PROGETTO PEDAGOGICO DI MUSICOSOPHIA - SCUOLE PRIMARIE SANZIO, CRISPI, GORFER TRENTO
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PROGETTO PEDAGOGICO DI MUSICOSOPHIA SCUOLE PRIMARIE SANZIO, CRISPI, GORFER TRENTO ANNO SCOLASTICO 2019 - 2020
L’attuazione del Progetto Pedagogico durante lo scorso anno scolastico 2019 – 2020, (presentazione del metodo di Musicosophia per bambini dai 6 agli 11 anni in 34 classi di tre scuole primarie dell’Isti- tuto Trento 5 (Sanzio, Crispi e Gorfer) di Trento, e consistente in un percorso di 4 incontri con ogni classe), è stata per me un’esperienza molto ricca e coinvolgente. Peccato solo che la pandemia di Covid-19 l’abbia interrotta bruscamente, quando mancavano circa 40 giorni alla conclusione natu- rale con tutte le classi. La prima osservazione che è scaturita subito è che mi sono dovuta confrontare con tanti tipi di bambini e di insegnanti; ho capito che ogni classe è diversa, ogni classe ha una sua “anima” pro- pria, che è data dalla mescolanza delle anime dei bambini, con l’aggiunta di quella dell’insegnante; quest’ultima è fondamentale, perché ha il ruolo importantissimo e delicatissimo di guidare le altre nella crescita e nella sensibilizzazione nel cogliere il bello, il profondo, l’arricchente, nelle esperienze, nelle cose e negli incontri delle loro vite. Quindi se l’insegnante di una certa classe era distratta e occupata tutto il tempo solo a guardare lo smartphone piuttosto che ascoltare le musiche e le at- tività proposte, generalmente era più impegnativo e faticoso accendere l’attenzione dei bambini di quella classe; con alcune luminose eccezioni nel caso di qualche bambino particolarmente musicale e sensibile di suo. Ho lavorato anche in diverse classi con all’interno la presenza di uno o più bambini con “bisogni spe- ciali”, ai quali non era possibile chiedere un po’ di silenzio o di stare seduti fermi in un certo momen- to. Per cui la loro partecipazione dinamica ed energetica (per usare un eufemismo!) spesso era dav- vero faticosa. Però, come abbiamo sempre notato in esperienze simili, la musica e il suo contenuto arriva anche alle anime di bambini apparentemente caotici e disorganizzati: e li tocca e li influenza con grande partecipazione. Per fare un esempio, con la Danza Ungherese n. 3 di Brahms, alla fine faccio fare un gioco (imparato da Hubert) in cui i bambini sono tanti Cappuccetti Rossi che allegra- mente girano in cerchio quando suona la melodia a); io faccio il lupo che appare con la melodia b); le maestre fanno i cacciatori con la melodia c). I cacciatori/maestre hanno il compito di spaventare il lupo per salvare i loro bambini e di solito questi solidarizzano con le maestre per scacciare il lupo. Invece, nella classe in cui c’era quel bambini davvero mooooolto impegnativo, quando la maestra mi ricorreva per spaventarmi e scacciarmi nella generale euforia dei bambini, quel bambino speciale è venuto da me per aiutarmi e quando mi sono accucciata al centro fingendo paura e sottomissione si è seduto vicino per curarmi e consolarmi… dimostrando una grande sensibilità e, se vogliamo, una visione ecologica e sociale della storia. La sua anima si è staccata dal gruppo per schierarsi dalla parte del più debole in quel momento. Non so se questo comportamento è stato influenzato dalla sua personale percezione della musica o più semplicemente dalla sua immedesimazione nel personaggio che viene corretto e ripreso (lui di sicuro viene spesso trattato così). Comunque, quel bambino mi ha commossa profondamente: nella mia esperienza ormai decennale è stato l’unico a comportarsi così. Un’altra cosa che ho osservato è che anche i bambini hanno un gran bisogno di esprimere verbal- mente le loro emozioni e sentimenti. Partendo dalle classi in cui l’insegnante li aveva già un po’ abi- tuati a farlo e quindi naturalmente hanno espresso quello che sentivano, ho poi allargato la prassi a tutte quelle con cui ho lavorato: alla fine dell’incontro, con l’ultima musica (introspettiva e medita- tiva) ho sempre cercato di stimolare i bambini a raccontare se avevano visto immagini o percepito emozioni e sensazioni, se avevano avuto ricordi. Nei primi incontri i commenti erano magari pochi, ma poi sono aumentati, con maggiori particolari nelle descrizioni delle loro esperienze. Ne ricordo alcune che mi sono rimaste impresse: “Ero così rilassata che mi sembrava di essere in vacanza alle Hawai!”; “Il tamburo mi ha portato dentro me stesso vicino al mio cuore”; “Vedevo le nuvole nel cielo che volavano lentamente”… E le insegnanti più attente hanno colto l’importanza di questi momenti, ne hanno sottolineato la bellezza e l’atmosfera di serenità che avevano creato, facendo così cogliere ancor più profondamente ai bambini l’importanza di concedersi del tempo per vivere pienamente momenti di distensione, di ascolto di se stessi e degli altri, magari nella natura, seduti in un prato o in riva a un lago… il tema della comunione con la natura e di come la sensazione di
