Patologie congenite Ereditarie: trasmesse dai genitori ai figli Non ereditarie: non trasmesse dai genitori - UniCa
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Patologie congenite Ereditarie: trasmesse dai genitori ai figli Non ereditarie: non trasmesse dai genitori
Malattie ereditarie: alterazioni genetiche trasmesse dai genitori Malattie congenite non ereditarie: il risultato dell’effetto di fattori patogeni di natura fisica, chimica o biologica che, agendo durante la vita intrauterina, inducono alterazioni organiche come deviazioni dalle normali modalità di differenziazione e sviluppo dell’embrione Embriopatie – alterazioni dello sviluppo dell’embrione (2°-12° settimana) Fetopatie - alterazioni dello sviluppo dell’embrione (dopo la 12° settimana)
Genetica: Studio di uno o pochi geni che e dei loro effetti sul fenotipo Genomica: studio di tutti i geni presenti nel genoma e delle loro interazioni Ciò che differenza un individuo da un altro è codificato da meno dello 0.5% del DNA (15 milioni di paia di basi) Polimorfismi a singolo nucleotide (SNP): variazioni localizzate a livello di un singolo nucleotide, presenti in meno dell’1% delle regioni ampia variabilità a seconda della popolazione esaminata. Queste variazioni potrebbero alterare il prodotto genico e modificare un carattere fenotipico o l’insorgenza di una malattia. Variazione del numero di copie (CNV): copie di sequenze estese oltre a 1000 bp. Circa il 50% dei CNV interessa sequenze codificanti per un gene. Epigenetica: Cambiamenti ereditabili nell’espressione genica non dovuti a mutazioni nucleotidiche. E coinvolta nella espressione genica specifica per i tessuti e nell’imprinting genomico Proteomica: studio di tutte le proteine presenti nelle cellule o nei tessuti microRNA: piccole molecole di RNA che non codificano le proteine ma inibiscono l’espressione genica
Mutazioni: alterazioni del materiale genetico Consistono in modificazioni di tipo quantitativo o qualitativo della normale sequenza delle basi nel DNA, che alterano la normalità dell’informazione in esso presente, con conseguente comparsa, nelle proteine codificate, di cambiamenti rispettivamente quantitativi (sintesi in eccesso, in difetto, mancata) o qualitativi (alterazioni strutturali). Una proteina mutata, a seconda del danno strutturale subito, che riflette la zona coinvolta dalla mutazione nel suo gene codificante, modifica in varia maniera la sua funzione, nel senso che può perderla (mutazioni inattivanti) o anche incrementarla. Le mutazioni possono interessare sia le regioni codificanti che le regioni regolatorie del DNA.
Mutazione: cambiamento stabile del DNA Mutazioni delle cellule germinali: sono trasmesse alla progenie e possono essere responsabili di una malattia ereditaria. Mutazioni delle cellule somatiche: non possono causare malattie ereditarie, possono essere importanti nell’insorgenza del cancro e di alcune malformazioni congenite. Mutazioni geniche: delezioni parziali o complete di un gene oppure di una singola base Mutazioni cromosomiche: riarrangiamento del materiale genetico con variazione strutturale visibile dei cromosomi Mutazioni genomiche: perdita o acquisizione di un intero cromosoma (monosomie, trisomie)
MUTAZIONI NELLE CELLULE GERMINATIVE (spermatozoi, cellule uovo) Trasmissione ereditaria della mutazione • mutaz. “disvitale”: sindromi ulteriormente ereditabili • mutaz. “sub-letale”: morte in età pre-pubere (= autoeliminazione) • mutaz. “letale”: morte del feto • spontanee (ca. 1 ogni 100.000 gameti) • indotte da agenti mutageni (ag. chimici, virus, radiazioni)
Malattie mendeliane Sono il risultato di mutazioni in singoli geni ma ad ampio effetto. Ogni individuo è portatore di mutazioni geniche (da 5 a 8), ma molto spesso il fenotipo non viene apparentemente condizionato Co-dominanza: entrambi gli alleli di una copia di geni partecipano al fenotipo (complesso maggiore di istocompatibilià e gruppi sanguigni) Pleiotropia: un gene mutato può produrre diversi effetti (anemia falciforme) La trasmissione di malattie monogeniche segue le leggi di Mendel Le leggi di Mendel sono applicabili alla trasmissione dei geni patologici umani anche se in patologia umana la variabilità di espressione di molti di questi e le possibili interazioni tra genotipo e ambiente rendono talora difficile stabilire i meccanismi di segregazione
Mutazioni puntiformi all’interno di sequenze codificanti: può modificare il codice di lettura di una tripletta di basi e portare alla sostituzione, nel prodotto genico, di un aminoacido (mutazioni di senso). Anemia falciforme Mutazione che interessa la catena beta della globina e che causa la falcemia. La tripletta CTC che codifica per l’acido glutamico nella posizione 6 della catena beta è mutata in CAC che codifica per la valina.
