POLINSATURI OMEGA-6, PRIMO PIANO SULL'ACIDO LINOLEICO - ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
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ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE POLINSATURI OMEGA-6, PRIMO PIANO SULL’ACIDO LINOLEICO 10 ISSN 2531-3908 (online) anno VI www.pacinimedicina.it
10 anno VI IN QUESTO NUMERO: 3 L’EDITORIALE di Franca Marangoni 4 IL TEMA a cura della Redazione di AP&B Direttore Scientifico Polinsaturi omega-6, dagli esperti Franca Marangoni italiani un aggiornamento sul ruolo dell’acido linoleico Direttore Responsabile Patrizia Alma Pacini 12 L’INTERVISTA ALL’ESPERTO di Cecilia Ranza L’approccio alimentare © Copyright by alla prevenzione del declino cognitivo Nutrition Foundation of Italy tra certezze e nuovi sviluppi Risponde Giovanni Scapagnini Coordinamento redazionale Cecilia Ranza 17 LA SCHEDA L’ananas Redazione NFI - Nutrition Foundation of Italy Viale Tunisia 38 - 20124 Milano Tel. 02 76006271 - 02 83417795 Fax 02 76003514 info@nutrition-foundation.it Grafica Pacini Editore Srl Via Gherardesca 1 • 56121 Pisa Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300 info@pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it Periodico mensile – Testata iscritta presso il Registro pubblico degli Operatori della Comunicazione (Pacini Editore Srl, iscrizione n. 6269 del 29/08/2001)
L’EDITORIALE G li acidi grassi polinsaturi ome- Inoltre, anche nel nostro Paese l’appor- ga-6 hanno goduto di alterne to di entrambe queste famiglie di acidi fortune, negli ultimi decenni, sul grassi è attualmente insufficiente per piano nutrizionale. Identificati negli anni gran parte della popolazione; quindi il ‘70 e ‘80 del secolo scorso come gli acidi loro consumo, attraverso gli alimenti grassi più efficaci nel controllare la cole- che ne sono ricchi, deve essere in realtà sterolemia, e quindi nel ridurre il rischio incentivato. cardiovascolare, hanno poi sofferto del- la competizione con gli omega-3 (molto L’Intervista mette invece a fuoco il ruo- studiati nei decenni successivi) fino a lo chiave dell’alimentazione (e dello stile essere considerati, anche da alcuni ad- di vita nel suo complesso) nel proteg- detti ai lavori, nutrienti di cui sarebbe gere e preservare la funzione cognitiva opportuno ridurre il consumo nella si- nel tempo, contrastando la comparsa di tuazione attuale. condizioni patologiche purtroppo assai frequenti nella società attuale. Il Tema di questo numero analizza in Giovanni Scapagnini, un riconosciu- dettaglio, alla luce delle evidenze più to esperto di questo settore in rapido recenti e della ricca letteratura pubbli- sviluppo, sottolinea come gli effetti di cata sull’argomento negli ultimi anni, nutrienti e composti minori di alimenti i molteplici effetti fisiologici degli acidi vegetali sulle funzioni cerebrali “nobili” grassi omega-6 e, in particolare, dell’a- siano oggetto di una ricerca molto atti- cido linoleico, il componente di questa va e riassume i risultati degli studi più famiglia maggiormente reperibile negli promettenti che consentono di imma- alimenti. ginare che, auspicabilmente in tempi Ne emerge un quadro che possiamo or- brevi, potrà essere possibile interferi- mai ragionevolmente considerare defi- re più efficacemente sui fenomeni alla nitivo: sia gli omega-3 e sia gli omega-6, base del declino cognitivo. che com’è noto sono acidi grassi “essen- ziali”, devono essere assunti in quantità Buona lettura! appropriate con l’alimentazione quoti- Franca Marangoni diana. Direttore Scientifico AP&B ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 3
IL TEMA Polinsaturi omega-6, dagli esperti italiani un aggiornamento sul ruolo dell’acido linoleico a cura della Redazione di AP&B S ono state le analisi più recenti lenico) e marina (acido eicosapentae- del gruppo GBD (Global Burden noico o EPA e acido docosaesaenoico of Diseases) a inquadrare il ruolo o DHA), ma non ha riservato altrettanta di un’assunzione eccessiva o, specu- attenzione agli omega-6, rappresenta- larmente, non adeguata, di gruppi di ti principalmente dall’acido linoleico e alimenti e/o nutrienti nella determina- dall’acido arachidonico, che pure co- zione del rischio cardiovascolare e me- stituiscono la quota predominante dei tabolico. polinsaturi forniti dalla dieta. Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) rien- Anzi: per molto tempo, l’accento è sta- trano bene in questo quadro: la neces- to posto sui possibili effetti pro-infiam- sità di mantenere un adeguato appor- matori di alcuni metaboliti dell’acido to, con la dieta, sia di omega-3 e sia di arachidonico e sulla competizione bio- omega-6, viene sollecitata da tutte le chimica tra acido linoleico e acido alfa- linee guida e confermata da numero- linolenico, che, in risposta a livelli ele- sissime ricerche in vati di assunzione ambito nutriziona- del primo compor- le. Acido grasso indispensabile terebbe la riduzio- Per la salute di ne delle concentra- cuore e vasi, il ri- fin dalla vita fetale; le fonti zioni del secondo in spetto della quota principali sono oli vegetali organi e tessuti. di PUFA sembre- e frutta oleaginosa rebbe inoltre de- Finora poca eviden- cisivo più di uno za è invece stata stretto controllo data sia alle ricer- sui grassi saturi (SFA). che epidemiologiche e agli studi di in- tervento, che hanno dimostrato l’asso- Il quadro attuale ciazione tra apporto di acido linoleico della ricerca sui PUFA con la dieta e riduzione della concen- La ricerca sui PUFA si è per decenni fo- trazione plasmatica di colesterolo LDL calizzata sui benefici degli omega-3 di e hanno chiarito come la sostituzione origine vegetale (ALA, acido alfa-lino- di una quota di grassi saturi pari al 5% 4 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
