QUATTRO MEDICINESI, IL DESERTO, UNA JEEP

Pagina creata da Sabrina Moroni
 
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                     STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

        QUATTRO MEDICINESI,
        IL DESERTO, UNA JEEP
        di CORRADO    PELI

                    I n questi anni ho avuto spesso il compito di alleggerire la lettura di Brodo di
                      serpe. Il mio scritto, che puntuale arriva in redazione con notevole ritardo, è
                    sempre stato quello che si può affrontare a mente leggera, da buttar giù tutto
                    d’un fiato, in bagno, o durante la pubblicità in un film, senza troppe pretese.
                    Per cui vedrò di non sottrarmi nemmeno questa volta al mio incarico, pur
                    restando agganciato alla nostra città soltanto con un filo, quello che fa sì che i
                    quattro protagonisti di questa storia siano tutti nati tra le strade di Medicina.
                    Vi racconterò, senza inventare nulla, quelle che sono state le diciotto ore più
                    lunghe della mia vita.
        9 agosto,
        deserto
        del
        Kalahari.

                     Mercoledì 9 agosto 2006                   abbandonato le tende del Grootkolk
                     Deserto del Kalahari,                     camp. Ci siamo lasciati dietro circa
                     Sudafrica                                 200 chilometri di sabbia, e molta di
                     Ore 15.45                                 questa si è trasferita dentro la nostra
                     Mancano 10 chilometri prima di            Landcruiser. Corriamo su una
                     raggiungere il campo tendato di           vecchia carovana che, se tutto andrà
                     Klieliekrankie, siamo in viaggio dalle    bene, ci dovrà portare fino a metà
                     8 del mattino, da quando abbiamo          della Namibia, dalle parti di Sesriem,

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                      STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

                      per poi ridiscendere con calma verso
                      Città del Capo. Sarà forse l’ultima
                      fatica per questa carcassa
                      arrugginita.
                      La guida è a sinistra, lo
                      sterzo sembra unto con
                      del vinavil, tanto è duro,
                      la lancetta del
        11 agosto,
        Rietfontein   contachilometri non si
        - bambini     muove dallo 0, il motore
        San.          emana un frastuono
                      infernale, c’è il
                      mangiacassette ma non
                      abbiamo cassette, e nel
                      mezzo del deserto la radio
                      riesce soltanto a gracchiare
                      al vento.
                      Il morale è alto, nonostante
                      tutto. Veniamo da tre
                      giornate indimenticabili,
                      nella fortuna e nella
                      sfortuna, è il pegno
                      che l’Africa chiede
                      a chi l’affronta in
                      libertà.

                      Due giorni
                      prima
                      La mattina del 6 agosto, due giorni       Johannesburg: “Potete passare
                      dopo essere atterrati a                   tranquillamente dal Botswana, con
                      Johannesburg, ci troviamo nei pressi      questa macchina andate ovunque”,
                      di Derdepoort, al confine tra             aveva detto Matt, che riversava
                      Sudafrica e Botswana. Secondo il          molta fiducia in noi, ci offriva un
                      nostro programma casereccio,              caffè bollente mentre i suoi
                      abbiamo due giorni di tempo per           meccanici tentavano di rianimare la
                      raggiungere il limite meridionale del     nostra macchina.
                      deserto del Kalahari, e possiamo          Passare dal Botswana significa,
                      scegliere tra due alternative: un         innanzitutto, attraversare una
                      percorso più lungo, tutto in territorio   frontiera africana, dove lo scorrere
                      sudafricano, e quindi con strade che,     del tempo è relativo, in secondo
                      forse, sono asfaltate; oppure un giro     luogo significa rendersi conto che
                      più corto, che comporta                   quei pallini, che sulla cartina
                      l’attraversamento di parte del            sembrano città di medie dimensioni,
                      Botswana meridionale, con tutte le        in verità non sono altro che una
                      incertezze del caso. Nei mesi             manciata di capanne di sabbia e
                      precedenti avevo studiato con cura        fango.
                      l’itinerario, ma tutte le mie             Così ci ritroviamo a macinare
                      convinzioni erano state spazzate via      chilometri e chilometri, riversando le
                      dal consiglio spassionato di chi ci       nostre speranze di trovare un letto
                      aveva affittato la macchina, in           sempre sul pallino successivo di
                      quell’officina maleodorante di            quella maledetta cartina, e le nostre

