasmesso un messaggio indirizzato agli italiani
da Jorge Mario Bergoglio. Papa Francesco ha detto una settimana dopo la preghiera Urb et orbi dal vuoto
St. Peter, che è stato visto in streaming live da 8,5 milioni di persone, si è rivolto nuovamente ai fedeli.
Tuttavia, ogni giorno alle 7:00 in una trasmissione in diretta sul primo programma della nazionalità, tiene
la santa messa. In questo discorso, ha sottolineato che "soffriamo tutti della difficoltà di tutti perché
dobbiamo restare a casa". Ha aggiunto che "siamo tutti deboli e confusi, che siamo tutti sulla stessa barca,
ma che dobbiamo remare insieme". Cosa voleva trasmettere il Papa? Quella preghiera rappresenta una
soluzione per covid-19?
Covid-19 uccide perché è la volontà di Dio. Non investiamo nella ricerca e nello sviluppo di vaccini o
medicine, ma la preghiera è la nostra salvezza perché solo Dio può aiutarci. Abbiamo visto in molti casi che
la Chiesa è al di sopra delle leggi terrene e dei decreti del governo nelle ultime settimane. Il 15 marzo,
quando tutta l'Italia fu messa in quarantena, il mondo fu circondato da una fotografia del papa che
passeggiava per le strade romane, senza maschera protettiva, senza portare un cane a passeggio,
nemmeno andare al negozio, ma pregando per la fine della pandemia e questo in un altro paese,
nonostante le restrizioni ai movimenti. Dal cammino non ho visto l'immagine della preghiera nei media. In
tal modo, il Papa gli fece sapere che era lui a governare in Italia. Nonostante il divieto di eventi di massa,
in questo periodo furono organizzate messe in alcune chiese in Italia.
Il papa menziona la povertà e la sofferenza causate dal covid-19, ma lo fa con abiti rifiniti in oro. Non
preferiresti donare soldi per aiutare i poveri, i poveri, i malati e coloro che sacrificano la loro salute in una
pandemia invece di pregare. Sì, a quei medici e agli operatori sanitari che non possono aiutarsi con la
preghiera, con indumenti protettivi. Ad oggi, 77 medici sono morti a causa del coronavirus, purtroppo la
preghiera del Papa non li ha aiutati.
Una tradizionale processione si svolge oggi a Formigara, vicino a Cremona, prima della fioritura della
domenica. È una tradizione di 400 anni che la Chiesa e i fedeli non volevano rinunciare. La gente ha
giustificato la processione con l'argomento: "è un'usanza che deve essere preservata anche in questi tempi
difficili". Pertanto, terremmo anche tutti gli eventi sportivi, comprese le partite di calcio, tutti gli aperitivi
con gli amici, tutte le feste, tutti i pranzi con gli amici. Cazzo, riguarda la tradizione, i nostri costumi, proprio
perché dovremmo cambiarlo.
Achille Lauro ha finalmente pubblicato il singolo "16 Marzo". Una canzone che ha annunciato attraverso i
social network ormai da circa due settimane attraverso il prisma di un diario di quarantena, in cui abbiamo
potuto dare uno sguardo allo sfondo della registrazione del nuovo pezzo. Una specie di esibizione. Lauro
è attualmente il più grande interprete italiano nel settore della musica, come confermato dalle sue
esibizioni al Festival di Sanremo quest'anno. Anche la sua musica deve essere guardata.
4 aprile 2020: Nelle ultime settimane, l'opinione fornita da giornalisti e media stranieri è importante anche
per una migliore comprensione della situazione in Italia. La gazzetta polacca Wyborcza ha recentemente
pubblicato un'intervista con tre medici italiani che aiutano a spiegare le cause e descrivono le ragioni
dell'attuale difficile situazione nel paese. La crisi sanitaria è meglio riassunta da Pina Onotri, un medico di
medicina di famiglia di Roma, che spiega che in Italia il numero di letti negli ospedali è diminuito di 70.000
nell'ultimo decennio. Mancano migliaia di medici e decine di migliaia di operatori sanitari. Nel solo Lazio,
nell'ultimo decennio sono stati chiusi fino a 36 ospedali. Inoltre, il sistema sanitario in Italia è
decentralizzato, il che significa che ogni paese pandemico ha iniziato la propria strada. Questa,
ovviamente, è una ricetta per un cocktail volante.
La terra della Lombardia, dove lo stato della pandemia è il peggiore, e dove i medici hanno scelto chi
prenderà un respiratore e chi morirà, è un esempio scolastico della dottrina dello shock. La direzione
provinciale ha preso provvedimenti per favorire un disastro sanitario. L'8 marzo, i soggetti Salvini che
ricoprono tutte le posizioni importanti nella terra hanno approvato un decreto che ha condannato a morte
molti residenti. Il decreto stabilisce che tutti coloro che soffrono di un decorso più lieve della malattia
covida-19 vengano trasportati dagli ospedali congestionati alle case di cura. In tal modo, il covid-19 è stato
importato nelle case di cura. In alcune case lombarde, oltre un terzo dei caregiver è deceduto per
coronavirus.
Gli apparatchik di Salvini hanno approfondito la crisi sanitaria, e ora danno la colpa al Primo Ministro Conte
per la catastrofica situazione nel paese, sostenendo che non sta aiutando la salute e l'economia abbastanza
che i suoi decreti sono inefficaci, che il governo ha trascurato la Lombardia. Questo è uno scenario già
visibile: reagisci male, in modo incompetente e inappropriato a una crisi, immergi le persone in uno stato
di shock e poi usi questa paura, ansia, questa incertezza delle persone per consolidare posizioni di potere,
attacchi politici, introduzione di emergenze e nuovi poteri.
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IL SINDACATO MEDICI ITALIANI: “SI STABILIZZINO I MEDICI DELL’EMERGENZA-URGENZA, PONENDO FINE
A 20 ANNI DI PRECARIETÀ”

 ha dichiarato
Francesco Pazienza, Segretario Regionale della Puglia del Sindacato Medici Italiani rendendo pubblica una
lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e a Vito Montanaro, Direttore del
Dipartimento Promozione della Salute.
< La Sanità, anche quella pugliese, non riesce a dare una stabilizzazione a professionisti che svolgono un
lavoro qualificato sul territorio. Per questo ci chiediamo se bisogna, evidentemente, rassegnarsi al fatto
che i medici dell’emergenza-urgenza siano figli di un Dio minore? Costatando, inoltre, il fatto che questi
medici sono precari da oltre 20 anni e cioè dalla creazione del 118 > aggiunge Pazienza
.
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 conclude Pazienza del SMI.
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