Più lavoro agile nella Pa, per il Ministero non è giustificato dalla pandemia

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Più lavoro agile nella Pa,
per  il   Ministero  non   è
giustificato dalla pandemia
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta
non sembrava intenzionato ad accogliere la richiesta di
sindacati e alcune forze politiche, di un maggior ricorso al
lavoro agile (smart working) nelle strutture pubbliche, per
fronteggiare la quarta ondata della pandemia, ritenendo il
ricorso a tale modalità “non più giustificato“. Ma la forza
dei nuovi contagi ha cambiato alcune cose in 24 ore. Uno degli
effetti è la circolare sul lavoro agile nel pubblico e nel
privato emessa a latere dell’approvazione da parte del
Consiglio dei Ministri del decreto del 5 gennaio 2022.

Smart working,                  otto       domande          e
risposte
Il 4 gennaio 2022 il sito della Funzione Pubblica riportava
otto domande e risposte sullo smart working ai tempi del
Covid. Come già evidenziato questa presa di posizione è stata
nei fatti superata dalla nuova circolare correlata all’ultimo
decreto di Palazzo Chigi. Ma è necessario fare un passaggio
sui contenuti e per ricostruire la storia recente di questo
strumento, necessario per non bloccare del tutto il Paese in
tempo, continuato, di pandemia.

Già il 4 novembre 2021, la Camera dei Deputati aveva approvato
una mozione per garantire il lavoro agile ai dipendenti
pubblici, impegnando il Governo ad assicurare per i dipendenti
pubblici l’integrazione dei lavoratori in presenza con quelli
in modalità di smart working, prevedendo che questi ultimi
siano in numero significativo, “tendenzialmente non inferiore
ad un terzo dei dipendenti coinvolti in ciascun progetto”,
senza penalizzazioni “ai fini del riconoscimento di
professionalità e delle progressioni di carriera” e senza
ridurre o condizionare i servizi erogati alla cittadinanza,
garantendo alcuni principi, come diritto alla disconnessione,
adeguata attrezzatura tecnologica, la protezione dei dati,
parità di trattamento, formazione digitale e parità di genere.

La disciplina                 del      lavoro           agile
nella Pa
Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha pubblicato, come
già riferito, una nota il 4 gennaio 2022, in cui riassume la
situazione del lavoro pubblico, dove “la normativa e le regole
attuali già permettono ampia flessibilità per organizzare sia
la presenza, sia il lavoro a distanza”.

Il percorso di superamento dello smart working emergenziale
nella Pubblica amministrazione è cominciato il 10 marzo 2021,
con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la
coesione sociale siglato tra Governo e sindacati, in cui si
concordava “la definizione, nei futuri contratti collettivi
nazionali, di una disciplina che garantisca condizioni di
lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e
l’orientamento ai risultati, concili le esigenze delle
lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative
delle Pubbliche Amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il
miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita
professionale e vita privata”.

Le tappe successive sono state:

1) il decreto legge “proroghe” n. 56/2021, che ha riguardato
il superamento di vincoli rigidi e soglie percentuali minime
per l’applicazione    dello   smart   working   nella   Pubblica
amministrazione;

2) il Dpcm 24 settembre e Dm 8 ottobre 2021, con cui dal 15
ottobre è stato ripristinato il lavoro in presenza come
modalità ordinaria nella Pa;

3) in parallelo, sono state avviate le trattative per i
rinnovi contrattuali, nell’ambito dei quali devono essere
disciplinati gli aspetti di tutela dei diritti dei lavoratori,
delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro connessi al
lavoro agile: il diritto alla disconnessione, le fasce di
contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il
diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei
permessi e delle assenze e ogni altro istituto del rapporto di
lavoro e previsione contrattuale.

Le linee guida per il lavoro agile
nella Pa
Le “Linee guida in materia di lavoro agile nelle
amministrazioni pubbliche” qui disponibili in free download,
concordate con i sindacati e approvate dalla Conferenza
Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali il 16 dicembre 2020,
prevedono che lo svolgimento del lavoro agile sia rimesso
all’accordo individuale con il lavoratore, in cui vengono
definiti durata, modalità e obiettivi della prestazione. Le
linee guida prevedono le seguenti ulteriori condizioni per lo
smart working:

a) l’invarianza dei servizi resi all’utenza;
b) l’adeguata rotazione del personale autorizzato        alla
prestazione di lavoro agile, assicurando comunque           la
prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza;
c) l’adozione di appositi strumenti tecnologici idonei a
garantire l’assoluta riservatezza dei dati e delle
informazioni trattati durante lo svolgimento del lavoro agile;
d) la necessità, per l’amministrazione, della previsione di un
piano di smaltimento del lavoro arretrato, ove accumulato;
e) la fornitura di idonea dotazione tecnologica al lavoratore;
f) il prevalente svolgimento in presenza della prestazione
lavorativa dei soggetti titolari di funzioni di coordinamento
e controllo, dei dirigenti e dei responsabili dei
procedimenti.

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infrastrutture tecnologiche, risorse umane, organizzazione,
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La rotazione dei lavoratori
Ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una
rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile.
Ciò consente di prevedere l’utilizzo dello smart working con
ampia flessibilità, tenuto conto che la prevalenza del lavoro
in presenza contenuta nelle linee guida potrà essere raggiunta
anche al termine della programmazione. In sintesi, ciascuna
amministrazione potrà equilibrare lavoro agile e in presenza
secondo le modalità organizzative più congeniali alla propria
situazione, anche considerando l’andamento epidemiologico nel
breve e nel medio periodo.

Fino al 31 marzo 2022, la differenza fondamentale tra settore
pubblico e settore privato sta nell’obbligatorietà, per il
settore pubblico, dell’accordo individuale, come previsto
dalla legge n. 81/2017, mentre nel settore privato è ancora
ammessa la forma semplificata di smart working, senza
necessità di accordo individuale.

L’Osservatorio               del      lavoro        agile
nella Pa
Per supportare le Pubbliche Amministrazioni, è stato istituito
presso il Dipartimento della funzione pubblica l’Osservatorio
nazionale del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche,
con il compito di:

     elaborare proposte di carattere normativo e tecnico per
     la disciplina del lavoro agile nelle amministrazioni
     pubbliche;
     svolgere attività consultive, di studio e analisi a
     supporto della elaborazione di proposte per l’attuazione
     del lavoro agile nelle amministrazioni; analizzare, nel
     complesso, l’implementazione del Piano Organizzativo sul
     Lavoro Agile (Pola).

Linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni
pubbliche
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