Talassemia beta 0 Una mutazione del codone per la glutamina (CAG) che sostituisca la C con una U crea un codone di stop (UAG). Questa sostituzione porta ad un’ interruzione nella traduzione del gene per la catena Beta; il peptide accorciato che è sintetizzato è rapidamente degradato. Gli individui portatori della mutazione mancano delle catene beta e sviluppano una grave forma di anemia
Mutazioni all’interno di sequenze non codificanti Le mutazioni che non coinvolgono esoni possono avere degli effetti dannosi. E’ noto che la trascrizione del DNA inizia ed è regolata da sequenze che si trovano a monte o a valle del gene e che sono definite sequenze promotrici ed intensificatrici (prometer ed enhancer). Le mutazioni o le delezioni di queste sequenze regolatrici possono interferire con il legame dei fattori di trascrizione e portare ad una Mutazioni frame shift Piccole inserzioni o delezioni all’interno di sequenze codificanti hanno come risultato quello di alterare il modulo di lettura del filamento (mutazioni frameshift)
Mutazioni delle triplette ripetute Mutazioni caratterizzate da triplette ripetute, quasi sempre costituite da nucleotidi di guanina e citosina (sindrome della X fragile) Mutazioni degli introni e nelle giunzioni di splicing portano ad alterazione della maturazione dell’RA e quindi della proteina
Eredità di tipo autosomico dominante Un gene patologico si dice dominante quando determina la malattia anche allo stato eterozigote Le caratteristiche generali possono essere così riassunte 1) La malattia si manifesta sia allo stato omozigote che eterozigote 2) Maschi e femmine sono colpiti in ugual misura. 3) Il carattere viene trasmesso al 50% della progenie indipendentemente dal sesso La variabilità degli effetti di geni dominanti è condizionata dalla penetranza e dalla espressività Penetranza : frequenza con la quale un gene dominante produce un effetto fenotipico comunque evidenziabile. Espressività: entità dell’effetto fenotipico. Codominanza: entrambi gli alleli si esprimono nel fenotipo (ABO e HLA), (in patologia genetica: anemia falciforme)
Le malattie autosomiche dominanti si manifestano in condizione di eterozigosi, per cui è sufficiente che uno dei genitori ne sia affetto Alcune volte la patologia dominante si manifesta in pazienti i cui genitori sono sani: in questo caso ci troviamo davanti ad una nuova mutazione. La possibilità che la nuova malattia venga trasmessa dipende dalla capacità riproduttiva del soggetto. Molte nuove mutazioni sembrano essere piu frequenti in soggetti con padri anziani. La maggior parte delle malattie autosomiche ereditarie sono causate da mutazioni gravi che possono coinvolgere: • La regolazione di vie metaboliche complesse soggette a retroregolazione, quindi soggette a inibizione a feedback (mancanza dei recettori per le LDL) • A carico di proteine strutturali, quali collagene ed elementi della membrana dei globuli rossi. Evidenti soprattuttto in quei geni che codificano per una proteina multimerica, per cui il prodotto dell’allele mutato interferisce con l’assemblaggio della proteina multimerica. Esempio significativo è l’alterazione a carico di una delle tre catene che costituisocno il collagene che impedisce la formazione della molecola di collagene. • Meno comuni sono le mutazioni che determinano un “Guadagno di funzione” quale la malattia di Huntington
Sindrome di Marfan Collagenopatia ereditaria a carico della proteina extracellulare fibrillina 1 Le manifestazioni cliniche sono molto variabili e la patologia è stata descritta in uomini illustri: Akenaton, Abram Lincoln, Charles de Gaulle, Nicolò Paganini, ecc. La fibrillina è la maggior componente delle microfibrille che si trovano nell’ECM. Su queste fibrille si deposita la tropoelastina per formare le fibre elastiche e viene conservato il TGFβ La fibrillina 1 e la 2 sono codificate dai geni FBN1 e FBN2. Le mutazioni causa della sindrome sono quasi sempre a carico dell’ FBN2. Alterazione dell’FBN2 sono state descritte nella aracnodattilia contratturale congenita. La perdita delle microfibrille pare induca una attivazione continua e anomala del TGFβ determina effetti negativi sulla muscolatura vasale e sulla matrice extracellulare
Sintomi a carico delle valvole mitralica (valvola molle) e soprattutto quelle aortiche. Possono essere presenti alterazioni scheletriche, oculari e cardiovascolari. La maggior parte dei decessi è causata da rottura di aneurisma e da insufficienza cardiaca. L’espressività variabile dell’FBN1 mutato potrebbe giustificare la variabilità delle manifestazioni cliniche e di conseguenza la gravità della stessa malattia. SI riconoscono inoltre fino a 600 mutazioni Lincoln Akenaton
Malattie a trasmissione autosomica dominante Osteogenesi imperfetta La patologia è caratterizzata da un danno generalizzato a carico di una proteina fibrosa: il collagene Le cause più frequente di O. I. sono rappresentate da mutazioni puntiformi a carico dei geni del collagene Si riconoscono quattro tipi di OI (tipo I, II, III e IV) La patologia è raramente trasmissibile in quanto la mortalità in periodo perinatale è elevata Clinica: fragilità ossea con osteoporosi, dentinogenesi imperfetta (10-50% dei casi, i denti possono essere di colorito bruno- grigiastro), sordità: anomalie strutturali o fratture della catena degli ossicini, lassità dei legamenti e della cute, lassità articolare molto variabile e può causare problemi sotto carico (ginocchia, piedi ).
