Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance

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Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Qualità ambientale e
  sviluppo turistico locale:
nuovi percorsi di governance

                                     LINEE GUIDA
   per la predisposizione di sistemi di gestione ambientale secondo i requisiti del
Regolamento EMAS II di strutture turistiche importanti (Porticcioli Turistici e Campi
da Golf) integrati con i sistemi di gestione ambientale e con i processi di Agenda 21
                                Locale degli Enti Locali
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Il progetto Life PHAROS è stato promosso e coordinato dalla Regione Liguria: Dipartimento Ambiente -
Direttore Gabriella Minervini; Settore Politiche dello Sviluppo Sostenibile - Dirigente Vincenzo Parisi

Responsabile del progetto: Daniela Minetti

Coordinamento e gestione tecnica e amministrativa: Laura Muraglia

Coordinamento compiti tecnici: Ingrid Barile (Sige Srl), Gianfranco Schirinzi (Sige Srl), Livia Mazzà (Ecosistemi
Srl), Valter Raineri (ARPAL), Alessandra Pansera (Comune di Celle Ligure)

Redazione della Pubblicazione: Ingrid Barile (Sige Srl), Laura Muraglia (Regione Liguria)

Hanno partecipato al progetto PHAROS:

Regione Liguria: Daniela Minetti, Laura Muraglia, Elena Nicosia, Ilaria Fasce, Paola Solari, Gloria Manaratti,
Carlo Marzani, Andrea Baroni, Ilaria Micheletti, Giovanni Gaggero, Corinna Artom, Antonio Gorgoni, Danilo
Peluffo, Dino Biondi, Giuseppe Ruzzeddu, Riccardo Mollo, Renzo Castello; per il supporto grafico, Enrico
Gallino, per il supporto amministrativo Stefano Bersanetti, Rosa Viscogni e Rosangela Vigliotti
Università di Genova - Dip.Te.Ris: Attilio Arillo, Mauro Fabiano, Valentina Marin, Mariapaola Moreno, Paolo
Vassallo, Chiara Paoli, Luigi Vezzulli, Giuseppina Barberis, Patrizia De Vito, Paola Laconi, Aldo Lattes, Jean
Mensa, Alessandro Montella, Sebastiano Salvidio
Università di Torino – Centro Agroinnova: Patrizia Titone, Maria Lodovica Gullino, Massimo Mocioni,
Angelo Garibaldi, Matteo Monchiero e per il supporto amministrativo Emanuela La Rocca
ARPAL: Barbara Marsano, Valter Raineri, Anna di Lauro, Donatella Grimaldi, Bruno Soracco, Cecilia
Brescianini, Francesco Lazzarini, Roberta Cataudella, Federica Debarbieri, Daniela Caracciolo, Tiziana Pollero,
Rossella Bertolotto, Cecilia Cuneo, Fabiana Castino, Valeria Tomei, Elga Filippi, Silvia Storace, Ugo Bertelli,
Carla Belletti, Giovanni Brevi, Marco Canepa, Enrico Borgo e Filippo Demicheli
ARE: Francesca Verardo, Adriano Pessina
Servizi Industriali Genova Sige Srl: Ingrid Barile, Francesca Farinon, Chiara Odasso, Gianfranco Schirinzi
Comune di Arenzano: Angelo Grasselli, Gian Piero Giglio, Gian Piero Lazzarini, Cesare Montaldo, Monica
Figus
Comune di Cogoleto: Roberto Pansolin, Rosetta Barbuscia, Santo Revello, Claudia Avanzino, Federica
Biglino, Margherita Robiglio
Comune di Varazze: Giulio Alluto, Angelo Gandolfo, M.G. D’Angelo, Cristina Berardi
Comune di Comune di Celle Ligure: Remo Zunino, Giovanni Pastorino, Alessandra Pansera, Francesca
Meloni
Comune di Albisola Superiore: Mario Vezzoso, Daria Barile, Roberto De Lucis, Cristina Gamba, Giovanni
Genco, Margherita Robiglio
Comune di Albissola Marina: Marta Peluffo, Giovanna Genova, Laura Pasero, Sonia Prato, Mirco Danello,
Andrea Cestino
Comune di Garlenda: Giuliano Miele, Silvia Pittoli, Enrico Sergio, Raffaella Bonfiglio, Matteo Zerbini
La Filanda srl Golf Albisola Superiore: Alessandra Vignolo, Sara Levorini, Gianluca Smidth
Circolo Golf della Pineta Arenzano: Anna Giordano, Egle Ponzano Minetti, Roberto Mazzei
Castellaro Golf: Gildo Fognini, Silvia Lanteri
Golf Club Garlenda: Marco Antonangeli, Fabio Barbera
Golf Ulivi Sanremo: Lorenzo Giani, Claudio Polesel
Circolo Golf e Tennis Rapallo: Fabrizio Pagliettini, Dario Giardella, Giorgio Della Casa
Marina di Varazze: Giovanna Vitelli, Giovanni Gracchi, Luigi Canova, Elisa Perin, Emanuele Rinaldi, Marco
De Paolis
Marina degli Aregai: Gianmarco Torre, Vincenzo Aliotta, Barbara Peirrone
Portosole: Giorgio Scarsella, Walter Scarsella, Achille Pennellatore
Cala Cravieu: Mario Tanino, Francesco Tarrini, Antonietta Vallerga
Gesa Srl: Bruno Casarino
Ecosistemi srl: Silvano Falocco, Livia Mazzà
Circolo Nautico di Celle Ligure: Paolo Macrì ed i suoi collaboratori
Federgolf: Egle Ponzano Minetti, Augusto Passadore, Maria Paola Solaris, Stefano Manca, Antonio Bozzo,
Gianni De Polo, Johnatan Smith

I partner del progetto rivolgono un particolare ringraziamento alla Dott.ssa Laura Muraglia, sempre proposi-
tivia e instancabile nell’attività di gestione e coordinamento e ricordano la figura del Prof. Sandro Nosengo
prematuramente scomparso, che ha collaborato al progetto.
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Presentazione
                    Franco Zunino - Assessore all’Ambiente della Regione Liguria

