Per una cultura giuridica comune: la nuova dimensione della formazione giudiziaria in Europa. L'impegno delle istituzioni europee e il contributo ...

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Per una cultura giuridica comune: la nuova dimensione della formazione giudiziaria in Europa. L'impegno delle istituzioni europee e il contributo ...
CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
        Nona Commissione - Tirocinio e Formazione Professionale

                     Ufficio dei referenti per la formazione
                       decentrata del distretto di Milano
                                  18 ottobre 2012
                     Aula magna del Palazzo di giustizia di Milano

“La formazione professionale dei magistrati e l’ordinamento giudiziario in Italia
       a confronto con quelli di Francia, Spagna, Portogallo e Romania”

            Per una cultura giuridica comune:
                   la nuova dimensione
        della formazione giudiziaria in Europa.
           L’impegno delle istituzioni europee
       e il contributo della magistratura italiana.

                                                                     Gianluca Grasso

                                                          Magistrato addetto alla Segreteria del
                                                          Consiglio Superiore della Magistratura
2
INDICE

Premessa…………………………………………………………………………………………….………….. p. 4

Consiglio dell’Unione europea; conclusioni, 27-10-2011;
Commissione europea; comunicazione, 13-09-2011……………………………………………….....….. » 7

G. Grasso, Per una cultura giuridica comune: la nuova dimensione della formazione
giudiziaria in Europa. L’impegno delle istituzioni europee e il contributo
della magistratura italiana……………………………………………………………………………….….. » 18

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2012 sulla formazione giudiziaria
(2012/2575(RSP))……………………………………………….………………………….……………..….. » 24

Consiglio Superiore della Magistratura; deliberazione, 13-04-2011;
Consiglio Superiore della Magistratura; deliberazione, 16-02-2011……………………………….…... » 27

G. Grasso, nota a Consiglio Superiore della Magistratura; deliberazione, 13-04-2011…………..….. » 33

G. Grasso, Sulla formazione giudiziaria in ambito internazionale:
l’attività svolta dal Consiglio superiore della magistratura…………………………………………….. » 36

G. Grasso, La dimensione collettiva delle professioni legali in Europa:
reti, associazioni ed enti istituzionali…………………………………………………………………….….. » 38

G. Grasso, La scienza giuridica europea e le professioni legali:
dalla conoscenza alla consapevolezza………………………………………………………………..….….. » 46

European Gaius: Progetto per il rafforzamento della cultura giuridica europea
dei magistrati italiani………………………………………………..……………………………………..….. » 49

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Premessa
      1. La formazione giudiziaria appartiene in primo luogo alla responsabilità degli Stati membri.
Il CSM ha posto la sua attenzione sulla formazione nel settore internazionale, con particolare
attenzione alla prospettiva del diritto europeo, fin dal 1997, allorquando vennero realizzati i primi
corsi decentrati di diritto comunitario. Questo impegno si è nel tempo sviluppato attraverso
l’introduzione di corsi specifici, di singole relazioni di taglio sovranazionale nei corsi focalizzati
sul diritto interno, sostanziandosi altresì nella partecipazione ai bandi della commissione europea e
alle attività e ai progetti della Rete europea di formazione giudiziaria.
      Il piano d’azione European Gaius, approvato con delibera del CSM del 13 aprile 2011, allo
scopo di rafforzare la cultura giuridica europea dei magistrati italiani, rappresenta il culmine
dell'impegno nella formazione profuso dal CSM con particolare riguardo ai profili di diritto
europeo. Il Parlamento europeo, nella risoluzione sulla formazione giudiziaria (2012/2575(RSP))
del 14 marzo 2012 ha espressamente citato i progetti dell’Italia e dei Paesi Bassi quale modello da
seguire per gli Stati europei, auspicando un coordinamento a livello europeo (reputa ad esempio
che l’Ue debba incoraggiare gli Stati membri a imitare le istituzioni che operano con successo,
come i coordinatori per il diritto dell’Ue che esistono in Italia e nei Paesi Bassi nelle strutture
giudiziarie nazionali, nonché promuovere la formazione di tali coordinatori e agevolarne in altro
modo l’operato a livello dell’Ue).
      Questa missione è ora affidata alla Scuola Superiore della Magistratura, che inizia quest’anno
le sue attività. La Scuola è entrata a far parte della REFG nell’assemblea generale di Copenaghen
del maggio scorso.

      2. La formazione giudiziaria europea è vista come un mezzo per rafforzare la fiducia
reciproca tra operatori del diritto e per sviluppare la cooperazione giudiziaria transfrontaliera. La
corretta applicazione del diritto dell’Unione, che dipende in larga misura - anche se non
esclusivamente - dall'attività svolta dalle giurisdizioni nazionali, costituisce un elemento essenziale
per il pieno rispetto delle libertà fondamentali sancite nel Trattato sul funzionamento dell'Unione
europea.
      Le Istituzioni europee hanno nel tempo adottato diversi documenti di riferimento.
      Tra i principali atti1 vanno ricordati: la Comunicazione della Commissione al Parlamento
europeo e al Consiglio, del 29 giugno 2006 sulla formazione giudiziaria nell'Unione europea
(COM(2006) 356 def); la Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati

      1
       Un quadro completo dei diversi documenti adottati si rinviene nel dossier di studio che accompagna il progetto
European Gaius http://www.csm.it/gaius/pagesIT/05.html

                                                                                                                   4
membri riuniti in sede di Consiglio relativa alla formazione dei giudici, dei procuratori e degli
operatori giudiziari nell'Unione europea (2008/C 299/01); lo Studio sul rafforzamento della
formazione giudiziaria nell'Unione europea a cura dei servizi del Parlamento europeo (2009).
      Nel dicembre 2009, l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha offerto una base giuridica
allo sviluppo delle azioni in materia di formazione giudiziaria europea. Il sostegno alla formazione
dei magistrati e del personale di giustizia costituisce l'oggetto degli artt. 81, co. 2, lett. h) e 82, co.
1, lett. c), TFUE ed è considerato come una delle misure necessarie per rafforzare la cooperazione
giudiziaria in materia civile e commerciale e in materia penale.
      Nel dicembre 2009 il Consiglio ha adottato il Programma di Stoccolma che riconosce un
particolare rilievo agli aspetti della formazione giudiziaria europea per tutte le professioni
giuridiche.
      Il 13 settembre 2011 la Commissione europea ha diffuso la comunicazione sulla formazione
giudiziaria: “alimentare la fiducia in una giustizia europea: una nuova dimensione per la
formazione giudiziaria europea”. Le conclusioni del Consiglio dell’Unione europea, rivolte alla
Commissione e agli Stati membri, sono state adottate il 27 ottobre 2011 (2011/C 361/03). Sul tema
è intervenuto anche il Parlamento europeo con la risoluzione sulla formazione giudiziaria del 14
marzo 2012 (2012/2575(RSP)).

