REPORT POLI TERRITORIALI PER LA FAMIGLIA ANNO 2017

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Direzione Centrale Welfare e Servizi educativi
Servizio Politiche per l'Infanzia e l'Adolescenza

                  REPORT POLI TERRITORIALI PER LA FAMIGLIA ANNO 2017

a nascita dei Poli Territoriali per le Famiglie
Nel corso dell’anno 2016, tra aprile e luglio 2016, in seguito ad un processo di accreditamento e
convenzionamento sono stati istituiti sul territorio cittadino napoletano i Poli Territoriali per le famiglie;
l’Amministrazione Comunale, a partire dalle esperienze già realizzate nel campo del sostegno alla
genitorialità e alla famiglia, ha inteso pertanto strutturare un sistema ampio e articolato di interventi
mediante l’avvio di un processo di convenzionamento con enti gestori di Centri per le famiglie autorizzati al
funzionamento e accreditati ai sensi del Regolamento regionale 4/2014.

L’obiettivo prefissato è stato individuato nel garantire la presenza di poli diffusi nel territorio cittadino in
grado di offrire un insieme di opportunità alle famiglie senza frammentare gli interventi ma in un’ottica di
sistema in grado di contemplare anche la dimensione della comunità educante dove i cittadini possano
responsabilmente prendersi carico delle difficoltà degli altri con tutti gli strumenti formali e informali di cui
dispongono.

Pertanto, con deliberazione n. 744/2013 la Giunta Comunale ha approvato il Piano Sociale di Zona 2013-2015
prevedendo una specifica scheda di dettaglio la n. 16 relativa alla realizzazione di attività di sostegno alla
genitorialità ed alla famiglia, e stabilendo altresì di implementare tra le tipologie di prestazioni domiciliari e
territoriali di cui al Regolamento Regionale 4/2014 i centri per le famiglie ed i servizi di mediazione familiare;
in seguito con Deliberazione di Giunta Comunale n. 362 del 28 maggio 2015 sono state approvate le “Linee
di indirizzo per la realizzazione di un sistema integrato di sostegno alla genitorialità e supporto alle famiglie:
i poli territoriali per le famiglie” del Comune di Napoli con la contestuale approvazione dei criteri e modalità
del processo di convenzionamento. Infine con Disposizione del Dirigente del Servizio Politiche per l’infanzia
e l’adolescenza n. 132 del 12/08/2015, e successiva Disposizione Dirigenziale a copertura delle attività nei
territori scoperti n. 104 del 30.12.2015, sono stati emanati gli appositi avvisi pubblici per la presentazione di
istanze di convenzionamento per la realizzazione del Servizio “Poli Territoriali per la Famiglia” con enti
abilitati all'esercizio del servizio di Centro per le Famiglie e Mediazione familiare ai sensi del R.R. 4/2014 e
dato avvio alle conseguenti operazioni di gara al fine di individuare un elenco di enti idonei al
convenzionamento. A conclusione delle due diverse procedure di gara sono state affidate le attivate ed
attivati sul territorio cittadino 9 Poli territoriali per le Famiglie, ognuno dei quali con competenza territoriale
in una Municipalità del Comune di Napoli, le cui attività sono iniziate a decorrere da aprile-luglio 2016 e sono
terminate a luglio 2017, per poi essere riavviate a settembre 2017 in occasione della conclusione delle nuove
procedure di gara indette al fine di dare continuità al servizio e non interrompere le prestazione erogate in
favore delle famiglie.

