Piano pluriennale 2020-2022 - Arpa Lombardia

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Piano pluriennale 2020-2022 - Arpa Lombardia
Piano pluriennale 2020-2022

    ex art. 17 della legge regionale 19 agosto 1999, n. 16 e s.m.i.

  Approvato con decreto del Presidente Amministratore Unico N 20 del 29 11 2019
Piano pluriennale 2020-2022 - Arpa Lombardia
Piano pluriennale 2020 – 2022

ARPA LOMBARDIA
Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia

Via Rosellini, 17
20124 Milano MI
Tel. +39 02 69 666 1

Presidente e amministratore unico

       Stefano Cecchin

Comitato di Indirizzo

       Raffaele Cattaneo, nella sua qualità di Assessore regionale all’Ambiente e al Clima,
       con funzioni di Presidente;
       Giulio Gallera, nella sua qualità di Assessore regionale al Welfare;
       Marzio Giovanni Marzorati, quale rappresentante delle associazioni ambientaliste;
       Marco Bonometti, quale rappresentante delle imprese esercenti attività produttive;
       il Presidente pro tempore dell’Unione Province lombarde (UPL)
       il Presidente pro tempore dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI)
       Lombardia.

Direttore Generale

       Fabio Carella

                                                                                                          2
Piano pluriennale 2020 – 2022

Sommario
SEZIONE 1.Introduzione e premessa metodologica _____________________________________________________________________ 4
     1.1Il posizionamento attuale di ARPA ___________________________________________________________________________ 4
     1.2La pianificazione nel nuovo contesto normativo ________________________________________________________________ 6
SEZIONE 2.Il quadro di riferimento programmatico regionale e gli indirizzi regionali ________________________________________ 11
     2.1 Le linee strategiche del PRS della XI legislatura di Regione Lombardia _____________________________________________ 11
     2.2 Primi indirizzi operativi del SNPA ___________________________________________________________________________ 14
SEZIONE 3. Linee strategiche di programmazione_____________________________________________________________________ 17
     3.1 Attività di controllo ______________________________________________________________________________________ 17
     3.2 Attività di monitoraggio __________________________________________________________________________________ 27
     3.3 Tutela dai rischi naturali e supporto alla Protezione Civile _______________________________________________________ 29
     3.4 Valorizzare il rapporto tra ambiente e salute _________________________________________________________________ 30
     3.5 Peculiare attenzione per l'innovazione e per le migliori tecnologie disponibili. _______________________________________ 31
     3.6 Consolidamento, aggiornamento e innovazione delle attività di laboratorio ________________________________________ 31
     3.7 Efficientamento amministrativo, con procedure che facilitino percorsi di efficienza nel rispetto della legalità (tempi brevi,
     procedure certe, semplificazione) _____________________________________________________________________________ 34
     3.8 Integrazione e sussidiarietà e nuove funzioni a supporto di altri Enti ______________________________________________ 34
     3.10 Informazioni Ambientali _________________________________________________________________________________ 36
     3.11 Supporto allo sviluppo sostenibile attraverso iniziative di diffusione, informazione, formazione, educazione ambientale ed
     attività di promozione della qualità ambientale __________________________________________________________________ 37
SEZIONE 4. L’organizzazione e la gestione dell’Agenzia a supporto delle linee strategiche individuate _________________________ 40
     4.1 Politiche del personale e Piano triennale dei fabbisogni. ________________________________________________________ 40
     4.2 Risorse finanziarie _______________________________________________________________________________________ 44
     4.3 Patrimonio ____________________________________________________________________________________________ 45
     4.4 Programmazione e controllo e sistemi di gestione _____________________________________________________________ 48
     4.5 Information and Communications Technology ________________________________________________________________ 50
     4.6 Comunicazione _________________________________________________________________________________________ 53
     4.7 Prevenzione della corruzione e trasparenza __________________________________________________________________ 54
SEZIONE 5. Azioni strategiche - Approfondimenti _____________________________________________________________________ 56
     5.1 Consolidamento e sviluppo delle attività di controllo ___________________________________________________________ 56
     5.2 Consolidamento e sviluppo dell’attività di monitoraggio ________________________________________________________ 60
     5.3 Tutela dai rischi naturali e supporto alla Protezione Civile _______________________________________________________ 65
     5.4 Consolidamento, aggiornamento e innovazione delle attività di laboratorio ________________________________________ 71
     5.5 Sviluppo, consolidamento, integrazione di informazioni e banche dati ambientali. ___________________________________ 78
     5.6 Supporto allo sviluppo sostenibile attraverso iniziative di diffusione, informazione, formazione, educazione ambientale ed
     attività di promozione della qualità ambientale __________________________________________________________________ 84
     5.7 Integrazione e sussidiarietà e nuove funzioni a supporto di altri Enti ______________________________________________ 91

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Piano pluriennale 2020 – 2022

 SEZIONE 1. Introduzione e premessa metodologica

1.1 Il posizionamento attuale di ARPA

Permane e si rafforza l’esigenza di promuovere e consolidare progressivamente il ruolo di ARPA come
unica fonte autorevole e legittima di conoscenza dello stato dell’ambiente in Lombardia. Le Agenzie
Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente, infatti, si qualificano istituzionalmente come
enti tecnico-strumentali, facenti parte di una rete nazionale di organi e di strutture a forte connotazione
tecnica e scientifica, costituenti riferimento privilegiato per le Autorità, le imprese e i cittadini, in
relazione alle crescenti necessità di una risposta efficace al bisogno di “protezione ambientale”.
Da questo punto di vista, è essenziale che il già conseguito riconoscimento dell’autorevolezza di
ARPA Lombardia si consolidi sempre di più, diventando un “valore diffuso” sul territorio lombardo,
fondato sulla competenza, sulla affidabilità del “dato prodotto” e sulla “terzietà” delle espressioni e
dei contributi tecnici e scientifici. Per essere autorevole è necessario quindi esprimere in ogni
contesto una posizione tecnico-scientifica chiara ed incontrovertibile, fornendo agli stakeholders
l’esatta dimensione delle attività di protezione ambientale svolte da ARPA.
Il Comitato di Indirizzo di ARPA Lombardia ritiene che l’Agenzia debba avere un ruolo determinante
nell’obiettivo di rafforzare l'autorevolezza scientifica e l’affidabilità dell’amministrazione pubblica in
materia ambientale, elementi che sono minati — tra l’altro — dall’alto margine di incertezza con cui i
dati ambientali vengono percepiti dalla popolazione e dal proliferare delle fonti di dati ambientali non
caratterizzate da adeguati livelli di scientificità.
L’autorevolezza di ARPA, la scientificità dei metodi di rilevazione applicati e la mole degli elementi
raccolti ed elaborati con le più avanzate tecniche e tecnologie rendono infatti l'Agenzia il principale
produttore e detentore dei dati e della conoscenza dell'ambiente a livello regionale e quindi l’unico
soggetto istituzionale legittimato a fornire informazioni ambientali e ad interpretarle.
Si pone quindi, come indirizzo strategico prioritario, l’esigenza di consolidare e sviluppare la
percezione dell’Agenzia, da parte dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni, come soggetto
unitario e credibile a supporto di ogni attività in materia di tutela e protezione dell’ambiente, cui
rivolgersi in caso di necessità.
Diventa quindi maggiormente rilevante il compito della comunicazione, quale strumento di
conoscenza ed informazione dei servizi di monitoraggio e di controllo erogati dall’Agenzia. Da questo
punto di vista, assume rilievo il consolidamento del sito web istituzionale di ARPA quale fonte, tanto
in modo sintetico “a portata di cittadino”, quanto in modo analitico “per gli addetti ai lavori”, da cui
attingere i dati risultanti dalle attività di monitoraggio, controllo, ricerca, previsione, formazione e
educazione svolte quotidianamente da chi lavora in ARPA.
Si configura inoltre l’esigenza di potenziare e valorizzare il ruolo dell’Agenzia nei rapporti con gli Enti
Locali (Comuni e Provincie) per il supporto tecnico alle attività amministrative di competenza, anche
attraverso appositi modelli convenzionali e protocolli di intesa, finalizzati a definire chiaramente le

