POLINSATURI OMEGA-6, PRIMO PIANO SULL'ACIDO LINOLEICO - ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE

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ALIMENTAZIONE
                          PREVENZIONE
                          & BENESSERE

                          POLINSATURI OMEGA-6,
                          PRIMO PIANO
                          SULL’ACIDO LINOLEICO

                                             10
ISSN 2531-3908 (online)

                                                  anno VI

                          www.pacinimedicina.it
10                            anno VI

                                                          IN QUESTO NUMERO:

                                                          3    L’EDITORIALE
                                                               di Franca Marangoni

                                                          4    IL TEMA
                                                               a cura della Redazione di AP&B
Direttore Scientifico
                                                               Polinsaturi omega-6, dagli esperti
Franca Marangoni
                                                               italiani un aggiornamento
                                                               sul ruolo dell’acido linoleico
Direttore Responsabile
Patrizia Alma Pacini                                      12   L’INTERVISTA ALL’ESPERTO
                                                               di Cecilia Ranza
                                                               L’approccio alimentare
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                                                               alla prevenzione del declino cognitivo
Nutrition Foundation of Italy
                                                               tra certezze e nuovi sviluppi
                                                               Risponde Giovanni Scapagnini
Coordinamento redazionale
Cecilia Ranza                                             17   LA SCHEDA
                                                               L’ananas
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(Pacini Editore Srl, iscrizione n. 6269 del 29/08/2001)
L’EDITORIALE

G
        li acidi grassi polinsaturi ome-       Inoltre, anche nel nostro Paese l’appor-
        ga-6 hanno goduto di alterne           to di entrambe queste famiglie di acidi
        fortune, negli ultimi decenni, sul     grassi è attualmente insufficiente per
piano nutrizionale. Identificati negli anni    gran parte della popolazione; quindi il
‘70 e ‘80 del secolo scorso come gli acidi     loro consumo, attraverso gli alimenti
grassi più efficaci nel controllare la cole-   che ne sono ricchi, deve essere in realtà
sterolemia, e quindi nel ridurre il rischio    incentivato.
cardiovascolare, hanno poi sofferto del-
la competizione con gli omega-3 (molto         L’Intervista mette invece a fuoco il ruo-
studiati nei decenni successivi) fino a        lo chiave dell’alimentazione (e dello stile
essere considerati, anche da alcuni ad-        di vita nel suo complesso) nel proteg-
detti ai lavori, nutrienti di cui sarebbe      gere e preservare la funzione cognitiva
opportuno ridurre il consumo nella si-         nel tempo, contrastando la comparsa di
tuazione attuale.                              condizioni patologiche purtroppo assai
                                               frequenti nella società attuale.
Il Tema di questo numero analizza in           Giovanni Scapagnini, un riconosciu-
dettaglio, alla luce delle evidenze più        to esperto di questo settore in rapido
recenti e della ricca letteratura pubbli-      sviluppo, sottolinea come gli effetti di
cata sull’argomento negli ultimi anni,         nutrienti e composti minori di alimenti
i molteplici effetti fisiologici degli acidi   vegetali sulle funzioni cerebrali “nobili”
grassi omega-6 e, in particolare, dell’a-      siano oggetto di una ricerca molto atti-
cido linoleico, il componente di questa        va e riassume i risultati degli studi più
famiglia maggiormente reperibile negli         promettenti che consentono di imma-
alimenti.                                      ginare che, auspicabilmente in tempi
Ne emerge un quadro che possiamo or-           brevi, potrà essere possibile interferi-
mai ragionevolmente considerare defi-          re più efficacemente sui fenomeni alla
nitivo: sia gli omega-3 e sia gli omega-6,     base del declino cognitivo.
che com’è noto sono acidi grassi “essen-
ziali”, devono essere assunti in quantità      Buona lettura!
appropriate con l’alimentazione quoti-                                Franca Marangoni
diana.                                                            Direttore Scientifico AP&B

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IL TEMA

Polinsaturi omega-6, dagli esperti
italiani un aggiornamento
sul ruolo dell’acido linoleico
a cura della Redazione di AP&B

S
      ono state le analisi più recenti lenico) e marina (acido eicosapentae-
      del gruppo GBD (Global Burden noico o EPA e acido docosaesaenoico
      of Diseases) a inquadrare il ruolo o DHA), ma non ha riservato altrettanta
di un’assunzione eccessiva o, specu- attenzione agli omega-6, rappresenta-
larmente, non adeguata, di gruppi di ti principalmente dall’acido linoleico e
alimenti e/o nutrienti nella determina- dall’acido arachidonico, che pure co-
zione del rischio cardiovascolare e me- stituiscono la quota predominante dei
tabolico.                                    polinsaturi forniti dalla dieta.
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) rien- Anzi: per molto tempo, l’accento è sta-
trano bene in questo quadro: la neces- to posto sui possibili effetti pro-infiam-
sità di mantenere un adeguato appor- matori di alcuni metaboliti dell’acido
to, con la dieta, sia di omega-3 e sia di arachidonico e sulla competizione bio-
omega-6, viene sollecitata da tutte le chimica tra acido linoleico e acido alfa-
linee guida e confermata da numero- linolenico, che, in risposta a livelli ele-
sissime ricerche in                                               vati di assunzione
ambito nutriziona-                                                del primo compor-
le.
                           Acido grasso indispensabile            terebbe la riduzio-
Per la salute di                                                  ne delle concentra-
cuore e vasi, il ri-        fin dalla vita fetale; le fonti
                                                                  zioni del secondo in
spetto della quota           principali sono oli vegetali
                                                                  organi e tessuti.
di PUFA sembre-                  e frutta oleaginosa
rebbe inoltre de-
                                                                  Finora poca eviden-
cisivo più di uno
                                                                  za è invece stata
stretto    controllo
                                                                  data sia alle ricer-
sui grassi saturi (SFA).
                                             che epidemiologiche e agli studi di in-
                                             tervento, che hanno dimostrato l’asso-
Il quadro attuale
                                             ciazione tra apporto di acido linoleico
della ricerca sui PUFA
                                             con la dieta e riduzione della concen-
La ricerca sui PUFA si è per decenni fo- trazione plasmatica di colesterolo LDL
calizzata sui benefici degli omega-3 di e hanno chiarito come la sostituzione
origine vegetale (ALA, acido alfa-lino- di una quota di grassi saturi pari al 5%