      3. L’attuale momento storico appare particolarmente rilevante per il futuro della formazione
giudiziaria in Europa. Si sono infatti verificate alcune circostanze che stanno rapidamente
modificando non solo la cornice di riferimento della formazione giudiziaria in Europa ma anche i
suoi contenuti.
      Il primo dato fondamentale, successivamente all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è
rappresentato dall’introduzione di una base legale per gli interventi dell'Unione europea
nell'ambito della formazione giudiziaria. Tale evenienza determinerà, da un lato, maggiori
possibilità di finanziamenti e di progetti specifici in favore degli Stati membri dell'Unione per
rafforzare la formazione del corpo giudiziario sui temi del diritto europeo, in ragione del principio
di sussidiarietà. Per altro verso, in mancanza di un'azione efficace da parte degli Stati membri, le
Istituzioni europee - e la Commissione in primis - potranno intervenire per realizzare quanto le
Istituzioni nazionali non siano state in grado di portare a compimento.
      Priorità della Commissione, inoltre, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è
rappresentata dalla tutela dei diritti fondamentali e dalla loro effettività. Tali obiettivi non possono
essere realizzati senza che vi siano dei giudici sull'intero territorio dell'Unione in grado di dare una
pronta e puntuale attuazione alle domande di giustizia. Il nodo fondamentale, pertanto, è costituito

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dalla conoscenza del diritto europeo da parte degli operatori della giustizia e, in primo luogo, dei
magistrati, chiamati ad applicare il diritto in caso di conflitto tra le parti. Ecco, dunque, l'attenzione
posta dalle Istituzioni dell'Unione alla formazione europea dei magistrati e l'ampiezza dei fondi
disponibili pur in tempi di grave crisi economica.
     Si prospettano, pertanto, nuove e maggiori opportunità per le Istituzioni nazionali, chiamate a
una più ampia responsabilità. In questa prospettiva si muove l'azione della Commissione europea,
che culmina nella Comunicazione del 13 settembre 2011, e del Parlamento europeo, che ha reso
pubblico nel 2011 uno studio sulla formazione giudiziaria in diritto europeo2, realizzato dall’ERA
e dalla REFG, e che ha approvato un progetto pilota al fine di rafforzare la cultura giudiziaria in
Europa.

     4. Questa raccolta di documenti intende presentare gli ultimi sviluppi sulla formazione
giudiziaria in Europa e alcuni contributi apparsi sul tema.
     Tra i principali atti si richiamano, in particolare: la Comunicazione della Commissione
europea, 13 settembre 2011 sulla formazione giudiziaria, le Conclusioni del Consiglio dell’Unione
europea (27 ottobre 2011), la Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2012 sulla
formazione giudiziaria (2012/2575(RSP)) e la delibera del Consiglio Superiore della Magistratura
del 13 aprile 2011, con la quale è stato approvato il piano d'azione European Gaius: Progetto per il
rafforzamento della cultura giuridica europea dei magistrati italiani.
     Ulteriore documentazione può essere reperita sulle pagine del progetto European Gaius
www.csm.it/gaius/index.html e, in particolare, nel dossier di studio che ha accompagnato lo
studio: http://www.csm.it/gaius/pdf/01_ProgettoEuropeanGaius/03_EuropeanGaius.pdf

     2
         http://www.csm.it/gaius/pagesIT/05.html

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CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA; conclusioni, 27-10-20113
     Il consiglio dell’Unione europea ha accolto con favore la comunicazione della commissione
europea volta a migliorare la formazione giudiziaria in vista della costruzione di uno spazio
giudiziario europeo a beneficio delle persone e delle imprese, invitando gli Stati membri e la
commissione a adottare misure appropriate. (1)

     COMMISSIONE EUROPEA; comunicazione, 13-09-2011
     La commissione europea ha adottato, indirizzandola al parlamento europeo, al consiglio, al
comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni, una comunicazione volta a
migliorare la formazione giudiziaria in vista della costruzione di uno spazio giudiziario europeo a
beneficio delle persone e delle imprese. (2)

     CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA; conclusioni, 27-10-2011
                                      I

     Cons. Ue 27 ottobre 2011

       Il consiglio dell’Unione europea:
       a) richiamandosi all’art. 81, par. 2, lett. h), e all’art. 82, par. 1, lett. c), del trattato sul
funzionamento dell’Unione europea, che per la prima volta stabilisce una competenza specifica per
il «sostegno alla formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari» in materia civile e penale;
       b) richiamandosi al programma di Stoccolma, un’Europa aperta e sicura al servizio e a tutela
dei cittadini, in cui si è sottolineato che, «per promuovere un’autentica cultura europea in materia
giudiziaria e di applicazione della legge, è essenziale intensificare la formazione relativa alle
tematiche connesse all’Ue e renderla sistematicamente accessibile per tutte le professioni coinvolte
nell’attuazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia»;
       c) rammentando la risoluzione del consiglio relativa alla formazione dei giudici, dei
procuratori e degli operatori giudiziari nell’Unione europea (2008/C 299/01);
       d) rammentando la risoluzione del parlamento europeo, del 9 luglio 2008, sul ruolo del
giudice nazionale nel sistema giudiziario europeo (2009/C 294 E/06);
       Il consiglio dell’Unione europea:
       1. - Accoglie con favore la comunicazione della commissione (che segue) intitolata
«Alimentare la fiducia in una giustizia europea: una nuova dimensione per la formazione giudiziaria
europea» (COM(2011)551 definitivo), in cui si sottolinea l’importanza di migliorare la conoscenza
del diritto dell’Ue e la fiducia reciproca tra gli operatori del diritto per assicurare un’efficace
attuazione del diritto dell’Unione ed un’agile cooperazione giudiziaria transfrontaliera in tutti gli
Stati membri.
       2. - Sottolinea il contributo che la formazione giudiziaria europea potrebbe dare allo sviluppo
di un’autentica cultura giuridica europea, basata sul rispetto dei diversi sistemi e tradizioni
giuridiche degli Stati membri.
       3. - Sostiene vigorosamente la realizzazione di ulteriori sforzi per la formazione di giudici,
procuratori ed altri operatori giudiziari nel diritto europeo e nella sua applicazione.
       4. - Accoglie con favore l’agevolazione della formazione di altri operatori del diritto,
compresi gli ufficiali giudiziari, i notai e gli avvocati.
       5. - Sottolinea che la formazione non dovrebbe compromettere l’indipendenza delle
professioni forensi.
       6. - Ritiene che la qualità della formazione sia il principale criterio di valutazione della
formazione e accoglie con favore l’intenzione della commissione di concentrarsi su settori