 Municipalità 1       Chiaia- San Ferdinando- Posillipo              Cooperativa Sociale Assistenza E Territorio
 Municipalità 2       Avv. Montecalvario Mercato Pendino             Istituto Toniolo
 Municipalità 3       Stella S. Carlo                                Associazione Centro la Tenda
 Municipalità 4       San Lorenzo Vicaria- Poggioreale               Cooperative sociali Gesco
 Municipalità 5       Vomero- Arenella                               Cooperativa Sociale La Locomotiva
 Municipalità 6       Barra- San Giovanni a Ted- Ponticelli          Associazione S.V.T.
 Municipalità 7       San Pietro- Secondigliano-Miano                Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante
 Municipalità 8       Scampia- Piscinola-Chiaiano                    Cooperativa Sociale Obiettivo Uomo
 Municipalità 10      Fuorigrotta- Bagnoli                           Cooperativa Sociale Il Quadrifoglio

ll Polo territoriale per le famiglie rappresenta attualmente uno spazio strutturato che ha come obiettivo
principale il sostegno educativo/relazionale alle famiglie, uno spazio rivolto quindi a supportare, anche in una
dimensione preventiva, la promozione del benessere nelle e delle famiglie. E‘ un servizio finalizzato alla
promozione delle competenze genitoriali incentivando tutti i processi che facilitano o sostengono le relazioni
familiari (di coppia o genitori-figli) con particolare attenzione alle crisi familiari (separazione, divorzio,
affidamento dei figli) e la valorizzazione delle famiglie risorse (famiglie apoggio-famiglie affidatarie).

Di seguito sono sintetizzate le linee di azione in cui si differenziano le attività realizzate dagli enti gestori dei
Poli territoriali per le Famiglie con indicazione dei dispositivi di intervento in cui si concretizza in lavoro svolto
dalle equipe di professionisti.

1) Servizi ed Interventi di sostegno alla genitorialità
Partendo dall’assunto che la genitorialità non è una disposizione atemporale ed innata -e quindi
immodificabile- degli adulti, ma è un insieme di funzioni che possono essere continuamente migliorate ed
apprese, nel Polo territoriale per la Famiglia si realizzano, mediante costituzione di dispositivi di intervento
specifici, attività di supporto alle competenze genitoriali, volte sia alla ricostruzione dei legami familiari sia al
sostegno delle relazioni familiari in momenti critici del ciclo vitale. Il Polo territoriale per le famiglie offre
attività di sostegno e consulenza, predisposizione laddove necessario di progetti personalizzati da realizzare,
in collaborazione e su indicazione del Servizio Sociale territoriale, servizi ed iniziative di sostegno alle famiglie.
Dispositivi attivabili che possono rappresentare contesto aggiuntivo di intervento se coerente con gli obiettivi
concordati nel programma di accompagnamento alle famiglie sono:

Gruppi di genitori che desiderano confrontarsi su tematiche educative e relazionali, anche mediante la
presenza di conduttori esperti, al fine di favorire il confronto e l’aiuto reciproco fra genitori che si incontrano
periodicamente in un gruppo. L’attività del lavoro di gruppo con i genitori su temi specifici individuati ha
l’obiettivo di rafforzare le competenze parentali e sviluppare abilità relazionali e sociali sia dei genitori sia dei
bambini. Il gruppo aiuta i genitori partecipanti a far emergere e condividere elementi di conoscenza di sé e
della propria famiglia e contribuisce alla comprensione da parte dei genitori e dei servizi della situazione
attuale delle famiglie. Lo scopo è favorire la riflessività personale aiutando i genitori a superare gli
automatismi che governano il fare.
Possono inoltre essere realizzati gruppi di supporto per gli uomini, per riflettere e riprogettarsi sulla
genitorialità, l'identità sociale, le storie familiari di deprivazione, la fatica di portare avanti la famiglia senza
un lavoro garantito, i modelli culturali di appartenenza, i conflitti familiari, le motivazioni.

Tutoraggio educativo domiciliare Il tutor, supportando il nucleo in una costante stimolazione di buone
prassi per una migliore organizzazione familiare, sostiene i genitori nel ripensare il ruolo educativo e le
modalità di gestione delle dinamiche e della vita familiare con particolare riferimento alle esigenze dei
bambini. Il fulcro dell’intervento di educativa domiciliare non è centrato sulla protezione del bambino ma
alla protezione ed all’arricchimento dei legami con i familiari e con le altre persone per lui significative.
Nel caso di famiglie di neo-genitori, con figli in età 0-3 anni, si presterà particolare attenzione a sostenere il
ruolo genitoriale nelle prime fasi del nuovo ciclo di vita delle famiglie, in stretta collaborazione con i servizi
sociali e socio-sanitari territoriali.

