UN ESSERINO DI NOME BIP - Alunni delle classi seconde di Ripalta Cremasca - a.s 2018/2019 - "FERMI" MONTODINE

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UN ESSERINO DI NOME BIP - Alunni delle classi seconde di Ripalta Cremasca - a.s 2018/2019 - "FERMI" MONTODINE
UN ESSERINO DI NOME BIP

Alunni delle classi seconde di Ripalta Cremasca – a.s 2018/2019
UN ESSERINO DI NOME BIP - Alunni delle classi seconde di Ripalta Cremasca - a.s 2018/2019 - "FERMI" MONTODINE
Motivazione al progetto
Alcuni nostri alunni in questi due anni scolastici hanno assunto atteggiamenti provocatori verso i compagni che si mostrano
più sensibili, meno forti e meno capaci di sopportare le derisioni, facili al pianto, fragili o semplicemente diversi. Insomma
ci è sembrato che questi bambini assumessero atteggiamenti da «bulli» e che fosse necessario attivarci per aiutare sia gli
uni sia gli altri.

Avendo già conosciuto la favola «Un esserino di nome Bip» di M.Sunderland – Ed.Erickson abbiamo ritenuto opportuno
proporla ai bambini , invitandoli a drammatizzarla per poi farla conoscere ai genitori.

È importante che anche i genitori possano ricevere dei messaggi d’aiuto per poter osservare e intervenire, modificando
anche i propri atteggiamenti, aiutando concretamente i propri figli.
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Le nostre mura sono le ferite – i luoghi in cui sentiamo che non siamo più in grado di amare.
                                                                                               Williamson, 1992

Di cosa parla la favola
Bip è una creatura piccola, un esserino dolce e tenero. Il problema è che qualcuno ha spezzato il suo cuore. Si sente così
tanto ferito da arrivare alla conclusione che non vale la pena amare gli altri, è troppo doloroso. E quando nel bosco
incontra alcuni grossi duri Starnazzoni, loro gli insegnano come indurire il suo cuore in modo da non dovere mai più
soffrire.
Bip diventa un bullo. All’inizio si sente molto potente ma, a un certo punto, si accorge che il suo mondo è diventato grigio.
Per fortuna, Bip incontra alcune creature che gli insegnano il modo di proteggersi senza indurire il proprio cuore.
Quando sceglie di rischiare, e di non rinunciare più ad amare, malgrado all’inizio questo gli provochi una sofferenza, il
calore e i colori tornano a inondare il suo mondo. Non è più solo.
Messaggi
I muri che circondano il cuore possono finire per diventare una prigione invece che una protezione. Anche se funzionano
nel respingere ciò che è duro e doloroso, rischiano di escludere il calore, l’amore e la gentilezza. Quando si sceglie di
indurire il proprio cuore, potrebbe capitare di non soffrire più, ma anche di non assaporare più gran parte della vita. I muri
intorno al cuore proteggono, ma impediscono la vista e tengono lontana la luce. Indurire il proprio cuore per difendersi
può trasformarsi nel più efficace dei modi per tenere lontane le persone.
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Finalità formative della proposta

• Attivare atteggiamenti di ascolto / conoscenza di sé e di relazione positiva nei confronti degli altri.
• Attivare modalità relazionali positive con i compagni e con gli adulti.
• Comunicare la percezione di sé e del proprio ruolo nella classe nel gruppo dei pari in genere.
• Esercitare modalità socialmente efficaci e moralmente legittime di espressione delle proprie emozioni e della propria
   affettività.
• In situazione di gioco, di lavoro, di relax, …, esprimere la propria emotività con adeguate attenzioni agli altri.
• Ascoltare ed esprimere ciò che si è ascoltato con l’espressività del corpo e dl viso.
• Interpretare il racconto di una voce narrante.
• Collaborare nella realizzazione di una scenografia in base al proprio ruolo.
• Abbinare suoni e musiche a situazioni, gesti ed emozioni.
• Comprendere il messaggio di una favola e i valori che trasmette.
• Esprimere i propri vissuti inerenti al tema trattato attraverso la conversazione, il disegno o un pensiero scritto.
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Spettacolo
                                                      Un esserino di nome Bip
•   Contemporaneamente Zic e Zac(i bambini delle due sezioni) mettono in scena la drammatizzazione in due aeree
    attigue.
•   Scorre la voce narrante delle insegnanti che leggono la favola (su file audio).
•   Mentre scorre la voce narrante i bambini interpretano la scena (ci sono: il protagonista per ognuna delle due sezioni,
    gli Starnazzoni ecc.)
•   Tutti i bambini sono esserini vestiti di giallo e arancione o rosso. All’inizio e alla fine tutti sono esserini.
•   Lo spettacolo si svolge all’aperto.
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Attività (laboratorio del venerdì pomeriggio)
•   Due insegnanti seguono gli alunni nella preparazione delle scene, prima una sezione, poi l’altra.
•   Inizialmente tutti interpretano i vari ruoli. Poi vengono estratti i nomi dei bambini che interpretano i personaggi (in
    base anche al desiderio degli alunni).
•   In un secondo momento si provano le scene con gli attori protagonisti e i ruoli secondari.
•   La terza insegnante affiancata dall’educatore prepara la colonna sonora scegliendo con i bambini le musiche più adatte
    e le canzoni finali (Bolle di sapone, Come un pittore, Grazie mille, La vita l’è bela).
•   Infine vengono registrate le letture e aggiunta la colonna sonora.
•   Con la terza insegnante i bambini completano alcune schede di attività psicoeducative e di auto riflessione preparate
    dalle insegnanti con l’aiuto della guida allegata alla favola.
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24 maggio - Spettacolo di emozioni
               I bambini si sono comportati molto bene, hanno partecipato con la dovuta attenzione e concentrazione.
                                                   I genitori si sono letteralmente emozionati.

 I genitori riferiscono:
• È stato molto più di uno spettacolo soprattutto per i bambini.
• Ha insegnato qualcosa anche a noi genitori.
• Un notte e un giorno per mettere in fila un turbine di emozioni e riflessioni che ieri sera hanno portato alle lacrime.
    L’emozione non era nel vedere mio figlio, ma nel vedere un gruppo coeso di bambini interpretare magistralmente su
    una voce narrante quello che quotidianamente vediamo accadere. Perché per essere Bip (Starnazzone) non servono
    ginocchia troppo quadrate o gesti necessariamente deplorevoli, lo siamo un po’ tutti, tutti i giorni. Loro lo imparano da
    noi non nascono Bip, lo diventano e spesso non siamo in grado di dar loro gli strumenti per tornare Esserini. C’è stato
    tanto ieri sera, c’è stato teatro, musica, cittadinanza, educazione e molto altro. In un mondo che ci vuole performanti e
    primi della classe sempre, pena l’esclusione, serate come questa, insegnano o dovrebbero farlo, molto più a noi
    genitori, loro lo hanno appreso e ce l’hanno mostrato. Grazie a tutte. La passione, unita alla competenza, fanno la
    differenza, quando ci sono. Ieri, erano con noi.
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