Sindrome di Ehlers Danlos: iperelasticità della cute e iperestensibilità delle articolazioni Le forme più gravi possono portare a morte per rottura del colon, delle arterie e dell’utero Le varie forme sono causate da mutazioni a carico dei geni del collagene fibrillare o del suo metabolismo. Tra le mutazioni: gene che codifica per la lisin-idrossilasi o gene che codifica per la collagenasi III Epidermolisi bollosa (bambini a farfalla): sono conosciute sia forme recessive che forme dominanti (difetti del collagene tipo VII che ancora l’epidermide al sottostante derma) Esistono forme mortali fin dai primi mesi, anche i soggetti che sopra vivono con la sintomatologia dolorosa)
Acondroplasia (nanismo) eredità autosomica dominante frequenza 1 su 26.000 difetto di crescita che causa proporzioni Descrizione anormali del corpo, arti corti e tronco normale ricerca test prenatale causa e mutazione nel gene per un recettore del localizzazione del fattore di crescita per i fibroblasti; gene cromosoma 4
Ipercolesterolemia familiare Malattia recettoriale eredità autosomica dominante frequenza 1 su 500 dell’eterozigote frequenza 1 su un milione dell’omozigote livelli eccessivi di colesterolo nel Descrizione plasma sanguigno Mutazioni nel gene del recettore per Causa e localizzazione LDL (LDLR) sul cromosoma 19
Ipercolesterolemia familiare Malattia caratterizzata dall’aumento dei livelli plasmatici di LDL e di colesterolo e da deposizione di colesterolo nella cornea (arco corneale, nei tendini (xantomi) e nelle arterie (ateromi). La malattia viene trasmessa come carattere autosomico dominante ed ha una frequenza elevata (1 su 500 gli eterozigoti, i su 1.000.000 gli omozigoti) Gli eterozigoti hanno valori di ipercolesterolemia di 300-350 mg/dl fin dalla nascita e sviluppano xantomi e aterosclerosi dopo i 30 anni. Gli omozigoti hanno valori di colesterolo di 650-1000 mg/dl, gli xantomi iniziano entro i primi 4 anni e la malattia coronarica può portare a morte entro la giovane età. Il difetto molecolare consiste nell’assenza o diminuzione dei recettori ad alta affinità per le LDL
Metabolismo delle LDL
Metabolismo intracellulare del colesterolo
Il recettore per le LDL è una singola proteina con 5 domini funzionali. La porzione carbossi-terminale di 50 aminoacidi possiede un dominio citoplasmatico ritenuto responsabile della internalizzazione della lipoproteina. Localizzato nel cromosoma 19 sono state identificate 620 mutazioni suddivise in 5 gruppi
Ipercolesterolemia familiare Mutazioni Alterazioni recettoriali Classe I Mancata sintesi di recettori Classe II Accumulo di recettori mutati nel reticolo endoplasmatico per impossibilità di trasporto nel Golgi Classe III Alterazione del dominio recettoriale preposto alla internalizzazione delle LDL Classe IV Alterata localizzazione dei recettori sulla superficie cellulare. L’interazione con le LDL è mantenuta ma è impossibile l’ internalizzazione Classe V Impossibilità di dissociazione del complesso recettore-LDL dopo l’internalizzazione
Eredità di tipo autosomico recessivo E’ il tipo di trasmissione più frequente in patologia umana Determina la patologia solo quando è presente allo stato omozigote L’eterozigote viene indicato come portatore. Si definisce portatore sano l’individuo in cui l'alterazione non si manifesta, ma la possiede nel suo patrimonio genetico e può quindi trasmetterla ai discendenti. Ciò può accadere perché l’allele responsabile del difetto genetico è recessivo e quindi se è presente anche il corrispondente allele dominante viene da questo mascherato. I caratteri sono i seguenti: Il malato nasce da genitori eterozigoti fenotipicamente sani
Trasmissione alla prole di una malattia autosomica recessiva
Albinismo (Oculocutaneo) eredità autosomica recessiva frequenza 1 su 17.000 (in USA) Descrizione assenza di pigmento sulla pelle, capelli e occhi test (amniocentesi) non viene eseguito, a meno che ricerca una coppia non abbia già un bimbo albino Causa e localizzazio difetto nell’enzima tirosinasi ; cromosoma 11 ne
Beta Talassemia (Anemia di Cooley) eredità autosomica recessiva circa 100.000 bambini all’anno con gravi forme di talassemia. La forma chiamata anemia frequenza mediterranea è frequente in Sardegna, Puglia, Ferrarese e Rovigotto (zone ex-malariche) un difetto nella catena beta dell’emoglobina causa Descrizione una grave anemia dipende dalla gravità; le più gravi richiedono trattamento continue trasfusioni ogni poche settimane