Gruppi con/tra i bambini e con/tra adolescenti: Il gruppo può essere utilizzato per far si che i bambini
e gli adolescenti diventino protagonisti e, mediante percorsi guidati e attività di gruppo, possano ricostruire
senso e significato alle esperienze vissute.
In particolare le attività con i bambini consentono l’immaginazione, la ricostruzione e la reinvenzione delle
cose e dei significati in un contesto lontano da sè attraverso il gioco, la favola, la storia di qualcun altro, un
brano musicale, un disegno. L’attività di gruppo consente ai bambini di non solo di identificarsi ed interagire
con gli altri allo stesso livello, ponendosi quali obiettivi:
     • Uno spazio con cui garantire al bambini l’espressione delle proprie emozioni;
     • Migliorare la percezione delle proprie competenze, della consapevolezza edelle proprie risorse e
         l’aumento dell’autostima;
     • Sviluppare le proprie capacità socio-emotive.
I gruppi con gli adolescenti consentono di realizzare sostegno e accompagnamento verso la scoperta delle
capacità resilienti, per promuovere autonomia, indipendenza, partecipazione.

2) Sostegno alle famiglie confittuali e/o in separazione
Il Servizio di Mediazione familiare si rivolge ai genitori separati, in via di separazione o divorziati, che
desiderano affrontare e superare elementi di conflitto relativi alla situazione di coppia e genitoriale. La
mediazione familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla
separazione o al divorzio: in un contesto strutturato il mediatore, sollecitato dalle parti, nella garanzia del
segreto professionale e in autonomia dall'ambito giudiziario, si adopera affinché i partner elaborino in prima
persona un programma di separazione soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune
responsabilità genitoriale.
Lo Spazio Neutro è un servizio per il diritto di visita e di relazione, finalizzato a garantire mantenimento e il
recupero di relazioni tra genitori e figli, allo scopo di tutelare il diritto del bambino a preservare i legami con
entrambe le figure parentali. Si tratta di uno spazio “neutro” perché esterno al conflitto familiare e terzo nei
confronti dei genitori e, dunque, capace di richiamare in scena il figlio, spesso confuso e lacerato dal conflitto.
Gli incontri protetti: il concetto della protezione si chiarisce analizzando da un lato le separazioni conflittuali
e dall’altro le situazioni di grave pregiudizio o maltrattamento dei minori.
Nelle prime “il diritto di visita” si basa sul presupposto che la relazione tra il genitore e il bambino sia resa
difficile dal conflitto pervadente tra i due genitori e che quindi vada protetta dal conflitto stesso.
Nei casi più complessi, caratterizzati da vicende di incuria, maltrattamento, trascuratezza, o abuso il bambino
si trova al centro (e oggetto diretto) di una relazione esplicitamente qualificata come a rischio o“dannosa”, a
seguito dell’istruttoria compiuta presso il Tribunale per i Minori, che esita in un decreto limitativo con
indicazioni trattamentali, in queste vicende il servizio per il diritto di visita e di relazione si connota come
protetto in quanto deve garantire al bambino la possibilità di un incontro “sicuro” con un genitore che
volontariamente o involontariamente ha agito comportamenti dannosi nei suoi confronti. La protezione si
sostanzia nella messa in atto di interventi volti a prevenire e a contenere tali comportamenti, arrivando se
necessario anche ad interrompere l’incontro e/o a riferire all’Autorità Giudiziaria gli elementi necessari per
l’assunzione dei provvedimenti ritenuti opportuni.
Le aree d’intervento riguardano in particolare:
     • situazioni familiari multiproblematiche, anche in presenza di decreti limitativi della potestà
          genitoriale;
     • situazioni familiari in cui in genitore affidatario impedisca al figlio di vivere una relazione serena con
          l’altro genitore, ad esempio svalutandolo agli occhi del minore al punto da compromettere la
          relazione con il genitore;
     • situazioni che presentano una pesante conflittualità di coppia dovuta quasi esclusivamente
          all'elaborazione della separazione coniugale;
     • casi di minori in affido eterofamiliare;
•   situazioni in cui la relazione tra bambino e genitore è resa difficoltosa da provvedimenti limitativi
        della libertà personale conseguenti a procedimenti penali.