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Piano pluriennale 2020 – 2022

differenti responsabilità e competenze, anche allo scopo di massimizzare l’efficienza in un contesto
di risorse umane e strumentali circoscritte e difficilmente incrementabili a ragione delle limitazioni e
del contenimento della spesa pubblica complessivamente intesa. Assume inoltre particolare
rilevanza il consolidamento del ruolo esercitato dall’Agenzia, per effetto dell’entrata in vigore della
Legge 68/2015, a supporto della Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia. Da questo angolo
visuale, appare proficuo e funzionale, in una prospettiva di preventiva definizione dei compiti e delle
modalità comportamentali degli operatori dell’Agenzia con qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria,
lo strumento relazionale già intrapreso e consolidato nel Protocollo d’Intesa in materia di reati
ambientali sottoscritto il 18 luglio 2018 tra ARPA Lombardia e la Procura Generale della Repubblica
presso la Corte d’Appello di Milano, Comando Regione Lombardia-Carabinieri Forestali, Nucleo
Operativo Ecologico dei Carabinieri di Milano e alcune Procure della Repubblica della Regione
Lombardia.
Infine, è utile ottimizzare le attività di reporting alle quali l'Agenzia già partecipa nell’ambito del
Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (SNPA), con pubblicazioni ufficiali inerenti a dati ed
informazioni ambientali, anche migliorandole ed arricchendole con indicatori di più facile
comprensione.
In base a quanto sopra ricordato è fondamentale che ARPA ottimizzi il processo di formazione dei
dati ambientali (puntuali, oggettivi e rigorose a livello scientifico) i quali devono essere messi a
disposizione di tutti i soggetti di riferimento (Istituzioni, cittadinanza, attività produttive) rendendo il
più possibile noto tale processo, distinguendolo tra quello finalizzato allo stato dell'ambiente, e quello
destinato alla formazione dei rilievi e delle informazioni che emergono nell’ambito di attività ispettive
e/o di controllo ambientale.
In entrambi i casi, ARPA dovrà introdurre tutte le migliori tecnologie disponibili e le proprie migliori
risorse (umane e strumentali) al fine di produrre un livello informativo riconosciuto, efficace e in
grado di fornire un valido supporto anche alle scelte degli amministratori locali e del mondo delle
imprese e delle associazioni.
Sotto questo punto di vista, assumono particolare rilevanza i dati, anche statistici, di cui l’Agenzia
dispone – in virtù delle proprie competenze e delle attività esercitate con le proprie strutture e reti
osservative nel settore meteorologico e nivometeorologico – aventi ad oggetto le variazioni
significative dei fattori che influiscono sullo stato del clima e sul fenomeno del riscaldamento
globale.
Questi dati dovranno essere valorizzati a sostegno degli approfondimenti e delle politiche della Giunta
regionale volte a contrastare i cambiamenti climatici e i relativi effetti sull’ambiente e sulla società.
Con riferimento alla produzione informativa in esito alle attività di ispezione e/o controllo svolte
dall’Agenzia, occorre evidenziare che le modalità operative di rilevazione ed elaborazione dei dati
tecnici di misura, seguite in ossequio ai contenuti normativi e certificate secondo protocolli di qualità,
garantiscono la terzietà ed incontrovertibilità degli stessi, contribuendo a rafforzare l'autorevolezza
dell'Agenzia nel panorama istituzionale locale e nazionale.

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Sia l'elaborazione dei dati di informazione ambientale che i dati relativi alle attività ispettive e di
controllo dovranno caratterizzarsi per oggettiva facilità di lettura nonché per l’indicazione delle
competenze professionali coinvolte nella loro raccolta e interpretazione.
È altresì necessario presidiare, con sempre maggiore efficacia, le problematiche connesse alla
gestione delle emergenze, in un contesto storico-territoriale contrassegnato da situazioni critiche
emergenti, anche in relazione all’incremento nell’ultimo biennio degli incendi negli impianti di
trattamento di rifiuti. Diventa in tal senso importante determinare, anche in chiave preventiva, misure
precauzionali e modalità di intervento a supporto delle autorità competenti.
Oltre che per le proprie finalità istituzionali, ARPA dovrà dotarsi di strumenti e risorse anche per dare
tempestivo riscontro alle richieste di informazioni e dati, provenienti da tutti i portatori di interesse,
con riguardo a problematiche che abbiano ricadute ambientali, come ad esempio le attività inerenti
alla realizzazione di grandi opere di interesse pubblico da realizzarsi sul territorio regionale.
Si ritiene inoltre utile che ARPA predisponga anche reporting dedicati, in risposta a specifiche
esigenze o richieste espresse dagli amministratori pubblici, nonché per rendere noti alle
Amministrazioni o al mondo delle attività produttive circostanze o situazioni la cui conoscenza sia
fondamentale per le scelte politiche o strategiche dei destinatari. In questo senso, in virtù della
maturata esperienza tecnico-scientifica, l'Agenzia continuerà a mettere a disposizione del decisore
politico le proprie conoscenze ed il proprio consolidato bagaglio informativo, a beneficio in particolare
delle politiche ambientali regionali. In tale linea, l'Agenzia fornirà anche un costante contributo alla
definizione delle strategie regionali per la tutela dell'ambiente e l’uso delle risorse, partecipando anche
all’attività dei tavoli di lavoro a tale scopo costituiti.

