POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE - Europa

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POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE

 La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) stabilisce il quadro per le strutture
 politiche e militari dell'UE e per le missioni militari e civili e le operazioni all'estero. La
 strategia globale dell'UE 2016 definisce la strategia per la PSDC, mentre il trattato di
 Lisbona chiarisce gli aspetti istituzionali e rafforza il ruolo del Parlamento europeo.
 La PSDC ha subito recentemente importanti modifiche strategiche e operative per
 soddisfare le sfide in materia di sicurezza e la domanda diffusa di maggiori risposte
 da parte dell'UE.

BASE GIURIDICA
La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) è parte integrante della politica
estera e di sicurezza comune dell'Unione (PESC)[1]. La PSDC è contemplata nel trattato
sull'Unione europea (TUE). L'articolo 41 definisce il finanziamento della PESC e della
PSDC, inoltre gli articoli dal 42 al 46, capo 2, sezione 2, del titolo V (disposizioni sulla
politica di sicurezza e di difesa comune), i protocolli 1, 10 e 11 e le dichiarazioni 13 e
14, contengono ulteriori informazioni su tale politica. L'articolo 36 TUE descrive il ruolo
specifico che il Parlamento europeo svolge in materia di PESC e PSDC.

DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA PSDC PREVISTE DAL TRATTATO
Le decisioni relative alla PSDC sono adottate dal Consiglio europeo e dal Consiglio
dell'Unione europea (articolo 42 TUE). Tali decisioni sono adottate all'unanimità, tranne
per alcune significative eccezioni inerenti all'Agenzia europea per la difesa (AED,
articolo 45 TUE) e alla cooperazione strutturata permanente (PESCO, articolo 46 TUE)
che prevedono l'adozione a maggioranza. L'alto rappresentante dell'Unione per gli
affari esteri e la politica di sicurezza, che esercita anche la funzione di vicepresidente
della Commissione europea (l'AR/VP) — ruolo ricoperto da Federica Mogherini —
generalmente presenta le proposte di decisione.
Il trattato di Lisbona ha introdotto il concetto di politica europea delle capacità e degli
armamenti (articolo 42, paragrafo 3, TUE) e ha istituito un collegamento tra la PSDC e
le altre politiche dell'Unione, prevedendo, ove necessario, una collaborazione tra l'AED
e la Commissione (articolo 45, paragrafo 2, TUE). Tale aspetto riguarda in particolare le
politiche dell'Unione in materia di ricerca, industria e spazio, per cui è stato conferito al

[1]Si veda il titolo V (Disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione e disposizioni specifiche sulla
politica estera e di sicurezza comune (PESC)) del trattato sull'Unione europea (TUE); si veda anche 5.1.1
sulla politica estera dell'UE.

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Parlamento il potere di mirare a sviluppare un ruolo in materia di PSDC ben maggiore
rispetto al passato.

