OU T LOO K 202 3 LA FINE DELLA GLOBALIZZAZIONE? - Indosuez Wealth Management
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Sommario 01 E d i to r i a le 4 L A FINE DELL A GLOBALIZZA ZIONE? 02 Messaggi chiave 6 03 Fo cu s 8 IL RI TORNO DEL L E F RONTI E R E 9 REGIONALIZZA ZIONE DELLE CATENE DI APPROV V I GI ONAMENTO : MI TO O RE ALTÀ? 13 MERCATI EMERGENTI: DEGLOBALIZZA ZIONE DEGLI SCAMBI O SVILUPPO DEL MERCATO INTERNO E DEI SERV I Z I ? 17 UNA RILOCALIZZA ZIONE IN VISTA PER I RISPARMI ED I F I NANZ I AMENT I DE G L I STATI ? 22 L A DEGLOBALIZZA ZIONE FA EMERGERE OPPORTUNITÀ PER LE A ZIONI DOMESTICHE? 27 RI TORNO DEL PREMI O PE R I L R I S CHI O S OV R AN O E DEL L E DI VERGENZ E VAL U TAR I E ? 31 04 Macroeconomia 34 CRESCITA GLOBALE DEBOLE E POL I TI CH E PUBB L I CH E S E MP RE P I Ù D I VE R G E N TI 35 05 A l lo ca z i o n e : scen a r io 2 0 2 3 40 IMPAT TO SU L L E PRI NCI PAL I AS S E T CL AS S 41 06 Pre sen z a i n ter n a z i o na le 44 07 Glossario 46 Dichiarazione di esclusione di responsabilità 48 Documento di Marketing GLOBAL OUTLOOK 2023 l 3
Editoriale LA FINE DELLA GLOBALIZZAZIONE? La deglobalizzazione è oggi una tendenza main- Tali stravolgimenti politici sono stati probabil- stream? Come tutte le narrazioni troppo in voga, mente decisivi per il crescente consenso alla anche questa rischia di essere usata in modo un deglobalizzazione da parte delle élite. Ed è tutto po’ dogmatico, impedendoci di pensare razional- sommato logico: se la globalizzazione degli anni mente e spingendoci nel regno degli slogan poli- Novanta, voluta ed intrapresa dagli Stati Uniti, tici. non è più a vantaggio di questi ultimi, si impone un cambio di strategia. In breve, parlare di degloba- Ed è proprio qui che nasce questa idea program- lizzazione a Washington o a Davos significa porsi il matica: un progetto che ha avuto origine nei movi- problema della perdita della leadership americana menti alter-globalisti, che promuove la necessità e dell’ascesa cinese. di smantellare o riformare la globalizzazione alla luce dei suoi effetti sulle disuguaglianze, l’am- E se le implicazioni sociali della globalizzazione biente o la sovranità fiscale e monetaria di un dovessero minare i nostri sistemi politici e met- paese. tere in discussione il potere precostituito, divente- rebbe urgente ripensare i termini dell’ equazione. Questa visione, inizialmente sinonimo di radica- La posta in gioco è sia la continuazione di un lismo, ha assunto un ruolo centrale nel dibattito modello industriale nei paesi occidentali e la economico e politico a partire dal 2016 ed il feno- sopravvivenza di una democrazia liberale mode- meno si è amplificato dopo la pandemia di COVID-19. rata che, per oltre un secolo ed in particolare dal La Brexit e la vittoria di Donald Trump avevano in 1945, si è basata principalmente sull’emergere di comune una rivolta della classe media contro le una classe media. La polarizzazione politica, la élite tradizionali, artefici ed attori di questa globa- perdita di influenza dei tradizionali partiti di cen- lizzazione, colpevoli di aver accettato un dilagante tro e la loro sostituzione con candidati sbrigati- processo di deindustrializzazione. vamente etichettati come “populisti” invitano, in ultima analisi, a riflettere sui legami tra globaliz- zazione, distribuzione della ricchezza e modello politico. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 4
Editoriale LA FINE DELLA GLOBALIZZAZIONE? Secondo Carmen Reinhart, il COVID-19 ha rappre- Ora, la capacità di produrre e commerciare sentato “l’ultimo chiodo sulla bara della globaliz- dipende dal quadro politico e geopolitico. È in zazione” (21 maggio 2020). Adesso, dinanzi ad una tale ambito che il tema assume risvolti molto pandemia che ha fatto affiorare le nostre dipen- concreti: dove produrre domani? Con chi com- denze e vulnerabilità, è giunta l’ora dell’autonomia merciare? Come integrare il quadro geopolitico strategica. La globalizzazione delle produzioni e di lungo periodo nelle decisioni di localizzazione delle catene di approvvigionamento, precedente- di uno stabilimento o sulla scelta di un partner? mente promossa dai grandi gruppi internazionali, È ancora possibile investire nei paesi emergenti si è trasformata in una trappola; da quel momento, a livello globale come fatto in passato? Le inter- infatti, la deglobalizzazione è un tema onnipre- connessioni commerciali, industriali e tecnologi- sente nei consigli di amministrazione. Sono pro- che sono troppo forti per fare un passo indietro? posti slogan e possibili soluzioni (nearshoring, I paesi occidentali sono davvero così dipendenti dai friendshoring1), con il rischio di sostituire una risparmi accumulati in Asia ed in Medio Oriente? dipendenza con un’altra. Con il passare degli anni, lo slogan sembra essere In verità, ci ha pensato lo scoppio del conflitto in diventato un’affermazione a volte un po’ troppo Ucraina a far traboccare il vaso, mettendo fine rapida ed approssimativa per essere vera: siamo all’idea di una globalizzazione felice o di una pace già in una fase di deglobalizzazione. A riprova di mondiale dopo la Guerra fredda. Il conflitto ha tale tesi, si cita la minore incidenza del commer- accentuato l’emergere di divisioni geopolitiche e, cio sul PIL mondiale o la rilocalizzazione delle fasi nel caso dell’Europa, ha determinato l’urgenza di produttive. Ma come per ogni narrazione comu- ridurre la dipendenza dalla Russia sul piano ener- nemente accettata senza contraddittorio, vi è il getico e di essere più autonoma a livello militare. rischio di distorcere la realtà. Cosa si cela davvero Paradossalmente, l’Europa dovrà acquistare nel dietro questo slogan o questa crescente preoccu- breve periodo il gas da paesi più lontani, accele- pazione tra le élite? rando al contempo la propria transizione energe- Ne parleremo nel presente Global Outlook. Cer- tica. cheremo di analizzare da diversi punti di vista Le considerazioni ambientali (in parte all’origine una tendenza alla globalizzazione certamente dei primi movimenti contro l’OMC (Organizzazione non così irreversibile come si pensava, ma la mondiale del commercio) a Seattle nel 1999) sono cui riconfigurazione non costituirebbe neces- al centro del dibattito: produrre energia rinnova- sariamente una completa inversione di ten- bile piuttosto che importare gas, riciclare piut- denza. A nostro parere, le sfide economiche, tosto che continuare ad importare prodotti usa e industriali e finanziarie sono sufficientemente getta. Questo nonostante tutti si rendano conto importanti da meritare un approfondimento. che ad una dipendenza ne subentrerebbe una nuova e che l’elettrificazione del nostro mix ener- Buona lettura. getico si basa sull’importazione di altre materie prime. Il conflitto in atto e le conseguenti sanzioni sem- Vincent MANUEL brano aver quasi invertito l’ordine delle priorità, Chief Investment Offi cer con le ragioni politiche ora prevalenti su quelle economiche. Per tre decenni, le relazioni diploma- tiche dell’Occidente (soprattutto con la Cina) erano improntate su valutazioni di natura economica (fir- mare contratti, esportare, approfittare del boom cinese). 1 - Termine utilizzato dal Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen, che denota l’impegno a collaborare con (o delocalizzare in) paesi che «aderiscono fermamente ad un insieme di norme e valori su come operare nell’economia globale e gestire il sistema economico mondiale». GLOBAL OUTLOOK 2023 l 5