    In un mondo che cambia, si allarga, ci propone un confronto con mondi lontani, cambia la pub-
blica amministrazione, cambia l’approccio allo sviluppo sociale ed economico cambiano le politiche
ambientali.
    Gli enti pubblici sono chiamati oggi a svolgere un ruolo più dinamico e dialettico nei confronti del
contesto sociale ed economico in cui operano, a diventare soggetti attivi, efficienti, aperti al con-
fronto, meno legati ad approcci unicamente volti all’autorizzazione e al controllo. In questo conte-
sto le politiche ambientali, diventano politiche di futuro sostenibile e forniscono slancio, opportuni-
tà e strumenti per facilitare questo cambiamento. Tra gli strumenti che più incidono sul modo di pro-
cedere della pubblica amministrazione si può annoverare la registrazione ambientale EMAS che sem-
pre più diventa uno strumento non solo volto alla qualificazione ambientale dei territorio ma anche
a supporto della governance locale.
    Con il progetto Pharos questa visione allargata dell’EMAS è stata applicata in ambito turistico per
lo sviluppo del confronto tra enti locali a livello comprensoriale e con strutture turistiche ad ampio
impatto territoriale tramite integrazione dei sistemi di gestione certificati, processi di dialogo e di in-
tegrazione funzionale.
    Il turismo è per la Liguria come per altre regioni costiere del Mediterraneo un asse portante del-
l’economia locale. Ma una efficace politica turistica può essere realizzata solo come segmento ter-
minale di un processo che tenga alta la qualità ambientale paesaggistica e dell’offerta degli opera-
tori del territorio.
    A sua volta questo alto valore qualitativo è frutto di un’azione integrata tra operatori turistici e
pubblica amministrazione, un’azione in cui la pubblica amministrazione deve svolgere la sua attivi-
tà pianificatoria, programmatoria, autorizzativa con la consapevolezza dell’obiettivo finale e con una
capacità di governo dei processi territoriali nuova ed incisiva.
    Per ottenere questo livello di governance territoriale è innanzi tutto necessario dotarsi di stru-
menti capaci di attivare da un lato capacità di ascolto delle esigenze ambientali, sociali ed economi-
che del territorio e dall’altro di attivare l’amministrazione stessa nell’animare, coordinare e promuo-
vere un sistema locale nel suo complesso.
    Il turista, particolarmente attratto dalle risorse ambientali del territorio, deve essere accolto da
un sistema in grado di soddisfare le sue aspettative senza però che la sua stessa presenza o le in-
frastrutture che devono accoglierlo generino impatti negativi sulla comunità locale e sulle risorse na-
turali e paesaggistiche oggetto dell’attrattività stessa.
    A livello regionale risulta quindi necessario ricercare un punto di equilibrio tra la tutela della par-
ticolarità e unicità del territorio ligure e la valorizzazione delle potenzialità economiche che il terri-
torio stesso può esprimere.
    Il modello di turismo sostenibile che la Regione Liguria intende perseguire deve riuscire ad espri-
mere un posizionamento preciso e originale dell’approccio ‘ligure’ alla fruizione delle coste, così da
evitare di riproporre in un territorio ‘prezioso e piccolo’ quale la Liguria approcci alla tematica che si
sono dimostrati magari anche efficaci, ma in specifici contesti ambientali e socio-economici per nul-
la assimilabili alla nostra realtà.
    Questa approccio può nascere solo da un confronto attento tra regione, enti locali ed operatori
privati La costruzione di un sistema pubblico-privato, territorio-strutture turistiche è proprio una del-
le proposte che la Regione Liguria ha sperimentato grazie al progetto Life Pharos.
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Golf Ulivi Sanremo

Marina di Varazze (SV)
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
INDICE GENERALE

1. IL PROGETTO LIFE - P.H.A.R.O.S.                                                                       7
   1.1 Come nasce e cosa è il progetto P.H.A.R.O.S.                                                      7
   1.2 La metodologia di lavoro                                                                          8

2. IL PROBLEMA, LA PROPOSTA                                                                             11
   2.1 Il problema: punti di forza e punti di debolezza di un territorio a vocazione turistica          11
   2.2 La proposta P.H.A.R.O.S.                                                                         11

3. IL MODELLO P.H.A.R.O.S.                                                                              15
   3.1 La scelta dell’approccio                                                                         15
   3.2 STEP 1: l’integrazione tra i Comuni                                                              16
   3.3 STEP 2: l’integrazione tra i Comuni e le strutture (porti e golf)                                22

4. L’EMAS COME STRUMENTO DI QUALITÀ AMBIENTALE NEI PORTICCIOLI TURISTICI
   E NEI CAMPI DA GOLF                                                                                  26

5. BUONE PRATICHE DI GESTIONE DEI PORTICCIOLI TURISTICI E DEI CAMPI DA GOLF                             30
   5.1 Ricerca e sviluppo di tecniche a basso impatto ambientale per la gestione e difesa del tappeto
       erboso dei campi da golf                                                                         30
   5.2 Salvaguardia e valorizzazione della biodiversitá nei campi da golf                               33
   5.3 Interconnessione ecologica dei campi da golf nei siti della Rete Natura 2000                     36
   5.4 La valutazione dello stato ambientale delle acque e dei fondali nei porticcioli                  43
   5.5 Studio dell’applicazione del D.Lgs. 182/2003 nei porticcioli                                     49
   5.6 Gestione energetica dei porticcioli e dei campi da golf                                          53

6. VADEMECUM                                                                                            58
   6.1 Vuoi gestire meglio il tuo campo da golf? Pharos consiglia...                                    58
   6.2 Vuoi gestire meglio il tuo porticciolo? Pharos consiglia...                                      60
   6.3 Hai pensato ai consumi energetici della tua struttura turistica? Pharos consiglia...             62
   6.4 ...e agli utenti?                                                                                62

7. PRESENTAZIONE DEI PARTNER                                                                            64
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Golf Club Garlenda

Portosole Sanremo
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
1. IL PROGETTO LIFE - P.H.A.R.O.S.
                    (A cura di Daniela Minetti, Laura Muraglia - Regione Liguria)

1.1 Come nasce e cosa è il progetto P.H.A.R.O.S.
Nelle regioni dell’Europa mediterranea, negli ultimi anni ha assunto proporzioni rilevanti il problema
degli usi molteplici e conflittuali della fascia costiera connesso con la diffusione di strutture turisti-
che. I porticcioli turistici e campi da golf sono strutture di eccellenza turistica che, tuttavia, presen-
tano un sensibile impatto ambientale soprattutto in un territorio fragile come quello ligure.
Per questo motivo, la Regione Liguria ha sviluppato il progetto PHAROS - Playgrounds, Harbours
and Research of Sustainability, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma
Life Ambiente 2004.
Il progetto PHAROS prevede l’individuazione di una metodologia per la registrazione ambientale
EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) di porti turistici e campi da golf, in modo integrato con
i processi di sviluppo sostenibile attivati dagli Enti Locali.
Obiettivo del progetto è quello di costituire e sperimentare un modello di governance locale, basa-
to su un’effettiva integrazione delle politiche ambientali dei soggetti che insistono sul territorio
(strutture turistiche, cittadini, Amministrazioni Locali) utilizzando come strumento i sistemi di gestio-
ne ambientali EMAS.
Per la realizzazione del progetto P.H.A.R.O.S. è stato così istituito un gruppo di lavoro costituito da
ben 22 partner tra cui 6 campi da golf, 4 porticcioli turistici, 7 amministrazioni comunali, l’Università
di Genova, l’Università di Torino, la società di consulenza Sige Srl, l’Agenzia Regionale per la
Protezione dell’Ambiente ligure (ARPAL) e la Regione Liguria come capofila del progetto.

                                               I partner

                                                                                                        7
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Gli obiettivi

Il progetto P.H.A.R.O.S. è volto a:
• rafforzare l’azione di pianificazione e programmazione regionale con specifici documenti di indi-
    rizzo, linee guida, grazie ai dati conoscitivi relativi alla sperimentazione in atto
• integrare, in un contesto più ampio di governance della fascia costiera mediterranea, le politiche
    ambientali delle strutture golf e porti con le politiche territoriali e di gestione ambientale degli
    Enti Locali
• definire e sperimentare innovative tecniche di buona gestione ambientale nei golf e nei porticcioli
• sperimentare l’adozione di Sistemi di Gestione Ambientale implementati secondo il regolamento
    europeo EMAS presso i golf ed i porticcioli turistici in ambito mediterraneo
• definire nel contempo linee guida per l’adozione di sistemi di gestione ambientale e per la defi-
    nizione delle politiche di sostenibilità di queste tipologie di impianti sia in fase di realizzazione che
    in fase di gestione.