dell’energia con una quantità isocalori- spensabile, insieme al DHA della se- ca di PUFA omega-6 riduca le LDL fino rie omega-3, per il corretto sviluppo al 10%, con un evidente beneficio per la di cervello e connessioni neuronali. protezione cardiovascolare. Questo ef- Acido linoleico e acido arachidonico, fetto, inoltre, è stato riconosciuto a livel- inoltre, sono i PUFA prevalenti anche lo europeo: EFSA (European Food and nei muscoli. Safety Authority) ha infatti approvato Nell’organismo adulto, l’acido linoleico un claim di salute (ex art. 13.5 Regola- svolge più di una funzione. La quota mento 1924/2006) per l’acido linoleico, non utilizzata dai muscoli come fonte riconoscendo che “aiuta a mantenere energetica viene immagazzinata negli normali livelli di colesterolo nel sangue”. adipociti. Nelle cellule si trova come costituente delle membrane e come A corroborare questi dati, va citata an- substrato per portare a termine le re- che la dimostrazione di un’associazione azioni metaboliche. inversa tra livelli circolanti di acido lino- L’ampio utilizzo di acido linoleico da par- leico e rischio di eventi coronarici, oltre te dell’organismo nel periodo prenatale che tra gli stessi livelli di acido linoleico e nei primi anni di vita si associa a livelli e l’incidenza di diabete di tipo 2. plasmatici più bassi di questo acido gras- Un aggiornamento dei dati, focaliz- so, in questa fascia d’età, rispetto a quelli zando il rapporto tra omega-6 e salute degli adulti. Esiste anche una differen- cardiometabolica viene dalla revisione, za di genere: infatti le concentrazioni di in forma narrativa, della letteratura di- acido linoleico sono generalmente mag- sponibile fino al maggio 2019. L’artico- giori nelle donne rispetto agli uomini. lo, co-firmato da 14 esperti italiani di diverse specialità, coordinati da Nutri- Fonti alimentari tion Foundation of Italy, è stato da poco e apporti raccomandati pubblicato su Atherosclerosis. L’allattamento al seno (a fronte di un’a- limentazione adeguata della nutrice) Acido linoleico, garantisce l’apporto di acido linoleico dove e perché necessario al corretto sviluppo del neo- L’acido linoleico che, come è stato ac- nato: nel latte materno l’acido linoleico cennato, è il PUFA prevalente nella die- rappresenta infatti il 10-15% del totale ta, è un acido grasso essenziale, che lipidico. Anche i latti formulati devono l’organismo non è in grado di sintetiz- includere acidi grassi essenziali omega-3 zare, pur non potendone fare a meno e omega-6 in quantità sufficienti: in Eu- per il mantenimento e la funzionalità di ropa il contenuto minimo e massimo di organi e tessuti. acido linoleico è stabilito, rispettivamen- Nel feto e nel bambino, quantità ade- te, a 500 mg/100 kcal e a 1.200 mg/100 guate di omega-6 e degli altri PUFA Kcal (Regolamento EU 2016/127). garantiscono una crescita ottimale e il prodotto della conversione di acido Le fonti alimentari di acido linoleico linoleico, l’acido arachidonico, è indi- sono comunque numerose e di corrente ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 5
consumo: prime tra tutti gli oli di semi, realtà opposta. Infatti, l’insufficiente ap- nella maggior parte dei quali l’acido porto di omega-6 appare tra i fattori di linoleico è il grasso prevalente (rap- rischio per le malattie croniche (specie presentando fino a oltre il 50% degli cardiovascolari) di maggiore importan- acidi grassi totali) e a seguire la frutta za correlati alla dieta. oleaginosa (noci innanzitutto); quantità inferiori sono poi presenti nei cereali, so- Le linee guida nutrizionali internaziona- prattutto integrali, nei legumi, in alcuni li (Tabella 1), che definiscono gli apporti carni, nelle uova e in latte e derivati. lipidici raccomandati, concordano nel Nonostante si ritenga che l’alimenta- ricordare che i grassi saturi non dovreb- zione dei Paesi industrializzati fornisca bero superare il 10%, rispetto al totale quantità sufficienti (se non addirittura energetico quotidiano, mentre il totale eccessive) di PUFA omega-6, i dati che dei PUFA (omega-3 più omega-6) do- emergono dallo studio Global Burden vrebbe collocarsi in generale tra il 5% e il of Diseases hanno messo in luce una 10% del totale. Tabella 1 A confronto le raccomandazioni nazionali, europee e dei Paesi nordici per l’apporto quotidiano di grassi totali, singoli acidi grassi e colesterolo Livelli di assunzione giornalieri Italia* UE** Paesi nordici *** di acidi grassi (energia %) Totali 20-35 20-35 25-40 Saturi < 10 Il più basso < 10 possibile Trans Il più basso Il più basso Il più basso possibile possibile possibile Monoinsaturi Nessuna raccoman- 10-20 dazione specifica^ Acido linoleico ≥4 Omega-6 totali 4-8 Acido alfa-linolenico ≥ 0,5 ≥ 0,5 EPA + DHA (mg/die) ≥ 250 ≥ 250 200-250 Omega-3 totali 0,5-2,0 ≥1 Polinsaturi totali (omega-3 + omega-6) 5-10 5-10 Colesterolo (mg/die) < 300 *: Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). LARN, Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la popolazione italiana. SICS Ed. 2014; **: EFSA Supporting Publications. Dietary referen- ce values for nutrients summary report. 