Messaggi chiave QUADRO GEOPOLITICO • La ricerca di autonomia strategica di cui si parla in Europa è altrettanto forte in Cina, che cerca • Un mondo più frammentato, segnato dal declino di sostituire le importazioni con la produzione delle istituzioni internazionali e da un’accre- interna. sciuta conflittualità, evidenziato dall’aumento del rischio geopolitico. CATENE DEL VALORE • Nuove linee di demarcazione globali, con un • Le catene del valore sono state interrotte dal rischio più alto di polarizzazione tra Stati Uniti e COVID-19 ed ora dal conflitto in Ucraina, oltre che Cina. da sanzioni o vincoli alle esportazioni. • Un nuovo quadro di riferimento per gli investitori • Ricerca di una minore dipendenza dalle catene e le imprese, chiamati ad integrare in maggiore di approvvigionamento ma non sotto forma di misura nelle loro decisioni il rischio paese ed il deglobalizzazione, bensì attraverso una riconfi- contesto geopolitico. gurazione regionale di tali catene. COMMERCIO • Modelli energetici in evoluzione, che possono anche ridurre l’incidenza degli scambi attraverso • Una comprovata tendenza verso una minore la progressiva sostituzione dei combustibili fos- incidenza degli scambi sul PIL ed un incremento sili con le energie rinnovabili. delle misure protezionistiche in atto da alcuni anni. • Tendenze che contribuiscono ad accrescere l’inflazione strutturale e a ridurre il rendimento • Tuttavia, i dati recenti sono anche influenzati del capitale investito (maggiori scorte, maggiori dagli anni del COVID-19 e da un rallentamento costi di produzione). del commercio e non riflettono necessariamente una deglobalizzazione, bensì l’ascesa dei servizi nei mercati emergenti. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 6
Messaggi chiave FINANZIAMENTO PUBBLICO PROSPETTIVE 2023 E GLOBALIZZAZIONE DEI RISPARMI • La crescita globale sarà influenzata sia dalle ten- • È possibile distinguere tra gli Stati Uniti (finan- sioni geopolitiche ed energetiche che dalle con- ziati da fondi pensione e paesi esportatori), seguenze dell’inflazione e dell’aumento dei tassi l’Europa (rifinanziata dal modello regolamentato di interesse sulla domanda. di bancassicurazione2) e l’ Asia (con Cina ed India • Lo scenario è molto incerto: la ripresa della Cina finanziate da un consistente risparmio interno). tarda ad arrivare, l’Europa in preda alla reces- • Non vi sono prove di una tendenza verso la nazio- sione ma con un importante sostegno fiscale e nalizzazione dei risparmi o di un uso più mirato gli Stati Uniti che sembrano sfuggire ad uno sce- delle riserve valutarie nell’ambito della concor- nario recessivo, ma con un indebolimento degli renzacon gli Stati Uniti. investimenti e dei consumi. • Tuttavia, la fine dell’easing quantitativo solleva di • Un’inflazione più persistente sul breve periodo, nuovo il problema della dipendenza degli Stati dai con la componente strutturale più elevata a finanziamenti. La credibilità delle politiche fiscali causa della riconfigurazione delle catene del e l’autonomia di quelle monetarie restano fattori valore edei costi associati alla transizione ener- centrali per la capacità di rifinanziamento inter- getica. nazionale. ASSET ALLOCATION MERCATI DEI CAMBI • Le interdipendenze sono sempre forti e fonti di • La posizione dominante del dollaro è anteriore squilibri, dal commercio al finanziamento del di 40 anni alla l’avvento della seconda globaliz- debito, passando per la tecnologia e gli sviluppi zazione (1945,) e non è stata messa in dubbio né energetici. In questo contesto, i temi dell’ener- dalla fine di Bretton Woods né dall’emergere della gia, dell’ambiente e della robotica assumeranno Cina come principale potenza del XXI secolo. un’importanza crescente. • Tuttavia, la regionalizzazione degli scambi e l’in- • Un quadro macro-finanziario che segna il ritorno cremento delle transazioni in altre valute potreb- in auge del rendimento e delle obbligazioni, dopo bero tradursi in un mondo valutario diviso in un decennio dominato dalle tematiche di cre- blocchi. scita e azioni. • La perdita dello status di valuta di riserva da • L’integrazione di un premio più elevato per il parte del dollaro americano sarebbe destabiliz- rischio paese da parte dei mercati e la necessità zante per la sfera finanziaria e renderebbe più di rafforzare la diversificazione geografica nelle costosi gli squilibri dell’economia statunitense. allocazioni, con paesi terzi in grado di beneficiare di questo inedito scenario energetico e geopoli- TITOLI GLOBALI ED AZIONI DOMESTICHE tico. • I settori esposti alla crescita globale dei consumi • Verso una riconfigurazione strutturale del peso ed incentrati su una produzione delocalizzata della Cina nei portafogli, inizialmente trainata da nei paesi emergenti hanno sofferto in maggiore tendenze secolari, ma influenzata al contempo misura le interruzioni delle forniture e l’aumento dalle sfide economiche interne e da un mutato dei costi di produzione e di trasporto. quadro politico e geopolitico. • I titoli domestici consentono anche di posizio- narsi su una serie di settori che beneficiano delle tendenze in atto, come la transizione energetica Vincent MANUEL e la robotizzazione, senza peraltro mettere in Chief Investment Offi cer discussione la solidità dei leader tecnologici né la resilienza dei marchi premium globali con un forte pricing power. 2 - Modello di business bancario e assicurativo integrato. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 7
03 Focus I L R I TO R N O D E L L E F R O N T I E R E La globalizzazione non si limita a maggiori scambi ed investimenti internazionali ma ha una forte connotazione geografica, che riflette l’unificazione globale e nella scomparsa dei confini. Sebbene questo principio sia ancora alla base di un’area come l’Unione europea, è indubbio che stiamo procedendo verso un ritorno delle frontiere. La caduta del muro di Berlino avrebbe dovuto far (intreccio di catene del valore, turismo globale emergere un mondo unipolare e senza confini di massa, migrazioni economiche) e, dall’altro, è dominato dagli Stati Uniti, il cui potere incontra- stata messa in discussione l’idea di eliminare le stato lasciava presagire una pax americana dura- frontiere. tura. Nel decennio successivo alla Guerra fredda, le istituzioni internazionali fondate nel 1945 neces- UN FRENO ALLA SCOMPARSA sitavano di nuova linfa. Era il momento di creare DELLE FRONTIERE soggetti politici transnazionali con la rimozione A volte i primi ad avere sostenuto un ritorno delle totale o parziale dei confini all’interno di questi frontiere sono stati proprio quei paesi che ne ave- spazi (Unione europea, NAFTA3, Mercosur4). Al vano promosso l’eliminazione, per sospendere riguardo, il 1990 è stato un anno simbolico, con Schengen oppure per proporne l’adeguamento la firma degli accordi di