PATTO DI CORRESPONSABILITA' EDUCATIVA SCUOLA-FAMIGLIA - ISTITUTO COMPRENSIVO DI MAROSTICA - News ...
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ISTITUTO COMPRENSIVO DI MAROSTICA SCUOLE DELL’INFANZIA STATALI PATTO DI CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVA SCUOLA—FAMIGLIA
INDICE Che cos’è il patto formativo …………………..pag 2 1. Linee guida della scuola……………………….pag 3 2. Lo specifico contributo della scuola per la crescita del bambino………………………………………..pag 5 3. Alcune regole educative da condividere tra scuola e famiglia………………………………………..pag 7 4. Regole e sanzioni………………………….…..pag 10 1 5. Desideri………………………………………..pag 12 6. La partecipazione democratica dei genitori alla vita della scuola………………………………………….pag 14 6.1 Compiti del rappresentante di sezione…….pag 15 Sezione allegati Regolamento delle scuole dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Marostica
Il Patto Formativo è la dichiarazione, esplicita e partecipata, dell’intento di collaborazione reciproca che la scuola vuol stabilire con la famiglia nell’educazione dei bambini. E’ un’alleanza fra scuola (dirigente, docenti, personale ata) e famiglia (genitori o chi ne fa le veci) nel rispetto dei ruoli, costruita su un continuo esercizio di dialogo, confronto/incontro per negoziare il “minimo comune irrinunciabile” (Marco Tuggia) al fine di favorire il 2 successo formativo di ciascun bambino; nonché occasione di crescita migliorando la fiducia e il clima relazionale. In apice di alcune pagine sono riportati i DIRITTI NATURALI DEI BIMBI E BIMBE di GIANFRANCO ZAVALLONI autore del libro “ La pedagogia della lumaca”. E’ un ricordo che desideriamo fare ad un maestro- pedagogista che ci ha sollecitato ad osservare il mondo da un’angolazione particolare, quella della lentezza.
DIRITTO ALL’OZIO A vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti 1.LINEE GUIDA DELLA SCUOLA Le linee guida, con cui noi insegnanti cerchiamo di costruire le relazioni educative all’interno della scuola, hanno le loro radici nella Costituzione Italiana, nei Documenti Ministeriali, e sono dichiarati nel P.O.F. (piano offerta formativa)1 alle voci: 3 Finalità (sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza) Traguardi di sviluppo (Campi d’esperienza: il se’ e l’altro; il corpo in movimento; linguaggi, creatività, espressione; i discorsi e le parole; la conoscenza del mondo) Mediazione didattica ed organizzazione (valorizzazione del gioco, esplorazione e ricerca, vita di relazione) 1 “Il Piano dell’Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia.” (Regolamento "AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE"; D.P.R. 275/1999, Art. 3)
Le scuole si impegnano a comunicare le linee guida elencate attraverso: POF integrale Sintesi del POF consegnato nelle prime assemblee prima delle iscrizioni Cartelloni riassuntivi esposti nelle scuole (spazio comunicazione-scuola famiglia) Sito dell’Istituto Assemblee genitori Colloqui individuali Intersezione docenti-genitori 4
DIRITTO A SPORCARSI A giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti 2.Lo specifico contributo della scuola PER LA CRESCITA DEL BAMBINO La scuola si impegna ad essere ambiente educativo d’apprendimento soprattutto attraverso: 5 1. scelte metodologiche accuratamente approfondite Le scelte metodologiche nascono dalla condivisione delle insegnante su: l’idea di bambino quale soggetto attivo che costruisce conoscenza nel rapporto con gli altri e le cose; l’idea di scuola quale luogo di cultura che educa ed istruisce curando l' apertura, il dialogo, le relazioni e l' alleanza educativa; l'idea di apprendimento inteso come processo che non avviene in modo lineare, ma come in una rete i cui nodi possono essere occasioni per imparare. Ogni momento della giornata scolastica, quindi può essere momento di apprendimento. Di conseguenza , l'azione didattica prevede un insegnante capace di fare
delle scelte adatte a facilitare ed aiutare i bambini a pensare e riflettere meglio. Da anni le scuole dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo di Marostica fanno riferimento ai principi della progettazione per situazioni (le scelte metodologiche sono esplicitate nel POF alla voce Scelte Metodologiche). 2. impegno a curare la formazione Le insegnanti personalmente e collegialmente s’impegnano a curare e qualificare la loro formazione culturale e professionale attraverso: gruppi di lavoro fra insegnanti del plesso o di plessi diversi e di diversi ordini di scuola; aggiornamenti su tematiche educative/ didattiche specifiche e culturali in genere; 6 individuazione di referenti (le insegnanti si impegnano ad individuare docenti responsabili dei progetti dichiarati annualmente)