4 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
dell’energia con una quantità isocalori-        spensabile, insieme al DHA della se-
ca di PUFA omega-6 riduca le LDL fino           rie omega-3, per il corretto sviluppo
al 10%, con un evidente beneficio per la        di cervello e connessioni neuronali.
protezione cardiovascolare. Questo ef-          Acido linoleico e acido arachidonico,
fetto, inoltre, è stato riconosciuto a livel-   inoltre, sono i PUFA prevalenti anche
lo europeo: EFSA (European Food and             nei muscoli.
Safety Authority) ha infatti approvato          Nell’organismo adulto, l’acido linoleico
un claim di salute (ex art. 13.5 Regola-        svolge più di una funzione. La quota
mento 1924/2006) per l’acido linoleico,         non utilizzata dai muscoli come fonte
riconoscendo che “aiuta a mantenere             energetica viene immagazzinata negli
normali livelli di colesterolo nel sangue”.     adipociti. Nelle cellule si trova come
                                                costituente delle membrane e come
A corroborare questi dati, va citata an-        substrato per portare a termine le re-
che la dimostrazione di un’associazione         azioni metaboliche.
inversa tra livelli circolanti di acido lino-   L’ampio utilizzo di acido linoleico da par-
leico e rischio di eventi coronarici, oltre     te dell’organismo nel periodo prenatale
che tra gli stessi livelli di acido linoleico   e nei primi anni di vita si associa a livelli
e l’incidenza di diabete di tipo 2.             plasmatici più bassi di questo acido gras-
Un aggiornamento dei dati, focaliz-             so, in questa fascia d’età, rispetto a quelli
zando il rapporto tra omega-6 e salute          degli adulti. Esiste anche una differen-
cardiometabolica viene dalla revisione,         za di genere: infatti le concentrazioni di
in forma narrativa, della letteratura di-       acido linoleico sono generalmente mag-
sponibile fino al maggio 2019. L’artico-        giori nelle donne rispetto agli uomini.
lo, co-firmato da 14 esperti italiani di
diverse specialità, coordinati da Nutri-        Fonti alimentari
tion Foundation of Italy, è stato da poco       e apporti raccomandati
pubblicato su Atherosclerosis.
                                                L’allattamento al seno (a fronte di un’a-
                                                limentazione adeguata della nutrice)
Acido linoleico,
                                                garantisce l’apporto di acido linoleico
dove e perché
                                                necessario al corretto sviluppo del neo-
L’acido linoleico che, come è stato ac-         nato: nel latte materno l’acido linoleico
cennato, è il PUFA prevalente nella die-        rappresenta infatti il 10-15% del totale
ta, è un acido grasso essenziale, che           lipidico. Anche i latti formulati devono
l’organismo non è in grado di sintetiz-         includere acidi grassi essenziali omega-3
zare, pur non potendone fare a meno             e omega-6 in quantità sufficienti: in Eu-
per il mantenimento e la funzionalità di        ropa il contenuto minimo e massimo di
organi e tessuti.                               acido linoleico è stabilito, rispettivamen-
Nel feto e nel bambino, quantità ade-           te, a 500 mg/100 kcal e a 1.200 mg/100
guate di omega-6 e degli altri PUFA             Kcal (Regolamento EU 2016/127).
garantiscono una crescita ottimale e il
prodotto della conversione di acido             Le fonti alimentari di acido linoleico
linoleico, l’acido arachidonico, è indi-        sono comunque numerose e di corrente

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consumo: prime tra tutti gli oli di semi,               realtà opposta. Infatti, l’insufficiente ap-
nella maggior parte dei quali l’acido                   porto di omega-6 appare tra i fattori di
linoleico è il grasso prevalente (rap-                  rischio per le malattie croniche (specie
presentando fino a oltre il 50% degli                   cardiovascolari) di maggiore importan-
acidi grassi totali) e a seguire la frutta              za correlati alla dieta.
oleaginosa (noci innanzitutto); quantità
inferiori sono poi presenti nei cereali, so-            Le linee guida nutrizionali internaziona-
prattutto integrali, nei legumi, in alcuni              li (Tabella 1), che definiscono gli apporti
carni, nelle uova e in latte e derivati.                lipidici raccomandati, concordano nel
Nonostante si ritenga che l’alimenta-                   ricordare che i grassi saturi non dovreb-
zione dei Paesi industrializzati fornisca               bero superare il 10%, rispetto al totale
quantità sufficienti (se non addirittura                energetico quotidiano, mentre il totale
eccessive) di PUFA omega-6, i dati che                  dei PUFA (omega-3 più omega-6) do-
emergono dallo studio Global Burden                     vrebbe collocarsi in generale tra il 5% e il
of Diseases hanno messo in luce una                     10% del totale.