     3
         Foro it., 2012, IV, 6.

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prioritari, tenendo in considerazione le priorità politiche dell’Ue e la complessità degli strumenti
specifici. Si dovrebbe altresì tener conto di aspetti attinenti al rapporto costo/efficacia.
       7. - Condivide la necessità di sfruttare le strutture, le istituzioni e le reti esistenti, in
particolare la rete europea di formazione giudiziaria (REFG).
       8. - Plaude al riconoscimento del ruolo cruciale svolto dalle strutture di formazione nazionali
destinate a giudici, procuratori e altre figure professionali in ambito forense e accoglie con favore il
fatto che la commissione accenni al ruolo della cooperazione regionale nell’elaborazione di migliori
pratiche e di nuovi metodi di apprendimento.
       9. - Il consiglio invita gli Stati membri:
       — a fare decisamente in modo che la formazione sull’acquis dell’Unione sia
sistematicamente accessibile agli operatori del diritto attraverso una formazione iniziale e una
formazione continua, per riflettere il modo in cui il diritto dell’Unione e la legislazione nazionale
interagiscono e influenzano la loro pratica quotidiana;
       — a fare decisamente in modo che gli operatori del diritto, in particolare i giudici e i
procuratori, abbiano la possibilità di avvalersi di almeno una settimana di formazione sull’acquis e
gli strumenti dell’Unione durante la loro carriera;
       — a incoraggiare le organizzazioni professionali nazionali di operatori del diritto a
promuovere tra i propri membri la partecipazione ad attività di formazione continua;
       — a sostenere i rispettivi organi preposti alla formazione di giudici, procuratori e operatori
giudiziari nello sforzo di espandere la formazione in diritto dell’Unione europea e sui sistemi
giuridici nazionali, e di renderla disponibile a livello locale, regionale e nazionale;
       — ad incoraggiare le strutture nazionali di formazione in ambito giudiziario a condividere
con la commissione su base annuale, possibilmente mediante la REFG, informazioni sulle attività di
formazione in diritto dell’Ue disponibili e sul numero di operatori che vi hanno preso parte;
       — a stimolare le organizzazioni professionali nazionali in ambito giuridico ad informare la
commissione, tramite le relative organizzazioni a livello europeo, sulle attività di formazione in
diritto dell’Ue disponibili e sul numero di operatori che vi hanno preso parte.
       10. - Il consiglio invita la commissione a:
       — prendere spunto dall’art. 81, par. 2, lett. h), e dall’art. 82, par. 1, lett. c), del trattato sul
funzionamento dell’Unione europea, in particolare, per individuare e valutare soluzioni a livello
europeo, compresi regimi di formazione europea per tutte le figure professionali interessate;
       — a trarre profitto dai punti di forza delle strutture, degli attori e delle reti esistenti, sia
nazionali che europee, come gli istituti di formazione giudiziaria e la REFG, e invita la
commissione a fornire loro ulteriore supporto, tenendo conto al contempo di specifiche esigenze
nazionali e del valore aggiunto della cooperazione regionale;
       — ad avviare un nuovo programma di scambio per giudici e procuratori di nuova nomina in
modo da far sì che si impegnino del tutto nella dimensione europea del loro ruolo sin dall’inizio e
per consentire loro di fare esperienza diretta del concreto funzionamento del sistema giuridico di
altri Stati membri; tale nuovo programma di scambio integrerà gli attuali regimi di scambio per
giudici e procuratori con maggior esperienza;
       — ad ampliare ulteriormente il portale europeo della giustizia elettronica quale strumento di
sviluppo della formazione giudiziaria europea;
       — a semplificare ulteriormente le procedure amministrative di accesso ai programmi
finanziari europei e, nell’ambito di questi ultimi, rendere disponibili fondi supplementari per la
formazione giudiziaria europea;
       — ad avvalersi del forum europeo sulla giustizia per dar seguito all’attuazione della
comunicazione e per promuovere scambi di migliori pratiche;
       — a prendere in considerazione di presentare annualmente una relazione sulla formazione
giudiziaria europea sulla base di qualunque contributo ricevuto dalla REFG e dai suoi membri, e
dalle organizzazioni professionali nazionali in ambito giuridico a livello nazionale e di Unione
europea.

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11. - Il consiglio incoraggia i paesi candidati e potenziali candidati a firmare i memorandum
d’intesa per partecipare ai programmi finanziari dell’Unione europea nel settore della giustizia, in
conformità con le condizioni previste in tali programmi, al fine di assicurare un loro effettiva
partecipazione ai progetti di formazione giudiziaria europea.

      COMMISSIONE EUROPEA; comunicazione, 13-09-2011
                                         II
      Comm. europea 13 settembre 2011

        1. - Introduzione. — L’Unione europea si basa sullo Stato di diritto, che unisce il diritto
dell’Unione e gli ordinamenti giuridici nazionali. Sia l’uno che gli altri sono applicati da giudici
nazionali, che operano nel quadro di tradizioni e ordinamenti giuridici diversi tra loro. La creazione
di una cultura giudiziaria europea che rispetti pienamente la sussidiarietà e l’indipendenza dei
sistemi giudiziari è fondamentale per il buon funzionamento di uno spazio giudiziario europeo.
Elemento cruciale di questo processo è la formazione giudiziaria, che accresce la fiducia reciproca
tra gli Stati membri, gli operatori e i cittadini.
        L’obiettivo della commissione europea è di consentire, entro il 2020, alla metà degli operatori
del diritto dell’Unione europea di partecipare ad attività di formazione giudiziaria europea,
utilizzando tutte le risorse disponibili a livello locale, nazionale ed europeo, in linea con gli obiettivi
del programma di Stoccolma (G.U. C 115 del 4 maggio 2010, pag. 1).
        La realizzazione di questo obiettivo richiede l’adesione e la piena cooperazione degli
organismi portatori di interessi a tutti i livelli. È essenziale che gli Stati membri, la magistratura, le
scuole forensi e gli ordini professionali si impegnino maggiormente in attività di formazione
giudiziaria. Poiché questi soggetti meglio di qualunque altro possono assicurare che il diritto
dell’Unione sia integrato nella formazione nazionale, l’azione a livello europeo fungerà da
complemento alle iniziative nazionali.
        Il diritto dell’Unione a livello nazionale. Il diritto dell’Unione è presente in un’ampia gamma
di attività a livello nazionale e incide in maniera profonda sulla vita quotidiana dei cittadini e delle
imprese. Esso crea diritti e obblighi che i giudici nazionali devono tutelare. Il giudice nazionale
opera oggi in prima linea per far rispettare il diritto dell’Unione. Con le successive modifiche dei
trattati dell’Unione europea, la portata e l’incidenza del diritto dell’Unione sono aumentati e
l’accesso alla giustizia è stato rafforzato. Il trattato di Lisbona ha accresciuto le competenze
dell’Unione, specialmente nel settore della libertà, sicurezza e giustizia.
        Una fiducia reciproca per un riconoscimento reciproco. Il riconoscimento reciproco è il
fondamento della cooperazione giudiziaria in materia civile e penale quale sancita dagli art. 67, 81 e
82 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. La corretta comprensione dei diversi
ordinamenti giuridici nazionali è necessaria per garantire il riconoscimento delle decisioni
giudiziarie, la cooperazione tra autorità giudiziarie e la rapida esecuzione delle decisioni, ma anche
per accrescere la fiducia reciproca. I giudici nazionali, a tutti i livelli di giurisdizione e in ogni luogo
dalla Sicilia alla Lapponia, dovrebbero possedere una conoscenza adeguata del diritto dell’Unione e
dei sistemi giudiziari nazionali.
        Un’attuazione efficace del diritto dell’Unione. L’evoluzione del diritto dell’Unione
dev’essere accompagnata da un’attuazione efficace, che garantisca la certezza del diritto e
l’interpretazione uniforme. Una delle principali raccomandazioni contenute nella relazione di Mario
Monti (M. MONTI, Una nuova strategia per il mercato unico, 9 maggio 2010) è quella di formare i
giudici e i professionisti del diritto, per consentire ai cittadini e alle imprese di difendere i loro diritti
e per garantire l’efficacia del mercato unico. Nel piano d’azione del programma di Stoccolma
(COM(2010) 171) e nella relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione (COM(2010) 603) la
commissione ha presentato tale formazione come una priorità. Anche il parlamento europeo
sottolinea che un’adeguata formazione giudiziaria contribuisce notevolmente a migliorare il