2017:e15121; ***: Nordic Council of Ministers. Nordic Nutrition Recommendations 2012. 5th ed. Narayana Press 2014; ^: i lipidi monoinsaturi (MUFA) sono sintetizzati dall’organismo, non rivestono alcun ruolo nella prevenzione o nello sviluppo delle patologie associate all’alimentazione e non sono costituenti indispensabili della dieta. 6 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
I livelli di acido linoleico raccomandati nell’olio d’oliva, le linee guida nutriziona- si collocano intorno al 5% dell’energia li non forniscono indicazioni specifiche, totale, una percentuale che andrebbe probabilmente perché, nei confronti del probabilmente aumentata per poter rag- rischio cardiovascolare, i MUFA si sono giungere la quota suggerita per i polin- dimostrati di fatto ininfluenti. saturi totali (considerando che l’acido li- I livelli raccomandati di assunzione quo- noleico è l’acido grasso preponderante), tidiana di acido linoleico, secondo i LARN oltre che per il controllo della colestero- (Livelli di Assunzione di Riferimento per i lemia LDL. Va detto che EFSA non ha Nutrienti e l’Energia, SINU 2014), indica- stabilito alcun limite massimo all’ap- ti nella Tabella 1, corrispondono grosso porto di acido linoleico, confermando modo a 9-18 g, considerando una dieta in questo modo la sicurezza della sua da 2000 calorie. Per esemplificare quan- assunzione. to detto, le Tabelle 2 e 3 riportano le quan- Per quanto riguarda infine gli acidi tità di acido linoleico, in grammi, presenti grassi monoinsaturi (MUFA), prevalenti in alcuni alimenti di consumo corrente. Tabella 2 Tabella 3 Contenuto di acido linoleico (g) Contenuto di acido linoleico (g) in una porzione di alcuni oli vegetali in alcuni prodotti cerealicoli e frutti oleaginosi e alimenti di origine animale Alimento Acido Alimento Acido linoleico (g) linoleico (g) Oli vegetali (un cucchiaio da Prodotti cerealicoli: tavola, 10 g ca): • farina di soia integrale, 100 g 10,68 • olio di germe di grano 5,51 • farina di avena, 100 g 2,71 • olio di soia 5,13 • germe di grano, 50 g 2,72 • olio di girasole 4,99 • crusca di grano, (8 g) 2,08 • olio di mais 4,98 • semi di lino, (11 g) 0,45 • olio di arachide 2,78 Alimenti di origine animale: • olio di colza zero erucico 1,90 • würstel in padella senza • olio di oliva extravergine 0,75 grassi aggiunti, 60 g 2,40 Frutta oleaginosa (30 g): • sovracoscio di tacchino senza pelle, al forno, 100 g 1,27 • noci secche 10,2 • prosciutto cotto, 50 g 0,94 • pistacchi tostati 4,89 • uovo di gallina, 1 tuorlo (20 g) 0,76 • arachidi tostate 4,35 • spigola d’allevamento, 100 g 0,37 • mandorle dolci secche 3,15 • sgombro fresco, 100 g 0,16 • anacardi 2,43 • prosciutto crudo • nocciole secche 1,50 San Daniele, 50 g 0,10 Fonte: Modif. da BDA- IEO. Fonte: Modif. da BDA- IEO. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 7
Apporto di acido linoleico, do linoleico e rischio cardiovascolare è lipoproteine e rischio cardiovascolare correlata al miglioramento non solo del profilo lipidico, ma anche di quello glu- Come già accennato, l’effetto metabo- cidico e alla riduzione dei lipidi epatici. lico principale dell’assunzione di acido linoleico è la riduzione della colestero- Quale associazione lemia, da ricondurre soprattutto alla di- con la salute metabolica minuzione delle LDL. In volontari sani, la sostituzione del 5% dell’energia fornita Mentre alcuni studi avevano ipotizzato da carboidrati complessi o grassi saturi un’associazione tra apporto alimentare con un pari apporto energetico di linolei- di acido linoleico, sviluppo di obesità e co ha ridotto in media la colesterolemia aumento dello stato infiammatorio as- totale di 4,2 mg/dL e la frazione legata sociato all’adiposità, chiamando in cau- alle LDL di 15 mg/dL. Un effetto signi- sa un possibile stimolo alla differenzia- ficativo di riduzione della colesterole- zione delle cellule adipose indotto da mia totale e LDL è stato per esempio questo acido grasso, le ricerche che rilevato in soggetti con ipercolestero- hanno approfondito il ruolo dei PUFA lemia moderata che avevano assunto sul rischio di sovrappeso e obesità non quotidianamente 54 g/die di olio di hanno fornito conclusioni in linea con mais (composto per più del 50% da queste ipotesi. acido linoleico); effetto che non è sta- to osservato con olio extravergine di Dalla letteratura emergono invece dati oliva o olio di cocco. convincenti sull’associazione tra basse concentrazioni plasmatiche di acido Questo riequilibrio dei parametri lipidici linoleico ed eccesso ponderale. Il mi- ha ripercussioni positive sulla salute car- glior controllo ponderale associato ai diovascolare nel suo complesso, come livelli più alti di acido linoleico sarebbe ha dimostrato la maggior parte degli riconducibile alla riduzione della lipo- studi prospettici, che hanno messo in genesi, dell’insulinoresistenza