Anemia falciforme eredità autosomica recessiva 1 su 375 AfroAmericani (1 su 10 frequenza eterozigote). Frequente ell’Africa centro-orientale -zone malariche Globuli rossi a falce che causano Descrizione trombi con conseguenti infarti e ictus ricerca delle cellule a Test prenatale. Il test identifica anche falce gli eterozigoti
ACCUMULO DI PRODOTTI ACCUMULO DI INTERMEDI PRODOTTI DI VIE METABOLICHE ALTERNATIVE PERDITA REGOLAZIONE A FEED-BACK DI UNA VIA METABOLICA ASSENZA DEL PRODOTTO FINALE
Malattie da accumulo lisosomiale Carenza dei diversi enzimi lisosomiali con conseguente assente o parziale demolizione di varie macromolecole. L’accumulo intracellulare peggiora la funzione cellulare e l’accumulo è evidente nei tessuti che producono maggiormente la macromolecola non digerita. Il cervello è ricco di gangliosidi, per cui una riduzione della loro demolizione, come avviene nei pazienti affetti da gangliosidosi, determina accumulo di questi nei neuroni e conseguente neuropatia Le malattie quindi possono insorgere per • Carenza enzimatica • Mancanza di una proteina che attiva il substrato • Carenza di una proteina di trasporto che consente l’uscita del materiale digerito dai lisosomi
Sintesi degli enzimi lisosomiali
Errori del metabolismo / Malattie lisosomiali (malattie da accumulo) Malattia Incidenza Ereditarietà Enzima carente Segni e sintomi Aspartilglicosaminuria ≈ 100 casi Autos. recessiva Aspartilglicosami- Accumulo di glicopeptidi. in Finlandia nidasi Danno tissutale. Deficit Ceramidasi 27 casi Autos. recessiva Ceramidasi acida Accumulo di ceramidi (gangliosidi nei neuroni) con reazioni granulomatose. Neuropatia centrale. Deficit Lipasi acida ≈ 70 casi Autos. recessiva Lipasi acida Accumulo di esteri del (M. di Wolman) colesterolo e trigliceridi, con danno epatico, intestinale, surrenale. Iperlipidemia ed aterosclerosi. Fucosidosi ≈ 50 casi Autos. recessiva a-L-fucosidasi Accumulo di glicolipidi, glicopeptidi e oligosaccaridi con danno tissutale. Gangliosidosi GM1 ≈ 130 casi Autos. recessiva b-Galattosidasi Accumulo di gangliosidi. acida Danni cerebrali ed ossei. Leucodistrofia 1 / 100.000 Autos. recessiva Arilsolfatasi A Acc. di cerebroside solfato. metacromatica in Svezia Danno oligodendroglia e cell. Schwann. Demielinizzazioni.
LE MUCOPOLISACCARIDOSI Malattia Incidenza Ereditarietà Enzima carente Segni e sintomi M. di Hurler-Scheie 1 / 100.000 Autos. recessiva a-L-Ialuronidasi Calo degradaz. eparan/ vari sottotipi 1 / 500.000 dermatansolfato. Accumulo mucopolisaccaridi. Cataratta. Alterazioni ossee ed altre. M. di Hunter 1 / 150.000 Recess. X-legata Ialuronato (come sopra) solfatasi M. di Sanfilippo ≈ 1 / 24.000 Autos. recessiva (diversi enzimi) (come sopra) Neuropatie. 4 sottotipi M. di Morquio 1 / 100.000 Autos. recessiva Galattosamina-6- (come sopra) Alterazioni 2 sottotipi solfato solfatasi o scheletriche e cardiovasco- b-galattosidasi lari. M. di Maroteaux-Lamy 1 / 100.000 Autos. recessiva Arilsolfatasi b (come sopra) diversi sottotipi M. di Sly ≈ 20 casi Autos. recessiva b-Glucuronidasi (come sopra)
Gangliosidosi GM2 Si conoscono tre malattie da accumulo lisosomiale caratterizzate da accumulo di gangliosidi GM2. La mutazione coinvolge uno tre polipeptidi coinvolti nella degradazione e che sono codificati da tre geni distinti. Malattia di Tay sachs: E’ particolarmente diffusa tra gli ebrei dell’Europa dell’est (ashkenaziti). La mutazione è a carico della subunità alfa della esosaminidasi, situata sul cromosoma 15. Il quadro clinico è dominato dai sintomi a carico del sistema nervoso centrale e autonomo e della retina, anche se l’accumulo si riscontra anche a livello cardiaco, nel fegato e nella milza. I neuroni si riempiono di vacuoli dilatati. Con l’andar del tempo i neuroni degenerati (per accumulo di proteine malripiegati) vanno in apoptosi vengono distrutti e sostituiti dalla microglia e di fagociti ricchi di lipidi. I sintomi si evidenziano verso il 6° mese di vita, lo stao vegetativo si raggiunge nel 1 o 2 anno di vita, la morte sopraggiunge pochi anni dopo.