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funzionamento del mercato interno e a facilitare ai cittadini l’esercizio dei loro diritti (Risoluzione
del parlamento europeo sulla formazione giudiziaria e il programma di Stoccolma, 17 giugno 2010).
       L’Unione europea ha un chiaro ruolo di supporto. Il trattato di Lisbona ha conferito
all’Unione europea la competenza per il «sostegno alla formazione dei magistrati e degli operatori
giudiziari» su argomenti relativi alla cooperazione giudiziaria in materia civile e penale. La strategia
«Europa 2020» (COM(2010) 2020 definitivo)» invita a investire in modo efficace nella formazione
ed a creare un contesto giuridico coerente a livello europeo. La commissione intende approfittare di
queste nuove opportunità per creare un quadro solido e legittimo per la formazione sull’acquis
dell’Unione.
       Il parlamento europeo ha sempre sostenuto lo sviluppo di un’autentica cultura giudiziaria
europea come requisito per la creazione di uno spazio giudiziario europeo. Il consiglio europeo ha a
sua volta auspicato un’azione decisa dell’Unione a favore di un’autentica cultura europea in materia
giudiziaria e di applicazione del diritto.
       L’insieme di questi elementi incita a produrre un cambiamento radicale nelle modalità di
organizzazione della formazione giudiziaria europea nell’Unione in termini di concezione e di
portata, tale da renderla sistematicamente accessibile ai professionisti del diritto che partecipano
all’attuazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
       Nel 2010 la commissione ha avviato un’ampia consultazione di tutti i portatori di interessi, tra
cui il parlamento europeo, gli Stati membri, la Corte di giustizia dell’Unione europea, la rete
europea di formazione giudiziaria (REFG) e i suoi membri, i membri del Forum sulla giustizia, in
particolare l’Accademia di diritto europeo (ERA), il Consiglio degli ordini forensi europei (CCBE),
il Consiglio dei notariati dell’Unione europea (CNUE), la Rete europea dei consigli della giustizia
(ENCJ), la rete dei presidenti delle Corti supreme dell’Unione europea e l’Associazione dei
Consigli di Stato e delle Corti supreme amministrative dell’Unione europea. I loro contributi sono
stati utilizzati per definire attività fondamentali e priorità.
       2. - Un cambiamento di marcia: formare entro il 2020 la metà degli operatori del diritto
dell’Unione europea. — Nell’Unione europea esiste un alto numero di operatori nel settore della
giustizia, comprendente giudici, personale giudiziario e professionisti del diritto di vario tipo (l’art.
81, par. 2, lett. h, e l’art. 82, par. 1, lett. c, Tfue parlano esplicitamente di «magistrati» e «operatori
giudiziari». Gli avvocati, pur costituendo una professione autonoma, sono parte integrante e
necessaria dell’attività giudiziaria e svolgono un ruolo centrale nell’attuazione del diritto
dell’Unione. I notai, invece, sono meno coinvolti nell’attività giudiziaria, ma in più Stati membri
esercitano alcune competenze nel settore giudiziario e contribuiscono pertanto all’attuazione del
diritto dell’Unione. Tenuto conto dello spirito e delle finalità delle disposizioni del trattato, esse
possono essere estese anche a queste due professioni).

     Operatori del diritto nei ventisette Stati membri

     Giudici togati
     79.100

     Procuratori
     35.032

     Avvocati e procuratori legali (solicitors)
     868.615

     Personale giudiziario

                                                                                                        10
351.220

     Ufficiali giudiziari
     29.060

     Notai
     38.269

     Totale
     1.401.296

       La formazione giudiziaria europea sull’acquis dell’Unione rimane modesta, a livello sia
nazionale che europeo. Nel maggio 2011, il 51 per cento dei giudici e dei procuratori ha dichiarato
di non aver mai partecipato a una formazione giudiziaria sul diritto dell’Unione o di un altro Stato
membro, mentre il 74 per cento degli stessi ha indicato che il numero di casi riguardanti il diritto
dell’Unione era aumentato nel corso degli anni; il 24 per cento dei giudici e dei procuratori non
aveva mai partecipato a una formazione sul diritto dell’Unione perché non era disponibile nessuna
formazione in materia. Le attività variano notevolmente da uno Stato membro all’altro: il numero di
giudici o procuratori che seguono formazioni ogni anno varia da 240 a 13.000. Tra il 2007 e il 2010
la commissione ha finanziato o cofinanziato 162 progetti cui hanno partecipato quasi 26.000
persone.
       La priorità è data a giudici e procuratori, in quanto responsabili di attuare e far rispettare il
diritto dell’Unione, ma la formazione giudiziaria è essenziale anche per altri operatori del diritto. Il
personale giudiziario è chiamato ad assistere le vittime in linea con il quadro europeo. I cittadini
europei che esercitano il loro diritto alla libera circolazione possono imbattersi in situazioni in cui
hanno bisogno dei servizi di avvocati o notai esperti in legislazione dell’Unione. Tutti i
professionisti del diritto sono tenuti a contribuire per assicurare una partecipazione ottimale dei
minori al sistema giudiziario.
       È importante anche la formazione dei funzionari delle autorità di contrasto: a metà del 2012
la commissione presenterà una comunicazione sulla creazione di un programma di formazione
europea destinato a tali funzionari.
       L’obiettivo è coinvolgere tutti gli operatori del diritto, che siano giudici, procuratori,
personale giudiziario, avvocati o altri professionisti.
       3. - Una formazione rivolta ai professionisti. — Un’impostazione pratica per la formazione
giudiziaria europea. La formazione giudiziaria europea dovrebbe avere un’impostazione pratica, in
modo da attirare tutti gli operatori impegnati nel funzionamento degli ordinamenti giudiziari.
Dovrebbe essere utile al loro lavoro quotidiano, essere dispensata durante periodi di tempo limitati e
utilizzare metodi di insegnamento efficaci. Nel maggio 2011, il 19 per cento dei giudici e dei
procuratori non aveva frequentato alcuna formazione sul diritto dell’Unione per mancanza di
tempo.
       La formazione giudiziaria europea dovrebbe comprendere sia la formazione iniziale, sia
quella continua. Ogni nuovo avvocato dovrebbe essere a conoscenza del diritto dell’Unione fin da
quando inizia a esercitare la professione. La formazione iniziale, impartita prima dell’assunzione
delle funzioni o al momento di tale assunzione, dev’essere completata da un apprendimento lungo
tutto l’arco della vita professionale, in modo da aiutare gli operatori a rimanere aggiornati e a sapere
dove e come acquisire nuove competenze e informazioni.

