Rapporto meningite in Lombardia
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Rapporto meningite in Lombardia Premesse infettivologiche. La meningite è definita come un’infiammazione acuta delle meningi, prevalentemente aracnoide e pia madre, di eziologia più frequentemente infettiva (batterica o virale), ma a volte anche chimica o neoplastica. Il quadro clinico è rappresentato da una costellazione di sintomi che gli valgono l’appellativo di sindrome meningea che comprende quadri molto caratteristici. Da ricordare che il processo infiammatorio può estendersi anche alle strutture nervose contigue alle meningi dando luogo a meningoencefaliti, meningomieliti e meningonevrassiti. Dal punto di vista infettivologico le meningiti si classificano, più per ragioni pratiche che per altro, in: • meningiti al liquor torbido • meningiti a liquor limpido Tale classificazione, come descritta dallo stesso quadro, comporta un’analisi del liquido cefalo rachidiano (LCR o liquor) prelevato dal paziente tramite una puntura della guaina che riveste il canale midollare spinale effettuata, nell’adulto, in zona lombare dove cessano le strutture midollari. L’esame ispettivo del liquor classifica le due citate famiglie di meningiti. Tale classificazione comporta un orientamento eziologico di notevole importanza per il clinico, soprattutto in presenza di liquor torbido; il riscontro della caratteristica torbidità permette di identificare immediatamente l’eziologia batterica dell’infiammazione e di selezionare alcuni possibili candidati responsabili della patologia, tra i quali spiccano per frequenza, oltre che per gravità, il meningococco e lo pneumococco. Di norma più difficili da diagnosticare appaiono gli agenti che danno origine alle meningiti a liquor limpido vuoi per la molteplice eziologia, che per la relativa rarità degli Schizomiceti coinvolti. Tralasciando i virus che nel complesso danno luogo a forme nella grande maggioranza autolimitantisi (vedi ad esempio l’influenza), i batteri che causano meningiti a liquor limpido fanno parte di famiglie importanti dal punto di vista epidemiologico e clinico: fra tutti vale la pena di menzionare il batterio della tubercolosi e quello della sifilide. In generale il quadro clinico delle meningiti ad eziologia batterica è molto grave anche in ragione del fatto che nella maggioranza dei casi i batteri arrivano alle meningi dal circolo ematico, quindi dopo una setticemia di più o meno di lunga durata. Dal punto di vista sintomatologico la sindrome meningea comprende una serie di sintomi tra i quali non mancano la febbre elevata, la cefalea intensa, la rachialgia, la fotofobia ed il vomito a getto non correlato all’assunzione di cibo. Tali sintomi hanno origine dall’aumentata pressione del liquido cefalo rachidiano dovuta all’alterata permeabilità delle meningi a seguito del processo infiammatorio sottostante, nonché dalla concomitante setticemia in atto. I sintomi neurologici e psichiatrici conseguenti trovano la loro causa principalmente dal danno, reversibile in molti casi, delle strutture sottostanti. Si possono avere disturbi psichici quali allucinazioni, deliri, agitazione psicomotoria, fino a stati stuporosi o comatosi. Non mancano le alterazioni neurologiche principalmente legate al tentativo dell’organismo di abbassare la tensione liquorale assumendo la caratteristica postura detta a “cane di fucile” con iperestensione del collo e flessione addominale delle cosce e flessione delle gambe. Per quanto riguarda la meningite meningococcica un quadro di notevole importanza è