e dell’in- luce la riduzione del rischio di eventi e fiammazione stimolata proprio da que- di mortalità, sia nei consumatori abi- sto acido grasso. tuali di una dieta a maggior contenu- Ancora: in altri studi, i livelli plasmatici to di acido linoleico (tra il 2,6 e il 6,8%) di acido linoleico risultano associati e sia per una sostituzione isocalorica inversamente al girovita, all’indice di del 5% di grassi saturi con omega-6. massa corporea, ai valori di insuline- Nello studio più recente, in cui i soggetti mia e trigliceridemia e in modo diret- coinvolti sono stati seguiti per 32 anni, to alla concentrazione di HDL. il rischio di mortalità cardiovascolare Da citare è poi un altro studio prospetti- risultava ridotto del 22% tra coloro che co, condotto soltanto su soggetti di ses- avevano seguito un’alimentazione ad so maschile, in cui è emersa una correla- alto contenuto di acido linoleico. zione inversa tra livelli totali di omega-6, Secondo gli studi osservazionali, questa ma anche di acido linoleico e acido ara- associazione inversa tra apporti di aci- chidonico considerati singolarmente, e 8 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
rischio di sindrome metabolica. Questi È noto che l’acido linoleico modifica la risultati sono confermati da ulteriori ri- composizione e la fluidità delle mem- cerche, condotte su adulti e bambini, brane cellulari: l’ipotesi è che questa mentre altre osservazioni suggeriscono diversa composizione influisca in senso che la sostituzione dei grassi saturi con positivo non solo sul legame tra l’insuli- i PUFA possa contribuire alla prevenzio- na e i suoi recettori, ma anche sulla per- ne dell’aumento ponderale età-dipen- meabilità di membrana e sulla trasmis- dente. sione dei segnali tra cellule. Un capitolo altrettanto importante ri- Gli Autori di questa revisione conclu- guarda il rapporto tra acido linoleico e dono sottolineando le ricadute po- rischio di diabete di tipo 2. In questo sitive della modulazione esercitata caso, gli studi che indicano l’esistenza dall’acido linoleico su più fattori car- di un’associazione inversa tra livelli pla- diometabolici, principalmente la cole- smatici di acido linoleico e rischio di dia- sterolemia e il metabolismo degli zuc- bete di tipo 2 sono molto solidi: si può cheri. Inoltre, precisano come l’acido citare l’analisi di 20 studi di epidemio- linoleico possa esercitare anche un’a- logia osservazionale, per complessivi zione antinfiammatoria, correlata allo 39.740 soggetti di 10 Paesi, nella quale si dimostra come, alle concentrazioni sviluppo delle patologie degenerati- maggiori di acido linoleico, si associa- ve, comprese quelle cardiovascolari. va una riduzione del rischio di diabe- Sarebbero quindi opportuni studi pro- te di tipo 2 fino al 43%; nello spagnolo spettici su gruppi di popolazione diver- PREDIMED (PREvención con DIeta ME- si, per chiarire l’ampiezza di tali effetti Diterránea), 30 g di frutta oleaginosa e i meccanismi d’azione sottesi. Nel mista al giorno (fonte di acido linoleico frattempo, gli Autori ricordano che, in e ricca di acido oleico) aggiunti a un’a- accordo con le evidenze della ricerca, limentazione di tipo mediterraneo anche le linee guida nutrizionali inter- (senza restrizione calorica), hanno di- nazionali suggeriscono di incrementa- mezzato (-52%) nell’arco di 4 anni l’inci- re l’assunzione di alimenti a maggior denza di questa patologia. contenuto di acido linoleico. Conclusioni • I risultati dello studio internazionale Global Burden of Diseases indicano che l’in- sufficiente assunzione di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6) è tra i prin- • cipali fattori alimentari di rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche. La ricerca, nei decenni scorsi, si è focalizzata soprattutto sul ruolo dei PUFA ome- ga-3 (di origine vegetale e marina), mentre minor attenzione è stata riservata agli omega-6 (acido linoleico e acido arachidonico), i PUFA prevalenti nell’alimenta- • zione. Una revisione degli studi più significativi che hanno approfondito l’associazione tra apporti di omega-6 (e, nello specifico, di acido linoleico) e salute cardiova- ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 9
scolare e metabolica è stata pubblicata da poco su Atherosclerosis, a firma di • 14 esperti italiani con differente background scientifico. L’acido linoleico (acido grasso che non può essere sintetizzato dall’organismo e deve essere assunto con gli alimenti) è indispensabile per il corretto sviluppo del cervello, del sistema nervoso periferico e del sistema muscolare; nelle cellule è presente come componente di membrana, ma viene utilizzato anche come sub- • strato per portare a termine reazioni metaboliche. Le linee guida nutrizionali raccomandano un apporto di acido linoleico intorno al 5% del totale energetico quotidiano, ma si può ipotizzare che un incremento fino • all’8% favorirebbe un migliore controllo della colesterolemia LDL. EFSA (European Food and Safety Authority) ha approvato un claim specifico di salute, in cui si dichiara che “l’acido linoleico aiuta a mantenere normali livelli di • colesterolo nel sangue”. Gli alimenti a maggior contenuto di acido linoleico sono gli oli di semi e la frutta