La gestione dello stress correlato al lavoro - Arianna Ercoli Fabiola Pia Grana Giulia Merlini Cristina Del Moro Claudia Properzi
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La gestione dello stress correlato al lavoro Arianna Ercoli Fabiola Pia Grana Giulia Merlini Cristina Del Moro Claudia Properzi Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro
Stress, il termine Uso comune : è utilizzato per descrivere una situazione di disagio, tensione, preoccupazione e ansia Origine del termine: utilizzato originariamente in fisica per spiegare l’elasticità ovvero la proprietà di un materiale che permette di ridurre la dimensione e la forma originaria in seguito alla compressione o all’allungamento mosso da forze esterne Negli studi scientifici: definito da Hans Selye è la risposta aspecifica del corpo a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente *aspecifica: nonostante stimoli differenti possano indurre ad una risposta comune (lo stress, appunto) tuttavia questa varia dall’intensità degli stimoli. Definizione = una normale risposta adattiva dell’organismo agli stimoli provenienti dall’ambiente (quindi è uno stato fisiologico normale) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Claudia Properzi
Stress, tre momenti processo di reazione Stimolo trasduzione interna dello stimolo dell’organismo Ognuno di questi momenti è analizzato in modo specifico da tre differenti approcci: • approccio tecnico: studia le caratteristiche dello stimolo per poter misurare in modo oggettivo la fonte di rischio stress per un uomo “medio”. Il soggetto è visto come passivo ovvero come colui che subisce le caratteristiche negative dello stimolo dannoso. • approccio psicologico: studia la percezione e la traduzione dello stimolo in reazione per cui lo stress è il risultato dell’interazione tra persona ed ambiente. • approccio fisiologico: studia le reazioni fisiologiche ai fattori stressogeni descrivendo tutto ciò che accade nell’organismo una volta avvenuto il processo di percezione ed è utile a verificare l’effettività stressogena di un fattore in un individuo. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Claudia Properzi
To sum up: lo stress deriva quindi da una dinamica fra l’individuo e l’ambiente; tale relazione scatena una risposta interiore dell’individuo con effetti fisiologici non necessariamente negativi. Distinguiamo quindi: Eustress: dagli stimoli deriva positività e fonte di gratificazione per l’individuo (quando si parla comunemente di stress non si fa riferimento a questa forma) Distress: è presente incongruenza fra le richieste dell’ambiente e la capacità soggettiva di esaudirle pertanto si verificano effetti negativi e si parla di distress (è la forma di stress a cui si fa riferimento utilizzano il termine comune) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Claudia Properzi
Stress, il processo POSSIBILI STIMOLI PRESENTI possibili conseguenze: Lettura degli stimoli da parte Fattori ambientali: di soggetti diversi, differenza di: fisiologiche: mal di testa, alta incertezza economica, - percezione pressione sanguinea, malattie politica o cambiamento - esperienza lavorativa cardiache, etc. tecnologico, etc. - supporto sociale - ostilità psicologiche: ansia, Fattori organizzativi: - autostima depressione, minor esigenze di compito, di ruolo -… soddisfazione lavorativa, etc. o interpersonali, etc. Dalla lettura degli stimoli comportamentali: calo Fattori personali: problemi deriva lo STRESS PERCEPITO produttività, assenteismo, familiari, economici, etc. personalità, etc. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Claudia Properzi
Stress in ambito lavorativo, le cause Aspetti temporali della giornata di lavoro: lavoro straordinario indesiderato o numero eccessivo di ore, ritmo di lavoro accelerato, tempo insufficiente a rispettare le scadenze, programmazione dei cicli di lavoro e di riposo, interruzioni, variazioni della quantità di lavoro assegnata, etc. Contenuto dell’attività lavorativa: lavoro frammentario o ripetitivo o monotono che prevede compiti poco varianti, volume eccessivo, ritmo di lavoro fisico/mentale troppo alto, incertezza delle mansioni o delle richieste, risorse insufficienti in relazione all’impegno necessario per portare a termine il lavoro, etc. Rapporti interpersonali: mobbing, straining, stalking, etc. Condizioni dell’organizzazione: struttura organizzativa non chiaramente definite, burocrazia organizzativa e procedure incongrue, politiche discriminatorie, etc. Fattori di pressione: danni alla produzione, etc. Sviluppo di carriera: possibilità di carriera, sovrapposizione, retrocessione, ambizioni deluse, mancanza di sicurezza del lavoro, etc. Altre Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Claudia Properzi
