Piano di Emergenza Interno - Un nuovo obbligo per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifi uti - BowTieXP
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Piano emergenza interno rivista mensile anno XXXV 1 gennaio 2019 Piano di Emergenza Interno Un nuovo obbligo per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti Luca Fiorentini, Direttore TECSA S.r.l. Nicolò Berteletti, Ingegnere HSE ed antincendio, NFPA-CFPS, TECSA S.r.l. Rosario Sicari, Analista di rischio senior, TECSA S.r.l.
Piano di Emergenza Interno Un nuovo obbligo per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti Luca Fiorentini, Direttore TECSA S.r.l. Nicolò Berteletti, Ingegnere HSE ed antincendio, NFPA-CFPS, TECSA S.r.l. Rosario Sicari, Analista di rischio senior, TECSA S.r.l. U n elemento di primaria importanza al fine quali nel seguito si propone una sintesi dei prin- di perseguire l'obiettivo della tutela della cipali aspetti di interesse. Si farà riferimento agli salute e della sicurezza nei luoghi di lavo- esistenti obblighi di riferimento derivanti da di- ro, ivi compresi i siti ove si depositano, si lavorano versi corpi normativi che ricomprendono la salu- o si trattano i rifiuti, è costituito dalla predisposi- te e la sicurezza nei luoghi di lavoro, la preven- zione di una adeguata pianificazione della rispo- zione incendi e la prevenzione degli incidenti ri- sta alle emergenze. levanti. Particolare attenzione sarà posta agli a- spetti connessi con la sicurezza antincendio, per La pianificazione di emergenza, la quale esiste da numerosi anni uno specifico il contesto normativo decreto di riferimento, il D.M. 10 marzo 1998, nell’alveo della normativa della sicurezza nei luo- Tale argomento era già affrontato nell'ambito di ghi di lavoro e che, anche in relazione ai recenti molteplici provvedimenti normativi cogenti, dei sempre più numerosi episodi incidentali sia di o- 2 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno misure di gestione delle emergenze, come speci- ficato dall'articolo 18, comma 1, lettera b) dello stesso Decreto: "Articolo 18 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribu- zioni e competenze ad essi conferite, devono: [...] b) designare preventivamente i lavoratori incari- cati dell’attuazione delle misure di prevenzio- ne incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza; [...]" Un’analisi Tali attività di gestione delle emergenze nei luo- del contesto normativo ghi di lavoro devono essere svolte in accordo ai e una proposta metodologica criteri generali definiti dal DM 10/03/1998, espres- per ottemperare alle nuove samente citato come riferimento dall'articolo 47, disposizioni della L. 132/2018 comma 4 del D.Lgs. 106/09 e s.m.i. di conversione del D.L. 113/2018, utilizzando un’analisi speditiva Il DM 10/03/1998 del rischio attraverso gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro la metodologia “BoTie” In aggiunta a quanto sopra e con enfasi sugli a- spetti di sicurezza antincendio, il DM 10/03/1998 stabilisce quindi la necessità di predisposizione di un Piano di Emergenza in accordo all'articolo 5, da rigine colposa che dolosa, riveste chiaramente conservare presso il luogo di lavoro ed al cui inter- un ruolo di primo piano per la formulazione di no sono argomentate le misure organizzative e ge- un giudizio di sicurezza di tale tipologia di inse- stionali di contrasto delle possibili emergenze indi- diamenti industriali. viduate nell'ambito dell'attività lavorativa. In merito ai contenuti minimi di tale Piano di E- Il Testo Unico sulla Sicurezza mergenza, essi sono definiti dall'Allegato VIII al DM 10/03/1998, in base al quale è necessaria al- Ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., inerente alla meno la trattazione dei seguenti argomenti: tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavo- • azioni che i lavoratori devono mettere in atto ro, ogni Datore di Lavoro - oltre a dover sviluppa- in caso di incendio; re l'analisi di tutti i rischi presenti presso il luogo • procedure per l’evacuazione del luogo di lavo- di lavoro - è tenuto ad osservare l'obbligo di desi- ro che devono essere attuate dai lavoratori e gnare i lavoratori incaricati dell'attuazione delle dalle altre persone presenti; ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 3