oleaginosa e, in misura minore, cereali integrali, legumi, alcune carni, uova, latte • e latticini. Dal punto di vista biochimico, gli studi confermano la presenza di un’associazio- ne inversa tra assunzione dietetica e/o livelli circolanti di acido linoleico e riduzio- • ne della colesterolemia, totale e LDL. La riduzione della colesterolemia si traduce in una effettiva diminuzione del ri- schio cardiovascolare, in termini sia di eventi e sia di mortalità, per apporti quoti- • diani di acido linoleico compresi tra il 2,6 e il 6,8% delle calorie. Rispetto al rischio metabolico, emerge inoltre un’associazione inversa tra livelli circolanti di acido linoleico e aumento ponderale e, soprattutto, una forte asso- ciazione inversa (con il rischio di diabete di tipo 2 (ridotto fino al 43% per i livelli • più elevati). In attesa di nuovi studi che chiariscano l’ampiezza degli effetti e i meccanismi d’azione, le linee guida nutrizionali internazionali suggeriscono di incrementare comunque l’apporto di alimenti ricchi di acido linoleico. Bibliografia di riferimento Clarke R, Frost C, Collins R, et al. Dietary lipids and of type 2 diabetes: a pooled analysis of prospec- blood cholesterol: quantitative meta-analysis of tive cohort studies. PLoS Med 2018;15:e1002670. metabolic ward studies. BMJ 1997;314:112-7. Maki KC, Hasse W, Dicklin MR, et al. Corn oil low- EFSA - Panel on Dietetic Products Nutrition and Al- ers plasma cholesterol compared with coconut lergies (NDA). Scientific opinion on dietary refe- oil in adults with above-desirable levels of cho- rence values for fats, including saturated fatty lesterol in a randomized crossover trial. J Nutr acids, polyunsaturated fatty acids, monounsa- 2018;148:1556-63. turated fatty acids, trans fatty acids, and chole- Maki KC, Lawless AL, Kelley KM, et al. Corn oil im- sterol. EFSA J 2010;8:1461. proves the plasma lipoprotein lipid profile com- GBD Diet Collaborators. Health effects of dietary pared with extra-virgin olive oil consumption in risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic men and women with elevated cholesterol: re- analysis for the Global Burden of Disease Study sults from a randomized controlled feeding trial. 2017. Lancet 2019;393:1958-72. J Clin Lipidol 2015;9:49-57. Imamura F, Fretts A, Marklund M, et al. Fatty acid bio- Marangoni F, Agostoni C, Borghi C, et al. Dietary markers of dairy fat consumption and incidence linoleic acid and human health: focus on car- 10 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
diovascular and cardiometabolic effects. Athero- Mozaffarian D, Micha R, Wallace S. Effects on coro- sclerosis 2020;292:90-8. nary heart disease of increasing polyunsatu- Marangoni F, Novo G, Perna G, et al. Omega-6 and rated fat in place of saturated fat: a systematic omega-3 polyunsaturated fatty acid levels are review and meta-analysis of randomized con- reduced in whole blood of Italian patients with a trolled trials. PLoS Med 2010;7:e1000252. recent myocardial infarction: the AGE-IM study. Risé P, Tragni E, Ghezzi S, et al. Different patterns Atherosclerosis 2014;232:334-8. characterize Omega-6 and Omega-3 long chain Marklund M, Wu JHY, Imamura F, et al. Biomarkers polyunsaturated fatty acid levels in blood from of dietary omega-6 fatty acids and incident car- Italian infants, children, adults and elderly. Pros- diovascular disease and mortality: an individual- taglandins, leukotrienes, and essential fatty acids level pooled analysis of 30 cohort studies. Circu- 2013;89:215-20. lation 2019;139:2422-36. Slavin J. Dietary Guidelines. Nutr Today 2012;47:245-51. Meier T, Grafe K, Senn F, et al. Cardiovascular mortal- Yary T, Voutilainen S, Tuomainen TP, et al. Omega-6 ity attributable to dietary risk factors in 51 coun- polyunsaturated fatty acids, serum zinc, del- tries in the WHO European Region from 1990 to ta-5- and delta-6-desaturase activities and inci- 2016: a systematic analysis of the Global Burden dent metabolic syndrome. J Hum Nut and Diet of Disease Study. Eur J Epid 2019;34:37-55. 2017;30:506-14. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 11
L’INTERVISTA ALL’ESPERTO di Cecilia Ranza L’approccio alimentare alla prevenzione del declino cognitivo tra certezze e nuovi sviluppi Risponde Giovanni Scapagnini, Università degli Studi del Molise, Campobasso « Quando invecchia il cervello, invec- ni cognitive e la forma più grave di de- chia tutto l’organismo. Tra l’altro, il menza, l’Alzheimer, riconosciamo forme cervello è anche l’organo che subi- a diversa genesi e gravità: in ogni caso, è sce più velocemente e in modo più rile- lecito ritenere che si tratti di progressio- vante i contraccolpi dell’età e della vita. ni lente, all’interno delle quali sono ipo- Ecco perché difendere il cervello e le tizzabili interventi in grado di prevenirle sue funzioni signifi- e/o di rallentarne ca proteggere l’in- il decorso». terezza dell’essere umano». Prende le Apporti equilibrati di gruppi DOMANDA: Ciò mosse da qui l’in- alimentari e di singoli premesso, qua- tervista a Giovanni nutrienti vanno affiancati li sono i fatto- Scapagnini, Ordi- a esercizio fisico e mentale ri che rendono nario di Nutrizione il cervello così Umana all’Univer- fragile? sità degli Studi del RISPOSTA: Il cer- Molise di Campobasso e Vicepresidente vello è, allo stesso tempo, l’organo più SINUT (Società Italiana di Nutraceutica), difeso e più vulnerabile. È difeso dalla dedicata all’organo più vulnerabile e in- scatola cranica e dalla barriera emato- sostituibile e, soprattutto, alla sua fun- encefalica, filtro a selettività massima. zione prioritaria: la cognitività. La funzione di filtro può però diventare controproducente, per esempio quan- «Anche se fisiologico, il declino cogniti- do limita l’apporto di alcuni nutrienti (o vo si manifesta in modi e tempi diversi di determinati farmaci). da individuo a individuo» ricorda Scapa- gnini. «Inoltre, se esaminiamo il continu- Fragile è anche la popolazione neuro- um tra le manifestazioni fisiologiche di nale: la neurogenesi, per esempio, è un rallentamento progressivo delle funzio- processo limitato ad alcune aree e non 12 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
può rimpiazzare tutti i neuroni persi, né tecchimento di nuovi neuroni, ma va rigenerare tutti quelli lesionati. affiancata da un’altrettanto costante at- Inoltre, per funzionare, il cervello brucia tività mentale. ben un terzo dell’ossigeno respirato, e L’allenamento mentale va incoraggiato questo processo genera uno stress os- da subito nel bambino: insegnerà al cer- sidativo notevole: i radicali liberi che ne vello come gestire gli stimoli stressoge- derivano sono lesivi per i neuroni, per- ni, così da depotenziarne la capacità le- ché le membrane cellulari, molto plasti- siva, che non è puntuale, ma si somma che grazie alla concentrazione di acidi negli anni. grassi polinsaturi, sono per questo stes- so motivo più suscettibili al danno ossi- Cito inoltre, senza bisogno di approfon- dativo. dire, l’accelerazione imposta al declino cognitivo da traumi cranici, soprattutto Tra l’altro, le difese antiossidanti endo- se ripetuti, e da patologie cardiovascola- gene (glutatione, vitamina E) del cervel- ri e/o metaboliche. lo sono molto limitate rispetto a quelle Infine, fa capitolo a sé la predisposizione di altri organi, per esempio il fegato. genetica al declino cognitivo patologi- Anche ferro e rame, substrati ben rap- co: nel caso della demenza di Alzheimer, presentati nel cervello perché indispen- la presenza dell’allele APO-Eε4 aumen- sabili ad alcune reazioni, sono però un ta il rischio di malattia di circa tre volte ulteriore fattore catalitico per la sintesi nei soggetti eterozigoti, con un picco a di altre forme radicaliche. 8-15 volte nel caso degli omozigoti. D.: Quali sono i fattori che hanno di- L’intervento multimodale in difesa del- mostrato di condizionare, in nega- la funzionalità cerebrale non è soltanto tivo e in positivo, il rallentamento e frutto di buon senso. Abbiamo la dimo- la perdita della funzionalità cogni- strazione della sua efficacia dallo studio tiva? FINGER (FINnish GERiatric intervention R.: Tornando all’affermazione di apertu- study to prevent cognitive impairment ra di questa intervista, direi che esiste and disability) pubblicato su Lancet nel un buon consenso sul fatto che se c’è 2015. Lo studio ha seguito per 24 mesi un organo che trae grande vantaggio due gruppi omogenei di soggetti, tra i da interventi multimodali, da seguire 60 e i 77 anni che, ancora sani, avevano con buona volontà e costanza, questo è ottenuto risultati nella media (o di poco il cervello. inferiori) ai test di cognitività e presenta- Partiamo dal massimo denominatore vano un rischio medio per malattie car- comune di salute: lo stile di vita corretto, diovascolari e più elevato per Alzheimer. declinato tra alimentazione, attività fisi- ca, niente fumo e poco alcol (e solo se Il primo gruppo era stato assegnato, in concomitante con un pasto). modo randomizzato, a seguire consigli Per il cervello però non basta: l’attività generali di salute (gruppo di controllo). Il fisica lo ossigena, sostiene l’umore, pro- secondo invece era stato seguito con un muove la formazione di sinapsi e l’at- intervento attivo e multimodale, basato ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 13
su alimentazione controllata, attività fi- Le indicazioni sono perciò chiare: la base sica, allenamento cognitivo, monitorag- alimentare sia vegetale (frutta, verdura, gio cardiovascolare. cereali), ma venga completata, in modo I risultati hanno soddisfatto le aspetta- equilibrato, con alimenti di origine ani- tive: l’intervento multimodale seguito male, da cui ricavare gli elementi che con costanza ha ridotto il rischio cogni- mancano. tivo rispetto al semplice consiglio di sa- lute e, in alcuni soggetti, ha permesso Quanto agli apporti dei singoli nutrienti, persino di migliorare i risultati dei test. o gruppi di nutrienti, ricordo le funzioni Abbiamo così due conferme: da un lato delle vitamine del gruppo B: senza acido l’efficacia di un approccio che faccia folico (vitamina B9) già lo sviluppo fetale scudo su più fronti; dall’altro, la necessi- è gravemente compromesso, soprattut- tà di agire molto precocemente, in pre- to a livello neurologico e questa vitami- senza di rischio della malattia, per otte- na resta centrale per tutta la vita; l’acido nere risultati. pantotenico (vitamina B5) ha ottenuto un claim EFSA (European Food Safety D.: Sul