Schengen, preludio all’a- o la revoca, come la Francia durante gli attacchi pertura delle frontiere avvenuta nel 1993. Gli Stati terroristici del 1995 o la Germania e l’Austria sulla Uniti hanno a loro volta istituito il NAFTA con scia dell’ondata migratoria del 2015. L’intensifi- Messico e Canada nel 1992. carsi della crisi dei migranti nel Mediterraneo ha chiaramente riportato la questione delle frontiere UNA NUOVA DEFINIZIONE esterne ed interne dell’Unione europea (UE) alla DI STATO-NAZIONE ribalta in seno al Consiglio europeo, come pure al Il tema della possibile scomparsa dei confini è centro del dibattito politico italiano. La penisola stato ampiamente trattato negli anni Novanta, in è infatti la più importante costa mediterranea particolare da Bertrand Badie (La fine dei territori, dell’UE. 1995), secondo cui il territorio, inteso come Sia l’elezione di Donald Trump che il referendum espressione della sovranità nazionale, era un con- sulla Brexit nel 2016 hanno segnato un ulteriore cetto desueto. Nella sua nuova versione, la sovra- passo avanti nel ritorno delle frontiere, sia che nità era un concentrato di potenza commerciale, fossero meramente propagandistici (il muro con- tecnologica e soft power 5 culturale, mentre il tro l’immigrazione messicana) piuttosto che reali potere militare si esplicitava principalmente nella (l’uscita dall’UE). La questione dei confini e dei capacità di mobilitare rapidamente un esercito migranti provenienti dall’UE è stata infatti un argo- su più fronti a migliaia di chilometri di distanza. mento centrale del dibattito sul referendum. Per la Al contempo, la sovranità diluita nel federalismo prima volta è stato possibile immaginare l’uscita LA GLOBALIZ- europeo sembrava mettere in discussione l’idea da un’unione doganale e da un mercato unico. Si ZAZIONE classica di Stato-nazione. La difesa dei confini è trattato di una prova a grandezza naturale delle degli anni Novanta: fisici dello Stato non sembrava più una priorità e conseguenze legate alla chiusura delle frontiere, OLTRE la sfida della sicurezza si giocava ormai su terreni con il ritorno dell’inflazione e la carenza di mano- i confini lontani, dai campi di addestramento e dal finan- dopera. Al di là delle specificità britanniche di e lo Stato-nazione ziamento del terrorismo fino alla criminalità infor- questo referendum, si osservano sempre più ten- matica. La guerra tradizionale, intesa come uno tativi secessionisti e regionalisti (dalla Scozia alla scontro diretto per la conquista di un territorio o la Catalogna) che dimostrano come, nell’ambito di difesa di un confine, era vista come superata. una globalizzazione culturale, la ricomparsa delle Da allora, assistiamo ad un duplice fenomeno: da frontiere sia anche una reazione ad un malessere un lato, la circolazione di beni e persone in tutto identitario. il mondo è aumentata in misura esponenziale 3 - NAFTA: Accordo nordamericano per il libero scambio (North American Free Trade Agreement), ora USMCA, Accordo Stati Uniti-Messico-Canada. 4 - Mercosur: alleanza commerciale strategica tra molteplici paesi sudamericani: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay. 5 - Il soft power (traducibile in italiano come «potere dolce» o «potere di persuasione») è un concetto utilizzato nelle relazioni internazionali. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 9
Focus IL RITORNO DELLE FRONTIERE Sebbene “la globalizzazione non sia responsabile” DALLA FLUIDITÀ ALLA SICUREZZA (Paul Krugman) di tutte le tensioni culturali, poli- La crisi pandemica ha stravolto la nostra conce- tiche e sociali nei paesi occidentali degli ultimi zione degli anni novanta dei confini come linea 15 anni (l’aumento delle diseguaglianze è anche di passaggio tra due territori, un passaggio nella imputabile alla rivoluzione tecnologica), possiamo maggior parte dei casi rapido e scorrevole. La notare che l’eliminazione delle frontiere esterne prima risposta alla pandemia ha però dimostrato è stata accompagnata dalla (re)introduzione di quanto siano forti i retaggi ereditati dopo il 1989, quelle interne. Per qualificare questo fenomeno, come pure la polarizzazione e la politicizzazione si è assistito ad un proliferare di contrapposizioni: delle frontiere: da un lato, l’idea che sia perico- insider contro outsider (Londback/Snower 1985) sul loso chiuderle per proteggere la propria popola- mercato del lavoro, anywhere contro somewhere zione, dall’altro, quella che i rischi vengano sempre (David Goodhart, The road to somewhere, 2017) dall’esterno. All’inizio della pandemia, la Francia sulla questione diidentità e di politica, un con- ed altri paesi dell’UE si sono rifiutati di chiudere cetto descritto anche in “La France périphérique” i confini. Tuttavia, si è fatta rapidamente strada (Christophe Guilluy, 2014) ed in “L’archipel français” l’idea che la tutela della salute giustificasse un tale (Jérôme Fourquet, 2019). Poiché questa polariz- atto, soprattutto alla luce delle misure attuate da zazione interna è affiancata da una crescente Cina, Stati Uniti e Regno Unito. È evidente che al consapevolezza dei benefici mal distribuiti della riguardo ci sia un prima e un dopo, e l’idea di chiu- globalizzazione (e del progresso tecnico), la dere le frontiere di fronte ad una minaccia esterna necessità di tracciare nuovi confini esterni nella potrebbe quindi ripetersi. Le implicazioni eco- speranza di ricostruire un’unità nazionale trova nomiche sono ovviamente significative, poiché logicamente un’importante eco politica. E que- generano sia interruzioni della catena di approvvi- sto si ripercuote anche in ambito geopolitico, gionamento che carenze di manodopera in alcuni minando le organizzazioni politiche transnazionali, paesi. le logiche di multilateralismo e cooperazione inter- nazionale o persino qualsiasi contributo congiunto alla sicurezza collettiva. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 10
Focus IL RITORNO DELLE FRONTIERE La sicurezza informatica è ora una nuova linea di LA FINE DEI DIVIDENDI DELLA PACE difesa per proteggere il territorio digitale nazio- Il ritorno dei conflitti nel cuore dell’Europa segna nale, al fine di prevenire un attacco allo Stato, alle una nuova tappa nella ricomparsa delle frontiere sue amministrazioni od alle imprese del paese. (grafico 1). Da un lato, perché lo scontro armato L’attacco informatico dell’ottobre 2022 ad un alza notevolmente la posta in gioco per i paesi ospedale francese, dopo lo scoppio della guerra dell’Europa orientale, chiamati a scegliere se in Ucraina, dimostra che l’elenco dei possibili essere all’interno od all’esterno dei confini dell’UE obiettivi non include solo lo Stato e le imprese. e della NATO. Dall’altro, perché la Russia insiste Si tratta verosimilmente di una sfida centrale su una visione territoriale del potere, cercando per le potenze occidentali: preservare uno spa- di riportare i propri confini o la propria zona di zio di sovranità e sicurezza, il cui perimetro non influenza a quelli dell’URSS. Alcuni esperti di geo- è limitato ai soli attori presenti sul territorio. Al politica si interrogano quindi sulla possibilità di contempo, stanno emergendo ostacoli alla libera un nuovo ordine “westfaliano” (che consiste nel circolazione dei dati, in particolare da parte di gestire l’equilibrio tra potenze rivali piuttosto che regimi non democratici che intendono mantenere sognare la pace). il controllo sociale censurando le informazioni. La globalizzazione di Internet degli anni Novanta ha quindi dato origine ad un panorama più frammen- tato e controllato di quanto non sembrasse. GRAFICO 1: NUOVE LINEE DI DEMARCAZIONE NEL MONDO CONTEMPORANEO Le reazioni di tutti i paesi il 7 marzo 2022 all’invasione russa dell’Ucraina: Condanna con ritorsioni Condanna senza ritorsioni Nessuna condanna Sostegno Fonti: Geopolitical Studies Group, Indosuez Wealth Management. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 11