rappresentato dalla sindrome di Waterhouse Friderichsen che si manifesta con lesioni a livello vascolare (vasculiti) ed emorragie diffuse soprattutto a livello surrenale. Tale sindrome dipende dal quadro settico di base (sepsi meningococcica) ed ha evoluzione fulminante. In Italia ed in Lombardia oltre il 70% delle meningiti batteriche osservate è rappresentato da tre batteri: Neisseria meningitidis (meningococco), Streptococcus pneumoniae (pneumococco) ed Haemophilus influenzae che, contrariamente al nome non ha nulla a che vedere con l’influenza. Attualmente per tutti e tre i batteri esiste sia la possibilità di intervenire efficacemente con farmaci, quindi da un punto di vita terapeutico nel caso di malattia, sia di attuare una prevenzione secondaria con la somministrazione di vaccini contro i singoli batteri. 1
Meningococco Microrganismo gram negativo capsulato di forma sferica si presenta spesso appaiato (a chicco di caffè). Molto labile nell’ambiente esterno trova il suo habitat naturale nel rinofaringe dell’uomo. Sulla base della diversa struttura polisaccaridica della capsula si individuano diversi sierogruppi: A, B, C, D, X, Y, Z, 29E, W135, H, I ed L. I più diffusi ed i più virulenti sono i sierogruppi A, B e C. Dal 1986 l’epidemiologia italiana del meningococco è cambiata, passando dalla circolazione prevalente del ceppo B a quella del ceppo C. Inoltre sono state descritte importanti resistenze ai sulfamidici. Pneumococco Lo S. pneumoniae è secondo, in generale, per frequenza, al meningococco. In Lombardia lo pneumococco è il primo responsabile di meningite nei bambini al di sopra dei 3 anni di età. La meningite pneumococcica si può sviluppare come malattia primaria originata, spesso, da focolai di otite, mastoidite e sinusite. Soggetti con asportazione della milza, i malati di mieloma multiplo, i portatori di anemia mediterranea e gli etilisti sono più predisposti all’infezione pneumococcica. H. influenzae L’H. influenzae è un batterio normalmente presente nelle vie respiratorie dell’uomo. Si conoscono differenti sierogruppi dei quali il più virulento è il ceppo b. Nella maggioranza dei casi possono dare origine a infezioni non invasive quali otiti, sinusiti e congiuntiviti prevalentemente sostenute da ceppi appartenenti ad un sierogruppo diverso dal b. L’H. influenzae di tipo b (Hib), invece, è il principale responsabile di malattie più gravi quali la sepsi, la meningite e la polmonite. L’Hib, in epoca prevaccinale, era il principale agente eziologico di meningite nei primi due anni di vita. Il rischio di contrarre la meningite da Hib dipende dall’età essendo colpiti soprattutto i bambini fino a 5 anni. In Italia fino al 1995 l’incidenza di meningite da Hib mostrava un picco nei primi due anni di vita con valori intorno a 5 casi per 100.000 bambini. Epidemiologia delle meningiti batteriche Tutte i batteri causa di meningiti colpiscono prevalentemente, anche se non esclusivamente, l’età giovanile, eccezion fatta per lo pneumococco che ha maggiore incidenza nella prima infanzia e nella persona anziana. Tutti questi tre batteri vengono trasmessi per via aerea ed il contagio decorre nella maggioranza dei casi in maniera asintomatica. Il meningococco, inoltre, è un ospite saprofita del rinofaringe dell’uomo e quindi sono presenti, nella popolazione, soggetti portatori asintomatici della N. meningitidis. Quando in una popolazione la quota di questi portatori supera il 20% circa dei soggetti si creano le condizioni per un’epidemia soprattutto nei mesi invernali in quanto il contagio è favorito dal