versante alimentare, l’ap- Authority), in quanto «contribuisce alla proccio mediterraneo resta una normale sintesi e al normale metaboli- risorsa fondamentale. Ma è utile smo degli ormoni steroidei, della vita- anche focalizzare gli apporti di ma- mina D e di alcuni neurotrasmettitori»; cro e micronutrienti a difesa della infine, dell’apporto costante e adegua- funzionalità cognitiva. Quali sono e to di B6 e B12 il cervello non può fare a perché? meno, tant’è vero che la determinazione R.: La completezza dell’alimentazione delle loro concentrazioni è uno dei para- di tipo mediterraneo e l’equilibrio tra metri per porre diagnosi differenziale di i suoi componenti si sono conferma- demenza di Alzheimer. ti un supporto di qualità per la salute dell’organismo e delle sue funzioni, Per mantenere la funzionalità cerebrale compresa la cognitività. Da qui ha pre- del soggetto sano fondamentale è l’a- so le mosse anche l’approccio MIND cido docosaesaenoico (DHA), uno degli (Mediterranean-DASH Intervention for acidi grassi polinsaturi a catena lunga Neurodegenerative Delay), che com- del pesce (omega-3). Grasso essenzia- bina elementi della Dieta Mediterra- le (che deve essere cioè assunto con nea con altri, caratteristici della DASH la dieta), anche il DHA ha ottenuto più (Dietary Intervention to Stop Hyper- di un claim EFSA; nello specifico del- tension): nel modello MIND la racco- la salute cognitiva, il claim precisa che mandazione di consumo si focalizza su «il DHA contribuisce al mantenimento frutti di bosco e verdure a foglia verde della normale funzione cerebrale» e che scuro, il cui apporto regolare quotidia- «l’indicazione va accompagnata dall’in- no sembra rallentare il declino cogni- formazione al consumatore che l’effet- tivo dei consumatori rispetto a coloro to benefico si ottiene con l’assunzione che non ne consumano, o ne fanno un giornaliera di 250 mg di DHA». Questa uso sporadico. dose corrisponde, ad esempio, a due 14 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
porzioni di salmone (o altro pesce gras- «almeno 5 mg di idrossitirosolo e suoi so di mari freddi) alla settimana. derivati (oleuropeina e tirosolo)». Sappiamo però che, anche nelle fasi Questa azione protettiva è ottimale an- precocissime di declino cognitivo non che per la salute del cervello, organo fisiologico (MCI, Mild Cognitive Impai- molto ricco di lipidi, anche saturi, e quin- rment) integrare la dieta con DHA (le di molto vulnerabile a ogni stimolo ossi- dosi quotidiane in questo caso sono dativo. variabili tra 250 mg/die e 2 g/die) ha di- A sostegno di questa affermazione mi mostrato di rallentare la progressione riconduco ai risultati favorevoli dello stu- del danno. dio PREDIMED, in cui sono stati valutati gli effetti dell’assunzione giornaliera di Cito infine l’apporto di colina, fornita 20 g di EVOO, in aggiunta all’apporto dalle uova e dal fegato, ma anche dal- corrente per cucinare o condire. la lecitina di soia: dalla colina l’organi- smo sintetizza acetilcolina (meglio nota In piena evoluzione è anche la ricerca come neurotrasmettitore della memo- sui flavanoli del cacao. Anche in que- ria) e fosfatidilcolina, il fosfolipide che sto caso possiamo contare su un claim regola la fluidità e la permeabilità della EFSA, in cui si dichiara che «i flavanoli membrana di tutte le cellule (neuroni in del cacao aiutano a mantenere l’elasti- primis) e ne difende l’integrità. cità dei vasi sanguigni, la quale contri- buisce a un normale flusso sanguigno» D.: Qual è infine il ruolo degli ele- e che «l’effetto benefico si ottiene con menti che, senza essere nutrienti, l’assunzione giornaliera di 200 mg di fla- sono però molto attivi nella difesa vanoli del cacao». di organi e tessuti? Nel caso del ral- Migliorare l’ossigenazione dei tessuti e lentamento cognitivo, quali sem- il tono vasale periferico vuol dire anche brano più promettenti? sostenere il cuore e far arrivare più ossi- R.: La ricerca ha acquisito gli strumenti geno al cervello, a tutto vantaggio della adatti per approfondire l’attività di que- funzione cognitiva di chi mostra i segni ste molecole che, appunto, non appor- di un invecchiamento fisiologico, ma tano energia, ma si rivelano sempre più anche delle persone con MCI e persino coinvolte nella protezione del benessere di chi soffre di demenza. e della salute a lungo termine. Tra le dimostrazioni più incoraggianti, Restando all’argomento di questa in- ricorderei inoltre i risultati dello studio tervista, cito i polifenoli dell’olio extra- condotto alla Columbia University e vergine di oliva (EVOO). Anche per loro pubblicato nel 2014 (primo Autore Adam EFSA ha approvato un claim specifico: Brickman), in cui tre mesi di un’alimen- «I polifenoli dell’olio extravergine di oli- tazione ad alto contenuto di flavanoli va contribuiscono alla protezione dei del cacao hanno favorito la funzionalità lipidi ematici dallo stress ossidativo». Si dell’ippocampo (misurata con testi co- precisa però che l’effetto si ottiene assu- gnitivi “prima e dopo” e visualizzata con mendo 20 g di olio in cui siano presenti la risonanza magnetica) in soggetti sani, ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 15