Piano emergenza interno • disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili per l'industria della carta, con quantitativi in mas- del fuoco e per fornire le necessarie informa- sa superiori a 5.000 kg", attività n°44 "Stabilimenti, zioni al loro arrivo; impianti, depositi ove si producono, lavorano e/o • specifiche misure per assistere le persone di- detengono materie plastiche, con quantitativi in sabili. massa superiori a 5.000 kg"). In tale contesto diventa ancor più stringente la Il piano di emergenza deve inoltre identificare un necessità di assicurare il rispetto delle condizioni adeguato numero di persone incaricate di sovrin- di sicurezza antincendio, sia in fase progettuale tendere e controllare l’attuazione delle procedure che durante l'esercizio dell’attività (sotto la re- previste. Si osserva che, in accordo all'articolo 5 sponsabilità del titolare dell’attività antincendio e del DM 10/03/1998, l'obbligo di predisposizione dei professionisti antincendio nell’ambito delle del Piano di Emergenza viene meno per le aziende procedure di rinnovo periodico del parere di con- con un numero di lavoratori inferiore a 10 dipen- formità antincendio), in quanto il sito risulta sog- denti, le quali sono tenute alla sola adozione delle getto alla disciplina autorizzativa in materia di misure organizzative e gestionali da attuare in ca- prevenzione incendi ed ai conseguenti controlli so di incendio, senza la formulazione e la definizio- da parte dell'Autorità Preposta (Vigili del Fuoco). ne documentata di un vero e proprio “piano”. Preme sottolineare che il rispetto delle condizioni In entrambe le disposizioni normative richiamate di sicurezza antincendio presuppone anche l'indi- nei precedenti paragrafi (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e viduazione e l'implementazione di una idonea DM 10/03/1998) è inoltre ribadita l'importanza pianificazione di emergenza. delle attività di informazione, formazione ed ad- Tale obiettivo è dunque conseguito mediante l'a- destramento relativamente alle procedure stabili- nalisi del rischio applicata al sito in esame, indivi- te nell'ambito della pianificazione della risposta duando i possibili scenari di emergenza e svilup- alle emergenze. pando la relativa pianificazione di emergenza an- che in accordo al D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e al DM Le caratteristiche dei rifiuti 10/03/1998, oltre che, in fase di predisposizione di e la loro pericolosità intrinseca istanza di esame progetto, rispetto ai requisiti di cui al D.P.R. 151/2011 e D.M. 7 agosto 2012. In In relazione alle caratteristiche di pericolosità in- quest’ultimo Decreto di prevenzione incendi (cfr. trinseche ed ai quantitativi di rifiuti presenti pres- Allegato I) è chiaramente indicato che in fase di so un determinato sito, sia esso adibito al solo de- progettazione della sicurezza antincendio si deb- posito dei rifiuti o ad attività di trattamento e/o ba evidenziare nella relazione di supporto la ge- lavorazioni, è possibile verificare l'assoggettabili- stione dell’emergenza (A.1.5) ovvero devono es- tà alla normativa in materia di prevenzione incen- sere “….indicati, in via generale, gli elementi stra- di, la quale trova principale applicazione nei di- tegici della pianificazione dell’emergenza che di- sposti del D.P.R. 151/2011. mostrino la perseguibilità dell’obiettivo della Tale norma individua le attività soggette ai con- mitigazione del rischio residuo attraverso una ef- trolli di prevenzione incendi da parte del Corpo ficiente organizzazione e gestione aziendale…” Nazionale dei Vigili del Fuoco e disciplina la verifi- (gestione della sicurezza aziendale, GSA, che sarà ca delle condizioni di sicurezza antincendio; in ripresa e posta in evidenza dal successivo D.M. 3 particolare è quindi possibile identificare l'attività agosto 2015). esercita presso il sito con una o più fra le attività Appare manifesto che la pianificazione dell’emer- elencate all'Allegato I del D.P.R. 151/2011 (ad e- genza non possa che muovere da una precisa atti- sempio attività n. 34 "Depositi per la cernita della vità di analisi del rischio che consta sia di una fase carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili di valutazione del rischio di incendio (A.1.3) sia di 4 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno una fase di compensazione del rischio di incendio fiuti: esso risulta tuttavia applicabile a tutti i siti e (A.1.4) da intendersi quale momento di individua- stabilimenti (diversi quindi dalle discariche di rifiu- zione di una definitiva, congruente e ben dimen- ti) ove ricorrano le condizioni definite dalla Nota 5 sionata strategia antincendio, ovvero la “…descri- all'Allegato I, di cui si riporta stralcio nel seguito: zione dei provvedimenti da adottare nei confronti "[...] dei pericoli di