sovraffollamento e dalla promiscuità. In generale tutte le comunità chiuse sono a rischio di sviluppare un’epidemia di meningite da meningococco durante i mesi invernali per tali ragioni. Vi sono, comunque, fattori predisponenti che hanno dimostrato notevole importanza nella genesi delle meningiti batteriche. Tra queste si annoverano le anomalie congenite dello speco vertebrale, i traumi cranici non penetranti (fratture dell’etmoide), la presenza di endocarditi, le otiti e le rinosinusiti, i corpi estranei intracranici (derivazioni ventricoloatriali o ventricoloperitoneali), la debilitazione, le malattie croniche, le neoplasie ed i deficit immunitari. Recentemente sono stati individuati quali fattori favorenti lo sviluppo di meningiti anche gli impianti cocleari. Le tabelle seguenti mostrano l’andamento delle meningiti in Italia secondo i dati raccolti e validati dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso la sorveglianza speciale delle meningiti batteriche. 2
Anno 2000 ( Dati non definitivi, aggiornati al 10 aprile 2002) Regioni S P M H T L a ni Totale ABRUZZO 0 11 7 0 0 0 0 0 18 BASILICATA 0 3 1 1 2 0 0 2 9 CALABRIA 0 3 2 2 1 1 1 6 16 CAMPANIA 0 24 19 3 0 0 2 0 48 EMILIA ROMAGNA 3 27 24 6 1 3 7 15 86 FRIULI VENEZIA GIULIA 1 7 3 3 0 2 5 5 26 LAZIO 2 19 27 5 9 3 8 33 106 LIGURIA 0 3 7 2 0 0 1 6 19 LOMBARDIA 7 41 40 2 2 9 3 25 129 MARCHE 0 1 4 1 0 0 1 2 9 MOLISE 0 0 0 0 0 0 0 0 0 PIEMONTE 3 22 7 7 0 3 5 15 62 PUGLIA 0 5 12 2 0 0 1 18 38 SARDEGNA 1 4 3 2 0 1 2 4 17 SICILIA 2 11 14 1 1 0 7 26 62 TOSCANA 3 16 17 3 3 1 2 5 50 TRENTINO 1 9 13 5 0 1 0 5 34 UMBRIA 0 1 10 0 0 0 0 0 11 VAL D’AOSTA 0 0 3 0 0 0 0 0 3 VENETO 2 27 29 6 2 3 15 17 101 Totale 25 234 242 51 21 27 60 184 844 Anno 2001 (Dati non definitivi, aggiornati al 24 settembre 2002) Regioni S P M H T L a ni Totale ABRUZZO 0 1 2 1 0 0 0 1 5 BASILICATA 0 6 1 1 0 1 1 1 11 CALABRIA 0 0 0 0 0 0 0 3 3 CAMPANIA 1 20 16 2 0 2 2 2 45 EMILIA ROMAGNA 1 29 12 5 0 1 1 21 70 FRIULI VENEZIA GIULIA 0 4 3 5 0 0 2 9 23 LAZIO 4 18 18 6 2 2 2 23 75 LIGURIA 0 8 6 0 0 2 0 7 23 LOMBARDIA 6 44 39 3 5 10 9 13 129 MARCHE 0 4 3 0 0 0 1 3 11 MOLISE 0 0 1 0 0 0 0 0 1 PIEMONTE 5 17 15 6 0 3 10 20 76 PUGLIA 1 14 11 1 0 0 1 3 31 SARDEGNA 0 2 9 0 0 0 0 2 13 SICILIA 1 10 9 6 0 0 7 21 54 TOSCANA 0 16 14 4 0 4 2 11 51 P.A. BOLZANO 0 3 13 1 0 0 2 8 27 P.A. TRENTO 0 8 1 5 0 1 2 0 17 UMBRIA 0 0 1 0 0 0 1 0 2 VAL D’AOSTA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 VENETO 4 26 20 5 0 5 10 15 85 Totale 23 230 194 51 7 31 53 163 752 Legenda: S: Streptococcus agalactiae (GBS) P: pneumococco (Streptococcus pneumoniae) M: meningococco (Neisseria meningitidis) H: Haemophilus influenzae tipo B T: Mycobacterium tubercolosis L: batteri del genere Listeria a: altri agenti eziologici ni: agenti eziologici non identificati 3
Streptococcus pneumoniae 0-4 5-9 10-14 15-24 25-64 >64 n.i. TOTALE 2000 36 5 5 7 119 62 0 234 2001 48 5 5 6 102 64 0 230 2002* 31 8 1 5 62 41 0 148 * Dati non definitivi, aggiornati al 17 gennaio 2003 Haemophilus influenzae 0-4 5-9 10-14 15-24 25-64 >64 n.i. TOTALE 2000 33 0 1 2 9 6 0 51 2001 27 2 1 0 10 11 0 51 2002* 6 4 3 0 5 2 0 20 * Dati non definitivi, aggiornati al 17 gennaio 2003 Neisseria meningitidis 0-4 5-9 10-14 15-24 25-64 >64 n.i. TOTALE 2000 70 29 16 55 64 7 1 242 2001 53 20 16 40 46 17 2 195 2002* 62 13 7 39 41 5 0 167 * Dati non definitivi, aggiornati al 17 gennaio 2003 Neisseria meningitidis per sierogruppo Sierogruppo 0-4 5-9 10-14 15-24 25-64 >64 n.i. TOTALE 2000 B 29 12 3 17 27 1 0 89 C 6 2 3 17 8 0 0 36 2001 B 25 6 5 13 13 2 0 64 C 4 5 1 