1.2     La pianificazione nel nuovo contesto normativo

I processi di pianificazione dei servizi e di determinazione degli obiettivi strategici e operativi trovano
attuazione negli specifici atti di programmazione previsti dalla legge. In particolare, per l’Agenzia,
occorre fare riferimento a quanto disposto dalla legge regionale istitutiva (L.R. 16/99), come modificata
e integrata dalla legge regionale n. 15/2017 che ha recepito alcuni precetti normativi della Legge 28
giugno 2016, n. 132, istitutiva del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente,
secondo quanto disposto dall’art. 7, comma 7, della legge statale medesima.

A tal riguardo, il novellato testo dell’art. 17 della legge regionale 16/99 prevede, tra l’altro, che l’ARPA
svolga la propria attività sulla base di piani triennali e di programmi annuali che sono redatti nel
rispetto dei LEPTA, nel rispetto del programma triennale nazionale di cui all’articolo 10 della legge
132/2016, e in coerenza con i contenuti del PRS e del DEFR e con gli indirizzi regionali agli Enti di
cui all’articolo 1 della legge regionale 27 dicembre 2006, n. 30.

In particolare, ai sensi dell’art. 15 bis della L.R. 16/1999, il Comitato di Indirizzo propone le linee guida
per la predisposizione del piano pluriennale di attività di ARPA, poi approvate con deliberazione della
Giunta Regionale, nel rispetto del programma triennale nazionale di cui all'articolo 10 della legge

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132/2016.
Le linee guida forniscono una serie di indirizzi finalizzati a rendere coerente la programmazione di
ARPA con le esigenze evidenziate dagli Enti e dalle associazioni rappresentati in seno al Comitato, e
dunque dagli Assessorati della Giunta Regionale competenti in materia di ambiente e salute, dalle
Province e dalla Città Metropolitana di Milano, dai Comuni, dalle associazioni delle imprese e da
quelle ambientaliste. Il documento è infatti il prodotto della scelta, condivisa da tutti i componenti del
Comitato, e delle tematiche che si ritengono di particolare rilievo ed urgenza, da approfondire ed
attuare nell’arco del triennio di pianificazione di ARPA.
La Giunta Regionale (art. 17 comma 4 L.R. 16/99), entro trenta giorni dall’approvazione del piano
pluriennale, può formulare osservazioni. Le eventuali osservazioni regionali sono vincolanti e
comportano l’adeguamento del piano alle stesse, con conseguente successiva riapprovazione del
documento.

Il piano pluriennale deve fornire un quadro previsionale delle tipologie degli interventi, della
necessità di risorse umane e strumentali e relativi vincoli normativi, dei tempi e dei risultati attesi, con
riferimento sia alla struttura centrale che ai dipartimenti. Il programma di lavoro annuale indica, in
modo aggregato a livello regionale e disaggregato a livello provinciale e territoriale, gli obiettivi, gli
interventi, le risorse, nonché il sistema di verifica dei risultati.

Con l’entrata in vigore nel gennaio del 2017 della Legge 132/2016 si sono quindi ampliati e modificati
gli scenari operativi e le responsabilità dell’ISPRA, affidando all’Ente il ruolo di indirizzo e di
coordinamento tecnico del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) di cui
fanno parte, oltre all’Istituto, 19 Agenzie Regionali (ARPA) e le 2 Agenzie Provinciali di Trento e
Bolzano (APPA).

La stessa Legge, in coerenza con il modello di amministrazione reticolare, sviluppa la propria azione
con riferimento a quattro poli fondamentali:

1) il Ministro dell’Ambiente, cui spetta l’implementazione delle politiche ambientali definite dal
   Parlamento (tramite, in particolare, la proposta di adozione dei LEPTA);
2) le Giunte Regionali e delle Province Autonome, alle quali spetta la definizione degli indirizzi
   programmatici regionali/provinciali in materia ambientale e la vigilanza sulle Agenzie, nonché
   spetta disciplinare con proprie leggi la struttura, il funzionamento, il finanziamento e la
   pianificazione delle attività delle Agenzie stesse, nel rispetto dei LEPTA e tenendo conto delle
   disposizioni contenute nel Programma triennale del SNPA;
3) l’ISPRA, il quale svolge funzioni di indirizzo e coordinamento tecnico, finalizzate a rendere
   omogenee le attività del SNPA;
4) le Agenzie Regionali e Provinciali che svolgono le attività istituzionali tecniche e di controllo
   obbligatorie, necessarie a garantire il raggiungimento dei LEPTA.

Il conseguimento dei LEPTA (Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali) nell’intero

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 territorio nazionale mira ad assicurare, attraverso interventi finalizzati, una maggiore omogeneità
 operativa quali/quantitativa dei controlli e dei monitoraggi, a dotare il SNPA di una Rete dei laboratori
 accreditati per i controlli ambientali, a diffondere più efficacemente l’informazione ambientale, a
 razionalizzare e migliorare il sistema informativo (SINAnet), di reporting e di comunicazione.

 Le più recenti iniziative del MATTM fanno ipotizzare che, in periodi brevi e comunque entro il prossimo
 triennio, verrà approvato il DPCM che, ai sensi dell’art. 9 della L. 132/2016, dovrà dettare i LEPTA, i
 relativi criteri di finanziamento, il Catalogo Nazionale dei Servizi, anche quale base per la
 programmazione delle attività di Sistema come previsto dall’art. 10 della stessa Legge. Ciò potrebbe
 introdurre degli effetti pratici non trascurabili sulle attività delle Agenzie, a partire dalle loro attività di
 pianificazione, il cui impatto dovrà essere attentamente studiato e valutato in base all’effettivo
 contenuto del “DPCM LEPTA” e del Programma Triennale del Sistema Agenziale che ne deriverà.

 Le linee guida per la predisposizione del precedente Piano pluriennale 2019-2021 di ARPA sono state
 approvate con delibera della Giunta Regionale n° XI/1398 del 18-03-2019. Il Comitato si riserva la
 possibilità di adeguarne i contenuti alle mutate esigenze territoriali o di programmazione nazionale o
 regionale rappresentate nel presente piano.

1.3         La governance di ARPA
 Con Leggi Regionali n° 15 del 26 maggio 2017 e n° 28 del 4 dicembre 2017, oltre a recepire
 alcuni precetti normativi della Legge 132/2016, secondo quanto disposto dall’art. 7, si è anche
 ridisegnata la governance dell’Agenzia.

 Alla luce delle già menzionate innovazioni normative, gli organi dell’Agenzia sono i seguenti:

      •   il Direttore Generale;

      •   il Presidente;

      •   il Comitato di Indirizzo;

      •   il Collegio dei revisori dei Conti.