DIRITTO ALL’USO DELLE MANI A piantare chiodi, segare legni, incollare, lavorare con la creta, legare corde, accendere un fuoco 3.ALCUNE REGOLE EDUCATIVE DA CONDIVIDERE TRA SCUOLA E FAMIGLIA “ …perché la crescita individuale e la vita comunitaria va regolata” “…a casa, a scuola, in palestra, dappertutto abbiamo un sacco di regole da rispettare. Qualche volta ci sembra di non essere liberi… ..avete mai pensato al perché ci sono le regole? 7 Se ciascuno di noi vuole essere libero, vuol dire che tutti vogliono essere liberi. Come si fa a essere liberi tutti, ma proprio tutti, e allo stesso modo? Si fanno delle regole…” 2 Le priorità della scuola dell’infanzia Vorremmo cercare qui di seguito di tradurre le finalità della scuola dell’infanzia3 in attenzioni quotidiane che possono coinvolgere in una sinergia educativa sia i genitori che gli insegnanti: 2 Gherardo Colombo, Sarfattio Anna, Sei stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini, Salani Editore, 2009, pag 53 3 Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primi ciclo d’istruzione
Sviluppo del senso della cittadinanza regole di buona convivenza uso di parole cortesi per: salutare, chiedere, ringraziare; rispetto del regolamento delle scuole e delle norme di sicurezza; rispetto degli ambienti, dei giochi e materiali presenti a scuola; rispetto dei turni: di parola, nei giochi, negli incarichi, saper aspettare. 8 Lo sviluppo dell’identità sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato assumere atteggiamenti che contribuiscono a far sentire il bambino riconosciuto (chiamarlo per nome, valorizzare i prodotti, dargli degli incarichi, piccole responsabilità, festeggiamento di compleanni ed altro, mettersi a suo livello fisicamente, guardarsi negli occhi…)
La conquista dell'autonomia provare soddisfazione nel far da sé nell’igiene personale: insegnare azioni di cura per la propria persona (es: soffiarsi il naso, lavarsi le mani, controllo sfinterico.......) a tavola: favorire l'igiene e l'educazione alimentare (es: stare seduti a pranzo, usare correttamente le posate, assaggiare.....) nel sapersi vestire e svestire (es: togliersi/ infilarsi le scarpe, indossare la giacca,...) nel riordino delle proprie cose e dei materiali usati (es: mettere al loro posto vestiti, 9 asciugamano, bavaglia, produzioni personali e materiale usati)
DIRITTO ALLE SFUMATURE A vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare nella notte la luna e le stelle 4.REGOLE E SANZIONI Come già detto, riteniamo che ogni comunità, dalla famiglia, agli ambienti di lavoro, ai luoghi del divertimento, alla scuola, necessitino di regole per poter funzionare. A scuola spesso le regole sono individuate 10 dagli adulti educatori e riguardano la salvaguardia delle persone e il rispetto degli ambienti e dei materiali. Talvolta, attraverso azioni educative ad hoc, si riescono a costruire alcune norme comportamentali assieme ai bambini. Quando le regole vengono trasgredite si prevedono delle sanzioni. A scuola preferiamo ragionare in termini di conseguenze: a una determinata azione, segue un effetto. Ad es: se utilizzo la paletta per lanciare la sabbia addosso ai compagni, potrei avere come conseguenza di non poter usare la paletta finchè non mi decido ad utilizzarla in modo da non recare danno alle persone che ho intorno. In genere, in caso di trasgressione ad una regola a scuola si procede così: Si chiede innanzitutto ragione del comportamento scorretto.
Si richiama, spesso più di una volta verbalmente il bambino, affinchè RICORDI e quindi rispetti la regola. Si ricorda che il non rispetto della suddetta regola potrebbe comportare delle conseguenze: es farsi male o fare danno a compagni e/o adulti, recare danno a locali e/o materiali comuni, ostacolare lo svolgimento delle attività scolastiche,… Si annunciano delle sanzioni in caso persista il comportamento scorretto. Spesso tali sanzioni sono concordate precedentemente. La sanzione consiste in genere nell’allontanamento dalla situazione problematica. L’alunno si sposta in un luogo bene in vista per le insegnanti, ma non evidente per gli altri alunni, evitando così inutili umiliazioni. Il bambino viene invitato con modi fermi ed autorevoli a RIFLETTERE sul suo comportamento, a CALMARSI se 11 particolarmente arrabbiato e/o agitato a tornare in gruppo quando si sentirà pronto. Le insegnanti, se lo riterranno opportuno, riprenderanno in gruppo la questione, non certo in termini di colpevolizzazione, ma come occasione ulteriore di RIFLESSIONE, DIALOGO, CONFRONTO. Risulterà forse evidente che, vista l’età dei bimbi che ci sono affidati, l’argomento regole e sanzioni ha un significato squisitamente educativo. Capire il senso di regole e conseguenti sanzioni è infatti un lungo processo che avviene, si spera, nel corso di anni.