Focus IL RITORNO DELLE FRONTIERE Quest’epoca è anche caratterizzata da un aumento Questa rivalità contribuisce anche all’avvento di delle spese militari dopo vari decenni in cui sono frontiere capitalistiche (quotazione delle società diminuite; il ritorno delle frontiere altera quindi l’al- cinesi sul mercato azionario statunitense) o tec- locazione delle risorse all’interno di molti paesi. È nologiche (semiconduttori). La rivalità tra Cina e la fine dei dividendi della pace; se i principali paesi Stati Uniti rimarrà lo scenario geopolitico di fondo al mondo devono spendere il 3% o più del PIL per nel nuovo secolo, ma non si limiterà a questo pre- la difesa o gli aiuti all’Ucraina, questi fondi sono sunto bipolarismo, che oltretutto non comprende sottratti agli investimenti nell’innovazione o nell’ il mondo intero. istruzione, con un probabile impatto sulla crescita L’ultimo fattore in ordine cronologico che sostiene potenziale futura. il ritorno delle frontiere è la lotta al cambiamento climatico, che mette in dubbio il perdurare delle L’EMERGERE DI INEDITE delocalizzazioni, più costose e percepite come “PLACCHE TETTONICHE” dannose per l’ambiente. Dopo vari decenni di Questo periodo segna anche la comparsa di nuove programmi di libero scambio, l’Europa cambia NUOVE DIVISIONI linee di demarcazione a livello globale. Tra gli Stati registro e l’idea di una carbon tax alle frontiere, a GEOPOLITICHE che si sono rifiutati di imporre sanzioni contro la prescindere dalla sua reale efficacia, rappresenta ACCENTUATE Russia ne figurano alcuni che si ispirano ad una un punto di svolta. nel 2022 tradizione di non allineamento (come l’India) ed In conclusione, il mondo odierno si distingue per altri felici di poter continuare a commerciare con un ampio ventaglio di nuove frontiere, che pos- Mosca e di acquistare il petrolio che l’Occidente sono sovrapporsi e che tendono a moltiplicarsi: non compra più. La questione mediorientale, piut- energetiche, commerciali, capitalistiche, tecno- tosto equidistante dall’Occidente e dalla Cina, è logiche e geopolitiche. Ne consegue un contesto oggi molto dibattuta e fonte di aspre polemiche, più frammentato, meno prevedibile e meno fluido, tra gli Stati Uniti e l’Europa da un lato, che cercano con movimenti “tettonici” difficili da anticipare e di ravvivare legami ormai logori, e la Cina dall’altro, potenzialmente con gravi conseguenze. Questa un partner importante della regione. nuova mappa del mondo sarà decisiva per l’ap- È più probabile che la Cina, come il Medio Oriente, proccio agli investimenti internazionali nei pros- cerchi di tenersi alla stessa distanza da Stati Uniti simi anni e segna il ritorno del rischio paese. Nella e Russia, astenendosi dal compiere un passo deci- pratica, i tentativi di rilocalizzare le catene del sivo ed entrare nel conflitto. Ha aumentato note- valore al di fuori della Cina devono tenere conto volmente gli acquisti di energia dalla Russia, ma dell’evoluzione di alcuni paesi (considerati alter- per il momento esclude qualsiasi cooperazione nativi alla Cina) e del loro futuro posizionamento militare. L’Occidente prova quindi ad imporre una geopolitico. linea invalicabile, una sorta di confine virtuale tra Mosca e Pechino. In questo contesto inedito, la Cina cerca di convincere il mondo a rinunciare a Vincent MANUEL toni da nuova Guerra fredda, provando ad attribu- Chief Investment Offi cer ire le colpe agli Stati Uniti e rivendicando al con- tempo un ruolo di potenza regionale dominante. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 12
03 Focus Focus LE RETOUR DES FRONTIÈRES R E G I O N A L I Z Z A Z I O N E D E L L E C AT E N E D I A P P R O V V I G I O N A M E N T O : M I T O O R E A LTÀ ? Le turbolenze risultanti dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina hanno minato gli scam- bi commerciali delle imprese multinazionali e riacceso il dibattito sulle catene globali del valore (CGV) e sui rischi della delocalizzazione. Finora i dati non indicano una maggiore localizzazione ma, alla luce di una tendenza a decarbonizzare le economie, la necessità di promuovere un’impronta più regionale delle industrie è destinata ad aumentare, non solo in settori strategici ma anche a livello generale. IL REGIONALE È IL NUOVO GLOBALE? • L’aumento dei costi logistici, soprattutto con l’in- troduzione dei criteri di sostenibilità e l’esigenza L’OCSE definisce la regionalizzazione o near- di considerare migliori condizioni di lavoro ed shoring come la decisione di trasferire attività in impronte di carbonio più contenute. passato delocalizzate, non necessariamente nel paese di origine dell’impresa ma piuttosto in uno • Lo sviluppo di nuove tecnologie, con una cre- Stato vicino. Dopo anni di delocalizzazione su larga scente robotizzazione che sostituisce la mano- scala, nel tentativo di contenere i costi e miglio- dopera a basso costo/poco qualificata ed rare l’efficienza produttiva, le imprese cercano con accresce l’interesse per le catene regionali del sempre maggiore insistenza strategie di approvvi- valore. La società di consulenza McKinsey stima gionamento più diversificate e valutano un mag- che l’automazione, l’intelligenza artificiale e la gior numero di opzioni per strutturare i propri produzione addittiva potrebbero ridurre il com- processi produttivi. I responsabili della catena di mercio globale di merci fino al 10% entro il 2030. approvvigionamento tengono infatti conto di come • I costi orari del lavoro manifatturiero sono saliti di evolve il contesto: circa il 30% in Cina, Messico e Vietnam (grafico 2). • Gravi limitazioni alle forniture patite dai produt- Tuttavia, restano inferiori del 75% rispetto a tori durante la pandemia e la guerra in Ucraina, quelli nel medesimo settore degli Stati Uniti. che rendono necessarie catene di approvvigiona- • Infine, le questioni di sicurezza nazionale cor- mento maggiormente affidabili. relate alla fornitura di beni strategici, siano essi • Cambiamenti strutturali, con i consumatori sem- tecnologici o sanitari. pre più al centro della catena manifatturiera del valore e che richiedono prodotti personalizzati; questo impone una maggiore vicinanza e flessi- bilità della produzione. GRAFICO 2: COSTO ORARIO DELL A MANODOPERA NEL SETTORE INDUSTRIALE, USD 2016 (sinistra) 2020 (sinistra) Evoluzione, % (destra) 7 35% 6 30% 5 25% 4 20% 3 15% 2 10% 1 5% 0 0% Cina Messico Vietnam Fonti: Statistica, Indosuez Wealth Management. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 13