 Il Direttore Generale esercita le funzioni previste dall’art. 15 assicurando l’attuazione degli
 indirizzi programmatici regionali e il raccordo con la Giunta regionale; curando il
 raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Regione secondo principi di efficacia, efficienza ed
 economicità; garantendo il controllo di gestione e la verifica della qualità dei servizi prestati
 dall’ARPA. In particolare, spettano al Direttore:

      a) la rappresentanza legale dell’Agenzia;

      b) la predisposizione, sentito il Comitato di indirizzo, dei regolamenti di organizzazione
      e di contabilità;

      c) la predisposizione, sentito il Comitato di indirizzo, del piano pluriennale di attività e

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       del programma di lavoro annuale;

       d) la predisposizione, sentito il Comitato di indirizzo, del bilancio di previsione, delle
       relative variazioni, nonché del conto consuntivo e del bilancio di esercizio;

       e) la predisposizione, sentito il Comitato di indirizzo, del tariffario per le prestazioni rese
       a soggetti terzi;

       f) l’adozione dei provvedimenti in materia di personale;

       g) la promozione e il coordinamento dei rapporti dell’Agenzia con Enti ed istituzioni
       esterne;

       h) la presentazione al Presidente e al Comitato di indirizzo, entro il 30 aprile di ogni anno,
       di una relazione sullo stato di avanzamento del piano pluriennale;

       i) l’assunzione di tutti gli ulteriori atti necessari alla gestione delle attività dell’Agenzia,
       compresa la nomina dei Direttori di Settore e di Dipartimento.

Il Presidente – nominato dalla Giunta Regionale – esercita le competenze previste all’art. 12 e
riportate di seguito:

      a) approvazione del bilancio di previsione, le relative variazioni e il conto consuntivo,
          nonché il bilancio di esercizio di cui all'articolo 2423 del Codice civile su proposta del
          Direttore Generale;

      b) approvazione del piano pluriennale di attività, in coerenza con gli atti di
          programmazione regionale, su proposta del Direttore Generale;

      c) approvazione dei regolamenti di organizzazione e di contabilità, su proposta del
          Direttore Generale;

      d) approvazione del tariffario per le prestazioni rese a soggetti privati, su proposta del
          Direttore Generale, comunicandolo alla Giunta Regionale;

      e) approvazione del programma di lavoro annuale sulla base del piano pluriennale di
          attività, su proposta del Direttore Generale;

      f) verifica dell’attuazione del piano pluriennale delle attività di cui alla lettera b);

      g) nomina del Direttore Generale a seguito di avviso pubblico;

      h) nomina del Vicedirettore su proposta dello stesso Direttore Generale.

Il Comitato di Indirizzo, nominato dal Presidente della Giunta Regionale, è composto:

     a) dall’Assessore Regionale competente in materia di ambiente, con funzioni di Presidente;

     b) dall’Assessore Regionale competente in materia di sanità;

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Piano pluriennale 2020 – 2022

     c) dal Presidente dell’Unione Provincie Lombarde (UPL) o suo delegato;

     d) dal Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Lombardia o suo delegato;

     e) da un rappresentante delle associazioni ambientaliste;

     f) da un rappresentante delle associazioni delle imprese esercenti attività produttive.

Il Comitato di Indirizzo svolge le funzioni attribuite dall’art. 15 bis che si dividono in: consultive
in materia di programmazione e di verifica dei risultati dell'attività di ARPA.

Le attività del Comitato di Indirizzo sono le seguenti:

     a) proposta delle linee guida per la predisposizione del piano pluriennale di attività di ARPA,
     approvate con deliberazione della Giunta Regionale, nel rispetto del programma triennale
     nazionale di cui all'articolo 10, della legge 132/2016;

     b) espressione di parere in merito:

               1. al tariffario per le prestazioni rese a soggetti terzi;

               2. al piano pluriennale di attività e al programma di lavoro annuale;

               3. al bilancio di previsione, alle relative variazioni, nonché al conto consuntivo e
               al bilancio di esercizio;

               4. ai regolamenti di organizzazione e di contabilità;

               5. alla relazione annuale sullo stato di avanzamento del piano pluriennale.

Il Collegio dei Revisori – nominato dal Consiglio Regionale – ai sensi dall’art.14, comma 2,
esercita le funzioni di controllo e di verifica contabile, attua le verifiche trimestrali di cassa e
vigila sulla regolarità contabile e sull’ efficienza amministrativa dell’Agenzia; predispone la
relazione esplicativa al bilancio di previsione e la relazione sull’andamento della gestione riferita
al conto consuntivo.

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     SEZIONE 2. Il quadro di riferimento programmatico regionale e gli
                indirizzi regionali
    L’articolazione del Piano pluriennale 2020-2022 dell’Agenzia si inserisce nel più ampio contesto della
    programmazione regionale. L’Agenzia, per approntare i propri strumenti di programmazione,
    recepisce gli indirizzi contenuti nel “Programma Regionale di Sviluppo della XI legislatura” -
    presentato dalla Giunta il 29 maggio 2018 con DGR XI/154 e approvato dal Consiglio Regionale il 10
    luglio 2018 con DCR XI/64, declinandoli e individuando in tale contesto le priorità strategiche di
    intervento. Il PRS è in corso di aggiornamento attraverso la Nota di aggiornamento al DEFR
    approvata dalla Giunta e trasmessa al Consiglio con DGR XI/2342 del 30/10/2019 in cui sono state
    rinnovate le indicazioni agli Enti del SIREG.

2.1 Le linee strategiche del PRS della XI legislatura di Regione Lombardia

    Si riportano qui di seguito alcuni spunti inerenti le predette priorità del PRS dell’XI Legislatura di
    Regione Lombardia:

     1. Più autonomia per una stagione costituente. RL si spenderà per aprire una vera e propria
        stagione costituente caratterizzata dallo sforzo generalizzato e corale degli apparati e dei vertici
        di Regione Lombardia per ottenere maggiori forme e condizioni particolari di autonomia”, a
        partire dal coordinamento della finanza pubblica e dal governo del territorio, con l’obiettivo di
        rendere più flessibili gli investimenti e costruire un sistema territoriale favorevole allo sviluppo di
        imprese innovative e competitive.

     2. Semplificazione, innovazione e trasformazione digitale, quali leve di sviluppo oltre la sfera
        prettamente economica, per modificare la concezione di buona parte delle politiche regionali:
        dall’efficienza della macchina amministrativa alla cultura, dalla salute all’alimentazione, dalla
        mobilità e all’ambiente

     3. Sostenibilità come occasione per migliorare la qualità della vita dei lombardi, conciliando le
        esigenze di crescita produttiva e coinvolgendo tutti gli attori del territorio. Le azioni prioritarie
        sono:

           3.1 la graduale transizione ad una economia a basse emissioni di carbonio (green economy
                e economia circolare);
           3.2 il miglioramento della qualità dell’aria attraverso misure integrate in diversi campi di
                intervento;

           3.3 lo sviluppo dell’infrastruttura verde regionale, intesa quale sistema unitario di aree
                naturali, semi-naturali e agricole, da conservare nella sua continuità territoriale;

           3.4 l’integrazione delle politiche urbanistico/territoriali con quelle di qualità delle acque e
                difesa dal rischio idraulico promuovendo lo sviluppo e la riqualificazione orientata alla
                tutela della risorsa idrica, degli ecosistemi acquatici, alla riduzione del consumo di suolo;

                                                                                                                    11
Piano pluriennale 2020 – 2022

        3.5 il perseguimento dell’obiettivo del contenimento del consumo di suolo;
        3.6 la Strategia regionale dello Sviluppo Sostenibile in attuazione dell’Agenda ONU 2030,
             così come anche declinata nel “Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile”.
  4. Attenzione alle fragilità, soprattutto in ambito sociale e sociosanitario.