incendio, delle condizioni ambien- 5. Le sostanze pericolose che non sono compre- tali e la descrizione delle misure preventive e pro- se nel regolamento (CE) n. 1272/2008 (n.d.r., tettive assunte, con particolare riguardo al com- relativo alla classificazione ed etichettatura portamento al fuoco delle strutture e dei materia- delle sostanze pericolose), compresi i rifiuti, li ed ai presidi antincendio, evidenziando le nor- ma che si trovano o possono trovarsi in uno me tecniche di prodotto e di impianto prese a stabilimento e che presentano o possono pre- riferimento…”. sentare, nelle condizioni esistenti in detto sta- bilimento, proprietà analoghe per quanto ri- I rifiuti ed il rischio di incidenti rilevanti: guarda la possibilità di incidenti rilevanti, sono la normativa Seveso III provvisoriamente assimilate alla categoria o alla sostanza pericolosa specificata più simile I rifiuti sono considerati anche nell'ambito della che ricade nell'ambito di applicazione del pre- normativa in tema di prevenzione degli incidenti sente decreto. rilevanti: la direttiva europea 2012/18/UE recepita [...]" ed attuata in Italia con il D.Lgs. 105/2015 (c.d. Se- veso III). Il campo di applicazione del decreto, Alla luce degli elementi attenzionati dalla sum- all'articolo 2, comma 2, esclude le discariche di ri- menzionata nota, appare dunque evidente che ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 5
Piano emergenza interno l'indagine delle proprietà dei rifiuti, la loro relazio- nute nei Piani di emergenza interna sono: ne con le condizioni esistenti presso lo stabili- a) nome o funzione delle persone autorizzate ad mento (dipendenti a loro volta dalle lavorazioni attivare le procedure di emergenza e della svolte ed in generale dal processo attuato) e la persona responsabile dell'applicazione e del possibilità di incidenti rilevanti presuppongono coordinamento delle misure di intervento anche in questo caso lo svolgimento di una analisi all'interno del sito; del rischio dedicata, in esito alla quale sarà possi- b) nome o funzione della persona incaricata del bile la caratterizzazione degli scenari incidentali collegamento con l'autorità responsabile del individuati. Piano di emergenza esterna; L’analisi di rischio sarà, a rigor di norma (ovvero c) per situazioni o eventi prevedibili che potreb- secondo quanto definito nell’Allegato C del De- bero avere un ruolo determinante nel causare creto), di tipo quantitativo. un incidente rilevante, descrizione delle misu- La gestione di tali scenari e delle conseguenti e- re da adottare per far fronte a tali situazioni o mergenze sarà dunque svolta in accordo a quanto eventi e per limitarne le conseguenze; la de- stabilito dall'articolo 20 del D.Lgs. 105/2015 e scrizione deve comprendere le apparecchiatu- dall'Allegato 4 i quali sanciscono, rispettivamente, re di sicurezza e le risorse disponibili; l'obbligo di predisposizione di un Piano di Emer- d) misure atte a limitare i pericoli per le persone genza Interno ed i contenuti minimi di tale piano. presenti nel sito, compresi sistemi di allarme e Nel seguito si riporta lo stralcio dall'Allegato 4 del le norme di comportamento che le persone D.Lgs. 105/2015 indicante i contenuti minimi dei devono osservare al momento dell'allarme; Piani di Emergenza Interni per stabilimenti a ri- e) disposizioni per avvisare tempestivamente, in schio di incidente rilevante: caso di incidente, l'autorità incaricata di attiva- "[...] re il Piano di emergenza esterna; tipo di infor- Le informazioni minime che devono essere conte- mazione da fornire immediatamente e misure 6 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno per la comunicazione di informazioni più det- Raccomandazioni tagliate appena disponibili; e best-practice internazionali f) disposizioni in materia di formazione per pre- parare il personale ai compiti che sarà chiama- La gestione del rischio e l'individuazione di barrie- to a svolgere e, ove necessario, in coordina- re mitigative/preventive nei confronti dello svi- mento con i servizi di emergenza esterna; luppo di possibili situazioni di emergenza a carico g) disposizioni per coadiuvare l'esecuzione delle dei siti di stoccaggio o lavorazione dei rifiuti sono misure di intervento adottate all'esterno del sito. contenute anche in alcune pubblicazioni interna- [...]" zionali, quali a titolo esemplificativo: • "Trattamento e stoccaggio di rifiuti e materie La Circolare del Ministero dell'Ambiente prime secondarie", Linea Guida CFPA-E nume- del 15/03/2018 ro 32:2014 F, Confederation of Fire Protection