Gruppi di parola rivolto ai figli di genitori separati e divorziati attraverso cui offrire ai minori un tempo ed uno
spazio dedicato e protetto al fine di potersi confrontare, interrogare e sostenersi a vicenda o dar spazio a
pensieri ed emozioni. I figli sono coinvolti spesso nelle dinamiche separatorie e sottoposti a
strumentalizzazione tra i due genitori. Attraverso la parola, il gioco, la drammatizzazione, il disegno, la
scrittura, lo scambio di esperienza, i bambini hanno la possibilità di affrontare tematiche importanti relative
alle diverse fasi della separazione ed alla nuova organizzazione pratica. La condivisione di esperienze tra pari,
aiuta a vivere meglio la famiglia in trasformazione.

Gruppi di aiuto per persone separate con difficoltà legate al passaggio dalla famiglia unita alla famiglia
separata sotto il profilo individuale, relazionale, organizzativo e genitoriale. Uno spazio in cui può essere
offerto ai partecipanti l’occasione di condividere sentimenti e difficoltà affinché nasca solidarietà e sostegno
reciproco.

3) Iniziative di promozione della solidarietà familiare e dell’affido familiare
Il Polo territoriale promuove iniziative per la sensibilizzazione e promozione di “famiglie che aiutano
famiglie”: il progetto si rivolge a famiglie che, attraversando un momento di difficoltà, hanno bisogno di
essere sostenute nell’accudimento dei propri bambini. Le famiglie che vivono situazioni di disagio e solitudine
possono contare su altre famiglie e persone single che danno disponibilità al sostegno. Tale intervento vuole
rappresentare la costruzione di una forma di solidarietà tra le famiglie stando però nel contesto della famiglia
negligente e non portando il bambino nel terreno della famiglia che sostiene. Si privilegia in tal senso la
dimensione informale dell'intervento intende favorire la costruzione di reti sociali che potranno continuare
ad essere presenti nella vita delle famiglie anche in seguito alla chiusura dell'intervento supportato dai servizi
territoriali.
In questo contesto si inserisce anche l’affido diurno e part-time.
Il Polo collabora con i servizi istituzionali nella promozione dell’informazione e della formazione
sull'affidamento familiare, l’adozione nazionale ed internazionale e le relative procedure, sugli Enti
autorizzati e sulle altre forme di solidarietà nei confronti dei minori in difficoltà.
Il Polo territoriale promuove inoltre iniziative di solidarietà e prossimità come: lo scambio di oggetti,
indumenti, prodotti per la cura dei bambini; banca del tempo; iniziative e eventi di sensibilizzazione.