                                                Tabella 1
         A confronto le raccomandazioni nazionali, europee e dei Paesi nordici
        per l’apporto quotidiano di grassi totali, singoli acidi grassi e colesterolo
   Livelli di assunzione giornalieri              Italia*              UE**            Paesi nordici ***
   di acidi grassi (energia %)
  Totali                                           20-35               20-35                  25-40
  Saturi                                            < 10            Il più basso               < 10
                                                                      possibile
  Trans                                         Il più basso        Il più basso           Il più basso
                                                  possibile           possibile              possibile
  Monoinsaturi                                                 Nessuna raccoman-              10-20
                                                               dazione specifica^
  Acido linoleico                                                        ≥4
  Omega-6 totali                                    4-8
  Acido alfa-linolenico                                                 ≥ 0,5                  ≥ 0,5
  EPA + DHA (mg/die)                               ≥ 250               ≥ 250                200-250
  Omega-3 totali                                  0,5-2,0                                       ≥1
  Polinsaturi totali (omega-3 + omega-6)            5-10                                       5-10
  Colesterolo (mg/die)                             < 300
  *: Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). LARN, Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed
  Energia per la popolazione italiana. SICS Ed. 2014; **: EFSA Supporting Publications. Dietary referen-
  ce values for nutrients summary report. 2017:e15121; ***: Nordic Council of Ministers. Nordic Nutrition
  Recommendations 2012. 5th ed. Narayana Press 2014; ^: i lipidi monoinsaturi (MUFA) sono sintetizzati
  dall’organismo, non rivestono alcun ruolo nella prevenzione o nello sviluppo delle patologie associate
  all’alimentazione e non sono costituenti indispensabili della dieta.

6 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
I livelli di acido linoleico raccomandati          nell’olio d’oliva, le linee guida nutriziona-
si collocano intorno al 5% dell’energia            li non forniscono indicazioni specifiche,
totale, una percentuale che andrebbe               probabilmente perché, nei confronti del
probabilmente aumentata per poter rag-             rischio cardiovascolare, i MUFA si sono
giungere la quota suggerita per i polin-           dimostrati di fatto ininfluenti.
saturi totali (considerando che l’acido li-        I livelli raccomandati di assunzione quo-
noleico è l’acido grasso preponderante),           tidiana di acido linoleico, secondo i LARN
oltre che per il controllo della colestero-        (Livelli di Assunzione di Riferimento per i
lemia LDL. Va detto che EFSA non ha                Nutrienti e l’Energia, SINU 2014), indica-
stabilito alcun limite massimo all’ap-             ti nella Tabella 1, corrispondono grosso
porto di acido linoleico, confermando              modo a 9-18 g, considerando una dieta
in questo modo la sicurezza della sua              da 2000 calorie. Per esemplificare quan-
assunzione.                                        to detto, le Tabelle 2 e 3 riportano le quan-
Per quanto riguarda infine gli acidi               tità di acido linoleico, in grammi, presenti
grassi monoinsaturi (MUFA), prevalenti             in alcuni alimenti di consumo corrente.

                     Tabella 2                                          Tabella 3
     Contenuto di acido linoleico (g)                     Contenuto di acido linoleico (g)
  in una porzione di alcuni oli vegetali                   in alcuni prodotti cerealicoli
           e frutti oleaginosi                             e alimenti di origine animale
   Alimento                           Acido           Alimento                                 Acido
                                   linoleico (g)                                            linoleico (g)
  Oli vegetali (un cucchiaio da                      Prodotti cerealicoli:
  tavola, 10 g ca):
                                                     •   farina di soia integrale, 100 g        10,68
  •   olio di germe di grano           5,51
                                                     •   farina di avena, 100 g                 2,71
  •   olio di soia                     5,13
                                                     •   germe di grano, 50 g                   2,72
  •   olio di girasole                 4,99
                                                     •   crusca di grano, (8 g)                 2,08
  •   olio di mais                     4,98
                                                     •   semi di lino, (11 g)                   0,45
  •   olio di arachide                 2,78
                                                      Alimenti di origine animale:
  •   olio di colza zero erucico       1,90
                                                     •   würstel in padella senza
  •   olio di oliva extravergine       0,75              grassi aggiunti, 60 g                  2,40
  Frutta oleaginosa (30 g):                          •   sovracoscio di tacchino
                                                         senza pelle, al forno, 100 g           1,27
  •   noci secche                      10,2
                                                     •   prosciutto cotto, 50 g                 0,94
  •   pistacchi tostati                4,89
                                                     •   uovo di gallina, 1 tuorlo (20 g)       0,76
  •   arachidi tostate                 4,35
                                                     •   spigola d’allevamento, 100 g           0,37
  •   mandorle dolci secche            3,15
                                                     •   sgombro fresco, 100 g                  0,16
  •   anacardi                         2,43          •   prosciutto crudo
  •   nocciole secche                  1,50              San Daniele, 50 g                      0,10

  Fonte: Modif. da BDA- IEO.                         Fonte: Modif. da BDA- IEO.