Associations Europe (CFPA-Europe); La Circolare del Ministero dell'Ambiente e della • "WASTE 28 Reducing fire risk at waste mana- Tutela del Territorio e del Mare, prot. n°0004064 gement sites issue 2", WISH Waste Industry Sa- del 15/03/2018, recante linee guida per la gestio- fety and Health Forum. ne operativa degli stoccaggi negli impianti di ge- stione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi, Le nuove disposizioni normative precisa che l’attività svolta negli impianti di ge- stione dei rifiuti deve rispondere alla normativa Con la Legge n. 132 del 01/12/2018 che ha con- sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché alle vertivo in legge, con modificazioni, il Decre- norme generali di prevenzione degli incendi, che to-Legge n. 113 del 04/10/2018 è divenuta obbli- impongono al datore di lavoro di valutare tutti i gatoria la predisposizione di un Piano di Emer- rischi connessi all’esercizio dell’impianto, adottan- genza Interno per tutti i siti di stoccaggio e di la- do le conseguenti misure di prevenzione e prote- vorazione dei rifiuti, indipendentemente dalla zione: essa richiama dunque sia il D.Lgs. 81/2008 e loro grandezza e dal numero di lavoratori impie- s.m.i. che il DM 10/03/1998 (discussi ai paragrafi gati. Tale prescrizione deve essere implementata precedenti) oltre a ribadire ulteriormente la ne- negli stabilimenti esistenti entro 90 giorni dalla cessità di condurre una analisi del rischio dedicata data di entrata in vigore della legge di conversio- per identificare i possibili rischi connessi con le at- ne L. n. 132 del 01/12/2018, pubblicata sulla Gaz- tività e le conseguenti strategie da implementare zetta Ufficiale del 04/12/2018. per la loro gestione. Al punto 4 della Circolare è Si riporta nel seguito lo stralcio dell'articolo 26-bis fatto inoltre puntuale riferimento alla necessità di del D.L. n. 113 del 04/10/2018 con i contenuti di adozione di un piano di emergenza ("[...] interesse: In tale contesto, all’innesco di un incendio nell’am- "Art. 26-bis - Piano di emergenza interna per gli bito di un impianto, come al verificarsi di una qua- impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti lunque emergenza, devono seguire tutte le op- 1. I gestori di impianti di stoccaggio e di lavora- portune azioni previste nel piano di gestione zione dei rifiuti, esistenti o di nuova costruzio- dell’emergenza [...]"). ne, hanno l’obbligo di predisporre un piano di Tale concetto è ben sottolineato anche al punto emergenza interna allo scopo di: 6.2 relativo alla gestione delle emergenze: – controllare e circoscrivere gli incidenti in "Qualora si verifichi un incidente, ovvero un in- modo da minimizzarne gli effetti e limitar- cendio, devono essere avviate con la massima ne i danni per la salute umana, per l’am- tempestività tutte le attività previste nel piano di biente e per i beni; emergenza appositamente redatto". – mettere in atto le misure necessarie per ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 7
Piano emergenza interno proteggere la salute umana e l’ambiente genza all’interno del sito, guidando attraverso la dalle conseguenze di incidenti rilevanti; scelta e l’adozione delle barriere preventive e mi- – informare adeguatamente i lavoratori e i tigative più idonee, oltre che supportare l’indivi- servizi di emergenza e le autorità locali duazione della strategia di gestione del rischio e competenti; di pianificazione della gestione delle emergenze – provvedere al ripristino e al disinquina- maggiormente adatta in relazione alle specificità mento dell’ambiente dopo un incidente ri- della realtà considerata. levante. Nel seguito si porrà in evidenza come il processo 2. Il piano di emergenza interna è riesaminato, di formulazione della pianificazione della risposta sperimentato e, se necessario, aggiornato dal alle emergenze non possa che muovere da una gestore, previa consultazione del personale accurata attività di analisi e valutazione dei rischi che lavora nell’impianto, ivi compreso il perso- volta alla individuazione degli scenari di riferi- nale di imprese subappaltatrici a lungo termi- mento ed alla successiva messa in atto delle pre- ne, ad intervalli appropriati, e, comunque, non cauzioni tecniche ed organizzativo-gestionali per superiori a tre anni. La revisione tiene conto il raggiungimento di un livello di rischio residuo dei cambiamenti avvenuti nell’impianto e nei che possa definirsi accettabile. servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure La pianificazione dell’emergenza da adottare in caso di incidente