  5. Sicurezza personale, pubblica, digitale, infrastrutturale, del territorio e delle condizioni
     dell’ambiente.

 L’aggiornamento del PRS attraverso il DEFR 2020

L’allegato alla nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale per il 2020
Indirizzi a Enti dipendenti e Società partecipate contiene gli indirizzi che si riportano integralmente
qui di seguito:

L’indirizzo strategico prioritario per l’agenzia è quella di consolidare il proprio ruolo come unica fonte
autorevole e legittima di conoscenza dello stato dell’ambiente in Lombardia e a supporto delle
decisioni per la definizione di un piano regionale di prevenzione ambientale, all’interno del contesto
normativo determinato dalla legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la
protezione dell'ambiente (SNPA).

L’Agenzia svolgerà, come previsto dalla legge istitutiva un’attività tecnico-scientifica a favore di
Regione, Province, Comuni e Comunità montane ed altri enti pubblici ai fini dell’espletamento delle
funzioni loro attribuite nel campo della prevenzione e tutela ambientale, sempre assicurando
omogeneità nei propri interventi nei diversi territori.
La nuova governance dell’Agenzia, con la presenza nel Comitato di Indirizzo di rappresentati di ANCI
e UPL, agevolerà l’interesse pubblico comune perseguibile attraverso sistemi di collaborazione
interistituzionale previsti dalle norme. In particolare ARPA proseguirà gli studi dei fenomeni franosi
monitorati, al fine di individuare soglie e scenari da fornire a Regione per la redazione delle
conseguenti pianificazioni di emergenza.
Monitoraggi e controlli dovranno essere ulteriormente implementati e indirizzati anche ai fini di poter
meglio contribuire in termini preventivi a situazioni di carattere emergenziale, quali per esempio, i
roghi negli impianti di smaltimento o stoccaggio di rifiuti e fenomeni di inquinamento delle acque
superficiali, in stretto raccordo con tutti gli Enti e le Autorità coinvolte, anche mediante la definizione
di protocolli d’intesa e condivisione di buone prassi di intervento.
Proprio in tal senso dovrà proseguire l’innovazione tecnologica e la ricerca a supporto dell’attività di
controllo e di monitoraggio, anche tramite l’utilizzo di droni già nella disponibilità di ARPA.

Inoltre, si darà seguito ad attività a supporto delle diverse componenti del SIREG con tecnologie
all’avanguardia all’interno dello Sviluppo del Centro Regionale per l’Osservazione Terrestre (CREO).

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Piano pluriennale 2020 – 2022

Considerata anche la complessità della normativa ambientale, ARPA garantirà alla Regione il
necessario supporto per il presidio dell’adozione della normativa ambientale, proseguendo
l’azione di confronto con gli interlocutori locali, enti ed imprese. Altrettanto, si svilupperanno
ulteriormente le attività, previste dal “progetto SUOLI” di supporto a Regione ed Enti Locali per il riuso
delle aree dismesse.
Dal punto di vista della comunicazione e dell’educazione ambientale saranno sviluppati strumenti
innovativi volti ad una informazione e responsabilizzazione puntuale ed efficace degli stakeholder e
dei diversi pubblici di riferimento, anche tramite la prosecuzione dell’implementazione del nuovo sito
web istituzionale e il rilascio di aggiornamenti delle diverse APP agenziali, tra cui quella del Meteo
che sarà implementata con i dati della rilevazione della qualità dell’aria.

ARPA assumerà inoltre funzioni di riferimento per la formazione in materia ambientale dei Soggetti
della Pubblica Amministrazione.
Infine, per integrare la rete idrometeorologica regionale per applicazioni di early warning anche in
ambito di idrometeorologia urbana, ARPA si avvarrà di un sistema radar mobile in banda X che
consentirà l’acquisizione e l’integrazione di dati alla massima risoluzione spaziale e temporale
fornendo tempestivamente informazioni sulla posizione e velocità di spostamento delle celle
temporalesche anche ai fini di supporto alla protezione civile nell’ambito delle alluvioni in centri abitati
(es. esondazione Seveso).

Le indicazioni del Comitato di Indirizzo
Sempre dal Comitato di Indirizzo è stata sollecitata una maggiore attenzione di ARPA verso la
comunicazione e la conoscenza delle normative ambientali da parte degli addetti ai lavori per
migliorarne il grado di accettabilità delle loro azioni. La comunicazione dovrà essere rigorosa,
scientifica, con dati obiettivi e certi e i cittadini dovranno sentire l’Agenzia come una struttura che
lavora per il loro benessere ambientale. Tutte le indicazioni fornite dal Comitato hanno trovato loro
organico sviluppo e declinazione all’interno del Piano di Comunicazione di ARPA Lombardia 2019
2021 approvato con decreto n° 594 del 16.10.2019.

Nell’anno 2020 dovranno assumere particolare rilevanza i dati di cui l’Agenzia dispone in virtù delle
proprie competenze e delle attività esercitate con le proprie strutture e reti osservative nel settore
idrologico, meteorologico e nivometeorologico - aventi ad oggetto le variazioni significative dei
fattori che influiscono sullo stato del clima e sul fenomeno del riscaldamento globale. A tale scopo
ARPA Lombardia svilupperà un filone di attività che vada verso una maggiore attenzione in materia
di servizi climatici: la conoscenza dei fenomeni meteo-climatici deve porsi a servizio di un
miglioramento dei processi decisionali. Le misurazioni del manto nevoso sono una componente
fondamentale per le analisi idrologiche e climatologiche.

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Piano pluriennale 2020 – 2022

 Nell’anno 2020 proseguiranno le attività di monitoraggio relative alla qualità delle acque e dell’aria
 in Lombardia, allo scopo di supportare le decisioni di policy con una base conoscitiva sempre più
 solida ed aggiornata.
 Infatti, con l’anno 2019 è giunto al termine il sessennio di monitoraggio 2014-2019 previsto dal
 Piano di Gestione del Distretto Idrografico del fiume Po e sarà quindi possibile elaborare il quadro
 aggiornato relativo allo stato di qualità delle acque superficiali (corsi d’acqua e laghi) e sotterranee.
 Sarà inoltre avviato il sessennio di monitoraggio 2020-2025, con l’ampliamento dei profili analitici
 volto alla ricerca di inquinanti emergenti. Proseguiranno le attività di supporto a Regione Lombardia
 connesse al Piano di Tutela delle Acque.
 Per quanto concerne la qualità dell’aria, proseguiranno le attività di studio della composizione del
 particolato, già avviate negli anni precedenti, e le attività di supporto a Regione Lombardia sia per
 il monitoraggio del Piano Regionale per gli Interventi per la qualità dell’Aria, sia per l’attuazione
 dell’accordo del Bacino Padano, con particolare riferimento alle misure temporanee omogenee
 durante i periodi di accumulo degli inquinanti e di aumento delle relative concentrazioni.