Malattia di Niemann e Pick , tipo A e B Malattie caratterizzate dall’accumulo lisosomiale di sfingomielina per un deficit ereditario di sfingomielinasi. Il gene è situato nel croosomi11, è espresso soprattutto dal cromosoma materno mentre quello paterno è silenziato per fenomeni epigenetici. Il tipo A è una forma infantile grave con coinvolgimento neurologico, accumuli viscerali. La morte interviene entro i primi anni di vita. Nel tipo B è prevale l’organomegalia, è raro il coinvolgimento neurologico e si sopravvive fino all’età adulta. Malattia di Nieman e Pick, tipo C L’insorgenza è dovuta alla mutazione di due geni correlati, l’NPC1 e NPC2. L’NPC è coinvolto nel trasporto lipidico per cui le cellule colpite accumulano colesterolo e gangliosidi. Può presentarsi alla nascita come idrope fetale oppure con epatite neonatale che porta a deterioramento neurologico.
Malattia di Gaucher E’ la più comune tra le malattie da accumulo lisosomiale ed è dovuta a mutazioni che colpiscono il gene che codifica per la glucocerebrosidasi. La cerebrosidasi scinde il residuo glicosidico dalla ceramide. I glucocerebrosidi vengono prodotti dal catabolismo dei glicolipidi derivanti principalmente dalle membrane di leucociti e eritrociti invecchiati. L’accumulo è a carico dei macrofagi che oltrettutto si attivano producendo grandi quantità id citochine quali IL-1, IL-6 e TNFalfa. Mucopolisaccaridosi Nelle MPS la carenza enzimatica riguarda enzimi lisosomiali che degradano i mucopolisaccaridi (glicosaminoglicani). Gli MPS sono il dermatansolfato, il condroitinsolfato ecc. nella sotanza fondamentale del connettivo. Ci sono sette varianti di MPS.
Vie del metabolismo del glicogeno e step enzimatici associati alle malattie da accumulo Accumulo di glicogeno nel fegato e/o nel muscolo a seconda della malattia
Glicogenosi Forme epatiche: il glicogeno epatico è molto importante nella regolazione della glicemia. La mancanza di enzimi che lo scindano (glucosio-6-fosfatasi, fosforilasi epatica, enzima deramificante) sono caratterizzate da epatomegalia e ipoglicemia Forme miopatiche: la carenza enzimatica porta a deficit porta a debolezza muscolare dovuta a carenza di energia. I soggetti con forme miopatiche presentano crampi muscolari Malattie da accumulo di glicogeno associate: deficit di maltasi ecida (alfa-glucosidasi) e mancanza dell’enzima ramificante. La maltasi acida è un enzima lisosomiale, la sua carenza (malattia di Pompe) colpisce tutti gli organi anche se la cardiomegalia è la manifestazione più importante
ERRORI DEL METABOLISMO DI FENILALANINA E TIROSINA
Alcune malattie autosomiche recessive riguardano il sistema di trasporto ionico. La fibrosis cistica consiste nell’alterazione del sistema di trasporto del cloro nelle ghiandole esocrine, nelle ghiandole sudoripare, polmoni, e pancreas. I meccanismi che determinano grave danno soprattutto ai polmoni e al pancreas non sono del tutto chiariti.