Le conseguenze dello stress Le conseguenze dello stress possono causare disturbi specifici sia nella mente che nel corpo. Oltre all'aumento dei livelli di ormoni dello stress, l’adrenalina e il corticosterone, un accumulo di stress può causare mal di testa, problemi digestivi, disturbi alimentari, insonnia, affaticamento, e abbassare la nostra resistenza a malattie come il raffreddore e l’influenza. Ognuno di noi sembra essere dotato di un "termometro", quando la colonnina di mercurio sale o precipita, al fine di tornare a stare bene abbiamo bisogno di una strategia pianificata per gestire lo stress. Conoscere e usare alcuni punti di gestione dello stress può fare la differenza nelle sue conseguenze. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Effetti negativi e disagi causati dallo stress legato all'attività lavorativa: Effetti fisici: Disturbi del sonno Mal di testa Disturbi gastrointestinali Aumento della pressione arteriosa e malattie cardiovascolari Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Effetti emotivi: Ansia e irritabilità Depressione Emozioni labili Perdita di concentrazione Mancanza di motivazione Difficoltà con il processo di pensiero Perdita di memoria Scarsa capacità decisionale Comportamentali Uso improprio o abuso di sostanze (alcool compreso) Riduzione della libido Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Continua effetti emotivi… Inadeguatezza di comportamento Isolamento Mancanza di puntualità Effetti sull’organizzazione dello stress possono includere: Tasso elevato di assenteismo Elevata rotazione del personale Scarso rendimento e la produttività Morale basso Scarsa motivazione Reclami dei dipendenti aumentati Aumento di malattie e incidenti Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Lo stress da lavoro è un problema comune e costoso, e coinvolge un gran numero di persone. Una recente indagine ha rilevato che per coloro che lavorano 12 ore al giorno, c'è stato un aumento del 37% nel rischio di malattia e infortuni rispetto a quelli che lavorano meno ore. Uno studio fatto riferisce che un quarto dei dipendenti vede il lavoro come fattore di stress numero uno nella loro vita. I problemi sul posto di lavoro sono più fortemente associati con i problemi di salute rispetto a qualsiasi altro fattore di stress della vita, anche problemi finanziari o familiari. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Fattori di stress esterni Spesso i dipendenti tendono ad ignorare i problemi creati da fattori esterni di stress perché ritengono che questi problemi siano banali, meschini, o non meritano l'attenzione del datore di lavoro. Tuttavia, spesso questi problemi hanno una soluzione facile. Per esempio, lo stress può essere causato da qualcosa che sembra così banale come una sedia o lo schermo del computer posizionati in modo errato. Altri esempi di fattori di stress esterni sono forti rumori o continui, colleghi curiosi o rumorosi, capi esigenti e clienti critici. Se i fattori di stress esterni vi stanno causando problemi, la cosa peggiore che potete fare è ignorarli. Identificare e valutare i fattori di stress per identificare le possibili soluzioni. Anche se tutti non vengono risolti, qualsiasi cambiamento positivo si tradurrà in un ambiente di lavoro più felice e più sano. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
Fattori di stress interni I fattori stressanti interni non sono percepiti come problemi sul posto di lavoro. Alcuni esempi sono i sentimenti di insoddisfazione, irritabilità, incapacità e la sensazione che i vostri sforzi non siano adeguatamente ricompensati o riconosciuti. Un modo utile per ridurre lo stress interno è ricordare ciò che vi è piaciuto del vostro lavoro quando si è iniziato. Considerate ciò che è cambiato così come ciò che deve cambiare per voi per essere soddisfatti di nuovo nella vostra posizione. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
La durata dell'evento stressante permette di definire ulteriormente lo stress in due categorie: stress acuto: si verifica una volta sola e in un lasso di tempo limitato stress cronico: quando lo stimolo è reiterato o di lunga durata. Per quanto riguarda gli stress "cronici", essi si possono ulteriormente distinguere in: intermittenti, che si presentano ad intervalli regolari, con una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili cronici propriamente detti: situazioni di lunga durata che investono l'esistenza di una persona (per esempio lo status socio-economico o la vita coniugale) e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