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                     STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

        12 agosto,   speranze falliscono ogni volta,         Fossatone o nel Sant’Antonio,
        deserto
        del Namib.
                     miseramente, davanti al nulla. È già    saremmo stati giocatori di serie A.
                     buio quando finiamo per vagare          La mattina seguente se ne vanno 2
                     nelle due vie che animano Tshabong,     ore per far spesa, abbiamo la
                     avamposto dimenticato ai limiti del     necessità di riempire le scorte, ma
                     Kalahari, ma come capita spesso in      come si può far spesa in un posto
                     Africa, quando sei ormai rassegnato     dove non c’è nulla? Da qualcuno
                     a condividere in quattro un letto da    trovi il riso, da un altro patate e
                     una piazza e mezzo, senza possibilità   cipolle, prendi come oro una scatola
                     di lavarsi e di mangiare un boccone,    di biscotti dalla dubbia scadenza, la
                     impari che a tre chilometri di          carne non si lascia guardare e la
                     distanza c’è un alberghetto             lasci lì, racimoli tutta l’acqua che
                     dignitoso, con ristorante al piano      puoi, fai il pieno di gasolio ai due
                     terra, e non ti capaciti di avere       serbatoi e poi parti. Aggrediamo 70
                     addirittura il bagno e la televisione   chilometri sulla sabbia, ci piantiamo,
                     in camera.                              riusciamo ad uscirne, impieghiamo 3
                     Allora mangiamo, ci laviamo e           ore per arrivare all’ingresso del
                     riposiamo. Poi facciamo serata          parco del Kgalagadi, per poi sentirci
                     assieme ai ragazzi del luogo, nel bar   dire che ormai sono le 13, che per
                     dell’albergo, a vedere i gol del        oltre 300 chilometri non c’è nulla e
                     campionato di calcio del Botswana,      la strada è peggio di quella che
                     a pensare che se fossimo nati laggiù,   abbiamo appena fatto. Noi
                     altro che prima categoria nel           pensavamo che peggio di quella

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                                                                           le nostre disavventure,
                                                                           raccontate mettendo
                                                                           insieme le nostre
                                                                           conoscenze di lingua
                                                                           inglese.
                                                                           La mattina seguente
                                                                           partiamo all’alba,
                                                                           stiamo in macchina fino
                                                                           al tramonto e siamo a
                                                                           Grootkolk, proprio da
                                                                           dove siamo ripartiti
                                                                           questa mattina.