4 4 3 0 21 2002* B 25 6 2 10 15 2 0 60 C 19 3 3 11 9 1 0 46 * Dati non definitivi, aggiornati al 17 gennaio 2003 Dai dati italiani si rileva una sostanziale stabilità dell’epidemiologia delle meningiti batteriche con un tasso per 100.000 abitanti, calcolato sui dati del censimento ISTAT 2001, compreso tra 1,49 casi/100.000 del 2000 e 1,33 casi/100.000. Per quanto riguarda le meningiti da meningococco i tassi nazionali sono 0,43 casi/100.000 residenti nel 2000 e 0,34/100.000 nel 2001. In Francia nel 2001 è stato calcolato per le malattie invasive da meningococco, un tasso pari a 0,40 casi ogni 100.000 abitanti. Da tenere presente che il tasso francese, diversamente da quello italiano è stato corretto per la sottonotifica e comprende anche altre patologie invasive. In Inghilterra, prima della campagna vaccinale attuata a partire da novembre 1999 il tasso di malattia invasiva da meningococco oscillava tra i 2 ed i 6 casi per 100.000 abitanti. Per quanto riguarda gli agenti eziologici i dati riportati descrivono una stanziale stabilità delle meningiti da S. pneumoniae e da N. meningitidis. Il calo relativo delle meningiti da H. influenzae nel 2002, per quanto i dati non siano definitivi, potrebbe essere attribuito all’aumento della copertura vaccinale contro tale germe. Da sottolineare come negli ultimi due anni (2000 e 2001) tra i ceppi di N. meningitidis agenti di meningite vi fosse una netta prevalenza di sierogruppi B e che solo nel 2002 il ceppo C ha subito un incremento significativo. 4
Dai dati di letteratura si rileva che anche in altre nazioni europee vi è stato questo aumento di casi dovuti al sierogruppo C. Epidemiologia in Lombardia In Regione Lombardia la notifica di caso di meningite segue le indicazioni ministeriali che prevedono la segnalazione di meningite da meningococco in classe 2 e, in aggiunta, la sorveglianza speciale per tutte le meningiti batteriche. I dati sono raggruppati in una banca dati regionale attraverso il S.I.M.I.L. Dai dati in possesso al 31/12/2002, ancora provvisori in quanto non corretti per il ritardo di notific a, mostrano una sostanziale sovrapponibilità a quelli nazionali. La tabella seguente mostra i casi registrati in Regione dal 2000 al 2002 suddivisi per classe di età per i principali batteri responsabili. Meningococco Pneumococco H. influenzae Età 2000 2001 2002* 2000 2001 2002* 2000 2001 2002* 00-04 11 10 8 9 16 2 4 2 - 05-09 3 2 3 - 1 - - - - 10-19 6 13 3 1 2 - - - - 20-29 5 10 9 3 1 - - - - 30-39 2 12 1 5 2 2 - 2 2 40-49 4 5 1 5 7 3 1 1 - 50-59 1 5 4 8 9 1 - - - 60-69 2 1 2 10 10 4 - - - 70-79 - 8 - 7 7 2 - - - > 79 - - - 4 1 - - - - * Dati provvisori al 31/12/2002 Le mappe seguenti mostrano i tassi di incidenza annui suddivisi per Azienda Sanitaria Locale e per agente infettivo. La popolazione utilizzata è stata la proiezione demografica del Servizio Demografico della Regione Lombardia al 1999 sulla base dei dati del censimento 1991 e dei movimenti anagrafici. Per la fascia di età 0 – 4 anni è stata eseguita una standardizzazione diretta. 5
Meningiti totali anno 2000. Tassi per 100.000 abitanti Meningiti da meningococco anno 2000. Tassi per 100.000 abitanti 6
Meningiti da pneumococco anno 2000. Tasso per 100.000 abitanti Meningiti totali anno 2001. Tassi per 100.000 abitanti 7
Meningiti da meningococco anno 2001. Tassi per 100.000 abitanti Meningiti da pneumococco anno 2001. Tassi per 100.000 abitanti 8
Meningiti totali anno 2002. Tassi per 100.000 abitanti Meningiti da meningococco anno 2002. Tassi per 100.000 abitanti 9
Meningiti da pneumococco anno 2002. Tassi per 100.000 abitanti 10