Focus REGIONALIZZAZIONE DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO: MITO O REALTÀ? La regionalizzazione è una soluzione intermedia Distanza commerciale tra la globalizzazione e la delocalizzazione, che Stando all’indice DHL Global Connectedness, dal consente ai produttori di ridurre i maggiori rischi 2004 i flussi commerciali coprono distanze mag- associati alla globalizzazione, mantenendo un giori, con tuttavia una pausa tra il 2012 ed il 2018 certo grado di diversificazione nelle loro catene (grafico 3). del valore ed avvicinandosi ai clienti finali. Ad eccezione dell’Asia, nell’ultimo decennio REGIONALIZZAZIONE: il commercio interregionale non è aumentato FATTI E CIFRE in misura significativa Quando si tratta di misurare i progressi della regio- I dati commerciali forniscono una panoramica nalizzazione, soprattutto a livello subnazionale, i sull’espansione degli scambi regionali nelle quattro dati scarseggiano. Nel complesso, malgrado un grandi aree geografiche del mondo. A tale propo- interesse in forte aumento, le prove di una mag- sito, si osserva (grafico 4, pagina 15): giore regionalizzazione sono finora limitate. • La maggiore integrazione regionale dei beni si Le importazioni manifatturiere hanno mostrato registra negli Stati membri dell’Area Euro e nei pochi segni di rallentamento negli Stati Uniti paesi aderenti all’accordo USMCA6, anche se dai primi anni 2000 entrambe le aree esibiscono una Nonostante le molteplici iniziative politiche intra- tendenza al ribasso, con solo una lieve ripresa prese dalle amministrazioni Obama e Trump per dopo la crisi finanziaria globale. Un commercio rafforzare l’industria manifatturiera nazionale, regionale negli Stati Uniti i fatti dimostrano il contrario. Le • La crescita del commercio regionale è stata più intenso nella importazioni di prodotti manifatturieri come per- più solida nella regione Asia-Pacifico ed era già in aumento prima del 2019, anno in cui è stato REGIONE centuale della produzione industriale totale sono passate dal 37% nei primi anni 2000 al 54% nel siglato il trattato commerciale RCEP7. Inoltre, gli ASIA-PACIFICO scambi si sono intensificati di pari passo con lo periodo precedente la pandemia. sviluppo di queste economie e con la riduzione della loro dipendenza dalla domanda dei paesi più ricchi. • Infine, la regionalizzazione non sembra aver avuto successo nel Mercosur. GRAFICO 3: DISTANZA MEDIA PERCORSA NEGLI SCAMBI DI BENI, CHILOMETRI 5.100 5.000 4.900 4.800 4.700 4.600 4.500 2001 2017 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2014 2015 2016 2010 2011 2012 2013 2018 2020 2019 Fonti: Indice DHL Global Connectedness, Indosuez Wealth Management. 6 - USMCA, Accordo Stati Uniti-Messico-Canada. 7 - RCEP: Regional Comprehensive Economic Partnership, Partenariato economico globale regionale, un accordo di libero scambio tra quindici paesi dell’oceano Pacifico: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam, Australia, Cina, Giappone, Corea, Nuova Zelanda. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 14
Focus REGIONALIZZAZIONE DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO: MITO O REALTÀ? Tuttavia, in queste regioni gli scambi di merci • La globalizzazione degli scambi, che promuove sono sensibilmente aumentati, ma l’espansione la specializzazione e le economie di scala nel del commercio interregionale si è rivelata inferiore settore manifatturiero e ha permesso ad alcune rispetto a quella del commercio totale. Dal 2000 al imprese asiatiche di incrementare le esporta- 2021 il commercio interregionale dell’Area Euro è zioni durante la pandemia. La riconfigurazione cresciuto del 137% rispetto al 163% del commer- delle catene di approvvigionamento richiede cio totale, nei paesi aderenti all’USMCA del 112% tempo per essere attuata. Secondo il FMI, a metà rispetto al 137%, tra i membri del RCEP del 347% del 2020 le fabbriche asiatiche hanno conqui- rispetto al 430% e, infine, nel perimetro del stato rapidamente importanti quote di mercato Mercosur del 115% rispetto al 296%. Al contempo, rispetto ai dati storici, ma tale dinamica sembra il commercio con la Cina è decuplicato negli Stati anche invertirsi in modo altrettanto celere. Uniti ed in Germania (sebbene sia in calo dal 2018). • L’aumento delle scorte di beni è una soluzione In conclusione, è importante sottolineare che più semplice nel breve periodo. Le imprese pre- queste tendenze sono legate esclusivamente all’a- feriscono detenere maggiori scorte e ricorrere pertura del commercio di beni; quello di servizi, al doppio approvvigionamento di materie prime come quota del PIL, è salito molto di più. Secondo anziché regionalizzare le supply chain e deloca- un rapporto pubblicato da McKinsey nel 2020, lizzare la fase produttiva. Secondo un’analisi di i prodotti automobilistici, chimici, alimentari e le Goldman Sachs sul settore manifatturiero (2022), bevande vengono comunemente importati da par- le imprese puntano a rapporti scorte/vendite in tner regionali. Al contrario, è maggiormente pro- media superiori del 5% circa a quelli precedenti babile che i beni aerospaziali, le apparecchiature la pandemia. mediche ed i prodotti farmaceutici siano acqui- stati da venditori più lontani. • Molte conseguenze della guerra in Ucraina hanno favorito il commercio a lunga distanza. LA PANDEMIA NON HA PER ORA Ad esempio, l’Europa aumenta le importazioni STIMOLATO COME PREVISTO di energia da paesi più lontani per ridurre la sua LA REGIONALIZZAZIONE dipendenza dalla Russia. Allo stesso tempo, la Russia commercia di più con l’Asia anziché con Secondo la Harvard Business review8, la pandemia l’Europa, nonostante la distanza maggiore. ha di fatto rafforzato il commercio a lunga distanza poiché, per soddisfare la domanda, sono cresciute le esportazioni asiatiche. Inoltre, il Fondo moneta- rio internazionale (FMI) ha osservato un aumento della quota di mercato delle fabbriche asiatiche in Europa e negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori, tale fenomeno può essere ascrivibile a: GRAFICO 4: EVOLUZIONE DEL COMMERCIO INTERREGIONALE DI MERCI, % DEL COMMERCIO TOTALE Area Euro Mercosur RCEP USMCA 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2013 2014 2015 2016 2017 2021 2020 2010 2011 2012 2018 2019 Fonti: COMTRADE, Indosuez Wealth Management. 8 - Harvard Business review (Maggio 2022), Trade Regionalization: More Hype Than Reality? GLOBAL OUTLOOK 2023 l 15