Malattie ereditarie legate al sesso: cromosoma X Considerazioni generali La quantità di prodotto genico di geni del cromosoma X è uguale in maschi e femmine, nonostante che i maschi abbiamo una sola copia del gene e le femmine due (es. attività enzimatica della Glucosio-6-Fosfato Deidrogenasi). La compensazione del dosaggio genico è raggiunta attraverso l’inattivazione di uno cromosoma X nelle cellule somatiche che ne contengono due Le aneuploidie dei cromosomi sessuali, a differenza di quelle a carico degli autosomi, sono compatibili con la vita e, in alcuni casi, non comportano fenotipi anormali
Malattie ereditarie legate al sesso: cromosoma X • L’ allele recessivo di un gene si manifesta nel fenotipo di un individuo di sesso maschile, nelle cui cellule c’è un solo cromosoma sessuale X (emizigote). • Perciò la frequenza del carattere è diverso nei due sessi: la femmina eterozigote non manifesta il carattere nel fenotipo, ma lo trasmette (con 50% di probabilità) al figlio maschio che lo manifesta nel fenotipo • Il maschio affetto non trasmette il difetto ai figli ma le figlie femmine sono portatrici
L’inattivazione è: 1. casuale (in media il 50% delle cellule inattiva l’X ereditato dal padre e il 50% quello ereditato dalla madre) 2. mantenuta clonalmente (le cellule figlie mantengono lo stesso pattern di inattivazione della cellula madre) 3. precoce durante le prime divisioni mitotiche Caratteristiche del cromosoma X trascrizionalmente inattivo: 1. mantiene attive alcune regioni (le due PAR ed altri geni interspersi in regioni inattive) 2. assume un aspetto eterocromatico visibile in interfase (corpo di Barr) addossato alla parete interna della membrana nucleare 3. acquista le caratteristiche del DNA inattivo (metilazione dei residui di citosina, ipoacetilazione degli istoni, replicazione del DNA nella tarda fase S)
L’inattivazione è un processo multi-step mediato da sequenze di DNA che si trovano nella regione Xq13 e da loci autosomici 1) ‘conteggio’ dei cromosomi X presenti nella cellula (anche rispetto agli autosomi) 2) ‘scelta’ del(dei) cromosoma(i) X da inattivare, uno per ogni assetto diploide; 3) inizio dell’inattivazione; 4) sua diffusione alla quasi totalità del cromosoma; 5) mantenimento dello stato inattivo l’inattivazione non è sequenza-specifica (sequenze autosomiche traslocate sull’X possono essere inattivate)
La regione Xq13 contiene quindi l’X-Inactivation Center (XIC), suddivisa in sottoregioni coinvolte nei singoli step del processo di inattivazione XIST (X Inactive Specific Transcript): è l’unico gene espresso solo dal cromosoma X inattivo codifica un RNA di ca. 17 Kb che sembra rivestire il cromosoma X inattivo
L’inattivazione del cromosoma X è responsabile della grande variabilità clinica delle malattie dovute a geni che si trovano su questo cromosoma à la gravità del fenotipo clinico dipenderà dalla percentuale di cellule che hanno mantenuto attivo il cromosoma X con l’allele mutante L’inattivazione del cromosoma X è casuale e può verificarsi anche dopo le prime divisioni cellulari (mosaicismo). Per questo motivo, se prendiamo in esame il caso di una donna portatrice, l’attività della G6PD può essere presente, intermedia o completamente assente.
EMOFILIA • La parola emofilia deriva dal greco “ema” (sangue) e filia (affezione). • L'emofilia è una malattia ereditaria che colpisce prevalentemente i maschi, con la frequenza di circa una persona su 10.000 nell’emofilia A e una persona su 50.000 nell’emofilia B o malattia di Christmas.
Emofilia Eredità X (legata al sesso) recessiva 1 su 5.000 nella popolazione, 1 su 10.000 maschi. Frequenza (15.000 individui in U.S.A) Mancanza nel sangue del fattore VIII (emofilia A) o Causa e del fattore XI (emofilia B) per la coagulazione. Descrizione Emorragie, echimosi frequenti, sanguinamento prolungato dalle ferite. Ricerca test di routine
L’emofilia è stata definita una patologia reale in quanto è comparsa per la prima volta nella famiglia reale inglese colpendo un gran numero di discendenti della regina Victoria e, visto l’alto numero di matrimoni tra le varie case reali, diffondendo in tutta l’Europa (i.e.Romanov)
G6PD carenza • Alterazione genetica comune negli africani, gli asiatici e nelle regioni mediterranee. • Durante la seconda guerra mondiale molti soldati americani hanno sviluppato anemia emolitica in seguito all’assunzione di alcuni farmaci antimalarici • E’ causato dalla ridotta attività di G6PD necessario per generare NADPH
Vie metaboliche in cui è presente la glucosio-6-fosfato deidrogenasi
AM-UNIMI tbmadc 57
Prevalence of G6PD
Correlazione genotipo-fenotipo • Mutazioni nelle regioni codificanti à instabilità della molecola, aumentata degradazione (esone 10, interazioni) • Negli eritrociti à anemia • Nei granulociti (varianti classe II) à aumento infezioni • Variabilità/fattori ambientali • Spostamento equilibrio dimero-monomeri AM-UNIMI tbmadc 59
Disordini genetici a trasmissione non mendeliana • Malattie causate da espansioni da triplete ripetute • Malattie causate da mutazioni dei geni mitocondriali • Disordini associate a imprinting genomico • Disordini associate a mosaicismo gonadale
Patologie causate da triplette ripetute Patologie causate dall’espansione di trinucleotidi che solitamente condividono G e C. In tutti i casi il DNA è instabile, e quando si supera una dose-soglia di ripetizioni, la funzione genica viene compromessa. La tendenza all’espansione è fortemente correlata dal sesso del genitore che lo trasmette. Nella syndrome dell’X fragile, l’espansione si verifica durante l’oogenesis, mentre nella malattia Huntington l’espansione si verifica nella spermatogenesi
I meccanismi attraverso i quali le triplette ripetute possono causare malattia sono fondamentalmente tre (1) Perdita di funzione del gene, tipicamente per trascrizione silenziamento (X fragile). Le ripetizioni sono generalmente nella parte non-codificante del gene. (1) Aumento dell funzione tossica (Huntington disease e spinocerebellar ataxias) In questi casi l’espansione è a carico delle regioni codificanti del gene. (1) Un guadagno della funzione tossica mediato da mRNA.