 Nell’ambito dei controlli sul ciclo di gestione dei rifiuti proseguirà il progetto SAVAGER avviato nel
 2019 con un'articolazione triennale, in accordo con le iniziative sul tema intraprese dalla Giunta
 Regionale. Nel 2019 le attività di Geospatial Intelligence si sono concentrate sulle province di Pavia
 e Lodi permettendo di individuare e di porre sotto sequestro numerose discariche abusive. Nel 2020
 il progetto si estenderà ad altre province che saranno concordate con Regione Lombardia in base
 alla valutazione dei rischi ambientali presenti, e al livello di possibile coinvolgimento delle autorità
 locali e agli strumenti di coordinamento istituiti (come ad esempio i “Nuclei Ambiente” istituiti presso
 le Prefetture) e all’oggettiva disponibilità di risorse in armonizzazione con i programmi di lavoro
 relativi all’intero arco delle attività istituzionali di ARPA nei territori di riferimento. Il progetto inoltre
 presenta forti sinergie con le iniziative regionali sulla rigenerazione urbana e relative all’eliminazione
 di nuclei di degrado ed illegalità.
 ARPA proseguirà nel 2020 gli studi dei fenomeni franosi monitorati, al fine di individuare soglie e
 scenari da fornire a Regione per la redazione delle conseguenti pianificazioni di emergenza. Nel
 corso del 2019 è stato ultimato il progetto ARMOGEO, che prevedeva l’acquisizione progressiva
 delle reti di monitoraggio geologico precedentemente gestite da altri Enti, per ampliare e potenziare
 il rilevamento delle grandi frane attive sul territorio lombardo. Nel 2020 sarà a regime il monitoraggio
 delle 44 aree di frana con acquisizione dati in automatico si concluderanno gli 11 studi di
 modellazione con la definizione di soglie di criticità ai fini dell’allertamento.

2.2 Primi indirizzi operativi del SNPA
Il Consiglio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), con delibera n. 33 del 4
aprile 2018, ha approvato il documento “Programma Triennale delle attività 2018-2020”, al fine di
tenere in conto le evoluzioni in essere del contesto normativo ed istituzionale di riferimento e le
esigenze di aggiornamento alla luce dello stato di avanzamento dei LEPTA.

Il documento indica già alcune proposte programmatiche, considerate prioritarie dal Consiglio SNPA,
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Piano pluriennale 2020 – 2022

anche al fine di avviare un percorso sperimentale propedeutico alla definizione, al conseguimento e
alla verifica dei LEPTA. Nelle more della formalizzazione con DPCM, ai sensi dell’art. 9 comma 5
della L.132/2016, del Catalogo nazionale dei Servizi del SNPA, si è adottato come riferimento tecnico
la proposta di Catalogo dei servizi SNPA, approvata dal Consiglio SNPA nella seduta del 9 gennaio
2018.

Il SNPA, nel delineare una prima prospettiva di pianificazione pluriennale, declina le parole chiave in
una serie di obiettivi strategici che, a cascata, si traducono in una serie rilevante di azioni operative da
conseguire nel triennio:

Il Programma triennale 2018-2020 SNPA individua conseguentemente dei primi livelli di riferimento
per alcuni ambiti delle attività di monitoraggio, controllo e vigilanza, valutazione e reporting
ambientale di competenza del Sistema. Essi vanno intesi quali indirizzi operativi del Sistema che
rappresentano ambiti di necessità emergenti di rafforzamento, di confronto e omogeneizzazione su
scala nazionale.

L’individuazione delle prestazioni indicate deriva anche da richieste rivolte al SNPA e dalla necessità
di risposte su temi emergenti, oltre che previste dalla normativa istitutiva del SNPA stesso, quali:

 •   la ricerca di nuovi inquinanti emergenti quali: gli interferenti endocrini che comprendono una
     vasta gamma di sostanze chimiche che possono alterare l’equilibrio ormonale degli organismi
     viventi; le sostanze perfluoro alchiliche, PFAS, compreso il composto cC6O4, di recente
     riscontro in alcune regioni come inquinante emergente nelle acque superficiali; le sostanze
     previste nella Watch List di cui alla Direttiva dell’Unione Europea 2013/39/EU, alla decisione
     2015/495, aggiornata dalla più recente decisione 2018/840, che hanno istituito e regolamentato
     il monitoraggio di sostanze emergenti che potenzialmente possono inquinare l’ambiente
     acquatico europeo;
 •   le attività tecnico-analitiche correlate alla mappatura dell’inquinamento dei laghi, dei fiumi e
     dei mari;
 •   la gestione del monitoraggio della qualità dell’aria con particolare attenzione alla qualità dei
     dati relativi alle polveri fini d’inverno e all’ozono nel periodo estivo, parametri oggetto di
     particolare attenzione dagli stakeholders del SNPA anche a causa dei numerosi superamenti
     degli stessi rispetto ai limiti consentiti dalla normativa;
 •   un sistema di controlli ambientali organico e mirato, le cui priorità sono determinate in
     funzione sia della presenza e pericolosità delle attività produttive sia della vulnerabilità del
     territorio, con focus specifici sulle problematiche emergenti quali ad esempio: gli impianti di
     trattamento dei rifiuti, anche alla luce dei continui incendi avvenuti negli impianti stessi; i processi
     di bonifica dei siti contaminati;
 •   lo sviluppo di una reportistica SNPA qualificata, in grado di fotografare i vari aspetti ambientali
     del Paese, sincronizzando i vari Punti Focali Regionali (PFR) nell’attività di pubblicazione e

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Piano pluriennale 2020 – 2022

     diffusione delle informazioni, individuando anche un set di indicatori ambientali che fotografino
     a scadenze prestabilite la realtà dello stato della qualità ambientale del Paese;
 •   la capacità di fronteggiare situazioni di emergenze ambientali, a supporto delle autorità
     competenti di Protezione civile e/o di altre organizzazioni territoriali e Forze dell’Ordine,
     arginando la diffusione e propagazione dei possibili inquinamenti.

In un quadro generale di conformità alle norme in materia di protezione ambientale, sono stati quindi
individuati e definiti alcuni obiettivi per i quali il SNPA individua target cui ispirare la propria azione
nel corso del triennio 2018 - 2020, che rappresentano quindi primari fattori di benchmark cui anche
l’Agenzia si dovrà rapportare per una valutazione della propria performance.