                                                     ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE              | 7
Apporto di acido linoleico,                    do linoleico e rischio cardiovascolare è
lipoproteine e rischio cardiovascolare         correlata al miglioramento non solo del
                                               profilo lipidico, ma anche di quello glu-
Come già accennato, l’effetto metabo-          cidico e alla riduzione dei lipidi epatici.
lico principale dell’assunzione di acido
linoleico è la riduzione della colestero-      Quale associazione
lemia, da ricondurre soprattutto alla di-      con la salute metabolica
minuzione delle LDL. In volontari sani, la
sostituzione del 5% dell’energia fornita       Mentre alcuni studi avevano ipotizzato
da carboidrati complessi o grassi saturi       un’associazione tra apporto alimentare
con un pari apporto energetico di linolei-     di acido linoleico, sviluppo di obesità e
co ha ridotto in media la colesterolemia       aumento dello stato infiammatorio as-
totale di 4,2 mg/dL e la frazione legata       sociato all’adiposità, chiamando in cau-
alle LDL di 15 mg/dL. Un effetto signi-        sa un possibile stimolo alla differenzia-
ficativo di riduzione della colesterole-       zione delle cellule adipose indotto da
mia totale e LDL è stato per esempio           questo acido grasso, le ricerche che
rilevato in soggetti con ipercolestero-        hanno approfondito il ruolo dei PUFA
lemia moderata che avevano assunto             sul rischio di sovrappeso e obesità non
quotidianamente 54 g/die di olio di            hanno fornito conclusioni in linea con
mais (composto per più del 50% da              queste ipotesi.
acido linoleico); effetto che non è sta-
to osservato con olio extravergine di          Dalla letteratura emergono invece dati
oliva o olio di cocco.                         convincenti sull’associazione tra basse
                                               concentrazioni plasmatiche di acido
Questo riequilibrio dei parametri lipidici     linoleico ed eccesso ponderale. Il mi-
ha ripercussioni positive sulla salute car-    glior controllo ponderale associato ai
diovascolare nel suo complesso, come           livelli più alti di acido linoleico sarebbe
ha dimostrato la maggior parte degli           riconducibile alla riduzione della lipo-
studi prospettici, che hanno messo in          genesi, dell’insulinoresistenza e dell’in-
luce la riduzione del rischio di eventi e      fiammazione stimolata proprio da que-
di mortalità, sia nei consumatori abi-         sto acido grasso.
tuali di una dieta a maggior contenu-          Ancora: in altri studi, i livelli plasmatici
to di acido linoleico (tra il 2,6 e il 6,8%)   di acido linoleico risultano associati
e sia per una sostituzione isocalorica         inversamente al girovita, all’indice di
del 5% di grassi saturi con omega-6.           massa corporea, ai valori di insuline-
Nello studio più recente, in cui i soggetti    mia e trigliceridemia e in modo diret-
coinvolti sono stati seguiti per 32 anni,      to alla concentrazione di HDL.
il rischio di mortalità cardiovascolare        Da citare è poi un altro studio prospetti-
risultava ridotto del 22% tra coloro che       co, condotto soltanto su soggetti di ses-
avevano seguito un’alimentazione ad            so maschile, in cui è emersa una correla-
alto contenuto di acido linoleico.             zione inversa tra livelli totali di omega-6,
Secondo gli studi osservazionali, questa       ma anche di acido linoleico e acido ara-
associazione inversa tra apporti di aci-       chidonico considerati singolarmente, e

8 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
rischio di sindrome metabolica. Questi         È noto che l’acido linoleico modifica la
risultati sono confermati da ulteriori ri-     composizione e la fluidità delle mem-
cerche, condotte su adulti e bambini,          brane cellulari: l’ipotesi è che questa
mentre altre osservazioni suggeriscono         diversa composizione influisca in senso
che la sostituzione dei grassi saturi con      positivo non solo sul legame tra l’insuli-
i PUFA possa contribuire alla prevenzio-       na e i suoi recettori, ma anche sulla per-
ne dell’aumento ponderale età-dipen-           meabilità di membrana e sulla trasmis-
dente.                                         sione dei segnali tra cellule.

Un capitolo altrettanto importante ri-         Gli Autori di questa revisione conclu-
guarda il rapporto tra acido linoleico e       dono sottolineando le ricadute po-
rischio di diabete di tipo 2. In questo        sitive della modulazione esercitata
caso, gli studi che indicano l’esistenza
                                               dall’acido linoleico su più fattori car-
di un’associazione inversa tra livelli pla-
                                               diometabolici, principalmente la cole-
smatici di acido linoleico e rischio di dia-
                                               sterolemia e il metabolismo degli zuc-
bete di tipo 2 sono molto solidi: si può
                                               cheri. Inoltre, precisano come l’acido
citare l’analisi di 20 studi di epidemio-
                                               linoleico possa esercitare anche un’a-
logia osservazionale, per complessivi
                                               zione antinfiammatoria, correlata allo
39.740 soggetti di 10 Paesi, nella quale
si dimostra come, alle concentrazioni          sviluppo delle patologie degenerati-
maggiori di acido linoleico, si associa-       ve, comprese quelle cardiovascolari.
va una riduzione del rischio di diabe-         Sarebbero quindi opportuni studi pro-
te di tipo 2 fino al 43%; nello spagnolo       spettici su gruppi di popolazione diver-
PREDIMED (PREvención con DIeta ME-             si, per chiarire l’ampiezza di tali effetti
Diterránea), 30 g di frutta oleaginosa         e i meccanismi d’azione sottesi. Nel
mista al giorno (fonte di acido linoleico      frattempo, gli Autori ricordano che, in
e ricca di acido oleico) aggiunti a un’a-      accordo con le evidenze della ricerca,
limentazione di tipo mediterraneo              anche le linee guida nutrizionali inter-
(senza restrizione calorica), hanno di-        nazionali suggeriscono di incrementa-
mezzato (-52%) nell’arco di 4 anni l’inci-     re l’assunzione di alimenti a maggior
denza di questa patologia.                     contenuto di acido linoleico.            