                                                                            Mercoledì 9
                                                                            agosto 2006 –
                                                                            Deserto
                                                                            del Kalahari,
                                                                            Sudafrica
                                                                            Ore 15.45
                                                                            Quindi oggi siamo con il
                                                                            morale alto, perché
                                                                            abbiamo recuperato il
                                                                            tempo perduto, perché
                                                                            finalmente arriveremo
                                                                            alla meta con il sole
                                                                            ancora alto e ci
                                                                            potremo riposare
        12 agosto,   strada non esistesse nulla, o forse                    guardando il panorama,
        siamo        l’E45 Cesena - Roma.                      perché nel baule abbiamo un po’ di
        insabbiati
        nel Namib,   Per il nostro bene ci vietano di          carne di kudu da fare ai ferri e una
        cerco di     andare oltre.                             buona bottiglia di Shiraz da
        liberare     Allora torniamo sui nostri passi, alle    sorseggiare al tramonto.
        l’auto.      15.30 siamo esattamente dove              Sono le 15.45, mancano 10
                     eravamo alla mattina, a Tshabong,         chilometri al campo, Francesca ci
                     che era più invitante la sera prima, al   chiede di accostare un attimo, ha un
                     buio. Ripassiamo davanti all’albergo,     bisogno urgente.
                     attraversiamo di nuovo la frontiera,      “Tra mezz’ora siamo arrivati, qui ci
                     stavolta nei pressi di Aansluit, dopo     sono i leoni”, le dico, suggestionato
                     aver tagliato il sud del Botswana, da     da racconti e leggende.
                     est a ovest, rientriamo in Sudafrica.     Ma non ce la fa proprio a resistere.
                     Sta scendendo il sole quando,             Nel mentre ci superano tre jeep, una
                     disperati ancor più del giorno prima,     rarità vedere tre auto tutte assieme,
                     ci buttiamo dentro a una fattoria, e      da queste parti. Ripartiamo.
                     ancora una volta si ripete il             “Che strano odore” dico a Cristian,
                     miracolo, veniamo adottati da una         impegnato al volante.
                     coppia di anziani Afrikaneer, che         Se c’è odore di plastica bruciata in
                     non si capacitano di come abbiamo         mezzo al deserto, non ci sono dubbi,
                     fatto ad arrivare lì per caso, ci danno   la causa puoi essere soltanto tu.
                     da mangiare e dormire, accendono          Facciamo sì e no altri 50 metri, dal
                     per noi un fuoco ristoratore e            cofano comincia a uscire fumo.

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                       STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

        11 agosto,     La macchina si spegne. Il Kalahari è      minuto, facciamo raffreddare la
        in Namibia,
        verso          abitato da un discreto numero di          situazione prima di metterci le mani.
        Keetmanshop,   leoni, nonché leopardi, ghepardi e        Imprechiamo alla malasorte.
        Giorgia e      iene, oltre ad animali pacifici. Non
        Francesca      bisognerebbe mai uscire dall’auto al      Ore 16.15
        sotto a un
        kokerboom.     di fuori dei campi tendati, tuttavia      Sui cellulari non compare una tacca,
                       non abbiamo troppe alternative,           ci mancherebbe, il telefono
                       almeno uno sguardo al motore va           satellitare non riesce nemmeno ad
                       dato, magari basta aggiungere un po’      indicarci la strada. Pensiamo a come
                       d’acqua in qualche anfratto.              fare quando passerà qualcuno,
                       Le ragazze fanno il palo, noi apriamo     lasceremo la macchina lì dove si
                       il cofano, sembra un film, i cavi della   trova, ci faremo portare al campo e
                       batteria si stanno sciogliendo            domani proveremo di tornare con un
                       davanti ai nostri occhi, partono          meccanico. Questo è il nostro piano
                       scintille, guardiamo il motore come       operativo.
                       si guarda un alieno atterrato davanti
                       a noi, un qualcosa di mai visto           Ore 16.30
                       prima, restiamo in silenzio, a bocca      Non è passato ancora nessuno, ma
                       aperta, chiudiamo il cofano e             questo ci può stare, non è che ci sia
                       decidiamo di aspettare qualche            un gran traffico da quelle parti.

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                     STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

                     Torniamo a visionare il motore,          “Questo parco è grande come il nord
                     scintilla ancora, abbiamo due            Italia” risponde Francesca.
                     batterie, tentiamo di staccare i cavi    “È impossibile che nessuno ci venga
                     da una e metterli nell’altra, tra gli    a cercare, - dico - mi sembra
                     scoppi, il caldo e il pensiero remoto    assurdo”.
                     che ti possa saltare un leone nella
                     groppa, tutto ciò che facciamo           Ore 20.30
                     sembra già portarsi dietro cattivi       “Non arrivano più”. Si dispera
                     presagi. La macchina non dà segnali      Giorgia.
                     di vita. È morta.                        “Io ci credo ancora”. E ci credo
                                                              veramente, a volte, là in fondo alla
                     Ore 17.00                                strada, mi sembra di vedere due
                     Le imprecazioni si sprecano, ma ci si    fanali. Nel mentre, la luna sale.
                     ride anche su, ogni tanto pensiamo
                     al motore, ma ormai abbiamo
                     abbandonato l’idea di aggiustarlo,       Ore 21.00
                     dobbiamo soltanto aspettare la           Mangiamo qualche cracker e un paio
                     prima macchina. Siamo certi che          di biscotti, è ancora presto per
                     qualcuno passerà. L’ottimismo non        addentare le bistecche crude di
                     ci abbandona.                            kudu.