                                                                                                     11
Nel valutare il carico di lavoro di giudici e procuratori, gli Stati membri dovrebbero
considerare il tempo impiegato al di fuori dei tribunali come un investimento nella qualità della
giustizia.
        Definizione dei settori prioritari. L’insieme dell’acquis dell’Unione, che comprende il diritto
sostanziale e procedurale, gli strumenti di cooperazione giudiziaria e la relativa giurisprudenza della
Corte di giustizia dell’Unione europea, dovrebbe essere al centro della formazione giudiziaria
europea.
        In occasione della consultazione, gli interessati hanno identificato esigenze di formazione nei
seguenti settori, che possono essere considerati come priorità per la formazione: diritto
dell’ambiente; diritto civile, diritto dei contratti, diritto di famiglia e commerciale, diritto della
concorrenza, diritti di proprietà intellettuale; diritto penale (in particolare l’attuazione del mandato
d’arresto europeo), reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione; diritti fondamentali e
protezione dei dati personali. Possono inoltre essere considerati prioritari i settori in cui l’Unione
europea ha constatato uno scarso grado di ottemperanza ad alcune legislazioni settoriali o in cui la
legislazione settoriale è molto complessa e tecnica.
        La commissione europea prenderà in considerazione questi settori prioritari al momento di
formulare i suoi programmi di finanziamento per la formazione.
        Scambi di breve durata. Al di là della conoscenza del diritto dell’Unione, affinché lo spazio
giudiziario europeo si basi sulla fiducia e sull’applicazione del principio del reciproco
riconoscimento è essenziale che gli operatori del diritto approfondiscano la loro conoscenza degli
ordinamenti giudiziari dei vari paesi europei.
        Gli scambi sono uno dei modi migliori per ottenere una conoscenza pratica degli strumenti
dell’Unione e di altri ordinamenti giuridici, per mettere in comune le esperienze e quindi aumentare
la fiducia e la comprensione reciproca.
        La commissione intende sviluppare gli scambi, a cominciare da quelli tra giudici e procuratori
appena nominati. Gli scambi dovrebbero essere organizzati durante la formazione iniziale dagli
istituti nazionali di formazione giudiziaria. Questo permetterebbe ai giudici e ai procuratori di
percepire fin dall’inizio la dimensione europea della loro funzione e di impegnarsi in questo settore.
        La commissione europea conta di avviare nel 2014 un programma di scambio di due
settimane per i nuovi giudici e procuratori. L’obiettivo finale è di far partecipare tutti i giudici e
procuratori di nuova nomina (circa 2.500 ogni anno) a uno scambio organizzato nell’ambito di
istituti nazionali di formazione giudiziaria.
        La tecnologia al servizio della formazione: il portale europeo della giustizia elettronica e la
teledidattica. Il portale europeo della giustizia elettronica è uno sportello unico destinato ai cittadini,
alle imprese e agli operatori della giustizia che fornisce in ventidue lingue una grande quantità di
informazioni utili come strumenti di riferimento nel contesto della formazione giudiziaria. Il portale
sarà ulteriormente sviluppato per offrire informazioni su fornitori di servizi e programmi di
formazione, per agevolare l’accesso alle basi dati giuridiche e a materiale di formazione di qualità,
nonché per funzionare da punto di accesso alle possibilità di cofinanziamento offerte dalla
commissione.
        È inoltre necessario investire nella teledidattica, specialmente per ovviare ai limiti di tempo a
cui devono far fronte gli operatori del diritto.
        La commissione europea farà in modo che il portale europeo della giustizia elettronica sia al
servizio della formazione giudiziaria europea.
        Promuoverà inoltre lo sviluppo della teledidattica come strumento flessibile per raggiungere
un maggior numero di utilizzatori finali.
        Redigerà anche orientamenti pratici relativi a specifiche tendenze di apprendimento nel
mondo giudiziario e alle metodologie di formazione più adeguate, che includeranno anche la
valutazione della qualità, dell’incidenza e dell’uso di criteri di qualità e indicatori comuni.
        Lo sviluppo di competenze linguistiche. La padronanza di una lingua straniera e della sua
terminologia giuridica è importante e dovrebbe costituire uno degli obiettivi della formazione