Conclusioni

•   I risultati dello studio internazionale Global Burden of Diseases indicano che l’in-
    sufficiente assunzione di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6) è tra i prin-

•
    cipali fattori alimentari di rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche.
    La ricerca, nei decenni scorsi, si è focalizzata soprattutto sul ruolo dei PUFA ome-
    ga-3 (di origine vegetale e marina), mentre minor attenzione è stata riservata agli
    omega-6 (acido linoleico e acido arachidonico), i PUFA prevalenti nell’alimenta-

•
    zione.
    Una revisione degli studi più significativi che hanno approfondito l’associazione
    tra apporti di omega-6 (e, nello specifico, di acido linoleico) e salute cardiova-

                                                 ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE   | 9
scolare e metabolica è stata pubblicata da poco su Atherosclerosis, a firma di

•
    14 esperti italiani con differente background scientifico.
    L’acido linoleico (acido grasso che non può essere sintetizzato dall’organismo e
    deve essere assunto con gli alimenti) è indispensabile per il corretto sviluppo del
    cervello, del sistema nervoso periferico e del sistema muscolare; nelle cellule è
    presente come componente di membrana, ma viene utilizzato anche come sub-

•
    strato per portare a termine reazioni metaboliche.
    Le linee guida nutrizionali raccomandano un apporto di acido linoleico intorno al
    5% del totale energetico quotidiano, ma si può ipotizzare che un incremento fino

•
    all’8% favorirebbe un migliore controllo della colesterolemia LDL.
    EFSA (European Food and Safety Authority) ha approvato un claim specifico di
    salute, in cui si dichiara che “l’acido linoleico aiuta a mantenere normali livelli di

•
    colesterolo nel sangue”.
    Gli alimenti a maggior contenuto di acido linoleico sono gli oli di semi e la frutta
    oleaginosa e, in misura minore, cereali integrali, legumi, alcune carni, uova, latte

•
    e latticini.
    Dal punto di vista biochimico, gli studi confermano la presenza di un’associazio-
    ne inversa tra assunzione dietetica e/o livelli circolanti di acido linoleico e riduzio-

•
    ne della colesterolemia, totale e LDL.
    La riduzione della colesterolemia si traduce in una effettiva diminuzione del ri-
    schio cardiovascolare, in termini sia di eventi e sia di mortalità, per apporti quoti-

•
    diani di acido linoleico compresi tra il 2,6 e il 6,8% delle calorie.
    Rispetto al rischio metabolico, emerge inoltre un’associazione inversa tra livelli
    circolanti di acido linoleico e aumento ponderale e, soprattutto, una forte asso-
    ciazione inversa (con il rischio di diabete di tipo 2 (ridotto fino al 43% per i livelli

•
    più elevati).
    In attesa di nuovi studi che chiariscano l’ampiezza degli effetti e i meccanismi
    d’azione, le linee guida nutrizionali internazionali suggeriscono di incrementare
    comunque l’apporto di alimenti ricchi di acido linoleico.

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                                                            ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE            | 11
L’INTERVISTA ALL’ESPERTO

di Cecilia Ranza

L’approccio alimentare
alla prevenzione del declino cognitivo
tra certezze e nuovi sviluppi
Risponde Giovanni Scapagnini, Università degli Studi del Molise, Campobasso

«
     Quando invecchia il cervello, invec- ni cognitive e la forma più grave di de-
     chia tutto l’organismo. Tra l’altro, il menza, l’Alzheimer, riconosciamo forme
     cervello è anche l’organo che subi- a diversa genesi e gravità: in ogni caso, è
sce più velocemente e in modo più rile- lecito ritenere che si tratti di progressio-
vante i contraccolpi dell’età e della vita. ni lente, all’interno delle quali sono ipo-
Ecco perché difendere il cervello e le tizzabili interventi in grado di prevenirle
sue funzioni signifi-                                                  e/o di rallentarne
ca proteggere l’in-                                                    il decorso».
terezza dell’essere
umano». Prende le              Apporti equilibrati di gruppi           DOMANDA: Ciò
mosse da qui l’in-                 alimentari e di singoli             premesso, qua-
tervista a Giovanni              nutrienti vanno affiancati            li sono i fatto-
Scapagnini, Ordi-               a esercizio fisico e mentale           ri che rendono
nario di Nutrizione                                                    il cervello così
Umana all’Univer-                                                      fragile?
sità degli Studi del                                                   RISPOSTA: Il cer-
Molise di Campobasso e Vicepresidente vello è, allo stesso tempo, l’organo più
SINUT (Società Italiana di Nutraceutica), difeso e più vulnerabile. È difeso dalla
dedicata all’organo più vulnerabile e in- scatola cranica e dalla barriera emato-
sostituibile e, soprattutto, alla sua fun- encefalica, filtro a selettività massima.
zione prioritaria: la cognitività.              La funzione di filtro può però diventare
                                                controproducente, per esempio quan-
«Anche se fisiologico, il declino cogniti- do limita l’apporto di alcuni nutrienti (o
vo si manifesta in modi e tempi diversi di determinati farmaci).
da individuo a individuo» ricorda Scapa-
gnini. «Inoltre, se esaminiamo il continu- Fragile è anche la popolazione neuro-
um tra le manifestazioni fisiologiche di nale: la neurogenesi, per esempio, è un
rallentamento progressivo delle funzio- processo limitato ad alcune aree e non