RUOLO DEL PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento ha il diritto di esaminare la PSDC e di rivolgersi in merito, di propria
iniziativa, all'AR/VP e al Consiglio (articolo 36 TUE). Esercita inoltre il controllo in merito
al bilancio relativo a tale politica (articolo 41 TUE). Due volte all'anno il Parlamento
svolge dibattiti sui progressi compiuti nell'attuazione della PESC e della PSDC, e adotta
relazioni: una sulla PESC, redatta dalla commissione per gli affari esteri (AFET) e che
comprende, se del caso, elementi relativi alla PSDC; e una sulla PSDC, redatta dalla
sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE).
Dal 2012 il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali degli Stati membri organizzano
due conferenze interparlamentari all'anno per discutere delle questioni relative alla
PESC. La cooperazione interparlamentare in tali ambiti è contemplata dal protocollo 1
al trattato di Lisbona, che descrive il ruolo che svolgono i parlamenti nazionali nell'UE.
Le innovazioni presenti nel trattato di Lisbona hanno consentito di migliorare la
coerenza politica della PSDC. L'AR/VP occupa il principale ruolo istituzionale, presiede
il Consiglio Affari esteri nella configurazione «Ministri della difesa» (l'organo decisionale
della PSDC dell'UE) e dirige l'AED. Il quadro politico relativo alle consultazioni e al
dialogo con il Parlamento è in fase di evoluzione per consentire a quest'ultimo di
svolgere pienamente il proprio ruolo nello sviluppo della PSDC. A norma del trattato di
Lisbona, il Parlamento partecipa alla definizione delle relazioni esterne dell'Unione e
affronta le sfide descritte nella relazione del 2008 sull'attuazione della strategia europea
in materia di sicurezza: «Nelle democrazie moderne, in cui i media e l'opinione pubblica
svolgono un ruolo cruciale nella definizione delle politiche, l'appoggio dei cittadini è
essenziale per continuare a onorare i nostri impegni all'estero. Dispieghiamo forze di
polizia, giuristi e soldati nelle zone instabili del mondo. Spetta ai governi, ai parlamenti e
alle istituzioni dell'UE comunicare in che modo ciò contribuisca alla sicurezza interna».

TEMI DI INTERESSE PER IL PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento organizza periodicamente dibattiti, audizioni e seminari su temi quali le
missioni civili e militari della PSDC, le crisi internazionali con implicazioni in materia
di sicurezza e di difesa, quadri multilaterali per la sicurezza, questioni relative al
controllo degli armamenti e alla non proliferazione, la lotta al terrorismo e alla criminalità
organizzata, le buone pratiche per migliorare l'efficacia della sicurezza e della difesa e
gli sviluppi istituzionali e giuridici dell'UE in tali settori.
In seguito alla dichiarazione del 2010 dell'AR/VP sulla responsabilità politica,
il Parlamento partecipa alle riunioni di consultazione comuni che si svolgono
regolarmente per scambiare informazioni con il Consiglio, il Servizio europeo per
l'azione esterna (SEAE) e la Commissione. In considerazione del ruolo chiave che
l'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) svolge nell'ambito della
sicurezza europea, il Parlamento partecipa all'Assemblea parlamentare della NATO
nell'ottica di sviluppare le relazioni UE-NATO, rispettando nel contempo la natura
indipendente di entrambe le organizzazioni.