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continua degli operatori della giustizia, poiché è un requisito indispensabile per l’efficacia dei
contatti tra gli Stati membri, che a loro volta sono cruciali per la cooperazione giudiziaria.
       È essenziale che tutti gli organismi portatori di interessi prestino un’attenzione particolare alla
formazione sulla terminologia giuridica delle lingue straniere.
       4. - Basarsi su strutture e reti già esistenti. — Formare entro il 2020 la metà degli operatori
del diritto nell’Unione europea è una sfida comune, per affrontare la quale è opportuno basarsi sulle
capacità e sull’esperienza di strutture, attori e reti già esistenti, a livello tanto nazionale quanto
europeo. In tale contesto, e per garantire il necessario rispetto dell’indipendenza giudiziaria e
l’organizzazione autonoma degli ordini professionali di avvocati, notai e ufficiali giudiziari, non
appare appropriato creare una struttura monopolistica a livello europeo.
       L’opzione migliore è sostenere lo sviluppo di attività di formazione giudiziaria europea
promosse da tutti gli organismi portatori di interessi, garantendo al tempo stesso che il loro quadro
risponda alle esigenze di tutti gli attori, promuova sinergie e migliori i risultati della formazione.
       Basarsi sulle strutture esistenti a livello nazionale. Gli Stati membri, che sono i principali
responsabili della qualità e dell’ampiezza della formazione giudiziaria, hanno già un’elevata
capacità di formazione. In diciassette Stati membri esistono scuole forensi che offrono una
formazione iniziale e continua, in altri la formazione è organizzata dal ministero della giustizia, dal
Consiglio della magistratura o da servizi presso i tribunali. Gli ordini forensi o i consigli notarili
definiscono requisiti nazionali per la formazione continua dei loro membri e organizzano attività di
formazione.
       Le strutture esistenti a livello nazionale, regionale e locale sono fondamentali per garantire
che le attività di formazione giudiziaria comprendano sessioni sul diritto e sulle procedure
dell’Unione e per aumentarne la frequenza, l’efficacia e l’incidenza sul lavoro quotidiano.
       Nel 2001 l’École nationale de la magistrature (Francia), il Centro de Estudos Judiciários
(Portogallo) e la Escuela Judicial del Consejo General del Poder Judicial (Spagna) hanno avviato
una stretta cooperazione comprendente scambi di futuri giudici e procuratori in attività di
formazione organizzate nei tre paesi, dedicate ad argomenti attinenti al diritto dell’Unione e ai
rispettivi ordinamenti giuridici nazionali. L’attività è proseguita da allora ininterrottamente e si è
estesa grazie alla partecipazione di altri istituti di formazione; nel 2010 coinvolgeva già tredici paesi
ed è stata integrata nella rete europea di formazione giudiziaria (REFG).
       Da vari anni gli ordini degli avvocati di Perpignan e Barcellona organizzano seminari annuali
congiunti per studiare le difficoltà ricorrenti generate dall’attuazione del quadro giuridico
dell’Unione in casi transfrontalieri.
       Non tutti gli Stati membri offrono una formazione iniziale. Nel maggio 2011, il 43 per cento
dei giudici e dei procuratori dichiarava di non avere studiato il diritto dell’Unione, la convenzione
europea dei diritti dell’uomo o il diritto di un altro Stato membro nell’ambito dei loro piani di studio
universitari di giurisprudenza e il 63 per cento di loro non aveva seguìto alcuna formazione iniziale
in diritto dell’Unione prima di entrare in servizio. Tuttavia, i nuovi operatori del diritto dovrebbero
avere una conoscenza sufficiente degli strumenti di cooperazione giudiziaria dell’Unione e
acquisire il riflesso di fare costantemente riferimento alla giurisprudenza europea, verificare le
misure nazionali di riferimento e ricorrere al procedimento pregiudiziale della Corte di giustizia
dell’Unione europea.
       La formazione continua è disponibile in tutti gli Stati membri ma non è sempre obbligatoria e
non sempre riguarda l’acquis dell’Unione e gli strumenti di cooperazione giudiziaria.
       La formazione sull’acquis dell’Unione dovrebbe essere sistematicamente integrata nella
formazione iniziale degli operatori del diritto, per riflettere il modo in cui il diritto dell’Unione e la
legislazione nazionale interagiscono e influenzano la loro pratica quotidiana.
       La commissione europea invita gli Stati membri e i professionisti del diritto a garantire che
gli operatori del diritto, specialmente giudici e procuratori, ricevano nel corso della loro carriera
almeno una settimana di formazione sull’acquis e sugli strumenti dell’Unione.

                                                                                                       13
La commissione europea intende rafforzare la cooperazione tra i portatori di interessi e
incoraggia attivamente consorzi o raggruppamenti regionali di scuole forensi nazionali a sviluppare
azioni comuni di formazione.
        Basarsi sulle capacità esistenti a livello europeo. Gli istituti di formazione giudiziaria e le reti
europee di operatori del diritto già esistenti costituiscono uno strumento affidabile per accrescere in
modo significativo la formazione giudiziaria europea. Restano da colmare i divari relativi al
contenuto della formazione, alla frequenza delle attività e al numero di partecipanti.
        Il ruolo delle organizzazioni professionali di livello europeo. Le associazioni europee delle
professioni giuridiche, quali il Consiglio degli ordini forensi dell’Unione europea (CCBE), il
Consiglio dei notariati dell’Unione europea (CNUE), la Rete europea dei Consigli della giustizia
(ENCJ), la Rete dei presidenti delle Corti supreme dell’Unione europea, il Forum dell’Unione
europea dei giudici per l’ambiente, ecc., svolgono un importante ruolo di coordinamento.
        Sono partner fondamentali per promuovere la formazione giudiziaria europea, valutare la
pertinenza del contenuto e delle metodologie della formazione, divulgare le informazioni sulle
risorse disponibili in materia di formazione e garantire una migliore partecipazione.
        Le organizzazioni professionali europee del settore giuridico dovrebbero sviluppare
ulteriormente attività di formazione e programmi comuni nonché condividere le migliori pratiche
con i loro membri. Il loro impegno costante nella formazione giudiziaria europea è essenziale.
        Le iniziative dell’Accademia di diritto europeo e di altri istituti di formazione europei. Gli
istituti di formazione giudiziaria di livello europeo sono adatti a offrire formazione a partecipanti di
nazionalità diverse.
        L’Accademia di diritto europeo (ERA) offre corsi di formazione continua ai professionisti del
diritto (nel 2010 vi hanno partecipato 1.303 persone) e può vantare un’ampia esperienza
nell’organizzazione di seminari sul diritto dell’Unione per un pubblico multiculturale. Il suo ruolo è
importante, ad esempio, per sviluppare la formazione giudiziaria nei paesi in via di adesione e in
quelli candidati all’adesione.
        L’ERA organizza corsi estivi sulla giustizia penale europea per giudici, procuratori e avvocati
di tutti gli Stati membri, nell’ambito dei quali ricorre a metodi attivi, compresi i mezzi informatici,
per istruire i partecipanti all’uso degli strumenti di cooperazione giudiziaria in casi di giustizia
penale transfrontaliera.
        Fra gli altri istituti europei di formazione che annoverano tra le loro attività la formazione
degli operatori del diritto, citiamo il Centro europeo per la magistratura e le professioni forensi
dell’Istituto europeo di amministrazione pubblica (EIPA), l’Istituto universitario europeo di Firenze
(IUE), il collegio d’Europa, ecc.
        La commissione europea intende collaborare con l’ERA e altri istituti europei di formazione
giudiziaria, avvalendosi di contributi pubblici e privati, per garantire la disponibilità di una
formazione di alto livello per un maggior numero di professionisti del diritto.
        La rete europea di formazione giudiziaria. La REFG è una rete comprendente le strutture
nazionali di formazione giudiziaria e l’ERA, il cui compito è coordinare le loro iniziative, mettere
in comune le migliori prassi, elaborare programmi comuni per giudici e procuratori da applicare a
livello nazionale e organizzare seminari con metodi di formazione attivi. Ogni anno partecipano alle
sue attività quasi 2.000 persone tra giudici, procuratori e formatori. Tra il 2005 e il 2010 la REFG
ha organizzato scambi presso i tribunali per 2.175 giudici e procuratori, permettendo a operatori
esperti di mettere in comune buone prassi e soluzioni.
        La REFG dovrebbe impegnarsi ad aumentare la sostenibilità della sua struttura e sviluppare
una strategia per essere accessibile a un maggior numero di operatori del diritto provenienti da un
maggior numero di Stati membri. Dovrebbe inoltre consolidare i risultati finora raggiunti ed
espandersi, sostenendo formatori a livello nazionale e locale, organizzando attività di formazione in
partenariato con le scuole forensi, sviluppando moduli di formazione che includano moduli di
teledidattica e migliorando al massimo le metodologie di formazione. La REFG può anche
contribuire al cambiamento assicurando che i progetti di formazione presentati da consorzi di