                                           Le attività tecniche

Da un punto di vista operativo le attività previste dal progetto P.H.A.R.O.S. sono state organizzate
in 6 compiti specifici, il cui sviluppo è stato affidato ad altrettanti tavoli tecnici costituiti dai partner:
Compito 1 “LINEE GUIDA” : Elaborazione delle Linee guida per la registrazione EMAS II dei por-
ticcioli turistici e dei campi da golf, in modo integrato con i Sistemi di Gestione Ambientale e i pro-
cessi di Agenda 21 Locale (A21L) avviati dalle Amministrazioni locali.
Compito 2 “SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE (SGA)”: Implementazione di sistemi di ge-
stione ambientale dei porti e dei golf partner del progetto, ai fini dell’ottenimento della EMAS di al-
meno due strutture
Compito 3 “COMUNICAZIONE”: Diffusione delle conoscenze acquisite e delle tecniche sviluppa-
te, per il coinvolgimento nel progetto di strutture turistiche, enti pubblici, cittadini e mondo accade-
mico a livello locale, nazionale e europeo.
Compito 4 “IMPLEMENTAZIONE ED OPPORTUNITÀ”: Realizzazione di studi e sperimentazio-
ne di tecniche e buone pratiche innovative di gestione ambientale di porticcioli e golf.
Compito 5 “GOVERNANCE”: Individuazione e sperimentazione di un modello di governance lo-
cale basato un’ effettiva integrazione delle politiche di sostenibilità territoriali degli attori locali (strut-
ture turistiche, cittadini, Enti Locali)
Compito 6 “GESTIONE”: Gestione amministrativa e finanziaria del progetto.

1.2 La metodologia di lavoro
Il team operativo, organizzato in gruppi di lavoro tematici, ha operato sui diversi compiti fornendo
dei risultati sia settoriali sia integrati, che hanno condotto alla definizione delle presenti linee guida.
L’aspetto delle comunicazioni, come in tutti i progetti finanziati dal Programma Life Ambiente, è fon-
damentale per diffondere i risultati ottenuti a livello nazionale ed europeo. Ma attraverso lo stru-
mento dell’Open Group, ossia un tavolo di discussione allargato a tutti i soggetti esterni al proget-
to PHAROS (rappresentanti di Enti pubblici o di strutture turistiche) interessati alle attività in corso,
è stato possibile anche allargare il confronto ai partecipanti che sono divenuti parte attiva nella im-
plementazione delle metodologie e dei risultati.
Durante il progetto P.H.A.R.O.S. sono stati organizzati otto Open Group, due convegni e tre Workshop
scientifici. Inoltre sono stati realizzati due convegni presso il Comune di Albisola Superiore (SV) ed il
Comune di Garlenda (SV), per diffondere i risultati del progetto, e due eventi di sensibilizzazione nei
confronti degli utenti delle strutture: la regata laser “Trofeo PHAROS”, che ha avuto luogo il 30 set-
tembre e 1 ottobre 2006 al largo di Celle Ligure (SV) e Varazze (SV), e la gara di golf “Trofeo PHA-
ROS”, disputata presso i campi da golf di San Remo, Garlenda, Albisola Superiore, Arenzano, e Rapallo,
dal 26 agosto al 30 settembre 2006.

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Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Il programma, il verbale di tutti gli eventi ed il relativo materiale divulgativo, il video e l’album foto-
grafico sono disponibili in rete sul sito ufficiale della Regione Liguria: www.regione.liguria.it e sul CD.

                                             Filanda Golf Club

  Per approfondire su CD segui il percorso:

           Comunicazione

                Convegni, Workshop e Opengroup

                        1° Opengroup “Presentazione del Progetto”

                                Programma

                                Report

                        2° Opengroup “Analisi Ambientale iniziale”

                                Programma

                                Report

                        3° Opengroup “Governance”

                                Programma

                                Report

                        4° Opengroup “La prima bozza delle linee guida”

                                Programma

                                Report

                                                                                                         9
Qualità ambientale e sviluppo turistico locale: nuovi percorsi di governance
Per approfondire su CD segui il percorso:
       Comunicazione
            Convegni, Workshop e Opengroup
                  “1° Convegno Internazionale e Workshop Scientifico”
                       Programma(versione italiana e versione inglese)
                       Presentazione Minetti (Regione Liguria) Barile (Sige srl)
                       Intervento Assessore all’Ambiente Regione Liguria
                       Abstract presentazione Federazione Italiana Golf
                       Abstract Intervento EUCC – Unione Costiera
                  5° Opengroup “Comunicazione”
                       Programma
                       Report
                  6° Opengroup e Workshop Scientifico “Buone pratiche di
              “1° gestione ambientale dei campi da golf” – PARTE PRIMA
                       Programma
                       Report
                  6° Opengroup e Workshop Scientifico “Buone pratiche di
                  gestione ambientale dei porticcioli turistici” - PARTE SECONDA
                       Programma
                       Report
                       Programma Convegno Comune di Garlenda “Lo sviluppo
                       sostenibile e turistico del territorio. Quali strumenti di
                       governance per il pubblico ed il privato?”
                       Programma Convegno Albisola Superiore “Golf e Ambiente:
                       la registrazione EMAS per lo sviluppo turistico ad Albisola
                       Superiore ed in Liguria”

 Per approfondire su CD segui il percorso:

       Comunicazione

            Altri Eventi

                  Programma Gara di golf “Trofeo Pharos”

                  Programma regata laser “Trofeo Pharos”

                  Report regata laser “Trofeo Pharos”

            Partecipazione ad altre iniziative

                  Elenco degli eventi ai quali è stato presentato il progetto PHAROS

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2. IL PROBLEMA, LA PROPOSTA
                                   (A cura di Ingrid Barile - Sige Srl)