12 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
può rimpiazzare tutti i neuroni persi, né      tecchimento di nuovi neuroni, ma va
rigenerare tutti quelli lesionati.             affiancata da un’altrettanto costante at-
Inoltre, per funzionare, il cervello brucia    tività mentale.
ben un terzo dell’ossigeno respirato, e        L’allenamento mentale va incoraggiato
questo processo genera uno stress os-          da subito nel bambino: insegnerà al cer-
sidativo notevole: i radicali liberi che ne    vello come gestire gli stimoli stressoge-
derivano sono lesivi per i neuroni, per-       ni, così da depotenziarne la capacità le-
ché le membrane cellulari, molto plasti-       siva, che non è puntuale, ma si somma
che grazie alla concentrazione di acidi        negli anni.
grassi polinsaturi, sono per questo stes-
so motivo più suscettibili al danno ossi-      Cito inoltre, senza bisogno di approfon-
dativo.                                        dire, l’accelerazione imposta al declino
                                               cognitivo da traumi cranici, soprattutto
Tra l’altro, le difese antiossidanti endo-     se ripetuti, e da patologie cardiovascola-
gene (glutatione, vitamina E) del cervel-      ri e/o metaboliche.
lo sono molto limitate rispetto a quelle       Infine, fa capitolo a sé la predisposizione
di altri organi, per esempio il fegato.        genetica al declino cognitivo patologi-
Anche ferro e rame, substrati ben rap-         co: nel caso della demenza di Alzheimer,
presentati nel cervello perché indispen-       la presenza dell’allele APO-Eε4 aumen-
sabili ad alcune reazioni, sono però un        ta il rischio di malattia di circa tre volte
ulteriore fattore catalitico per la sintesi    nei soggetti eterozigoti, con un picco a
di altre forme radicaliche.                    8-15 volte nel caso degli omozigoti.

D.: Quali sono i fattori che hanno di-         L’intervento multimodale in difesa del-
mostrato di condizionare, in nega-             la funzionalità cerebrale non è soltanto
tivo e in positivo, il rallentamento e         frutto di buon senso. Abbiamo la dimo-
la perdita della funzionalità cogni-           strazione della sua efficacia dallo studio
tiva?                                          FINGER (FINnish GERiatric intervention
R.: Tornando all’affermazione di apertu-       study to prevent cognitive impairment
ra di questa intervista, direi che esiste      and disability) pubblicato su Lancet nel
un buon consenso sul fatto che se c’è          2015. Lo studio ha seguito per 24 mesi
un organo che trae grande vantaggio            due gruppi omogenei di soggetti, tra i
da interventi multimodali, da seguire          60 e i 77 anni che, ancora sani, avevano
con buona volontà e costanza, questo è         ottenuto risultati nella media (o di poco
il cervello.                                   inferiori) ai test di cognitività e presenta-
Partiamo dal massimo denominatore              vano un rischio medio per malattie car-
comune di salute: lo stile di vita corretto,   diovascolari e più elevato per Alzheimer.
declinato tra alimentazione, attività fisi-
ca, niente fumo e poco alcol (e solo se        Il primo gruppo era stato assegnato, in
concomitante con un pasto).                    modo randomizzato, a seguire consigli
Per il cervello però non basta: l’attività     generali di salute (gruppo di controllo). Il
fisica lo ossigena, sostiene l’umore, pro-     secondo invece era stato seguito con un
muove la formazione di sinapsi e l’at-         intervento attivo e multimodale, basato

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su alimentazione controllata, attività fi-     Le indicazioni sono perciò chiare: la base
sica, allenamento cognitivo, monitorag-        alimentare sia vegetale (frutta, verdura,
gio cardiovascolare.                           cereali), ma venga completata, in modo
I risultati hanno soddisfatto le aspetta-      equilibrato, con alimenti di origine ani-
tive: l’intervento multimodale seguito         male, da cui ricavare gli elementi che
con costanza ha ridotto il rischio cogni-      mancano.
tivo rispetto al semplice consiglio di sa-
lute e, in alcuni soggetti, ha permesso        Quanto agli apporti dei singoli nutrienti,
persino di migliorare i risultati dei test.    o gruppi di nutrienti, ricordo le funzioni
Abbiamo così due conferme: da un lato          delle vitamine del gruppo B: senza acido
l’efficacia di un approccio che faccia         folico (vitamina B9) già lo sviluppo fetale
scudo su più fronti; dall’altro, la necessi-   è gravemente compromesso, soprattut-
tà di agire molto precocemente, in pre-        to a livello neurologico e questa vitami-
senza di rischio della malattia, per otte-     na resta centrale per tutta la vita; l’acido
nere risultati.                                pantotenico (vitamina B5) ha ottenuto
                                               un claim EFSA (European Food Safety
D.: Sul versante alimentare, l’ap-             Authority), in quanto «contribuisce alla
proccio mediterraneo resta una                 normale sintesi e al normale metaboli-
risorsa fondamentale. Ma è utile               smo degli ormoni steroidei, della vita-
anche focalizzare gli apporti di ma-           mina D e di alcuni neurotrasmettitori»;
cro e micronutrienti a difesa della            infine, dell’apporto costante e adegua-
funzionalità cognitiva. Quali sono e           to di B6 e B12 il cervello non può fare a
perché?                                        meno, tant’è vero che la determinazione
R.: La completezza dell’alimentazione          delle loro concentrazioni è uno dei para-
di tipo mediterraneo e l’equilibrio tra        metri per porre diagnosi differenziale di
i suoi componenti si sono conferma-            demenza di Alzheimer.
ti un supporto di qualità per la salute
dell’organismo e delle sue funzioni,           Per mantenere la funzionalità cerebrale
compresa la cognitività. Da qui ha pre-        del soggetto sano fondamentale è l’a-
so le mosse anche l’approccio MIND             cido docosaesaenoico (DHA), uno degli
(Mediterranean-DASH Intervention for           acidi grassi polinsaturi a catena lunga
Neurodegenerative Delay), che com-             del pesce (omega-3). Grasso essenzia-
bina elementi della Dieta Mediterra-           le (che deve essere cioè assunto con
nea con altri, caratteristici della DASH       la dieta), anche il DHA ha ottenuto più
(Dietary Intervention to Stop Hyper-           di un claim EFSA; nello specifico del-
tension): nel modello MIND la racco-           la salute cognitiva, il claim precisa che
mandazione di consumo si focalizza su          «il DHA contribuisce al mantenimento
frutti di bosco e verdure a foglia verde       della normale funzione cerebrale» e che
scuro, il cui apporto regolare quotidia-       «l’indicazione va accompagnata dall’in-
no sembra rallentare il declino cogni-         formazione al consumatore che l’effet-
tivo dei consumatori rispetto a coloro         to benefico si ottiene con l’assunzione
che non ne consumano, o ne fanno un            giornaliera di 250 mg di DHA». Questa
uso sporadico.                                 dose corrisponde, ad esempio, a due