Meningiti da H. influenzae anno 2000. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 Meningiti da H. influenzae anno 2001. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 11
Meningiti da meningococco anno 2000. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 Meningiti da meningococco anno 2001. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 12
Meningiti da meningococco anno 2002. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 Meningiti da pneumococco anno 2000. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 13
Meningiti da pneumococco anno 2001. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 Meningiti da pneumococco anno 2002. Età 0 – 4 anni. Tasso per 100.000 14
I tassi relativi alle meningiti da H. influenzae del 2002 per i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni sono stati inferiori a 0,01 caso ogni 100.000 abitanti in ogni ASL della Lombardia. Prevenzione delle meningiti batteriche. Profilassi farmacologica. Poiché tutti gli agenti causa di meningite batterica sono trasmessi per via aerea risulta utile effettuare una profilassi post contagio ai contatti stretti dei soggetti malati per prevenire i casi secondari. Di fatto, data la pericolosità e la particolare virulenza del meningococco, nonché la dimostrata efficacia di alcuni antibiotici su tutti i ceppi di N. meningitidis, la profilassi farmacologica viene adottata solo in caso di meningite causata da questo batterio. La profilassi consiste nella somministrazione di antibiotico per via orale ai contatti stretti del caso, ossia a tutte quelle persone che sono state in contatto con il paziente in modo ravvicinato e duraturo. Di norma vengono esclusi dalla profilassi soggetti che hanno avuto rapporti fugaci con il paziente e/o che non hanno condiviso luoghi di convivenza o particolarmente ristretti. In questi casi il farmaco viene somministrato il più precocemente possibile (possibilmente entro le 24 ore dall’esposizione). Attualmente l’antibiotico di più comune impiego risulta essere la rifampicina per la sua dimostrata efficacia. Sulla base di tali raccomandazione è evidente quanto sia importante la tempestiva segnalazione all’Autorità Sanitaria competente di ogni caso sospetto di meningite da meningococco. Profilassi vaccinale Meningococco Attualmente in Italia sono commercializzati diversi tipi di vaccino contro la N. meningitidis. I due vaccini più utilizzati differiscono sia per composizione che per immunogenicità. E’ importante sottolineare che, a dispetto della grande diffusione dei ceppi B di meningococco, in commercio non esistono vaccini contro questo sierogruppo. Si hanno infatti preparati liofilizzati che contengono antigeni contro: • sierogruppo A • sierogruppo C • sierogruppi A + C • sierogruppi A + C + Y + W135 (tetravalente) A causa della composizione e della tipologia di veicolo presente nel vaccino tetravalente, questi non è utilizzabili in bambini al di sotto dei due anni di età. Il vaccino tetravalente, detto anche polisaccaridico (PSA) presenta inoltre un declino dell’immunità nei soggetti al di sopra dei 4 anni di età presentando una diminuzione marcata di anticorpi nei tre anni successivi alla somministrazione. Tale declino espone i soggetti vaccinati ad una possibile infezione se non viene effettuato un richiamo ogni tre anni. Considerata la sua efficacia nei soggetti adulti, questo vaccino è raccomandato in tutti coloro che si recano in Paesi ad elevata endemia di meningite da meningococco. Accanto al vaccino tetravalente esiste un vaccino