Siti di espansione e sequenza alterata in diverse patologie
Sindrome del cromosoma X fragile (mutazione da espansione di triplette ripetute) eredità X (legata al sesso) recessiva 1 su 1,200 maschi; 1 su 300 donne sono eterozigoti per questa frequenza mutazione sul cromosoma X Livelli diversi di deficenza mentale, fino a molto grave, sempre Descrizione accompagnata da ritardo nello sviluppo del linguaggio Il primo esone del gene FMR-1 (gene per il ritardo mentale) contiene ripetizioni della tripletta CGG (codificante la glicina) più di 200 volte e fino a 1000. Alcuni individui mostrano una causa “premutazione” con ripetizioni tra 50 e 200: essi sono intellettualmente normali ma il numero di ripetizioni può aumentare passando dalla madre al figlio Per donne nella cui famiglia si siano verificati casi. Test ricerca prenatale
Nelle persone normali questa tripletta CGG è ripetuta un numero variabile di volte: da 6 a 55 e viene trasmessa stabilmente attraverso le generazioni Se il numero di triplette CGG supera le 56 ripetizioni, la sequenza di DNA diventa instabile e nel passaggio alle generazioni successive si espande il numero di ripetizioni CGG. Le persone che possiedono un numero di ripetizioni comprese tra 56 e 200 CGG vengono definite portatori sani della premutazione . In questo intervallo l’espansione CGG consente al gene FMR1 di funzionare ancora e quindi non provoca alcun sintomo clinico della malattia. Quando il numero di ripetizioni CGG supera le 200 copie l’espansione della tripletta CGG si associa un’ ulteriore modificazione del DNA, che viene metilato, provoca il mancato funzionamento del gene FMR1, e viene definita mutazione completa. I maschi con la mutazione completa presentano ritardo mentale di grado variabile (da lieve a grave) e tratti fisici caratteristici, mentre solo la metà delle femmine con la mutazione completa presenta i sintomi della malattia.
Quando la ripetizione della tripletta supera il valore di 200 si ha mutazione sintomatica, dovuta all’ipermetilazione a carico di sequenze dinucleotidiche fiancheggianti il gene, che causano l’inattivazione del gene stesso ed una particolare instabilità della corrispondente regione di DNA , a sua volta responsabile del sito fragile Infatti il nome “X fragile deriva dal fatto che la mutazione del DNA provoca una modificazione della struttura del cromosoma X quando le cellule sono coltivate in terreno privo di folato. Al microscopio il cromosoma X presenta una strozzatura della regione terminale, dove è situato il gene FMR-1.