2.1 Il problema: punti di forza e punti di debolezza di un territorio a
    vocazione turistica
Il turismo è per la Liguria come per altre regioni costiere del Mediterraneo uno degli assi portanti
dell’economia locale.
L’indiscutibile fascino del territorio Ligure ha dato negli ultimi decenni un notevole impulso all’eco-
nomia locale, portando alla nascita di numerose infrastrutture di eccellenza turistica tra le quali i
porticcioli turistici e gli impianti da golf.
Laddove però “l’appeal turistico” trae origine dalle risorse naturalistiche del territorio, una gestione po-
co accorta dell’offerta locale può nascondere delle insidie: in queste realtà non si può infatti prescin-
dere dalla valutazione dell’impatto che il turismo ha sulla comunità locale.
Il turista valuta il territorio in termini di ambiente e servizi ed allo stesso tempo lo modifica con la sua
stessa presenza e con le infrastrutture a lui necessarie. Un utilizzo indiscriminato delle risorse locali ad
unico beneficio del turista, può determinare nella località ospitante un deterioramento della qualità del-
la vita tale da comprometterne proprio l’attività turistica. Si può cioè determinare la paradossale situa-
zione in cui il turista distrugge la stessa materia prima che lo alimenta e quindi se stesso.
In seno al concetto di sviluppo sostenibile, nasce quindi l’obiettivo del “turismo sostenibile”.
Il turismo può essere definito sostenibile se le aspettative e le necessità dei residenti sono compa-
tibili con quelle dei turisti, e soprattutto se questa compatibilità non è raggiunta a spese della qua-
lità del “contenitore”.
In Liguria, con l’elevata diffusione delle strutture turistiche, che pure hanno determinato uno svilup-
po economico, sono emersi dei conflitti tra gli usi della fascia costiera e dell’immediato entroterra
connessi con il turismo (es. balneazione, diportismo, attività sportive e ricreative, strutture di rice-
zione etc) e gli usi più tradizionali quali la pesca, l’agricoltura, l’industria nonché ovviamente la qua-
lità della vita dei residenti.
In questo contesto si può arrivare ad un paradossale, ed in effetti solo apparente, conflitto di in-
teressi tra l’imprenditoria legata al turismo, la popolazione e la Pubblica Amministrazione Locale:
il gestore di una struttura dedicata al turismo, pur portando nel territorio in cui investe una ric-
chezza certamente apprezzata sia dalla popolazione che dalla Pubblica Amministrazione, si trova
spesso a dovere comunque far fronte a problemi di compatibilità con la qualità della vita dei re-
sidenti nonché ad un consistente corpus normativo in materia ambientale emanato dalle istituzio-
ni a tutela della risorsa naturalistica locale.

2.2 La proposta P.H.A.R.O.S.
Se la definizione ed imposizione di standard ambientali da un lato difende il principio secondo cui
un’attività produttiva o di servizi compatibile con l’ambiente è una necessità, vista la sua naturale
interdipendenza con risorse naturali che non possono più essere considerate inesauribili, dall’altro
negli anni passati, si è consolidato il ben noto rapporto di “comand and control” tra Pubblica
Amministrazione ed Impresa.
Grazie agli effetti a cascata derivanti dalla conferenza di Rio del ’92 ed alla normativa ambientale di
derivazione europea, dagli anni ’90 ad oggi, i presupposti di compatibilità ambientale si sono pro-
gressivamente modificati, prediligendo il “dialogo” al “comando” e la “gestione” al “controllo”. Da
qui la nascita del concetto di “sviluppo sostenibile”.
Il messaggio racchiuso nella definizione di sviluppo sostenibile è fondamentale: “uno sviluppo capa-
ce di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di
soddisfare i propri”, pone lo stesso concetto di salvaguardia ambientale in un’ottica innovativa: co-

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sì come lo sviluppo economico e sociale non deve più trovare spazio a discapito dell’ambiente, an-
che la salvaguardia ambientale deve trovare il giusto compromesso con le esigenze economiche e
sociali del nostro presente e futuro.
La ricerca di questo delicato equilibrio presuppone innanzitutto una reale cooperazione dei vari at-
tori locali nel governo del territorio che condividono.
Sono quindi due le componenti base necessarie per affrontare una simile sfida:
• una strategia di governance locale che coinvolga sia la Pubblica Amministrazione, che la popola-
    zione e l’Impresa
• uno strumento codificato per la realizzazione di tale gestione condivisa
La soluzione proposta dal progetto P.H.A.R.O.S. per affrontare il fenomeno emergente dei nuovi usi
molteplici e conflittuali della fascia costiera, connessi alla diffusione di strutture turistiche potenzial-
mente impattanti, si basa proprio sui due presupposti appena enunciati:
il progetto P.H.A.R.O.S. è nato con l’obiettivo di creare e sperimentare un modello di governance
territoriale basato su un effettivo coinvolgi-
mento degli attori locali (porti e golf, popo-
lazione, Pubblica Amministrazione) ed ha in-
dividuato nello sviluppo di sistemi di gestio-
ne ambientale integrati (secondo la norma
ISO 14001 ed il Regolamento EMAS) da par-
te sia dei Comuni che delle strutture turisti-
che partecipanti al progetto, lo strumento
più efficace per dare attuazione ad una ge-
stione condivisa del comprensorio.
Nel 1999, grazie ai finanziamenti regionali e
nazionali (ottenuti a parziale risarcimento dei
danni subiti a seguito dell’affondamento della
petroliera Haven al largo della costa di
Arenzano), sei dei Comuni partner del presente progetto (Arenzano, Cogoleto, Varazze, Celle Ligure,
Albissola Marina e Albisola Superiore) hanno avviato l’implementazione di sistemi di gestione ambien-
tale ottenendone tutti la certificazione secondo la norma ISO 14001. Il Comune di Celle Ligure e suc-
cessivamente i Comuni di Albissola Marina, Albisola Superiore e Varazze hanno scelto anche la registra-
zione EMAS. I Comuni di Albissola Marina e Albisola Superiore hanno inoltre sperimentato l’integrazio-
ne della certificazione ambientale con la certificazione di qualità secondo la norma ISO 9001:2000.
Sulla base di questa comune esperienza, le suddette Amministrazioni Locali hanno in questi anni
condiviso con successo alcuni progetti di sostenibilità locale, trovando nei rispettivi sistemi di gestio-
ne ambientale un efficace strumento di supporto.
Il settimo Comune partner, Garlenda, anch’esso certificato ISO 14001, ha sviluppato il proprio siste-
ma di gestione ambientale insieme agli altri Comuni della Comunità Montana Ingauna alla quale ap-
partiene, grazie ai finanziamenti regionali del DOCUP 2000-2006.
Contestualmente all’esperienza della certificazione ambientale tutti i Comuni partner del progetto
hanno avviato nel proprio territorio un processo di coinvolgimento dei cittadini nella gestione della
sostenibilità locale attivando dei processi di Agenda 21 Locale. Il Comune di Celle Ligure ha per pri-
mo in Italia sviluppato un processo di Agenda 21 Locale integrato con il proprio sistema di gestio-
ne ambientale ISO 14001 e successivamente con la registrazione EMAS.
L’esperienza maturata da tutti questi Comuni prima dell’avvio del presente progetto ha quindi forni-
to i presupposti per poter credere che i sistemi di gestione ambientale fossero lo strumento più adat-
to per supportare un modello di gestione integrata del territorio.
Scopo del progetto PHAROS è stato quindi quello di dare una “forma unica” un “metodo codificato
e ripetibile” a tale processo di integrazione estendendolo ovviamente anche alle strutture turistiche.
Relativamente all’utilizzo dei sistemi di gestione ambientale come strumento di integrazione delle
politiche ambientali di più soggetti è fondamentale fare una precisazione.
Nel perseguimento di un processo di integrazione tra più attori locali, la condivisione del territorio è una
condizione necessaria ma non sufficiente: occorre anche una visione comune del modello di sviluppo
sul medio-lungo periodo e quindi una volontà politica condivisa.