14 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
porzioni di salmone (o altro pesce gras-       «almeno 5 mg di idrossitirosolo e suoi
so di mari freddi) alla settimana.             derivati (oleuropeina e tirosolo)».
Sappiamo però che, anche nelle fasi            Questa azione protettiva è ottimale an-
precocissime di declino cognitivo non          che per la salute del cervello, organo
fisiologico (MCI, Mild Cognitive Impai-        molto ricco di lipidi, anche saturi, e quin-
rment) integrare la dieta con DHA (le          di molto vulnerabile a ogni stimolo ossi-
dosi quotidiane in questo caso sono            dativo.
variabili tra 250 mg/die e 2 g/die) ha di-     A sostegno di questa affermazione mi
mostrato di rallentare la progressione         riconduco ai risultati favorevoli dello stu-
del danno.                                     dio PREDIMED, in cui sono stati valutati
                                               gli effetti dell’assunzione giornaliera di
Cito infine l’apporto di colina, fornita       20 g di EVOO, in aggiunta all’apporto
dalle uova e dal fegato, ma anche dal-         corrente per cucinare o condire.
la lecitina di soia: dalla colina l’organi-
smo sintetizza acetilcolina (meglio nota       In piena evoluzione è anche la ricerca
come neurotrasmettitore della memo-            sui flavanoli del cacao. Anche in que-
ria) e fosfatidilcolina, il fosfolipide che    sto caso possiamo contare su un claim
regola la fluidità e la permeabilità della     EFSA, in cui si dichiara che «i flavanoli
membrana di tutte le cellule (neuroni in       del cacao aiutano a mantenere l’elasti-
primis) e ne difende l’integrità.              cità dei vasi sanguigni, la quale contri-
                                               buisce a un normale flusso sanguigno»
D.: Qual è infine il ruolo degli ele-          e che «l’effetto benefico si ottiene con
menti che, senza essere nutrienti,             l’assunzione giornaliera di 200 mg di fla-
sono però molto attivi nella difesa            vanoli del cacao».
di organi e tessuti? Nel caso del ral-         Migliorare l’ossigenazione dei tessuti e
lentamento cognitivo, quali sem-               il tono vasale periferico vuol dire anche
brano più promettenti?                         sostenere il cuore e far arrivare più ossi-
R.: La ricerca ha acquisito gli strumenti      geno al cervello, a tutto vantaggio della
adatti per approfondire l’attività di que-     funzione cognitiva di chi mostra i segni
ste molecole che, appunto, non appor-          di un invecchiamento fisiologico, ma
tano energia, ma si rivelano sempre più        anche delle persone con MCI e persino
coinvolte nella protezione del benessere       di chi soffre di demenza.
e della salute a lungo termine.
                                               Tra le dimostrazioni più incoraggianti,
Restando all’argomento di questa in-           ricorderei inoltre i risultati dello studio
tervista, cito i polifenoli dell’olio extra-   condotto alla Columbia University e
vergine di oliva (EVOO). Anche per loro        pubblicato nel 2014 (primo Autore Adam
EFSA ha approvato un claim specifico:          Brickman), in cui tre mesi di un’alimen-
«I polifenoli dell’olio extravergine di oli-   tazione ad alto contenuto di flavanoli
va contribuiscono alla protezione dei          del cacao hanno favorito la funzionalità
lipidi ematici dallo stress ossidativo». Si    dell’ippocampo (misurata con testi co-
precisa però che l’effetto si ottiene assu-    gnitivi “prima e dopo” e visualizzata con
mendo 20 g di olio in cui siano presenti       la risonanza magnetica) in soggetti sani,