I moderatori dello stress Numerosi fattori possono agire come moderatori dello stress. Tra questi abbiamo: il sostegno sociale che può tamponare, fino ad un certo punto, gli effetti di una condiziona lavorativa sfavorevole. Il sindacato può certamente svolgere un ruolo attivo in tal senso; i tratti della personalità che si associano allo stress da lavoro, anche se la personalità non è un fattore immutabile. Dalle ricerche condotte si ricava un’associazione tra effetti dello stress e carattere tendente all’instabilità emotiva e tensione. Alcune caratteristiche della personalità, come l’estroversione e l’introversione potrebbero modificare la risposta allo stress. Il concetto di sé: un elevato concetto di sé stessi si associa spesso a successo e soddisfazione nel lavoro, mentre la svalutazione di se stessi si accompagna spesso alla depressione. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Grana Fabiola Pia
La gestione e la valutazione del rischio stress lavoro-correlato Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
L’importanza della valutazione del rischio stress lavoro-correlato La valutazione del rischio correlato al lavoro è un elemento centrale nel processo di gestione dello stress, in quanto valuta la sicurezza e la salute dei lavoratori con l’obiettivo di prevenire malattie e/o infortuni derivanti da pericoli presenti sul luogo di lavoro. L’attività di valutazione del rischio viene eseguita all'interno dell’organizzazione e l’oggetto della valutazione non è lo studio dei singoli, ma di gruppi omogenei di lavoratori esposti allo stesso tipo di rischio. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
La Normativa La legge che disciplina la valutazione del rischio legato all’attività lavorativa è il Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 I Datori di Lavoro di tutte le imprese, pubbliche e private, di ogni dimensione hanno l'obbligo dal 1° gennaio 2011 di avviare le valutazioni delle possibili fonti di stress, riportando nel Documento di Valutazione dei Rischi la programmazione temporale della verifica interna e il termine finale, rispettando le linee guida approvate dalla Commissione Consultiva sulla sicurezza sul lavoro. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
La Commissione consultiva permanente del 17/11/2010 stabilisce chi compie tale valutazione: Datore di Lavoro (D.V.) Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.) Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (A.S.P.P.) Medico Competente (M.C.) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (R.L.S.T.) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza del sito Produttivo (R.L.S.P.) Personale interno (es. lavoratori più anziani) Professionisti esterni (es. psicologo) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Il Datore di Lavoro è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore e ha il potere decisionale e la responsabilità dell’organizzazione. Due obblighi non delegabili: 1. valutare tutti i rischi ed elaborare il 2. designare il Responsabile del Documento di Valutazione dei Servizio di Prevenzione e Protezione. Rischi. DV assume il ruolo di RSPP per le: • aziende artigiane ed industriali: < 30 impiegati Omessa redazione del DVR: arresto 3-6 mesi o ammenda 2.500 € - 6.400 € • aziende agricole: < 30 impiegati Incompleta redazione del DVR: • aziende della pesca: < 20 impiegati ammenda 2.000 € - 4.000 € • altre aziende: < 200 impiegati. Novità legislativa 2013: In tali casi, il Datore di Lavoro deve ricevere una formazione e sottoporsi ad un Eliminazione della possibilità per le aggiornamento quinquennale, altrimenti: aziende fino a 10 dipendenti di avvalersi Arresto 4-8 mesi o ammenda 1500€ - dell’autocertificazione. 6000€. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è il responsabile dell’insieme delle persone in possesso di specifiche capacità e requisiti professionali e deve assicurare la salute e la sicurezza all’interno di ogni azienda. deve possedere specifiche RSPP è una figura interna all'azienda capacità e requisiti professionali RSPP è una figura esterna tecnico professionista con competenze tecniche e professionali richieste dalla RSPP può essere il Datore di Lavoro legge sulla tutela della sicurezza Per poter svolgere il ruolo del R.S.P.P. (art.32): Capacità e requisiti professionali adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative Diploma di istruzione secondaria superiore o la dimostrazione di aver svolto le mansioni di RSPP almeno da sei mesi alla data del 13 agosto 2003 Formazione (Moduli A, B, C e corsi di aggiornamento) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