• faccia lunga • fronte prominente • orecchie grandi • macrorchidismo • prolasso della valvola mitralica • lassità delle articolazioni
Basi molecolari della sindrome dell’X fragile Quando la ripetizione della tripletta CGG supera le 250 unità viene inibita il gene viene metilato in maniera anomala. La metilazione si estende anche alla regione promotrice sopprimendo la trascrizione dell’FMR1. L’FMRP è espressa soprattutto nei neuroni e nei testicoli L’FMRP è una proteina legante l’RNA associata ai polisomi. Nei neuroni la sintesi delle proteine si verifica sia nel corpo cellulare nella zona perinucleare che nei dendriti L’FMRP lega selettivamente gli mRNA associati ai polisomi e regola il loro trasporto ai dendriti. Solo mRNA codificanti per proteine che regolano la funzione sinaptica sono soggette al trasporto da parte del FMRP. A livello delle giunzioni l’FMRP inibisce la sintesi proteica in risposta a segnali dei recettori metabotropici del glutamato gruppo I. La riduzione dell’FMRP determina l’aumento della traduzione degli mRNA
Corea di Huntington eredità autosomica dominante 1 su 20.000 (circa 30.000 Americani; frequenza 150.000 sono a rischio di eredità da uno dei genitori) appare nell’adulto con disordini Descrizione degenerativi mentali con perdita di abilità sia mentali che fisiche la tripletta CAG ripetuta almeno 40 causa e volte. Se le ripetizioni sono meno di localizzazione del 30, la malattia non si sviluppa. gene Cromosoma 4 ricerca Test genetico
Malattie mitocondriali Tutti i mitocondri dello zigote derivano dall’oocita Il DNA mitocondriale è di esclusiva origine materna Il mt DNA è di forma circolare, di piccole dimensioni e codifica per 13 polipeptidi, tutti componenti essenziali della fosforilazione ossidativa. 22 geni codificano per tRNA e 2 per rRNA Il mt non ha istoni E’ esposto a specie reattive dell’ossigeno Ha un elevato indice di mutazioni Le mutazioni che colpiscono questi geni esercitano i loro effetti patologici sugli organi più dipendenti dalla fosforilazione ossidativa, come il sistema nervoso centrale, muscolo cardiaco, fegato e reni.
IPOTESI DELL’ENDOSIMBIOSI Le cellule precursori delle c. eucariotiche erano anaerobie. Con il progressivo aumento di ossigeno nell’atmosfera è cresciuta la necessità di acquisire funzioni ossidative. Quindi il processo di selezione ha fatto in modo che sopravvivessero solo quelle che per endocitosi avessero incluso al loro interno questi elementi procariotici aerobi
OMOPLASMIA ED ETEROPLASMIA Si ereditano 23 molecole di DNA nucleare (cromosomi) da ciascun genitore e circa 100.000 molecole di mtDNA dall’ovocita materno. Negli individui normali il 99.9% delle molecole di mtDNA sono identiche (OMOPLASMIA). Se insorge una nuova mutazione questa si diffonde nella popolazione di mtDNA si avranno 2 genotipi ciascuno con una sua frequenza (ETEROPLASMIA). La velocità di fissazione di una nuova mutazione nel genoma mit risulta un processo circa 10 volte più rapido di quella riscontrata per le mutazioni nucleari Questo perché dopo la fecondazione l’ovocita da 100.000 molecole di mtDNA arriva ad averne 100- 500 copie (COLLO DI BOTTIGLIA).
Eteroplasmia: presenza nella stessa cellula di mitocondri con DNA wild type e mitocondri con DNA mutato L’espressione fenotipica di una mutazione del mtDNA si manifesta solo quando le mutazioni raggiungono un valore soglia La natura stocastica e quantitativa dell’eredità e dell’espressione delle mutazioni mitocondriali ha conseguenze cliniche
• L’mRNAs del mtDNA sono sintetizzate e tradotte nel mitocondrio • I prodotti genici nucleari sono trasportati dal citoplasma al mitocondrio • L’ mtDNA di mammifero è trascritta come una molecola singola di mRNA, e quindi clivata per produrre mRNA, tRNAs, rRNA.
Il genoma mitocondriale contribuisce alla sintesi dei cinque complessi enzimatici della fosforilazione ossidativa (OXPHOS) situati nella membrana mitocondriale interna sito della sintesi del DNA
Imprinting genetico Espressione differenziale di materiale genetico a seconda che esso sia stato trasmesso dal padre o dalla madre. I geni soggetti a imprinting sono presenti in duplice copia, ma di essi viene espressa una sola copia Espressione monoallelica di geni biallelici
Concetto contrario alle leggi di Mendel secondo le quali l’origine materna o paterna di un’informazione non ne influenza l’espressione (equivalenza degli incroci reciproci) 1. Geni ‘imprintati’ nel padre sono silenziati durante la spermatogenesi à la copia fornita dal padre non viene espressa, rimane attiva solo quella fornita dalla madre 2. Geni ‘imprintati’ nella madre sono silenziati durante la oogenesi à la copia fornita dalla madre non viene espressa, rimane attiva solo quella fornita dal padre
Imprinting genomico Sindrome di Prader Willi: è causata dalla delezione interstiziale della banda q12 sul braccio lungo del cromosoma 15 presente nel cromosoma paterno mentre il corrispondente gene materno è silenziato. Bassa statura, ipogonadismo, obesità ritardo mentale ecc. Sindrome di Hangelman: Gli individui affetti da questa sindrome nascono con delezione nella medesima regione materna. Ma il gene silenziato è quello paterno Ritardo mentale, epilessia, riso immotivato (burattini felici) ecc.
PATOGENESI DI IMPORTANTI MALATTIE: varie combinazioni di fattori genetici + cause ambientali Genetica
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