12
13
Per approfondire su CD segui il percorso:
       “Sistemi di gestione ambientale”

            “Norma ISO 14001 e Regolamento EMAS”
                  “La norma UNI EN ISO 14001:2004 sull’implementazione di sistemi di
                  gestione ambientale” (Autore: Ingrid Barile - SIGE Srl)
                  “Il Regolamento EMAS: Reg. CE n. 761/2001 – testo integrale “
                  “Il sistema di gestione ambientale secondo il Regolamento EMAS”
                  (Autore: Ingrid Barile – SIGE Srl)

                  “Cenni sull’Agenda 21 Locale”
                  (Autore: Ingrid Barile – SIGE Srl)

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3. IL MODELLO P.H.A.R.O.S.
                                  (A cura di Ingrid Barile - Sige Srl)

3.1 La scelta dell’approccio
Un contributo fondamentale nella definizione e sperimentazione di buone pratiche di gestione inte-
grata della sostenibilità locale è stato dato dal gruppo di lavoro sulla “Governance”.
In sintesi il compito del “tavolo Governance” era quello di definire metodologie efficaci per una ge-
stione condivisa degli aspetti ambientali del territorio integrando le politiche gestionali dei Comuni
con quelle delle strutture (porti e golf) partner del progetto.
Il primo aspetto da affrontare sarebbe stato quello di individuare l’approccio generale con il quale
procedere a tale integrazione. La scelta era di fatto già stata effettuata nel momento in cui è stato
concepito il progetto: utilizzare come strumento per gestire l’integrazione la norma ISO 14001 ed il
Regolamento EMAS, ossia i sistemi di gestione ambientali degli Enti Locali e delle strutture (porti e
golf) partner del progetto.
A motivare tale scelta non sono state unicamente le esperienze di successo maturate dai Comuni
partner prima dell’avvio del progetto PHAROS e citate al paragrafo precedente.
Ciò che rende i sistemi di gestione ambientale dei validi strumenti per la gestione dell’integrazione del-
le politiche territoriali dei vari attori locali sono alcune considerazioni che è importante sottolineare:
I sistemi di gestione ambientale, per come sono concepiti secondo il modello della ISO 14001 e
dell’EMAS, forniscono una serie di metodologie gestionali ed organizzative di carattere generale, che
sono indifferentemente applicabili sia ad un Amministrazione Locale che ad un’impresa turistica.
Questo offre un vantaggio di indiscutibile valore: nonostante le evidenti differenze organizzative esi-
stenti tra un Amministrazione Comunale ed un azienda di servizi turistici, almeno nella gestione de-
gli aspetti ambientali, un Comune ed una struttura turistica certificati ISO 14001 e/o registrati EMAS
utilizzano il medesimo schema gestionale, quindi per così dire “parlano lo stesso linguaggio”.
Un altro valore aggiunto offerto dall’adozione di sistemi di gestione ambientale consiste nel fatto che
secondo la norma ISO 14001 ed il regolamento EMAS, il sistema di gestione ambientale deve obbli-
gatoriamente essere sottoposto a periodici e sistematici momenti di verifica e controllo interni non-
chè a periodici (almeno annuali) momenti di verifica da parte di un Ente Terzo (l’Ente di certifica-
zione per la ISO 14001 o il verificatore ambientale e l’APAT per l’EMAS).
Adottare un sistema di gestione ambientale certificato significa quindi iniziare ad utilizzare uno sche-
ma operativo nella gestione degli aspetti ambientali che deve essere mantenuto efficiente e attivo
nel tempo. I controlli periodici interni mantengono, per così dire, viva l’attenzione del personale in-
terno del Comune o dell’impresa sulla corretta applicazione del sistema di gestione, la verifica pe-
riodica dell’Ente di Certificazione (o verificatore ambientale) per il mantenimento del certificato (o
della registrazione) rappresenta un ulteriore sprone a curare nel tempo il mantenimento dei codici
gestionali previsti dalla norma ISO 14001 e dal Regolamento EMAS.
Quindi, in sintesi, i due fondamentali vantaggi che l’adozione di sistemi di gestione ambientale può
offrire nella costruzione di un processo di condivisione delle politiche di sostenibilità territoriale di
attori locali diversi sono: un linguaggio comune ed un sistema che offre garanzie di continuità nel
tempo degli impegni assunti.
La scelta dello strumento rappresentava comunque solo un punto di partenza. Ciò che conta, infat-
ti, è il modo in cui lo strumento viene utilizzato: un uso improprio rende inefficace anche lo stru-
mento più raffinato.
Il primo aspetto che il tavolo Governance ha quindi affrontato è stato scegliere con quale strategia
procedere a tale integrazione: la situazione di partenza era rappresentata da un gruppo di Comuni
tutti dotati di un sistema di gestione ambientale certificato ai sensi della norma ISO 14001:2004 e
da 10 strutture (porti e golf) non ancora dotate di un proprio sistema di gestione ambientale.
Un possibile approccio sarebbe stato quello di implementare i sistemi di gestione ambientale delle
strutture in maniera già integrata con le politiche di sostenibilità dei Comuni. Si è invece preferito
scegliere un altro tipo di percorso: integrare sistemi di gestione ambientale già maturi, e quindi

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aspettare che i singoli sistemi di gestione ambientale dei porti e dei golf fossero avviati prima di pro-
cedere ad una loro integrazione con quelli dei Comuni.
Tale scelta è stata motivata dal fatto che l’integrazione tra i sistemi di gestione ambientale di più or-
ganizzazioni è un processo delicato in quanto incide su elementi del sistema che sono strategici per
l’organizzazione stessa quali, ad esempio, la politica ambientale, i criteri di significatività degli aspet-
ti ambientali e gli obiettivi di miglioramento. La condivisione da parte di un organizzazione di tali
elementi del sistema con un altro Ente, presuppone un processo decisionale che può essere affron-
tato in maniera consapevole solo da un organizzazione che abbia già acquisito dimestichezza con lo
strumento “sistema di gestione ambientale”.
Si è pertanto deciso di affrontare l’integrazione dei sistemi di gestione ambientale in due step:
STEP 1: integrazione tra i Comuni
STEP 2: integrazione tra Comuni e strutture (porti e golf)

3.2 STEP 1: l’integrazione tra i Comuni
Il primo problema da affrontare per operare l’integrazione tra i Sistemi di Gestione Ambientale dei
Comuni partner del progetto è stato la gestione dei processi decisionali comuni.
Un elemento importante emerso è che il processo decisionale va distinto in due livelli: un li-
vello politico ed un livello tecnico.
Per quanto il momento di decisione politica condivisa sia all’inizio fondamentale per sancire la vo-
lontà comune e dare quindi avvio all’intero processo, nel corso dei lavori, assume notevole impor-
tanza il livello tecnico: questo è il livello da cui nascono i documenti di lavoro da sottoporre all’ap-
provazione del livello politico e a cui “tornano” per le successive fasi operative.
Per la gestione di un sistema di “governance sovracomunale” sono stati pertanto costituiti e speri-
mentati due gruppi di lavoro:
– il “tavolo tecnico” costituito dai funzionari comunali delle Aree Ambiente che già si occupano dei
    sistemi di gestione ambientale comunali,
– il “tavolo dei politici” a cui partecipano i Sindaci e/o gli Assessori all’Ambiente dei Comuni.
La suddivisione dei compiti tra questi due livelli decisionali è schematizzata di seguito:

16
Per rafforzare le basi di un simile schema di lavoro, ogni Comune ha inoltre provveduto a sottoporre
tutti i documenti elaborati dal tavolo tecnico o dal tavolo dei politici all’approvazione della propria
Giunta Esecutiva: questo ha consentito un coinvolgimento “step by step” della parte politica di cia-
scun Ente ed una continua responsabilizzazione degli organi interni delle Amministrazioni comunali.
Una volta costituiti i gruppi di lavoro, il secondo elemento rilevante ai fini del successo del proget-
to è stato la scelta dell’approccio che maggiormente agevolasse i processi decisionali comuni: dal-
l’esperienza maturata si è riscontrato che un processo di tipo deduttivo, ossia che dal “generale”,
tenda, per approssimazioni successive, al “particolare”, cioè ad un livello di dettaglio crescente, age-
vola il delicato processo di mediazione.
Per impostare una metodologia di gestione ambientale condivisa del territorio si è pertanto proce-
duto come segue:

1) Aspetti ambientali di comprensorio

È stato innanzitutto ideato e introdotto il concetto di “aspetto ambientale di comprensorio” inten-
dendo con esso un aspetto ambientale legato all’intero territorio senza la divisione dei confini am-
ministrativi dei vari Enti Locali.
Tali aspetti di comprensorio sono stati individuati dal tavolo tecnico partendo, come spunto, da una
disamina dei vari aspetti ambientali locali dei singoli Comuni, e sono stati successivamente sottopo-
sti all’approvazione degli organi politici dei Comuni.
Gli aspetti ambientali di comprensorio selezionati sono di seguito riportati:

Oltre all’ideazione dell’innovativo concetto di aspetto ambientale di comprensorio, degna di nota è
stata l’introduzione di un aspetto ambientale “positivo”: l’appartenenza del territorio ad aree protet-
te. Questa particolarità, presa dai sistemi di gestione ambientale dei singoli Comuni, è di indubbio
interesse in quanto introduce una visione più ampia degli aspetti ambientali di un territorio: è aspet-
to ambientale non solo ciò che introduce una modificazione negativa dell’ambiente, ma anche ciò
che determina una modificazione positiva dello stesso.

2) Criteri di significatività di comprensorio

Per la valutazione della significatività degli aspetti ambientali di comprensorio individuati, sono quin-
di stati selezionati dal tavolo tecnico, una serie di criteri di significatività che volutamente sono sta-

                                                                                                       17
ti in prima battuta espressi in una forma apparentemente generica, al fine di lasciare a questo stru-
mento alcuni gradi di libertà che facilitassero i momenti decisionali comuni. Contestualmente, al fi-
ne di agevolare il successivo processo di integrazione, il primo set di criteri per la valutazione della
significatività degli aspetti ambientali introdotto nei nascenti sistemi di gestione ambientale dei por-
ti e dei golf è stato elaborato ispirandosi ai criteri selezionati dai Comuni.
I “criteri di significatività di comprensorio” adottati dai Comuni sono stati elaborati dal tavolo tecni-
co prendendo in considerazione anche i criteri adottati dai singoli Comuni nei rispettivi sistemi di ge-
stione ambientale.

     (SE PER L’ASPETTO AMBIENTALE E/O IL RELATIVO IMPATTO SI VERIFICA ALMENO UNA DELLE SUCCITATE
     CONDIZIONI, L’ASPETTO AMBIENTALE È DA CONSIDERARSI SIGNIFICATIVO. SE NON SI VERIFICA NESSUNA
     DELLE SUCCITATE CONDIZIONI L’ASPETTO AMBIENTALE È NON SIGNIFICATIVO.)

Di indubbio carattere innovativo il “criterio e”. L’Esistenza di una volontà politica comune di gestio-
ne dell’aspetto ambientale a livello comprensoriale è di fatto il criterio di significatività più importan-
te tra quelli selezionati: in un ottica di comprensorio è innanzitutto una comune visione politica del-
l’aspetto a renderlo significativo. Senza di essa non sarebbe comunque possibile avviare alcuna ini-
ziativa di gestione comprensoriale dell’aspetto ambientale considerato.
Dall’applicazione dei suddetti criteri agli aspetti ambientali di comprensorio, il tavolo tecnico ha con-
statato la significatività di tutti gli aspetti considerati.

        [NEL CD È RIPORTATA LA FORMALIZZAZIONE DI TALE VALUTAZIONE]

La valutazione è stata effettuata considerando ogni aspetto ambientale nelle tre possibili condizioni
operative: normali, eccezionali e di emergenza.
L’esito di tale valutazione è stato quindi sottoposto alla valutazione del tavolo dei politici che ha in-
dividuato per ciascuno di essi delle linee di indirizzo strategico per la definizione di obiettivi comuni
di miglioramento.

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Il tavolo dei tecnici ha quindi rielaborato tali linee strategiche in obiettivi ed azioni concrete di mi-
glioramento, per le quali il tavolo politico ha quindi definito un programma di interventi (definendo
tempi e soggetti attuatori) per il raggiungimento degli obiettivi.

3) Piano di sostenibilità Locale

I Comuni partner del progetto si sono quindi dati un programma biennale (2006-2007) di interven-
ti per il miglioramento della gestione degli aspetti ambientali di comprensorio individuati.
Trattandosi di obiettivi di comprensorio che quindi coinvolgono comunque tutti i Comuni, è stato de-
finito per ognuno degli obiettivi un Comune capofila responsabile del lavoro preliminare di ricerca e
pianificazione dell’obiettivo assegnato.

       [NEL CD È RIPORTATO IL PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E LA RENDICONTAZIONE
       CIRCA LO STATO DI AVANZAMENTO DELLO STESSO A LUGLIO 2006]

  Per approfondire su CD segui il percorso:

          “Governance”

               “Integrazione intercomunale”

                       “Valutazione della significatività degli aspetti ambientali di comprensorio

                       “Obiettivi ed azioni di miglioramento ambientale”

               “Rendicontazione obiettivi e azioni di miglioramento”

                       Rendicontazione Comune di Arenzano
                       (Autori: Monica Figus, Gianpiero Lazzarini)

                       Rendicontazione del Comune di Cogoleto
                       (Autori: Revello)

                       Rendicontazione Comune di Varazze
                       (Autori: Cristina Berardi, Valeria Verzello)

                       Rendicontazione del Comune di Celle Ligure
                       (Autori: Alessandra Pansera, Francesca Meloni)

                       Rendicontazione Comune di Albissola Marina
                       (Autori: Andrea Cestino)

                       Rendicontazione del Comune di Albisola Superiore
                       (Autori: Cristina Gamba, Margherita Robiglio)

4) Gli Indicatori di sostenibilità Locale

A questo punto è nata l’esigenza di poter valutare il feed-back delle azioni di miglioramento pianifi-
cate, e contestualmente, grazie alla riuscita costituzione di un efficace sistema di lavoro comune, si
è aperta la possibilità di procedere ad un “affinamento” dei criteri per la valutazione della significa-
tività degli aspetti ambientali.