La definizione delle procedure e della connessione con la rete
Il Polo Territoriale per le Famiglie, in quanto servizio sperimentale del Comune di Napoli, in fase di primo
avvio delle attività, si è incardinato in sistema di servizi socio sanitari già strutturato, con compiti e funzioni
definiti, pertanto al fine di evitare la sovrapposizione di interventi ed il raccordo con la rete dei servizi
territoriali, di fondamentale importanza nel corso del primo anno di attività ha avuto il lavoro sulla definizione
di procedure che potessero non solo aiutare il servizio nella strutturazione di una mission definita, ma anche
trovare il giusto posizionamento nella rete dei servizi esistenti.
Funzionale a tale lavoro di riflessione sulle procedure è stato il lavoro avviato dal Comune di Napoli con il
Tribunale Ordinario ed l’Asl Na1, con cui sono stati strutturati i lavori del tavolo di coordinamento relativo
allo sviluppo di linee di azione congiunte in materia di interventi a protezione e sostegno di famiglie e minori
coinvolti in vicende separative conflittuali, che hanno dato frutto in primo luogo al “Protocollo di Intesa tra
Tribunale Ordinario di Napoli, Comune di Napoli e Asl Napoli 1” a marzo 2016; l’obiettivo del protocollo è
stato integrare e rafforzare la collaborazione tra il Tribunale Ordinario, il Comune di Napoli e la ASL Na1
Centro, dando avvio ad un percorso di raccordo e confronto finalizzato alla definizione delle modalità di
collaborazione, dei ruoli e delle funzioni dei Servizi territoriali e specialistici, delle prassi metodologiche
condivise per la realizzazione degli interventi a sostegno della genitorialità, quali i percorsi di valutazione e
sostegno delle capacità genitoriali, gli interventi di mediazione familiare, quelli di tutela del diritto di visita in
caso di separazioni conflittuali e di sostegno e ricostruzione dei legami genitoriali per la cui realizzazione sono
necessari interventi in sinergia tra i diversi attori della rete istituzionale chiamati a garantire le funzione di
sostegno e d’affiancamento al nucleo familiare sia mediante una collaborazione inter-
professionale sia inter-istituzionale.
Dalla collaborazione inter-istituzionale, nata dal protocollo di intesa, sono state successivamente elaborate
e sottoscritte le “Linee operative per la collaborazione nel campo delle famiglie e dei minori coinvolti in
vicende “separative”, documento che ha mirato a raccogliere indicazioni operative per i diversi
servizi coinvolti allo scopo di ridefinire competenze, funzioni ed azioni attivabili in tema di
sostegno alla genitorialità fragile e con cui sono stati definiti ed indicati in maniera dettagliata i
compiti e le funzioni del Polo territoriale per le famiglie in tema di sostegno socio educativo alla genitorialità
da realizzare attraverso i diversi dispositivi di cui all’avviso pubblico.
Tale strumento ha rappresentato un’utile guida per l’implementazione delle attività, fungendo da regolatore
sia in merito alla costruzione di interventi di rete, con la definizione di limiti e competenze, sia in merito alla
definizione di modalità di intervento specifiche (spazio neutro- mediazione familiare).

Il lavoro sulle buone prassi
Nell’ambito del primo anno di attività del servizio Poli territoriali per le famiglie, intenso e sostanzioso è stato
il lavoro svolto in collaborazione con le equipe dei professionisti teso alla definizione di buone prassi; in tal
senso parallelamente alla realizzate delle attività standard, cosi come individuate e richieste dall’avviso
pubblico, le equipe dei poli territoriali per le famiglie, sono state impegnate, in sinergia con i servizi sociali
territoriali, in un intenso lavoro di approfondimento e definizione delle prassi operative, lavoro necessario
ed opportuno considerata la natura sperimentale di un servizio che ha racchiuso in un unico progetto azioni
rivolte alla famiglia frammentate nell’offerta dei servizi prima della costituzione del Polo per le famiglie.

Percorso “Poli territoriali per le famiglie a confronto”
Pertanto è stato ritenuto utile strutturare, uno spazio di confronto tra i professionisti dell’equipe
multidisciplinari individuate dagli enti gestori, al fine di poter condividere per ciascuna linea
d’azione, riflessioni circa le metodologie operative adottate, le prassi strutturate o in fase di
ridefinizione, l’utilizzo degli strumenti di costruzione della presa in carico e di monitoraggio della
stessa ed eventuali criticità registrate nella gestione degli interventi di competenza.
A tal fine, è stato strutturato un percorso di incontri mensili tematici aventi ad oggetto la
promozione e condivisione delle buone prassi identificate nei Poli territoriali per le Famiglie,
ognuno dei quali, con focus specifici.
Di seguito le date individuate ed i relativi temi approfonditi:
    - 30 gennaio “Il Tutoraggio educativo domiciliare” rivolto ai coordinatori ed agli educatori
        impegnati sulle attività di educativa domiciliare;
    - 9 maggio “Il Ruolo dello psicologo” - “L’organizzazione dei gruppi”: organizzato con i
        coordinatori, gli psicologi e gli educatori impegnati sull’attività di conduzione delle varie
        tipologie di gruppo;
    - 29 maggio “Interventi di Spazio Neutro”: organizzato i coordinatori, gli educatori, gli
        psicologi e gli assistenti sociali impegnati in tale attività.
    - 31 maggio “Servizio di Mediazione Familiare”: organizzato con i coordinatori, i mediatori,
        e gli assistenti sociali impegnati in tale attività.
Il percorso avviato con i referenti del servizio centrale, ha consentito una possibilità di dialogo
tra i diversi professionisti impiegati nella realizzazione delle attività, e l’individuazione di buone
prassi da poter adottare in maniera univoca al fine di poter costruire dei percorsi similari in
ciascuno dei servizi in questione.