Focus REGIONALIZZAZIONE DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO: MITO O REALTÀ? QUESTA VOLTA L’ESITO SARÀ DIVERSO? Infine, la decarbonizzazione avrà un’influenza graduale, ma inesorabile, sulla tendenza a regio- L’importanza della regionalizzazione varia da nalizzare/deglobalizzare. Graduale perché gli inve- un settore all’altro; è molto probabile che alcuni stimenti nelle energie rinnovabili si iscrivono in prodotti a basso costo e determinate catene del un’ottica di lungo periodo (tanto più nel caso del valore a lungo raggio permarranno, soprattutto nucleare), ma in futuro permetteranno di sostituire alla luce della maggiore specializzazione. Inoltre, le importazioni di combustibili fossili con una pro- come ha sottolineato l’OCSE, la regionalizzazione duzione nazionale. La decarbonizzazione solleva non è un gioco a somma zero e, in questo contesto inoltre un grave problema di coordinamento glo- agile, il nearshoring e l’offshoring possono essere bale. Si rivelerà probabilmente necessario un mec- compatibili e necessari. Un aspetto appare però canismo di aggiustamento tariffario alle frontiere evidente dopo la pandemia: la sola produzione per evitare la la rilocalizzazione delle emissioni di nazionale non assicurerà catene di approvvigio- carbonio verso regimi di produzione meno regola- namento affidabili. Tuttavia, in merito ai prodotti mentati; questo potrebbe fungere da motore per farmaceutici ed ai semiconduttori, il cambiamento una maggiore regionalizzazione europea, anche se sarà inevitabile per ragioni strategiche. la sua applicazione resterà complessa. Bénédicte KUKLA Senior Investment Offi cer GLOBAL OUTLOOK 2023 l 16
03 Focus M E R C AT I E M E R G E N T I : D E G L O B A L I Z Z A Z I O N E D E G L I S C A M B I O S V I L U P P O D E L M E R C AT O INTERNO E DEI SERVIZI? L’iperglobalizzazione successiva alla Guerra fredda ha rappresentato un importante fattore di crescita per i paesi emergenti, alla luce del loro ruolo nella catena del valore. Per quan- to la pandemia abbia riportato in primo piano la loro sensibilità al commercio mondiale, l’indebolimento degli scambi e le critiche mosse alla globalizzazione da alcuni operatori impongono ai paesi emergenti di ripensare una parte consistente della propria economia. UN RALLENTAMENTO DEL COMMERCIO Al contrario, dal 2008 la quota del commercio nella MONDIALE IN ATTO DAL 2008 produzione globale sembra essersi ridotta. I paesi a medio reddito, tra cui la Cina, sono quelli per cui Tra il 1970 ed il 2007 la quota del commercio nel PIL 37% l’incidenza del commercio nel PIL è maggiormente mondiale è più che raddoppiata, passando dal 20% diminuita (dal 62% del 2007 al 37% del PIL nel solo all’inizio del periodo al 60% alla vigilia della grande quota del commercio caso cinese, grafico 5), anche se il loro peso nella crisi finanziaria. Questa accelerazione è stata in cinese rispetto al PIL produzione globale è aumentato (la Cina rappre- particolare favorita dallo sviluppo delle infrastrut- senta oggi il 18,5% del PIL mondiale rispetto all’11% (DAL 67% ture di trasporto e dalla modifica alle condizioni di del 2007). DEL 2007) negoziazione tra i paesi dopo l’Uruguay Round, con la nascita dell’Organizzazione mondiale del com- Diversi elementi possono spiegare questa ten- mercio (OMC). Questo nuovo quadro ha posto le denza. In primo luogo, nel caso della Cina, l’au- basi per un ciclo di riduzioni dei dazi doganali (pas- mento del tenore di vita si è riflesso nello sviluppo sati da una media dell’8,5% nei primi anni Novanta del mercato interno e dei servizi. al 2,5% nel 20179), tra le cui conseguenze figura un impulso al commercio internazionale. GRAFICO 5: DIMUNUZIONE DEL RAPPORTO TRA COMMERCIO E PIL, % Mondo Stati Uniti Cina Paesi a reddito medio 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1960 1987 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1990 1993 1996 1999 2002 2005 2008 2011 2014 2017 2020 Fonti: Banca mondiale, OCSE, Indosuez Wealth Management. 9 - Banca d’Inghilterra (novembre 2019), In focus - Trade protectionism and the global outlook. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 17
Focus MERCATI EMERGENTI: DEGLOBALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI O SVILUPPO DEL MERCATO INTERNO E DEI SERVIZI? In secondo, nell’ultimo decennio si è passati da Le importazioni di prodotti cinesi negli Stati Uniti un mondo in cui la produzione era frammentata, sono infatti diminuite di quasi il 25% tra la metà con un numero crescente di componenti impor- del 2018, quando sono stati introdotti nuovi dazi, tate nelle economie emergenti, soprattutto in e la metà del 2019 (va però segnalato che parte Asia, per essere assemblate e poi riesportate, ad del calo è riconducibile alla minore domanda in un nuovo sistema con una maggiore integrazione seguito all’inasprimento delle condizioni finan- verticale, nel quale alcuni prodotti precedente- ziarie negli Stati Uniti del 2018), mentre quelle di mente importati vengono realizzati a livello locale. altre economie asiatiche hanno subito flessioni In Cina, ad esempio, è diminuita la percentuale di più contenute. componenti importate (Shafaeddin, 2014), il che ha ridotto il divario tra la quota di valore aggiunto TROVARE UN MOTORE nelle importazioni e quella delle esportazioni (Kee DI CRESCITA NEI SERVIZI e Tang, 2014). Questa trasformazione ha rallentato Le politiche economiche pubbliche dei paesi l’espansione delle catene di approvvigionamento, emergenti sono state a lungo incentrate sull’aper- alterando la relazione tra crescita e commercio, tura commerciale (introduzione di zone economi- un fenomeno ampiamente discusso in un rapporto che speciali, sussidi per le industrie manifatturiere della Banca mondiale10 che mostra come l’elasti- esportatrici) e sullo sviluppo del settore manifat- cità a lungo termine del commercio rispetto alla turiero. crescita sia calata dall’1,5 tra il 2001 ed il 2007 a meno di 1 nel successivo quinquennio. Tuttavia, questo nuovo contesto costringe alcuni Stati a riequilibrare il loro mix di crescita. La rivolu- In terzo luogo, i costi meno competitivi, l’anda- zione tecnologica, tra le cui conseguenze figurano mento degli stipendi nei paesi emergenti e l’in- la robotizzazione e la riduzione del fabbisogno di debolimento della quota di investimenti (ad alta manodopera a basso costo, cambia le carte in intensità commerciale) nel PIL dopo il 2008 rap- tavola. I paesi emergenti non potranno più contare presentano altri elementi sfavorevoli per il com- unicamente sul commercio internazionale per mercio globale. Recentemente, il ritorno della colmare ulteriormente il distacco dalle economie preferenza nazionale, legata alla necessità di sviluppate. autonomia in settori strategici, ha portato ad un aumento dei dazi doganali e del numero di misure protezionistiche (grafico 6), che ridefiniscono l’e- quilibrio tra importazioni da un lato e produzione nazionale dall’altro, generalmente a favore di quest’ultima. GRAFICO 6: AUMENTO DELLE MISURE PROTEZIONISTICHE Misure protezionistiche Misure di liberalizzazione 2.000 1.500 1.000 500 0 2009 2016 2017 2020 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2018 2019 Fonti: Global Trade Alert, IISD, Indosuez Wealth Management. 10 - C. Constantinescu, A. Mattoo, M. Ruta (2015), The Global Trade Slowdown: Cyclical or Structural. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 18