rilevante. nell’ambito dell’analisi di rischio 3. Per gli impianti esistenti, il piano di emergenza interna di cui al comma 1 è predisposto entro La nuova disposizione normativa obbliga quindi i novanta giorni dalla data di entrata in vigore gestori degli impianti di stoccaggio e di “lavora- della legge di conversione del presente decreto. zione” dei rifiuti alla predisposizione di un Piano di [...]" Emergenza Interno (PEI). La pianificazione dell’emergenza è tuttavia, come Tale provvedimento, chiaramente ispirato alla an- già evidenziato nei paragrafi precedenti, frutto di zi descritta normativa di prevenzione degli inci- una idonea analisi del rischio capace di individua- denti rilevanti, contiene due principali elementi di re quegli scenari incidentali per i quali viene im- novità riguardanti i siti di stoccaggio e di lavora- posta la pianificazione dell’emergenza. Ma quali zione dei rifiuti: sono questi scenari? • come già accennato, estende l'obbligo di pre- Non sarà di certo sfuggita l’adozione, all’interno disposizione del Piano di Emergenza Interno a del nuovo disposto normativo, del termine “inci- tutti i siti, indipendentemente dalla grandezza dente rilevante” che trova però formale definizio- e dal numero di lavoratori impiegati; ne solo nell’ambito del summenzionato D.Lgs. • contempla in modo esplicito l'eventualità di 105/2015, del quale non viene fatto cenno all’in- incidenti rilevanti connessi con le attività svol- terno dell’art. 26-bis del D.L. 113/2018 ed appare te anche in riferimento alla potenziale esten- pertanto un riferimento atecnico, in mancanza di sione degli effetti derivanti da un evento inci- un coordinamento con la cosiddetta normativa dentale al di fuori del perimetro del sito di rife- Seveso. rimento. Sebbene sia possibile individuare negli scenari di incendio, esplosione e rilasci di sostanze pericolo- Anche il nuovo provvedimento legislativo di cui se le principali famiglie di eventi per i quali è bene trattasi rende pertanto necessaria l’effettuazione dotarsi di un Piano di Emergenza Interno, proba- di una analisi del rischio al fine di individuare i bilmente il legislatore avrebbe dovuto fornire de- possibili eventi che possono originare una emer- finizioni maggiormente contestualizzate allo spe- 8 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno cifico settore industriale (del resto anche la defini- Una proposta metodologica zione di “lavorazione” dei rifiuti non trova riscon- per ottemperare al nuovo obbligo tro nel D.Lgs. 152/2006). L’analisi del rischio rappresenta quindi quella fase Sulla base del nuovo disposto normativo, dei con- di lavoro, nell’ambito di una più ampia attività tenuti minimi richiesti ad un PEI per organizzazio- (costante durante l’esercizio, n.d.r.) di gestione del ni ricadenti in ambito prevenzione incendi e pre- rischio, attraverso la quale vengono individuati i venzione degli incidenti rilevanti e delle conside- pericoli e valutati i rischi per l’organizzazione (co- razioni fin qui esplicitate, appare estremamente me con estrema ed efficace sintesi ricorda la ISO conveniente, convincente e assolutamente ragio- 31000 - Risk Management, Principles and guideli- nevole strutturare il PEI, per i Gestori degli im- nes), avendo cura di individuare le misure di con- pianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti, nel trollo poste in essere per la prevenzione di deter- seguente modo: minate cause iniziatrici o per la mitigazione degli • una prima sezione, riportante tutte le caratte- effetti associati al manifestarsi di una determinata ristiche riguardanti l’impianto, la localizzazio- conseguenza. ne, le caratteristiche dei rifiuti gestiti e dell’am- È bene chiarire che il disposto normativo non im- biente circostante, tutte le attività da svolgere pone o indica di abbracciare l’intero processo di nell’impianto, o in connessione con esso, in risk management, richiedendo esplicitamente la modo da collegarle con i pericoli che presenti- “sola” predisposizione di un PEI, per la cui redazio- no un potenziale di causare un “incidente rile- ne è però indispensabile fare zoom out ed appli- vante”; care, seppur in maniera qualitativa e speditiva, gli • una seconda sezione, riportante una valuta- strumenti propri dell’analisi del rischio. zione speditiva dei rischi per l’identificazione ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 9