Percorsi formativi specifici organizzati in forma residenziale

Al fine di supportare le equipe nel lavoro di approfondimento di alcune tematiche specifiche sono stati
individuati percorsi di formazione strutturati dal Servizio Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza in
collaborazione con diverse realtà formative, garantendo per ciascuno dei percorsi la partecipazione di un
numero di operatori del servizio Poli territoriali per le famiglie unitamente ai servizi sociali territoriali;
obiettivo ultimo di tale strutturazione dei percorsi ha mirato non solo al rafforzamento delle conoscenze
relative a specifiche linee di azione, ma anche alla diffusione e costruzione di metodologie condivise.

Nel corso dell’anno 2016-2017 gli operatori dei poli territoriali per le famiglie hanno quindi preso parte ad
alcuni dei moduli formativi residenziali per operatori nell’ambito della Linea di Azione “Marechiaro tutto
l’anno - moduli residenziali brevi a carattere esperienziale, educativo e formativo” di seguito indicati:

- Modulo “Ci separiamo” - 17 e 18 Febbraio 2017
- Modulo “Il Potere del corpo” - 30 e 31 MARZO 2017
- Modulo “I ’ ascolto attivo, l’ascolto emotivo, l’ascolto empatico del bambino” 29 e 30 maggio - 12 e 13
giugno;

Il supporto alla genitorialità ed il ruolo dell’educatore domiciliare

A completamento dei diversi momenti di lavoro su prassi e procedure in cui sono stati impegnati i
poli territoriali per le famiglie, è da evidenziare l’accordo di collaborazione con l’istituto degli
Innocenti di Firenze relativo ad attività di supporto metodologico e formativo nell'ambito del
processo di cambiamento e innovazione dei servizi socio-educativi territoriali e domiciliari nei
confronti dei bambini e delle loro famiglie, finalizzato alla condivisione e strutturazione di adeguate
modalità di lavoro integrate pubblico/privato, omogeneità e miglioramento della qualità
complessiva degli interventi offerti in risposta alle esigenze degli utenti, capacità di monitorare,
valutare e valorizzare complessivamente l’azione ai fini della programmazione territoriale, capacità
di attivare le ulteriori possibili risorse.
Il lavoro avviato è stato teso a sviluppare e condividere con i diversi attori (servizi comunali e soggetti
privati gestori in primo luogo) orientamenti metodologici per l’intervento socio-educativo in
contesto semiresidenziale, diurno e domiciliare, attraverso il coinvolgimento attivo dei diversi
stakeholders;
Nello specifico il coinvolgimento degli operatori delle equipe di professionisti dei Poli per le famiglie, è stato
funzionale a lavorare su focus specifici quali l’approfondimento sugli stili genitoriali, il supporto all’azione
socio educativa genitoriale e sul dispositivo dell’educativa domiciliare. Centrale è stata un’attenta riflessione
su funzione e ruolo dell’educatore domiciliare in considerazione dell’idea che tale figura non entra nel nucleo
familiare a supporto del singolo minore, ma a sostegno della genitorialità fragile, in forma di guida per l’intera
famiglia. L’approccio mantiene la centralità del bambino, ma dove di fondamentale importanza diviene la
cura ed il sostegno delle relazioni familiari.