Focus MERCATI EMERGENTI: DEGLOBALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI O SVILUPPO DEL MERCATO INTERNO E DEI SERVIZI? Le nazioni che si concentrano sul potenziamento Dal punto di vista degli investitori, questa rifoca- delle infrastrutture fisiche per adottare più rapi- lizzazione sui servizi altera indirettamente il mix damente le tecnologie di quinta generazione, l’in- settoriale degli indici azionari dei paesi emergenti. telligenza artificiale e la robotica, saranno meglio Nel 2009 energia e materiali rappresentavano posizionate in futuro. In questa chiave va letto il insieme un terzo dell’indice MSCI EM, ma da allora percorso intrapreso dalla Cina nel suo 14° piano tale peso è notevolmente diminuito a favore dei quinquennale, volto ad accelerare gli investimenti beni di consumo discrezionali e della tecnologia, in questi settori che sono caratterizzati da incre- la cui quota congiunta è raddoppiata (ora al 33%). menti più elevati di produttività11. I governi devono inoltre considerare il migliora- VERSO NUOVE PARTNERSHIP mento delle condizioni di vita nei paesi emergenti: ECONOMICHE la società di consulenza McKinsey aveva già evi- Sono in gioco cambiamenti anche nella strut- denziato nel 2005 la relazione pressoché lineare tura stessa del commercio internazionale. Questi tra la quota dei servizi nel reddito globale di un mutamenti, che si iscrivono nel più ampio pro- paese ed il PIL pro capite (a parità di potere d’ac- cesso volto a ripensare la globalizzazione, sono quisto). stati accelerati dalla pandemia e sono imputabili a: La riduzione della povertà, l’ascesa dei servizi ban- • L’assenza di volontà politica, come il fallimento cari e l’accesso più ampio ad Internet, unitamente del Doha Round, che mirava ad agevolare l’inte- ai trasferimenti tecnologici di cui hanno potuto grazione dei paesi meno sviluppati nel commer- beneficiare i paesi emergenti, hanno aperto nuove cio mondiale. opportunità nei servizi (grafico 7). Tale universo • La politica commerciale degli Stati Uniti sotto la potrebbe rappresentare il punto di partenza per presidenza Trump (“America First”), che ha ridotto una crescita economica più sostenibile, anche il potere dell’OMC e trasformato gli accordi mul- se la demografia dei mercati emergenti diventerà tilaterali (ad esempio il NAFTA è diventato con il tempo meno favorevole. Di conseguenza, la l’USMCA), con accuse di dumping e furto di pro- crescita dovrà basarsi sempre di più sugli aumenti prietà intellettuale rivolte contro la Cina. della produttività. Va notato che nell’ambito dei servizi i sotto-settori con il maggior numero di • La ricerca di un’autonomia economica per evitare opportunità non sono quelli che creano più posti di la comparsa di strozzature (ricadute della COVID-19 lavoro, per cui è necessaria una politica pubblica e guerra russo-ucraina). più ampia (istruzione, servizi sociali, ridistribu- zione, ecc.), che includa tutti i cittadini nella tra- sformazione dell’economia nazionale. GRAFICO 7: ACCELERAZIONE DEGLI ANNUNCI DI ACCORDI COMMERCIALI INTERREGIONALI, SOPRATTUTTO NEI SERVIZI Settore dei servizi Settore industriale 600 500 188 400 300 200 363 100 0 1990 1991 1992 2012 2013 2014 2015 2016 2017 1993 2020 2021 2022 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2018 2010 2011 2019 Fonti: OMC, RTA-IS, Indosuez Wealth Management. 11 - Banca mondiale (2021), At Your Service? The Promise of Services-Led Development. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 19
Focus MERCATI EMERGENTI: DEGLOBALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI O SVILUPPO DEL MERCATO INTERNO E DEI SERVIZI? In risposta a questa organizzazione del commer- Queste iniziative mirano a ridurre la dipendenza cio molto incentrata sull’Occidente, le economie dalle tecnologie avanzate per trasformare il paese emergenti avevano già formato nuovi blocchi in una potenza economica incentrata sulla pro- di libero scambio (il Mercosur lanciato nel 1991, duzione ad elevato valore aggiunto, rilanciare la la Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale crescita interna e contribuire alla definizione di (SADC) fondata nel 1992). Da allora, questo pro- norme internazionali per le tecnologie di nuova IL RCEP cesso ha accelerato con la creazione nel 2018 generazione. Sono ispirate a quanto fatto in pas- rappresenta il dell’African Continental Free Trade Area e l’entrata sato da Giappone, Corea e Taiwan. Le autorità 30% in vigore nel 2022 del Partenariato economico cinesi intendono raggiungere il 40% della produ- globale regionale (RCEP), che riunisce il 30% del zione di componenti elettronici entro il 2020 ed il del PIL mondiale prodotto interno lordo mondiale e 2,3 miliardi di 70% entro il 2025, diventando leader mondiale in abitanti (grafico 8, pagina 21). 10 settori chiave che spaziano dalle attrezzature agricole a quelle high-tech ed ai veicoli elettrici. Quest’ultimo accordo mira ad abbattere il 90% dei dazi doganali tra gli Stati membri e a snellire le catene di approvvigionamento. Copre inoltre CONCLUSIONE: UNA NUOVA i settori dei servizi e delle telecomunicazioni, gli ORGANIZZAZIONE DEL COMMERCIO investimenti ed i diritti di proprietà intellettuale. Non possiamo quindi parlare di deglobalizzazione Da questo punto di vista, la tendenza è quindi più degli scambi (in termini nominali, il commercio verso una riorganizzazione degli scambi commer- di merci tra paesi continua infatti ad aumentare), ciali (con una quota crescente di quelli Sud-Sud) bensì di: i) un nuovo ruolo della Cina nel commercio piuttosto che una semplice interruzione delle rela- internazionale, e ii) una ridefinizione dei termini di zioni commerciali tra i paesi. scambio (legata, ad esempio, all’aumento del pro- tezionismo) con una conseguente riorganizzazione QUALI SONO GLI IMPATTI? del commercio che poggia su una base regionale orientata al consumo interno e sulla prossimità Le ultime crisi hanno spinto i paesi emergenti a delle economie emergenti. ripiegarsi su se stessi e proteggere i propri inte- ressi nazionali (minori esportazioni indiane di La transizione climatica sarà cruciale per deter- grano nel 2022, riorientamento delle esportazioni minare la futura dinamica del commercio: il di materie prime russe verso l’Asia per sfuggire alle necessario incremento degli investimenti, fonte sanzioni occidentali). La globalizzazione si è quindi di maggiori scambi tra paesi, dovrebbe rivelarsi tramutata in una regionalizzazione degli interessi un fattore di sostegno, mentre l’emergere di nuovi economici, politici e sociali. Assistiamo pertanto vincoli (carbon pricing, aumento del costo delle alla formazione di tre grandi blocchi commerciali, esternalità negative correlate alla deregolamenta- Stati Uniti, Europa e Cina-Asia, ciascuno con zione climatica, sicurezza dell’approvvigionamento l’obiettivo di rilocalizzare le industrie strategiche di metalli per la transizione ecologica) sarà al cen- (tecnologie, sanità, armi) ed una preferenza per il tro della ridistribuzione dei flussi esistenti verso commercio transfrontaliero, accentuata dall’im- nuovi attori commerciali (come Africa ed America pennata dei costi di materie prime e trasporti. Latina). Un fenomeno che mette anche fine alla disinfla- zione importata. Come detto in precedenza, dopo essere state la fabbrica del mondo, le economie Thierry MARTINEZ emergenti stanno gradualmente optando per la Asset Allocation Portfolio Manager produzione di beni a più elevato valore aggiunto. I piani “Made in China 2025” e “China Standards 2035” sono due esempi calzanti di tale svolta eco- nomica. Adrien ROURE Investment Strategy Analyst GLOBAL OUTLOOK 2023 l 20