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rispetto a una dieta a basso apporto di        come la sensibilità insulinica, l’ossidazio-
questo stessi elementi.                        ne dei lipidi e la pressione.
Sempre negli Stati Uniti, sta partendo lo
studio COSMOS-Mind (Cocoa Supple-              D.: Quali le conclusioni?
ment and Multivitamin Outcomes Stu-            R.: L’approccio alimentare alla preven-
dy for the Mind), costola del più ampio        zione anche del declino cognitivo si
COSMOS: valuterà, nell’arco di tre anni e      conferma decisivo, purché non sia in-
su soggetti dai 65 anni in poi, l’impatto      terpretato in modo scorretto. La varietà
sulla cognitività di una supplementazio-       dei consumi deve essere sostenuta da
ne quotidiana con 600 mg di flavanoli          apporti adeguati come quantità: grassi
del cacao, a confronto con un preparato        omega-3 del pesce, vitamine e, più di
multivitaminico.                               recente, polifenoli sono soltanto esempi
                                               della necessità di fornire al cervello (e, in
In Italia hanno fatto e fanno scuola le        ultima analisi, all’organismo) le sostanze
ricerche di Claudio Ferri e Davide Gras-       che servono in giusta misura, senza ec-
si all’Università di L’Aquila, a partire dai   cedere. È uno stile alimentare che ottie-
risultati dello studio CoCoA (Cocoa,           ne i risultati migliori quanto più è preco-
Cognition, and Aging) che, pubblicato          ce e seguito con costanza.
sull’American Journal of Nutrition nel         Anche la ricerca sul rapporto tra ali-
2015, aveva già dimostrato come un             mentazione e declino cognitivo pato-
apporto quotidiano elevato di flavano-         logico, infatti, mostra che i risultati più
li del cacao avesse migliorato, nell’arco      incoraggianti si ottengono intervenen-
di 8 settimane, le risposte ad alcuni test     do ai primissimi segnali di malattia, in
specifici di valutazione della cognitività,    questo caso però con supporti nutrizio-
oltre ad altri parametri comunque as-          nali calibrati: è il nuovo capitolo in piena
sociabili a una miglior salute vascolare,      evoluzione.                                 

16 |   ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
LA SCHEDA: ananas

Frutto tropicale tra i più noti, l’ananas (Ananas sativus Schult.f.) è una bromeliacea commestibile;
gran parte delle piante di questa famiglia ha invece soltanto scopo ornamentale. Pianta sponta-
nea della fascia tropicale e subtropicale, è oggi ampiamente coltivata in queste stesse aree, ma
cresce bene anche in serra calda. Le varietà più note di ananas sono Cayenne (Costa d’Avorio)
con frutto liscio a polpa croccante, Gold (Costarica) molto dolce e resistente, infine Queen Victo-
ria o ananas baby (Mauritius e Isole Reunion), di peso contenuto a un chilo circa, più aromatico.
Frutto simbolo di ospitalità, l’ananas è apprezzato in tutto il mondo: i maggiori consumi procapi-
te si registrano in Belgio e Olanda.

Che cosa contiene
La refrigerazione consente di mante-               Contenuto medio di nutrienti in 100 g
nere le qualità organolettiche e nu-       di frutto  (parte edibile) o di succo non zuccherato
trizionali degli ananas, che oggi rag-                                       Frutto         Succo
giungono la grande distribuzione in                                         edibile non zuccherato
pochi giorni.                              Calorie Kcal                        42              51
L’ananas fresco è fonte di vitamina C      Acqua g                           86,4            86,4
e contiene beta-carotene (precurso-        Fibra g                             1,0            0,2
re della vitamina A). Tra i minerali, si   Saccarosio g                       5,4              1,5
segnala l’apporto di potassio; oltre a     Fruttosio g                        2,5             3,8
piccole quantità di calcio e magnesio.     Glucosio g                         2,0             4,7
Le qualità più note e apprezzate           Potassio mg                        250             130
dell’ananas sono il gusto dolce acidu-     Cloro mg                            29              15
lo e l’azione idratante, molto gradevoli   Calcio mg                           17              13
soprattutto a fine pasto, associati a      Magnesio    mg                      16              12
                                           Manganese mg                       0,5
un valore energetico contenuto, pari
cioè a circa 42 calorie per 100 grammi,    Vitamina C mg                       17              10
                                           Niacina mg                        0,20            0,20
con 10 grammi di zuccheri.
                                           Acido pantotenico mg               0,16           0,06
Va ricordato che il gambo, di solito       Folati totali mcg                  5,0              18
non consumato perché piuttosto le-
                                           Vitamina E mg                      0,10           0,02
gnoso, è la parte di frutto in cui sono    Beta-carotene eq. mcg             42,0               3
più concentrate fibre e enzimi prote-      Vitamina K mcg                     0,21           0,30
olitici, inclusa la bromelina. Il succo
                                           Fonte: Modif. da BDA – Istituto Europeo di Oncologia.
di ananas non zuccherato apporta
poche calorie in più rispetto al frutto
ma, a parità di peso, meno fibre, minerali e vitamine. Inoltre, la pastorizzazione denatura la bro-
melina, nota per le sue proprietà antinfiammatorie e drenanti.

Che cosa bisogna sapere
Grazie alla presenza di alcuni acidi, come l’acido citrico e malico, e all’elevato contenuto di acqua,
l’ananas esercita un effetto diuretico. Il buon apporto di potassio concorre al mantenimento della
funzione muscolare (a partire da quella cardiaca), mentre la vitamina C, tra le molte proprietà,
contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario. Una porzione da 150 g apporta an-
che una discreta quota di fibre, con effetto prebiotico.
Ma l’elemento che suscita il maggior interesse è la bromelina, a cui si attribuisce il blando effetto
digestivo del frutto consumato a fine pasto, soprattutto se a base di carni o pesce. La bromelina,
inoltre, possiede anche proprietà analgesiche, fibrinolitiche, miorilassanti, oltre a quelle già citate
antinfiammatorie e drenanti. Viene infatti impiegata in preparazioni farmaceutiche topiche e per
integratori.

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