                                                                                                      19
Per poter rispondere ad entrambe queste esigenze è stato elaborato un set di indicatori.
Gli indicatori dovevano avere la capacità di
offrire un “reporting” dell’”effetto” determi-
nato dalle azioni di miglioramento pianificate
dei Comuni, e contestualmente rappresenta-
re una “misura” dell’impatto determinato da-
gli aspetti ambientali di comprensorio ai fini
della valutazione “in progress” della loro si-
gnificatività.
Tali indicatori dovevano quindi fornire una
rappresentazione il più possibile “misurabi-
le” dei concetti espressi dai primi criteri di
significatività selezionati dal gruppo di la-
voro comprensoriale. Partendo da tali indi-
catori sarebbe così stato possibile costituire un nuovo, più evoluto, set di criteri di significatività.
Non solo: per quanto il lavoro del tavolo governance sia partito dalla gestione del contesto ambien-
tale, gli indicatori elaborati sono di “sostenibilità locale”, intendendo cioè estendere le prestazioni
che essi devono misurare, dal comparto ambientale a quello sociale ed economico.
Per semplificare: degli “aspetti ambientali di comprensorio” presi in considerazione dal tavolo gover-
nance, si è voluto valutare non solo l’impatto ambientale ma anche l’impatto sulla sostenibilità lo-
cale ossia l’impatto socio-economico-ambientale.
Questa impostazione era peraltro già insita nei concetti espressi nei primi criteri di valutazione del-
la significatività selezionati:
es: il criterio “c” che considera significativo un aspetto ambientale che “ rappresenta una risorsa na-
turalistica, culturale e/o turistica di rilievo” mette in evidenza, per esempio per le aree protette, non
solo la valenza ambientale (naturalistica) ma anche la valenza sociale (culturale) e la valenza eco-
nomica (turistica).
Oppure: il criterio “d” che considera significativo un aspetto ambientale che “affrontato in termini
comprensoriali, consente una gestione più efficiente ed efficace che a livello comunale”, propone un
concetto di efficacia ed efficienza che è da intendersi sia dal punto di vista della salvaguardia am-
bientale che dell’opportunità economica e sociale.
Compito del set di indicatori elaborati è quindi quello di rendere i concetti espressi nei criteri di si-
gnificatività più oggettivi, quindi misurabili, e più chiaramente identificabili nella loro triplice valen-
za ambientale, sociale ed economica.
A titolo di esempio si riportano gli indicatori proposti per la valutazione dell’incidenza dell’aspetto
“Mobilità Urbana” sulla sostenibilità locale del comprensorio.

                            Aspetto Ambientale: MOBILITÀ URBANA

20
Criteri di significatività

       [IL SET COMPLETO DEGLI INDICATORI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALI È RIPORTATO NEL CD]

Nota bene:
Gli indicatori che sono stati elaborati, per quanto siano specifici per gli aspetti ambientali di com-
prensorio del presente progetto, obbediscono però a criteri generali, direttamente ispirati ai princi-
pi di sostenibilità sanciti nel set dei 10 indicatori predisposti nel 2000 dalla Commissione Europea:
“relativamente al comparto ambientale gli indicatori devono evidenziare il livello di protezione am-
bientale in essere, relativamente al comparto sociale gli indicatori devono mettere in evidenza il li-
vello di qualità della vita percepita (soddisfazione dei cittadini) e/o dell’accessibilità all’informazione
e/o ad eventuali servizi/benefici esistenti, relativamente al comparto economico gli indicatori devo-
no infine mettere in evidenza l’eventuale speco di risorse economiche pubbliche e/o private e/o l’esi-
stenza di una efficace promozione dell’occupazione e dell’imprenditoria locale”

Risulta infine doveroso precisare che ciò che si ritiene effettivamente interessante e passibile di
esportazione su altre realtà locali non sono tanto gli indicatori in sé, che sono sempre relativi alla
specificità della realtà che li applica, bensì il percorso logico e pratico, fin qui esposto, che i partner
del progetto hanno seguito per la loro definizione ed applicazione.
Attraverso uno scrupoloso lavoro di raccolta dati, i Comuni partner del progetto hanno popolato il
set di indicatori predisposti.
L’esito di tale lavoro ha innanzitutto confermato la significatività degli aspetti ambientali di compren-
sorio dedotta in prima analisi dall’applicazione del primo set di criteri di significatività.
L’utilizzo di questi indicatori ha però aggiunto alla valutazione della significatività degli aspetti am-
bientali di comprensorio due elementi in più di fondamentale importanza:
– per ciascun aspetto analizzato è stato messo in evidenza se a rendere l’aspetto significativo fos-
   se la componente sociale, quella economica, quella ambientale o una combinazione di esse
– per molti aspetti ambientali si è ottenuto un “valore numerico di partenza” degli indicatori, rispet-
   to al quale poter in maniera più oggettiva misurare l’andamento delle prestazioni socio-economi-
   co-ambientali dei Comuni

                                                                                                        21
[IL RESOCONTO DEL POPOLAMENTO DEGLI INDICATORI DI SOSTENIBILITÀ LOCALE DA PARTE DEI
       COMUNI PARTNER DEL PROGETTO È RIPORTATO NEL CD]

Al termine del 2007, data entro la quale è previsto il termine delle azioni del piano biennale di mi-
glioramento ambientale del Comprensorio sarà possibile “misurare” i miglioramenti ottenuti utiliz-
zando questo set di indicatori.

Per approfondire su CD segui il percorso:

         “Governance”

               “Integrazione intercomunale”

                      “Indicatori di sostenibilità locale”
                      (Autore: Ingrid Barile – Sige Srl)

                      “Gli incendi boschivi nel comprensorio della Riviera del Beigua”
                      (Autore: Matteo Zerbini)

                      “Indicatori di sostenibilità per il patrimonio boschivo - problema degli
                      incendi boschivi” (Autore: Matteo Zerbini)

                      “Esito dell’applicazione degli indicatori di sostenibilità locale”
                      (Autori: Francesca Meloni - Comune di Celle L.
                      Ingrid Barile - Sige Srl)

                      “Questionario di indagine conscitiva rivolto ai cittadini e turisti della
                      Riviera del Beigua”

               Report sugli esiti del questionario
               (Autore: Monica Bozzano)

                      Report conclusivo sugli esiti del questionario

                      Report suddivisi per Comune (Arenzano, Cogoleto, Varazze, Celle Ligure,
                      Albisola Superiore, Albissola Marina)

3.3 STEP 2: l’integrazione tra i Comuni e le strutture (porti e golf)
Coerentemente con l’approccio strategico deciso all’inizio del progetto, e cioè quello di procedere al-
l’integrazione utilizzando lo strumento dei sistemi di gestione ambientale, purchè si tratti di sistemi
di gestione ambientale già avviati, in concomitanza con l’implementazione interna presso le struttu-
re turistiche (porti e golf) dei rispettivi sistemi di gestione ambientale, il tavolo Governance ha ini-
ziato lo studio per l’elaborazione di un meccanismo di integrazione tra i sistemi degli Enti Locali con
quelli dei porti e dei golf.
Lo strumento che alla fine si è rivelato essere il più adatto a conciliare le innegabili differenze esi-
stenti nella natura di un Ente Pubblico con un’organizzazione privata è stato il Protocollo di Intesa.
È stato quindi elaborato un Protocollo di Intesa che definisse gli adempimenti che le parti firmata-
rie si impegnavano a realizzare per lo sviluppo di strategie di integrazione tra i rispettivi Sistemi di
Gestione Ambientale e la realizzazione di iniziative di collaborazione per la gestione di aspetti am-
bientali condivisi.