Il lavoro svolto nell’ambito del SNPA richiede un significativo impegno per l’Agenzia a vari livelli, non
solo in termini di adeguamento della pianificazione delle attività regionali alle linee di indirizzo
nazionali ma anche in relazione all’importante contributo da esprimere nell’ambito degli appositi TIC
(Tavoli istruttori del Coniglio del SNA). L’attivazione dei gruppi di lavoro, delle Reti dei referenti
tematici e dei Sottogruppi Operativi connessi ad ognuno dei 7 TIC costituiti, comporterà l’avvio di

molti tavoli a livello nazionale finalizzati alla implementazione di strumenti omogenei, sia a livello
tecnico-operativo che di carattere pianificatorio-gestionale; la necessità di presidiare temi importanti
e contemporaneamente rappresentare a livello nazionale le peculiarità lombarde richiederà l’impegno
sia delle strutture centrali che di quelle dipartimentali di ARPA. A seguire, andranno anche avviate
azioni interne per l’implementazione dei provvedimenti di tipo regolamentare e legislativo adottati,
come previsto dalla L. 132/2016.

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Piano pluriennale 2020 – 2022

 SEZIONE 3. Linee strategiche di programmazione

Le iniziative programmatiche che caratterizzeranno lo sviluppo dell’Agenzia rappresentano il
proseguimento delle attività già in essere e prevedono il consolidamento e lo sviluppo dell’attività
tecnico-scientifica di propria competenza istituzionale secondo quanto descritto nei paragrafi
seguenti.

Le linee strategiche da considerare, emergenti anche dall’analisi delle proposte dell’alta direzione di
ARPA, sono di seguito poste in evidenza.

Risulta evidente che il livello prestazionale compiutamente indicato nelle sottoelencate specificazioni
dei diversi ambiti di controllo è suscettibile di variazioni in relazione all’effettivo grado di disponibilità
delle dotazioni di risorse umane e strumentali necessarie allo svolgimento delle attività di cui si tratta.
A tal fine, si conferma l’esigenza di un monitoraggio periodico e sistematico delle correlate dinamiche
gestionali.

Di seguito i principali ambiti di attività e gli elementi fondamentali di programmazione.

3.1 Attività di controllo

Le linee strategiche dell’attività dell’Agenzia per il triennio in materia di controlli non possono
prescindere dai contenuti del programma triennale delle attività 2018-2020 del SNPA che, per questi
temi, individua quali priorità:

   •   le ispezioni presso gli stabilimenti RIR;
   •   le verifiche ispettive nelle aziende AIA;
   •   l’implementazione di controlli presso aziende non AIA/non RIR;
   •   il presidio del tema delle emergenze ambientali.

A queste azioni prettamente “sul campo”, si aggiungono le attività di tipo istruttorio, tra cui
principalmente:

   •   il supporto alle Autorità competenti nelle fasi di rilascio delle autorizzazioni AIA (pareri su
       PMC);
   •   il supporto nelle fasi istruttorie dei procedimenti di bonifica;
   •   la pareristica nell’ambito delle installazioni di impianti di telecomunicazione.

A partire da tali premesse e considerando che l’attività di controllo rappresenta una delle principali
aree di azione di ARPA, nel prossimo triennio sarà necessario potenziare le risorse dedicate a questo
ambito di attività all’interno del nuovo assetto organizzativo, che diventerà vigente con l’inizio del
2020, anche alla luce di nuovi o rinnovati elementi di pressione territoriale e ambientale che
necessariamente richiedono un adeguamento della capacità di risposta da parte dell’Agenzia, quali
ad esempio i recenti aggiornamenti normativi in materia di rifiuti.

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Piano pluriennale 2020 – 2022

Strumento innovativo a supporto delle valutazioni relative all’impiego delle risorse di personale è
certamente il lavoro di approfondimento sui tempi medi dei processi ARPA, svolto negli ultimi due
anni con il coinvolgimento di tutte le Direzioni e giunto ad un risultato che si può ritenere di una certa
consistenza.

Gli esiti di questo lavoro sono utili elementi di supporto alla programmazione di dettaglio delle attività,
con particolare riferimento alle attività di controllo, nonché alla valutazione delle risorse umane
impegnate nei vari ambiti. Alla luce di quanto emerso, nei prossimi anni sarà anche necessario
approfondire le considerazioni in merito alle attività connesse all’attribuzione della qualifica di Ufficiali
di Polizia Giudiziaria, sia in riferimento all’applicazione della procedura estintiva dei reati ambientali
(ex parte VI bis del D.lgs. 152/06) che al supporto all’Autorità Giudiziaria o agli altri Organi di Polizia
Giudiziaria, che in questo ultimo biennio hanno interessato e coinvolto in maniera significativa i tecnici
che operano sul territorio, sia in termini di tempo impiegato che di complessità delle procedure.

La qualifica di UPG e l’attuazione della Legge 68/2015

In questi anni, a partire dal 2017, anno nel quale è stata reintrodotta la qualifica, si è osservato che
l’attribuzione della qualifica di UPG a gran parte del personale assegnato alle UO APC dei dipartimenti
ha implicato una modifica dell’approccio al tema dei controlli, comportando un sostanziale
allungamento dei tempi procedimentali, sia per l’applicazione della procedura estintiva alle
contravvenzioni ambientali, prevista dalla Legge 68/15 per i reati contravvenzionali del D.
Lgs.152/2006, sia per le richieste di supporto e approfondimento pervenute da parte dell’Autorità
Giudiziaria che, seppure in maniera diversa da territorio a territorio, spesso comportando una
revisione della calendarizzazione delle attività programmate.

L’attribuzione della qualifica di UPG comporta, inoltre, la possibilità che la Procura assegni deleghe
di indagini, con tutti gli adempimenti connessi alla qualifica stessa, che vanno ad aggiungersi alle
competenze prettamente tecniche di ARPA e che derivano direttamente dalle attribuzioni previste dal
Codice di Procedura Penale.

È proseguito nel 2019 il monitoraggio avviato sui volumi di lavoro connessi a queste nuove
competenze: la situazione che ad oggi si delinea richiede di effettuare valutazioni di tipo complessivo,
eventualmente anche di natura organizzativa, per far fronte alla pressione sul territorio e necessita di un
presidio costante che garantisca modalità uniformi di azione, oltre a periodici aggiornamenti di tipo formativo.
Non va inoltre trascurata la necessità di garantire un rapporto costante e costruttivo tra dipartimenti
e Procure, anche con il supporto delle competenze presenti presso la nuova Direzione Affari Legali
e Istituzionali.