La sperimentazione di nuovi percorsi
                                            La solidarietà familiare

Tenuto conto che una delle linee di azione del polo territoriale per le famiglie, ha avuto come
obiettivo nel corso dell’anno trascorso, la costruzione e la cura di forme di solidarietà familiare,
e che in alcuni territori le attività hanno avuto esito al punto tale da dar vita alla costituzione di
un gruppo permanente di genitori che si interrogano e confronto sui temi della solidarietà
familiare, sostenendo anche un percorso formativo/informativo volto ad affiancare famiglie che
vivono eventi critici, nel corso dell’anno sperimentale, in marzo 2017 è stato realizzato un
aggancio con l’Associazione Paideia; a partire dal 2003 l’associazione ha sviluppato in partnership
con realtà pubbliche e private di numerosi territori italiani, il progetto “Una Famiglia per una
famiglia, con l’obiettivo di sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione
della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il progetto sviluppa un
intervento di carattere preventivo, offrendo un sostegno temporaneo a famiglie fragili con
minori: l’affiancamento tra famiglie permette di instaurare un rapporto di parità e reciprocità che
sostiene senza dividere, con uno sguardo diverso sulla famiglia, vista come risorsa, non come
problema.

Tenuto conto che la mission di tale progetto appare essere in linea con le attività implementate
nei Poli territoriali per le Famiglie che promuovono iniziative per la sensibilizzazione e promozione
di “famiglie che aiutano famiglie” mediante la costruzione di una forma di solidarietà tra le
famiglie stando però nel contesto della famiglia negligente e non portando il bambino nel terreno
della famiglia che sostiene, si è ritenuto opportuno organizzare momenti di approfondimento
che consenta una conoscenza di buone prassi già consolidate.

In seguito a tali momenti di approfondimento sarà definita in tempi brevi una collaborazione, al
fine di avviare l’avvio della sperimentazione “Una famiglia per una famiglia” con la guida
dell’Associazione, mediante il contributo di figure professionali dedicate, al fine di avviare
l’implementazione della sperimentazione nel corso di un biennio

L’azione di sensibilizzazione in collaborazione con l’Associazione AL-ANON

I poli Territoriali per le famiglie hanno sostenuto in via sperimentale nei territori della V e VI
Municipalità, l’Associazione AL- ANON in momenti di sensibilizzazione ed avvicinamento alla
tematica dell’abuso di alcol. Nello specifico AL-ANON è un’associazione per familiari e amici di
bevitori problematici che opera in Italia dal 1976 con circa 420 gruppi spesso paralleli a quelli
dell’associazione Alcolisti Anonimi, ma assolutamente indipendenti tra di loro. I gruppi AL-ANON
si riuniscono per discutere dei problemi che nascono dalla convivenza o vicinanza con un bevitore
problematico partendo dall’assunto che solo la condivisione di esperienze comuni e la solidarietà
che si incontra nel gruppo permettono di affrontare meglio le difficoltà del vivere con il problema
del bere compulsivo.

Al fine di promuovere un’azione di sensibilizzazione nel territorio, l’Associazione su menzionata
ha proposto l’organizzazione di una serie di momenti di scambio di esperienze significative e di
confronto, che vedranno coinvolti in un primo momento gli operatori dei servizi territoriali
istituzionali e non, le famiglie e gli adolescenti.

Gli incontri di sensibilizzazione sono stati avviati in via sperimentale nel territorio della
Municipalità V e VI, dove sono stati organizzati diversi momenti di confronto inizialmente con gli
operatori dei poli territoriali per le famiglie partendo dalla considerazione che gli operatori a
contatto con le famiglie possono intercettare situazioni problematiche. In secondo luogo sono
stati organizzati due successivi incontri rispettivamente con gli adolescenti del territorio e con i
genitori; durante i quali i giovani hanno avuto la possibilità di confrontarsi con storie di vita di
persone che hanno affrontato percorsi problematici di dipendenza dall’alcool; ciò ha movimentato
la loro curiosità portandoli ad “interrogare ed interrogarsi”, al punto tale da chiedere la
realizzazione di un ulteriore momento di confronto come è successo nel territorio della V
Municipalità Vomero- Arenella.
Durante gli incontri di sensibilizzazione alla tematica in oggetto hanno prese parte nel territorio
     della V Municipalità 17 adolescenti e 7 genitori; mentre nel territorio della V Municipalità hanno
     preso parte 15 adolescenti e 6 genitori.