benessere quando si è immersi nella natura sia simile a quella di quando si è immersi nella Musica è emerso spesso in questi momenti, con mia grande gioia. All’inizio del percorso ero piuttosto tesa quando entravo nelle classi, perché ero ben consapevole di essere, oltre che in mezzo a un gruppo di bambini vivaci e creativi, anche sotto lo sguardo attento e indagatore (il più delle volte) delle insegnanti, che attraverso il mio operato avrebbero valutato la validità del metodo di Musicosophia. Ho quindi messo il massimo dell’impegno possibile e ho cercato di prepararmi sempre al meglio delle mie possibilità. Per fortuna, dopo qualche minuto di parole per creare una relazione coi bambini e soprattutto dopo che la musica iniziava a suonare, mi dimenticavo della presenza delle maestre e tutto cominciava a fluire serenamente. Con questo non voglio dire che è stata un’esperienza perfetta e di uguale intensità con tutte le classi. Al contrario, come ho detto all’inizio, ogni classe è diversa e con alcune è stato proprio difficile. Però ero consapevole che, anche se ci stavo mettendo tutto l’impegno possibile, la Musica e Musicosophia non può arrivare a toccare l’anima di tutti nello stesso modo, con gli stessi tempi e con la stessa intensità: alcuni li sfiora appena, alcuni non ne vogliono proprio sapere, alcuni ne percepiscono la bellezza e si aprono, alcuni se ne lasciano totalmente travolgere… a quel punto non dipendeva più da me. Ho imparato ad accettare anche le apparenti sconfitte e i fallimenti. Sono davvero rimasta sorpresa che una maestra, alla fine del ciclo dei quattro incontri (durante i quali aveva praticamente sempre chiacchierato con la sua collega rendendo più difficile il mio lavo- ro), sia venuta da me facendo osservazioni interessanti sul metodo… Un’altra, che ben due volte ero dovuta andare a chiamare in classe perché aveva dimenticato che c’era l’appuntamento con Musicosophia, alla fine mi ha chiesto di continuare il lavoro l’anno prossimo… É anche successo che un paio di insegnanti lasciassero le loro classi nelle mani dei maestri di sostegno e non li vedessi praticamente mai, dimostrando disinteresse assoluto. Personalmente ho capito che con alcune insegnanti ho instaurato da subito un rapporto basato su un’affinità di fondo e di conseguenza con le loro classi il lavoro è stato sempre facile e si è via via approfondito e arricchito di contenuti nel corso del percorso. Con altre c’è stato un rapporto più distaccato e quindi l’energia fluiva con un po’ di difficoltà anche con le loro classi. Finora nella mia esperienza mi sono concentrata interamente sulla relazione da creare coi bambini: ma ora ho capito che devo lavorare anche sul rapporto con gli insegnanti. Entrando nelle scuole e lavorando con le classi questo ulteriore passaggio è fondamentale. Anche se i percorsi programmati non sono riusciti ad arrivare tutti a compimento, quest’anno ho raccolto molto materiale con le classi: tanti disegni e diversi pensieri scritti dai bambini più grandi. Ne allego un po’ in questa relazione, insieme alle foto che ho fatto agli Alberi Musicali che abbiamo arricchito di foglie musicali con le classi. Ho anche chiesto un feedback alle insegnati su come hanno vissuto l’esperienza di Musicosophia per le loro classi, e alcune mi hanno risposto: troverete le loro osservazioni in fondo alla relazione. Per finire, voglio ancora ringraziare il Direttivo dell’Associazione Italiana di Musicosophia che ha de- ciso di finanziare questo Progetto Pedagogico con l’entrata del 5x1000. É stata un’esperienza che mi ha fatta crescere umanamente e professionalmente. Spero di aver contribuito almeno un po’ alla diffusione della conoscenza di questo Metodo meraviglioso che è Musicosophia e di aver trasmesso con il mio entusiasmo l’amore per la Musica.