DIRITTO AL SELVAGGIO A costruire un rifugio gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi 5.DESIDERI “I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire 12 per star dietro ad un proprio desiderio.”4 Pensiamo che un buon processo formativo trovi nutrimento anche in una buona modalità di collaborazione, di spazi di negoziazione, di supporto reciproco tra scuola e famiglia. Sono orizzonti a cui tendere, ideali per i quali lavorare insieme. Ed è per rafforzare questo processo formativo che ci auguriamo: La partecipazione di tutte le famiglie alle iniziative della scuola e dell'Istituto; 4 Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991
L’ accettare le difficoltà dei bambini ed incoraggiarli . Spesso, infatti le difficoltà che nella nostra metodologia chiamiamo inciampi, non sono altro che occasioni per avanzare nella crescita. Compito degli adulti educatori è quindi di aiutare i bambini a trovare le strategie adatte a superarle ( allacciarsi le scarpe, usare il coltello, ..) di cogliere come occasioni educative i momenti della vita quotidiana ( passeggiate, spesa al super mercato, preparazione della tavola.....) che i genitori acquisiscano la fiducia necessaria a comunicare con libertà eventuali situazioni familiari che potrebbero condizionare negativamente il processo formativo del bambino. A tal proposito si ricorda che le insegnanti sono tenute al segreto professionale. 13
DIRITTO AL DIALOGO Ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire, dialogare 6.La PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA dei genitori alla vita della scuola La partecipazione è garantita dalle norme vigenti espresse nei decreti delegati5 che hanno introdotto nell’ordinamento scolastico molteplici organismi collegiali di governo della scuola, sia territoriali, sia 14 interni alla singola istituzione scolastica. Alcuni di essi prevedono la partecipazione dei genitori o di una loro rappresentanza e sono: consiglio d’istituto, assemblee, consiglio di intersezione docenti-genitori, gruppo H. Tali organi collegiali sono l’espressione della democrazia all’interno della scuola. Altre occasioni di partecipazione sono i progetti e le attività dichiarate annualmente nel Pof ad esempio: assemblea nuovi iscritti, scuola aperta (settimana aperta, serate formative, feste, associazioni che collaborano con la scuola….). Vi sono inoltre spazi a disposizione dei genitori in cui 5 I Decreti delegati approvati nel 1974, introducono nella scuola una rappresentanza dei genitori, del personale ATA (Amministrativo, Tecnico, Ausiliario) e degli studenti (solo nella scuola superiore). La normativa sugli organi collegiali della scuola è stata successivamente recepita negli artt. da 5 a 10 e da 26 a 50 del Testo Unico della scuola
poter esprimere le proprie opinioni riguardo le varie iniziative e l’offerta formativa, come questionari di valutazione, sondaggi. Ai singoli genitori viene garantita la possibilità di avere incontri individuali concordati, in cui confrontarsi sul percorso scolastico del proprio figlio. 6.1 Compiti del rappresentante di sezione Diritti e doveri del I rappresentanti dei genitori si RAPPRESENTANTE riuniscono con i docenti della scuola e DI SEZIONE di sezione ogni due mesi per valutare assieme l’andamento dell’attività 15 Il Dirigente Scolastico entro didattica, avanzare proposte, proporre il 31 ottobre di ogni anno iniziative, realizzare attività, agevolare scolastico indice le assemblee dei genitori ed estendere i rapporti reciproci tra perché eleggano i propri rappresentanti al Consiglio docenti, genitori ed alunni. d’Intersezione. E’ previsto un rappresentante I Consigli di Intersezione sono (membro del Consiglio di presieduti dal Dirigente Scolastico Intersezione) per ogni sezione della scuola oppure da un docente delegato, dell’Infanzia. membro del Consiglio. Si riuniscono in ore non coincidenti con l’orario delle lezioni.
Il rappresentante di sezione si fa portavoce di iniziative, proposte, necessità, problemi della propria scuola presso il Consiglio d'Intersezione, presso i propri rappresentanti al Consiglio di Istituto e presso il Comitato Genitori. Il rappresentante non ha il diritto di: occuparsi di casi singoli; decidere su argomenti di esclusiva competenza degli altri Organi Collegiali della scuola (per esempio quelli inerenti la didattica ed il metodo di insegnamento); Il rappresentante di sezione ha il dovere di: fare da tramite tra i genitori che rappresenta e l'istituzione scolastica; 16 tenersi aggiornato riguardo la vita della scuola; presenziare alle riunioni del Consiglio in cui è eletto; Informare i genitori che rappresenta, sulle iniziative che li riguardano e sulla vita della scuola; farsi portavoce delle istanze presentate dai genitori; promuovere iniziative volte a coinvolgere nella vita scolastica le famiglie che rappresenta; conoscere il POF; conoscere i compiti e le funzioni dei principali Organi Collegiali della Scuola.
I genitori si impegnano a rispettare il patto formativo e il regolamento della scuola. 17 A cura delle insegnanti delle Scuole dell’Infanzia Statali Istituto Comprensivo di Marostica con la supervisione del pedagogista Marco Tuggia
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