Piano emergenza interno degli scenari incidentali da includere nel PEI; vimentazione e stoccaggio fino ad arrivare a con- • una terza sezione, che descrive il Piano di In- siderare tutti i pericoli che sono collegati all’am- tervento ed i dettagli operativi relativi alla ge- biente circostante (come i pericoli di inondazioni stione della sicurezza e delle emergenze indi- per gli impianti siti in aree esondabili). viduate quali rappresentative e sinteticamen- Per l’identificazione dei pericoli, è possibile utiliz- te descrittrici del grado di pericolosità associa- zare una checklist o, preferibilmente, usare una to al sito. tecnica di analisi preliminare dei pericoli quale ad esempio l’HAZID, strutturandola in maniera tale da poter facilmente procedere nei successivi passi Dati identificativi, dell’analisi del rischio per tramite del BowTie, di ubicazione e descrizione dell’impianto cui si dirà meglio nel seguito. In particolare, vengono identificati nell’ordine: La prima sezione esplicita le informazioni relative • i possibili “hazard”, cioè quelle fonti di pericolo, al Gestore, la denominazione e l’ubicazione necessariamente presenti per garantire il busi- dell’impianto, allegando cartografia e planimetrie ness, ma che è necessario gestire; pertinenti. • per ogni hazard, i possibili “top event”, cioè Anche le informazioni riguardanti l’ambiente cir- quelle situazioni in cui si verifica la perdita di costante sono incluse, quali dati di vulnerabilità controllo sull’hazard, sfociando in eventi non sismica, idrogeologica e le aree sensibili dal punto voluti, ma comunque ancora gestibili; di vista paesaggistico ed ambientale. • per ogni top event, le possibili “cause”, cioè È bene poi includere una descrizione dell’impian- quelle ipotesi di eventi iniziatori che possono to e della struttura organizzativa, specificando la generare il top event; tipologia e la pericolosità dei rifiuti gestiti, le atti- • per ogni top event, le possibili “conseguenze”, vità svolte in impianto ed i ruoli del personale im- cioè quelle ipotesi di scenari incidentali che piegato nella struttura organizzativa. possono manifestarsi qualora non si controlli il In conclusione a questa prima sezione, vista l’at- top event; tenzione posta in modo esplicito dalla summen- • per ogni “causa”, le eventuali “barriere preven- zionata circolare ministeriale anche sui rischi tive primarie”, cioè quelle misure atte ad evita- d’incendio, potrebbe essere conveniente descri- re o comunque ridurre la probabilità che la vere le modalità di gestione della sicurezza an- “causa” evolva fino al top event ; tincendio. • per ogni “barriera preventiva primaria”, gli e- ventuali “escalation factor”, ovvero quei fattori che possono minacciare l’efficacia, la funzio- Identificazione dei pericoli nalità, l’integrità della barriera preventiva pri- anche collegati all’ambiente circostante maria; • per ogni “escalation factor”, le eventuali “bar- La seconda sezione fornisce gli elementi utili a i- riere preventive secondarie”, ovvero quelle mi- dentificare quegli scenari incidentali che potreb- sure atte ad evitare o comunque ridurre la pro- bero generare situazioni emergenziali e che risul- babilità che l’”escalation factor” infici la “barrie- ta opportuno gestire attraverso una precisa piani- ra preventiva primaria”; ficazione di risposta. • per ogni “conseguenza”, le eventuali “barriere Dopo aver individuato preliminarmente le aree mitigative primarie”, cioè quelle misure atte ad critiche, si passa all’identificazione dei pericoli in- evitare o comunque ridurre la magnitudo (e/o trinseci dei rifiuti, delle lavorazioni e dei tratta- la frequenza di accadimento) della “conse- menti eseguiti presso il sito, delle modalità di mo- guenza”; 10 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno • per ogni “barriera mitigativa primaria”, gli e- “top event”, per gli impianti di stoccaggio e lavo- ventuali “escalation factor”, ovvero quei fattori razione dei rifiuti appare ragionevole ed appro- che possono minacciare l’efficacia, la funzio- priato garantire un grado di approfondimento nalità, l’integrità della barriera mitigativa pri- maggiore a quegli scenari riconducibili a: maria; • principi di incendio (per gli scenari incidentali • per ogni “escalation factor”, le eventuali “bar- definibili come “caldi”); riere mitigative secondarie”, ovvero quelle mi- • perdita di controllo sul processo di lavorazio- sure atte ad evitare o comunque ridurre la pro- ne (per gli scenari incidentali definibili come babilità che l’escalation factor infici la “barriera “freddi”). mitigativa primaria”. Per ciascuno scenario incidentale di riferimento ri- È in generale preferibile limitare l’uso degli escala- sulta fondamentale conoscere effetti secondari o tion