I compiti del R.S.P.P. (art. 33) Partecipazione alla riunione Osservare e valutare periodica con il Datore di Lavoro, i fattori di rischio e Individuare il Medico Competente, ove comunicarli al Datore le misure nominato, e il Rappresentante dei di Lavoro. per la lavoratori per la Sicurezza, al fine sicurezza. di stabilire una collaborazione per migliorare la sicurezza sul lavoro. Proporre dei programmi di formazione per i Collaborare con il Datore lavoratori. di Lavoro e con il Medico Competente allo scopo di Stabilire dei contatti con gli identificare le mansioni Organi di Vigilanza Fornire ai soggette a sorveglianza competenti nel territorio per lavoratori le sanitaria. avere dei suggerimenti e informazioni per delle indicazioni specifiche la corretta sui comportamenti da tenere prevenzione e nel campo della prevenzione. protezione. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione (A.S.P.P.) aiutano il responsabile (R.S.P.P.) nel coordinamento del servizio di prevenzione e protezione dei rischi. Il Medico Competente (M.C.) è un medico nominato dal Datore di Lavoro, quando necessario, per effettuare la sorveglianza sanitaria e per svolgere tutti gli altri compiti in materia di salute e sicurezza che le norme gli attribuiscono. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) è la persona eletta per rappresentare i lavoratori per gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro. In mancanza di questa figura c’è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (R.L.S.T.). Il Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza del sito Produttivo (R.L.S.P.) viene nominato in particolari contesti produttivi (es. porti, impianti siderurgici) caratterizzati dalla compresenza di più aziende o cantieri. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Percorso logico e metodologico FASE PROPEDEUTICA DI PREPARAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE LA VALUTAZIONE PRELIMINARE obbligatoria Fase 1: Raccolta dei dati oggettivi e dei dati relativi ai fattori di rischio Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Fase 2: Presentazione dei dati risultati dall’indagine: …
LA VALUTAZIONE APPROFONDITA va intrapresa nel caso in cui nella fase precedente 1. è stato rilevato un rischio alto 2. l’attività di monitoraggio rileva che le misure correttive per il rischio medio sono risultate inefficaci 3. si verificano molestie morali o sessuali. Il Datore di Lavoro può, in ogni caso, decidere di effettuare una valutazione approfondita La Commissione consultiva prevede la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori potenzialmente stressanti o a rischio stress attraverso differenti strumenti, relativi anche alla dimensione aziendale. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Questionari di rilevazione vengono somministrati in presenza o attraverso una piattaforma online ai lavoratori. Quello più utilizzato in Europa è il Job Content Questionnaire. Focus group consente di raccogliere informazioni in un gruppo ristretto di lavoratori. Interviste semi-strutturate consiste in una lista di domande di base che consentono un ulteriore approfondimento da parte dei lavoratori. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI SUCCESSIVI Sulla base dei risultati della valutazione preliminare ed approfondita, il Datore di Lavoro pianifica l’adozione di misure correttive necessarie all’eliminazione del rischio. Bisognerebbe: cambiare il contenuto del lavoro ed il contesto del lavoro sottoporre i lavoratori a dei corsi di formazione Puntare sulla forza-lavoro per migliorare la comprensione dello stress REDIGERE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (D.V.R.) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Gestire lo stress lavoro-correlato con la strategia di coping (Lazarus, 1966) Il termine «coping» tradotto significa “fronteggiamento”, “gestione attiva”, “risposta efficace”, “capacità di risolvere i problemi” ed indica l’insieme di strategie cognitive e comportamentali che le persone utilizzano per fronteggiare eventi stressanti. risoluzione pratica dei problemi La capacità di coping si riferisce alla gestione delle proprie emozioni Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Lazarus e Folkman individuano due diverse tipologie di coping emotion-focused coping problem-focused coping consiste nella regolazione consiste nel tentativo di delle reazioni emotive modificare o risolvere la negative conseguenti alla situazione che sta situazione stressante minacciando o danneggiando l’individuo Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Endler e Parker, sulla base del lavoro di Lazarus e Folkman, hanno individuato tre tipologie di coping predominanti task coping è rappresentato dalla tendenza ad affrontare il problema in maniera diretta, ricercando soluzioni per emotion coping fronteggiare la crisi è rappresentato dalle abilità di tenere sotto controllo le proprie emozioni in condizioni di disagio o di abbandono alle emozioni, come la avoidance coping tendenza a sfogarsi o la è rappresentato dal tentativo di rassegnazione