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Piano pluriennale 2020 – 2022

Il controllo presso le attività produttive

La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 aprile 2001, che stabilisce i criteri
minimi per le ispezioni ambientali negli Stati membri, ha messo in evidenza come le ispezioni
costituiscano un anello indispensabile della catena regolamentare ed uno strumento efficiente per
contribuire ad un'attuazione più coerente e al rispetto della normativa ambientale in tutta la Comunità
ed evitare distorsioni della concorrenza, in un’ottica di promozione della conformità degli impianti alle
prescrizioni ambientali.

Aziende dotate di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e classificate a Rischio di Incidente
Rilevante (RIR) ricadono in ambito normativo di diretto recepimento europeo e richiedono un’azione
di controllo armonizzata, sia rispetto ai dettami normativi europei che al contesto di riferimento
nazionale, come peraltro previsto dagli atti di indirizzo tecnico dello stesso Sistema Nazionale di
Protezione Ambientale.

Nell’ambito delle attività di cui al D. Lgs. 105/15 in materia di controlli su stabilimenti RIR, prosegue
l’attività di ispezione sui Sistemi di Gestione della Sicurezza presso gli stabilimenti di soglia inferiore,
sulla base della Convenzione tra Regione/ARPA/Direzione Regionale VVF, e anche presso gli
stabilimenti di soglia superiore, così come stabilito dalla programmazione annuale definita dal C.T.R.
della Lombardia; per questi ultimi il controllo presso gli impianti è accompagnato dalle attività di
istruttoria tecnica sui rapporti di sicurezza. .

In termini prospettici, devono essere oggetto di programmazione anche le attività riferite ai rimanenti
adempimenti previsti dal D. Lgs.105/2015 ad oggi non ancora considerati, quali ad esempio la
valutazione degli “effetti domino”, importante soprattutto per la pianificazione territoriale di alcune
aree della regione in cui sono presenti, a pochissima distanza, aziende classificate ai fini della
“Seveso”.

La stretta connessione tra i temi del rischio industriale e della classificazione delle sostanze richiederà
sempre più di operare in stretto raccordo con esperti di vari ambiti, mettendo a sistema le conoscenze
e competenze che in questi anni la nostra Agenzia e l’intero SNPA hanno maturato. Si segnala in
proposito la proposta di linee guida sulle galvaniche che ha avuto origine dal lavoro effettuato in
Lombardia e che è stato presentato per approvazione al Coordinamento nazionale.

Sul lato AIA, la modalità di pianificazione dei controlli stabilita a livello di SNPA e condivisa con
la competente struttura di Regione Lombardia, che tiene conto delle previsioni del D.Lgs.46/2014,
norma di recepimento in Italia della Direttiva IED 75/2010/UE, consente, da una parte, di individuare
un piano di controlli triennale basato su un’analisi di rischio effettivo (performance dell’azienda e
contesto territoriale), e, dall’altro, permette anche di individuare i comparti ambientali sui quali porre
maggiore attenzione. La programmazione di dettaglio dei controlli per il triennio 2018-2020, elaborata
sulla base dei vettori di rischio individuati mediante l’utilizzo dell’algoritmo SSPC, è stata condivisa
con Regione Lombardia nel 2018 e mira all’obiettivo di coprire completamente il piano dei controlli

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Piano pluriennale 2020 – 2022

nell’ambito del triennio, almeno per gli impianti industriali. Al termine dell’anno 2020 si dovrà
considerare che i controlli già programmati ma che, per varie ragioni, principalmente connesse alla
disponibilità di risorse umane, non saranno stati svolti, dovranno essere ‘recuperati’ con priorità
all’inizio del nuovo triennio, in aggiunta alla nuova programmazione. Inoltre, l’aggiornamento dei
vettori di rischio consentirà di impostare la programmazione del triennio 2021-2023, che terrà conto
anche di eventuali nuove aziende di recente autorizzazione, non ricomprese nella programmazione
vigente.

È sempre più evidente che per far fronte a questi obiettivi occorrerà necessariamente riconsiderare
in maniera complessiva le risorse a disposizione e impegnate sul tema dei controlli e la loro
distribuzione dei vari dipartimenti, in funzione delle pressioni locali, oltre che ripensare a modalità di
controllo differenti, anche di carattere innovativo, integrativo rispetto al tradizionale approccio. Il già
citato lavoro per la definizione dei tempi medi di riferimento dei processi, che ha individuato un tempo
medio per l’esecuzione di una verifica ispettiva AIA, costituirà un interessante elemento di supporto
a tali valutazioni. Durante il 2019 ARPA ha proposto una check list di controllo congiunto in ambito
zootecnico, che consenta, a seguito di opportuna formazione, di effettuare in maniera congiunta il
controllo AIA e di conformità alla Direttiva Nitrati, sia da parte del personale ARPA che da parte di
Regione Lombardia. A valle della condivisione, questa metodologia potrà contribuire ulteriormente al
raggiungimento degli obbiettivi di programmazione sia a livello regionale che in ambito SNPA,
perseguendo altresì l’obiettivo generale di semplificazione e non duplicazione dell’azione di controllo.

Il controllo è verifica di conformità alle norme ambientali e alle autorizzazioni all’esercizio delle attività:
è quindi fondamentale il riesame delle autorizzazioni alla luce delle BAT di settore, per le quali risulta
di particolare importanza non solo la fase di declinazione regionale, effettuata mediante tavoli tecnici
che coinvolgano le aziende, le associazioni di categoria e le autorità competenti, ma anche la fase di
costruzione delle BAT stesse, mettendo a disposizione del Ministero dell’Ambiente i dati di esercizio
delle nostre aziende, affinché li rappresenti a livello comunitario. Anche nel prossimo triennio sarà
necessario continuare a presidiare con attenzione questi aspetti, in stretto raccordo con la Regione,
mettendo a sistema la competenza maturata nell’ambito dei controlli ispettivi ed elaborando
opportunamente i dati di autocontrollo delle aziende.

Va necessariamente tenuto presente che, in esito ai lavori di questi ultimi anni, la Commissione
Europea ha completato i documenti delle BAT per gli ambiti: fonderie non ferrose, trattamento rifiuti,
zootecnia e chimiche. Tali documenti prevedono che le aziende interessate si attivino per adeguare i
propri impianti ai requisiti stabiliti, fissando le scadenze per l’adeguamento delle relative
autorizzazioni. In considerazione dell’elevato numero di impianti presenti in Lombardia di queste
tipologie, sarà necessario prevedere un coinvolgimento significativo dell’Agenzia per l’espressione
dei pareri tecnici di competenza sul Piano di Monitoraggio e Controllo. Questo aspetto potrà
rappresentare anche un elemento di approfondimento nei rapporti convenzionali con le Province, che
sono nella maggior parte dei casi Autorità Competenti per le AIA e che manifestano spesso difficoltà
nel garantire il rinnovo autorizzativo nei tempi previsti dalla normativa. Nel corso del 2019, in

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