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PSDC: UNA POLITICA IN RAPIDA EVOLUZIONE
Anche se la PSDC non è cambiata in modo sostanziale nei primi anni dopo l'entrata in
vigore del trattato di Lisbona nel 2009, essa ha avuto enormi potenzialità in termini di
evoluzione, sia sotto il profilo politico che istituzionale.
Nel giugno 2016 l'AR/VP ha presentato al Consiglio europeo la «Strategia globale
per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea» per il 2016 (EUGS). La
EUGS individua cinque priorità per la politica estera dell'UE: la sicurezza dell'Unione;
la resilienza degli Stati e della società a est e a sud dell'UE; lo sviluppo di un approccio
integrato ai conflitti; gli ordini regionali cooperativi; e la governance globale per il
XXI secolo. L'attuazione dell'EUGS deve essere riesaminata con cadenza annuale in
consultazione con il Consiglio, la Commissione e il Parlamento.
Il 16 settembre 2016, a Bratislava, gli Stati membri hanno ribadito il loro proposito di
rafforzare la cooperazione dell'UE nell'ambito della sicurezza esterna e della difesa. A
ciò è seguito quello che è stato chiamato il «pacchetto invernale per la difesa», costituito
da tre iniziative.
Innanzitutto, nel novembre 2016, l'AR/VP ha presentato al Consiglio il «Piano di
attuazione in materia di sicurezza e difesa», volto a rendere operativa la visione definita
nell'EUGS. Tale piano presenta 13 proposte, tra cui: la realizzazione di una revisione
annuale coordinata in materia di difesa (CARD) che pone l'accento sulla spesa (un
periodo di sperimentazione è stato completato nel 2018 e il primo ciclo completo verrà
avviato nell'autunno 2019); una migliore risposta rapida dell'Unione anche mediante il
ricorso, tra l'altro, ai gruppi tattici dell'UE; e una nuova disposizione unica per ciò che
riguarda la cooperazione strutturata permanente (PESCO) per gli Stati membri che
intendono assumere maggiori impegni in materia di sicurezza e difesa.
Il 30 novembre 2016 l'AR/VP ha presentato agli Stati membri un «Piano d'azione
europeo in materia di difesa» (EDAP), unitamente a proposte chiave relative al Fondo
europeo per la difesa (FED), incentrando l'attenzione sulla ricerca nel settore della
difesa e sullo sviluppo di capacità. Nel dicembre 2016 il Consiglio ha inoltre adottato
conclusioni che approvano un piano per applicare le decisioni sulla cooperazione
UE-NATO adottate a Varsavia (42 proposte). I tre piani, noti anche come «pacchetto
invernale per la difesa», rappresentano insieme un passo importante verso l'attuazione
del trattato di Lisbona nei settori della sicurezza e della difesa. Essi hanno dimostrato la
capacità dell'UE di rispondere in modo rapido e coerente alle richieste avanzate dagli
Stati membri che hanno mostrato una forte volontà politica di progredire in tal senso.
Il Parlamento ha sistematicamente dimostrato di voler agire e portare avanti iniziative
politiche in materia. Esso ha proposto che l'AED conduca un progetto pilota di ricerca
PSDC in materia di requisiti militari. Una volta terminato tale progetto pilota, è seguita
l'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa con un investimento pari a 90
milioni di EUR per gli anni 2017-2019. Le più recenti proposte della Commissione sul
finanziamento di un'iniziativa di sostegno alla ricerca e alla tecnologia in materia di
difesa per il periodo successivo al 2020 indicano che l'iniziativa del Parlamento ha
avuto un ruolo rilevante nell'ambito di un tale importante processo.

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DAL 2017 AL 2019: SVILUPPI FONDAMENTALE DELLA PSDC
Nel marzo 2017 il Consiglio europeo ha riesaminato i progressi e ha sottolineato
l'istituzione della capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC), una nuova
struttura concepita per migliorare la capacità dell'UE di reagire in maniera più rapida,
efficace e omogenea ai fini della pianificazione e della condotta di missioni militari senza
compiti esecutivi. Attualmente, la MPCC supervisiona tre missioni (in Mali, Somalia e
Repubblica centrafricana) ed entro il 2020 dovrebbe essere pronta a gestire operazioni
militari esecutive. Il Consiglio ha anche preso atto dei progressi compiuti in altri ambiti,
quali lo strumento europeo per la pace, volto ad aumentare l'efficacia delle missioni
dell'UE, sostenere i suoi partner e contribuire alle operazioni di pace.
Il 6 marzo 2018 il Consiglio ha adottato una tabella di marcia per l'attuazione
della PESCO che ha fornito orientamenti e indirizzi strategici sulle modalità con cui
strutturare gli ulteriori lavori relativamente ai processi e alla governance. Attualmente
sono in corso di sviluppo 34 progetti con la partecipazione di 25 Stati membri. Nella
sua risoluzione del 2018 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera
e di sicurezza comune[2], il Parlamento ha sottolineato la sua convinzione che le
attività svolte nel quadro della PESCO, CARD e del FED aiuteranno gli Stati membri
a rafforzare la cooperazione in materia di difesa e a spendere in modo più efficace
i loro bilanci di difesa. Il Parlamento ha inoltre invitato a rendere disponibili risorse
finanziarie sufficienti per il SEAE all'interno del prossimo quadro finanziario pluriennale
(QFP) (2021-2027) e ha, inoltre, invitato l'Unione a concentrare le proprie risorse sulle
priorità strategiche. La risoluzione ha altresì insistito sulla necessità di coinvolgere in
modo adeguato il Parlamento nel controllo e nella guida strategica degli strumenti.
Nell'agosto 2018 la Commissione europea ha definito il programma europeo di sviluppo
del settore industriale della difesa (EDIDP) il cui obiettivo è sostenere la competitività e
la capacità di innovazione dell'industria della difesa dell'UE. Nel dicembre 2018 i leader
dell'UE hanno inoltre riconosciuto i progressi compiuti nel settore della sicurezza e
della difesa, quali l'ampliamento del patto sulla dimensione civile della PSDC (CCC).
Al fine di agevolarne l'attuazione, nel maggio 2019 la Commissione europea e il SEAE
hanno presentato un piano d'azione congiunto. Nel giugno 2019 il Consiglio ha adottato
le sue conclusioni a seguito di una discussione sullo stato della strategia globale per
la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea. Nel quadro di tali conclusioni
il Consiglio ha raccomandato la piena attuazione del Fondo europeo per la difesa
che rafforzerà la tecnologia e l'industria della difesa dell'UE. La terza relazione sulla
strategia globale, pubblicata nell'ottobre 2019, esorta a intensificare il lavoro nell'ambito
della base industriale e tecnologica di difesa europea. Essa pone inoltre l'accento
sui progressi compiuti dall'UE per ciò che riguarda il superamento degli ostacoli alla
mobilità militare.
La relazione tra l'UE e la NATO nell'ambito della sicurezza e della difesa rimane solida.
A seguito della dichiarazione congiunta UE-NATO del 2016 sul partenariato strategico,
nel luglio 2018 le due organizzazioni hanno firmato una dichiarazione supplementare
in cui convengono di ampliare l'ambito dei loro sforzi di cooperazione. Nel giugno