                     Ore 17.30                                Ore 22.00
                     Qualcuno è passato, per la verità,       A due alla volta andiamo in bagno,
                     uno gnu solitario, animale simile ad     abbiamo deciso che il bagno è
                     una vacca magra e scura, un tantino      attaccato alla jeep, si fa tutto con la
                     striata sui fianchi, cercava una pozza   mano ben stretta sulla portiera,
                     in cui bere e un po’ di erba fresca da   pronti a saltare in auto, è buio pesto,
                     mettersi in pancia.                      non vedi cosa ti può arrivare
                                                              addosso. Abbiamo le torce
                     Ore 18.00                                elettriche, centelliniamo le pile.
                     Non è passato nessuno. Quaggiù
                     siamo in pieno inverno, tra mezz’ora
                                                              Ore 22.30
                     farà buio, a quel punto le speranze
                                                              Siamo chiusi in auto da 6 ore e
                     che qualcuno si faccia un giro da
                                                              mezza, abbiamo la prima crisi di riso
                     queste parti saranno veramente
                                                              isterico, ridiamo per nulla, fin quasi
                     poche. Per fortuna è ancora caldo.
                                                              a piangere, poi, all’improvviso,
                     Ma lo sarà per poco.
                                                              cadiamo in silenzio e imprechiamo
                                                              al nulla. Raccontiamo quello che ci
                     Ore 19.00
                                                              sta accadendo come se fosse già
                     Non è passato nessuno. È buio,
                                                              passato, pensiamo a quando, un
                     indossiamo felpe e camicie, la
                                                              giorno, lo racconteremo ai nostri
                     temperatura comincia a scendere. Lo
                                                              figli, oppure al bar.
                     sconforto, invece, cresce.
                                                              Oggi è mercoledì, penso, domani a
                                                              Medicina c’è il mercato, se fossi a
                     Ore 19.30
                                                              casa dovrei stare attento a dove
                     “Sanno che siamo entrati nel parco
                                                              parcheggio la macchina, altrimenti
                     nazionale – dice Giorgia -, e sanno
                                                              me la ritrovo sul carro attrezzi.
                     che stasera dovevamo raggiungere
                     quel campo, per cui non ci vuole
                     molto a capire che siamo bloccati da     Ore 23.30
                     qualche parte”.                          Passano tre gazzelle.

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                      STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

        20 agosto,    Ore 00.30                                  meglio le ore. Sembra un’idea
        Capo di       È freddo, abbiamo indossato i              geniale, ma il bere comporta
        Buona
        Speranza,     giubbotti, non riusciamo a dormire,        l’evacuare, e meno si va in bagno
        Cristian e    la vecchia carovana è scomoda,             meglio è.
        Francesca,    entrano spifferi dappertutto. A volte
        con loro      ridiamo, a volte facciamo riflessioni      Ore 02.30
        Davide
        Rossi,        macabre o assurde, come quando             Tutto attorno c’è un silenzio
        veterinario   pensiamo di incamminarci a piedi, e        surreale, nessuno parla, anche se
        di Villa      vada come vada.                            sappiamo benissimo di essere tutti
        Fontana       “Dieci chilometri è come andare a          svegli. Ormai saremo prossimi ai 0
        impegnato
        in Africa,    Castello” dice Francesca.                  gradi, sono gli scherzi del deserto,
        che abbiamo                                              da 30 a 0 gradi in 24 ore, apriamo le
        incontrato    Ore 01.30                                  valigie e tiriamo fuori il possibile,
        nei pressi    Cristian propone di aprire la              cappelli, sciarpe, ci bardiamo con
        di Città
        del Capo.     bottiglia di vino e le sei birre in        quello che troviamo, la carrozzeria e
                      lattina, così da stordirci e far passare   i finestrini sono gelati.