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strutture nazionali al fine di ottenere un cofinanziamento europeo rispettino i criteri previsti e siano
di qualità elevata.
       La REFG dovrebbe realizzare 1.200 scambi nei tribunali ogni anno.
       Tutti gli Stati membri dovrebbero impegnarsi ad aumentare il loro contributo finanziario e la
partecipazione delle loro strutture nazionali di formazione giudiziaria alla REFG per garantire che
questa sia in grado di svolgere un ruolo attivo.
       Nella misura in cui la REFG dimostrerà di aver raggiunto una maggiore capacità di
organizzare e coordinare attività di formazione giudiziaria, la commissione europea considererà la
possibilità di aumentare ulteriormente il suo sostegno.
       5. - La commissione europea come partner attivo. — La commissione sarà un partner attivo
degli Stati membri per consentire loro di raggiungere obiettivi ambiziosi nella formazione dei
professionisti del diritto. Porterà un valore aggiunto alle attività intraprese dalle strutture di
formazione nazionali tramite azioni concrete volte ad aumentare la quantità, la qualità, l’incidenza e
la portata del programma di formazione giudiziaria europea, che comprenderà sessioni di
formazione, scambi transfrontalieri e misure complementari.
       5.1. - Formulare nuove strategie di espansione. — Partenariati pubblico-privato. La
formazione non è prerogativa del settore pubblico, come dimostrano le attività degli ordini forensi
al riguardo. I partenariati pubblico-privato possono costituire mezzi supplementari per rispondere
alle sfide di uno spazio giudiziario europeo in rapido cambiamento. Nuove soluzioni comuni basate
sulle buone prassi consentirebbero attività di formazione aggiuntive, evitando al tempo stesso di
compromettere l’indipendenza dei gruppi destinatari. Oggetto di tali attività potrebbero essere la
formazione linguistica e la teledidattica.
       Ad esempio, l’ordine degli avvocati finlandesi organizza corsi di formazione per avvocati,
giudici e procuratori su questioni giuridiche, in cooperazione con le Università di Turku, Helsinki e
della Lapponia, nonché con il ministero della giustizia.
       Organismi come l’ERA potrebbero essere di primaria importanza per promuovere la
cooperazione pubblico-privato.
       La cooperazione con le università è sempre stata sostenuta dal parlamento europeo. La
commissione potrebbe promuovere in futuro «partenariati per la conoscenza» tra università, scuole
forensi e ordini degli avvocati, secondo l’auspicio espresso nella strategia «Europa 2020». Fungerà
da apripista il progetto pilota in corso, che riunisce imprese e istituti di formazione per formulare e
proporre nuovi programmi e corsi, per sviluppare metodi di formazione innovativi e per agevolare il
flusso di conoscenze tra l’istruzione superiore e il settore privato.
       L’istituto di diritto europeo coinvolgerà accademici e professionisti del diritto in progetti di
ricerca con applicazioni pratiche. Potrà quindi offrire utili contributi sugli argomenti che dovranno
trattare gli istituti di formazione per aiutare a colmare le lacune.
       La commissione europea intende incoraggiare ulteriori partenariati pubblico-privato per
sviluppare soluzioni di formazione innovative.
       Il riconoscimento reciproco delle attività di formazione. I programmi dovrebbero essere
formulati in modo tale da permettere che la formazione seguìta in un altro Stato membro sia
convalidata nello Stato membro di origine. Un esempio è rappresentato dal partenariato tra gli
ordini forensi francese, lussemburghese e belga, i cui membri possono partecipare ad attività
comuni che vengono riconosciute ai fini dei loro obblighi annuali di formazione.
       Basarsi sull’esperienza acquisita. La formazione giudiziaria dovrebbe servirsi delle
competenze e delle esperienze acquisite in altri settori di formazione professionale, in modo da
evitare l’inutile moltiplicarsi degli sforzi e favorire il riutilizzo di prodotti di qualità nel campo della
formazione.
       La commissione europea potrebbe organizzare un ritrovo annuale aperto ai partecipanti di
tutte le professioni giuridiche, volto a sviluppare nuove prospettive sulle attività e facilitare gli
scambi di buone prassi.