[2]Testi approvati, P8_TA(2018)0513.

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2019 l'AR/VP e il Segretario generale della NATO hanno pubblicato una relazione
sull'attuazione delle 74 proposte comuni e dei relativi risultati conseguiti. In occasione
del suo intervento dell'ottobre 2019, l'ex AR/VP Federica Mogherini ha affermato che
«l'autonomia strategica e la cooperazione con i nostri partner, a partire dalla NATO,
sono due facce della stessa medaglia», spiegando in tal modo come il partenariato
dell'UE con la NATO sia essenziale per il funzionamento dell'approccio di «autonomia
cooperativa»[3].
Un ambito in cui sia l'UE che la NATO stanno compiendo significativi sforzi è quello della
lotta alle minacce ibride e informatiche. Insieme le due organizzazioni hanno istituito il
centro europeo di eccellenza per la lotta contro le minacce ibride, la cui sede si trova
a Helsinki. Oltre a ciò, l'UE ha introdotto regimi sanzionatori in relazione all'utilizzo
delle armi chimiche e degli attacchi informatici e istituito una cellula per l'analisi delle
minacce ibride al fine di fornire un'analisi strategica. Grazie ai partenariati pubblico-
privato della Commissione, nel 2020 dovrebbero essere investiti in cibersicurezza 1,8
miliardi di EUR.
Il Parlamento continua ad agire nel quadro delle sue competenze per conseguire gli
obiettivi dell'UE quale dispensatrice di sicurezza in maniera efficace e visibile, come
richiesto dai suoi cittadini. Tra febbraio e marzo 2019 il Parlamento ha ribadito il suo
sostegno alla PESCO, alla CARD, al FED e allo strumento europeo per la pace.
Nell'aprile 2019 ha approvato un accordo parziale sul regolamento FED per il periodo
2021-2027, lasciando aperta la delicata questione della partecipazione di paesi terzi,
per cui gli Stati membri dell'UE dovranno giungere a una decisione.

Jérôme Legrand
11/2019

[3]In tale intervento, Federica Mogherini fa riferimento alla capacità dell'UE di collaborare con la NATO e
con ulteriori partner, senza compromettere la propria autonomia strategica sulle questioni della difesa e
della sicurezza.

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