FEEDBACK INSEGNANTI: “Ho partecipato al progetto di Musicosophia con due classi seconde. Da sempre amo la musica classica e penso che sia importantissimo farla conoscere ai bambini so- prattutto al giorno d'oggi, in cui la musica commerciale rischia di sovrastare qualunque altro genere musicale. Per quanto mi riguarda, ho apprezzato moltissimo le ore di lezione, i bambini sono sempre tornati in classe entusiasti, con la voglia di ripetere le attività in aula e a casa e volenterosi di tornare e vivere una nuova esperienza. L'insegnante si è sempre dimostrata molto preparata, dolce, gentile ed ha fatto partecipare tutti gli alunni, nessuno escluso. Trovo che la cosa più importante sia stata dare l'opportunità ai bambini di FARE e non semplicemente ascoltare, questo ha permesso a tutti di avvicinarsi al mondo della mu- sica classica e a non vederla più come qualcosa di noioso e "vecchio". Con entrambe le classi ho continuato nel secondo quadrimestre con delle lezioni e attività riguardan- ti la musica classica e i bambini ne sono rimasti entusiasti. Parteciperei nuovamente molto volentieri se questa attività venisse riproposta.” maestra Valentina (Scuola Sanzio) “Esperienza assolutamente positiva. Le attività sono state molto interessanti e coinvolgenti. Grazie ancora della passione che trasmetti anche a noi.“ maestra Marion (Scuola Gorfer) “Per me il percorso di Musicosophia è stato davvero molto interessante. L'idea semplice di associare la musica classica a dei movimenti, portandoli poi a visualizzarli su carta, è secondo me vincente. Si tratta di un'attività particolarmente utile per la "nostra" scuola: è poco costosa nell'implementazione e particolarmente adatta ai tempi di apprendimento dei bambini (può essere proposta a spezzoni non necessariamente di un'ora). Inoltre risponde alle caratteristiche fondamentali del processo di apprendimento del bambino andando a stimolare le diverse dimensioni della mente. Last but not least, la trasmissione da parte sua dell'amore e dalla passione per la musica che ci ha proposto, ha sicuramente influenzato positivamente l'esperienza ed anche l'efficacia dell'apprendimento. Idee che sicuramente copierò per il mio futuro lavoro!!! Grazie ancora per tutto!” maestra Elena (Scuola Sanzio) “Dopo accurata e attenta organizzazione di giornate e orari da parte di Manuela, questo percorso di avvicinamento alla musica classica di 4 incontri è stato fissato nel primo quadrimestre per le classi prime, nel secondo per la classe 2A. Fin da subito i bambini si sono dimostrati prima curiosi e poi entusiasti nei confronti di questa pro- posta che è stata piacevole, coinvolgente ed efficace per TUTTI gli alunni. Ciascun incontro era molto ben strutturato perché partiva da semplici domande che stimolavano la curiosità dei bambini e che favorivano l’ascolto attento dei brani; in un secondo momento veniva dato spazio alla fantasia dei bambini con la verbalizzazione delle mille idee suscitate dalla musica; infine veniva sapientemente coinvolta la fisicitàdei bambini sia nell’esecuzione di danze inventate ad hoc per esprimere quanto contenuto nei brani scelti, sia in giochi sensoriali sempre legati alle