                                                                                                         15
5.2. - Garantire un sostegno finanziario. — Dal 2007 al 2010 la formazione giudiziaria
europea è stata sostenuta tramite finanziamenti o cofinanziamenti di progetti per un importo totale
di 35,5 milioni di euro. Questo contributo ha finora favorito la formazione di un numero di operatori
del diritto compreso tra 4.000 e 9.000 ogni anno. Tuttavia ciò non è sufficiente, dato l’elevato
numero dei destinatari e data l’esigenza di mantenersi al passo con l’evoluzione dell’acquis
dell’Unione.
       Un finanziamento supplementare permetterà di coinvolgere un maggior numero di
professionisti del diritto e di trarre profitto dalle capacità di tutti i portatori di interessi, producendo
una differenza in termini di numero e portata delle attività finanziabili.
       Nell’ambito dell’attuale quadro finanziario, la commissione favorirà la formazione giudiziaria
europea iscrivendola come priorità nei programmi di lavoro esistenti, utilizzando tutti i possibili
strumenti per accrescere il sostegno finanziario. La commissione incoraggerà attivamente,
soprattutto tramite sovvenzioni, lo sviluppo di formazioni sull’acquis dell’Unione e sugli
ordinamenti giuridici nazionali, destinate a vari Stati membri (le domande presentate da notai
saranno prese in considerazione se riguardano l’acquis dell’Unione nei settori in cui essi svolgono
attività giudiziarie). I criteri di concessione delle sovvenzioni riguarderanno l’elaborazione di
progetti pratici, su larga scala e a lungo termine, che utilizzino metodologie di formazione attiva,
producano risultati sostenibili e raggiungano un ampio pubblico. La commissione metterà altresì a
disposizione moduli di formazione sull’acquis dell’Unione, come quelli elaborati utilmente sul
diritto ambientale dell’Ue.
       La commissione sta inoltre cercando di migliorare la coerenza e la stabilità dei suoi inviti a
presentare proposte e di facilitare l’accesso ai fondi europei per i promotori di progetti. Sta altresì
valutando come promuovere la partecipazione della Croazia, dei paesi candidati e potenziali
candidati e dei paesi destinatari della politica europea di vicinato a progetti di formazione
giudiziaria europea.
       La commissione europea concentrerà i suoi finanziamenti su azioni di formazione nell’ambito
dei programmi esistenti per sostenere progetti di formazione giudiziaria europea di alta qualità
dotati di un maggiore impatto europeo.
       Nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale, la formazione giudiziaria europea
dovrebbe costituire una priorità assoluta, al fine di sostenere la formazione di più di 20.000
operatori del diritto all’anno entro il 2020.
       6. - Conclusioni. — Migliorare la formazione giudiziaria è essenziale per costruire uno spazio
giudiziario europeo a beneficio delle persone e delle imprese. La commissione europea intende dare
una nuova dimensione alla formazione giudiziaria europea, basandosi su attività in corso di provata
validità e sulle possibilità offerte dal trattato di Lisbona.
       Il futuro programma di formazione europea si baserà su iniziative:
       1) degli Stati membri, per trarre profitto dalle capacità esistenti al fine di sviluppare le attività
di formazione sull’acquis dell’Unione promosse da scuole forensi o da professioni giuridiche;
       2) dei partner a livello europeo, per aumentare la loro cooperazione, accrescere il numero di
attività e scambi, tramite organizzazioni professionali a livello europeo, istituti di formazione o la
REFG;
       3) della commissione europea, per aumentare il suo sostegno finanziario a progetti di
formazione di alta qualità, promuovere consorzi di scuole giudiziarie, giungere a offrire una
formazione a 20.000 operatori del diritto ogni anno entro il 2020, sviluppare l’uso di tecnologie
moderne e in particolare del portale europeo della giustizia elettronica.
       Occorre un impegno deciso per garantire che la formazione giudiziaria raggiunga il livello di
eccellenza necessario a un’autentica cultura giudiziaria europea. La commissione europea invita
tutti gli interessati a prendere iniziative adeguate: destinare stanziamenti, mettere a disposizione il
tempo necessario, sviluppare incentivi e assumere impegni chiari.

                                                                                                         16
La commissione europea prevede che, grazie all’effetto combinato di queste iniziative
ambiziose, più di 700.000 operatori del diritto potranno partecipare ad almeno una sessione di
formazione giudiziaria europea o a uno scambio in materia entro il 2020.

                                                                                           17
Per una cultura giuridica comune: la nuova dimensione della formazione giudiziaria in
Europa. L’impegno delle istituzioni europee e il contributo della magistratura italiana4

       (1, 2) I. - Il 13 settembre 2011 la commissione europea ha diffuso la comunicazione sulla
formazione giudiziaria «Alimentare la fiducia in una giustizia europea: una nuova dimensione per la
formazione giudiziaria europea». Le conclusioni del consiglio dell’Unione europea, rivolte alla
commissione e agli Stati membri, sono state adottate il 27 ottobre 2011 (2011/C 361/03). Si attende
la risoluzione del parlamento europeo, che nel bilancio generale dell’Unione europea per il 2012 ha
previsto un progetto pilota sulla formazione giudiziaria europea, finanziato per 1,5 milioni di euro.
       II. - Nel contesto definito dal trattato di Lisbona, nel quadro del programma di Stoccolma, la
formazione giudiziaria assume un ruolo fondamentale nell’ordinamento europeo, essendo
strettamente funzionale allo sviluppo dello spazio giudiziario europeo. La corretta applicazione del
diritto dell’Unione, che dipende in larga misura — anche se non esclusivamente — dall’attività
svolta dalle giurisdizioni nazionali, costituisce un elemento imprescindibile per il rispetto delle
libertà sancite nel trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
       Le istituzioni europee hanno nel tempo adottato diversi documenti di riferimento. Tra i
principali atti vanno ricordati: la comunicazione della commissione al parlamento europeo e al
consiglio, del 29 giugno 2006 sulla formazione giudiziaria nell’Unione europea (COM(2006) 356
def); la risoluzione del consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede
di consiglio, relativa alla formazione dei giudici, dei procuratori e degli operatori giudiziari
nell’Unione europea (2008/C 299/01); la risoluzione del parlamento europeo del 9 luglio 2008 sul
ruolo del giudice nazionale nel sistema giudiziario europeo (2007/2027(INI)); lo studio sul
rafforzamento della formazione giudiziaria nell’Unione europea, a cura dei servizi del parlamento
europeo (diffuso nel 2009).
       Il trattato di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre 2009, ha garantito una base giuridica allo
sviluppo delle azioni in materia di formazione giudiziaria europea (art. 81, 2° comma, lett. h, e 82,
1° comma, lett. c, Tfue).
       Nel dicembre 2009 il consiglio ha adottato il «programma di Stoccolma - un’Europa aperta e
sicura al servizio e a tutela dei cittadini», con l’obiettivo, tra gli altri, di promuovere un’autentica
cultura europea in materia giudiziaria e di applicazione della legge. La commissione europea ha di
seguito adottato un «piano d’azione per l’attuazione del programma di Stoccolma» (COM(2010)
171 def). Il parlamento europeo, da parte sua, ha approvato la risoluzione del 17 giugno 2010 sulla
formazione giudiziaria e il programma di Stoccolma (P7_TA(2010)0242), indicando le sue priorità
in materia.
       La comunicazione del 13 settembre 2011 e le successive conclusioni del consiglio, supra
riprodotte, si inseriscono in tale contesto, nella prospettiva di rafforzare la cultura giudiziaria
europea.
       Tutti i documenti menzionati sono consultabili on line all’indirizzo , nonché sul sito dedicato dal Consiglio superiore della magistratura
(Csm) alla formazione giudiziaria nel settore europeo ,
nell’ambito del progetto European Gaius (su cui, v. Cons. sup. magistratura 13 aprile 2011, Foro it.,
2011, III, 341, con nota di GRASSO; il testo integrale di quest’ultima delibera, comprensiva
dell’annesso studio allegato, si può leggere id., Le banche dati, archivio Merito ed extra, 2011.461).
       III. - In preparazione della comunicazione riportata sub II, alla fine del 2010 la commissione
europea aveva lanciato una vasta consultazione con lo scopo di ricevere commenti e punti di vista
delle istituzioni e degli enti che si occupano di formazione giudiziaria (per ulteriori riferimenti, si
rinvia a quanto pubblicato all’indirizzo ).
       Secondo la commissione europea, la formazione sull’acquis dell’Unione dovrebbe essere
sistematicamente integrata nella formazione iniziale degli operatori del diritto, per riflettere il modo

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         Foro it., 2012, IV, 107.

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