factor e delle barriere secondarie, in quanto il domino e concatenazione di scenari nel momen- materiale a supporto delle barriere primarie (ad to in cui gli effetti di un determinato evento inci- es. procedure, piani di manutenzione, test, ispe- dentale abbiano come conseguenza anche l’in- zioni, etc) tipicamente rappresenta già la barriera staurarsi di nuovi scenari. secondaria ad eventuali escalation factor, come anche raccomandato dalle prime linee guida del Analisi del rischio con la metodologia Bow-Tie Center for Chemical Process Safety dell’American Institute of Chemical Engineers sulla metodologia A partire dai dati estratti dalla precedente fase di Bow-Tie (cfr. UNI EN ISO 31010 – Guida alle tecni- identificazione dei pericoli, si prosegue nell’anali- che di Valutazione del Rischio). Con riferimento al si del rischio con la metodologia Bow-Tie che con- ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 11
Piano emergenza interno Hazard Threat 1 Preventive Preventive Top Barrier 1 Barrier 2 event Threat 2 Preventive Barrier 3 sente, a seconda dei casi, approcci sia di tipo qua- gialle e nere) e l’evento incidentale primario litativo che quantitativo oltre che un grado di ap- detto Top Event (cerchio di colore rosso); tale profondimento commisurato alla effettiva com- evento può a sua volta evolvere, in base alla plessità e pericolosità del sito oggetto di analisi. dinamica dell’incidente in scenari incidentali La tecnica prevede lo sviluppo di diagrammi logi- alternativi tra loro. ci di flusso sviluppati in tre zone distinte. • La Zona 3 (Protezione) identifica tutti gli sce- Un esempio di diagramma Bow-Tie è riportato in nari incidentali potenzialmente generati (es: Figura 1. incendi, esplosioni, rilasci di sostanze pericolo- • La Zona 1 (Prevenzione) è rappresentata sul la- se eccetera) e la combinazione di tutti gli ele- to sinistro del diagramma; identifica tutte le menti che ne consentono lo sviluppo, inclu- cause (rettangoli di colore blu) associabili all’e- dendo tutti i sistemi di protezione che possa- vento indesiderato e, per ognuna di esse, evi- no mitigarne gli effetti. La Zona 3 può a tutti denzia tutti gli specifici sistemi di protezione gli effetti essere considerata equivalente ad un (sia impiantistici che di controllo operativo) albero degli eventi semplificato (cfr. UNI EN che contribuiscono a prevenire l’evento inde- ISO 31010). siderato. La Zona 1 può essere considerata equivalente La tecnica del Bow-Tie permette quindi di identifi- ad un albero dei guasti semplificato (cfr. UNI care i possibili scenari incidentali (gli “incidenti ri- EN ISO 31010). levanti” citati nel disposto normativo) e di tenere • La Zona 2 (Top Event) è rappresentata al cen- debitamente in conto i sistemi preventivi e miti- tro del diagramma e identifica in modo univo- gativi (barriere) posti in essere dal Gestore, con- co il pericolo considerato (rettangolo a strisce sentendo di individuare subito i percorsi verso 12 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
Piano emergenza interno Consequence 1 Mitigative Barrier 1 Consequence 2 Mitigative Mitiqative Barrier 1 Barrier 2 Conseguence 3 Figura 1. Struttura Diagramma Bow-Tie conseguenze non accettabili che non risultano Alla prima categoria (P) appartengono ad esem- essere mitigati o prevenuti da alcuna barriera op- pio: i criteri di layout, compartimentazione, mo- pure caratterizzati da barriere di tipologia univoca dalità di stoccaggio, ventilazione degli ambienti, (esclusivamente misure tecniche o alternativa- le limitazioni all’altezza dei cumuli e dei quantita- mente esclusivamente misure organizzativo-ge- tivi di rifiuti o le limitazioni temporali allo stoccag- stionali senza alcun equilibrio) oppure ancora ca- gio di singole partite di rifiuto, supportati dalla re- ratterizzati da un numero estremamente esiguo golare formazione del personale e manutenzione di mezzi di contrasto. delle aree e degli impianti. Alla categoria C appartengono ad esempio i siste- Definizione delle barriere mi di monitoraggio in continuo di temperatura e umidità. All’interno dell’art. 26-bis del D.L. 113/2018, si par- Gli impianti antincendio fissi e gli estintori fanno la di misure di controllo per la protezione della sa- invece parte della categoria M. lute umana e dell’ambiente. Tali misure sono chia- Infine, la categoria E include i sistemi di allarme, i mate, nel contesto dell’analisi Bow-Tie, “barriere”, sistemi di comunicazione interna/esterna, le vie di come introdotto al precedente paragrafo. fuga, i segnali e i cartelli, i Dispositivi di Protezione È tipicamente possibile categorizzare le barriere Individuali e collettive e così via. nelle seguenti quattro classi: In conclusione a questa fase, sarà quindi disponi- • P: Prevenzione dei pericoli; bile l’elenco degli eventi incidentali identificati, • C: Individuazione e controllo dei pericoli; con una stima delle loro conseguenze, per i quali • M: Mitigazione dei pericoli; si rende necessaria la pianificazione dell’emer- • E: Messa in sicurezza ed evacuazione. genza. ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019 13
