Previsioni economiche di primavera 2019 - Camera dei Deputati

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Previsioni economiche di primavera 2019 - Camera dei Deputati
Previsioni economiche di primavera 2019
Dossier n° 21 -
8 maggio 2019

Il 7 maggio 2019 la Commissione europea ha pubblicato le previsioni economiche di
primavera 2019.

Si ricorda che, nel quadro del ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche e di
bilancio dell'UE, noto come Semestre europeo, la Commissione europea pubblica ogni anno
due previsioni economiche complete in primavera (maggio) e autunno (novembre) e due
previsioni economiche intermedie, che aggiornano in particolare i dati relativi al PIL e
all'inflazione, in inverno (febbraio) e in estate (luglio). Le previsioni economiche, che si
estendono su un orizzonte temporale di almeno due anni, si concentrano sull'UE, i suoi singoli
Stati membri e l'area dell'euro, ma possono riguardare, tra l'altro, anche alcune delle altre
principali economie mondiali e i Paesi candidati all'adesione all'UE.

Di seguito, una panoramica delle principali stime da ultimo elaborate dalla Commissione
europea.

Crescita reale del PIL
La Commissione europea prevede che l'economia europea continui a crescere nel 2019 e
nel 2020, sebbene a un ritmo più moderato, con un aumento del PIL reale in tutti gli Stati
membri.

  La crescita sarebbe sostenuta, in particolare, da una forte domanda interna, da un aumento
costante dell'occupazione e da costi di finanziamento modesti. Sulle prospettive di crescita pesano,
tuttavia, il rallentamento della crescita globale e del commercio mondiale, insieme all'elevata
incertezza sulle politiche commerciali, la persistente debolezza del settore manifatturiero, soprattutto
nei Paesi che devono affrontare problemi specifici nell'industria automobilistica, e i rischi legati a una
Brexit senza accordo.

Nel dettaglio, la Commissione europea prevede una crescita del PIL nell'UE dell'1,4% nel 2019
e dell'1,6% nel 2020 (1,2% e 1,5% nell'Eurozona).
La crescita dell'UE è stata invece del 2% nel 2018 (1,9% nell'Eurozona).
Per quanto riguarda l'Italia, secondo le stime della Commissione europea - che si basano su
uno scenario di politiche invariate e non incorporano gli eventuali effetti degli aumenti delle
imposte indirette previsti per il 2020 - il PIL dovrebbe crescere dello 0,1% nel 2019 (in
diminuzione rispetto allo 0,9% del 2018) e dello 0,7% nel 2020, con le esportazioni che
dovrebbero rappresentare il principale motore della crescita. Secondo le stime del Governo,
relative al quadro macroeconomico programmatico, riportate nel Documento di economia e
finanza (DEF) 2019, in riferimento al quale la Camera, nella seduta del 18 aprile 2019 ha
approvato la risoluzione Molinari e D'Uva n. 6-00073, il PIL dovrebbe aumentare dello 0,2%
nel 2019 e dello 0,8% nel 2020.
Previsioni economiche di primavera 2019 - Camera dei Deputati
Inflazione
Per quanto riguarda l'inflazione, secondo le previsioni della Commissione europea nell'UE
dovrebbe scendere all'1,6% nel 2019 (dall'1,9% del 2018), per poi risalire all'1,7 % nel 2020.
L'inflazione complessiva della zona euro, invece, soprattutto a causa del previsto ulteriore
rallentamento dell'inflazione dei prezzi dell'energia, dovrebbe attestarsi all'1,4 % sia nel 2019
che nel 2020, in diminuzione, quindi, rispetto all'1,8% del 2018.
Secondo le stime della Commissione europea, effettuate a politiche invariate, in Italia, dopo
essere aumentati dell'1,2% nel 2018, i prezzi al consumo dovrebbero aumentare solo dello 0,9%
nel 2019, in parte a causa del calo dei prezzi dell'energia, e dell'1,1% nel 2020. Con riferimento
all'andamento dei prezzi, il quadro tendenziale riportato dal DEF 2019 reca una dtima del
deflatore del PIL all'1% nel 2019 e all'1,9% nel 2020 e del deflatore dei consumi all'1% nel 2019
e al 2,3% nel 2020, scontando la previsone a legislazione vigente dell'aumento dell'imposizione
indiretta.