rispetto a una dieta a basso apporto di come la sensibilità insulinica, l’ossidazio- questo stessi elementi. ne dei lipidi e la pressione. Sempre negli Stati Uniti, sta partendo lo studio COSMOS-Mind (Cocoa Supple- D.: Quali le conclusioni? ment and Multivitamin Outcomes Stu- R.: L’approccio alimentare alla preven- dy for the Mind), costola del più ampio zione anche del declino cognitivo si COSMOS: valuterà, nell’arco di tre anni e conferma decisivo, purché non sia in- su soggetti dai 65 anni in poi, l’impatto terpretato in modo scorretto. La varietà sulla cognitività di una supplementazio- dei consumi deve essere sostenuta da ne quotidiana con 600 mg di flavanoli apporti adeguati come quantità: grassi del cacao, a confronto con un preparato omega-3 del pesce, vitamine e, più di multivitaminico. recente, polifenoli sono soltanto esempi della necessità di fornire al cervello (e, in In Italia hanno fatto e fanno scuola le ultima analisi, all’organismo) le sostanze ricerche di Claudio Ferri e Davide Gras- che servono in giusta misura, senza ec- si all’Università di L’Aquila, a partire dai cedere. È uno stile alimentare che ottie- risultati dello studio CoCoA (Cocoa, ne i risultati migliori quanto più è preco- Cognition, and Aging) che, pubblicato ce e seguito con costanza. sull’American Journal of Nutrition nel Anche la ricerca sul rapporto tra ali- 2015, aveva già dimostrato come un mentazione e declino cognitivo pato- apporto quotidiano elevato di flavano- logico, infatti, mostra che i risultati più li del cacao avesse migliorato, nell’arco incoraggianti si ottengono intervenen- di 8 settimane, le risposte ad alcuni test do ai primissimi segnali di malattia, in specifici di valutazione della cognitività, questo caso però con supporti nutrizio- oltre ad altri parametri comunque as- nali calibrati: è il nuovo capitolo in piena sociabili a una miglior salute vascolare, evoluzione. 16 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
LA SCHEDA: ananas Frutto tropicale tra i più noti, l’ananas (Ananas sativus Schult.f.) è una bromeliacea commestibile; gran parte delle piante di questa famiglia ha invece soltanto scopo ornamentale. Pianta sponta- nea della fascia tropicale e subtropicale, è oggi ampiamente coltivata in queste stesse aree, ma cresce bene anche in serra calda. Le varietà più note di ananas sono Cayenne (Costa d’Avorio) con frutto liscio a polpa croccante, Gold (Costarica) molto dolce e resistente, infine Queen Victo- ria o ananas baby (Mauritius e Isole Reunion), di peso contenuto a un chilo circa, più aromatico. Frutto simbolo di ospitalità, l’ananas è apprezzato in tutto il mondo: i maggiori consumi procapi- te si registrano in Belgio e Olanda. Che cosa contiene La refrigerazione consente di mante- Contenuto medio di nutrienti in 100 g nere le qualità organolettiche e nu- di frutto (parte edibile) o di succo non zuccherato trizionali degli ananas, che oggi rag- Frutto Succo giungono la grande distribuzione in edibile non zuccherato pochi giorni. Calorie Kcal 42 51 L’ananas fresco è fonte di vitamina C Acqua g 86,4 86,4 e contiene beta-carotene (precurso- Fibra g 1,0 0,2 re della vitamina A). Tra i minerali, si Saccarosio g 5,4 1,5 segnala l’apporto di potassio; oltre a Fruttosio g 2,5 3,8 piccole quantità di calcio e magnesio. Glucosio g 2,0 4,7 Le qualità più note e apprezzate Potassio mg 250 130 dell’ananas sono il gusto dolce acidu- Cloro mg 29 15 lo e l’azione idratante, molto gradevoli Calcio mg 17 13 soprattutto a fine pasto, associati a Magnesio mg 16 12 Manganese mg 0,5 un valore energetico contenuto, pari cioè a circa 42 calorie per 100 grammi, Vitamina C mg 17 10 Niacina mg 0,20 0,20 con 10 grammi di zuccheri. Acido pantotenico mg 0,16 0,06 Va ricordato che il gambo, di solito Folati totali mcg 5,0 18 non consumato perché piuttosto le- Vitamina E mg 0,10 0,02 gnoso, è la parte di frutto in cui sono Beta-carotene eq. mcg 42,0 3 più concentrate fibre e enzimi prote- Vitamina K mcg 0,21 0,30 olitici, inclusa la bromelina. Il succo Fonte: Modif. da BDA – Istituto Europeo di Oncologia. di ananas non zuccherato apporta poche calorie in più rispetto al frutto ma, a parità di peso, meno fibre, minerali e vitamine. Inoltre, la pastorizzazione denatura la bro- melina, nota per le sue proprietà antinfiammatorie e drenanti. Che cosa bisogna sapere Grazie alla presenza di alcuni acidi, come l’acido citrico e malico, e all’elevato contenuto di acqua, l’ananas esercita un effetto diuretico. Il buon apporto di potassio concorre al mantenimento della funzione muscolare (a partire da quella cardiaca), mentre la vitamina C, tra le molte proprietà, contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario. Una porzione da 150 g apporta an- che una discreta quota di fibre, con effetto prebiotico. Ma l’elemento che suscita il maggior interesse è la bromelina, a cui si attribuisce il blando effetto digestivo del frutto consumato a fine pasto, soprattutto se a base di carni o pesce. La bromelina, inoltre, possiede anche proprietà analgesiche, fibrinolitiche, miorilassanti, oltre a quelle già citate antinfiammatorie e drenanti. Viene infatti impiegata in preparazioni farmaceutiche topiche e per integratori. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 17
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