Piano emergenza interno Gestione intraprendere, in accordo con la struttura organiz- delle emergenze zativa prima descritta, incluse le azioni di ripristi- no dell’ambiente, come peraltro esplicitamente Nell’ultima sezione del PEI trova spazio la descri- richiesto dalla norma di riferimento. zione dell’organizzazione per l’attuazione del pia- È bene non trascurare, come già citato nei prece- no di emergenza. Invero, la prima necessità in ca- denti paragrafi, gli aspetti di informazione, forma- so di incidente è l’immediatezza dell'intervento: il zione e addestramento del personale nell’ambito piano di emergenza ha lo scopo di mobilitare nel delle attività volte alla garanzia della efficacia del più breve tempo possibile la struttura operativa in Piano di Emergenza Interno oltre che della verifi- grado di fronteggiare l’emergenza. ca dell’efficienza dello stesso in relazione alle mo- Lo scopo è, quindi, quello di stabilire le linee di co- difiche tecniche ed organizzativo-gestionali che municazione e di definizione dei ruoli e delle pro- possono intercorrere nel sito nell’ambito dell’e- cedure per attivare personale, attrezzature e mez- sercizio dell’attività. zi idonei a far fronte, nel minor tempo possibile, Infine, è fondamentale, soprattutto al verificarsi di ad ogni tipo di incidente che possa verificarsi una situazione di crisi, trasmettere tempestiva- sull’impianto. mente un resoconto completo ed esaustivo alle Tramite un diagramma di flusso è ad esempio autorità competenti ed ai servizi di emergenza. possibile identificare la struttura della risposta al- Per tale motivo il Piano di Emergenza Interno do- le emergenze, chiarendone i livelli di emergenza, vrà essere corredato anche delle modalità di tra- il flusso di comunicazione, la struttura e i ruoli, ol- smissione delle informazioni fondamentali agli tre che le figure coinvolte nella gestione dell’e- enti esterni per consentire una rapida ed efficace mergenza. valutazione e gestione dell’emergenza. Gli obiettivi principali della gestione delle emer- Ciò detto, se il nuovo disposto normativo - pre- genze sono: disposto sulla scorta della esperienza storica re- • proteggere la vita umana (operatori del sito, cente che ha visto coinvolti numerosi siti di stoc- terzi, pubblico presente all’esterno); caggio e di trattamento rifiuti, così come le pre- • proteggere l’ambiente da eventuali danni che cedenti linee guida ministeriali, da leggersi in- possono essere determinati da un incidente; sieme ai requisiti di corpi normativi esistenti e • garantire una adeguata e immediata risposta puntuali - non richiede strettamente l’applica- in caso di eventi incidentali di qualsiasi tipolo- zione di un sistema di gestione del rischio, solo gia che abbiano impatti sulle persone e/o l’adozione di una metodologia strutturata per sull’ambiente; l’individuazione, la valutazione e la gestione del • assicurare o ripristinare, nel più breve tempo rischio nel tempo può garantire un controllo o- possibile, la continuità delle attività dell’a- perativo efficace nell’ambito dell’esercizio zienda; dell’attività di tali siti che, indipendentemente • proteggere gli impianti e il patrimonio mate- dalla loro estensione e dal numero di addetti, ri- riale. sultano essere caratterizzati da una serie di ele- menti critici che, in determinate condizioni di si- Tenendo conto di questi obiettivi, si predispone la curezza degradata, possono determinare eventi risposta alle emergenze, da sostanziarsi e docu- incidentali significativi sia per gli aspetti antin- mentarsi in un Piano di Intervento. cendio, sia per gli aspetti ambientali, sia per la Per ogni scenario incidentale individuato nell’am- continuità del business con effetti che, nella bito dell’analisi del rischio, si realizza quindi una maggior parte dei casi, per certo superano i con- scheda di intervento che includa tutte le azioni da fini aziendali con impatto all’esterno. n 14 ambiente&sicurezza sul lavoro gennaio 2019
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