ignorare la minaccia dello stress attraverso la ricerca del supporto sociale o impegnandosi in attività che distolgono la sua attenzione dal problema Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Brown e Nicassio hanno proposto una formulazione delle tipologie di coping alternativa rispetto a quella tradizionale proposta da Lazarus e Folkman: coping attivo coping passivo fa riferimento a ciò che un si riferisce al modo in cui individuo fa per affrontare un individuo si adatta una situazione difficile per emotivamente ad una data la quale non è preparato situazione Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Il coping è una strategia fondamentale per il raggiungimento del benessere e presuppone un comportamento attivo, e non passivo, dell’individuo in modo da renderlo protagonista della situazione. Un soggetto con un elevato livello di reattività riesce ad avere un miglior adattamento alla realtà ed a risolvere più velocemente i problemi. Applicando il coping attivo e passivo alla gestione del problema e delle emozioni, si individuano le seguenti strategie: 1. la strategia di coping attivo orientato al problema, 2. la strategia di coping passivo orientato al problema, 3. la strategia di coping attivo orientato all’emozione, 4. la strategia di coping passivo orientato all’emozione. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Affinché gli individui adottino delle adeguate strategie di coping è necessario che abbiano sia la capacità di attivare le risorse interne preesistenti sia di adottarne nuove, ossia di imparare ed allargare le proprie strategie, in modo che l’individuo sia coinvolto socialmente e partecipi maggiormente nella realtà in cui vive. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Per affrontare più efficacemente gli eventi stressanti e raggiungere lo stato di benessere organizzativo è importante trovare un equilibrio tra: volontà della persona contesto in cui vive esperienza Siamo noi che, attraverso il nostro modo di vivere gli eventi, contribuiamo a renderli più o meno stressanti e, attraverso le nostre capacità di coping, li affrontiamo in maniera più o meno efficace. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Giulia Merlini
Caso pratico: Azienda esempio Al fine di comprendere meglio il capitolo precedente, abbiamo deciso di riportare un caso pratico di una valutazione dello stress di lavoro correlato in un’Azienda esempio. La valutazione dello stress lavoro-correlato avviene nel rispetto delle indicazioni individuate dall’INAIL; tale percorso consta essenzialmente in tre macro fasi: Fase propedeutica – a monte della valutazione è stato necessario attuare una preparazione dell’organizzazione attraverso tre momenti: - sviluppo di un piano e una programmazione temporale della valutazione del rischio; - costituzione del Gruppo di Gestione della valutazione; - sviluppo di una strategia comunicativa e di coinvolgimento del personale. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
Valutazione preliminare – gli indicatori che servono per valutare le diverse condizioni di rischio sono stati inseriti nella lista di controllo riportata nel seguente schema: Valutazione approfondita - La valutazione approfondita è una fase che viene realizzata solamente nel caso in cui la valutazione preliminare evidenzia delle azioni correttive che una volta messe in atto sono state inefficaci. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
LIVELLI DI RISCHIO, teoria o Rischio BASSO: in caso di basso rischio non è necessario procedere ulteriormente. Si attuano le misure di miglioramento, si monitora il rischio e si dovrà ripetere la valutazione ogni due anni. o Rischio MEDIO: saranno adottate tutte le azioni di miglioramento che saranno riferite in modo specifico agli indicatori aziendali, di contesto e/o di contenuto con i valori di rischio stress più elevato. Successivamente va verificata l’efficacia delle azioni correttive. o Rischio ALTO: la valutazione del rischio stress lavoro-correlato per l’intera azienda o per una partizione organizzativa o per mansione deve necessariamente proseguire con il secondo livello di approfondimento, ossia con la valutazione della percezione di stress dei lavoratori. Successivamente va verificata l’efficacia delle azioni correttive. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
Livello di rischio Area I Livello di rischio Area II Livello di rischio Area I Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
LIVELLI DI RISCHIO, nel caso studio DETTAGLIO VALUTAZIONE Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
RIEPILOGO RISULTATI VALUTAZIONE Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Properzi, Grana