Focus MERCATI EMERGENTI: DEGLOBALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI O SVILUPPO DEL MERCATO INTERNO E DEI SERVIZI? GRAFICO 8: CRESCITA DEL COMMERCIO INTERREGIONALE IN ASIA ED AFRICA, % NORD AMERICA EUROPA ASIA 40% 80% 60% 59% 36% 75% 58% 36% 70% 68% 68% 56% 32% 30% 65% 54% 53% 28% 60% 52% 24% 55% 50% 20% 50% 48% 1995 2019 1995 2019 1995 2019 AMERICA LATINA E CARAIBI AFRICA OCEANIA 25% 20% 15% 13% 20% 16% 20% 15% 15% 12% 10% 15% 10% 7% 10% 5% 5% 5% 0% 0% 0% 1995 2019 1995 2019 1995 2019 Fonti: UNCTADSTAT, Indosuez Wealth Management. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 21
03 Focus U N A R I L O C A L I Z Z A Z I O N E I N V I S TA P E R I R I S P A R M I E D I F I N A N Z I A M E N T I D E G L I S TAT I ? Le maggiori tensioni politiche e la crescente regionalizzazione degli scambi sollevano dubbi sulla sostenibilità della globalizzazione per i flussi di risparmio e di finanziamento. La fidu- cia degli investitori internazionali nei titoli di stato americani e/o nei prodotti di risparmio in dollari potrebbe non essere così duratura come si pensava. Tuttavia, la nazionalizzazione dei bilanci implica anche rischi che alcuni debitori (anche molto liquidi), come gli Stati Uniti, potrebbero non essere disposti a correre. FINANZIAMENTO DEGLI STATI: I paesi asiatici detengono ingenti quantità di L’IMPATTO DI BILANCE COMMERCIALI debito pubblico statunitense (grafico 9). Questo E RISERVE VALUTARIE è il risultato sia dei consistenti avanzi commer- ciali realizzati con gli Stati Uniti sia della volontà Il predominio del dollaro nei flussi internazionali di di stabilizzare la propria valuta rispetto al dollaro. risparmio riguarda direttamente gli investitori isti- Da soli, Giappone e Cina detengono quasi 2.200 tuzionali (banche centrali, fondi sovrani). miliardi di dollari su un totale in circolazione di A seconda del paese, un avanzo commerciale, se 31.000 miliardi (fonti: Dipartimento del Tesoro, realizzato su beni e servizi denominati in dollari, Federal Reserve Board). Alcuni paesi hanno anche contribuisce alla crescita delle riserve nell’attivo tratto insegnamenti dalla crisi asiatica del 1997, L’INCIDENZA della banca centrale. Questi avanzi possono essere accumulando maggiori riserve valutarie. scambiati in valute diverse dal dollaro; tuttavia, la DEL DOLLARO Tuttavia, l’incidenza del dollaro nei bilanci delle sul bilancio delle possibilità di investire nell’universo americano, e banche centrali non ha nulla di permanente né di più precisamente nel segmento obbligazionario, BANCHE consente di sfruttare i vantaggi del mercato più obbligatorio. Ad esempio, la Russia aveva ceduto CENTRALI liquido al mondo e tra i migliori a livello qualitativo, tutti i suoi titoli (circa 100 milioni di dollari) già nel non è più 2018, ben prima delle sanzioni internazionali che anche se dal 2011 il paese ha perso il celebre rating permanente hanno limitato la capacità del paese di utilizzare il AAA. biglietto verde come moneta di scambio. GRAFICO 9: OBBLIGAZIONI STATUNITENSI DETENUTE DALLE BANCHE CENTRALI ESTERE, TITOLI DEL TESORO IN MILIARDI DI DOLL ARI Giappone Cina Regno Unito 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 31.12.2000 27.09.2003 23.06.2006 19.03.2009 14.12.2011 09.09.2014 05.06.2017 01.03.2020 26.11.2022 Fonti: Federal Reserve Board, Indosuez Wealth Management. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 22
Focus UNA RILOCALIZZAZIONE IN VISTA PER I RISPARMI ED I FINANZIAMENTI DEGLI STATI? È lecito chiedersi se la riduzione degli avanzi Nel corso degli anni, la creazione monetaria viene commerciali e la regionalizzazione degli scambi trasferita dalla banca centrale agli Stati. Que- potrebbero portare ad un calo delle riserve valu- sta transizione è chiaramente visibile negli Stati tarie accumulate (e quindi delle interdipendenze Uniti, dove il Dipartimento del Tesoro controlla le finanziarie). Infatti, nel 2022 le riserve valutarie liquidità in circolazione attraverso il proprio conto delle banche centrali sono diminuite del 7%, una presso la Fed. flessione che però sembra imputabile principal- Dal loro canto, e paradossalmente, i regolatori mente al loro utilizzo da parte di molti paesi per europei desideravano anche armonizzare e “dena- stabilizzare la propria valuta. zionalizzare” sempre di più il bilancio delle ban- Tuttavia, questi recenti sviluppi potrebbero prean- che commerciali della regione (affinché gli istituti nunciare diversi cambiamenti: dell’Area Euro non detenessero solo il debito del proprio paese) al fine di ridurre il rischio di tra- • Il rischio di sanzioni sulle riserve valutarie (come smissione sistemica. Questa regionalizzazione nel caso della Russia) potrebbe determinare comporta di fatto l’emissione di euro bond. Ciò sol- una minore allocazione in dollari delle riserve di leva di nuovo la questione del coordinamento tra alcune banche centrali. politica fiscale e monetaria. • La crescente volontà di alcuni paesi di commer- ciare in monete diverse dal dollaro (ad esempio SOSTENIBILITÀ FISCALE in renminbi) potrebbe portare ad una maggiore E DIPENDENZA INTERNAZIONALE regionalizzazione delle riserve valutarie e quindi La sostenibilità del debito può diventare in breve dei circuiti di finanziamento. tempo un problema per i mercati, come dimostra l’amara esperienza britannica a settembre 2022. LE NORMATIVE PRUDENZIALI: Ad esempio, l’annuncio di un piano volto a tagliare UN FATTORE DI LOCALIZZAZIONE le imposte, non finanziato da una riduzione delle DEL RISPARMIO? spese, ha immediatamente causato un calo della Dopo la crisi finanziaria del 2008, è stato coniato valuta ed un rialzo dei tassi. il termine “Grande repressione finanziaria” per Simile è stato il comportamento dei paesi emer- descrivere l’ondata di normative che si è abbattuta genti, che dipendono dai flussi di capitali esteri su banche, compagnie assicurative o fondi pen- per bilanciare le loro partite correnti. In questo sione al fine di aumentare i loro indici di solvibilità caso specifico, è importante precisare che gli e di scongiurare sul nascere eventuali nuovi falli- attivi dei fondi pensione britannici ammontano a menti sistemici. 6.100 miliardi di sterline (fonte: Office for National Queste normative (in particolare Basilea IV e Statistics), rispetto ad un debito pubblico di 2.069 Solvency II), emanate da organismi vicini ai governi miliardi di sterline, ossia il 94,5% del PIL. oppure estensioni degli stessi, incoraggiano ad indirizzare parte dei propri investimenti verso il debito pubblico tramite una minore ponderazione nel calcolo del rischio. Ad esempio, la riforma dei fondi monetari negli Stati Uniti, attuata dalla SEC12 nel 2016, impone la detenzione nel portafoglio di attivi altamente liquidi. Gli attivi più liquidi sono ovviamente i T-bills, titoli emessi dal Tesoro statu- nitense. 12 - Organismo federale americano di regolamentazione e vigilanza sui mercati finanziari. GLOBAL OUTLOOK 2023 l 23
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