       [SI RIPORTA IL TESTO INTEGRALE DEL PROTOCOLLO DI INTESA NEL CD]

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Uno degli aspetti più delicati di un protocollo di intesa è che questo tipo di accordo si riduce talvolta
ad una semplice dichiarazione di intenti senza una concreta definizione e pianificazione delle azioni.
Per ovviare a tale pericolo, e soprattutto in coerenza con la decisione di utilizzare i sistemi di gestio-
ne ambientale come strumento di integrazione, nel protocollo di intesa è espressamente detto che
il processo di integrazione si fonda essenzialmente sulla condivisione tra le parti dei risultati che
emergono dai rispettivi Riesami annuali del sistema di gestione ambientale (vedi art. 4 Impegni del
Comune e art. 5 Impegni della struttura ), momento obbligatoriamente previsto sia dalle ISO 14001
che dall’EMAS. All’art. 6 “Modalità di attuazione “ del protocollo sono inoltre stati definiti in manie-
ra molto puntuale quali elementi del sistema devono essere modificati per dare corpo e gestire nel-
la sua continuità il processo di integrazione.
Per poi rafforzare ulteriormente l’impegno assunto dalla sottoscrizione del protocollo di intesa, al-
l’art 6 è stato espressamente indicato l’impegno da parte dei firmatari a sottoporre il protocollo di
intesa ed i suoi aggiornamenti all’Ente di certificazione in sede di visita periodica affinché possa ve-
rificare il rispetto degli impegni in esso previsti.
All’elaborazione del modello del protocollo di Intesa hanno collaborato il Comune di Garlenda, il Golf
Club di Garlenda e la Sige Srl. Successivamente lo schema di protocollo di Intesa è stato applicato
negli altri Comuni: ad ottobre 2006 risultavano siglati i protocolli di Albisola Superiore, di Celle Ligure
e di Varazze.

Per la loro rilevanza si riportano di seguito i succitati articoli:

                                      Protocollo di Intesa
(...omissis…)

Articolo 4.
Impegni del Comune
Il Comune di Garlenda si impegna a:
• verificare ed adeguare i propri documenti di gestione ambientale ai contenuti del presente atto;
• prevedere al momento del riesame del proprio Sistema di Gestione Ambientale la condivisio-
    ne dei propri obiettivi di miglioramento con la struttura Golf Club Garlenda;
• a valutare lo sviluppo di azioni sinergiche, con particolare riferimento a:
    o Gestione dei rifiuti, in particolare per quanto concerne la frazione derivante dalla cura e
       manutenzione delle aree verdi (frazione Verde)
    o Risparmio energetico
    o Risparmio Idrico
    o Comunicazione e sensibilizzazione alle problematiche ambientali degli utenti e soci del
       Golf Club Garlenda e dei privati che vivono nel comprensorio residenziale circostante.

Articolo 5.
Impegni del Golf Club Garlenda
Il Golf Club Garlenda si impegna a:
• verificare ed adeguare i propri documenti di gestione ambientale ai contenuti del presente atto;
• prevedere al momento del riesame del proprio Sistema di Gestione Ambientale la condivisio-
    ne dei propri obiettivi di miglioramento con il Comune di Garlenda;
• a valutare lo sviluppo di azioni sinergiche, con particolare riferimento

   o Gestione dei rifiuti, in particolare per quanto concerne la frazione derivante dalla cura e
     manutenzione delle aree verdi (frazione Verde)
   o Risparmio energetico
   o Risparmio Idrico
Comunicazione e sensibilizzazione alle problematiche ambientali degli utenti e soci del Golf
Club Garlenda e dei privati che vivono nel comprensorio residenziale circostante.

                                                                                                        23
Protocollo di Intesa
Articolo 6.
Modalità di attuazione
Per l’attuazione di quanto definito negli articoli 5 e 6 vengono istituiti un Comitato Tecnico ed un
Comitato Politico formati da rappresentanti di entrambe le parti firmatarie; in particolare il
Comitato Tecnico sarà rappresentato dai Responsabili di Gestione Ambientate (RGA) del
Comune di Garlenda e del Golf Club Garlenda e il Comitato Politico sarà rappresentato dai
Rappresentanti della Direzione (RD) (oppure rispettivamente da Sindaco e Presidente) del
Comune di Garlenda e del Golf Club Garlenda. (da verificare le cariche)

Relativamente all’adeguamento dei rispettivi sistemi di gestione ambientale ai contenuti del pre-
sente atto, le parti si impegnano a:

– modificare la documentazione di sistema (procedure, manuale e altra documentazione di siste-
     ma) relativa ai punti della norma ISO 14001:2004 di seguito riportati, al fine di recepire i conte-
     nuti del presente atto :
     o 4.4.1 “Risorse, ruoli, responsabilità e autorità” (esplicitare l’assegnazione dei ruoli e delle
        responsabilità relative al Comitato Tecnico ed al Comitato Politico di cui all’art.6 del presen-
        te atto)
     o 4.3.3. “Obiettivi, traguardi e Programma/i” (esplicitare l’esistenza del momento di condivi-
        sione degli obiettivi di miglioramento tra le parti oggetto del presente atto come previsto
        negli artt. 4 e 5 ed esplicitare le modalità con cui avviene)
     o 4.6 “Riesame della Direzione” (prevedere, in sede dei riesami della Direzione delle due
        parti, la discussione di quanto emerso dalla condivisione degli obiettivi di miglioramento o,
        laddove ritenuto opportuno condividere direttamente i Riesami della Direzione)

Sottoporre il presente protocollo di intesa ed i suoi aggiornamenti all’Ente di certificazione in se-
de di visita periodica affinché possa verificare il rispetto degli impegni in esso previsti

(...omissis…)

Al successo del lavoro di integrazione sviluppato dal tavolo governance a dal tavolo sui sistemi di
gestione ambientale, ha notevolmente contribuito la natura del soggetto capofila del progetto: la
Regione Liguria.

È infatti interessante notare che i Comuni che hanno partecipato al progetto hanno sviluppato e
mantenuto nel tempo una capacità di gestione integrata di azioni di sviluppo sostenibile che è ini-
ziata con il progetto Haven e proseguita con il PHAROS, nonostante l’assenza di Enti territoriali di
coordinamento quali Comunità Montane o Enti Parco, nonostante l’appartenenza a due Province di-
verse e nonostante la non uniformità politica delle Amministrazioni coinvolte.
A incarnare il ruolo di soggetto unificatore e coordinatore è stato per questi Comuni la Regione
Liguria. Si ritiene che la forza di un coordinamento regionale in questo tipo di azioni risieda nel fat-
to che, rispetto ad altri Enti sovracomunali, la Regione è di per sé un Ente amministrativamente “più
distante” dalle specificità locali dei Comuni ed è quindi in grado di svolgere un’ azione di coordina-
mento super partes “più leggero”, cioè di solo indirizzo strategico, e quindi meno invasivo.
Non va poi trascurato il fatto che la Regione, in quanto Ente di programmazione e distribuzione del-
le risorse finanziarie, esercita sulla parte politica dei Comuni un notevole appeal, contribuendo così
a mantenere vivo e costante nel tempo l’impegno delle Amministrazioni Locali.

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