precedentiesperienze musicali. Questo metodo mi è piaciuto molto anche per un quarto fattore e cioè la rappresentazione grafica- non convenzionale dei diversi brani che avvicina efficacemente i bambini al concetto e alla pratica della scrittura musicale. La professionalità e l’affabilità dell’insegnante sono state inoltre il filo rosso di un’esperienza molto positiva che consiglierei molto volentieri a tutti in quanto propedeutica e complementare allo studio della musica tradizionalmente inteso. Purtroppo l’emergenza sanitaria scoppiata proprio all’inizio del secondo quadrimestre non ha per- messo lo svolgimento delle attività per i bambini della classe seconda. Ringrazio Manuela per l’ottimo lavoro svolto e l’Associazione Italiana di Musicosophia per l’opportu- nità offertaci”. maestra Sara (Scuola Gorfer) “Nel settembre del 2019 ho deciso di aderire alla proposta del percorso di Musicosophia presenta- to da Manuela, pur non sapendo di che cosa si trattasse e nonostante i miei iniziali dubbi poiché nella mia scuola la musica è insegnata con la metodologia CLIL e cioè usando la lingua inglese per trasmetterne i contenuti. Devo ammettere che mi sono da subito ricreduta, in quanto la trainer si è dimostrata collaborativa nel lasciarmi lo spazio per comunicare in inglese e rispettosa del mio ruolo di insegnante nel decidere i bambini (e le associazioni fra loro) coinvolti nelle attività e nel far rispet- tare le regole sociali all’occorrenza. Sin dal primo incontro i bambini di tutte le classi in cui insegno (ed io compresa), si sono dimostrati affascinati dalla capacità di Manuela di coinvolgerli in attività piacevoli sia dal punto di vista didattico (ascolto, comprensione, scrittura, conoscenza dei compositori e delle loro biografie con l’aiuto dell’al- bero di Musicosophia, espressione orale delle proprie emozioni e ipotesi su ciò che il compositore voleva trasmettere), sia dal punto di vista della socializzazione (ruoli, giochi di ruolo, interpretazione di personaggi, rispetto dei tempi e degli spazi, rispetto delle emozioni e delle idee altrui). I brani musicali proposti sono piaciuti moltissimo e mi è stato chiesto di risentirli anche durante le ore di musica in classe. Il metodo di scrittura, che Manuela ci ha riferito chiamarsi Meloritmia, l’ho trovato molto efficace per imparare a seguire e comprendere le fluttuazioni delle melodie, per capire l’importanza delle pause e per rafforzare l’ascolto consapevole delle frasi musicali e della loro ripeti- zione all’interno di un brano. Come insegnante anche di Arte, inoltre, ho trovato molto utile far riprodurre ai bambini gli “spartiti musicali” presentati da Manuela sulla lavagna a fogli (flip-chart) nei due colori blu e rosso poiché sono stati, oltre che esteticamente molto belli, anche utili per far esercitare i bambini all’organizza- zione spaziale e alla precisione del tratto grafico. I bambini dal canto loro, hanno avuto molta grati- ficazione nel seguire ognuno il proprio spartito durante l’ascolto dei brani in classe. Le storie associate ai brani musicali proposti con l’ausilio di simboli (triangolo, stella, gatto) e di movimenti (la passeggiata, il panino imburrato etc.) sono state molto coinvolgenti per i bambini che spesso richiedevano il bis se non addirittura il tris. Infine vorrei ricordare che per la classe quinta, le attività di taglio delle melodie e delle frasi, sono stati interessanti sia per me che per gli alunni, per conoscere una modalità diversa di letto-scrittura della musica dal momento che quasi tutti già suonano uno strumento e quindi hanno imparato a leggere gli spartiti musicali “convenzionali”. Sono davvero grata di aver incontrato, nel mio ultimo anno di carriera, una persona sensibile, entu- siasta del suo lavoro e rispettosa di piccini ed adulti nonché molto preparata sui contenuti e meto- dologie della Musicosophia come Manuela. maestra Maria (Ms.Lo per gli alunni) (Scuola Crispi)
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