monovalente contro il sierogruppo C che, per la sua composizione, è indicato anche nei bambini al di sotto dei due anni. Questo vaccino è stato impiegato dalle Autorità Sanitarie inglesi nella campagna di vaccinazione di massa iniziata nel 1999 per la sua efficacia e sicurezza. Il calendario prevede tre somministrazione di vaccino fino a 4 mesi, due tra 4 mesi e 12 mesi ed una oltre l’anno di età. Entrambe le vaccinazioni non presentano controindicazioni particolari salvo quell egenerali valide per tutti i vaccini. Nel corso del 2002 in Francia è stata approtata una campagna per la vaccinazione contro il meningococco a seguito di un aumento di casi dal marzo 2001 al gennaio 2002 nel 15
Dipartimento del Puy de Dome. Questo incremento non atteso ha fatto scattare i provvedimento necessari per controllare l’epidemia, tra i quali la vaccinazione di massa con il vaccino monovalente C. La scelta del vaccino è stata basata anche sulla predominanza del fenotipo C:2a. In generale si raccomanda di prendere in considerazione la vaccinazione di massa allorquando il tasso di attacco per la meningite supera i 10 casi per 100.000 residenti in meno di tre mesi. Pneumococco Dal 1983 esiste un vaccino composto da 23 antigeni capsulari polisaccaridici di più comune diffusione dei 90 che compongono i sierogruppi attualmente noti di S. pneumoniae. Tale vaccino non è in grado di indurre una risposta immunitaria in bambini al di sotto dei 2 anni di età. La ridotta risposta anticorpale di questo vaccino dipende dall’immaturità del sistema immunitario del bambino che non riesce a produrre una popolazione di linfociti memoria che mantengano una difesa a lungo termine. Per queste ragioni il vaccino polisaccaridico può essere somministrato solo dai 2 anni in poi in un’unica dose. La fascia di età che maggiormente beneficia degli effetti di questo preparato è quella oltre i 65 anni di età. Questi soggetti sono stati recentemente oggetto della campagna gratuita della Regione Lombardia in concomitanza con la vaccinazione anti influenzale. Da pochi anni è in commercio un secondo vaccino con caratteristiche abbastanza simili al vaccino coniugato contro il meningococco C. Trattasi anche questo di vaccino coniugato che comprende 7 dei più frequenti ceppi di pneumococco che colpiscono il bambino sotto i 2 anni. Per le sue caratteristiche questo vaccino può essere somministrato in neonati a partire dai due mesi di vita con tre somministrazioni. La Regione Lombardia ha aderito ad uno studio condotto dalla Clinica Pediatrica I dell’Università degli Studi di Milano (direttore Prof. N. Principi) per verificare se questo vaccino, oltre ad essere efficace contro le malattie invasive da pneumococco quali meningite, setticemia e polmonite, è in grado di controllare anche i focolai infettivi periferici come le otiti e le sinusiti che sono il punto di ingresso del germe nel torrente circolatorio. L’ACIP (Advisory Committee on Immunization Practice) degli Stati Uniti d’America raccomanda l’uso del vaccino polisaccaridico nei bambini di età compresa tra i 24 ed i 59 mesi, ove questi siano riconosciuti avere un moderato rischio di contrarre forme invasive di infezione da pneumococco. Per quanto riguarda il vaccino coniugato, sempre l’ACIP, ne raccomanda l’uso in tutti i bambini al di sotto dei 24 mesi. H. influenzae Per quanto l’Italia fosse di gran lunga differente in termini di incidenza di infezioni invasive rispetto ad altri Paesi del Nord Europa, la vaccinazione contro l’Hib venne annoverata tra le vaccinazioni fortemente raccomandate e gratuite. A