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                     STORIA, CULTURA, PERSONAGGI LOCALI

                     Ore 03.30                                   Ore 08.00
                     Passano due springbook e un altro           Ancora nulla, mangiamo qualche
                     gnu, o forse è sempre quello.               biscotto, ci togliamo i primi stracci
                                                                 di dosso.
                     Ore 04.00
                     Altro giro in bagno.                        Ore 09.00
                                                                 Ancora nulla. Sappiamo che finirà,
                                                                 ma sembra veramente assurdo questo
                     Ore 04.30                                   perdurare della nostra agonia.
                     “Se resistevi e non facevi pipì, quelle
                     tre jeep ci avrebbero salvato” dico a       Ore 09.30
                     Francesca. La psiche sta cedendo,           Ancora nulla. Ci togliamo altri
                     cominciamo ad accusarci a vicenda.          vestiti, siamo stremati, sporchi,
                     Cristian confessa che in verità             affamati, non ne possiamo più.
                     quell’estate voleva andare a Fregene,
                     e noi l’abbiamo costretto a fare            Ore 10.30
                     quella pazzia.                              Sono 18 ore che siamo rinchiusi
                     Ogni tanto odo un lamento, temo sia         nell’abitacolo. All’orizzonte compare
                     Giorgia, temo che le possano venire i       la sagoma di una macchina.
                     geloni ai piedi, lei soffre il freddo, le
                     diciamo di mettersi un altro paio di        Per dovere di cronaca vi dico che
                     calzini, ma lei non vuole.                  siamo stati trainati dalla prima
                                                                 jeep che ci ha soccorso e, a un
                     Ore 05.30                                   chilometro di distanza, abbiamo
                     Penso, tra me e me, che l’Africa,           visto due leoni che si crogiolavano al
                     affrontata in jeep da quattro               sole. Dopodiché, un paio di
                     medicinesi senza troppe esperienze,         improbabili meccanici hanno
                     sia un ostacolo insormontabile. Nel         sostituito i cavi della batteria, fusi
                     delirio rimpiango quei villaggi             perché il comando del verricello
                     turistici che ho sempre evitato,            aveva fatto massa, e ci hanno dato il
                     adesso vorrei tanto fare un trenino         via libera. Ma non è finita qui, in
                     con un animatore, al ritmo di samba,        verità le due batterie erano defunte,
                     gradirei un piatto di maccheroni al         e non si sarebbero mai più
                     ragù, mi mancano le alghe                   ricaricate. Per i due giorni
                     dell’Adriatico, il casino delle nostre      successivi, fino a raggiungere il
                     piste da sci.                               primo paese degno di aver un
                                                                 meccanico, abbiamo viaggiato con
                     Ore 06.30                                   la macchina che, se spenta, non
                     Siamo rinchiusi in auto da 14 ore, il       ripartiva più. Abbiamo passato la
                     sole sta tornando fuori. È ancora un        frontiera con la Namibia lasciando
                     freddo cane, ma la luce è speranza,         il motore acceso, con poliziotti e
                     sappiamo che prima o poi finirà.            militari che ci chiedevano
                                                                 spiegazioni, ci fermavamo a far
                                                                 spesa e lei sempre lì a rombare, e se
                     Ore 07.00                                   per caso la dovevamo proprio
                     Siamo convinti che si tratti di minuti,     spegnere, allora bastava fare un giro
                     soltanto pochi minuti.                      nel villaggio e convocare 4 o 5
                                                                 ragazzi, quindi tutti a spingere e
                     Ore 07.30                                   via, si ripartiva. Alla fine di tutto,
                     Passano uno gnu, sempre lui, e venti        con un po’ più di fortuna, abbiamo
                     gazzelle.                                   raggiunto il Capo.

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