Tasso di disoccupazione
La Commissione europea evidenzia che, sebbene ancora troppo elevato in alcuni Stati membri,
il tasso di disoccupazione a livello dell'UE è continuato a scendere nel 2018, attestandosi al
6,8%, e dovrebbe continuare a diminuire nel 2019 e nel 2020, raggiungendo rispettivamente il
6,5% e il 6,2%. Per quanto riguarda l'Eurozona, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al
7,7 % nel 2019 e al 7,3 % nel 2020, un livello inferiore rispetto a prima dell'inizio della crisi nel
2007.
Per l'Italia, la Commissione europea prevede un aumento del tasso di disoccupazione, che
dovrebbe passare dal 10,6% nel 2018 al 10,9% nel 2019 e all'11% nel 2020. Tale previsione
sarebbe giustificata secondo la Commissione europea dal fatto che il nuovo reddito di
cittadinanza potrebbe indurre parte della popolazione inattiva a registrarsi formalmente come
disoccupato, incidendo così sulla percentuale della forza lavoro. Secondo le stime del
Governo, relative al quadro macroeconomico programmatico, riportate nel DEF 2019, il tasso di
disoccupazione dovrebbe attestarsi all'11% nel 2019 e all'11,1% nel 2020.

Debito e disavanzo pubblico
Secondo la Commissione europea, il rapporto debito/PIL dovrebbe diminuire nella maggior
parte degli Stati membri nel 2019 e nel 2020 poiché i disavanzi dovrebbero rimanere bassi e la
crescita del PIL nominale restare più elevata del tasso di interesse medio sul debito in essere.
Nell'ipotesi di politiche invariate, il rapporto debito/PIL dell'UE dovrebbe scendere dall'81,5% nel
2018 all'80,2% nel 2019 e al 78,8% nel 2020. Il rapporto debito/PIL aggregato della zona euro
dovrebbe, invece, scendere dall'87,1% nel 2018 all'85,8% nel 2019 e all'84,3% nel 2020.
Per quanto riguarda l'Italia, la Commissione europea prevede che il rapporto debito/PIL
aumenti dal 132,2% nel 2018 al 133,7% nel 2019 e al 135,2% nel 2020. Secondo le stime del
Governo, riportate nel DEF 2019, il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi al 132,6% nel 2019
per poi scendere al 131,3% nel 2020.
Inoltre, secondo le stime della Commissione europea, il disavanzo pubblico complessivo
nell'UE dovrebbe aumentare dallo 0,6% del PIL nel 2018 all'1% nel 2019 e nel 2020
(nell'Eurozona dallo 0,5% nel 2018 allo 0,9% nel 2019 e nel 2020).
Per quanto riguarda l'Italia, il disavanzo dovrebbe aumentare al 2,5% del PIL nel 2019 (dal
2,1% del 2018), principalmente a causa del rallentamento della crescita economica, per poi
raggiungere il 3,5% del PIL nel 2020 (a politiche invariate e senza considerare l'aumento delle
aliquote IVA). Secondo il conto economico esposto dal DEF, il Governo prevede per il 2019 un
indebitamento netto pari al 2,4% del PIL, per poi scendere al 2% nel 2020 (scontando gli effetti

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delle clausole di salvaguardia ovvero di misure alternative di pari impatto).

Di seguito, due tabelle riassuntive pubblicate dalla Commissione europea:

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Per l'approfondimento sul quadro completo degli indicatori economici e finanziari, aggiornati alle previsioni
 di primavera della Commissione europea, si rinvia al dossier consultabile qui.

ES021                 Ufficio Rapporti con l'Unione europea                                cdrue@camera.it - 066760-2145
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