     La realizzazione degli interventi standard del Polo Territoriale per le Famiglie

     Di seguito viene riportato un breve report sintetico con indicazione quantitativa di una parte delle azioni-
     dispositivi realizzati dai Poli territoriali per le famiglie nel periodo aprile 2016-luglio 2017 nelle 9
     Municipalità cittadine:

                                 Gruppi genitori-bambini-            Spazio
Educativa Domiciliare                                                              Mediazione familiare         Accoglienza
                                      adolescenti                    Neutro
                                 N.               N.                                                             N. Contatti
N. nuclei       N. Minori      Genitori   Bambini/adolescenti       N. nuclei     Consigliata Spontanea           sportello

  124             167            119               136                 64              68           15                84

     In riferimento alla realizzazione delle attività durante il primo anno dei poli territoriali per le famiglie è
     possibile indicare quale punto di forza del servizio, il lavoro di stretta sinergia stabilito con i servizi sociali
     territoriali; la presenza di una equipe di professionisti dedicati al lavoro di accompagnamento della
     genitorialità integra l’azione dei servizi sociali territoriali, garantendo una risposta non frammentata e
     talvolta di completamento alla valutazione sociale svolta dai servizi sociali territoriali.

     Di rilevanza è inoltre il lavoro di prossimità territoriale svolto, garantito mediante la realizzazione di gruppi
     di genitori e di eventi mensili aperti al territorio che hanno avuto come filo conduttore il tema delle relazioni
     familiari. In particolar modo la costituzione dei gruppi genitori non in tutti i territori è stata di facile
     realizzazione, e complessa è stata l’azione di promozione e sensibilizzazione radicata sul territorio; numerosi
     sono stati gli agganci ed i percorsi di informazione/sensibilizzazione presso le altre realtà territoriali, tra cui
     le parrocchie, le associazioni di volontariato e gli istituti scolastici. L’azione capillare di promozione delle
     attività ha consentito la realizzazione di esperienze significative, quali la costituzione di gruppi permanenti di
     genitori che si confrontano su tematiche specifiche del complesso mondo della genitorialità.

     Di seguito alcune delle iniziative di gruppo strutturate nell’ambito del servizio:
-   Gruppo “essere genitori tra risorse e difficoltà”
    -   Gruppo “genitori e figli istruzioni per l’uso”
    -   Gruppo papà si cresce
    -   Legami di famiglia: conoscere le emozioni ed imparare ad osservarle
    -   Orto didattico: al fine di unire il fare, il progettare insieme ed il pensare” di genitori e figli.

In alcune realtà territoriali dove non è stato possibile in tempi brevi organizzare il lavoro sulle tematiche della
genitorialità strutturata in setting di gruppo sono stati organizzati seminari informativi, ognuno avente ad
oggetto i temi della genitorialità:

    -   “separazione e divorzio mai da soli”
    -   “assistenza economica, aiutiamo ad aiutarci, istruzioni per l’uso”

Gli eventi organizzati almeno una volta al mese, anche nei fine settimana al fine di garantire la partecipazione
spontanea delle famiglie del territorio hanno riscontrato esito positivo, registrando la partecipazione di
genitori e figli che si sono lasciati condurre alla scoperta del poter vivere in maniera condivisa esperienze
distaccate dalla gestione dei tempi di vita quotidiana. In alcune realtà territoriali il “gruppo di mamme” ha
chiesto la possibilità di individuare nel polo territoriale per le famiglie uno spazio dedicato da poter utilizzare
in maniera libera e talvolta senza la guida di un operatore; ciò a sostegno dell’dea che il servizio può assumere
nei diversi territori cittadini un luogo di riferimento a cui le famiglie possono accedere senza necessariamente
connotarlo come un luogo istituzionale.
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