Il processo decisionale sotto stress Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Manager e leader Nel libro “On Becoming a Leader” di Warren Bennis, vengono indicate una serie di caratteristiche che distinguono un manager da un leader : Il manager amministra, il leader innova. Tutti i manager seguono un modello di management, mentre ogni leader ha uno stile di guida tutto suo, originale, in base alla sua personalità e sensibilità nei confronti dei suoi collaboratori. Il management si concentra sul sistema e sulla sua struttura: organizza le procedure, i flussi di lavoro, la “prassi” aziendale; la leadership si focalizza sulla gestione delle risorse umane. La figura del manager si basa sul controllo e sull’autorità, la figura del leader si fonda sulla stima e sulla fiducia. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Manager e leader Chi esercita un ruolo di management ha uno ristretto campo di vedute: si occupa solo dell’area di sua competenza; chi si occupa di leadership, invece, deve avere una prospettiva a lungo raggio. L’azione del manager è quindi sempre e solo focalizzata a soddisfare un compito “oggettivo”; mentre l’azione del leader è incentrata sulla risoluzione di un problema. Il manager lavora per la gestione dello status quo, mentre il leader opera per il cambiamento. Un buon manager è un ottimo ufficiale: esegue gli ordini alla lettera. Un buon leader è colui che si afferma per la sua personalità e per il suo carisma. Il manager fa le cose nel modo giusto (applica procedure). Il leader fa le cose giuste (trova soluzioni). I Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Quando, come e perché nasce il management? Rivoluzione Industriale Procedure sempre più automatizzate, i lavoratori erano chiamati ad eseguire compiti precisi Bisogno di organizzare il lavoro, di assegnare le persone giuste ai compiti necessari e di coordinare i risultati Obiettivo: Efficienza Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Management e Nella nuova economia… leadership non sono più facilmente separabili! Definizione di uno scopo, un obiettivo per i lavoratori Formare il personale Stimolare la motivazione Esaltare il talento del singolo e facendo in modo che ciascun collaboratore dia il meglio di sé in quello che è il suo ruolo Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Processi decisionali Il processo di assunzione delle decisioni ha un ruolo centrale nella gestione aziendale perché è attraverso esso che i responsabili delle aree funzionali possono determinare le modalità ed i contenuti delle operazioni e, quindi, i loro "risultati". Gli studi sono iniziati con la scuola dello Scientific Management, ampiamente diffusi su scala mondiale negli anni 50 e 60 Approfondimento delle attività capaci di razionalizzare la gestione aziendale Due differenti tipi di approccio: uno considera la decisione il risultato di una "procedura" formalizzata suddivisa in "fasi", l’altro considera invece il processo decisionale privo di strutture di riferimento Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Approccio per fasi di Simon Metà degli anni 60 "Procedura" composta da cinque momenti logici successivi: 1. l’ analisi del problema (intelligence) 2. la ricerca di possibili soluzioni (design) 3. la valutazione e la scelta dell’ alternativa migliore (choice) 4. l’ attuazione della decisione (implementation) 5- il controllo sui risultati e l’ eventuale modifica della scelta (control and review) Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Modello " garbage can theory" (teoria pattumiera) Il modello della cerca di sottolineare la mancanza di ordine nella formulazione delle decisioni a causa della complessità dei processi aziendali e della non completa conoscenza dei legami tra le variabili in gioco. Il processo decisorio avviene nel seguente modo: nell'azienda possono essere individuati problemi di svariata natura (anche riferiti alla sfera privata dei soggetti) per i quali esistono soluzioni formulate da singoli componenti o da gruppi esterni o interni all'organizzazione ed esistono "occasioni di scelta" in cui problemi e soluzioni possono essere esaminati (riunioni formali, incontri informali) e portare ad una assunzione condivisa della decisione al problema evidenziato. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Modello "technology of foolishness" La tecnologia dell'irrazionale afferma che quando si opera in condizioni di incertezza non si potrà certo contare su informazioni dettagliate, ma solo su un quadro generale di riferimento desunto da precedenti azioni ed esperienze già sperimentate ed acquisite. Solo "decidendo" e "agendo" si possono ottenere informazioni utili per successive decisioni. Ciò capovolge il paradigma dell'approccio razionale in quanto la decisione non è più il risultato dell'elaborazione di informazioni conosciute, ma diventa un mezzo per ottenere le informazioni stesse. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Processi decisionali e stress Come si comportano i gruppi in situazioni di stress, nei processi decisionali? Driskell & Salas (1991): Aumento della tendenza dei Torrance (1967): subordinati ad acconsentire alle Scambi di pareri tra il leader e i decisioni del leader in situazioni subordinati, per raggiungere in di stress: modo efficiente l’obiettivo: Centralizzazione dell’autorità Approccio partecipativo Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Dai risultati dello studio di Driskell & Salas (1991) si evince che la teoria della centralizzazione dell'autorità non è adatta a spiegare compiutamente i processi decisionali in piccoli gruppi, mentre risulta più corretta la teoria secondo la quale sia i membri di status elevato sia i membri subordinati partecipano al processo decisionale. Il comportamento più efficiente in situazioni di stress: scambio cooperativo tra i membri di status elevato e quelli di status inferiore tenendo presente che, comunque, i leader hanno un'influenza maggiore nelle relazioni intragruppo! Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Stress e Resilienza La resilienza è la capacità di una struttura fisica di resistere a sollecitazioni violente, in psicologia resilienza è la capacità di un individuo di sviluppare nuove potenzialità senza subire danneggiamenti in situazioni di forte stress sia nell’ambito personale che nell’ambito lavorativo . Quando il fattore di stress colpisce l’ambito lavorativo, il lavoratore resiliente sa analizzare la situazione ed innescare la reattività invece che essere preda del panico. E’ in grado di rimanere distaccato dai problemi pur senza isolarsi, è in grado di continuare a tenere la sua mente ferma su un obbiettivo, ha la capacità di affrontare le difficoltà con un atteggiamento ottimista e propositivo che gli permette di proiettarsi oltre l’ostacolo. Quando una persona non sa mettere questo opportuno distacco tra sé ed il proprio lavoro, nella situazione di stress è colpito inevitabilmente da malessere, stati d’ansia, panico, depressione, rabbia, disperazione. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
Un’organizzazione, un’ azienda resiliente, per far fronte ad uno stato di crisi saprà: modificarsi; adattarsi alle nuove condizioni; gestire la situazione di stress propria e dei propri collaboratori; riposizionarsi sul mercato nelle nuove condizioni che esso impone. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Arianna Ercoli
I manager positivi Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
L’organizzazione positiva Sono quattro i temi fondamentali in tema di comportamento manageriale positivo: 1. Rispetto e responsabilità 2. Gestire e comunicare il lavoro esistente e futuro 3. Comprendere e gestire le situazioni difficili 4. Gestire il singolo all’interno del team Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
Rispetto e responsabilità Eticità ed onestà 1. Integrità Coerenza e benessere 2. Gestione delle emozioni del team 3. Approccio rispettoso Supporto ai dipendenti, Rispetto per le idee, Maggiore coesione del team, Sviluppo e mentoring, Attenzione al benessere dei dipendenti, Gestione del conflitto, Costruzione del team Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
Gestire e comunicare il lavoro esistente e quello futuro 1. Gestione proattiva del lavoro anticipare la situazione futura per pianificare il proprio lavoro Approccio nei confronti 2. Problem solving del lavoratore e dell’intero team idee, spunti e 3. Partecipazione suggerimenti Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
Comprendere e gestire le situazioni difficili Il compito del manager non è solo quello di evitare conflitti ma di gestirli e profittare della situazione conflittuale per potenziare le abilità dei collaboratori. Le possibili reazioni ad un conflitto sono offerte dal modello assertività/cooperazione di Galasso (2004): Le strategie operative per la gestione dei conflitti sono raggruppate in tre categorie: 1. non-intervento 2. prevenzione 3. risoluzione Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
La gestione del singolo all’interno del team La terza competenza si riferisce al lato umano della gestione del personale disponibilità con i componenti del team 1. Accessibilità e valorizzare, favorire l’approccio comunicativo Consolidamento del rapporto manager- 2. Socievolezza lavoratore e all’interno del team Intelligenza 3. Coinvolgimento empatico emotiva Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro Cristina Del Moro
Concludiamo…. Comportamento manageriale a.a 2017-2018 Prof.ssa Maria Zifaro
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