differenza di Paesi quali l’Islanda ed i Paesi Bassi che mo stravano incidenze attorno ai 49 casi per 100.000 abitanti, l’Italia, in uno studio condotto dall’ISS nel1998, non arrivava a 6 casi per 100.000. Probabilmente l’elevata letalità della malattia unitamente all’efficacia del vaccino coniugato presente in commercio ha favorito la diffusione della vaccinazione tanto da annoverare l’anti Hib tra le sei vaccinazioni di routine effettuate dopo la nascita. La campagna vaccinale in corso in Italia, e specialmente nelle regioni del Nord Italia, ha consentito un rapidissimo decremento delle infezioni invasive da Hib, al punto che la Regione Lombardia ha registrato nel 2002 un tasso inferiore a 0,01 casi per 100.000 bambini tra 0 e 4 anni nel 2002. In pratica oggi della meningite da Hib si registra un caso ogni 10 milioni di bambini. La recente situazione nel Magentino Nei primi mesi autunno-invernali si sono registrati alcuni casi di meningite da meningococco in adolescenti ed adulti residenti nel comune di Magenta e nei comuni limitrofi. Purtroppo vi sono stati alcuni decessi a causa di queste forme invasive e gli organi della stampa hanno attivato una massiccia campagna di informazione capillare sull’andamento di questa presunta epidemia. 16
Di per sé l’andamento delle meningiti nel Magentino non mostrava nulla di straordinario anche in considerazione che per ben due anni (2000 e 2001) in quella zona non erano stati segnalati casi di meningite da meningococco. L’ASL della Provincia di Milano 1, nella quale insistono i comuni colpiti dalle recenti infezioni, aveva, al settembre 2002, segnalato 5 casi di meningite da meningococco contro i 12-15 attesi secondo l’andamento degli anni precedenti. La diffusione del meningococco, fatte salve le debite variabili casuali, segue leggi abbastanza precise ed in particolare si presenta con maggiore virulenza in popolazioni con ridotta immunità a causa della ridotta circolazione del batterio. In più l’andamento stagionale (autunno inverno) della malattia comporta una facile diffusione, in caso di primi affollamenti dovuti alle temperature rigide invernali. La letalità della meningite da meningococco si assesta attorno al 10% dei casi e le morti rilevate in quell’area nel periodo ottobre – dicembre 2002 erano, purtroppo, entro tale percentuale. I casi registrati nell’ASL della Provincia di Milano 1 hanno portato ad un’incidenza quasi doppia rispetto alla media regionale dello stesso periodo, assestandosi ad 1 caso di meningite ogni 100.000 abitanti contro lo 0,5 casi ogni 100.000 abitanti in tutta la Regione Lombardia. La relativa preponderanza di ceppi di meningococco di tipo C ha indotto le Autorità Sanitarie a valutare l’opportunità di adottare iniziative che promuovessero l’adesione alla vaccinazione contro il meningococco di tipo C. La campagna così iniziata prevede la raccomandazione alla vaccinazione di tutta la popolazione infantile fino ad 11 anni residente nel comune di Magenta per poi estendere la raccomandazione alla popolazione tra i 12 ed i 18 anni. Contestualmente la campagna si estenderà in maniera facoltativa con la compartecipazione dei richiedenti alla spesa vaccinale. Tale campagna è realizzata in stretta collaborazione con l’Unità Organizzativa Prevenzione della Regione Lombardia e con la Clinica Pediatrica I dell’Università degli Studi di Milano. Il Dirigente Dr. Vittorio Carreri Il Responsabile del procedimento: Dr. A. Lizioli Tel 0267653081 Email: alessandro_lizioli@regione.lombardia.it 17
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